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A S. Bassano l’inizio dell’anno catechistico con il Vescovo

La sera di venerdì 30 settembre le comunità di San Bassano e di Cappella Cantone hanno avuto la gioia di incontrare per la prima volta il vescovo Antonio Napolioni. Il Presule ha partecipato, nella chiesa parrocchiale di San Bassano, all’inizio ufficiale del nuovo anno catechistico delle due comunità.

Nel breve intervento di saluto una catechista ha ringraziato il Vescovo per la sua presenza e per il suo interessamento richiamando l’immagine del “Buon Pastore” che si fa vicino alle sue “pecorelle”. «La sua presenza – ha affermato – ci incoraggia a continuare il cammino della nostra fede e a impegnarci nelle opere ciascuno secondo la propria missione e i propri talenti».

La celebrazione è proseguita alternando brevi riflessioni sul “discorso della montagna” a preghiere e canti; la lettura del “Inno alla Carità” di san Paolo ha preceduto l’intervento del Vescovo.

Mons. Napolioni, ha ringraziato le comunità per l’invito, si è detto felice di partecipare a questo momento di preghiera. Ha poi ricordato un suo “speciale compleanno”. Il 30 settembre, infatti, ricorrevano esattamente 8 mesi dalla sua consacrazione episcopale e questo – ha affermato – lo fa sentire ancora giovane in questo suo nuovo cammino a servizio della Chiesa. Così come all’inizio di un nuovo cammino sono tutti coloro che si preparano ad affrontare, nel corso dell’anno, il percorso catechistico dell’Iniziazione cristiana.

Il Vescovo ha ribadito l’importanza di affrontare questo percorso il più possibile insieme: bambini e, soprattutto, famiglie e comunità, chiamata sempre più ad essere “famiglia di famiglie” nella quale i bambini possano sentirsi come a casa e costruire così, insieme, la Chiesa di Gesù.

Al termine, dopo la recita comunitaria del Padre nostro è stato presentato alla comunità l’anno catechistico in tutta la sua articolazione di incontri e “segni” che saranno di volta in volta consegnati ai vari gruppi.

Dopo un breve ringraziamento del parroco, don Angelo Ruffini, la benedizione del Vescovo ha sciolto l’assemblea.

La celebrazione è stata animata nel canto dal coro parrocchiale “Gabriele” e il gruppo dei chierichetti ha garantito il servizio in presbiterio.

Un rinfresco preparato in oratorio ha concluso la bella serata.

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Nell’ambito di CremonaMusica protagonista la Cappella Pontificia “Sistina”

Da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre la città del Torrazzo ospita Cremona Musica International Exibitions: 300 espositori provenienti da 28 Paesi e un ricco cartellone di eventi tra concerti, workshop, masterclass, mostre e tavole rotonde. Una ricca rassegna articolata in quattro ambiti: strumenti ad arco (MondoMusica), pianoforti e tastiere (Piano Experience), chitarre (Acoustic Guitar Village) e strumenti a fiato (Cremona Winds). In questo contesto torna a Cremona, anche quest’anno, il Seminario internazionale sulla musica liturgica, seguito da una serata di assoluto prestigio che vedrà esibirsi in Cattedrale (sabato sera alle 21) La Cappella Pontificia “Sistina”, a Cremona per la prima volta.

Si tratta non solo del più antico coro del mondo, le cui origini risalgono ai primi secoli del Cristianesimo (V-VI secolo), ma un coro che negli ultimi anni ha rinverdito in modo egregio una così nobile tradizione: basti pensare che l’etichetta discografica “Deutsche Grammophon” ha da poco commissionato al coro l’incisione di due CD, il secondo dei quali sarà presentato a Roma, nella Cappella Sistina, il prossimo 7 ottobre.

 

A CremonaFiere

Nella mattinata di sabato 1° ottobre, al mattino, a Cremona Fiere vi sarà il VII Seminario Internazionale sulla musica liturgica, che quest’anno avrà per tema “L’ecumenismo nella musica sacra”. Saranno presenti il direttore della Cappella Sistina, mons. Palombella; mons. Arthur Roche, segretario della Congregazione per il Culto Divino della Città del Vaticano; il maestro James O’Donnell, direttore del coro dell’Abbazia di Westminster (Londra) e il maestro Matthias Grunert, direttore del coro della Frauenkirche di Dresda. Dunque, cattolici, anglicani e luterani a confronto sulla musica sacra, sviluppando un tema – quello dell’ecumenismo – che in questa “variante” della musica liturgica è stato promosso dal Papa stesso.

In questi ultimi anni, infatti, il coro della Cappella Sistina, su invito del papa, si è reso protagonista di scambi musicali ed ecumenici con gli anglicani, i luterani, gli ortodossi e la chiesa cinese.

Il programma

 

In Cattedrale

Alla sera, in Cattedrale, si svolgerà l’attesissimo concerto, nel quale il coro diretto da mons. Palombella eseguirà musiche della tradizione polifonica romana, da Palestrina a Orlando di Lasso, Felice Anerio e Gregorio Allegri (con il famoso Miserere). Nell’occasione saranno disponibili i CD registrati dalla Cappella Sistina con la Deutesche Grammophon.

