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Censimento delle esperienze e dei gruppi missionari operanti in diocesi

Il Centro Missionario, diretto da don Maurizio Ghilardi, sta compiendo un piccolo censimento delle esperienze missionarie presenti nella diocesi al fine di poter riunire in un incontro quanti operano nei gruppi missionari parrocchiali (là dove ancora ne esistono) e tutti coloro che (gruppi di giovani, famiglie o singoli laici) hanno svolto un particolare servizio presso una missione durante gli anni 2013-2015.

A tal proposito è giunto a tutti i parroci l’invito a segnalare generalità, telefono o e-mail di ciascuna persona impegnata in questo settore o almeno di un referente nel caso si tratti di gruppi.

«Spesso alcune persone della nostra diocesi – scrive don Ghilardi – si muovono con associazioni laicali, istituti religiosi oppure con missionari che conoscono direttamente; non importa, ciò che è necessario in questo momento è comprendere quante persone, per poi poterle incontrare, si sono in qualsiasi modo impegnate in un’esperienza simile».

Il responsabile del Centro diocesano aggiunge poi un’ulteriore richiesta: alle parrocchie che ospitano dei profughi nelle proprie strutture occorre segnalare la nazionalità e l’appartenenza religiosa.

Questi dati vanno inviati, possibilmente prima delle feste natalizie, a missioni@diocesidicremona.it oppure donmauri@tin.it.




Don Sanni a Calvatone, Tornata e Romprezzagno: succede a don Cavalleri, collaboratore a Sabbioneta Don Rocchetti a S. Imerio

Domenica 26 luglio annunciati tre nuovi provvedimenti vescovili. Anzitutto la promozione a parroco di don Massimo Sanni, che lascia così le comunità di Piadena, Drizzona e Vho, dove era vicario, per assumere la guida delle comunità di Calvatone, Tornata e Romprezzagno. Succede a don Vincenzo Cavalleri, che diventa collaboratore a Sabbioneta, Breda Cisoni, Villa Pasquali e Ponteterra. Novità anche a Cremona, dove è stato reso noto il successore di don Antonio Bislenghi come vicario a S. Imerio: è don Michele Rocchetti, di ritorno da Roma dove ha perfezionato gli studi in Teologia del matrimonio e della famiglia.
Biografia dei sacerdoti

Don Massimo Sanni è nato a Bozzolo (Mn) il 20 maggio 1974. Ordinato sacerdote il 17 giugno del 2000, ha iniziato il proprio ministero pastorale a Viadana come vicario della parrocchia S. Pietro apostolo. Nel 2008 il trasferimento, sempre come vicario, nelle parrocchie di Piadena, Drizzona e Vho. Ora mons. Lafranconi l’ha promosso parroco, affidandogli la cura d’anima delle comunità di Calvatone, Tornata e Romprezzagno, succedendo a don Vincenzo Cavalleri.

Don Vincenzo Cavalleri è nato il 2 febbraio 1950 a Castelnuovo del Zappa. Ordinato sacerdote il 22 giugno 1974, ha iniziato il proprio ministero pastorale come vicario a Cremona, nella parrocchia di S. Abbondio. Nel 1991 è diventato parroco di Gadesco e Pieve Delmona; nel 2003 il trasferimento a Calvatone. Dal 2005 era anche parroco in solido di Tornata e Romprezzagno. Ora mons. Lafranconi l’ha destinato, come collaboratore parrocchiale, alle comunità di Sabbioneta, Breda Cisoni, Ponteterra e Villa Pasquali, dove collaborerà con il parroco don Samuele Riva, il nuovo vicario don Alessandro Maffezzoni e il collaboratore parrocchiale don Ennio Asinari.

