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Il Vescovo ai sacerdoti diocesani durante la Messa del Crisma: «Ripartiamo dalla Sua preghiera»

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Figli e ministri della preghiera di Cristo: queste le caratteristiche del sacerdote che il vescovo Antonio Napolioni ha voluto mettere in evidenza nella Messa del Crisma presieduta nella mattinata di giovedì 28 marzo in Cattedrale, precisando anche quali debbano essere la caratteristiche della preghiera che, nell’anno ad essa dedicato in vista del Giubileo 2025, non vuole assolutamente essere invito a «fare cose pastorali in più», quanto piuttosto occasione propizia per «entrare nel mistero di Gesù orante».

La celebrazione ha visto radunato in Cattedrale tutto il presbiterio diocesano. Il maltempo ha impedito la tradizionale e suggestiva processione dal Palazzo vescovile, ma non ha tolto nulla a un appuntamento che ogni anno si rinnova.

L’esempio posto davanti agli occhi dei sacerdoti nell’omelia del vescovo non poteva che essere Cristo stesso, «che sceglie il monte e la solitudine per non perdere la bussola» e che «nella preghiera si trasfigura»: «Che bello saperci pensati e voluti, generati e formati così, dal Cristo in preghiera», ha detto monsignor Napolioni.

«Figli della sua preghiera», come sono stati i presbiteri morti morti nell’ultimo anno e che il vescovo ha ricordato uno a uno: don Giancarlo Bosio, don Emilio Bini, don Gianfranco Castelli, don Bernardino Orlandelli, don Giuseppe Bressani, don Romeo Cavedo, mons. Angelo Staffieri, don Virginio Morselli e don Pierluigi Pizzamiglio.

Figli della sua preghiera e suoi ministri, nella consapevolezza che, «a dispetto delle statistiche vocazionali, il sacerdozio di Cristo non tramonta».

Nelle parole del vescovo anche l’immagine di Papa Francesco che sempre chiede di pregare per lui: «Ecco perché oggi la Chiesa prega specialmente per noi, perché – come recita la preghiera di benedizione del crisma – tutti i figli di Dio consacrati dalla medesima unzione “spandano il profumo di una vita santa”». E ha proseguito: «Ogni ministero dipende perciò dal metterci sempre nella lunghezza d’onda dello Spirito, che la preghiera di Gesù al Padre assicura a noi, “afferrati da Cristo” come scriveva anni fa mons. Magrassi». E ancora, citando ancora l’arcivescovo di Bari-Bitonto: «Lui è il vero soggetto vivente, noi attori non protagonisti, introdotti nel suo corpo, nelle sue nozze, nel suo oggi (liturgico, spirituale, esistenziale). Educati dall’Eucaristia a tale sguardo di fede nelle diverse forme della sua presenza, riconosciamo “una presenza che si allarga fino ad afferrare tutto. E allora diventa possibile incontrarlo in tutto; non solo nei riti sacramentali, segni privilegiati della presenza di Cristo, ma anche nei ‘piccoli sacramenti’ della vita quotidiana”»

«Preghiera e azione», «polarità la cui distanza spesso ci fa soffrire – ha detto ancora Napolioni – sono entrambe sviluppo “dell’azione dello Spirito, dei suoi doni, dei sentimenti che risultano dalla nostra adozione divina in Gesù Cristo”, come scrive il padre Marmion in uno dei suoi magistrali testi di spiritualità».

 

L’omelia del vescovo Antonio Napolioni

Il testo dell’omelia (pdf)

 

E proprio «in questa luce» si è voluto celebrare «gli anni “vissuti da Cristo” in noi e nel nostro servizio ecclesiale, rallegrandoci particolarmente per il 70° di mons. Mario Barbieri, 65° di don Goffredo Crema, 60° del carissimo Vescovo Dante e di don Giuseppe Bettoni, don Francesco Castellini, don Mario Marinoni, 50° di don Gianni Cavagnoli, don Antonio Censori, don Ettore Dominoni, don Francesco Ferrari, don Emilio Garattini, mons. Luigi Nozza, mons. Valerio Tanchio, don Eugenio Trezzi, don Giuliano Valiati e don Gianfranco Vitali, ed il 25°di don Antonio Allevi, don Paolo Arienti e don Gianpaolo Civa. Per loro, per tutti noi, domandiamo di saper accogliere se stessi in Cristo».

«Un cristiano, a maggior ragione un prete, – ha messo in guardia il vescovo – cade nella cattiva solitudine quando si spezza la circolarità tra relazioni fraterne ed intimità con il Signore. Quando la preghiera diventa una cosa da fare tra le altre, e non vibra di grato stupore per quanto Dio stesso la desideri, la susciti, la abiti: “Ecco, sto alla porta e busso” (Ap 3,20). Dio vuole pregare con me, per agire tra noi. Dando senso e valore anche alle stagioni della debolezza e dell’apparente inazione ministeriale».

