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Acli Casalmaggiore, il 26 dicembre il “Pranzo di Natale” per vincere la solitudine

Anche quest’anno il Circolo Acli di Casalmaggiore organizza il consueto Pranzo di Natale, che si terrà martedì 26 dicembre alle ore 12.30 presso l’oratorio di San Leonardo. In collaborazione con l’Unità pastorale di Casalmaggiore, il Comune di Casalmaggiore e l’Istituto Romani nell’ambito del progetto “La mia scuola educa alla pace”, il pranzo ha l’obiettivo di proporre un momento di convivialità per la cittadinanza durante le festività natalizie, che possono essere momento di grande gioia ma anche di solitudine per chi si trova a viverle da solo. Giovani e adulti, famiglie e anziani, da soli o in compagnia. Il pranzo è aperto a tutti.

L’ingresso è gratuito previa prenotazione entro il 22 dicembre tramite whatsapp al numero 328-3310143 o email a casalmaggiore@acli.it.

Per maggiori informazioni si rimanda ai canali Facebook e Instagram ACLI Casalmaggiore.




Il Vescovo agli avvocati: «Date voce a chi non ne ha»

«Dio, nelle Scritture, non è sempre il vendicatore, è il Santo di Israele. È il portatore del cambiamento». Così il vescovo Antonio Napolioni nell’omelia durante la Messa celebrata per gli avvocati del Foro cremonese nel pomeriggio di giovedì 14 dicembre nella chiesa di Sant’Imerio, a Cremona. Parole suonate come un invito ai presenti perché possano essi stessi essere portatori del cambiamento. L’avvocato come il profeta, «che fa da portavoce a Dio e dà voce a chi non ne ha», ha sottolineato mons. Napolioni. «Proprio come il vostro servizio – ha proseguito – anche a fianco di chi non può permetterselo».

Ma qual è, dunque, il compito dell’avvocato? «Fare verità non solo perché dal cielo venga la giustizia, ma il giusto. Perché la presenza di Dio culmina nel Figlio suo, crocifisso, incarnato nell’umano e nelle nostre vicende». «E allora – ha concluso il Vescovo – anche noi possiamo partecipare nel suo essere giusto».

Occasione per esprimere gli auguri natalizi, l’Eucaristia è stata concelebrata da don Massimo Calvi, vicario generale della Diocesi di Cremona, canonista con specializzazione in Giurisprudenza, assistente spirituale a livello diocesano dell’associazione Giuristi cattolici italiani, insieme a mons. Carlo Rodolfi, canonico del Capitolo della Cattedrale e collaboratore dell’unità pastorale “Sant’Omobono”, di cui la parrocchia di Sant’Imerio fa parte.

Al termine della celebrazione ha preso la parola il presidente dell’Ordine degli avvocati di Cremona, Alessio Romanelli, che ha voluto ribadire che «il primo dovere è il rispetto della verità», ringraziato tutti i presenti e il vescovo e ricordando i colleghi deceduti nell’ultimo anno.

Ultimo atto è stato il momento informale di auguri di fronte al “Riposo nella fuga in Egitto”, opera di Luigi Miradori, detto “Il Genovesino”, custodita a Sant’Imerio. Un dipinto che raffigura, nascosta in secondo piano, anche la scena della strage degli innocenti che, purtroppo, rispecchia il buio del periodo attuale in alcune parti del mondo.




Natale al Civico: l’8 dicembre banchetti solidali, giochi, musica e merenda per bimbi e famiglie

Torna il Natale al Civico81, organizzato dal Consorzio Solco Cremona con le cooperative socie e numerose realtà del territorio. Banchetti solidali, giochi da tavolo, laboratori per la creazione di addobbi e oggetti natalizi, merenda e musica sono le attività in programma. L’appuntamento è per venerdì 8 dicembre in via Bonomelli 81, a Cremona.

