1

Il CSI di Cremona porta lo sport in carcere

Nell’ultima settimana di marzo ha preso corpo uno dei progetti a cui sta lavorando il CSI di Cremona, grazie a un bando finanziato da Fondazione Comunitaria, con la finalità di promuovere l’attività sportiva a favore di persone che vivono situazioni di disagio e di svantaggio, sia fisico che sociale.

Uno degli ambiti individuati per la realizzazione del progetto è l’attività presso la Casa Circondariale di Cremona e, dopo diversi incontri, superate le difficoltà di carattere organizzativo e burocratico, grazie anche all’entusiasmo e alla disponibilità con cui la direttrice Rossella Padula ha accolto la proposta, si è giunti a un accordo ed è partita la macchina organizzativa.

Al momento, grazie alla collaborazione di istruttori qualificati, sono partite le attività del Tennis Tavolo e del Basket, con cadenza settimanale.

L’accoglienza è stata molto positiva, c’è entusiasmo, voglia di mettersi in gioco e quel pizzico di agonismo che ha dato la spinta per l’organizzazione di un primo torneo di Tennis Tavolo, per ora tra detenuti (in programma il 26 aprile dalle ore 9 alle 12.30), con la speranza in un prossimo futuro di organizzare amichevoli e tornei con squadre partecipanti al Campionato del CSI cremonese. Gli istruttori sono stati positivamente colpiti da tutto questo e sono quindi motivati a proseguire questa nuova avventura.

Sicuramente una bella e nuova sfida, che rientra nella mission del CSI, all’insegna del motto “sport per tutti” che caratterizza da ormai quasi 80 anni la proposta sportiva del CSI anche a livello locale.

L’attività di Tennis Tavolo si svolge il giovedì dalle 14:30 alle 16:30, con un gruppo di 24 persone.

L’attività di Basket si svolge il mercoledì dalle 12:30 alle 13:30 e il giovedì dalle 9:30 alle 11:30, con un gruppo di circa 16 persone, che si alternano in base ai loro impegni.




Il 17 aprile davanti all’Ospedale in preghiera per la vita

Torna mercoledì 17 aprile, dalle 8 alle 10, davanti all’Ospedale di Cremona, il momento di preghiera per la vita, promosso dall’associazione “Ora et labora in difesa della Vita”.

Per sensibilizzare la comunità riguardo la tutela della vita nascente, l’associazione organizza, ogni terzo mercoledì del mese, una preghiera alla quale chiunque può partecipare, anche per un tempo parziale. In caso di maltempo l’evento si tiene all’interno della chiesa dell’Ospedale. L’invito, rivolto a chiunque, è a unirsi al gruppo pregando per le donne che hanno abortito, per quelle tentate di farlo e per i medici.

L’iniziativa di aprile – come sottolineano gli organizzatori – si svolgerà a pochi giorni dalla decisione del Parlamento europeo che, a larga maggioranza (336 voti a favore, 163 contrari, 39 astensioni), ha espresso la volontà di inserire il cosiddetto “diritto all’aborto” nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Una risoluzione non vincolante, ma certamente di notevole peso politico.

Secondo il testo, “i metodi e le procedure di aborto dovrebbero essere una parte obbligatoria del curriculum per medici e studenti di medicina” e dai Paesi dell’Ue “dovrebbero essere messi a disposizione metodi e forniture contraccettivi accessibili, sicuri e gratuiti, nonché consulenza in materia di pianificazione familiare, prestando particolare attenzione al raggiungimento dei gruppi vulnerabili”.

“L’approvazione di questa risoluzione da parte del Parlamento europeo ci reca molto dispiacere. Non possiamo che esprimere il nostro disaccordo”. Così mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina e presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), commentando la risoluzione approvata l’11 aprile al Parlamento europeo. “Non si può pensare di dichiarare che l’aborto sia un diritto umano perché la soppressione di una vita non può essere mai un diritto umano”, dichiara mons. Crociata. “Qualcuno parla di un grumo di cellule – aggiunge -, in realtà è l’inizio di una nuova persona”. E ancora: “Ostacolare la maternità non è un modo per aiutare le donne, che vanno senz’altro sostenute e accompagnate sempre, e rispettate nelle loro scelte”.

