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Il 4 maggio a Cascina Moreni un convegno su don Luisito Bianchi

È stata una delle figure più straordinarie della cultura cristiana degli ultimi cinquant’anni. Don Luisito Bianchi, sacerdote cremonese scomparso il 5 gennaio 2012, fu scrittore, poeta, prete-operaio ma soprattutto uomo della gratuità. Per ricordare e celebrare la sua figura, Fondazione Dominato Leonense e Fondo Luisito Bianchi promuovono per il pomeriggio di sabato 4 maggio, alle 17, presso Cascina Moreni, a Cremona, il convegno dal titolo “Il profilo profetico di don Luisito Bianchi”.

Interverranno all’incontro don Luigi Epicoco, teologo, scrittore e docente di filosofia alla Pontificia Università Lateranense; Massimo Tedeschi, saggista e giornalista del Corriere della Sera; Franco Aliprandi, segretario di Fondazione Dominato Leonense.

Saranno presenti Vittorio Biemmi, presidente di Cassa Padana e di Fondazione Dominato Leonense; don Gianpaolo Maccagni, vicario per il clero e per il coordinamento pastorale della Diocesi di Cremona; Natalino Stringhini, già vice-presidente nazionale Acli. Non mancheranno le rappresentanze istituzionali: il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, il presidente della Provincia Davide Viola e Stefano Bruno Galli, assessore all’autonomia e cultura Regione Lombardia.

L’incontro, coordinato dal direttore del quotidiano La Provincia di Cremona Marco Bencivenga, sarà introdotto da Angelo Baronio, coordinatore scientifico di Fondazione Dominato Leonense.

Al termine del convegno, presso Cascina Moreni seguirà cena conviviale a cura della Cooperativa Eco Company al prezzo di 40 euro: prenotazioni al 331-6415475. Il ricavato sarà devoluto al Fondo Luisito Bianchi per la ristrutturazione di Casa Doreàn di Vescovato.

L’incontro è promosso in collaborazione con Cassa Padana Bcc, Acli provinciali di Cremona, Fondazione Fabio Moreni onlus, Seminario Vescovile di Cremona e Diocesi di Cremona, con il patrocinio di Comune di Cremona, Provincia di Cremona e Regione Lombardia.

Locandina dell’evento           Brochure d’invito

 

Don Luisito Bianchi

Uomo appassionato, testimone fedele del passo del Vangelo di Matteo “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Un tema, quello della gratuità, al centro della propria esperienza umana e snocciolato in tutti i suoi scritti, dai diari alle poesie, dalla narrativa ai testi della memoria.

Ordinato sacerdote nel 1950, Luisito era molto legato alla sua terra cremonese, in particolare a quel “grumolo di terra e di case, nel cuore della Grande Pianura, dallo scanzonato e solenne nome di Vescovato”. Nella scelta di farsi prete, prese ispirazione dalla testimonianza di vita di un altro grande sacerdote cremonese, don Primo Mazzolari.

Un uomo eccezionale Luisito Bianchi, che tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta scelse di diventare uno dei primi preti-operai, lavorando dapprima in fabbrica, alla Montecatini di Spinetta Marengo, e poi come inserviente presso l’Ospedale Galeazzi di Milano. Sono di quegli anni alcune delle sue opere più mature, tra cui il capolavoro di narrativa moderna “La messa dell’uomo disarmato”, romanzo sulla resistenza nato da una profonda riflessione di Luisito sul senso della sua vita.

A sette anni dalla sua scomparsa, i semi d’amore gettati da Luisito Bianchi iniziano a portare i primi frutti. La sua casa natale, su desiderio dello stesso Luisito, sta diventando Casa Doreàn (casa della gratuità): dopo la donazione dell’abitazione fatta dagli eredi, Fondazione Dominato Leonense sta procedendo, in collaborazione con il Fondo Luisito Bianchi, all’attività di ristrutturazione dello stabile. Da questa ristrutturazione avrà origine un centro aperto a tutti, che nei prossimi anni custodirà l’immenso patrimonio librario, epistolare, letterario e musicale di Luisito.

