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Deceduto don Francesco Castellini, giovedì pomeriggio i funerali a Cingia

È deceduto nella serata di lunedì 20 maggio, a seguito di un malore improvviso nella sua abitazione di Cingia de’ Botti, dove abitava con il fratello, don Francesco Castellini, 85 anni, parroco emerito di Pescarolo. La camera ardente è allestita presso la Fondazione Germani (dove risiede la sorella).

La preghiera di suffragio con il Rosario è prevista mercoledì 22 maggio alle 17 presso Fondazione Germani e alle 21 nella chiesa parrocchiale dei Ss. Pietro e Giovanni apostoli di Cingia, dove giovedì 23 maggio alle 15 saranno celebrati i funerali. A presiedere le esequie sarà il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi (ordinato sacerdote nel 1964 proprio come don Castellini), che porterà la vicinanza anche del vescovo Antonio Napolioni, impegnato in questi giorni in Vaticano per la 79ª Assemblea generale della CEI.

Nato a Cingia de’ botti il 20 novembre 1938, ordinato sacerdote il 27 giugno 1964, don Francesco Castellini ha iniziato il suo ministero sacerdotale come vicario a Covo; quindi nel 1969 il trasferimento a Persico, sempre come vicario.

Dal 1977 al 1996 è stato parroco di Salvirola (parrocchia che dal 2001 è in diocesi di Crema, oggi in unità pastorale con Izano).

Nel 1996 è diventato parroco di Pescarolo e dal 2002 ha ricoperto anche l’incarico di amministratore parrocchiale di Pieve Terzagni.

Nel 2014 si è ritirato a Cingia de’ Botti, dove viveva nella cascina di famiglia insieme al fratello.




Lo stile di Santa Rita da Cascia: ricerca, esperienza, condivisione del primato di Dio

«Santa Rita ci chiama e noi saremo puntuali per riconoscerla, celebrarla e ringraziarla in occasione della sua prossima festa. Anche quest’anno santa Rita ha un suggerimento e un regalo da darci: la verità di Gesù Cristo e la Grazia di Dio! Nella vita di Rita è costante e fermo il primato di Dio. Dio è sempre al primo posto, sia nella gioia che nella sofferenza. Il dolore non scalfisce la sua fede. Ha ferma fiducia nel suo Creatore, e accoglie le vicende della vita tenendo alto lo sguardo. Rita riesce a trasmettere, con la sua vita, questo primato sia al marito che ai figli, successivamente alle Sorelle del Convento, proprio perché la sua fede è convinta. Anche noi se vogliamo trasmettere la fede dobbiamo prima viverla con convinzione. Santa Rita ha tramandato il suo messaggio senza mai scrivere niente, ma usando l’esempio concreto del vivere quotidiano».

Così don Claudio Anselmi, rettore della rettoria delle Sante Margherita e Pelagia di Cremona, in via Trecchi 11, la chiesa da tutti conosciuta come “Santa Rita”, nel 95° anniversario (22 maggio 1929) della devozione di santa Rita a Cremona nella chiesa di via Trecchi.

La tradizionale Festa di Santa Rita, preceduta dalla Novena che dal 13 maggio prevede ogni giorno alle 17 la preghiera del Rosario e alle 17.30 la Messa con supplica a santa Rita, si svolgerà dal 21 al 23 maggio con il seguente programma:

  • martedì 21 maggio – VIGILIA, si celebra il pio transito della Santa: ore 17 Rosario; ore 17.30 Messa
  • mercoledì 22 maggio – FESTA: Messe alle ore 6:00 / 7:30 / 9:00 (S. Messa Solenne) / 11:30 / 17:30 / 19:00
  • giovedì 23 maggio: 17:30 S. Rosario / 18:00 S. Messa di Suffragio per iscritti e benefattori Pia Unione

«Che l’incontro con santa Rita, nella fede e nella preghiera, – è l’auspicio del rettore don Anselmi – rigeneri la Speranza in tutti. La Speranza non delude. È sempre lì: silenziosa, umile, ma forte. Auguro che la festa di santa Rita aiuti a coltivare sogni di fraternità e ad essere segni di speranza. In questo tempo di incertezze, ansie e sofferenze S. Rita aiuterà ancora: avere fede non significa non avere momenti difficili, ma avere la forza di affrontarli, certi che non siamo soli!».