Riguardo, infine, alla clausola di “coscienza” posta da alcuni medici e che invece viene condannata nella risoluzione dai deputati europei perché causerebbe ritardi e rischi alla salute, mons. Crociata afferma: “Non possiamo che considerare con grande preoccupazione la limitazione della libertà di coscienza che è uno dei principi fondamentali che garantiscono il rispetto della persona e della democrazia. La limitazione della libertà di coscienza è una minaccia alla libertà, un modo di agire che alla fine assomiglia molto ad un regime autoritario. Speriamo che il nostro parlamento europeo non vada in questa direzione”.

Locandina dell’evento del 17 aprile




“Chiacchiere in cortile” il 19 aprile con l’associazione Casa di Persico

Venerdì 19 aprile alle 19.30 presso la sala dell’oratorio di Persico, in piazza Mons. Avosani, si svolgerà la quinta tappa di Chiacchiere in cortile, evento gratuito proposto dalla neonata associazione Casa di Persico aps insieme a Mondo di Comunità e Famiglia aps. La serata prevede un momento conviviale all’inizio e successivamente l’ascolto di un testimone privilegiato con cui confrontarsi.

Per quanto riguarda il momento conviviale, un tratto distintivo di tutte le serate è l’invito alle persone di venire alla cena portando qualcosa da mangiare da condividere insieme al proprio piatto e bicchiere, per non impattare sull’ambiente con altri rifiuti.

L’invitato speciale di questa serata sarà Enzo Zerbini, presidente della società cooperativa sociale Il Calabrone di Cremona, realtà nata in seno all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che racconterà lo stile che la cooperativa sta cercando di tenere al proprio interno: alta professionalità, lavoro inclusivo nei confronti delle fasce deboli e valorizzazione dei lavoratori.

Locandina dell’evento del 19 aprile




Collaboratori familiari del Clero, il 16 aprile incontro regionale al Santuario di Caravaggio

“Tradizione e/o innvazione?”. Questo il tema dell’incontro a Caravaggio in programma martedì 16 aprile, organizzato dall’Associazione Collaboratori familiari del Clero della Regione Lombardia.

A ospitare l’iniziativa sarà il Santuario di Santa Maria del Fonte, divenuto lo scorso anno Santuario Regionale della Lombardia.

L’incontro regionale, che sarà guidato dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, avrà inizio alle 10 (ritrovo a 9.45), con la recita delle Lodi, seguita dalla meditazione del vescovo, che presiederà poi la Messa delle 11.30. Dalle 14.30 ci sarà spazio di condivisione per riflessioni e testimonianze, con la conclusione della giornata prevista per le 16.

Nel pomeriggio si svolgerà inoltre l’elezione del nuovo Consiglio regionale dell’Associazione.

Un momento di ritrovo, preghiera e condivisione per tutti i gruppi diocesani dell’Associazione presenti in Lombardia, che non chiude però le porte a tutti gli associati provenienti da altre regioni.




“Disarmiamo le guerre, sosteniamo la pace”, l’11 aprile evento al Teatro Leone di Castelleone

“Disarmiamo le guerre, sosteniamo la pace” è il tema dell’incontro pubblico che la sera di giovedì 11 aprile, alle 21, si terrà presso il Teatro Leone di Castelleone, in via Garibaldi. A poca distanza dalle recenti iniziative  messe in campo nel Mese della Pace, l’Azione Cattolica di Castelleone, sempre in rete con la Parrocchia di Castelleone, il gruppo scout Agesci Castelleone2, “Alice nella città”, ArciSolidale, Anpi Castelleone, Fotoclub Elio Fornasa, con il patrocinio del Comune di Castelleone e anche con il supporto di Pax Cristi, promuove un incontro pubblico con Giorgio Beretta, analista del commercio internazionale e nazionale di sistemi militari e di “armi leggere” e dei rapporti tra finanza e armamenti, per riflettere sul tema dell’importanza della legge 185  e soprattutto di entrare nel merito delle modifiche che sono state paventate.

«È fondamentale – scrivono gli organizzatori – che la società civile conosca questa legge, la sua importanza, non solo per quel che riguarda le esportazioni militari italiane, ma anche per quanto riguarda l’informazione e la trasparenza nel settore di finanziamento bancario e  del  pericolo di una “Terza guerra mondiale a pezzi” come l’ha definita Papa Francesco».