Don Michele Rocchetti è nato il 5 giugno 1987 a Treviglio (Bg). Originario della parrocchia di Caravaggio, è stato ordinato sacerdote l’8 giugno 2013. Prete novello è stato inviato dal vescovo Lafranconi a Roma per approfondire gli studi nell’ambito della Teologia del matrimonio e della famiglia. Al rientro in diocesi il Vescovo l’ha destinato come vicario a Cremona della parrocchia di S. Imerio, in sostituzione di don Antonio Bislenghi, diventato parroco di Annicco e Grontorto. Don Rocchetti collaborerà con il parroco don Giuseppe Nevi, che è anche responsabile dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare.




Giubileo della misericordia: alcuni sussidi e notizie per vivere al meglio l’Anno Santo voluto da Papa Francesco

È ormai vicino l’inizio del Giubileo  della Misericordia indetto da Papa Francesco, occasione per vivere un particolare momento di grazia e di rinnovamento spirituale. Il Pontefice presiederà a Roma l’apertura di questo Anno Santo straordinario l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concenzione,  proprio a cinquant’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II. Il Santo Padre ha poi stabilito che la domenica successiva, il 13 dicembre, nelle singole diocesi le comunità si raccolgano per aprire una «Porta della Misericordia» in Cattedrale o in una chiesa particolamente significativa. I luogi sacri – esorta il Papa nella Bolla d’indizione Misericordiae vultus – devono diventare un’oasi dove chiunque possa sentirsi accolto e sperimentare misericordia. Per questo le realtà presenti in diocesi sono invitate anche a creare occasioni di preghiera e di riflessioni che coinvolgano il più possibile la comunità e siano segno dell’amore di Dio.

 

SUSSIDI

Per l’occasione l’ufficio liturgico, in sinergia con quello di pastorale giovanile, ha predisposto del materiale per celebrare al meglio questo evento di grazia: oltre ai manifesti che riportano date e orari delle celebrazioni di apertura del Giubileo, ma anche delle messe quotidiane e degli orari delle confessioni, sono stati predisposti dei cartoncini con la preghiera per gli ammalati e gli anziani e la preghiera per il Giubileo composta da Papa Francesco. Presto giungeranno anche altre pubblicazioni.

 

 

L’APERTURA DELL’ANNO SANTO

In diocesi l’Anno della Misericordia verrà inaugurato in Cattedrale e, contemporaneamente, nelle Chiese giubilari: Santa Maria del Fonte in Caravaggio, il Santuario della Fontana di Casalmaggiore, il Santuario della Beata Vergine della Misericordia in Castelleone. Tutte le celebrazioni, tranne che a Casalmaggiore, inizieranno alle ore 16.

In Cattedrale mons. Dante Lafranconi presiederà la Messa Solenne con il rito dell’Apertura della Porta, l’unica in diocesi. I fedeli giungeranno in Duomo dopo la processione che partirà dalla chiesa di Santa Maria Maddalena in via XI Febbraio. Il Vescovo Dante ha invitato l’intera comunità cremonese a prendere parte alla processione, ricordando il significato simbolico del pellegrinaggio, segno del cammino della vita, verso le beatitudini celesti. Per l’occasione l’amministratore apostolico ha disposto che siano sospese tutte le messe vespertine nelle parrocchie della città.

Presso il Santuario di Caravaggio la celebrazione sarà invece presieduta, sempre alle 16, dal Vicario generale, mons. Marchesi, affiancato dal rettore don Antonio Mascaretti e dall’arciprete don Angelo Lanzeni: nella parrocchia dei Santi Fermo e Rustico, infatti, non sarà celebrata la messa pomeridiana. Durante quest’anno Anno  le celebrazioni che solitamente si svolgono presso il Santuario saranno caratterizzate ancora di più dal tema della Misericordia. In particolare, la caratteristica celebrazione  del Venerdì della Penitenza che come sempre si svolgerà alle 16 con l’atto penitenzale dinanzi al Sacro Fonte, la processione verso la basilica e la Messa. Come di consueto, poi, nel Sabato della Riconoscenza,  si terrà la recita del Rosario dopo la celebrazione eucaristica delle 16. Sul sito del Santuario a breve saranno proposti sussidi per aiutare i pellegrini a vivere al meglio la visita ai luoghi significativi del Santuario in questo particolare Anno Santo.