Locandina con il programma delle celebrazioni

 

La benedizione delle rose

Dal pomeriggio di lunedì 20 maggio e fino a martedì 23 maggio, nel cortile della chiesa sarà allestito il consueto spazio per la benedizione e la vendita delle rose e degli oggetti.

Il rito della benedizione delle rose, sappiamo, ricorda un particolare episodio della Santa. Si dice che, sul letto di morte, Santa Rita abbia chiesto una rosa del giardino dei suoi genitori. Era inverno. Tuttavia una bella rosa fu trovata sull’arbusto indicato dalla santa. Da allora Santa Rita è stata sempre associata alle rose. Il profumo delle rose, associato a Santa Rita, pervade ancora oggi la vita di uomini e donne. Da allora ad oggi, ogni Devoto, porta le proprie rose in chiesa perché siano benedette e poi custodite in casa o offerte a qualche persona malata o sola affinché possa ricevere, per intercessione di Santa Rita, un po’ di un conforto o una particolare grazia.

Le rose benedette sono segno di speranza, consolazione, fortezza, salute, perdono, gioia e pace nell’imitazione di Santa Rita.

 

L’Associazione “Amici di Santa Rita”

La festa sarà anche l’occasione per festeggiare l’Associazione “Amici di Santa Rita ETS” (la nuova Pia Unione). L’associazione non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità rivolte alla tutela, promozione e valorizzazione dei beni mobili ed immobili di interesse artistico e storico commissionando direttamente o finanziando interventi riguardanti la chiesa delle “Sante Margherita e Pelagia”, in Cremona nonché il complesso di S. Rita ad essa collegato. Inoltre l’associazione vuole anche:

  • promuovere nella comunità cristiana e nella società civile i valori della famiglia, della pace, del perdono e della riconciliazione, che sono le singolari caratteristiche della testimonianza umana e cristiana di Santa Rita;
  • promuovere la devozione e il culto di Santa Rita nelle modalità e secondo le indicazioni della Chiesa.

All’Associazione è possibile destinare il proprio 5×1000 compilando l’apposita sezione nella dichiarazione dei redditi mettendo il Codice Fiscale 93064540193 e rendendo così la propria dichiarazione dei redditi, da scadenza fiscale a occasione di dono, per aiutare la Chiesa di Santa Rita in Cremona.

 

Il semestrale “La Rosa di S. Rita”

In occasione della festa è uscito il nuovo numero del semestrale “La Rosa di S. Rita”, foglio di informazione e di collegamento, che vuole essere strumento agile che consenta di far conoscere le varie iniziative e alimentare la devozione verso questa Santa.

Con questo numero ha presso il via una nuova rubrica: “VOCE DAL MONASTERO”, una pagina scritta dalle Monache Domenicane in S. Sigismondo a Cremona. Chi meglio di Loro, può aiutare i devoti di S. Rita a capire il valore della Vita consacrata tra silenzio e preghiera che S. Rita ardentemente desiderava e ha compiuto. Le Sorelle, cordiali e premurose, riflettono ciò che l’intera Comunità si augura di poter comunicare: comprensione, stima, ascolto, testimonianza discreta resa all’assoluto di Dio, luce e gioia. In Monastero tutto è orientato alla ricerca del Volto di Dio e la monaca vive raccolta e protesa all’essenziale!

L’ultimo numero del semestrale “La Rosa di S. Rita”

 




Dialogo, nel nuovo numero la questione dei diritti e l’incontro dell’AC con Papa Francesco

L’Assemblea Nazionale, con l’incontro dell’AC con Papa Francesco, e la questione dei diritti, attualmente oggetto di grande attenzione e di vivaci dibattiti. Sono questi i due venti in primo piano nell’ultimo numero di Dialogo, il periodico dell’AC Cremonese.

Dove va l’AC cremonese? Lo decideremo insieme, risponde il presidente Emanuele Bellani nell’editoriale, ma certamente sarà un percorso per accogliere “A braccia aperte” tutto quanto riguarda l’umano, per riconoscerne e promuoverne l’autenticità, per condividerne il cammino.