Il programma

 

A S. Agostino

Di non minore interesse è la giornata successiva: domenica 2 ottobre due altre attività si svolgeranno nella chiesa cittadina di S. Agostino.

Dalle 14.30 alle 16.30 ci sarà una Masterclass per tutti i cantori, direttori e cori locali. Si tratta di una sorta di raduno delle scholae cantorum (con libera partecipazione, senza iscrizione) nel quale l’Ensemble Vocale della Cappella Sistina (i 12 cantori solisti) mostreranno come lavorano nelle prove, dagli esercizi vocali all’interpretazione della polifonia, chiedendo però la partecipazione dei cantori presenti alternandosi nell’esecuzione della messa gregoriana “De angelis”.

Tutto questo servirà per l’appuntamento successivo – e conclusivo – ossia la celebrazione della S. Messa, sempre a S. Agostino, alle ore 17.

L’organizzazione complessiva – in collaborazione con Cremona Fiere / Mondo Musica – è a cura di don Giuseppe Ferri e Marco Ruggeri.

Il programma




A Calcio l’incontro tra il Vescovo e gli studenti dell’istituto Fondazione Ikaros

Erano da poco passate le dieci quando, questa venerdì 30 settembre sul viale che porta all’ingresso dell’istituto Fondazione Ikaros, a Calcio (Bg), è arrivato il vescovo Antonio Napolioni. Ad attenderlo, con un “Benvenuto vescovo Antonio” scritto su un grande striscione preparato qualche giorno prima ed arricchito da un sonoro applauso, c’erano i 550 studenti dell’istituto di formazione professione della predetta Fondazione, con la schiera di formatori, i direttori (il fondatore Daniele Nembrini con la direttrice di Fondazione Luisa Carminati e il direttore della sede di Calcio Lucio Farè) e personale non docente. «Mons. Napolioni, l’accogliamo come padre e come maestro», ha esordito il fondatore Daniele Nembrini.

Anche il sindaco di Calcio, Elena Comendulli, ha partecipato alla mattinata ed ha così salutato il vescovo: «Benvenuto in questa splendida cornice che è Ikaros. C’è una strada religiosa, una formativa, una civile e una della legalità; Ikaros è tutto questo».

L’istituto professionale prepara i ragazzi al mondo del lavoro nei percorsi di operatore dei servizi d’impresa e logistici, operatore elettrico, informatico, oltre che dell’estetica e acconciatura e della ristorazione. Scesi in auditorium, alcuni studenti hanno preso la parola, rendendosi testimoni, in dialogo con il Vescovo, dell’esperienza formativa e di vita che qui stanno conducendo. La curiosità dei ragazzi si è concretizzata in domande, da loro avvertite come molto urgenti, sul senso dell’amicizia e, addirittura, della vita.

A queste Mons. Napolioni ha voluto rispondere facendo appello alla sua personale esperienza: «Io all’età vostra studiavo al liceo classico e non sapevo che sarei diventato sacerdote – ha dichiarato il Vescovo -. Mi ha svegliato il desiderio nei confronti della vita, l’essere diventato scout a 16 anni, quando sono stato costretto a giocare a fare da padre al gruppo dei lupetti. Pian piano, le mie passioni hanno trovato forma».

Detto ciò ha precisato: «L’infinito è alla nostra portata, ma ognuno deve trovare un suo modo di viverlo. Vi suggerisco uno strumento per avvicinarlo: il silenzio, che ci permette di ascoltare il nostro cuore. In un’era in cui siete costantemente circondati dal rumore, non abbiate paura del silenzio. Il Signore chiama ad essere generosi a scuola, nello sport, nella società; essere una parrucchiera felice e contenta è dire “eccomi” al Signore, perché ricordate che la santità si vede dalla contentezza». Con queste parole si è rivolto a Giorgia che studia per diventare parrucchiera, è al suo primo anno, ed ha confidato di essere rimasta colpita, il primo giorno di scuola, nel trovare adulti a scuola che le hanno chiesto che cosa desiderasse per sé: ha sentito di non essere sola in questo suo viaggio.

Ma mons. Napolioni ha risposto anche a Desiree e Albina che gli hanno chiesto perché ha deciso di essere vescovo e di venire a Calcio a incontrare proprio loro; a Jessica, perplessa sull’amicizia: «Spesso noi siamo solo complici e ci nascondiamo l’un l’altro. Chi è, invece, secondo lei, il vero amico?». A questa domanda, il Vescovo ha risposto che la grandezza dell’amicizia è data spesso dalla dura prova del tradimento, che si risolve nel perdono. «Le riconciliazioni sono le vere pietre miliari della nostra vita – ha evidenziato rivolgendosi ai ragazzi -. Gesù muore per un tradimento, non dimentichiamolo». Ha invitato i giovani ad educarsi al gesto dell’abbraccio rispettoso, liberante e consapevole, che sa comunicare quanto una persona è stata sempre importante per sé, anche nei momenti di incomprensione. Importante è stare accanto a chi sta attraversando un periodo di smarrimento «affinché scopra che la vita è un dono – ha poi detto il vescovo, rivolgendosi anche ai formatori –, perché già a questa giovane età la vita spesso è mortificata».