Si inizia alle ore 15.30 con l’apertura dei banchetti. Tra quelli legati al cibo, troviamo Rigenera della Coop. Soc. Nazareth con frutta, verdura BIO e proposte per Natale, Coop. Soc. Agricola Cascina Marasco con panettoni, miele e torta sbrisolona Diversi gli stand di oggettistica: Un Filo Pazzesco della Coop. Soc. Gruppo Gamma con abiti e accessori in tessuto second hand, uovonero con il proprio catalogo di libri incentrati sul tema della diversità, Blue Dojo con giochi di carte collezionabili e giochi da tavolo, e le Cooperative Borea e Varietà, Associazione Abio e Casa di Nostra Signora, opera segno di Caritas Cremonese, con idee regalo solidali autoprodotte.

Sempre dalle 15.30, poi, partiranno i giochi da tavolo per grandi e piccoli a cura di Buca del Coboldo, Subbuteo Club Stradivari e Coop. Soc. Gruppo Gamma.

Dalle ore 16, i bambini e le famiglie saranno protagonisti del laboratorio di addobbi e oggetti a tema natalizio con tessuti di riciclo a cura della sartoria sociale Un Filo Pazzesco, mentre alle 17.30, è prevista l’esibizione musicale del trio Maria Pedroni (voce), Cristiano Marcotti (batteria) e Tommaso Parmigiani (chitarra), in collaborazione con Pontesound. Per tutto il pomeriggio, sarà attivo il food truck Bistrottino con prodotti dolci e salati da acquistare per fare merenda.

Un’occasione per trascorrere un pomeriggio insieme e scambiarsi gli auguri di Natale con attenzione a prodotti e attività di qualità, frutto di processi che valorizzano le relazioni all’insegna della solidarietà e della cooperazione.




Ac: “Ospiti o intrusi?”, l’ultimo numero di Dialogo sul tema migranti e accoglienza

Ospiti o intrusi?” si chiede Paola Bignardi nell’editoriale del nuovo numero di Dialogo. La domanda riguarda i migranti ai quali si guarda con sospetto o con paura, cercando non i modi più efficaci per accoglierli, ma quelli più rapidi per liberarsene. Eppure tutti – e ancor più i cristiani – sono chiamati a guardare allo straniero, che è “altro” rispetto ai propri costumi, come al volto terreno dell’ “Altro”, il Dio il cui mistero è sempre altro da noi, che ha sperimentato nell’uomo Gesù il rifiuto da parte di un mondo inospitale. In questo senso si collocano le tre meditazioni bibliche natalizie di Luisa Tinelli (“Non c’è posto”), Pinuccia Cavrotti (“La strage degli innocenti”) e don Gianpaolo Maccagni, (“La fuga in Egitto”).

Apre il dossier sui migranti Daniela Negri, offrendo un resoconto aggiornato e dettagliato, dati e numeri alla mano, riguardo alla presenza di stranieri in Italia, in Cremona e in provincia (“Oltre i luoghi comuni. L’emigrazione in cifre”).

Alla domanda circa quanto è stato fatto o si può fare nell’immediatezza della vita quotidiana rispondono alcuni interessanti racconti. Disma Vezzosi (“L’immigrazione vista sui banchi di scuola”) narra la sua esperienza di maestra in una scuola elementare; Silvia Corbari riferisce riguardo all’accoglienza e all’accompagnamento che nella CasaFamiglia “S.Omobono” hanno ricevuto alcune donne immigrate, tra le quali giovani mamme con bimbi piccoli (“L’AC per le donne immigrate. La CasaFamiglia S.Omobono”); Paola Bignardi (“Quasi un miracolo”) rievoca l’iniziativa amicale realizzata dalle monache agostiniane insieme agli abitanti di Pennabilli, un paesino dell’Appennino romagnolo.

Seguono il ricordo e il grato omaggio di Dialogo al prof. Angelo Rescaglio e all’on. Giuseppe Cappi, due laici che, seppur vissuti in tempi diversi, sono accomunati dall’inesausto impegno in favore del dialogo e della ricerca “insieme” del bene comune.