Giorgio Beretta svolge la sua attività di ricerca per l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (OPAL) di Brescia, osservatorio  che fa parte della Rete italiana pace e disarmo (RiPD), e ha pubblicato diversi studi e contributi sul commercio di armi italiane e sulla diffusione delle armi in Italia. Inoltre, scrive per varie riviste e quotidiani nazionali, oltre che per diversi siti di informazione sociale. Recentemente ha pubblicato il libro “Il Paese delle armi. Falsi miti, zone grigie e lobby nell’Italia armata” (Altreconomia). Scrive per varie riviste tra cui “Il Mulino” e quotidiani nazionali tra cui “Il Manifesto” e “Avvenire”, oltre che sui siti di Unimondo.org e Osservatoriodiritti.it e per la rivista “Missione Oggi”.

«Ogni guerra – affermano gli organizzatori – è un dramma, una tragedia che grava sui popoli; nessuna guerra produce un vincitore e l’umanità intera ne esce sconfitta. Sempre più urgente è la diffusione quindi di una cultura di pace, di disarmo, di nonviolenza. Anche se è difficile dobbiamo agire, insistere e fare ognuno la nostra parte. L’Azione Cattolica, insieme a tante altre associazioni, da sempre ha a cuore il tema della pace, di cruciale importanza che riguarda tutti noi, il futuro del nostro Paese e del mondo intero». E ancora: «In questo momento storico, in cui l’attenzione dovrebbe essere ancor di più rivolta alla costruzione della pace e al benessere collettivo, assistiamo invece a scelte che sembrano andare nella direzione opposta. Non possiamo rimanere inermi di fronte ad un immane spreco di risorse preziose dissipate per un pericoloso riarmo. Ricordiamo che nella nostra Costituzione, all’articolo 11, si fa esplicito riferimento al ripudio della guerra e, coerentemente con un pensiero di pace, civiltà e di applicazione dei principi del nostro ordinamento, siamo chiamati ad opporci ad una rischiosa modifica della legge 185/90». «È sotto gli occhi di tutti – sottolineano gli organizzatori – il dato delle esportazioni di armi nel nostro Paese e la sua vertiginosa ascesa. Infatti negli ultimi quindici anni non solo la vendita si è quintuplicata, ma il fatto grave è che le armi sono state fornite a Paesi in guerra e che non rispettano i diritti umani. Di recente il Senato ha approvato un disegno di legge che modifica significativamente la legge 185/90, ossia indebolisce una normativa fondamentale per il controllo e la trasparenza sull’esportazione di armamenti, compreso l’elenco delle cosiddette “banche armate”. Queste modifiche potrebbero ridurre drasticamente i meccanismi di autorizzazione, controllo parlamentare e di trasparenza su tali operazioni. La Rete Italiana Pace e Disarmo ha lanciato con forza una petizione per chiedere ai deputati di non svuotare la legge 185 del 1990, ma piuttosto di rafforzare i principi che l’hanno ispirata, sia in termini di scopo, sia in termini di efficacia e di trasparenza». E concludono: «Lavoriamo dunque per la pace. Tutti siamo chiamati ad essere “artigiani di pace e di speranza”! Scossi dai tanti, troppi, conflitti in atto nel mondo, non possiamo e non dobbiamo far tacere la domanda di pace che interroga le nostre coscienze e ci spinge ad allargare l’orizzonte della nostra umanità, nella convinzione che la pace è un bene necessario e un dovere inderogabile, senza cui non può esservi alcun progetto credibile sul futuro per nessuno».




“Dalla Pasqua all’impegno per la pace pace”, il 12 aprile al Maristella serata nel ricordo di don Mazzolari

In occasione del 65° anniversario della morte di don Primo Mazzolari, nel giorno esatto della conclusione della sua vita terrena, il 12 aprile, Pax Christi e il circolo Acli Oscar Romero organizzano nella chiesa parrocchiale del Maristella, a Cremona, una serata dal titolo “Dalla Pasqua all’impegno per la pace pace”, con inizio alle ore 21.

Saranno letti alcuni brani del sacerdote cremonese con accompagnamento musicale, per trasformare il ricordo di questa insigne figura profetica in stimolo a testimoniare senza timore la propria fede nel Cristo vivente, anche attraverso il coraggio di chiedere pace e invitare i credenti a farsi operatori di pace autentica a tutti i livelli delle relazioni umane.

Una cristianità che s’incanta dietro memorie e che ripete, senza spasimo, gesti e parole divine, e a cui l’alleluia è soltanto un rito e non la trasfigurante irradiazione della fede e della gioia nella vita che vince il male e la morte dell’uomo, come può comunicare i segni della Pasqua?