Nel Santuario di Castelleone sarà mons. Barbieri a presiedere alle 16 la celebrazione di apertura. Durante tutto l’Anno giubilare ogni ultimo sabato del mese alle 21 è prevista la recita del Rosario, in processione dall’oratorio parrocchiale al Santuario.

Nel Santuario della Fontana di Casalmaggiore la celebrazione di inaugurazione sarà presieduta alle ore 17 da don Irvano Maglia. Da gennaio saranno poi promossi alcuni momenti di preghiera comunitaria. In particolare, ogni primo venerdì del mese alle 20.30 è prevista l’Adorazione della croce; il secondo giovedì del mese, sempre alle 20.30, la recita della Corona della Divina Misericordia; il terzo sabato del mese dopo le celebrazioni delle 17, la processione mariana con la recita del Rosario meditato; tutte le quarte domenica del mese, alle ore 17 sarà celebrata la Messa Solenne del Pellegrino, animata dalla corale. Durante tutto l’anno giubilare, inoltre, nel corridoio del Santuario rimarrà allestita una mostra in cui sono presentati Santi o Servi di Dio che si sono distinti per le opere di misericordia.  I frati, infine, propongono ai parroci di “prestare” la propria schola cantorum per animare le liturgie.

Locandina apertura Giubileo_web

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Il diacono permanente Ferri a servizio delle parrocchie di Soncino e Casaletto Sopra affidate a don Marinoni

Durante le celebrazioni di domenica 27 settembre è stato annunciato il nuovo incarico del diacono permanente Raffaele Ferri, che dal 2006 svolgeva il ministero di collaboratore parrocchiale ad Annicco. A partire dal 1° ottobre Ferri svolgerà il servizio diaconale nelle parrocchie “S. Maria Assunta e S. Giacomo” e “S. Pietro apostolo” in Soncino, “S. Bartolomeo apostolo” in Isengo, “San Quirico” in Casaletto di Sopra e “S. Bernardo abate” in Melotta. Le cinque parrocchie sono affidate alla cura di don Mario Marinoni, già parroco di Soncino, che ha dunque preso il testimone lasciato da don Sante Braggiè che proprio nella mattinata del 27 settembre ha fatto il proprio ingresso nelle parrocchie del Boschetto e del Migliaro, a Cremona, in qualità di collaboratore parrocchiale. La nomina del diacono Ferri arriva a pochi giorni dall’incontro del vescovo Lafranconi con le comunità parrocchiali di Casaletto di Sopra e Melotta. Don Fabrizio Ghisoni e don Massimo Cortellazzi sono stati altresì nominati rispettivamente vicario e collaboratore di “San Quirico” in Casaletto di Sopra e “S. Bernardo abate” in Melotta, mantenendo gli stessi incarichi per le comunità di Soncino e Isengo.

Biografie

Don Mario Marinoni è nato a Pizzighettone il 23 marzo 1939. Ordinato sacerdote il 27 giugno 1964, ha celebrato la sua prima Messa a Grumello. Ha iniziato il suo ministero sacerdotale a Piadena (1964-1967), poi il trasferimento, sempre come vicario, a Casalbuttano (1967-1975) e a Cassano d’Adda, nella parrocchia di S. Maria Immacolata e S. Zeno (1975-1980). Nel 1980 è diventato parroco di S. Martino dall’Argine. Nel 1997 il trasferimento a Soncino, come parroco della parrocchia S. Maria Assunta e S. Giacomo apostolo. L’anno successivo ha anche assunto il ruolo di amministratore parrocchiale di Isengo (frazione di Soncino). Nel 2001 è stato nominato parroco anche dell’altra parrocchia di Soncino: S. Pietro Apostolo.Ora mons. Lafranconi, confermandolo nell’incarico delle tre parrocchie nel comune di Soncino (“S. Bartolomeo apostolo” in Isengo, “S. Maria Assunta e S. Giacomo” e “S. Pietro apostolo” in Soncino), gli ha affidato anche la cura pastorale delle comunità nel comune di Casaletto di Sopra: quella di San Quirico e quella di S. Bernardo abate nella frazione di Melotta.