In vista del prossimo triennio il presidente uscente Emanuele Bellani rivolge lo sguardo a “L’AC che verrà”, coinvolgendo tutti gli associati in un accalorato discorso sulle nuove prospettive, suggestioni e piste di lavoro.

Leggi il numero 9-10 2023 di Dialogo2023




Matteo Truffelli è il nuovo presidente della Fondazione Mazzolari: «Portiamo ai giovani il cuore di don Primo»

La Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo ha un nuovo presidente. Matteo Truffelli raccoglie il testimone dalla presidente uscente, Paola Bignardi, e inizia il suo incarico dopo la riunione di sabato 2 dicembre a Bozzolo del Consiglio di amministrazione dell’ente. Esce rinnovato il Consiglio di amministrazione della Fondazione Mazzolari. Il nuovo assetto prevede, oltre al presidente Matteo Truffelli, don Luigi Pisani, parroco di Bozzolo, Daniele Dall’Asta, rappresentante della parrocchia di Bozzolo, Simone Coroni, rappresentante della parrocchia di Cicognara, Massimo Passi, rappresentante della famiglia di don Mazzolari, don Giovanni Telò, don Umberto Zanaboni, Silvia Corbari e Marisa Rosa.

Classe 1970, Truffelli è un nome noto agli ambienti cattolici per essere stato dal 2014 al 2021 presidente nazionale dell’Azione Cattolica, oltre ad aver diretto l’Istituto per lo studio dei problemi politici e sociali Vittorio Bachelet. Laureato in Filosofia presso l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel 2001 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Storia dell’Italia Contemporanea presso l’Università degli Studi Roma Tre. Oggi è professore ordinario di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università di Parma e membro dell’Associazione italiana degli Storici delle dottrine politiche.

Presidente, con quali obiettivi e progetti inizia il suo mandato?

«Inizio nel segno della continuità, perseguendo quegli obiettivi che lo statuto della Fondazione don Mazzolari indica: conservare e custodire la memoria di don Primo. Intendo valorizzare la ricerca del don Primo storico al di là degli stereotipi positivi o negativi, riportando l’attenzione sulla figura reale. E poi, altro obiettivo della Fondazione, vorrei continuare a farlo conoscere come figura significativa che parla alla società del nostro tempo e alla Chiesa di oggi. Don Primo aveva e ha una grande capacità di sfidarci come credenti».

Parla a tutti, anche ai giovani?

«Vorrei proprio che quelle generazioni che non lo hanno conosciuto o non ne hanno sentito parlare dai familiari per questioni anagrafiche, lo conoscessero. A loro dobbiamo raccontare questa figura davvero appassionata».

Ha qualcosa in comune don Mazzolari con i giovani?

«Ha in comune una grande passione per la realtà. I giovani spesso appaiono disinteressati a quello a cui gli adulti vorrebbero che si ponesse attenzione. Ma in realtà si interessano di altro rispetto agli adulti, hanno prospettive diverse, ma quando prendono a cuore un problema sfoderano grande capacità creativa, di provocare, capacità di trasformare le cose. In comune con i giovani don Primo aveva la passione. Bisogna far avvicinare il cuore giovane di don Mazzolari con il cuore dei giovani».

Come fare per raggiungere queste generazioni? Sta pensando a progetti e strategie?

«Si può far conoscere don Mazzolari ai giovani attraverso altri giovani. Mi piacerebbe formare alcuni ragazzi sul territorio, ma anche in tutt’Italia, sulle parole, gli scritti, il pensiero di Mazzolari. Questo perché poi lo possano raccontare ai coetanei creando una sorta di conoscenza per contagio. Bisogna passare attraverso gli oratori ma anche l’associazionismo e le attività ordinarie della pastorale giovanile. Ha parlato di tanti temi come la pace, la giustizia, il creato, l’incontro con gli altri…»

E lei lo ha conosciuto da giovane?

«Ho incontrato don Mazzolari da bambino nei libri che giravano in casa mia. La Fondazione invece l’ho conosciuta una ventina di anni fa e da allora sono iniziate le collaborazioni, gli interventi ai convegni. Ho conosciuto lentamente molti di coloro che ci lavorano e fanno parte del Comitato scientifico».

