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Fascismo, Guerra e Resistenza: la testimonianza di don Primo Mazzolari nel convegno del prof. Franco Verdi

Per il terzo anno consecutivo si è tenuto a Cremona un incontro sul ruolo dei cristiani nella Resistenza. L’appuntamento, nel pomeriggio di martedì 14 maggio presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, è stato promosso da Cisl-Asse del Po e Associazione nazionale partigiani cristiani di Cremona, con l’adesione di Acli Cremona e della Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cremona.

L’iniziativa, nata da un’idea del professor Angelo Rescaglio, presidente dell’Anpi cremonese e mancato lo scorso ottobre, intende approfondire il ruolo che anche i cristiani hanno svolto durante la Resistenza sul territorio: infatti, partendo il primo anno con l’approfondimento della nascita delle Fiamme Verdi in territorio bresciano su impulso di alcuni sacerdoti, si è passati ad approfondire le azioni partigiane nell’Oglio-Po. Da qui il collegamento con la figura di don Primo Mazzolari, parroco per quasi un trentennio a Bozzolo.

Ad introdurre l’incontro Eugenio Bignardi, incaricato diocesano della Pastorale sociale e lavoro, che, dopo aver portato i saluti del vescovo Antonio Napolioni, ha voluto iniziare leggendo un passo dal libro “Tu non uccidere”, vero e proprio manifesto del pacifismo scritto da Mazzolari.

A seguire i saluti di Bruno Tagliati, presidente delle ACLI di Cremona, che ha sottolineato come quest’anno ricorrano gli 80 anni dalla fondazione delle ACLI e ha voluto riflettere su come sia oggi fondamentale per i cristiani proseguire nell’intento di pace di Mazzolari, in un contesto di guerra tornata inattesa e improvvisa anche in Europa, senza dimenticare i tanti altri scenari di guerra in tutto il mondo.

Nel suo intervento il professor Franco Verdi, dell’Associazione nazionale partigiani cristiani, ha ripercorso l’esperienza di vita di don Primo Mazzolari durante il Ventennio, a partire dall’avvento del fascismo in Italia, passando per la guerra e concludendo poi con la Resistenza: «Questa è la testimonianza di un vissuto di grande coerenza e sofferenza che coesistono nel sacerdote Mazzolari».

Fin dai primi anni del fascismo don Primo vedrà in questa ideologia la negazione dello spirito cristiano e le bastonate del ‘22/’25 daranno alle sue idee un giudizio definitivo: «L’intuizione generativa di cogliere le radici morali del fascismo e prima ancora la contraddizione di una visione etica della politica, già dal 1923, in un’epoca in cui si davano molte letture diverse e non sempre di condanna, – ha illustrato Verdi – Mazzolari va alla radice del fascismo riconoscendo che è la negazione dell’umano, mentre l’atteggiamento antifascista è di chi non si accontenta delle parole d’ordine e si interroga con la forza della sua ragione».

Con l’entrata in guerra dell’Italia il parroco di Bozzolo vorrebbe seguire in guerra i trecento giovani della sua parrocchia, ma per l’età non viene autorizzato. Nonostante ciò, Mazzolari non farà mai mancare la sua presenza con la preghiera e il sostegno a distanza, tenendo anche un registro con tutti i dati dei ragazzi in guerra, annotando le loro vicende e tenendo traccia degli scambi epistolari: «È in questo periodo che egli matura le riflessioni sui grandi temi della guerra e della pace e sarà proprio rispondendo ai quesiti di un giovane aviatore che getterà le basi del libro “Tu non uccidere”,  dove si analizza il superamento della dottrina della guerra giusta».

Infine, Verdi, ripercorrendo le vicende della Resistenza e le molte vicende che hanno visto Mazzolari costretto a fuggire e a nascondersi dai nazifascisti per salvarsi la vita, ha voluto sottolineare quello che viene ritenuto dal sacerdote il problema principale: «Prima di riformare la politica, bisogna riformare la Chiesa e le coscienze». «Questa è la lezione che riguarda ancora noi oggi: che cosa deve essere la Resistenza se non questa visione capace di costruire il nuovo a partire dai fondamentali dell’umano e in questo c’è l’interpello alla contemporaneità di questo prete inascoltato, perseguitato ed emarginato anche in diocesi – ha quindi proseguito Verdi – questa era la via giusta che restituiva all’umano la sua dignità, la sua profondità e la sua bellezza».