Raffaele Ferri è nato a Trigolo il 6 dicembre 1947. Ordinato diacono il 24 ottobre 1998, ha inizialmente prestato servizio presso le parrocchie Formigara e Cornaleto. Dal 2006 ha quindi svolto l’incarico di collaboratore parrocchiale di Annicco. Ora mons. Lafranconi l’ha chiamato a prestare servizio diaconale nelle parrocchie di Soncino e Isengo e in quelle di Casaletto di Sopra e Melotta, affidate allo stesso parroco, don Mario Marinoni.

 




Vespri d’Avvento in Cattedrale: una fusione di musica e testi spirituali

Ancora una volta la musica e la parola si fonderanno in Cattedrale per permettere di vivere ancora con più intensità spirituale l’Avvento, il tempo forte che prepara il cristiano a vivere nell’attesa della manifestazione di Cristo nella storia. Gli apputamenti si terrano nelle domeniche 29 novembre, 6 e 20 dicembre, nella solennità dell’Immacolata e il giorno di Natale. Si salterà la domenica 13 perchè in quella data il vescovo Dante aprirà solennemente la Porta della misericordia in Cattedrale inaugurando così il Giubileo in diocesi.

I testi sono stati individuati dal parroco del massimo tempio cittadino, mons. Alberto Franzini, e spazieranno dagli inni sacri, a brani dei Padri della Chiesa senza dimenticare il sommo  poeta Dante: a declamarli Jim Graziano Maglia, attore casalasco assai conosciuto e che più volte si è esibito in Cattedrale. I brani d’organo, suonati sul maestoso Mascioni, saranno affidati agli allievi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Monteverdi, nell’ottica di una sempre maggiore collaborazione tra la Cattedrale e le istituzioni musicali del territorio.

Si alterneranno alla consolle, con inizio sempre alle ore 17, Marco Brunelli, Francesco Maria Ferrario, Alessandro Manara, Simone Butti, tutti allievi di Manuel Tomadin attuale insegnante dei corsi d’organo dell’istituto cremonese.  Il giorno di Natale, alle 16, l’organista titolare della Cattedrale, il maestro Fausto Caporali, eseguirà l’opera integrale di Messiaen “Nativité”, ultima fase del ciclo di esecuzioni dell’opera liturgica dell’autore francese contemporaneo.

Domenica 29 novembre inaugurerà il singolare percorso Marco Brunelli, originario di Pieve San Giacomo, che proporrà brani di Bach: Praeludium in h BWV 544, Jesus meine Zuversicht BWV 728, Wachet auf, ruft uns die Stimme BWV 645, Vom Himmel hoch, da komm ich her BWV 700, Fuga in h BWV 544 e Nen komm der Heiden Heiland BuxWV 211 di Buxtehude.




L’incontro del vescovo eletto Antonio con la comunità del Seminario

La prima giornata cremonese di mons. Napolioni si è conclusa in Seminario con un intenso quanto informale incontro con la comunità guidata dal rettore don Enrico Trevisi. Il vescovo eletto di Cremona era accompagnato da mons. Lafranconi, dal vicario generale mons. Mario Marchesi, dall’economo diocesano mons. Carlo Abbiati e dal segretario-cerimoniere don Flavio Meani. Don Antonio, come ama farsi chiamare, ha partecipato anzitutto al canto del vespro e, al termine, insieme al suo predecessore ha impartito la benedizione.