Il direttore Lucio Faré, citando il Papa, ha dichiarato: «La grande sfida di oggi, più che alzare muri, è costruire ponti. Qui abbiamo studenti di culture e nazionalità e province differenti e spesso come formatori dobbiamo arrenderci ad accettare che una cosa vera emerga con tempi che non sono i nostri». Pazienza e libertà sono un binomio struggente oggi, che spesso stride al contatto con una società dai ritmi frenetici. Il Vescovo ha risposto che i ragazzi in uscita da scuola sono “semilavorati”, in quanto giovani, e necessitano di adulti che li guardino e gareggino con loro dimostrandosi giovani a loro volta, appassionati della vita. Ha poi invitato l’istituto ad unirsi al Sinodo diocesano dei giovani al fine di proseguire il dialogo iniziato e farsi più forti camminando insieme.

La mattinata si è conclusa con la Messa nella chiesa parrocchiale, presieduta dal Vescovo e concelebrata dal parroco di Calcio don Fabio Santambrogio insieme al vicario zonale don Marco Leggio e al segretario eipiscopale don Flavio Meani.

Centrale il Salmo 138 che, nel corso dell’omelia, Mons. Napolioni ha consigliato ai giovani di riprendere: «La famiglia migliore del mondo non esiste, ma tutti siamo stati tessuti da Dio come figli e non come schiavi – ha dichiarato il Vescovo -. Stasera, allora, accendete la luce, guardatevi allo specchio e dite grazie dello splendore che siete. Vi auguro lo stupore di chi si scopre amato da Dio. Vi auguro di scoprire in tutto ciò che studierete, che cucinerete, che farete da elettricisti o parrucchieri, che siete una stupenda meraviglia».

Dopo le Comunioni, il fondatore Daniele Nembrini ha recitato la preghiera di affidamento dell’opera di Fondazione Ikaros alla Madonna del Buon Consiglio del Santuario di Villa di Serio. Il gesto si ripete ogni anno dal 2013 e dà valore all’avvio di ogni anno scolastico.

Per Mons. Napolioni, in carica da gennaio 2016, è stata la terza occasione di visita a Calcio: la prima risale a maggio, in occasione delle celebrazioni per il patrono san Gottardo; poi a giugno, in concomitanza con la riapertura della storica Pieve, e infine il 30 settembre, appunto, per fare visita e conoscere da vicino la proposta della realtà di Fondazione Ikaros, oltre che per augurare agli allievi un proficuo svolgimento del loro percorso di formazione.

Gloria Belotti

Photogallery (di Isotta Gabellini)




Vittorio Messori a S. Imerio riflette sulla figura di Maria

Domenica 2 ottobre, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di Sant’Imerio, in via Aporti a Cremona, ci sarà un ospite d’eccezione: lo scrittore e giornalista Vittorio Messori. Editorialista del Corriere della Sera e di molte testate cattoliche, autore di numerosi volumi di carattere religioso – tra di essi “Rapporto sulla fede” la lunga intervista all’allora card. Ratzinger e il volume “Varcare le soglie della speraza” scritto a quattro mani con Giovanni Paolo II – Messori presenterà il suo libro “Ipotesi su Maria” pubblicato nel 2008 e accolto con grande favore dal pubblico. Nel 2015 l’edizione Ares lo ha pubblicato nuovamente, ampliato con tredici capitoli inediti (più di 120 pagine aggiunte ai 50 capitoli originari).

«Dall’11 al 18 dicembre – spiega il parroco don Giuseppe Nevi – ospiteremo la statua pellegrina della Madonna di Fatima, in occasione del centenario delle apparizioni ai tre giovani pastorelli. Il messaggio che la Vergine ha loro affidato è di estrema attualità e richiede a tutti noi una seria riflessione oltre che maggiore preghiera. Per questo abbiamo invitato Vittorio Messori per un approfondimento su questa figura centrale della nostra fede come è appunta la Madre di Dio. In novembre – precisamente domenica 27 – avremo ospite Saverio Gaeta autore del libro “Il Veggente” dedicato alle apparizioni delle Tre Fontane a Roma. Sarà anche questa occasione per approfondire il ruolo di Maria nella storia della salvezza».

All’incontro sono stati invitati tutti i gruppi di iniziazione cristiana della parrocchia, il gruppo famiglia e le altre realtà ecclesiali che operano in S. Imerio. Messori sarà introdotto da un catechista e dopo la sua esposizione ci sarà spazio per il confronto.

 

Il libro “Ipotesi su Maria”

Nel 2008, trent’anni dopo il suo primo libro (Ipotesi su Gesù) divenuto subito un best e long seller mondiale, Vittorio Messori pubblicava, presso le edizioni Ares, Ipotesi su Maria. Un volume che, come tutti quelli (ormai più di 20) dell’Autore è stato accolto dai lettori con grande favore, ha esaurito molte ristampe, è stato tradotto in diverse lingue ed è tuttora «vivo» nel catalogo dell’editore milanese. Ma la ricerca mariana di Messori è proseguita in questi anni. Così, Ares nel 2015 ha presentato non un nuova ristampa, bensì una nuova edizione di Ipotesi su Maria, arricchita di 13 capitoli inediti, caratterizzati come sempre da quello stile che ha determinato il successo di Messori: la vivacità e la chiarezza del giornalista professionista unite alla solidità dello studioso esperto, dalla documentazione aggiornata e sicura. Inoltre, anche in questi nuovi capitoli, vi è la consueta, vivace scorribanda tra dogma e aneddoto, tra teologia e devozione spirituale, tra esegesi biblica e apparizioni. Dunque, si amplia ancora, nella nuova edizione, quella carrellata in un mondo luminoso e al contempo spesso sconosciuto, guidati da uno scrittore che non nasconde affatto la sua fede ma è allergico alla retorica mielosa di certo devozionalismo. Un autore che apprezza il sentimento, ma è lontano da un sentimentalismo che rischia di allontanare i nostri contemporanei da Colei che non a caso la Tradizione chiama «Madonna», cioè «Nostra Signora».