Quindi concludendo l’intervento Verdi ha evidenziato: «Per fare memoria di Mazzolari occorre essere dentro questa consapevolezza storica e questo dovere che tocca la nostra vita e le condizioni con cui la esercitiamo».

A chiusura dell’evento è intervenuto il segretario generale Ust Cisl Asse del Po di Cremona e Mantova, Dino Perboni: «Mazzolari ha proseguito la sua lotta contro la bestialità umana anche dopo la lotta partigiana, salvando la vita agli stessi fascisti: oggi la politica in generale e vale anche per la Chiesa ha bisogno di una Resistenza che vuol dire trovare una rigenerazione che travalica i confini e questo è il tentativo che la Chiesa fa nel dialogo interreligioso».

 

Ascolta la relazione del prf. Franco Verdi




Sabato torna la “Notte dei musei”: iniziative anche al Museo Diocesano di Cremona

Anche quest’anno i musei di Cremona partecipano alla “Notte europea dei musei”, promossa dal Ministero della Cultura francese, giunta alla 20ª edizione, e che coinvolge oltre tremila sedi museali in Europa. All’ormai tradizionale appuntamento di metà maggio – quest’anno sabato 18 – apertura straordinaria e gratuita dei musei, protagonisti con numerose iniziative realizzate grazie anche alla preziosa collaborazione di associazioni locali così da valorizzare al meglio il patrimonio culturale e artistico della nostra città.

L’iniziativa vede protagonista a Cremona anche il Museo Diocesano di piazza Sant’Antonio Maria Zaccaria, presso Palazzo vescovile, che nelle serata di sabato 18 maggio sarà aperto anche dalle 20 alle 22.30.

Alle 20.45 è in programma una visita guidata gratuita a cura del curatore del museo Stefano Macconi; ne seguirà una seconda alle 21.15 a cura del direttore del Museo diocesano don Gianluca Gaiardi. Per le visite guidate è necessaria la prenotazione scrivendo a info@museidiocesicremona.it o telefonando allo 0372-495082.

In queste settimane le sale espositive del Museo diocesano ospitano anche la mostra “God Save Matter”, personale dell’architetto cremonese Giorgio Palù a cura di Ilaria Bignotti nel contesto di Cremona Contemporanea – Art Week  2024 (leggi qui).

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Sagra di Ariadello, il Vescovo: «Non c’è nessuno che non può ricevere il perdono e non essere ammesso alla festa»

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Si è svolta al meglio la sagra di Ariadello riservando agli organizzatori, tutti volontari, la ricompensa più attesa: la soddisfazione dei tanti partecipanti alle varie iniziative, religiose e di aggregazione, che per tradizione di svolgono la seconda domenica di maggio e nei giorni immediatamente precedenti e successivi.

Addobbato con i colori della Madonna, il bianco e l’azzurro, il santuario ha accolto migliaia di visitatori, alcuni giunti a piedi, in pellegrinaggio, fino alla chiesetta campestre. Anche tutte le celebrazioni – le Messe e l’Ora mariana – sono state molto partecipate. La chiesa, sempre aperta anche in notturna per tutta la durata della festa, non è mai stata sguarnita. Tutti i visitatori hanno fatto tappa per un saluto alla Madonna del Portico in segno di devozione alla Madre per eccellenza, la Madonna del miracolo e delle intercessioni rappresentate dagli ex voto esposti sulla controfacciata del santuario. In tanti si sono mossi a piedi, come in pellegrinaggio verso il Santuario, come una storia che ritorna: Ariadello, infatti, è capacità di ripetersi, di anno in anno, sempre con rinnovato entusiasmo di fede e partecipazione.

Domenica 12 maggio, giornata che da sempre unisce strettamente sacro e profano, religione e folklore, il santuario è stato affollato da famiglie, bambini, ragazzi, anziani che hanno partecipato alle Messe e all’Ora mariana, giocato nel parco adiacente il Santuario, passeggiato tra i banchi di dolciumi, fatto su e giù dalle giostre, raggiunto il punto ristoro allestito dai volontari.