Nel suo breve saluto ricordando di essere stato per 5 anni vicerettore e poi per 12 anni rettore del Pontificio Seminario Regionale Marchigiano “Pio XI” di Ancona, ha detto di voler instaurare con i seminaristi un rapporto aperto e franco pur nel rispetto del ruolo e delle competenze dei superiori. È seguito la cena alla quale hanno partecipato anche i sacerdoti residenti in Seminario: don Antonio Facchinetti, don Maurizio Lucini e don Paolo Fusar Imperatore. Presenti, naturalmente, il vicerettore don Marco D’Agostino e il direttore spirituale don Primo Margini.

L’incontro vero e proprio si è svolto dopo, nella casa “Le Quattro del pomeriggio”, attorno ad una fetta di torta al cioccolato e alcune bicchieri di amaro portato da don Napolioni dalla sua terra marchigiana. Il nuovo pastore ha poi voluto conoscere personalmente tutti i seminaristi, in modo particolare don Francesco Gandioli che riceverà l’ordinazione sacerdotale il prossimo giugno. Ha chiesto poi delucidazioni sulla vita quotidiana, sullo studio teologico condiviso con le diocesi di Lodi, Vigevano e Crema, sugli impegni pastorali, sui momenti di vita comunitaria. Non è mancata la promessa di portare l’intera comunità in visita nelle sue terre ricche di arte, storia e fede.

“Che cosa accomuna me e voi? – ha chiesto ai giovani che si preparano al sacerdozio -. La docibilitas, ovvero la disponibilità ad imparare sempre, a mettersi sempre in discussione: io la chiama la giovinezza spirituale. Tra gli auguri più belli che ho ricevuto dopo la mia nomina episcopale c’è quello di una cara amica che mi ha detto: «So che saprai guidare perchè ti sei sempre fatto guidare»”.

Mons. Napolioni ha poi chiesto una particolare preghiera perchè settimana prossima vivrà gli esercizi spirituali che lo prepareranno all’ordinazione e all’ingresso in diocesi: “A Camerino – ha concluso – tutti sono stati concordi nella mia scelta di celebrare l’ordinazione a Cremona. D’altra parte non ci si può unire in matrimonio senza la sposa”.

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Mons. Lafranconi per l’Immacolata: “Maria profezia di misericordia”

La Vergine Maria come “profezia di misericordia per ogni uomo”. Così l’amministratore apostolico, mons. Dante Lafranconi, nella Messa Pontificale presieduta la mattina dell’8 dicembre in Cattedrale. Il pensiero è andato naturalmente a S. Pietro dove, proprio mentre a Cremona iniziava la celebrazione, aveva appena preso avvio il rito di apertura dalla Porta Santa.

Prendendo spunto dalle letture, mons. Lafranconi ha anzitutto sottolineato la presenza da sempre dell’uomo nel disegno d’amore misericordioso del Padre: un amore gratuito che non si esprime solo di fronte a un contraccambio.

In controluce all’immagine dell’uomo, che non sempre ha fiducia in Dio e ne prende le distanze con il peccato, quella di Maria, “esempio di questa grazia di Dio che previene l’uomo”. “È facile – ha spiegato mnos. Lafranconi – vedere dentro il volto di Maria l’amore di Dio che in Cristo va a cercare ogni uomo, anche quello che ha dimostrato di non fidarsi di Lui. Per quanto possa essere andato lontano, con i suoi capricci o con i suoi egoismi, Dio va a cercarlo, facendosi uomo e mettendosi dentro la storia per incrociarlo sulle vie comuni dell’uomo: quella della famiglia, quella del lavoro, quella dei sentimenti, quella degli affetti, quella della sofferenza. Il disegno di Dio contempla fin dall’inizio l’Incarnazione e dentro questo disegno Maria è scelta per fornire al Figlio di Dio la natura umana. Per questo Dio la preserva immune dal peccato. Per questo Maria è Immacolata”.

“Maria è segnata in una maniera unica dalla misericordia di Dio – ha proseguito l’amministratore apostolico – per essere profezia di misericordia per ogni uomo. Proprio per questo motivo il Papa ha scelto la festa dell’Immacolata per aprire l’Anno Santo della Misericordia”.