E ne ha conosciuto talmente bene gli scritti da curane una edizione critica…

«Mi sono occupato del pensiero politico di don Mazzolari. Ho curato l’edizione critica degli scritti politici. Per Mazzolari la politica era il mestiere dell’uomo. Ciascuno doveva e deve assumersi la responsabilità del bene della società. La politica è vista come passione dell’umano per il proprio tempo. La politica è capacità poi di confronto con tutti. Confronto che non è remissione ma dialogo con tutte le posizioni, questione oggi particolarmente urgente».

Altri temi toccati da don Primo urgenti oggi?

«Il tema più che mai attuale della pace. Don Primo parla di ostinazione per la pace. Non dobbiamo arrenderci alla guerra. Poi il tema dell’altro che un tempo aveva altri connotati rispetto ad oggi. Gli ultimi – diceva il parroco di Bozzolo – sono coloro che sono messi ai margini. Società e Chiesa vanno ripensati a partire dagli ultimi, le persone che dovrebbero occupare i primi banchi delle nostre chiese. E non da ultima la passione per il Vangelo che va letto, raccontato, vissuto e condiviso».

La parola condivisione rimanda all’idea di sinodalità, di Sinodo…

«La Chiesa che sognava ed aveva iniziato a costruire don Primo Mazzolari era una Chiesa in ascolto di tutti, di chi sta dentro e chi sta fuori, di chi sta sulla soglia. Una Chiesa dove ciascuno cresce nella sua responsabilità».




CSI, auguri di Natale con le premiazioni dei campionati e il la consegna del Discobolo al merito a Renato Bodini

Nel tardo pomeriggio di lunedì 18 dicembre, presso la Sala Spinelli del Centro pastorale diocesano di Cremona, si è svolto il tradizionale incontro natalizio per gli operatori del Comitato provinciale del CSI, momento anche di condivisione, riflessione e scambio degli auguri. Il presidente provinciale Ardigò ha accolto e ringraziato i presenti sottolineando l’importanza di una profonda riflessione su cosa si vuole essere per il futuro, consapevoli della necessità dell’impegno del CSI cremonese come associazione sul territorio.

La serata è stata anche l’occasione per effettuare delle premiazioni legate sia all’attività sportiva che all’impegno associativo. Prima fra tutte la consegna del Discobolo al merito sportivo CSI, conferito quest’anno a Renato Bodini (in foto qui sopra), una figura che ha incarnato e rappresentato i valori dell’Associazione da oltre trent’anni. Sono state ripercorse le varie tappe del suo impegno associativo, iniziato come arbitro di calcio, poi con incarichi nella sua società sportiva Scoiattoli di Castelverde, come consigliere provinciale e membro di Presidenza, fino all’incarico di presidente provinciale del CSI dal 2004 al 2008, e a seguire come componente del Coordinamento tecnico e poi della Commissione Giudicante, fino ai suoi più recenti impegni a favore dell’attività per i più piccoli e da ultimo quello per i disabili e lo sporti integrato. Persona sempre molto entusiasta, disponibile, in modo particolare a livello operativo, ha sempre svolto i vari incarichi con serietà, passione, puntualità, e grande coinvolgimento; attento alle esigenze degli altri e sempre disposto ad ascoltare, è stato un buon mediatore cercando, nei limiti del possibile, di accontentare un po’ tutti. La correttezza ed il rispetto delle regole hanno contraddistinto il suo percorso associativo, distinguendosi per la capacità di ricercare sempre il dialogo costruttivo con le diverse componenti associative e il desiderio di costruire relazioni e collaborazioni sul territorio. Non senza commozione ha ritirato questo riconoscimento associativo, ringraziando in primis il Comitato provinciale, ma anche e soprattutto la sua famiglia, presente al completo, che lo ha sostenuto in questo suo percorso all’interno del CSI.