«Cari fratelli – ha quindi detto monsignor Napolioni rivolto ai sacerdoti presenti – vi ringrazio per come cercate di essere dediti e attenti alla realtà, alla gente, alle persone, a Dio stesso. Coi nostri limiti ed errori, almeno quelli che io per primo sperimento e affido, insieme ai vostri, alla misericordia del Padre. L’anno della preghiera è iniziato, anche se la diocesi non ha ancora pubblicato programmi. La preghiera è il programma e il metodo di Dio, è la strada su cui il Signore ci raggiunge, ci ama, ci guida. In questa Pasqua, dolente per tanta pace smarrita e rifiutata, ripartiamo dalla Sua preghiera, in cui siamo nati e di cui siamo impregnati. In questa Chiesa, sinodale nell’ascoltare la Parola eterna per offrirla agli uomini e alle donne di oggi e di domani, mettiamo la nostra preghiera nella Sua. Con la certezza che “quando si prega accade sempre qualcosa. Che cosa accade? Ci vorrebbe l’occhio dello Spirito per saperlo. La preghiera solca la vita. Se si prega, la Chiesa si rinnoverà”».

La liturgia è proseguita con i due momenti caratteristici di questa celebrazione: il rinnovo delle promesse sacerdotali e la benedizione degli oli sacri. Anche quest’anno l’olio usato è stato quello donato dal questore di Cremona e fatto con il frutto degli ulivi del Giardino della Memoria “Quarto Savona Quindici”, sorto a Capaci nel ricordo del sacrificio dei magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e dei poliziotti di scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo.  Insieme all’olio dei Catecumeni e a quello degli Infermi, il vescovo Napolioni ha quindi consacrato l’olio del Crisma aggiungendovi un profumo: un’essenza di bergamotto donata a tutte le Diocesi italiane dalle Chiesa di Locri-Gerace. Al termine della Messa gli oli santi sono stati consegnati ai vicari zonali perché possano arrivare nelle comunità.

La mattinata si è conclusa in modo fraterno con il pranzo comunitario in Seminario, a cui è state dedicata la raccolta delle offerte del clero che come sempre accompagna la celebrazione del Giovedì Santo.

 

Il video integrale della celebrazione

 

 

 

L’olio di Capaci, nel ricordo delle vittime di mafia, offerto al Vescovo per essere consacrato nella Messa Crismale




Gli auguri del Vescovo per la Pasqua: «Passioni da far morire e risorgere»

Di seguito pubblichiamo il messaggio che il vescovo Antonio Napolioni rivolge in occasione delle Pasqua attraverso i mezzi di comunicazione.

 

La Settimana Santa, la Pasqua, ripropone come al rallentatore le ore della passione, l’evento della morte e il mistero della risurrezione di Gesù. I cristiani attingono a questa fonte inesauribile senso e forza per una vita illuminata dalla fede, proiettata nella speranza, spesa nella carità. E gli altri, la gente, l’umanità, cosa possono fare della Pasqua?

Tutti gli uomini e le donne hanno passioni, desideri, sentimenti che spingono in direzioni diverse. A meno che non siano già piombati nella depressione che annichilisce, nell’indifferenza che congela, nella solitudine che estrania anche da se stessi.

La primavera è tempo di risveglio delle passioni, non solo giovanili, ma non sempre in direzione della vita, talvolta sono pressioni negative, pulsioni di morte.

Se il Figlio di Dio, Gesù, attraversa la passione, per affrontare la morte, e farne evento di salvezza con la risurrezione, questo stesso itinerario si offre a tutti, per non restare prigionieri di passioni indecifrabili o peggio dell’impassibilità.

La chiamata rivolta a ciascuno è quella di ascoltare fino in fondo le proprie passioni, farne un discernimento umile e sapiente, magari con l’aiuto di qualche fratello o sorella più avanti nel cammino dell’autenticità interiore. E riconoscere così le passioni da far morire e quelle da far risorgere.

Urge far morire, o almeno convertire, le passioni distruttive, seduttive, possessive e ossessive, che ammalano noi e intossicano di violenza (fisica o morale) le nostre relazioni.

Urge sopire le passioni di guerra e far risorgere la passione per la pace, che è armonia e dialogo, non fuga dalla realtà in illusori e traditori paradisi artificiali.

Può risorgere la passione per il bene, quello di tutti, senza il quale nemmeno il mio è vero bene. Risorga la passione per la bellezza umile, riconoscibile nei piccoli e negli emarginati in cui Cristo muore e risorge ogni giorno, a sfidare le nostre cecità.

Deve morire la passione smodata (e indotta) per le cose e risorgere la passione rispettosa per ogni incontro umano, dono gratuito e sorprendente da accogliere con stupore, come la tomba vuota del mattino di Pasqua.

Se Dio stesso, appassionato di compassione per le sue creature sbandate e smarrite, sa morire e risorgere per riaprire la storia a salvezza e compimento, perché non allearci con Lui e con tutti coloro che si fidano di Lui, per fare Pasqua così, purificando tutte le nostre passioni?