Scheda di approfondimento del progetto don Luisito Bianchi




L’Europa al centro della relazione del prof. Filippo Pizzolato

Si tenuto martedì 30 aprile, presso l’auditorium Santa Croce di Casalmaggiore, l’incontro “Europa com’è, Europa che vogliamo” organizzato dal circolo ACLI locale. Relatore il prof. Filippo Pizzolato, docente di Diritto dello Stato preso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano, nonché uno dei maggiori esperti di questioni europee.

Presentato da Francesco Caffelli del circolo ACLI, il relatore ha avuto modo di analizzare le complesse questioni riguardanti il processo di unificazione europea, sottolineando l’inadeguatezza del dibattito pubblico, ridotto ad una disputa tra opposte fazioni Europa sì-Europa no, sovranisti contro federalisti.

Il prof. Pizzolato, stimolato dagli interventi dei presenti, ha invece sottolineato come la sfaccettata vicenda dell’integrazione europea possa essere risolta solamente accelerando i processi di armonizzazione delle varie istituzioni. «Se guardiamo in faccia i fallimenti dell’Unione Europea, dobbiamo ammettere che sono frutto di un’incompiutezza. Di Europa ce n’è troppo poca, non troppa!».

Eppure è inconfutabile che questa UE ha accumulato diversi fallimenti, soprattutto in settori che hanno rivelano le maggiori criticità quali le politiche di accoglienza, quelle economiche e la politica estera. Quest’ultima era, a ben vedere come è stato ricordato, già evidente nel dibattito sulla costituzione dell’allora Comunità Europea tra il segretario della Democrazia Cristiana e Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e il grande intellettuale cattolico Giuseppe Dossetti. Dibattito che non è mai stato risolto fino in fondo.

Il futuro dell’Europa, quindi, si gioca perseguendo la strada di un’integrazione per livelli successivi, ovvero la cosiddetta “Europa a due velocità”. Con quali criteri andrebbero individuati gli Stati componenti il nucleo centrale attorno al quale costruire la nuova Europa? Il criterio fondamentale, secondo il relatore, risiederebbe nella convinzione espressa dall’opinione pubblica dei singoli Stati  rispetto al progetto di un’Europa più integrata.




Giovani di azione cattolica pellegrini sulle orme di don Primo (FOTO)

Durante il ponte del 25 aprile si è tenuto il Pellegrinaggio regionale organizzato dal Settore Giovani dell’Azione Cattolica. Tutto di questa iniziativa è stato profondamente significativo: il tema, il target cui era rivolto, il coinvolgimento di tante diocesi e, ultima ma non ultima, l’esperienza in sé del pellegrinaggio.

Sì, perché il pellegrinaggio è un’esperienza profondamente toccante: richiede a chi cammina di farsi povero, di portare con sé il minimo indispensabile, di faticare e sperimentare il proprio limite fisico, ma in cambio gli offre la possibilità di sintonizzarsi con Dio, con la natura, con se stesso e con le persone che ha accanto e che camminano con lui: tanti cuori verso un’unica meta.

Il fatto poi che i pellegrini fossero tutti giovani ha reso particolarmente coinvolgente questo cammino: tutti diversi, ciascuno con le proprie storie, le esperienze, i caratteri differenti, ma tutti uniti nell’intenzione di «seguire i passi» di don Primo Mazzolari, figura di riferimento per questa tappa condivisa intrecciando, nel breve tratto di strada percorso assieme, aneddoti e interessi, battute e riflessioni serie, racconti e preghiere.