Dopo questo momento particolarmente intenso, si è passati alle premiazioni dei Campioni provinciali 2023 di Corsa Campestre, introdotti dal referente provinciale dell’attività di Atletica leggera Fabio Treccani.

La riflessione del consulente provinciale don Francesco Fontana ha introdotto un momento più spirituale e di preparazione al Santo Natale, iniziato con una preghiera comune e seguito da un commento legato alla lettura fatta e calato nella nostra realtà di sportivi che in vario modo, attraverso lo sport praticato, proposto, organizzato, contribuiamo ad un progetto comune. Lo sport nel CSI non è solo un passatempo, un divertimento, ma è soprattutto un’avventura educativa e ciò che ognuno di noi porta a questo progetto è la propria esperienza. Lo scopo del fare sport non è solo la fatica, il sudore, lo stare in forma, ma è la gioia piena di stare in comunione.

Con gli auguri del consulente e del presidente provinciale si è conclusa la serata, cui ha fatto seguito il tradizionale momento conviviale con un ricco buffet.

 

 

Campioni Provinciali Corsa Campestre 2023

  • Lucchi Tuelli Federica (Polisportiva Oratorio Sirino Carlo Acutis – Cuccioli Femminile)
  • Pascale Gabriel (Polisportiva Oratorio Sirino Carlo Acutis – Cuccioli Maschile)
  • Allocchio Daida (Polisportiva Oratorio Sirino Carlo Acutis – Esordienti Femminile)
  • El Maleky Marwan (Polisportiva Oratorio Sirino Carlo Acutis – Esordienti Maschile)
  • Corbani Matilda (Azzurra 2000 – Ragazze)
  • Scaravaggi Matteo (Polisportiva Oratorio Sirino Carlo Acutis – Ragazzi)
  • Benelli Riccardo (Polisportiva Oratorio Sirino Carlo Acutis – Cadetti)
  • Corbani Fabio (Azzurra 2000 – Amatori B Maschile)
  • Frigo Oriele (Polisportiva Csi Cremona – Veterane B)
  • Alaimo Rosalia Giorgia (Il Dosso – Disabili Intellettivo Relazionale Femminile)
  • Ghidelli Giuseppe (Il Dosso – Disabili Intellettivo Relazionale Maschile)



Il vescovo Napolioni per i 120 anni dell’Unitalsi: «Un motore di carità, di condivisione, che fa bene a tutti»

 

Quella dell’Unitalsi è una storia di servizio che dal 1903, anno della sua fondazione, si è sempre alimentata del desiderio di essere uno “strumento” nelle mani di Dio, per portare la speranza dove c’è disperazione, un sorriso dove regna la tristezza. Partendo dai pellegrinaggi con i malati a Lourdes, con l’aiuto della Provvidenza, ha realizzato una serie numerosa di progetti in grado di offrire risposte concrete ai bisogni di ammalati, disabili e persone in difficoltà.

120 anni di servizio che sono stati celebrati dalla Sottosezione di Cremona dell’Unitalsi nella mattinata di domenica 3 dicembre, con la Messa presieduta dalle 11 nella Cattedrale di Cremona nel contesto della Giornata dell’adesione dell’Unitalsi, che come tradizione è stata vissuta nella Prima Domenica di Avvento. Presenti, insieme al presidente della Sottosezione cremonese Tiziano Guarneri, dame e barellieri, con volontari e amici dell’associazione che da più di un secolo è in prima linea nella missione dell’aiuto e del sostegno ai malati e ai bisognosi. Insieme al Vescovo hanno concelebrato l’assistente dell’Unitalsi cremonese, don Marizio Lucini, il rettore della Cattedrale, mons. Attilio Cibolini, e alcuni altri canonici della Cattedrale.