È la chance di questo tempo, difficile ma propizio per un sussulto di dignità. È l’auguro e l’impegno che la comunità cristiana vuole condividere con tutti. Buona Pasqua.

+Antonio Napolioni
Vescovo di Cremona




Il 13 aprile evento in Seminario per genitori, insegnanti ed educatori di preadolescenti ed adolescenti

Il mondo adulto in dialogo con l’adolescenza. Questo il focus dell’incontro, dal tema “Si avvicinò e camminava con loro”, pensato dall’Area Giovani della Diocesi di Cremona e che chiamerà a raccolta educatori di preadolescenti e adolescenti nella serata di sabato 13 aprile presso il Seminario vescovile di Cremona.

L’incontro si inserisce nel percorso formativo che la Federazione Oratori Cremonesi ha avviato nel novembre 2023 con gli educatori di oratorio e che, in questa nuova occasione, si allarga a tutti gli adulti, come genitori e insegnanti, che vivono a rapporto con adolescenti e preadolescenti.

«Per tanti anni come e in tante occasioni abbiamo parlato dell’adolescenza e sono state lette e presentate ricerche che descrivono la vita degli adolescenti e che costituiscono un patrimonio preziosissimo per chi oggi entra in aula di catechismo, in un oratorio, in una classe o semplicemente in casa – spiegano gli organizzatori –. In questa occasione vorremmo provare a mettere a tema il mondo adulto: con i suoi desideri, la sua passione educativa, la sua generosità, ma anche le sue fatiche, fragilità e paure». «Se è vero che “gli adolescenti sono lo specchio del mondo adulto” – aggiungono – allora è tempo di guardare in questo specchio e leggere quali passi intraprendere in oratorio, in classe, in famiglia, continuando a costruire alleanze tra agenzie educative».

Alle 19.15 avrà luogo il primo momento della serata nel bar del Seminario con l’apericena “in dialogo”: Barbara Gentili, del Consultorio Ucipem di Cremona, intervisterà Pierpaolo Triani, professore ordinario di Pedagogia presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Mattia Cabrini regista e autore dello spettacolo “Altrove” che sarà messo in scena alle 21 a cura dalla “Compagnia dei Piccoli”.

L’intervento del professor Triani aiuterà a sviluppare un pensiero sull’adulto di oggi e sul suo sguardo nei confronti degli adolescenti.

Lo spettacolo teatrale “Altrove”, invece, è un lavoro teatrale che nasce da mesi di interviste con ragazzi, ragazze e operatori dei servizi della città che si occupano di adolescenza, come Spazio Agio, Neuropsichiatria, Serd, Consultorio, Asst, Comune di Cremona, Azienda Sociale, Cooperativa Meraki, Coop Nazareth e Cosper. Il teatro avrà il compito di provocare e stimolare ulteriori riflessioni personali che potranno essere condivise al termine.

«Di fronte al laboratorio dentro il quale gli attori adolescenti sono rinchiusi sulla scena come diventa lo sguardo dell’adulto? Selettivo e giudicante oppure più simile a quello dello studioso che osserva con curiosità e passione per capire il senso di alcuni comportamenti? – si chiede il regista, Mattia Cabrini – Ecco perché “Altrove” è uno spettacolo teatrale per gli adulti e sugli adulti i cui protagonisti sono adolescenti. Se, come diceva Shakespeare, “Il teatro fa da specchio alla natura”, forse gli adolescenti oggi reggono inconsapevolmente lo specchio agli adulti». E conclude: «L’obiettivo di tale spettacolo è quello di promuovere incontri di riflessione e dibattito per gli adulti su come rendere il territorio più attento ai desideri e ai bisogni dei ragazzi e delle ragazze».

L’incontro del 13 aprile in Seminario vuole avere un carattere narrativo ed evocativo, per provare a dare fiato e spazio ai vissuti degli adulti senza investirli nuovamente di “cose da fare” e sensi di colpa.

La partecipare su iscrizione (costo 8 euro a persona) da effettuare entro il 10 aprile all’indirizzo e-mail info@focr.it. Lo spettacolo sarà aperto a tutti, ma la visione è sconsigliata ai minori di 14 anni.

 

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Quaresima di carità, oltre 500 colombe donate al carcere per dare speranza nella giustizia

Una giornata all’insegna della giustizia e della speranza. Nell’ambito delle iniziative promosse dalla Diocesi di Cremona in occasione della Quaresima di carità, che guarda alla Casa circondariale di Cremona, nella mattinata di mercoledì 27 marzo presso l’oratorio della Beata Vergine di Caravaggio, in viale Concordia a Cremona, Caritas Cremonese ha affidato agli agenti della polizia penitenziaria più di 500 colombe donate da venti parrocchie o unità pastorali della diocesi. Destinazione: carcere. I dolci pasquali, infatti, corredati da messaggi scritti da alcuni gruppi di catechismo, saranno consegnati alle persone detenute e al personale della struttura penitenziaria al pranzo di Pasqua quale testimonianza della vicinanza della Chiesa cremonese a chi trascorrerà la Pasqua in cella o al lavoro nelle diverse sezioni. Un gesto che farà seguito alla celebrazione che, proprio la mattina di Pasqua, il vescovo Antonio Napolioni presiederà presso la struttura di Ca’ del Ferro.