L’incontro dei giovani di S. Bernardo, Zaist e Maristella con il Vescovo guardando al Sinodo

Stanno già partendo i primi passi verso la realizzazione del Sinodo dei giovani che il vescovo Antonio ha voluto per la diocesi di Cremona. Giovedì 29 settembre una quarantina di giovani delle parrocchie di San Francesco d’Assisi allo Zaist, San Bernardo e Immacolata Concezione del Maristella hanno incontrato mons. Mons Napolioni presso Cascina Moreni.

Molti dei giovani si trovavano già nella struttura, all’interno degli ambienti gestiti dall’Associazione Famiglia Buona Novella, poiché impegnati nell’ormai annuale esperienza della Settimana comunitaria.

È stata l’occasione per cominciare a riflettere sul significato del futuro Sinodo che l’anno prossimo vedrà impegnati i giovani cremonesi. «Sarà importante riflettere su come oggi possiamo essere Chiesa, su un nuovo modo di essere popolo di Dio», ha spiegato il Vescovo. «La strada da seguire per iniziare questo cammino è sicuramente ispirarsi alla parola di Dio, ripercorrendo la storia del popolo di Israele».

Uno degli obiettivi del Sinodo sarà, infatti, quello di pensare a come la Chiesa possa aprirsi al mondo, accogliendo le sfide di oggi e le questioni che toccano la vita e le esperienze degli uomini. In questo i giovani possono essere una risorsa: «Il modo di vivere dei giovani non è bastato solo sulla spensieratezza: è anche il tempo in cui si riesce a far scaturire l’essenza di ciò che si è», ha aggiunto mons. Napolioni. «Alla Chiesa serve ascoltare giovani che siano figli di questo tempo, non persone fuori dal mondo, capaci di leggere la realtà e pensare al mondo in cui portare il messaggio cristiano nella vita quotidiana».

Il Vescovo ha quindi invitato i giovani delle tre parrocchie riunite a pensare a quale immagine di Chiesa hanno in mente, cercando di condividere e allo stesso tempo sintetizzare le proprie esperienze. «Questa è già una piccola esperienza di Sinodo: riunirsi per parlare, condividere con altri cristiani il proprio modo di appartenere alla Chiesa, per poi far sentire la voce dei giovani all’intera comunità cremonese».

Come ci si può sentire parte della Chiesa e affermare la propria fede nella vita di tutti i giorni? In che modo poter “seminare” il messaggio del Vangelo? Come vivere la fede ogni giorno? Questi gli interrogativi di partenza che si sono posti i giovani.

Dalla riflessione è emersa l’importanza dell’apertura verso il mondo esterno alla Chiesa: è fondamentale, in quanto cristiani, imparare a testimoniare la propria fede non tanto cercando di convincere, ma portando agli altri un’esperienza di fede autentica. In questo modo l’essere cristiani può manifestarsi in tutti gli ambiti della vita, dal modo di vivere da cittadino, alla politica, all’ecologia.

«In questo Sinodo si potrà respirare lo spirito del Concilio», ha concluso il Vescovo, «soprattutto se vivremo la Chiesa come comunità, come assemblea in cui si opera non solo come singoli chiamati ad annunciare il Vangelo, ma come popolo convocato tutto insieme, chiamato a vivere la propria fede nella relazione con gli altri».

All’incontro hanno preso parte anche i parroci delle tre parrocchie – don Gianni Cavagnoli, don Pier Codazzi e don Giuliano Vezzosi – insieme al vicario don Matteo Alberti.

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A ottobre nelle interzone gli incontri di formazione per i catechisti della Mistagogia

All’inizio di ottobre il gruppo diocesano di coordinamento dell’Iniziazione cristiana propone due incontri di formazione per i catechisti della mistagogia e più in generale per tutti catechisti che accompagnano i ragazzi delle medie.

Il primo incontro sarà destinato ad approfondire il tempo della preadolescenza, con attenzione agli aspetti psicologici e educativi, e a richiamare alcune attenzioni catechistiche. Il secondo aiuterà a collocare la proposta nel più ampio campo della pastorale oratoriana e a fornire ai catechisti alcuni spunti per una buona programmazione.

L’invito è esteso a quanti lavorano nel campo catechistico con l’età della cosiddetta “preadolescenza”.