Il dossier “Nella stagione dei diritti” mette a fuoco lo scottante tema dei diritti umani, segno distintivo della civiltà occidentale e realtà inalienabile da garantire e difendere, soprattutto in tempi di crisi. I diritti non sono scontati. Sono un bene prezioso, spesso frutto di sacrifici e lotte dolorose. Non tutte le società oggi possono o vogliono garantirli: si pensi al diritto al voto, al diritto alla salute, alla cultura, al lavoro sicuro, alla cura dei piccoli e dei fragili, e a molti altri.

Leggi l’ultimo numero di Dialogo




Assemblea CEI, Card. Zuppi: «Lo stato di salute del Paese desta particolare preoccupazione», «povertà assoluta fenomeno strutturale»

«Lo stato di salute del Paese desta particolare preoccupazione». A lanciare il grido d’allarme è stato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nella sua introduzione ai lavori della 79ª Assemblea generale dei vescovi italiani, in corso in Vaticano fino al 23 maggio. «In Italia, il 9,8% della popolazione, circa un italiano su dieci, vive in condizioni di povertà assoluta», ha ricordato il presidente della Cei.

«Le stime preliminari dell’Istat, riferite all’anno 2023, mostrano quanto la povertà sia un fenomeno strutturale del Paese. Complessivamente risultano in uno stato di povertà assoluta 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. A loro si aggiungono le storie di chi vive in una condizione di rischio di povertà e/o esclusione sociale: si tratta complessivamente di oltre 13 milioni di persone, pari al 22,8% della popolazione: il dato italiano supera la media europea». «È sempre più difficile uscire dall’abisso dell’indigenza», l’analisi di Zuppi: «Si rafforzano le povertà croniche e quelle intermittenti, relative ai nuclei familiari che oscillano tra il “dentro” e il “fuori” dalla condizione di bisogno. Si rafforza inoltre il divario generazionale: i giovani sono sempre più esposti a difficoltà economiche e aumenta il vuoto creato da coloro che tendono ad allontanarsi dalla partecipazione politica e dal volontariato». Sempre secondo i dati ufficiali dell’Istat, «nel 2023 il 40,2% dei 16-24enni ha svolto almeno un’attività di partecipazione politica, con una riduzione significativa rispetto al 54,5% del 2003; l’8,0% ha svolto attività di volontariato, con una riduzione significativa rispetto a venti anni prima (era 11,0% nel 2003)».

«Nel nostro Cammino sinodale uno spazio importante viene riservato proprio alla domanda spirituale dei giovani, ma anche a quella degli anziani, che tanto possono aiutare a costruire un futuro per tutti ma che vanno garantiti nella loro fragilità», ha ricordato il cardinale, secondo il quale l’imminente Settimana sociale dei cattolici, che vedrà la presenza del Santo Padre e del presidente della Repubblica, «sarà per noi una occasione preziosa per favorire le dinamiche partecipative in particolare dei giovani, perché si sentano parte di un sogno e di un progetto comune».

M. Michela Nicolais (AgenSir)




«La Chiesa non può arrendersi alla logica terribile del male»

«La Chiesa è una madre che ama e per questo non può arrendersi alla logica terribile del male». Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, concludendo il momento di preghiera dei vescovi italiani la sera di lunedì 20 maggio si è svolto nella basilica di San Pietro, dove sono arrivati in processione al termine della prima giornata della 79ª Assemblea generale, cominciata con l’incontro riservato dei presuli con Papa Francesco.

«La Chiesa è una madre che porta nel suo cuore quella sofferenza terribile, indicibile, delle vittime, delle tante madri che non vogliono essere consolate perché i loro figli non ci sono più». E ancora: «Maria si rende conto, fa sua la sofferenza, la capisce più di tutti perché la vede con gli occhi di Gesù», ha detto Zuppi: «La vede con gli occhi dei bambini, di quei tanti bambini che ci fanno capire il mondo partendo dal loro dolore, da quel grido terribile dei piccoli che giorno e notte invocano la pace con la loro insistenza e il loro pianto».