Nella stessa giornata don Pierluigi Codazzi, direttore di Caritas Cremonese e di Servizi per l’Accoglienza, e la direttrice della Casa Circondariale di Cremona Rossella Padula, hanno firmato un protocollo d’intesa per la promozione di lavori di pubblica utilità da parte dei detenuti che hanno i requisiti presso le strutture della Caritas diocesana. Il medesimo protocollo nei prossimi giorni sarà sottoscritto anche dalla Garante provinciale delle persone private della libertà personale, Ornella Bellezza.

Alla firma erano presenti anche il cappellano don Roberto Musa, suor Mariagrazia Girola di Servizi per l’Accoglienza e un rappresentante degli agenti della polizia penitenziaria. L’obiettivo dell’intesa è favorire, attraverso il lavoro, la formazione e il tutoring all’esterno del carcere, percorsi di rieducazione, recupero e reinserimento sociale dei soggetti detenuti in espiazione di pena definitiva. Queste attività, infatti, consentono di ridurre il rischio di recidiva, poiché pongono attenzione alla riparazione del danno conseguente alla commissione del reato, nei confronti della comunità, della vittima e dello stesso detenuto. Le persone detenute coinvolte potranno così svolgere attività di aiuto a soggetti fragili presso la Casa dell’accoglienza di Cremona attraverso la somministrazione di pasti, pacchi alimentari e di vestiario e collaborare con la Isla de Burro di Zanengo accudendo gli animali per la pet-therapy e pulendo e riordinando gli spazi. Per coordinare gli interventi, è stato costituito un apposito tavolo di coordinamento.

«I lavori di pubblica utilità – le parole della direttrice della Casa circondariale di Cremona, Rossella Padula, al momento della sottoscrizione del protocollo – sono importanti per i detenuti perché significa che hanno fatto una riflessione sul reato e sulla necessità di riparare al reato. Sono importanti anche per gli enti in cui i lavori si svolgono, in questo caso le strutture di Caritas cremonese, e per tutta la comunità».

«Si tratta di una bellissima opportunità – ha affermato don Pier Codazzi – perché offre la possibilità a chi ha commesso atti gravi e penalmente perseguiti di entrare in un circolo virtuoso, in un percorso positivo personale e di comunità. Quello che abbiamo firmato oggi è un atto importante di apertura, già sperimentato in passato, che viene reso ancora concreto e fattibile. Si inserisce nel contesto più ampio della Quaresima di carità che quest’anno pone al centro il tema della Giustizia. Grazie a tutte le persone e tutte le comunità che si sono fatte coinvolgere e in particolare a quelle che hanno donato ai detenuti un numero inaspettato di colombe. Un bel gesto verso povertà su cui non sempre viene posta attenzione».

 

 

Colombe per la casa circondariale dalla Quaresima di Carità: «Non dimentichiamoci di chi vivrà la Pasqua da solo»

“Dare speranza alla giustizia” per una Quaresima di carità




Dal 5 al 12 agosto il pellegrinaggio diocesano a Lourdes con il Vescovo

Sono ufficialmente aperte le iscrizioni al pellegrinaggio diocesano a Lourdes, in programma dal 5 al 12 agosto e organizzato dal Segretariato diocesano pellegrinaggi con il supporto tecnico dell’agenzia ProfiloTours. Una proposta rivolta a singoli fedeli e gruppi delle parrocchie che desiderano unirsi al vescovo in queste giornate di preghiera, dialogo, cultura. La proposta di pellegrinaggio va a sostituire l’idea originaria, con meta la Terra Santa, sospesa a motivo della delicata situazione che si sta vivendo in quei luoghi.

Il pellegrinaggio diocesano a Lourdes, guidato dal vescovo Antonio Napolioni, andrà a impreziosire proposta dall’Unitalsi. Così, oltre ai giorni trascorsi nei sacri luoghi mariani, il percorso sarà arricchito dalle visite a Saragozza, dove sorge il santuario dedicato a Nostra Signora del Pilar, a Barcellona con la maestosa Sagrada Familia e a Montserrat con l’imponente monastero benedettino e il santuario mariano. Un viaggio intriso della presenza materna della Beata Vergine Maria, che accompagnerà i fedeli nei vari luoghi visitati.

Il viaggio avrà inizio il prossimo 5 agosto, con la partenza in pullman da Cremona verso a Nimes, in Francia. Già dal giorno seguente si arriverà a Lourdes, dove i fedeli resteranno fino al 9 agosto prendendo parte, unitamente all’Unitalsi, alle celebrazioni proposte dal Santuario.