Qui il richiamo esplicito alla celebrazione che negli stessi minuti Papa Francesco stava presiedendo in Vaticano. “La festa dell’Immacolata Concezione è il momento in cui si apre la Porta della Misericordia, ‘dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza’ – ha affermato richiamando la bolla d’indizione del Giubileo –. Uniti al Papa, che questa mattina ha già aperto la Porta Santa della Misericordia in San Pietro, rivolgiamo il nostro sguardo a Maria, la Madre della Misericordia. ‘La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio’”.

La Messa, animata dal coro della Cattedrale, è stata concelebrata da alcuni dei canonici, con il presidente del Capitolo mons. Giuseppe Perotti, e il parroco della Cattedrale, mons. Alberto Franzini.

 

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Don Alessandro Capelletti amministratore parrocchiale della comunità di Pomponesco dopo la rinuncia di don Anselmi

Il vescovo Lafranconi, in data 24 agosto, ha accettato la rinuncia alla parrocchia “Ss. Sette Fratelli martiri” in Pomponesco, presentata da don Marco Anselmi. In pari data ha nominato amministratore parrocchiale della stessa parrocchia don Alessandro Capelletti (in foto), vicario zonale della zona pastorale undicesima.

Biografia dei sacerdoti interessati

Don Alessandro Capelletti è nato a Covo il 27 maggio 1956 ed è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1980. È stato vicario nelle parrocchie di San Leonardo a Casalmaggiore (1980-1888) e Immacolata e San Zeno a Cassano d’Adda (1988-1997). Nel 1997 il trasferimento a Dosolo come parroco. Nel 2011 mons. Lafranconi gli ha affidato anche la comunità di Correggioverde in qualità di amministratore parrocchiale. Dall’ottobre 2014 è vicario zonale della Zona pastorale undicesima.

Don Marco Anselmi è nato a Cremona il 1° gennaio 1971 ed è stato ordinato sacerdote da mons. Giulio Nicolini il 22 giugno 1996. È stato vicario nelle parrocchie riunite di Viadana (Castello, Santa Maria e S. Martino) dal 1996 al 2003, a Soresina dal 2003 al 2006, a Rivarolo Mantovano dal 2006 al 2011, e a Casalmaggiore S. Stefano dal 2011 al 2013. Nell’estate 2013 il trasferimento a Pomponesco come parroco.

 




Prima visita del vescovo eletto mons. Napolioni a Cremona. On-line l’audio dell’incontro con la stampa

Prima visita informale a Cremona per il vescovo eletto mons. Antonio Napolioni. Giunto all’ombra del Torrazzo nel pomeriggio di giovedì 26 novembre, mons. Napolioni ha incontrato presso Palazzo vescovile il suo predecessore e i suoi più stretti collaboratori. Insieme a mons. Lafranconi ha quindi fatto tappa in Cattedrale, dove è stato accolto dal parroco mons. Alberto Franzini, prima dell’incontro con la stampa nella sala conferenze della Curia. Conclusione di giornata in Seminario.

Nessun programma prestabilito, se non quello di “ascoltare, conoscere e proseguire un cammino già iniziato”. È questa la strada sulla quale mons. Antonio Napolioni intende iniziare il suo episcopato cremonese. Le sue parole in una sala conferenze della Curia di Cremona che nel pomeriggio di giovedì 26 novembre si è riempita di giornalisti, fotografi e cameraman. Circa una quindicina, che hanno incontrato il vescovo eletto di Cremona e hanno avuto modo di un primo momento di conoscenza e confronto.

L’occasione è stata la prima visita informale che mons. Napolioni ha fatto a Cremona. L’arrivo nel pomeriggio, facendo subito tappa a Palazzo vescovile, dove ha incontrato il suo predecessore e i suoi più stretti collaboratori: in particolare il vicario generale, mons. Mario Marchesi, e l’economo diocesano, mons. Carlo Abbiati, naturalmente alla presenza anche del segretario e cerimoniere episcopale don Flavio Meani.