Lunedì 13 maggio, ultimo giorno di festa, è intervenuto il vescovo Antonio Napolioni che ha presieduto la Messa delle 18, animata dal Coro Psallentes. 

Nell’omelia il Vescovo ha sottolineato il bisogno di speranza, di fronte all’immagine della festa che sta per fallire presa a prestito dal brano evangelico, metafora anche della società di oggi, che ha tutto eppure non ha speranza e si dà alla morte. Non è mancata una riflessione su Maria, madre della speranza perché madre di Gesù: lei che indica Gesù, unica fonte di vera speranza, venuto al mondo conoscendo la natura umana e che ha scelto una sconfitta per ridare speranza a tutti gli sconfitti: Lui, che non aveva peccato, ha preso su di sé il peccato del mondo perché il peccatore non pensasse di non poter ricevere il perdono, di non essere ammesso alla festa. La gioia di credere in Lui – ha sottolineato il Vescovo – deve prevalere sulle difficoltà e diventare contagiosa, così da essere pellegrini di speranza, ha detto richiamando lo slogan del Giubileo 2025.

 

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Al termine monsignor Napolioni ha impartito una speciale benedizione ai bambini sul sagrato della chiesa e incontrato i ragazzi che riceveranno per la prima volta il sacramento della Cresima e della Comunione.

Il Vescovo si è poi fermato per un momento conviviale. Una chiusura in bellezza che ha premiato tutti i volontari coinvolta per la perfetta riuscita della sagra.

 

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“Fascismo, Guerra e Resistenza. La testimonianza di don Primo Mazzolari” nel convegno del 14 maggio a Cremona

“Fascismo, Guerra e Resistenza. La testimonianza di don Primo Mazzolari” è il convegno in programma nel pomeriggio di martedì 14 maggio, alle 16 presso il Centro pastorale diocesano di Cremona (via S. Antonio del Fuoco 9/A) per iniziativa di Cisl-Asse del Po e dell’Associazione nazionale partigiani cristiani di Cremona, con l’adesione di Acli Cremona e della Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cremona.

Il tema del convegno sarà sviluppato con l’approfondimento a cura del prof. Franco Verdi, presidente Anpc Cremona.

La relazione sarà preceduta da un intervento di Eugenio Bignardi, incaricato diocesano della Pastorale sociale e del lavoro, e sarà seguita da una comunicazione di Bruno Tagliati, presidente provinciale Acli. Concluderà il segretario generale Ust Cisl Asse del Po di Cremona e Mantova, Dino Perboni.

L’incontro è aperto a tutti gli interessati.




Il 15 maggio a Cremona la Preghiera per la Vita

Torna mercoledì 15 maggio, dalle 8 alle 10, davanti all’Ospedale di Cremona, il momento di preghiera mensile promosso a favore della vita dall’associazione “Ora et labora in difesa della Vita”.

Organizzato ogni terzo mercoledì del mese, si tratta di un momento di preghiera pensato per la sensibilizzazione sul tema della difesa della vita nascente, a cui chiunque può partecipare, anche per un tempo parziale. In caso di maltempo la preghiera si terrà all’interno della chiesa dell’Ospedale.




La lettera pastorale “Al cuore della nostra città” consegnata dal Vescovo ai candidati sindaco di Cremona

Nel pomeriggio di lunedì 13 maggio il vescovo Antonio Napolioni ha accolto nel palazzo vescovile i candidati sindaco per la città di Cremona. A ciascuno il vescovo ha consegnato la lettera pastorale “Al cuore della nostra città”, scritta in occasione del 4° Centenario del Santuario lauretano di Cremona.