Attraverso il fiume, la pianura e la cascina, le parole di don Primo che hanno guidato i pellegrini. Il gruppo multiforme si è più volte compattato, allungato, suddiviso in gruppetti sempre diversi per poi ritrovarsi nei momenti di catechesi, a simboleggiare proprio la bellezza di cosa significhi camminare insieme: incontrare nuovi volti, interessarsi a questi, camminare senza sentire il peso della strada ma anche accostarsi a chi la fatica la sente di più.

Gli spunti di riflessione durante il percorso sono stati molteplici e sono stati proposti da persone competenti, entusiaste e desiderose di condividere ciò che la figura di don Primo ha significato per loro, ciò che questo “strano” parroco della campagna mantovana può ancora dire alle nuove generazioni dopo sessant’anni dalla sua scomparsa, in un periodo in cui la Chiesa sta riconoscendo le sue qualità profetiche e dando sempre maggior peso al messaggio di fraternità e cura del prossimo che don Mazzolari, nella sua esperienza, ha sempre cercato di incentivare e promuovere.

In momenti molto diversi, liberi da guerre e difficoltà che gli uomini nel secolo scorso hanno dovuto affrontare, le parole e gli scritti di don Primo continuano ad essere fonte di ispirazione ed esempio, senza però svincolare l’individuo da quella che è la concretezza del vivere in comunione con il prossimo; quale miglior modo di approcciarsi ad un insegnamento del genere se non attraverso questo breve ma significativo pellegrinaggio che, a fronte di fatiche e notti scomode, ha senza dubbio donato ai pellegrini grandi domande su cui riflettere, considerazioni su cui ragionare e la possibilità di migliorarsi poco alla volta, un passo dopo l’altro, in quel ben più grande cammino verso una Chiesa solida ed unita nel tempo.

S.C.B e F.B.

Photogallery della tre giorni




Per una cultura dell’accoglienza: dal 2 maggio tre incontri al Civico 81

La Cooperativa sociale Nazareth e le Acli di Cremona organizzano una serie di tre incontri dedicati ai temi dell’accoglienza declinati in diversi ambiti della vita comunitaria e famigliare. Tutti gli incontri saranno tenuti dal professor Roberto Guaglianone e si svolgeranno presso la sala conferenze del Civico 81 in via Bonomelli a Cremona a partire dalle 20.45.

Il primo appuntamento è per giovedì 2 maggio sul tema “Il welfare di comunità: esperienze locali”; venerdì 10 maggio si tratterà invece di “Affido famigliare: esperienze e prospettive”; chiuderà il ciclo l’incontro intitolato “Dopo l’accoglienza: la responsabilità della società” lunedì 20 maggio.

Locandina




L’11 maggio a Bergamo il 6° Appuntamento dei Giovani della Pace

Si svolgerà sabato 11 maggio a Bergamo il 6° Appuntamento dei Giovani della Pace, organizzato dal Sermig–Arsenale della Pace di Torino, realtà di solidarietà fondata da Ernesto Olivero. Attese decine di migliaia di giovani da tutta Italia, con la presenza anche di delegazioni di altri Paesi per dire “Basta guerre! Facciamo la Pace”, come recita lo slogan dell’iniziativa realizzata in collaborazione con Diocesi, Comune e Provincia di Bergamo. Testimonianze, musica, parole, incontri faccia a faccia tra giovani e adulti nel segno di un patto tra le generazioni per fare della Pace un impegno concreto. Un appuntamento rilanciato anche a livello diocesano dalla Federazione Oratori Cremonesi: info e iscrizioni su www.giovanipace.org.