La preghiera del Rosario, la preghiera con Maria – per il cardinale – ci fa «cercare la via della pace nell’affrontare ogni seme di divisione e di odio, per ricostruire la famiglia umana» partendo «dall’essere, dal pensarsi insieme in nome di quella fraternità che viene dall’essere fratelli, e fratelli con tutti».

«Nessuno esiste senza gli altri – ha affermato il presidente della Cei –. Se gli altri non esistono più, anche noi smettiamo di esistere, come ha detto Papa Francesco a Verona. Questa insistenza ci aiuta a scegliere nel profondo di essere artigiani di pace, perché tanti artigiani di pace possano aiutare coloro che hanno il compito di costruire l’architettura della pace”, costruendo “ponti di solidarietà, di comprensione, di amore».

L’iniziativa, che ha visto idealmente unite tutte le Diocesi italiane e i fedeli attraverso la diretta televisiva di Tv2000, ha voluto essere un’occasione per manifestare la solidarietà e la vicinanza della Chiesa in Italia alle popolazioni che soffrono per la guerra e per invocare il dono prezioso della pace.

Alle 20.30, i vescovi italiani si sono ritrovati nell’area antistante l’aula Paolo VI per proseguire in processione fino all’interno della Basilica.

A introdurre la veglia un videomessaggio del card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. «Grazie per la vostra vicinanza, per le tantissime forme di solidarietà che tutta la Chiesa d’Italia, le varie diocesi, le varie realtà legate alla Chiesa stanno esprimendo alla nostra Chiesa e soprattutto a questa piccola comunità che ho trovato molto colpita, anche concretamente, con diversi morti, ma molto unita e molto forte». Con queste parole il card. Pizzaballa ha voluto esprimere il suo ringraziamento alla Conferenza episcopale italiana, in un videomessaggio registrato a Gaza e diffuso prima della veglia di preghiera. «Ho trovato tanto dolore e tanta sofferenza, ma non rabbia né rancore. Questo mi ha colpito e dice molto di questa comunità che vive qui proprio fuori da queste mura», ha detto ricordando che «in certi momenti non si possono risolvere i problemi, ma bisogna esserci. Stare lì e dire che ci siamo». «Stiamo facendo tutto il possibile – ha assicurato – per cercare di aiutare tutti, per venire fuori da questa situazione, perché questo circolo vizioso di violenza si possa interrompere quanto prima».

Nel suo saluto, il cardinale Pizzaballa ha voluto ringraziare il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, per la scelta di recarsi a giugno in Terra Santa. «Grazie – ha concluso – per aiutarci a vivere bene, per quanto possibile, da cristiani, da credenti, ma radicati nella terra e nella vita della gente, questo momento così difficile. Pregate per noi e noi continueremo, per quanto possibile, nonostante tutto, in questa circostanza a pregare e ringraziarvi».




Il Papa in dialogo con la CEI su migrazioni, calo vocazioni, accorpamento diocesi

 

Le problematiche del mondo di oggi, tra ideologie che appiattiscono, fenomeni migratori e manifestazioni antisemite, e quelle della Chiesa, come l’accorpamento delle diocesi o l’accompagnamento dei sacerdoti, sono state al centro del dialogo tra Papa Francesco e i vescovi della CEI nel pomeriggio di lunedì 20 maggio in Aula nuova del Sinodo. Poco prima delle 16, il Papa ha aperto la 79ª Assemblea generale della Conferenza Episcopale italiana. Con i circa 200 vescovi italiani Francesco ha pregato l’Ora media, poi ha rivolto loro un saluto e infine ha consegnato un testo scritto preparato.

 

Colloquio di un’ora e mezza 

Come da inizio del pontificato, il Papa ha poi voluto dialogare a porte chiuse con i presuli italiani – già incontrati nelle sedici visite ad limina dei mesi scorsi – invitati a parlare liberamente e apertamente. Per un’ora e mezza, fino alle 17.30 Papa Francesco ha quindi ascoltato le loro domande e offerto risposte e spunti di riflessione.

Numerosi i temi avvicendatisi nel corso del dialogo: i giovani, quelli che restano e quelli che vanno via dall’Italia “impoverendola”, la preoccupazione per il loro presente e il loro futuro, le ideologie che si insinuano nella cultura e nella società, il calo delle vocazioni nascenti e la cura di quelle presenti, l’accoglienza dei migranti, quale dovere morale, l’inquietudine per il ritorno di espressioni di antisemitismo, la sinodalità, l’accompagnamento dei pastori ai sacerdoti.