Le parole di don Primo interrogano anche oggi. Spingono a non aver paura di andare controcorrente in nome del Vangelo della vita e della pace, pronti anche a essere calunniati, emarginati, incompresi per questo. Don Primo, che ha sperimentato la sofferenza per la pace e la giustizia, per la verità e la fede, aiuti in questo frangente storico, così complesso e preoccupante, a non perdere la speranza e a intensificare, come ci chiede Papa Francesco, l’impegno e la preghiera per la pace nel mondo.




Fermiamo le guerre, sosteniamo la pace: il punto della situazione con l’analista Giorgio Beretta

Un pomeriggio per riflettere e approfondire il tema dell’economia delle armi e la corsa al riarmo su ispirazione dell’appello che da tempo Papa Francesco continua a ripetere: «Va fermata questa folle corsa alle guerre e alle armi». È quanto si è svolto nel pomeriggio di giovedì 11 aprile presso il Centro pastorale diocesano di Cremona con Giorgio Beretta, analista del commercio nazionale e internazionale di sistemi militari e di armi comuni all’interno dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e difesa (Opal).

L’incontro, intitolato “Fermiamo le guerre, sosteniamo la pace”, è stato promosso dall’Ufficio per la Pastorale sociale e del Lavoro della Diocesi di Cremona insieme a Pax Christi Cremona e hanno aderito Tavola della Pace di Cremona e Oglio-Po, Forum per la Pace e i diritti dei popoli “Primo Mazzolari”, Coordinamento Democrazia Costituzionale, Movimento Federalista Europeo e Circolo Acli “Oscar Romero”.

Nella sua introduzione Eugenio Bignardi, responsabile della Pastorale sociale, ha tracciato un quadro generale della situazione riprendendo proprio l’appello del Papa e quello che mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, ha lanciato nella Domenica in Albis a Bozzolo nella celebrazione nel ricordo di don Primo Mazzolari: «Non credo che un uomo come Mazzolari avrebbe taciuto nei confronti di questa economia di guerra verso la quale ci stiamo dirigendo con questa corsa agli armamenti; dobbiamo alzare la voce contro questi extra-profitti dell’industria degli armamenti».

Nella sua presentazione Bignardi ha quindi riportato dati importanti sul crescente aumento dei profitti dell’industria degli armamenti italiana negli ultimi anni, mettendo in guardia dallo svuotamento della legge 185 del 1990 sull’export delle armi, in revisione in questo periodo in Parlamento, insieme alla limitazione delle informazioni a disposizione del Parlamento e della società civile riguardo all’export degli armamenti italiani.

Nella sua esposizione Beretta è partito dai dati raccolti dal suo lavoro di ricerca e analisi, partendo proprio da quelli messi a disposizione grazie alla legge del 1990 oggi in revisione, dai quali emerge come il mercato degli armamenti europeo, nel suo complesso, si contende a livello mondiale il secondo posto insieme alla Cina dopo il primato degli investimenti statunitensi: «Non è vero che la spesa militare dei Paesi europei sia bassa, perché nel suo complesso sia gli investimenti per il riarmo sia l’export dell’industria militare ricopre le prime posizioni a livello mondiale».

La sua è stata una riflessione anche sul fondamento delle politiche in materia di guerra, a partire dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Costituzione Italiana, nelle quali viene indicata la strada maestra della rimozione dei conflitti e del ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, profilando anche il ruolo che il nostro Paese dovrebbe ricoprire nel promuovere la pace nelle situazioni di conflitto, certamente non investendo in armi.

Il focus è stato poi concentrato sul mercato italiano: «L’Italia esporta una parte degli armamenti prodotti ai Paesi alleati Nato e dell’Unione Europea, ma una grossa parte viene venduta ai Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente: se c’è una cosa di cui abbiamo bisogno è ripensare l’industria militare e ricalibrarla sulle effettive esigenze militari dell’Europa, superando la sua frammentazione e inefficienza, mentre oggi risponde alle esigenze di mercato, che non è detto coincidano con le esigenze di sicurezza».