Scarica il volantino             Programma completo

 

La giornata si aprirà alle 10:30 con l’iniziativa “Dialoghi in città”: confronti tra giovani di tutta Italia ed esponenti del mondo degli adulti in diversi campi, dall’economia alla cultura, dalla spiritualità al giornalismo, dalla scienza all’educazione. Alcuni luoghi significativi di Bergamo (auditorium, teatri, chiese, scuole) diventeranno spazi di condivisione di esperienze e di idee con un format essenziale: l’ospite al centro intervistato da gruppi di giovani. I primi nomi confermati sono: Simona Atzori (ballerina nata senza le braccia), Giorgia Benusiglio (educatrice contro la droga), Vito Alfieri Fontana (ex produttore di mine), Nello Scavo (inviato di guerra), Leonardo Becchetti (economista), Luca Jahier (Presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo), Andrea Franzoso (autore del #Disobbediente), Anna Magri, Marzia Caccioppoli e padre Maurizio Patriciello (voci della Terra dei fuochi), Marco Tarquinio (direttore di Avvenire), zia Caterina Bellandi, padre Ibrahim Alsabagh (parroco di Aleppo).

“Dialoghi in città” ospiterà anche due eventi speciali: “La fine di un mondo”, un viaggio attraverso la geopolitica in collaborazione con l’ISPI e un dialogo organizzato insieme a BergamoScienza con i ricercatori Matteo Iannacone e Federica Agosta.

Nel pomeriggio, i giovani si sposteranno in piazza Vittorio Veneto per il 6° Appuntamento dei Giovani della Pace. A partire dalle ore 15, la piazza accoglierà decine di migliaia di persone da tutta Italia con delegazioni di altri Paesi nel mondo. Sul palco si alterneranno le storie di persone che hanno vissuto l’esperienza della guerra, tra cui padre Ibrahim Alsabagh testimone diretto dell’assedio di Aleppo, in Siria. Con lui altre voci dall’Africa, dall’Asia, ma anche dall’Italia. Le testimonianze saranno il punto di partenza per una riflessione sul mondo di oggi, con una simulazione in piazza degli equilibri e squilibri internazionali e la musica del Laboratorio del Suono, per poi dare spazio alle tante esperienze di pace promosse dai giovani, i “Punti di Pace”. In piazza molte autorità e rappresentanti del mondo degli adulti, invitati ad ascoltare i giovani.

«Vogliamo mostrare il bene che esiste e non fa rumore – spiega Ernesto Olivero, fondatore del Sermig– viviamo in un tempo difficilissimo, il male che ci circonda uccide e fa paura, ma questo è il nostro tempo e potrà cambiare solo con giovani coraggiosi capaci di credere in grandi ideali e realizzarli con la vita».

«Ospitare il Sesto Appuntamento Mondiale dei Giovani della Pace – spiega il Sindaco Giorgio Gori – è un grande onore e una straordinaria opportunità per la nostra comunità. Bergamo è una città che coltiva i valori della pace, del rispetto tra le persone e dell’amicizia tra i popoli – nel solco di solide tradizioni civili e del messaggio di Papa Giovanni XXIII -, e che ama i giovani. Grazie all’iniziativa del Sermig e del suo presidente Ernesto Olivero, cittadino onorario di Bergamo dal 2015, potremo accogliere decine di migliaia di giovani provenienti da tutta Italia e da diversi Paesi del mondo, l’11 maggio prossimo, in una grande giornata di festa dedicata a loro e alla pace. L’Amministrazione comunale si è messa con entusiasmo a disposizione di questo progetto, in stretta collaborazione con la Provincia e con la Diocesi di Bergamo. Insieme al Sermig lavoreremo per organizzare una giornata memorabile, aperta alla partecipazione di tutti I nostri concittadini».

«Non poteva che partire anche da qui, dalla terra di Papa Giovanni, un messaggio di Pace e di basta alle guerre che spero arrivi direttamente al cuore dei cittadini di tutto il mondo – aggiunge il Presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli –. Un doveroso ringraziamento al Sermig per questa iniziativa,ma anche ai tanti volontari che si sono resi disponibili per la riuscita della manifestazione».