Gli incontri, che avranno inizio alle ore 21, seguiranno il seguente calendario:

  • Brignano Gera d’Adda: lunedì 3 e 10 ottobre
  • Cremona (oratorio B. V. di Caravaggio): martedì 4 e 11 ottobre
  • Rivarolo del Re: giovedì 6 e 13 ottobre



Colletta per i terremotati: già arrivati in Curia oltre 48.000 euro

Sono già 55 le parrocchie o unità pastorali che hanno consegnato in Curia quanto raccolto domenica 18 settembre, durante la colletta a favore dei terremotati delle Marche e del Lazio indetta dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana. Il primo bilancio è alquanto lusinghiero con 48,985,53 euro versati solo in questa prima settimana. E poichè si tratta soltanto di un quarto delle comunità presenti in diocesi si prevede un introito davvero importante. Una volta conclusa la raccolta la somma sarà versata a Caritas italiana che è quotidiamente al fianco delle popolazioni di Rieti, Ascoli Piceno, Spoleto-Norcia, Macerata, Fermo, Camerino, San Benedetto del Tronto, L’Aquila e Teramo.

Su tutto il territorio coinvolto Caritas continua a dare risposte a bisogni immediati con attenzione specifica alle fasce più deboli, in particolare anziani e minori, e a verificare percorsi di collaborazione per venire incontro appena possibile alle necessità di strutture temporanee con finalità sociali, pastorali o per attività economico-produttive, tenendo in considerazione le esigenze degli sfollati, le indicazioni di gestione e sicurezza, le ricognizioni e le pianificazioni che i comuni e le regioni interessate stanno facendo. L’obiettivo ultimo resta quello di accompagnare i tempi lunghi della ricostruzione materiale e spirituale, della ritessitura di relazioni e comunità, del riassorbimento dei traumi sociali e psicologici, del rilancio delle economie locali. È lo “stile Caritas”: restare accanto alle persone colpite dal sisma non con un pacchetto già confezionato di interventi, ma in costante ascolto dei bisogni, nella consapevolezza di un contesto in continuo mutamento.

Si sta anche valutando come attivare specifici “gemellaggi”, secondo le esperienze sperimentate in analoghe emergenze, e come avviare progetti di ricostruzione e riabilitazione socio-economica che potranno essere finanziati grazie alla generosa risposta solidale che la rete Caritas sta riscontrando da tutta Italia e anche dall’estero. Finora sono già pervenuti a Caritas Italiana da donazioni di singoli, comunità e diocesi 5 milioni di euro, incluso 1 milione di euro messo a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana dai fondi 8xmille. Nelle prossime settimane si saprà quanto ha fruttato la colletta del 18 settembre.

La data del 18 settembre non è stata casuale: nella mattinata di quella domenica, infatti, a Genova si concludeva il 26° Congresso Eucaristico Nazionale.

 

PRIMO ELENCO DELLE PARROCCHIE CHE HANNO VERSATO IN CURIA QUANTO RACCOLTO

PARROCCHIA GENIVOLTA 1.000,00
PARROCCHIA CASTELLONE 5.700,00
PARROCCHIA B.V.CARAVAGGIO (CR) 2.100,00
FRATI CAPPUCCINI VIA BRESCIA 1.540,00
PARROCCHIA CALVATONE    400,00
PARROCCHIA ROMPREZZAGNO    250,00
PARROCCHIA TORNATA    100,00
PARROCCHIA PADERNO PONCHIELLI    500,00
COMUNITA’ RUMENA    350,00
PARROCCHIA S.BERNARDO (CR)    891,11
CASA DI CURA S.CAMILLO    300,00
PARROCCHIA TORRE PICENARDI CA’ D’ANDREA    500,00
PARROCCHIA S.PIETRO (CR) 2.010,00
PARROCCHIA S.MICHELE SETTE POZZI 1.150,00
PARROCCHIA S.MARIA DEI SABBIONI    166,59
PARROCCHIA S.BASSANO    369,52
PARROCCHIA S.SEBASTIANO 2.000,00
PARROCCHIA TRIGOLO 4.580,00
PARROCCHIA MOTTA BALUFFI SCANDOLARA RAVARA 2.275,97
PARROCCHIA S.MARINO      55,00
PARROCCHIA CASSANO S.MARIA E S.ZENO 1.600,00
PARROCCHIA PIEVE DELMONA    198,00
PARROCCHIA GADESCO      46,00
PARROCCHIA CORTE DE FRATI 1.200,00
PARROCCHIA PERSICO    540,00
PARROCCHIA GENIVOLTA sec.off.    750,00
PARROCCHIA GUSSOLA E TORRICELLA DEL PIZZO 1.500,00
PARROCCHIA CASSANO ANNUNCIAZIONE 1.311,00
PARROCCHIA CA’ DE SORESINI    110,00
PARROCCHIA S.MARTINO DEL LAGO    150,00
FONDAZIONE GERMANI      50,00
PARROCCHIA CINGIA DE BOTTI    320,00
CHIESA S.SIGISMONDO (CR)    600,00
PARROCCHIE FENGO ACQUANEGRA LUIGNANO    725,00
PARROCCHIA BOZZOLO 4.000,00
PARROCCHIA CASALMAGGIORE S.STEFANO 1.800,00
PARROCCHIA CASALMAGGIORE S.LEONARDO 1.000,00
PARROCCHIA S.MARTINO IN BELISETO    430,00
PARROCCHIA MARZALENGO 1.335,00
PARROCCHIA PIEVE D’OLMI 1.000,00
PARROCCHIA POZZAGLIO    150,00
PARROCCHIA CORTETANO    150,00
PARROCCHIA CASANOVA DEL MORBASCO    400,00
PARROCCHIA CAVALLARA E VILLASTRADA    300,00
PARROCCHIA DEROVERE      90,00
PARROCCHIA CELLA DATI    360,00
PARROCCHIA LEVATA    340,00
PARROCCHIA PUGNOLO    130,00
PARROCCHIA BORGO LORETO (CR)    615,00
PARROCCHIA POMPONESCO    100,00
PARROCCHIE CUMIGNANO TICENGO VILLACAMPAGNA    600,00
PARROCCHIA VIDICETO    357,34
N.N.    490,00