 

L’accorpamento delle diocesi

Una delle tematiche principali è stata l’accorpamento delle diocesi italiane, una questione per la quale Francesco già nel suo primo incontro con la CEI del 2013 aveva esortato a una riflessione approfondita e a soluzioni pratiche, tenendo sempre conto delle perplessità di alcuni degli stessi vescovi circa le diverse identità culturali di ogni territorio e il rischio di un ingrandimento tale da creare difficoltà nella prossimità dei pastori. Situazioni rappresentante al Papa anche nelle diverse visite ad limina delle Conferenze Episcopali regionali che hanno consentito al Pontefice di “avere informazioni” prima poco chiare.

In questi anni sono state 22 le diocesi italiane unificate in persona episcopi. Ma non è detto che si continui su questa strada, è quello che emerso oggi nel dialogo tra il Papa e i vescovi: è possibile infatti un ripensamento di questa procedura. Una proposta emersa è quella di unificare più che altro le strutture, inclusi gli stessi seminari regionali (spesso popolati da un esiguo gruppo di aspiranti sacerdoti), come sollecitato dal Papa stesso in diverse occasioni in passato.

 

Crisi delle vocazioni

La questione è strettamente legata all’altro tema, emerso a più riprese oggi, del calo delle vocazioni. Alcuni vescovi hanno fatto presente la riduzione di comunità, sacerdoti e religiosi e Francesco ha richiamato l’esempio di diverse Chiese, specie quelle dell’America latina, dove l’attività della comunità è gestita da laici e suore.

 

Accompagnamento, sinodalità, preghiera

Focus nel colloquio anche sulla esperienza della sinodalità e sulla indicazione a seguire con affetto paterno i sacerdoti, che necessitano di essere accompagnati nei cambiamenti e nelle trasformazioni culturali del tempo moderno. Davanti ai problemi il Papa ha incoraggiato a non spegnere l’entusiasmo, nella certezza che Dio mai abbandona e anche con la forza dello Spirito Santo che aiuta ad affrontare le difficoltà con una mentalità e un atteggiamento nuovi.

 

In dono il libro “Santi e non mondani”

Forte l’invito del Papa a vivere una Chiesa sinodale e anche a realizzare una solida formazione dei sacerdoti e dei laici, così da non cadere nella brutta tentazione del clericalismo. A tal proposito, è stato simbolico il dono consegnato dal Pontefice ai vescovi CEI: il libro “Santi e non mondani”, edito dalla LEV. Si tratta di una raccolta di contributi di Jorge Mario Bergoglio di epoche diverse: un testo del 1991, intitolato Corruzione e peccato, la Lettera ai sacerdoti della Diocesi di Roma dell’estate 2023, un’introduzione inedita dello stesso Pontefice. Tutti testi accomunati dalla denuncia della “mondanità spirituale” quale vera e propria piaga della fede.

Salvatore Cernuzio (VaticanNews)




Questa sera la Chiesa italiana unita in preghiera per la pace

Si svolgerà nella serata di lunedì 20 maggio, alle 21, nella Basilica di San Pietro, un momento di preghiera per invocare la pace e il conforto per quanti soffrono a causa dei conflitti in corso. Parteciperanno i Vescovi italiani riuniti in Vaticano per la loro 79ª Assemblea generale della CEI, e tra loro anche il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

Introdotta da un videomessaggio del card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, la veglia sarà presieduta dal card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, e trasmessa in diretta su Tv2000 a partire dalle 20. Alle 20.30, i Presuli si ritroveranno nell’area antistante l’aula Paolo VI per proseguire in processione fino all’interno della Basilica.

L’iniziativa, che vedrà unite anche le Diocesi e i fedeli attraverso la diretta televisiva, intende essere un’occasione per manifestare la solidarietà e la vicinanza della Chiesa in Italia alle popolazioni che soffrono per la guerra e per invocare il dono prezioso della pace.