Quindi, proprio accompagnato da mons. Lafranconi, mons. Napolioni ha visitato la Cattedrale. Ad accoglierlo il parroco mons. Alberto Franzini, insieme al collaboratore parrocchiale mons. Antonio Trabucchi e i due sagristi. Dopo una sosta silenziosa di preghiera nella cappella del Santissimo non è mancata neppure la tappa in cripta, dove il Vescovo eletto ha pregato davanti all’urna del patrono sant’Omobono, soffermandosi poi presso le tombe dei vescovi cremonesi, in modo particolare l’arcivescovo Giovanni Cazzani, del quale è stato recentemente aperto il processo per la beatificazione. Mons. Napolioni è stato rimasto letteralmente incantato del massimo tempio cittadino.

Alle 18 l’appuntamento è stato quindi nella sala conferenze della Curia per un primo incontro con la stampa locale. Carta stampata, siti web e televisioni, l’intero panorama della comunicazione cremonese non ha voluto mancare. L’incontro, moderato da mons. Attilio Cibolini, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali e portavoce del Vescovo e della Curia, ha visto interamente protagonista mons. Napolioni, che ha voluto subito rendere omaggio al suo predecessore, seduto al suo fianco. Non parole di circostanza: “Sono felice di essere a fianco del vescovo Dante – ha esordito –, che ho ammirato negli anni passati quando ho avuto occasione di incontrarlo. Non immaginavo certo di dovergli succedere, per la fantasia spirituale e il discernimento del Papa e della Chiesa”.

“Oggi vi incontro ancora da prete”, ha quindi proseguito mons. Napolioni, che sarà consacrato vescovo in Cattedrale il prossimo 30 gennaio, sottolineando tre parole d’ordine che rappresentano una sintesi della sua storia e del suo ministero: la gente, i giovani e i sacerdoti.

Proprio il clero sarà una delle priorità del suo episcopato, con un obiettivo chiaro: “Conoscere i sacerdoti e stare accanto a loro – ha precisato –, aiutarli a essere preti contenti e capaci di servire le loro comunità al meglio. Chiedo scusa se starò magari un po’ meno con la gente, di come vorrei io stesso, per stare di più laddove i preti ne hanno bisogno”. “Credo che gli uomini Chiesa – ha proseguito – devono dialogare con tutti gli uomini e le donne che incontrano sul territorio, e quindi con le culture, con le religioni, con la complessità del mondo, con quello che lo Spirito Santo stesso sta suscitando nel nostro tempo”.

Preciso il riferimento ai media e al mondo della comunicazione, che “Spero non sia solo la civiltà dell’immagine – ha auspicato – ma la civiltà della parola, del dialogo alla ricerca della verità, del servizio alla vita di tutti e al bene comune. Quindi – ha detto rivolto agli operatori della comunicazione presenti – vi ringrazio dell’attenzione, di quello che fate e di come vorrete servire la comunità ecclesiale, affinché la sua parola e la sua missione sia a beneficio di tutti e non sia mai interpretata faziosamente o in maniera legata a interessi particolari”. Poi una piccola tirata d’orecchie, che più che del rimprovero aveva il sapore di una richiesta: “A volte siete frettolosi! Non abbiamo più il tempo di riflettere e capire! Anch’io corro molto, ma maggior ragione qui dovrò imparare ad ascoltare, a riflettere e a capire. Oggi abbiamo grande bisogno di discernimento”.

Non sono mancate le domande e si è scherzato sui primi cento giorni di governo, che al nuovo vescovo serviranno – ha detto – per imparare le vie, i nomi e le facce. Poi ha aggiunto: “Sono tanti i verbi che ho in mente per i primi cento giorni, ma non sono certo quelli di un governante: sono quelli di un fratello che è chiamato anche a essere padre. E che deve prima conoscere la famiglia, altrimenti di chi si assume il ruolo di padre?”.