«Lo stupore di fronte alla bellezza, la passione per la verità, la capacità di condividere e la gioia dell’annuncio vivono anche oggi nel cuore dei giovani – dichiara mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, riprendendo le parole del Documento Finale del Sinodo sui Giovani – e questo appuntamento ne è un segno esplicito. Lasciamoci coinvolgere da questo entusiasmo per generare insieme una cultura dell’incontro e della pace».

La preparazione della giornata dell’11 maggio vede coinvolti già decine di giovani e volontari di Bergamo che in queste settimane stanno portando l’invito ai ragazzi delle scuole, delle associazioni, dei gruppi. Diverse realtà della città si stanno rendendo disponibili per accogliere i gruppi di giovani in arrivo da lontano.

Molte le collaborazioni in vista dell’evento: la Commissione Europea e molte realtà del territorio bergamasco, tra cui l’Università di Bergamo, l’Ufficio Scolastico Regionale, la Fondazione della Comunità Bergamasca, la Fondazione MIA, e tante Associazioni di volontariato.




1° maggio: il capitale umano al servizio del lavoro

“Il capitale umano al servizio del lavoro“ è il titolo del messaggio della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace per la festa del 1° maggio. La dignità della persona passa attraverso la sua capacità di essere utile e di contribuire al progresso sociale e civile: questo il tema centrale del messaggio della Chiesa italiana per la festa del lavoro. “Attraverso il lavoro” è il modo in cui il Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) da sempre afferma l’essenzialità del lavoro per la dignità dell’uomo e per lo sviluppo di tutta la comunità.

Non si tratta di una formula astratta, ma nel concreto di ribadire sempre, senza darlo mai per scontato, che la persona è e deve essere il protagonista e il fine ultimo della vita sociale, economica e politica della società.

Di fronte alla negativa svolta antropologica di questi tempi, che mette al centro del lavoro l’individuo solo come entità astratta, dai legami fragili, in perenne contrapposizione e sfida con gli altri, e che, attraverso il consumo e nel consumo stesso, cerca la felicità, il MCL, anche e soprattutto attraverso questa festa, intende ribadire la centralità della persona che nel luogo di lavoro è caratterizzata da un continuo intrecciarsi di relazioni: la persona non è un ingranaggio intercambiabile in un meccanismo volto a generare solo profitto – secondo la visione prettamente utilitaristica oggi imperante – e che può essere gettata via quando non serve più.

La contrapposizione tra l’individuo che consuma e la persona che lavora emerge in modo preoccupante in tutte quelle proposte (ora anche leggi dello Stato) che intendono fornire un reddito senza lavoro; si tratta di manovre dal forte fascino illusorio, fatte per avere consenso immediato e non quello sguardo a più ampio respiro che buone politiche attive del lavoro, insieme a un costante e aggiornato sistema di formazione al passo con i tempi, potrebbero invece tendere a ricercare con maggiore slancio propositivo.

Non possiamo poi non sottolineare come, nonostante i passi avanti e gli sforzi compiuti sul tema della sicurezza dei luoghi di lavoro, il trend delle morti sul lavoro continua a crescere (anche in questi primi mesi dell’anno 2019). Ciò ci preoccupa molto perché specchio di incuria e mancanza di rispetto delle norme nei più svariati contesti lavorativi.

Un pensiero particolare in questa ricorrenza non può non andare agli “esclusi” dal mondo del lavoro, a coloro che non riescono a entrarci o che non riescono a rimanervi a lungo, ai precari che non hanno una vita lavorativa che offre stabilità, ai giovani e alle donne. Siamo vicini a tutti loro e auspichiamo che il tema lavoro rimanga continuamente al centro dei riflettori del dibattito pubblico anche dopo questo 1° maggio, affinché il futuro possa essere più roseo e positivo per tutti, con un particolare pensiero per le persone più in difficoltà.