Ci arrendiamo allo Spirito, non ci arrendiamo alla forza del mondo, ma continuiamo a parlare di pace a chi vuole la guerra, a parlare di perdono a chi semina vendetta, a parlare di accoglienza e solidarietà a chi sbarra le porte ed erige barriere, a parlare di vita a chi sceglie la morte, a parlare di rispetto a chi ama umiliare, insultare e scartare, a parlare di fedeltà a chi rifiuta ogni legame, confondendo la libertà con un individualismo superficiale, opaco e vuoto (Papa Francesco, Santa Messa nella Solennità di Pentecoste, 19 maggio 2024).

 

Dal 20 al 23 maggio anche il vescovo Napolioni in Vaticano per la 79ª Assemblea generale della CEI




Fism: “Rilanciare un’educazione aperta e inclusiva, che aiuti a guardare il mondo con speranza”

L’esortazione a “ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione”, e l’incoraggiamento “ad essere sempre testimoni dei valori umani e cristiani all’interno della famiglia, della scuola e della società”. Si è aperto il 18 maggio a Roma con questo messaggio di Papa Francesco il convegno della Fism (Federazione scuole materne di ispirazione cristiana), promosso nel 50° di fondazione. Tema dell’evento, ospitato nell’Auditorium della Conciliazione alla presenza di oltre 1.200 partecipanti (e tra cui anche una delegazione dalla provincia di Cremona), “Prima i bambini: ieri, oggi, domani”.

Di “opera preziosa su tutto il territorio nazionale” e di “significativo sostegno all’attività educativa delle famiglie”, ha parlato nel suo messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sulla parità ancora incompiuta ha invece posto l’accento il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nel suo videomessaggio di saluto. “Siamo anche a 25 anni dalla riforma Berlinguer – ha sottolineato –; forse sarebbe il caso, dopo 25 anni, di applicare pienamente quelle indicazioni sulle cosiddette ‘paritarie’ che qualche volta non godono pienamente di questo. Ma non perché vogliamo qualche privilegio, ma proprio per il pieno diritto, per la possibilità di ‘essere’ per tutti. Questo – ha precisato Zuppi – non mette mai in discussione la scuola pubblica, ma le si affianca, la completa e arricchisce nel dialogo e nella collaborazione”. Il presidente Cei ha espresso l’auspicio che “l’accoglienza ai bambini ucraini” nelle scuole Fism “possa continuare perché è una risposta concreta per chi vive tragicamente le conseguenze della guerra”. Infine il ringraziamento per

“pensare un’educazione che aiuti tanti a guardare con speranza il mondo”.

“Siamo orgogliosamente il 37% del servizio nazionale”, ha detto inaugurando i lavori il presidente nazionale Fism, Giampiero Redaelli. “L’alleanza scuola-famiglia deve essere uno dei punti di partenza di questo nostro rilancio del 50° – ha spiegato -, perché solo insieme saremo capaci di testimoniare e, soprattutto, di chiedere al Governo e alla politica che i bambini e le famiglie non siano lasciati soli”.

In tema di educazione, si è parlato anche di educazione all’affettività e sessualità. Per Alberto Pellai, medico, esperto in educazione alla salute e prevenzione in età evolutiva, “la sessualità nasce con noi a va educata”. Come? “Insegnando a bambini e bambine a conoscere le emozioni e il proprio corpo per costruire relazioni sane”, e ai maschietti “a essere non ‘uomini veri’ ma ‘uomini veri’”.La sessualità non deve “essere semplicemente agita” ma deve “essere messa a disposizione di un progetto relazionale”.

Più in generale, da Monica Amadini, pedagogista dell’Università Cattolica, la proposta di un modello di “comunità educante da rilanciare come sguardo verso il futuro con il concetto di genitorialità diffusa”. Sull’importanza che i bambini non si isolino ma “abbiano rapporti sociali con altri bambini per costruire il proprio sé anche litigando, per imparare a negoziare e a condividere i beni”, si è soffermato il pedagogista Fulvio De Giorgi (Università Modena e Reggio).