Quindi Beretta è passato a spiegare il funzionamento della legge 185 del 1990: «Questa legge prevede un’autorizzazione da parte dell’Autorità nazionale Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) che ha il compito di autorizzare l’export di armi su tre diversi livelli: l’autorizzazione governativa per l’export di armamenti, il controllo della tipologia di quanto esportato e il relativo controllo bancario». «Questa impostazione di controlli dovrebbe permettere un certo livello di trasparenza su tutti e tre i livelli, nonostante negli anni siano state apportate modifiche ai report annuali rendendo la lettura dei dati meno precisa», ha spiegato l’esperto dell’Opal, che ha rilanciato quindi l’allarme: «Con la nuova normativa proposta, al governo spetterà l’autorizzazione finale, che potrà avvenire anche tramite una valutazione di tipo politico, senza nessun controllo da parte del Parlamento».

Quindi l’appello finale, rivolto a tutte le associazioni e alla società civile, a mobilitarsi secondo le modalità previste da Rete Pace e Disarmo: come punto di partenza le realtà associative che hanno partecipato all’incontro si sono proposte di aderire a questa raccolta firme e di procedere con l’invio di una lettera-appello ai parlamentari italiani. L’incontro è stato anche occasione per rilanciare la campagna “Italia ripensaci” per chiedere al governo italiano l’adesione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari in vigore dal 2021 a livello internazionale.

 

La relazione dell’analista Giorgio Beretta




Comunione e Liberazione, Paolo Siboni nuovo responsabile diocesano

Lo scorso gennaio gli aderenti alla fraternità di Comunione e Liberazione di Cremona hanno designato come nuovo responsabile diocesano Paolo Siboni: classe 1983, sposato con due figli, vive a Cremona dal 2009 e attualmente lavora come dirigente tra Piadena (CR) e Prevalle (BS).

La nomina, di durata triennale, è stata accolta con favore da monsignor Antonio Napolioni. Siboni succede all’avvocato Paolo Mirri che per molti anni, con passione e sempre in comunione con la Chiesa locale, ha guidato la comunità cremonese del movimento fondato da don Luigi Giussani.

«Mi auguro che questo cambiamento, nella ricorrenza dei 70 anni del movimento, sia occasione di conversione, letizia, unità e pace, non solo per noi, ma per il mondo intero», ha scritto Mirri.

“Mi auguro di diventare sempre di più figlio: solo così potrà accadere di ritrovarsi ad abbracciare tutto il bene che sempre si incontra sul cammino. Sono grato di come Paolo abbia vissuto in prima persona lo stupore per ciò che, accadendo tra noi, ci supera sempre, e ce lo abbia indicato. Domandiamo a Dio, che è fedele, di ravvivare sempre la nostra affezione per crescere insieme nella responsabilità e aiutarci a camminare verso di Lui. Il Papa ci ha raccomandato di avere cura della nostra unità: desiderandola, la chiederemo a Dio e saremo testimoni di come «essa sola, nella sequela ai pastori della Chiesa, potrà essere nel tempo custode della fecondità del carisma che lo Spirito Santo ha donato a don Giussani».  Con queste parole Siboni ha voluto salutare tutti gli amici di CL che vivono in diocesi di Cremona, mettendosi al servizio della Fraternità di CL e della Chiesa tutta.




Insediata la nuova Presidenza dell’Azione Cattolica Cremonese: Emanuele Bellani riconfermato presidente

Dopo le votazioni dell’assemblea diocesana del 17 febbraio scorso e la formalizzazione della nomina del presidente da parte del vescovo, con il Consiglio diocesano del 16 marzo si è ufficialmente insediata la nuova Presidenza dell’Azione Cattolica Cremonese per il triennio 2024/2027. Presidente diocesano è stato riconfermato Emanuele Bellani, psicologo 43enne di Castelleone, dove vive con la moglie e i due figli.

Il suo legame con Azione Cattolica è consolidato nel tempo, sin da quando, da bambino, all’oratorio di Castelleone ha vissuto l’esperienza dell’Acr. Dopo le superiori, la partecipazione associativa l’ha portato ad assumere un ruolo più marcatamente educativo. Negli anni non sono mancati impegni di responsabilità come l’incarico di responsabile diocesano Acr, per due mandati, quello di presidente dell’Ac parrocchiale di Romanengo o quello di referente per la vecchia Zona pastorale 3 e poi per la nuova Zona 2, fino alla nomina di presidente diocesano nello scorso triennio.

«Ringrazio il Vescovo per la conferma e tutta l’associazione diocesana per la vicinanza e l’affetto». Queste le parole, a seguito della sua riconferma come presidente diocesano dell’AC, di Emanuele Bellani. Che prosegue: «Sono onorato di servire l’AC per questi altri tre anni. Il mio desiderio è che l’Azione Cattolica continui a essere nelle nostre comunità una vera scuola di laici maturi che prendono con serietà la propria chiamata alla responsabilità e chi si impegnino per rendere i nostri paesi e le nostre città luoghi di speranza e accoglienza per tutti coloro che le abitano».