Nella sua omelia il vescovo di Cremona ha ringraziato l’Unitalsi e i suoi volontari per la presenza e l’impegno che muove le loro azioni, sottolineando che «è eloquente la vostra attività, ma soprattutto il senso di ciò che tanti anni fa fu intuìto come bello: accompagnare i malati a Lourdes e ai santuari d’Italia e del mondo». E riferendosi alla missione dei volontari, mons. Napolioni ha rivelato che «il senso è più profondo, è più universale, perché in questo gesto noi vediamo qualcosa che dice che la vita e la missione di tutta la Chiesa. Accompagna il mondo malato, di cui siamo parte, al tempio di Dio, cioè al monte santo, al santuario, laddove tutte le attese e le speranze vengono esaudite in maniera sovrabbondante dalla presenza misteriosa e fedele di Dio che dona se stesso, che dona il perdono, che dona la salvezza».

«Sono molto più frequenti e facili le guarigioni interiori che non quelle del corpo – ha ricordato il vescovo Napolioni –. Ed è quella la guarigione di cui tutti abbiamo bisogno, perché questa è la malattia del nostro tempo, aver smarrito il senso della vita, cadere nella disperazione, nella sfiducia», che è «tentazione radicale, costante del popolo di Dio, dell’umanità».

Ha poi concluso dicendo che «se Unitalsi significa trasporto ammalati, che bello che invece con il tempo cresca un’amicizia, una fraternità, un senso di comunità in cui io oggi aiuto te e domani tu aiuti me, e il più debole diventa un motore di carità, di condivisione, che fa bene a tutti. Questo è il volto di Dio incarnato».

I molteplici progetti dell’Unitalsi rappresentano da 120 anni un’opportunità per quanti vogliono condividere l’importante missione della carità, scegliendo l’ambito più vicino alla propria sensibilità e alle proprie attitudini, pronti a offrirsi per il prossimo, in un servizio fatto di vicinanza, ascolto e fede.

Per l’Unitalsi cremonese la mattinata si è conclusa in Seminario con un momento di festa condiviso.

 

Guarda il video integrale della celebrazione

 

La storia di Unitalsi

La storia dell’Unitalsi ha un legame particolare con il Santuario Mariano di Lourdes che, ancora dopo più di cento anni dalla fondazione dell’Associazione, è la meta privilegiata dei propri pellegrinaggi.

Era il 1903 quando il fondatore, Giovanni Battista Tomassi, figlio dell’amministratore dei Principi Barberini, partecipò al suo primo pellegrinaggio. Era un ragazzo poco più che ventenne, affetto da una grave forma di artrite deformante irreversibile che lo costringeva in carrozzella da quasi dieci anni; molto sofferente nel corpo e nello spirito per la sua ribellione a Dio e alla Chiesa. Avendo saputo dell’organizzazione di un pellegrinaggio a Lourdes, Tomassi chiese di parteciparvi con una precisa intenzione: giungere dinanzi la grotta di Massabielle e, qualora non avesse ottenuto la guarigione, togliersi la vita con un gesto clamoroso. Ma ciò, fortunatamente, non accadde. Davanti alla Grotta dove l’Immacolata era apparsa a Santa Bernadette, venne colpito dalla presenza dei volontari e dal loro amorevole servizio vedendo quanto la condivisione dei volontari regalava conforto, speranza e serenità ai sofferenti.

Al centro della storia c’è, quindi, la carità vissuta come servizio gratuito dagli oltre centomila aderenti, uomini, donne, bambini, sani, ammalati, disabili, senza distinzione di età, cultura, posizione economica, sociale e professionale.




Unitalsi, il 3 dicembre in Cattedrale la Giornata dell’adesione

“Andate a dire ai sacerdoti che qui si costruisce una cappella e che si venga in processione”. Questo il tema pastorale per gli anni 2022, 2023 e 2024 definito dal Santuario di Lourdes e che è diventato filo conduttore anche per l’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e Santuari internazionali) che il 3 dicembre, nella prima Domenica di Avvento, vivrà la Giornata dell’adesione, che sancirà anche l’introduzione al prossimo anno unitalsiano sul tema “…e che si venga in processione”.