 




Domenica a Covo l’ingresso di don Lorenzo Nespoli

Dopo gli insediamenti di alcuni dei nuovi parroci di Cremona, domenica 2 ottobre tocca a Covo (Bg), che accoglierà don Lorenzo Nespoli. La Messa, che come sempre sarà presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, sarà alle 10.30 nella parrocchiale intitolata ai santi Giacomo e Filippo.

 

Il programma dell’ingresso

L’arrivo del nuovo parroco a Covo è previsto per le 9.45 presso largo don Galafassi. Da qui si snoderà il corteo animato dal Corpo bandistico “Santa Cecilia” di Fara Olivana e con le associazioni, i ragazzi della parrocchia e le autorità locali, verso la Piazza Santi Apostoli.

Proprio sul sagrato, prima della Messa, il vescovo e il nuovo parroco riceveranno il saluto del sindaco andrea Capelletti Andrea.

All’inizio della celebrazione, dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, il vicario zonale don Marco Leggio, che in questi mesi ha ricoperto il ruolo di amministratore parrocchiale, darà lettura del decreto di nomina del nuovo parroco che, al termine, aspergerà l’assemblea con l’acqua benedetta e incenserà la mensa eucaristica.

Poi due ragazze dell’oratorio, Sara Trapattoni e Laura Zappi, in rappresentanza della comunità, porgeranno il saluto al nuovo parroco e al vescovo. Al termine una famiglia porterà in dono a don Nespoli una stola verde, simbolo della quotidianità che dovrà legare il nuovo parroco e i suoi parrocchiani.

Tra i sacerdoti concelebranti non mancheranno i residenti don Sergio Maffioli e don Sesto Bonetti, oltre all’ex vicario don Gabriele Battaini (da qualche settimana parroco in solido a Pizzighettone). Servirà all’altare il diacono permanente Gianmario Anselmi, di Derovere. Il servizio liturgico sarà invece coordinato dal seminarista covese prossimo al diaconato Nicola Premoli.

Al termine dell’omelia, tenuta da mons. Napolioni, il nuovo parroco reciterà da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità.

Alla fine della celebrazione, supportata con il canto dalla corale parrocchiale “Santa Cecilia” unita al piccolo coro dei bambini, don Nespoli prenderà la parola per il saluto ai nuovi parrocchiani.

Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni: i coniugi Marcella Rossoni (organista titolare della Parrocchia) e Valerio Scalabrino (membro della Polisportiva Juventina Covo).

Seguirà un festoso momento conviviale nel nuovo oratorio. In serata, invece, alle 21 in chiesa parrocchiale si terrà un concerto di organo e voce in onore del nuovo parroco. La serata, presenta da Alberto Gatti, quale membro dell’Associazione culturale giovanile ORSU’ eventi che ha organizzato il concerto, vedrà intervenire la corale parrocchiale “Santa Cecilia” di Covo diretta da Angelo Oldoni e con all’organo Marcella Rossoni; organista solista Alessandro Roncalli.

 

Eventi preparatori

In preparazione all’ingresso di don Nespoli un intenso triduo di spiritualità. Primo appuntamento la sera di mercoledì 28 settembre (ore 20.30) con la Messa presieduta da don Luigi Mantia; la sera successiva (sempre alle 20.30 in chiesa) la Messa, seguita dall’adorazione eucaristica fino alle 23, presieduta dal sacerdoti di origine covese don Massimo Macalli e don Diego Poli. Infine, nella serata di venerdì 30 settembre, Messa e celebrazione penitenziale presieduta da don Fabio Sant’Ambrogio.

 

Biografia del nuovo parroco

Don Lorenzo Nespoli è nato a Cremona il 5 aprile 1969 ed è stato ordinato sacerdote il 16 giugno 2001 mentre risiedeva nella parrocchia cittadina di Cristo Re. È stato vicario a Soresina dal 2001 al 2003 e a Calcio dal 2003 al 2011. Nell’estate del 2011 mons. Lafranconi lo ha nominato parroco di Derovere, Cella Dati e in Pugnolo. Ora mons. Napolioni lo ha scelto come nuova guida della popolosa comunità bergamasca dei «Santi Giacomo e Filippo apostoli» in Covo.