“Fare educazione, costruire alleanze, ripensare concretamente le strutture della Chiesa”: questo l’invito lanciato oggi da mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università e assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica. Con riferimento alla legge 62/2000 sulla parità scolastica, il presule ha osservato: “Purtroppo questa parità tanto declamata deve essere anche garantita”; di fatto “non è ancora compiuta”. Di qui una sottolineatura: “La libertà di scelta dei genitori non è garantita a sufficienza; non è garantito il pluralismo scolastico; non è data la possibilità di esprimere tutte quelle energie e risorse che consentono di offrire al nostro Paese un servizio di formazione pluralistico.Celebriamo l’anniversario odierno anche per rilanciare e affrontare queste sfide”.

“Siamo un Paese povero di giovani e di giovani sempre più poveri”, ha osservato il demografo Alessandro Rosina (Università Cattolica), intervenendo alla sessione pomeridiana dedicata alla crisi demografica. “Non consideriamo le nuove generazioni un bene collettivo su cui tutta la società ha convenienza ad investire”, ha osservato, mentre invece “un forte piano di investimenti sulle giovani generazioni, sarebbe conveniente per tutti”.

“Servono politiche che non siano spot, fatte un anno sì e un anno no, che cambiano appena cambia il governo. Servono interventi stabili sulla base dell’esperienza di altri paesi, in particolare la Svezia”. Ne è convinto l’economista Carlo Cottarelli (Università Cattolica). “Ci stiamo portando dietro un macigno”, ha detto con riferimento al debito pubblico, ed “è chiaro che se spendiamo per pagarne gli interessi e più difficile fare tante altre cose”. Per l’economista, tuttavia, “occorre avere il coraggio di stabilire le vere priorità: istruzione, sanità, natalità, e fare delle scelte, anche se difficili”.

“Una radicale riforma del sistema fiscale per consentire alle famiglie che decidono di fare figli di mantenere lo stesso tenore di vita, sull’esempio del quoziente familiare francese”, è la “ricetta” di Francesco Belletti, direttore Centro internazionale studi famiglia (Cisf).

Durante i lavori c’è stato anche spazio per un gesto di solidarietà attraverso la donazione della Fism di 15mila euro all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. A conclusione è stato presentato il veliero della pace, costruito dai bambini della Federazione per “accogliere il messaggio di pace di Papa Francesco e immaginare – è stato spiegato – un futuro di serenità e fraternità”.

Domenica 19 maggio la Messa nella basilica di San Pietro e la partecipazione alla recita del Regina Caeli con il Pontefice al quale, sabato 25 maggio, in occasione della prima Giornata mondiale dei bambini allo Stadio Olimpico, una delegazione di alunni delle scuole Fism consegnerà il veliero della pace.

Giovanna Pasqualin Traversa (AgenSir)




Dal 20 al 23 maggio anche il vescovo Napolioni in Vaticano per la 79ª Assemblea generale della CEI

Dal 20 al 23 maggio si terrà in Vaticano, presso l’Aula del Sinodo, la 79ª Assemblea generale della CEI che si aprirà, alle 16 di lunedì 20 maggio, con l’intervento di Papa Francesco a cui seguirà l’incontro riservato con i vescovi, e tra loro anche il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

Nella serata di lunedì 20 maggio è in programma un momento di preghiera per la pace che sarà trasmesso in diretta da Tv2000: alle ore 20:30, i vescovi si recheranno in processione nella Basilica di San Pietro dove, alle 21, si svolgerà la recita del Rosario meditato, presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI.

Martedì 21, alle ore 9, i lavori saranno aperti dal cardinale presidente con l’Introduzione. L’attenzione dell’assemblea si concentrerà poi sull’argomento principale “Cammino sinodale: verso la fase profetica”, che sarà approfondito anche nei gruppi di lavoro. Il tema sarà affrontato in vista della tappa profetica del Cammino sinodale, con le due Assemblee nazionali nei mesi di novembre 2024 e marzo 2025, e dell’elaborazione del contributo italiano per la Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2024).

All’ordine del giorno, inoltre, alcuni adempimenti di carattere giuridico-amministrativo e una comunicazione sulla Settimana sociale dei cattolici in Italia, in calendario a Trieste dal 3 al 7 luglio, con la partecipazione del Santo Padre (7 luglio) e del Presidente della Repubblica (3 luglio).