Proprio alle prossime elezioni guarda infatti il capitolo cinque del documenti – “Di casa in casa” – in cui il Vescovo, ricordando che nel 1625 la Vergine Lauretana di Sant’Abbondio fu proclamata patrona e protettrice della città di Cremona, scrive che “celebrare questa Santa Casa significa dunque ripensare anche alla nostra città, dove Maria ha insegnato ai cremonesi la virtù dell’accoglienza e lo stile della solidarietà”. E ancora, in un successivo passaggio: “Non dimentico che queste settimane ci preparano alle elezioni amministrative ed europee. Un duplice esercizio di democrazia da non disertare, anzi da onorare con vero senso di responsabilità, come raccomando innanzitutto ai cattolici. È evidente a tutti che la nostra vita si gioca nell’orizzonte di grandi sfide globali e geopolitiche che impongono posture di dialogo, scelte di pace, stili e prassi di nonviolenza. Nello stesso tempo, il rinnovo dell’Amministrazione comunale e la scelta di un nuovo Sindaco impegnano a un confronto schietto e costruttivo sul presente e il futuro della nostra città, imparando tutti il metodo del dialogo e della concertazione per la ricerca e costruzione del bene comune. Ciò esige sin dalla campagna elettorale rispetto reciproco più che faziosità, per non attentare all’unità e alla concordia della comunità cittadina, affidata alla cura di ciascuno e non solo di S. Omobono”. Un invito che il Vescovo ha voluto personalmente esprimere ai candidati sindaco in un incontro cordiale e schietto.

Aprendo il 4° Centenario del Santuario lauretano di Cremona, lo scorso 2 maggio nella chiesa di Sant’Abbondio, monsignor Napolioni aveva già avuto modo di consegnare la lettera pastorale al sindaco Gianluca Galimberti, affidandola idealmente anche all’intera comunità civile, nella consapevolezza che “la Santa Casa – come si legge ancora nel quinto capitolo – può ispirare tutti a un impegno perché chiunque si senta ‘di casa in città’, lavorando per il superamento di ogni forma di emarginazione, valorizzando le diversità in percorsi di integrazione e crescente corresponsabilità, assicurando sicurezza senza impedire la necessaria promozione umana e sociale dei più svantaggiati o degli ultimi arrivati“. Aspetti che il Vescovo ha voluto richiamare ai candidati sindaco nel momento di confronto di cui l’incontro del 13 maggio a palazzo vescovile – che ha visto anche la presenza dell’incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, Eugenio Bignardi, e di don Pietro Samarini, vicario zonale della Zona pastorale 3 formata dalle parrocchie del Comune di Cremona – è stato preziosa occasione.




La Diocesi si prepara alla Settimana Sociale. Nerozzi: «Un’esperienza di popolo»

Domenica 12 maggio si è tenuto a Cremona, presso il Centro pastorale diocesano, l’incontro “Verso Trieste: il cammino diocesano verso la 50ª Settima sociale”.

Sebastiano Nerozzi, segretario del Comitato scientifico delle Settimane sociali, ha presentato il tema della Settimana sociale in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio: “Al cuore della democrazia: partecipare tra storia e futuro”.

«La settimana sociale è al servizio del territorio, è al servizio delle diocesi. È un momento per fare sintesi per poi ritornare a lavorare», ha introdotto Nerozzi. E ha poi proseguito: «Vorremmo che fosse una esperienza di popolo e non solo di menti e di deleghe. Per questo è una settimana sociale aperta a tutti».

Per la prima volta, nella storia recente della Settimana sociale, infatti, la partecipazione all’evento di Trieste non sarà riservata ai soli delegati. Potranno partecipare tutti coloro che lo desiderano, secondo modalità diverse. I delegati e le delegate parteciperanno agli incontri e ai laboratori loro riservati mentre, associazioni, gruppi, famiglie e singoli potranno iscriversi e partecipare come visitatori e partecipare a tutti gli eventi pubblici che si terranno nelle vie di Trieste.

Il comitato Scientifico e Organizzatore propone di riflettere sullo stato di salute della nostra democrazia dal punto di vista della partecipazione attiva dei cittadini e di elaborare proposte concrete. Importante il ruolo del confronto e dialogo, anche con la presenza dei “Cantieri del Cammino solidale”, innovativa esperienza di ascolto, confronto e analisi della realtà.