Dalla Francia ci sarà poi lo spostamento, attraverso i Pirenei, verso la Spagna, con l’arrivo, sempre il 9 agosto, a Saragozza: nel pomeriggio su visiterà la Basilica di Nostra Signora del Pilar, uno dei più famosi e frequentati santuari di Spagna, fondato, secondo la tradizione, da Giacomo il Maggiore dopo che Maria, ancora vivente a Gerusalemme, gli era apparsa non in spirito ma con il suo corpo, seduta su un pilastro (pilar). Per questo è stata considerata come Madre dei popoli ispanici da Papa Giovanni Paolo II. La Basilica è la prima chiesa dedicata a Maria della storia.

Il giorno successivo, il 10 agosto, avverrà lo spostamento a Barcellona, dove ci sarà occasione per visitare la Sagrada Familia e le meraviglie della città, tra cui quelle realizzate da Antoni Gaudì. L’11 agosto è in programma la tappa al monastero di Santa Maria de Monserrat, prima del ritorno verso l’Italia.

Durante il viaggio di rientro è prevista una sosta a Montpellier, dove i pellegrini passeranno l’ultima notte prima del rientro a Cremona.

La quota di partecipazione è di 1.490 euro, con un supplemento di 400 euro per la camera singola. La quota comprende il viaggio in pullman, l’alloggio in albergo con pensione
completa, dal pranzo del 1° giorno al pranzo del 8° giorno, le visite e le escursioni come da programma, le guide locali dal pomeriggio del 5° giorno alla mattina del 7° giorno, gli ingressi alla Basilica di nostra Signora del Pilar, alla Sagrada Familia, e a Montserrat, l’accompagnatore, le radioguide, l’assicurazione sanitaria, l’assicurazione bagaglio, l’annullamento viaggio e la copertura Cover Stay.

«Per quanto riguarda la Terra Santa – precisa don Matteo Bottesini, incaricato diocesano per il Segreteriato pellegrinaggi – sebbene sia stato necessario sospendere il pellegrinaggio, non abbiamo trascurato il nostro impegno di solidarietà e vicinanza ai cristiani di quelle terre. In collaborazione con il Coordinamento nazionale pellegrinaggi, che unisce diversi Segretariati diocesani, abbiamo donato 5.000 euro alla Custodia di Terra Santa, per sostenere le attività dei Francescani, e altri 5.000 euro al Patriarcato latino di Gerusalemme».

 

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Locandina del pellegrinaggio diocesano dell’agosto 2024

 

 

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Pellegrinaggi e viaggi 2024, «Uno sguardo nel passato, per alimentare il presente e progettare il futuro»




“Fare casa a Emmaus”, il 19 aprile in Cattedrale una serata di vocazioni

Saranno i giovani della diocesi i protagonisti della veglia che la Pastorale giovanile e vocazionale hanno organizzano, nell’ambito della 61ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, nella serata di venerdì 19 aprile: l’appuntamento è per le ore 21 in Cattedrale.

«Un incontro suggestivo all’interno del Duomo di Cremona – spiegano gli organizzatori – accompagnati dai discepoli di Emmaus, dando vita a dialoghi fraterni tra giovani e adulti nella vocazione».

La Giornata, che sarà celebrata a livello mondiale domenica 21 aprile, è costruita quest’anno sul tema “Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace”. Così, sulla scia dei suggerimenti espressi nel suo messaggio da Papa Francesco a essere “popolo in cammino”, che si mette in gioco, fatto di “pellegrini di speranza e costruttori di pace”, l’evento diocesano avrà come titolo “Fare casa ad Emmaus”.

La veglia diocesana in Cattedrale prenderà il via con un momento di introduzione e preghiera, partendo dal brano evangelico dei discepoli di Emmaus, a partire dal quale saranno messe in evidenza alcuni elementi dell’esperienze vocazionale: le domande e il disorientamento, l’incontro, l’esperienza cruciale, la crisi e la scelta di essere testimoni.

Seguirà, nelle navate laterali e nei transetti della Cattedrale, un momento in cui i giovani potranno dialogare con alcuni adulti che hanno caratterizzato la loro vita con una chira risposta alla loro chiamata, nella consacrarsi al Signore così come nel sacramento del matrimonio o con precise scelte di vita nell’ambito laicale.

La serata si concluderà con un momento di preghiera guidato dal vescovo Antonio Napolioni, che chiuderà la serata invitando i giovani a cercare la propria vocazione e a vivere al meglio il loro presente e anche il loro domani.

 

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Il Vescovo nella Domenica delle Palme: «Come pellegrini, nella nostra terra chiamata a diventare Santa»

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«Oggi non possiamo recarci in pellegrinaggio in Terra Santa, ma siamo chiamati a vivere qui, come pellegrini, nella nostra terra che è chiamata a diventare Santa. Per questo dico ai bambini e ragazzi presenti di scatenarsi, di partecipare alla gioia del popolo che accoglie Gesù».

È questo il grande invito che mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, ha rivolto ai fedeli durante la commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme, celebrato nella Domenica delle Palme.