Intervista a don Margini, direttore spirituale per 36 anni

Con una solenne celebrazione in Seminario, nel tardo pomeriggio di giovedì 29 settembre, si è concluso ufficialmente il ministero di direttore spirituale di don Primo Margini, classe 1947, originario di Viadana. Ordinato nel 1971 il sacerdote mantovano è stato per otto anni vicario a Sabbioneta, paese dove tuttora abita la sua famiglia. Nel 1979 è stato nominato direttore spirituale del Seminario minore (medie e liceo) a cui nel 1987 gli è stato aggiunto il maggiore (teologia). A don Margini, che dopo 36 anni passa il testimone ad un altro mantovano, don Maurizio Lucini, abbiamo rivolto alcune domande.

Si conclude un lungo tratto della sua vita sacerdotale dedicato  all’accompagnamento dei giovani che verificano la propria vocazione. Cosa ha imparato in questi anni?
«Posso dire con animo grato che in tutti questi anni è sicuramente molto più il bene che ho ricevuto di quanto ho potuto dare al Seminario.  In particolare il servizio che ho svolto mi ha spinto ad una crescita personale continua, sia pure nei miei limiti.  L’impegno di accompagnare i seminaristi nel discernimento della loro vocazione è stato un richiamo ad approfondire la riflessione sulla mia vocazione e a viverla sempre meglio. Ho compreso quanto rispetto ed umiltà occorre di fronte al mistero di ogni cuore umano e, d’altra parte, di fronte all’opera segreta del Signore che dolcemente  e potentemente lo guida e lo attira a sé. Ho toccato con mano di essere semplicemente uno strumento e per di più sempre inadeguato di una grazia  che ci trascende  e che chiama in gioco la libertà più profonda di ogni persona».

Dalla sua esperienza di direzione spirituale dei giovani seminaristi come vede mutata la sensibilità giovanile riguardo la possibile chiamata di Dio.
«Ripensando  ai ragazzi e giovani che ho incontrato in questi trentasei anni sicuramente si possono cogliere punti di continuità e aspetti di diversità.  Sarebbe difficile esplicitare in poche righe le  caratteristiche delle varie età e dello sviluppo negli anni  che abbiamo trascorso.  Tuttavia in breve penso di poter dire che il salto più grande è avvenuto con l’arrivo  di quella che è stata definita l’era digitale e delle nuove tecnologie di comunicazione.  Esse sono certamente una formidabile opportunità, ma costituiscono anche un grande problema per i loro risvolti sulla formazione della personalità,  sulla maturazione di relazioni autentiche, sulla formazione e la custodia della propria  interiorità, sulla percezione della realtà di sé e del mondo circostante. In questo contesto generale nel quale di fatto stiamo navigando a vista, comprendiamo quanto diventi difficile e lento il comprendere e soprattutto accogliere la vocazione sacerdotale.   Lo si nota soprattutto nella esperienza della preghiera, nella vita di comunità, nel dare un ordine al proprio mondo interiore, nell’arrivare a scelte definitive e stabili, nel reggere il duro confronto con il mondo  che da una parte seduce e dall’altra emargina il cristiano e tanto più un giovane che si sente chiamato  al sacerdozio. A questo punto  appare sempre più chiaro che la vocazione è davvero una grazia  e che il Signore sa trovare le vie anche più impensabili per arrivare al cuore. A  noi spetta semplicemente di promuovere con coraggio  ed insieme accompagnare con saggezza e  vivo stupore questa sua azione».

Quali consigli si sente di dare ai sacerdoti impegnati in pastorale  riguardo all’accompagnamento personale dei fedeli nelle parrocchie?
«A dire la verità dopo tutti questi anni non mi sento di dare tanti consigli ai miei confratelli per quanto riguarda l’accompagnamento spirituale dei fedeli  nel loro cammino di vita cristiana. Dico così perché ognuno deve farsi la sua esperienza  sul campo  e perché ho capito la complessità e la delicatezza di questo servizio che mi spinge a farmi pensieroso  più che a parlare. Comunque mi sentirei di affermare che non solo è bello per un prete essere “padre spirituale”,  ma che diventa sempre più necessario per  la situazione in cui ci troviamo oggi accompagnare personalmente, per quanto possibile, la crescita  nella fede dei giovani e anche dei non più giovani.  Lo constatiamo  nei cammini di iniziazione cristiana, nella preparazione al matrimonio, nella formazione dei giovani, soprattutto nella confessione».

L’itinerario educativo del Seminario le sembra ancora adeguato per la formazione dei futuri sacerdoti? Cosa aggiungerebbe e cosa le sembra utile abbandonare?
«La mia permanenza prolungata nella comunità del seminario mi ha reso testimone di un cambiamento continuo. Ho iniziato il mio servizio quando i seminaristi erano ancora più di cento e l’ho concluso con un gruppo di 13. I vari educatori, sotto la guida dei vescovi e degli orientamenti della Chiesa Italiana riguardo alla formazione dei futuri sacerdoti,  hanno cercato di adeguare la struttura educativa del seminario alla situazione così mutevole. Sono cambiati il numero dei seminaristi  la loro età media, la loro provenienza  e la loro condizione di partenza. E’ cambiato il mondo e la vita nelle nostre parrocchie e in tante famiglie.  Potrebbe non apparire, ma in realtà il seminario è stato e continua ad essere un vero cantiere aperto.  Senza entrare nei particolari,  si è cercato di custodire da una parte la nostra tradizione diocesana e, dall’altra parte, di procedere gradualmente ai rinnovamenti richiesti dalla Chiesa e dalla situazione sociale attuale.  Anche l’arrivo del nostro vescovo Antonio ha portato un vento nuovo, nuovi educatori, nuove aperture  e nuove collaborazioni nella formazione dei giovani seminaristi.  La rapidità e l’intensità dei mutamenti culturali nei quali ci troviamo a vivere impone una intelligenza educativa straordinaria e  ci fa sentire sempre in ritardo. Tutti sanno dire di quali preti ha bisogno la chiesa oggi, ma chi è in grado di formarli  nel breve tragitto degli anni di seminario? La verità è che si tenta con umiltà e tanta passione di fare il meglio che si può, come ogni padre e ogni madre che hanno a cuore la vita dei propri figli».