Protagonisti saranno gli interpreti di tante “Buone pratiche”, anche la diocesi di Cremona porterà la sua esperienza a Trieste, presentando il progetto delle Comunità energetiche rinnovabili, illustrato durante la serata al Centro pastorale da Pierluigi Lazzarini.

A moderare l’incontro Eugenio Bignardi, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro.

Presente il Vescovo Antonio Napolioni che ha sottolineato: «Abbiamo bisogno di lungimiranza disinteressata, che metta al centro il bene comune, il bene vero, il bene che è per tutti se parte dagli ultimi, se si sperimenta il guadagno di essere comunità».




Il Santuario di Ariadello si tinge di festa per la sagra e il 13 maggio Messa con il vescovo Napolioni

La tradizione si ripete, ma non stanca … anzi! I soresinesi, infatti, si apprestano a “traslocare” ad Ariadello per l’amata sagra della Beata Vergine, manifestazione che prende il nome proprio dal Santuario di Ariadello che le è stato dedicato. Il perché di tanta fortuna per la sagra fuori paese si spiega solo con l’affezione a una tradizione che si è sviluppata nel tempo e nasce dalla devozione di una ricca e nobile famiglia che costruì l’imponente santuario a ricordo di un miracolo avvenuto in quel luogo campestre nel lontano XVII secolo.

Nei tre giorni di festa, religione e folklore si mescolano, gli aromi dell’incenso e delle candele si confondono con quelli delle griglie e dei cestini da pic-nic delle famiglie che, con ampi plaid a quadrettoni, mangiano sui prati attigui al santuario. La storia tramandata oralmente e poi trascritta, per raccontare le antiche tradizioni, vuole che la Madonna sia apparsa a una giovinetta di nobile famiglia in visita alla Madonna del Portico, in località Ariadello. La giovinetta, sordomuta dalla nascita, indicando la Madonna, parlò a sua madre e le disse: “Vedi, mamma, la Madonna di Ariadello”. Dal giorno del miracolo, tra lotte con il clero che combatteva forme di superstizione e continue espressioni di fede da parte dei soresinesi, generose offerte si assommarono nelle casse del progetto per la costruzione del santuario e, finalmente, il 30 maggio 1666, la chiesa fu benedetta da don Orazio Molossi, allora parroco di Soresina. Non molto è cambiato da quella lontana data: la devozione per la Madonna, la voglia di ritrovarsi nel santuario per una visita e un ricordo, forse anche per un “miracolo”, e poi il gioco e lo stare uniti insieme all’aria aperta e alle stelle restano i motivi che portano i soresinesi ad Ariadello.

Da un lato la partecipazione, dall’altro l’organizzazione (affidata alla Parrocchia attraverso i volontari di San Siro, i ragazzi dell’oratorio e tanti volontari estemporanei che prestano la loro opera nei giorni clou della sagra) per garantire l’apertura del Santuario, le celebrazioni e offrire anche un punto “ristoro” ben attrezzato.

Per i giorni di sagra non mancheranno attrazioni per bambini, giostre, autoscontri e angoli della fortuna, oltre a bancarelle tipiche per una fiera, dolciumi, fette di cocco, bibite ghiacciate, gadget, occhiali da sole, morbidi peluche e palloni pronti per essere acquistati per passare un pomeriggio giocando.

Il giorno della Madonna (domenica 12 maggio) si celebreranno al santuario quattro Messe: alle ore 7, alle 9, 11 e alle 17; e alle ore 16 l’ora mariana.

Lunedì 13 maggio, invece, sarà presente il vescovo Antonio Napolioni per la celebrazione della Messa solenne delle 18, cui seguirà, alle 19, l’affidamento alla Vergine Maria e la benedizione dei bambini da zero a 6 anni; alle 19.15 il Vescovo incontrerà i bambini dei sacramenti dell’iniziazione cristiana.

Il Santuario di Ariadello è già protagonista del mese mariano a partire dal 6 maggio con la recita del Rosario tutte le sere alle 20.45 per invocare la pace nel mondo; il 10 maggio alle 17 Messa in suffragio dei defunti dell’Azione Cattolica; l’11 maggio adorazione eucaristica dopo il Rosario; martedì 14 maggio Messa per i benefattori del Santuario.