La Messa che ha aperto la Settimana Santa è iniziata nella chiesa di S. Maria Maddalena, dell’Unità Pastorale S. Omobono, di Cremona. «Quelli che ci aspettano – ha commentano il vescovo – sono giorni bellissimi, che ci condurranno verso la Resurrezione, ovvero la fonte di quella grazia e pace a cui tutti noi dobbiamo guardare per seguire Gesù fino in fondo, dicendo no alla guerra e sì all’amore fraterno».

Come da tradizione, mons. Napolioni ha benedetto i rami d’ulivo e di palma dei presenti, prima di dare il via alla processione verso la Cattedrale. Il cammino verso il Duomo, poi, è stato accompagnato dalla preghiera e dal canto, guidato dalla corale dell’Unità Pastorale, alla quale si è unito il coro diretto dal maestro don Graziano Ghisolfi.

Insieme a mons. Napolioni, il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, i Canonici del Capitolo, i sacerdoti e i ministranti dell’Unità Pastorale, e i molti fedeli che hanno preso parte alla celebrazione.

Momento centrale della Messa è stata la lettura del vangelo della Passione di Gesù, nella versione di Marco. Proprio su alcuni aspetti del brano si è focalizzata la riflessione del vescovo, aperta da una domanda decisiva per vivere i giorni che ci attendono: «Come stiamo entrando in questa Settimana Santa?». Nella sua riflessione il vescovo ha portato lo sguardo «fatto per la pace» ma attraversato da «tante ragioni di paura e di tristezza».

Non è dunque mancato, da parte di mons. Napolioni, un nuovo riferimento alla realtà attuale. Riprendendo il vangelo di Marco che racconta dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme ha infatti evidenziato il ruolo della folla che grida “Osanna”. «Anche ai nostri giorni accade. Lo si fa per una squadra, per un cantante. Poi c’è chi, invece, celebra un dittatore, e osanna male; c’è chi cerca salvezza dove invece viene data la morte». Ma anche in questo nostro tempo Gesù offre ancora a tutti l’esempio di Colui che entra nella Pasqua «nella maniera necessaria e possibile anche a noi: Lui osanna il Padre nel profondo del cuore con la sua obbedienza d’amore, con la sua libertà crocifissa, ma proprio per questo eterna. Se ognuno di noi si tira indietro nell’indifferenza e nella paura – ha quindi concluso – noi consegniamo ancora di più il mondo al male. Invece con Gesù siamo chiamati a rigenerare il nostro “Eccomi!, entro con te nella Pasqua per fare esperienza della vita più forte della morte».

 

L’omelia del vescovo Napolioni

Lo sguardo è dunque rivolto al prosieguo della Settimana Santa, con i particolari e caratteristici riti che la contraddistinguono. Giovedì alle 9.30 ci sarà la tradizionale Messa Crismale con il presbiterio diocesano; al pomeriggio, alle 18, la celebrazione “In Coena Domini” presieduta da mons. Napolioni.

Il giorno seguente sarà l’azione liturgica delle 18 a commemorare la morte del Signore; ad essa farà seguito, in serata, la via Crucis cittadina con la reliquia della Sacra Spina.

La Veglia del sabato, invece, avrà inizio alle 21.30 nel cortile del palazzo vescovile, mentre la solenne Messa di Pasqua sarà celebrata dal vescovo domenica mattina alle 11.

 

Il video completo della celebrazione

 

 




Colombe per la casa circondariale dalla Quaresima di Carità: «Non dimentichiamoci di chi vivrà la Pasqua da solo»

 

Giustizia e speranza sono i valori su cui la Quaresima di Carità di quest’anno ha invitato a riflettere le comunità e i fedeli della Diocesi, rivolgendo particolare attenzione a chi ne ha più bisogno. Ed è proprio con lo sguardo rivolto verso chi sconta una pena in nome della giustizia che Caritas Cremona ha promosso la raccolta delle colombe di Pasqua, un progetto reso possibile dalla generosità dei cittadini e dei gruppi che si sono impegnati per donare il tipico dolce pasquale alle persone detenute nella casa circondariale di Cremona.