Caravaggio, il 26 maggio il ricordo dell’Apparizione. E dal 17 maggio al via la Novena

Maggio è un mese dal sapore particolare per il Santuario di Caravaggio, anche a motivo del fatto che proprio nel mese mariano ricorre l’anniversario dell’Apparizione di Santa Maria del Fonte, avvenuta il 26 Maggio 1432 alle ore cinque del pomeriggio di fronte a una giovane caravaggina, Giannetta de’ Vacchi. Proprio per favorire la devozione dei fedeli, per tutto maggio il Santuario resterà aperto fino alle ore 22.

Venerdì 17 maggio prenderà il via la Novena che, oltre che ad essere una tradizione sentita, rappresenta un forte segno di fede e devozione quale preparazione nella preghiera al giorno anniversario dell’Apparizione. “L’angelo portò l’annuncio a Maria” è il tema scelto per il 2024 con la Messa del mattino (anticipata alle ore 6.30 e trasmessa in tv su Cremona1 oltre che in streaming sui canali social della Diocesi e del Santuario) che sarà presieduta dai diversi sacerdoti della zona pastorale 1, che offriranno una meditazione sul tema del giorno:

  • venerdì 17 maggio: “Rallegrati piena di grazia” – don Angelo Ferrari (collaboratore parrocchiale Pandino)
  • sabato 18 maggio: “Il Signore è con te” – don Vittore Bariselli (parroco Cassano d’Adda)
  • lunedì 20 maggio: “Maria fu molto turbata e si domandava” – don Lorenzo Nespoli (parroco Covo)
  • martedì 21 maggio: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” – don Fabio Santambrogio (parroco Calcio)
  • mercoledì 22 maggio: “Darai alla luce un figlio” – don Bruno Galetti (parroco Mozzanica)
  • giovedì 23 maggio: “Lo chiamerai Gesù” – don Natalino Tibaldini (parroco Vailate)
  • venerdì 24 maggio: “Nulla è impossibile a Dio” – don Diego Poli (parroco Fontanella)
  • sabato 25 maggio: “Ecco la serva del Signore” – mons. Dennis Feudatari (parroco Rivolta d’Adda)

Ulteriori Messe della giornata alle 8.30, alle 10 e alle 16 (con omelia e supplica); alle 17, nell’ora esatta dell’Apparizione della Madonna, la preghiera del Rosario e la Supplica.

Tra gli appuntamenti in agenda anche l’elevazione musicale “Maria Mater Gratiae” a cura della Cappella musicale del Duomo di Bergamo, sotto la direzione di Matteo Magistrali e con all’organo Luigi Panzeri, che si terrà in basilica la sera di domenica 19 maggio alle 21.

Sabato 25 maggio alle 21 la Veglia dell’Apparizione con i Primi Vespri della solennità di S. Maria del Fonte.

Intenso il programma di domenica 26 maggio, nel 592° anniversario dell’Apparizione. Le Messe alle 7 e alle 8.30; quindi alle 9.45 il solenne pontificale presieduto dal vescovo Antonio Napolioni che al termine impartirà la benedizione apostolica con annessa indulgenza plenaria. Ultima Messa del mattino alle 11.30, con la partecipazione dei gruppi e delle famiglie presenti in Santuario per la Giornata mondiale del bambini, che alle 14.30 vedrà un momento di preghiera insieme al vescovo Napolioni davanti al simulacro dell’Apparizione. Per bambini, ragazzi e famiglie il pomeriggio proseguirà quindi con un momento dedicato di festa e animazione [per saperne di più].

Aalle 15 in basilica si svolgerà la recita continuata del Rosario (alle 15, alle 15.30 e alle 16). Alle 16.40 il vescovo presiederà quindi la solenne memoria dell’Apparizione durante la quale, dopo il racconto dello storico evento, vedrà attendere in silenziosa preghiera le ore 17, quando avverrà l’aspersione dei fedeli con l’acqua del Fonte, il canto dell’Ave Maris Stella e i Secondi Vespri solenni.

Alle 18 ci sarà quindi l’ultima Messa della giornata e alle 21 il rosario aux-flambeaux lungo i portici del santuario (come accade il 26 di ogni mese).

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