Michele Fusari
presidente MCL Cremona-Crema-Lodi




Il linguaggio e delle parole della politica la sera del 30 aprile a Cremona con l’AC

Tra gli ambiti formativi l’Azione Cattolica riserva una particolare attenzione alla formazione socio-politica, come momento fondamentale nella vita del laico, che si interessa del bene comune e mette a disposizione la propria responsabilità alla cura delle relazioni, alla creazione di uno spirito critico nei confronti degli avvenimenti dell’oggi, che affronta con passione e libertà. Papa Francesco, in particolare, ha proposto all’AC, nell’incontro che ha tenuto in piazza San Pietro all’inizio di questo mandato di responsabilità, di avere a cuore la politica “con la P maiuscola”, guardando con attenzione e rispetto all’impegno politico e al suo valore per la testimonianza cristiana oggi.

L’AC diocesana ha dedicato vari momenti a questo tema e propone un ulteriore appuntamento per martedì 30 aprile, alle 21 presso la Sala Zanoni di via del Vecchio Passeggio 1 a Cremona. Obiettivo dell’appuntamento è quello di mettere al centro il tema del linguaggio e delle parole della politica, che spesso trascendono e portano in secondo piano le idee e i contenuti della politica. Il tema è affidato al dottor Francesco Nicodemo, rappresentante dell’Associazione Parole-o-stili, che da tempo sul territorio nazionale si occupa di comunicazione in diversi ambiti, tra cui quello politico.

Sarà un’occasione per dialogare e confrontarsi su ciò che fa buona politica, a partire da linguaggi e stili, fino agli obiettivi del bene comune, a cui sono invitati sia coloro che già hanno interessi in questo ambito, sia coloro che vogliono approfittare di un momento formativo e di riflessione.

Locandina




Sabato 27 marzo la Giornata della Terra a “La Isla de Burro” di Zanengo

La Giornata della Terra caduta quest’anno il 22 aprile, sarà celebrata sabato 27 marzo a partire dalle 14.30 presso il centro di Interventi Assistiti con Animali, “La Isla de Burro” di Zanengo, in accoglienza dell’invito del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima a tutte le comunità cristiane ad organizzare un evento in occasione della domenica della Divina Misericordia, anche in risposta all’appello di Papa Francesco che ricorda che “le opere di misericordia includono anche la cura della nostra casa comune”.

Quest’anno il tema ufficiale, “Proteggi le nostre specie”, rimanda al dramma dell’estinzione di specie animali e vegetali, di cui ciascuno è contemporaneamente testimone e artefice con il proprio stile di vita, in un processo autodistruttivo che coinvolge tutti, perché la perdita di piante e animali mette in discussione la stessa sopravvivenza umana.

Repentini mutamenti climatici, deforestazione, danneggiamento degli habitat naturali, commercio e contrabbando di specie rare, pratiche agricole non più sostenibili con utilizzo indiscriminato di pesticidi, inquinamento, caccia legalizzata e bracconaggio, consumo dissennato delle risorse del pianeta, sono solo alcuni dei modi in cui l’uomo contribuisce direttamente e sistematicamente alla riduzione di animali e piante selvatici, portando molte di queste ad una rapida estinzione.

Così, per festeggiare il dono della salvezza pasquale, coltivare la speranza e simboleggiare una rinnovata dedizione dei credenti a tutelare il creato, i cattolici sono invitati all’iniziativa insieme, in comunione con i cristiani di tutto il mondo e ogni persona di buona volontà che ha a cuore il bene della nostra casa comune, in linea con la profetica enciclica Laudato sì di Papa Francesco.

Quest’anno in occasione di questa giornata, i Cattolici di tutto il mondo, in modo particolare si uniscono per tutelare le foreste e i popoli che vivono nell’Amazzonia, ricordando che:

  • Circa il 17% della foresta pluviale Amazzonica e’ già stata abbattuta;
  • Le foreste provvedono ossigeno e assorbono anidride carbonica, e questo è necessario per la vita di tutti;
  • Papa Francesco ha convocato un sinodo per la cura dell’Amazzonia e i suoi popoli.