Tante le persone che, personalmente o attraverso le parrocchie, hanno aderito e che nella mattinata di sabato hanno consegnato le colombe presso l’oratorio della Beata Vergine di Viale Concordia a Cremona, nella parrocchia sul cui territorio è presente il carcere. Qui i cappellani di Ca’ del Ferro, don Roberto Musa e don Graziano Ghisolfi, si sono adoperati insieme a suor Mariagrazia delle Suore Adoratrici per accogliere tutti quelli che han deciso di condividere un piccolo gesto che, però, per qualcun altro significherà molto. Dopo la consegna don Roberto ha tenuto un momento di riflessione e preghiera per meditare sui temi che la Quaresima propone in preparazione alla Pasqua.
«L’iniziativa della raccolta delle colombe fa parte del percorso della Quaresima di Carità – ha spiegato suor Mariagrazia – lo scopo è quello di promuovere il tema della giustizia e soprattutto far conoscere la casa circondariale di Cremona». Un’iniziativa che già dalle prime ore di sabato ha visto arrivare persone pronte a donare una colomba, al punto che in meno di un’ora se ne erano già raccolte più di 70, in aggiunta alle molte altre arrivate nel corso della giornata.
E le colombe sono arrivate da tutte le zone della diocesi, segno di una Quaresima vissuta nello spirito comunitario della condivisione, ben rappresentato dal gruppo dei giovani di Azione Cattolica Ragazzi di Cassano d’Adda, arrivati alla parrocchia della Beata Vergine su un furgone carico di colombe donate per chi è stato più sfortunato.
Anche in carcere si festeggia la Pasqua, ma in una forma più minimale e contenuta, «con l’avvicinarsi della Pasqua ci si prepara alla speranza e alla salvezza del Signore – racconta don Roberto Musa, cappellano del carcere di Cremona – come ogni celebrazione, però, in cella la festa è portata ad essere vissuta all’essenziale. Non ci sono bisogni particolari, se non quello di vivere intimamente e profondamente il mistero della Pasqua del Signore». QUest’anno con un segno speciale: «Il dono delle colombe darà un tono di unicità e diversità al pranzo pasquale – sottolinea don Musa – questo è un gesto di carità e condivisione per il quale ringraziamo profondamente, rivolgendo però una richiesta a chi sta fuori: non dimenticatevi di chi in questi giorni è solo e senza il supporto della propria famiglia».

 

“Dare speranza alla giustizia” per una Quaresima di carità




I riti della Settimana Santa al via con la Messa delle Palme domenica alle 10.30 dalla chiesa di S. Maria Maddalena

Con la Domenica delle Palme si aprono ufficialmente i riti della Settimana Santa. Le principali celebrazioni nella Cattedrale di Cremona saranno presiedute dal vescovo Antonio Napolioni. Per chi non avrà la possibilità di recarsi in chiesa, le celebrazioni saranno fruibili anche in diretta televisiva su Cremona1 (canale 19) e in diretta streaming sui canali web e social della Diocesi (www.diocesidicremona.it, pagina Facebook e canale Youtube ufficiali).

Domenica 24 marzo la Messa delle Palme inizierà alle 10.30 nella chiesa di S. Maria Maddalena, in via Realdo Colombo, dove avrà luogo la benedizione dei rami di palma e di olivo. Quindi, in processione, percorrendo via Aporti e via Sicardo, i fedeli raggiungeranno la Cattedrale. L’intera celebrazione potrà essere seguita in diretta tv e streaming a partire dalle 10.30.

Giovedì mattina è in programma la Messa del Crisma (in diretta solo streaming), concelebrata da tutti i presbiteri della diocesi che nell’occasione rinnoveranno le promesse sacerdotali. La processione d’ingresso inizierà da palazzo vescovile alle 9.30. Pertanto i sacerdoti sono invitati a ritrovarsi per tempo presso gli ambienti della Curia, al piano terra, portando il proprio camice personale e la stola bianca. I sacerdoti che ricordano uno speciale anniversario si ritroveranno nella sacrestia delle Messe (di fronte a quel­la dei canonici) dove troveranno la casula a loro disposizione: occorre portare, invece, il camice personale.
Durante la celebrazione saranno benedetti gli oli santi e saranno ricordati gli anniversari di ordinazione: il 70° mons. Mario Barbieri; il 65° don Goffredo Crema; il 60° don Giuseppe Bettoni, don Francesco Castellini e don Mario Marinoni insieme anche al vescovo emerito Dante Lafranconi; il 50° don Gianni Cavagnoli, don Antonio Censori, don Ettore Dominoni, don Francesco Ferrari, don Emilio Garattini, mons. Luigi Nozza, mons. Valerio Tanchio, don Eugenio Trezzi, don Giuliano Valiati, don Gianfranco Vitali; il 25° don Antonio Allevi, don Paolo Arienti e don Gianpaolo Civa.
Non mancherà poi un ricordo dei presbiteri defunti nell’ultimo anno: don Giancarlo Bosio, don Emilio Bini, don Gianfranco Castelli, don Bernardino Orlandelli, don Giuseppe Bressani, don Romeo Cavedo, mons. Angelo Staffieri, don Virginio Morselli, don Pierluigi Pizzamiglio.
Al termine della celebrazione sacerdoti e diaconi sono invitati a ritrovarsi in Seminario per il pranzo comunitario (comunicando la propria presenza entro il 26 marzo al centralino della Curia: tel. 0372-495011).

Alle 18 del Giovedì Santo (28 marzo) il vescovo presiederà in Cattedrale la Messa in Coena Domini (diretta tv e streaming) con il tradizionale gesto della lavanda dei piedi a un gruppo di neocatecumeni. Al termine della Messa il Santissimo Sacramento sarà portato nella Cappella della Riposizione, dove in serata proseguirà la preghiera di singoli e gruppi.