La Giornata sarà vissuta anche dalla Sottosezione di Cremona con la Messa presieduta alle 11 nella Cattedrale di Cremona dal vescovo Antonio Napolioni, concelebrata dall’assistente spirituale don Maurio Lucini e alla presenza di dame e barellieri, volontari e amici della Sottosezione Unitalsi di Cremona guidata dal presidente Tiziano Guarneri.

«I fratelli e le sorelle che, a motivo della sofferenza fisica o spirituale, sono particolarmente uniti alla passione di Gesù occupano un posto privilegiato nel cuore della Chiesa – ricorda Guarneri in vista della Giornata dell’adesione –. Facendo parte di questa associazione ecclesiale ci sentiamo impegnati a offrire il nostro tempo e le nostre capacità per alleviare i disagi e le difficoltà e ridonare un sorriso e una speranza che viene solo dalla fede». Questa la missione dell’Associazione, che dal 1903 è alimentata dall’operosità gratuita di volontari che si impegnano per organizzare, accompagnare, assistere durante i pellegrinaggi le persone con disabilità, malate, anziane o bisognose di aiuto.

«Il pellegrinaggio è l’esperienza di carità che accompagna il loro agire quotidiano per essere sostegno, vicinanza e solidarietà nella vita di ogni giorno – spiegano dall’Associazione –. Per questo l’Unitalsi non solo è un’associazione di Chiesa, ma è anche un’associazione di promozione sociale nonché organizzazione di volontariato facente parte del Servizio nazionale della protezione civile. Sorelle, barellieri, famiglie, operatori sanitari, giovani, sacerdoti, persone con disabilità, benefattori sono tutte le anime che muovono e danno senso all’Associazione».

La Messa di domenica 3 dicembre alle 11 in Cattedrale sarà trasmessa in diretta tv su Cremona1 (canale 19) e in streaming sui canali web e social della Diocesi di Cremona.

Al termine della celebrazione il gruppo unitalsiano, insieme ad amici e sostenitori, si sposterà in Seminario per un momento di festa e condivisione.




Masci, borse di studio per il Seminario nel ricordo del vescovo Galli

Nato a Soresina e cresciuto nella parrocchia cittadina di Sant’Agata, mons. Maurizio Galli, già vescovo di Fidenza, fu rettore del Seminario vescovile di Cremona dal 1982 al 1998, anno in cui avvenne l’ordinazione episcopale. Deceduto nel 2008, mons. Galli è stato ricordato con una Messa di suffragio, organizzata dalla comunità Scout “Cremona 2” del Masci e celebrata nel pomeriggio di mercoledì 22 novembre, giorno successivo al suo compleanno.

La celebrazione ha avuto luogo nella chiesa di San Michele, parrocchia in cui il vescovo Galli mosse i suoi primi passi da vicario, dal 1964 al 1978, e dove fu anche assistente ecclesiastico per gli Scout Asci, poi Agesci.

L’Eucaristia è stata presieduta da don Mario Binotto, assistente spirituale della comunità Masci di San Michele, dove è stato vicario dal 1970 al 1985, e concelebrata da alcuni sacerdoti diocesani, tra cui il parroco don Aldo Manfredini.

La Messa, oltre che per rinnovare il ricordo del compianto vescovo, è stata occasione per la consegna alla comunità del Seminario di due borse di studio, dal valore di 500 euro ciascuna, che saranno destinate a due seminaristi cremonesi. Le borse di studio sono state conferite dal Masci di Cremona e consegnate dal responsabile Enrico Gabbioneta a don Francesco Fontana, in rappresentanza dalla comunità del Seminario. «La proposta del Masci – ha sottolineato Gabbioneta al momento della consegna – è intitolata alla memoria di don Maurizio e al suo lungo impegno a servizio del Seminario».

La celebrazione, che ha visto la presenza di fedeli sammichelini e di esploratori e guide adulti di Cremona, si è conclusa con Oh Vergine di luce (Scende la sera), canto della tradizione scout.