Al centro della proposte della giornata che si celebrerà all’Isla de Burro ci sarà, per grandi e piccini, l’incontro, la conoscenza, l’interazione e la condivisione di alcune attività con i 17 asini, due cavalli e un mulo ospitati nel centro e ordinariamente coinvolti in progetti di pet therapy.

Possibile anche vivere l’esperienza di un  laboratorio di botanica realizzato in collaborazione con “La Vecchia Fattoria” di Soresina; inoltre possibilità di vivere momenti di silenzio, preghiera e relax in un giardino sensoriale.

A fine giornata, prima della Santa Messa delle 18.15, saranno simbolicamente messe a dimora alcune piante.

La giornata è aperta a tutti.




Rosario perpetuo e Fortes in Fide, il 25 aprile festa in Seminario

Il 25 aprile è da sempre, secondo la tradizione, la giornata dedicata ai gruppi di preghiera che accompagnano la vita del Seminario, Rosario perpetuo e Fortes in Fide su tutti. Il 2019 non ha fatto eccezione e il pomeriggio organizzato giovedì dai seminaristi ha seguito i canoni tradizionali: a partire dalle 14 sono state accolte le prime persone con i banchetti dedicati alla vendita dei fiori, al rinnovo degli abbonamenti per il periodico del Seminario Chiesa in Cammino e alla lotteria missionaria.

Al breve e familiare momento di accoglienza ha fatto seguito il Rosario, la preghiera attraverso cui i seminaristi e gli educatori sono sempre accompagnati e ricordati.

Successivamente la Messa, presieduta dal Vescovo, ha dato ancor più spicco a questa giornata. Anche mons. Napolioni ha voluto sottolineare l’importanza e la bellezza di ritrovarsi insieme per dirsi grazie, per esprimere con gioia, alla presenza del Signore, gratitudine vera e profonda.

Dopo la Messa, e una piccola parentesi dedicata al ristoro, è arrivato il momento più prettamente di festa: a tutti i presenti è stata proposta la visione del musical “Dante nell’Inferno delle meraviglie”, preparato dai seminaristi, insieme ad alcuni alunni del liceo Vida, proprio in occasione di questa ricorrenza. Di fatto, si è trattato di una parodia del celebre Inferno dantesco, in cui gli attori sono stati chiamati a reinterpretare, in modo decisamente originale, alcuni dei più celebri “peccatori” che Dante inserì nella propria opera.

Lo spettacolo è stato lo strumento ideale per concludere in modo gioioso il pomeriggio e per ringraziare tutti coloro che, nelle loro preghiere, dedicano un pensiero al nostro seminario.

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Mobilità, urbanistica e sviluppo del territorio a misura di persona sabato sera al centro del quarto incontro promosso dal Centro culturale S. Omobono

Nell’ambito del ciclo di incontri “Per il bene di tutti: da una idea di persona, un’idea di città. Contributi per il futuro governo di Cremona” promosso dal Centro culturale S. Omobono, la sera di sabato 27 aprile, alle 21, presso la sala dei Quadri del Palazzo Comunale di Cremona si terrà il quarto appuntamento, dal titolo ”L’uomo per la città o la città per l’uomo. Mobilità, urbanistica e sviluppo del territorio a misura di persona”. Interverranno Emilio Faroldi, vicerettore del Politecnico di Milano, e Stefano Besseghini, presidente Authority Nazionale Energia Rifiuti e Acqua (ARERA).

Gli incontri – aperti a tutti – intendono indicare che il primo contributo che i cattolici possono dare alla società è generare adulti nella fede, così radicati nell’esperienza cristiana da scoprirsi disposti a spendersi, cercando soluzioni comuni ai problemi – piccoli e grandi – di tutti, ovvero a fare politica uscendo dalla sterile logica degli schieramenti partitici.