«Mi sento inoltre di ringraziare la nuova Presidenza – conclude Bellani – per la disponibilità a mettersi in gioco e la presidenza uscente per il lavoro di questi anni! Ringrazio anche i membri passati e attuali del Consiglio diocesano di AC! Ora non resta che ripartire con più slancio e fiducia per fare più bella l’AC e con essa le nostre comunità».

La nuova presidenza dell’AC Cremonese risulta così composta:

  • Emanuele Bellani (presidente diocesano),
  • Ghezzi Chiara (vicepresidente Adulti)
  • Gerevini Gilberto (vicepresidente Adulti)
  • Corbani Lucia (vicepresidente Giovani)
  • Uggè Sofia (vicepresidente Giovani)
  • Guerrini Michele (responsabile ACR)
  • Valerio Elisa (viceresponsabile ACR)
  • Maccagni don Gianpaolo (assistente unitario e Adulti)
  • Rossi don Daniele (assistente Giovani)
  • Dalè don William (assistente ACR)

 

AC, Dialogo apre il 2024 parlando di donne




Unitalsi, il 17 marzo la Giornata nazionale: anche in diocesi banchetti per “un gesto di bontà”

Sostegno e assistenza sono i valori alla base dell’esperienza Unitalsi che, nel weekend del 16 e 17 marzo, celebra la 22ª Giornata nazionale, sul tema “Sostienici con un gesto di bontà”. In questa occasione i gazebo dell’associazione popoleranno molte piazze d’Italia, e naturalmente grazie all’impegno della Sottosezione Unitalsi di Cremona la presenza sarà garantita anche sul territorio diocesano.

In questa occasione i volontari Unitalsi proporranno, con una semplice offerta, un cofanetto contenente quattro confezioni da 400 grammi di pasta di semola di grano duro, di tipologie diverse: un bene primario che racchiude il valore simbolico del chicco di grano che sa farsi nutrimento.

Un cofanetto dell’Unitalsi che può diventare anche un dono da offrire a chi vive situazioni in difficoltà, con un gesto di umanità verso i più bisognosi sostenendo nello stesso tempo le attività dell’associazione.

In diocesi di Cremona i banchetti Unitalsi domenica 17 marzo saranno presenti in diverse località in occasione delle celebrazioni. In particolare nelle parrocchie di Castelverde, Pescarolo, Piadena, Soresina. A Cremona, invece, presso le parrocchie di Sant’Imerio (ore 9); San Michele (ore 10 e 11.30); San Pietro al Po (ore 10.30 e ore 18.15). In Cattedrale l’Unitalsi sarà presente già nel pomeriggio di sabato 16 marzo in occasione della Messa delle 18 e domenica alle ore 9.30 e 11.

Quanti non avessero possibilità di contribuire in queste occasioni potranno farlo anche successivamente contattando la Sottosezione Unitalsi di Cremona al 348-8124577 e concordando la modalità.

«La giornata nazionale è un’occasione importante per tutta la nostra associazione – sottolinea Rocco Palese, presidente nazionale Unitalsi –. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, soprattutto di quanti vogliono bene e credono in questa associazione, affinché continui a essere vicino alle persone fragili, ammalate e sole. Saranno due giorni intensi in cui i nostri volontari incontreranno tante persone che ancora non ci conoscono, sarà un momento prezioso per raccontare e testimoniare con gioia l’Unitalsi, i suoi progetti di carità, le sue attività di prossimità, di ascolto e tutte le iniziative per l’organizzazione dei pellegrinaggi».

Testimonial della ventiduesima edizione della giornata nazionale è un volontario d’eccezione, Flavio Insinna.

L’appuntamento che si volgerà nelle principali piazze del Paese offrirà l’opportunità di conoscere le attività di volontariato dell’Unitalsi in Italia e all’Estero, i progetti di solidarietà come il “Progetto dei Piccoli”, dedicato all’accoglienza delle famiglie dei bambini degenti nei principali centri ospedalieri pediatrici oncologici e il calendario delle prossime partenze dei pellegrinaggi a Lourdes, Fatima, Santiago de Compostela, Polonia Loreto, Pompei e Siracusa.

 

Scarica la locandina dell’evento