Il ricordo più bello di questi anni di servizio alla Chiesa diocesana?
«Porto dentro di me tantissimi ricordi proprio belli. Penso al fiorire della vita spirituale in tanti cuori giovani, penso alla meravigliosa esperienza di fraternità con i vari sacerdoti che si sono susseguiti negli anni come educatori. Penso all’affetto e alle premure di cui sono stato circondato da parte dei seminaristi e dei confratelli. Penso in particolare a quei momenti di difficoltà che al momento mi hanno fatto un po’ soffrire, ma che adesso riscopro come provvidenziali e veri snodi preziosissimi della mia personale storia di uomo e di prete.  Devo ringraziare davvero tutti e in definitiva il Signore perché mi sento di essere stato portato in palma di mano».




L’incontro del vescovo Antonio con la nuova Curia

“Le strutture diocesane debbono essere sempre al servizio del bene delle anime e le esigenze organizzative non debbono anteporsi alla cura delle persone. Occorre, perciò, fare in modo che l’organizzazione sia agile ed efficiente, estranea ad ogni inutile complessità e burocratismo, con l’attenzione sempre rivolta al fine soprannaturale del lavoro”. Mons. Napolioni, nella prima riunione plenaria della nuova Curia avvenuta nel primo pomeriggio di mercoledì 28 settembre, ha preso a prestito il direttorio sul ministero pastorale dei vescovi per delineare il volto degli uffici e delle strutture che lo coadiuveranno nel governo della diocesi nei prossimi anni. Nei suoi sogni la Curia deve esprimere anzitutto la carità pastorale del Vescovo nei suoi vari aspetti, lungi dall’essere un organismo burocratico, essa deve facilitare e non complicare la vita delle comunità parrocchiali.

La riunione si è aperta con una breve meditazione del presule a partire dal Vangelo del giorno dove si parlava di una sequela radicale a Cristo. Tale discepolato si esercita tra gli addetti di Curia anzitutto facendo maturare una condivisione nella progettazione e attuazione delle attività, in una piena corresponsabilità, in una comunione piena che libera da ogni tentazione di possesso e di lavoro individualistico. Fraternità, snellezza, dialogo sono state le parole più utilizzate in questo incontro che ha visto presenti quasi tutti gli incaricati degli uffici diocesani.

E’ seguita la professione di fede e il giuramento del vicario generale don Massimo Calvi, del vicario episcopale per la pastorale e il clero don Giampaolo Maccagni,  del vicario giudiziale don Mario Marchesi, del vicario giudiziale aggiunto don Paolo Carraro e dell’economo diocesano don Giambattista Piacentini.

Mons. Napolioni ha quindi ripreso la parola per ribadire in maniera più organica e preciso quanto esposto precedentemente. Riferendosi al codice di diritto canonico e al direttore pontificio “Apostolorum successores” ha rimarcato identità e compiti della Curia che deve sempre agire per il bene delle persone e a servizio della pastorale.

Ha quindi preso la parola il vicario generale don Massimo Calvi che ha ricordato la novità delle quattro aree di lavoro nelle quali sono stati divisi i diversi uffici: comunità educante e famiglia di famiglie (che raccoglie la pastorale familiare, la pastorale catechistica, la pastorale liturgica e il catecumenato degli adulti), in ascolto dei giovani (che coordina la pastorale giovanile, quella catechistica, quella scolastica, quella universitaria e quella vocazionale), nel mondo con lo stile del servizio (che raccoglie la pastorale caritativa, quella sociale, quella missionaria, quella delle migrazioni e quella della salute) e infine capaci di comunicazione e cultura (che coordina la pastorale delle comunicazioni sociali, quella dell’ecumenismo, del dialogo interreligioso, dei beni e attività culturali, del turismo e del tempo libero).

Si tratta di una nuova struttura che nell’intento del Vescovo deve creare nuove relazioni e collaborazioni. Don Calvi ha spiegato che trattandosi di una nuova modalità di lavoro che chiede la disponibilità, l’agilità e la pazienza di tutti:  ogni singolo ufficio cioè non potrà più pensare autonomamente al proprio settore ma dovrà condividere obiettivi e scelte e programmare insieme iniziative e proposte.

Quindi è seguito un confronto schietto e serrato nel quale alcuni incaricati di ufficio hanno apportato il proprio contributo per il lavoro futuro.

Alle 17 è seguito un breve momento di festa con quanti quest’anno hanno lasciato il proprio incarico in Curia.

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