La Vergine di Lourdes pellegrina a Caravaggio: nel suo volto la gioia del Paradiso

Guarda la photogallery completa dell’arrivo della statua della Madonna di Lourdes

 

Domenica 19 novembre alle ore 10 a Caravaggio, una processione ha dato inizio alla Santa Messa presieduta dal vescovo emerito Dante Lafranconi in un Santuario gremito di fedeli accorsi da tutta la diocesi e non solo per accogliere la statua della Madonna di Lourdes in occasione della Peregrinatio Mariae.

La celebrazione è stata preceduta, nella giornata di sabato, con la cerimonia di accoglienza della statua, la Messa e il Rosario e, alle 21, con la caratteristica celebrazione del Rosario aux flambeaux, cui un gran numero di fedeli ha partecipato in profondo raccoglimento lungo i portici del Santuario.

 

Le foto del Rosario aux flambeaux di sabato sera in Santuario

 

«Oggi il Vangelo ci parla di un padrone che dà alcuni beni ai suoi servi affinché li facciano fruttare –  ha detto mons. Lafanconi nell’omelia – perché la vita terrena ci chiede di guardare al domani e impegnare le nostre capacità in direzione del futuro, senza essere pigri».

Il Vescovo emerito ha ricordato poi che il 19 novembre si celebra la giornata mondiale del povero, indetta da Papa Francesco che ha scelto come tema “Non distogliere lo sguardo dal povero”(Tb 4,7). I poveri, ha ricordato il Vescovo, «sono coloro nei quali il Signore si immedesima. È importante nella nostra vita andare incontro a Dio aiutando queste persone, che troppo spesso ignoriamo».

Ha poi ricordato che dobbiamo camminare dentro questo mondo avendo ben presente che la meta è altrove: la nostra esistenza terrena è un punto di passaggio verso un altro mondo e nella comunione perfetta con Lui in paradiso.

«È stato questo – ricorda mons. Lafranconi – il messaggio della Madonna a Bernadette : promette a lei, e quindi a noi, che saremo felici non solo in questo mondo, ma nel prossimo. La Madonna riprende il messaggio del Vangelo che ci interroga in prima persona: dove cerchiamo la felicità? Ci accontentiamo di godere delle gioie di questo mondo, o cerchiamo anche altrove?». 

Il Vescovo Emerito ha poi fatto riferimento agli ultimi episodi di cronaca e alla vicenda della giovane ventiduenne uccisa dall’ex fidanzato: un uomo che «Non è stato capace di accettare il rifiuto e la frustrazione della propria storia finita». Compito del mondo adulto è quindi quello di educare i più giovani ad accettare i fallimenti e trovare nelle frustrazioni un senso positivo.

Guarda la photogallery completa della Messa presieduta dal vescovo emerito Lafranconi

 

Le apparizioni della Madonna, a Lourdes e a Caravaggio ad esempio, «sono un richiamo dell’altro mondo per ricordarci che l’esistenza terrena non è quella definitiva. Per ricordarci che giorno dopo giorno andiamo verso la vita eterna goduta con Dio».

Gesù, che è venuto sulla terra, si è fatto uomo per associare gli uomini e le donne a sé nella sua divinità, come cittadini e cittadine del cielo, figli e figlie di Dio.

La nostra testimonianza di cristiani – ha concluso mons. Lafranconi – è quella di non dimenticare che la vera gioia è nell’altro mondo. Qui accogliamo tutte le gioie che la vita ci offre, senza farne un assoluto. Le penitenze che Maria ci chiede durante le apparizioni ci educano a non perdere di vista che siamo figli di Dio e insieme con Gesù partecipano della sua stessa beatitudine».

 

Ascolta l’omelia del vescovo emerito Lafranconi

 

La Messa si è conclusa con la preghiera di affidamento alla Madonna di Lourdes e con la processione che accompagna la partenza della statua che continuerà la sua Peregrinatio attraverso i maggiori santuari mariani che si concluderà il 14 dicembre in Vaticano quando i volontari dell’Unitalsi verranno ricevuti dal Santo Padre per festeggiare i 120 anni della nascita della loro associazione.