La giornata del Venerdì Santo (29 marzo) si aprirà per il vescovo con la liturgia delle Ore presieduta alle 8.45 in Cattedrale insieme ai canonici del Capitolo. Alle 18 ci sarà quindi l’azione liturgica della Passione e Morte del Signore (diretta tv e streaming), caratterizzata dalla lettura dialogata della Passione e dall’adorazione della Croce.

Nella serata del Venerdì Santo, alle 21, per le vie del centro si svolgerà la tradizionale processione cittadina della Sacra Spina (diretta tv e streaming).

Anche il Sabato Santo (30 marzo) inizierà per il vescovo Napolioni con la liturgia delle Ore alle 8.45 in Cattedrale, in attesa della solenne veglia di Pasqua nella quale saranno conferiti i sacramenti dell’iniziazione cristiana a otto catecumeni adulti. La veglia (diretta tv e streaming) inizierà alle 21.30 nel cortile del palazzo vescovile con la benedizione del fuoco.

Il giorno di Pasqua alle 9 il vescovo Napolioni celebrerà l’Eucaristia nella casa circondariale di Cremona; quindi alle 11 in Cattedrale presiederà la solenne Messa Pontificale del giorno di Pasqua (diretta tv e streaming) al termine della quale impartirà la benedizione apostolica con annessa indulgenza plenaria. Nel pomeriggio, infine, il vescovo sarà al Santuario di Caravaggio per la Messa delle 16.




«ViaVai», il Grest 2024 è un cammino da fare tutti insieme

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ViaVai: è questo il titolo scelto dagli Oratori Diocesi Lombarde per il Grest 2024, che accompagnerà le settimane estive anche nelle parrocchie cremonesi. Uno slogan che rappresenta perfettamente il tema – e la grande sfida educativa – del mettersi in cammino in strade e luoghi della contemporaneità.

«Il camminare era il gesto tipico di Gesù fin dal principio, ed è ciò che propone anche a noi che siamo suoi discepoli» ha così introdotto l’intera proposta don Francesco Fontana, presidente Federazione Oratori Cremonesi e incaricato diocesano per la Pastorale giovanile. Insieme ai collaboratori e volontari della Focr, don Fontana ha spiegato il processo creativo e pedagogico alla base dell’offerta estiva, nel corso di tre serate di presentazione a responsabili e coordinatori.

«Il tema di quest’anno fotografa bene la situazione tipica degli oratori nel corso dell’anno: frenetici e caotici – ha introdotto don Fontana –. In alcuni di essi si corre tanto ma con il rischio di andare a caso e nel caos». Proprio quel viavai di persone e sentieri umani e spirituali in grado di creare confusione. Servono perciò indicazioni chiare, o qualcuno, in grado di «prenderci per mano nelle strade della vita e guidare i nostri passi come Gesù»: ecco dunque il sottotitolo, Mi indicherai il sentiero della vita, tratto dal salmo 16, a chiarire il senso del messaggio educativo di questa edizione del Grest. «Il nostro camminare è innanzitutto espressione umana non solo di un gesto fisico ma nell’incontro con e dentro il mondo» ha ribadito don Fontana.

 

Le immagini della presentazione a Casalmaggiore
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Ed è in questa immagine dell’homo viator, come hanno ricordato gli organizzatori, che emerge la dimensione riflessiva del cammino. «Le domande scandiscono il nostro percorso di vita, scopriamo anche mete che possono non essere definitive» hanno detto i giovani presentatori della Focr. Da qui l’intuizione di organizzare l’intero progetto formativo di ViaVai attorno a dieci domande-guida, declinate nelle sezioni delle attività, storie e preghiere di una giornata tipo del Grest. «In questo modo è possibile costruire un percorso personalizzato sulle singole realtà di comunità e le rispettive esigenze». Un modo di rendere “concreto” il concetto su quale sia la strada da percorrere «per essere testimoni migliori della fede» nelle proprie parrocchie.

Non mancano poi le novità. Tra queste il logo, che esprime in modo astratto «il senso di smarrimento, le domande e il volto di un pellegrino in marcia»; il manuale formativo degli educatori rinnovato nella grafica e nella fruizione in libretti e mappe, «utile a creare una “verifica” sulla preparazione e sulle attività svolte»; e la sigla dedicata al momento della storia nel corso della giornata. E sarà la Divina Commedia di Dante Alighieri, in versione ridotta e adattata per bambini, la proposta narrativa di questa edizione del Grest. Non manca poi l’attenzione del progetto estivo all’inclusività, «con il racconto di figure e del loro impegno nel sociale» anche per i bambini o ragazzi di altre religioni.

Infine, la Pastorale Giovanile offre un pacchetto di proposte artistiche ed espressive tra danza, movimento creativo, teatro e musica a cura di realtà professionali quali Compagnia dei piccoli, Il laboratorio, Il nido dei cuccioli e MagicoBeru. Queste iniziative e il materiale dedicato agli animatori è possibile approfondirle sul sito già attivo www.cregrest.it. Il prossimo appuntamento sarà la giornata dedicata agli animatori il prossimo 20 aprile in Seminario.

 

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