Infine, lunedì 27 maggio pellegrinaggio notturno ad Ariadello con partenza alle 20.15 dalla chiesa di San Siro: alle 21.15, Messa e affidamento della comunità alla Vergine Maria.

In occasione della sagra di Ariadello, sarà promossa l’iniziativa “La luce di Maria”. Nei giorni della festa della Beata Vergine di Ariadello, presso il Santuario, sarà possibile acquistare un cero da accendere nella notte tra il 12 e il 13 maggio sulla propria finestra di casa, per unire la propria casa alla casa di Maria e invocare la sua protezione su ciascuna famiglia e su tutta la comunità soresinese.

 

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Università Cattolica, il 15 maggio l’Open Day nel campus di Santa Monica

L’Università Cattolica apre le porte con Open Day Unicatt ed è attesissima la tappa di Cremona. Mercoledì 15 maggio sarà infatti il campus di Santa Monica (via Bissolati, 74) a inaugurare il ciclo di appuntamenti che si svilupperà in tutti i campus dell’ateneo. Verranno presentati i corsi di laurea triennali e a ciclo unico delle Facoltà presenti a Cremona.

Si inizia alle 14.45 con la consegna dei welcome kit. Per la Facoltà di Economia e Giurisprudenza alle 15 in Aula Magna si terrà la lezione aperta “Influencer…tra opportunità e regole”. Alle 16, nell’Aula A001, sarà presentata la laurea triennale in Economia aziendale.

Per la Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, invece, alle ore 15 nell’Aula A002 si terrà la lezione aperta “Food tech fra tradizione e nuove sfide”. Alle 16, nella stessa aula, verrà presentata la laurea triennale in Scienze e tecnologie alimentari.

Per tutti, alle 17, nell’Aula A001, si terrà l’incontro “Genitori in Ateneo: come accompagnare i propri figli nella scelta universitaria” mentre inizierà alle 17.30 l’Aperitivo in Campus con Dj set, per orientarsi con gusto.

Numerose le opportunità durante tutto il pomeriggio, tra cui: i desk dei corsi di laurea, per confrontarsi con i tutor e gli studenti, approfondire i contenuti di ciascun corso e avere informazioni sulla vita universitaria; i desk informativi per scoprire le opportunità e i servizi offerti dall’ateneo, come Cattolica International, l’Ente per il diritto allo studio universitario (EDUCatt) e i Servizi per l’inclusione; le visite guidate per conoscere gli ambienti universitari e le strutture del meraviglioso campus di Santa Monica.

Questo è il link per registrarsi: https://txunicatt.my.salesforce-sites.com/events/targetX_eventsb__events#/esr?eid=a12Tj000000O3zFIAS&tfa_446=tfa_449




Scout Agesci e Cngei, il 17 maggio intervista ai candidati sindaco di Cremona

I gruppi scout di Cremona intervistano i candidati sindaco della città. È l’iniziativa in programma nella serata di venerdì 17 maggio, alle 21, al Teatro Monteverdi: un incontro pubblico organizzato dai ragazzi per i ragazzi della città.

L’evento, in vista delle elezioni amministrative di inizio giugno a Cremona, è promosso dagli scout Agesci del Clan Vecchio Argine del Cremona2 e del Clan de la bisa del Cremona 3 insieme alla Compagnia Acquile Randagie degli scout Cngei di Cremona.

«Il mondo che ci circonda, oggi più che mai, ci chiama e ci spinge a nuove e più chiare responsabilità – sottolineano gli organizzatori –. Come scout, rover e scolte, come giovani cittadini ci sentiamo chiamati fortemente a compiere delle scelte chiare, responsabili e soprattutto consapevoli. Pensiamo che solo informandoci e partecipando attivamente come protagonisti della vita cittadina possiamo diventare promotori del cambiamento».

Da qui l’idea, nel percorso di avvicinamento alle prossime elezioni amministrative che si terranno l’8 e il 9 giugno anche a Cremona, di organizzare un incontro pubblico per conoscere le proposte delle persone che hanno deciso di candidarsi a sindaco. L’incontro sarà aperto al pubblico fino a esaurimento dei posti in sala.

 

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