Tra le curiosità incalzate dai giornalisti quella di non essere mai stato prima sul territorio diocesano. Anzi, mons. Napolioni ha confessato: “Ogni volta che attraversavo la pianura padana dicevo: io qui non ci starei manco morto. E invece ci starò da vivo e volentieri! Il vero incontro con la vita è con i volti!”. E poi rispondendo a una domanda sulla sua reazione alla nomina a vescovo ha aggiunto: “Man mano che ho conosciuto i volti concreti di questa Chiesa ho trovato sempre più pace. In questo momento prevale la serenità e la percezione che è un’opera di Dio”.

Inevitabile una domanda sulla Cattedrale appena visitata. “Dire che mi è piaciuta è poco!”. E poi si è soffermato su un fatto particolare: “Sono stato parroco di una parrocchia senza chiesa, con l’aula liturgica nel salone di un istituto che originariamente era una manifattura tabacchi. Però abbiamo vissuto un’esperienza di comunità splendida. Ora credo che il Signore mi ‘ricompensi’ mettendomi in una Cattedrale così bella, ma mi chieda anche di viverci con lo stesso calore con cui ho vissuto in parrocchia in questi anni”.

Sempre in un clima molto familiare, incalzato dalle domande dei giornalisti, mons. Napolioni ha parlato anche del Seminairo, dei giovani e della famiglia, con l’auspicio che le parrocchie possano essere una trama di comunità educanti, dove le famiglie vivono fino in fondo il loro dono e la loro missione. “I giovani non vanno lasciati soli! Non basteranno iniziative di intrattenimento o catechesi, se la famiglia e le altre agenzie educative non si guardano in faccia e non si trasmettono fiducia … pensate, ad esempio, al rapporto delicatissimo tra genitori e insegnanti”.

A chiudere l’incontro è stato il vescovo Lafranconi, che ha espresso la sua gioia per questo passaggio di consegne che si preannuncia un nuovo e ulteriore passo nel cammino della Chiesa cremonese, compiuto nella successione apostolica. “Dalla prima telefonata che abbiamo avuto e poi dall’incontro la settimana successiva – ha detto mons. Lafranconi – ho veramente ringraziato il Signore per averlo sentito così vicino e fratello, e per certi aspetti anche in sintonia con tante corde del mio cuore. Questo è anche un impegno per noi, di continuare in questa sintonia. La predica più efficacie è quella che si dà nella carità, nella stima e nell’aiuto reciproco: io vorrei proprio essere fedele in questo, e mi sembra che anche lui lo desideri”.

Come sarà essere vescovo emerito? A questa domanda mons. Lafranconi ha detto di voler rispondere tra un anno, sull’esperienza concreta e non sulla fantasia. E qui la conferma di una notizia, già nell’aria: mons. Lafranconi continuerà a risiedere a Cremona. Abiterà – ha precisato lui stesso – in via Faerno, presso la struttura che un tempo ospitava le Angeline.

Prima dell’arrivederci, e dello spostamento in Seminario, il saluto di mons. Napolioni con una semplice ma significativa affermazione: “Sappiate che se direte e scriverete ‘i nostri vescovi’ noi saremo contenti!”.

 

L’incontro del vescovo eletto mons. Napolioni con gli organi di informazione

Photogallery della vista in Cattedrale e dell’incontro con la stampa




L’annuncio nel Concistoro: domenica 18 ottobre il rito di canonizzazione del sacerdote cremonese

Domenica 18 ottobre il beato don Vincenzo Grossi, sacerdote della diocesi di Cremona e fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio, sarà iscritto nell’Albo dei Santi. L’annuncio ufficiale è stato dato la mattina di sabato 27 giugno nel Concistoro ordinario pubblico tenuto da Papa Francesco nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano.

Insieme al beato don Vincenzo Grossi, il prossimo 18 ottobre diventeranno santi anche la beata Maria dell’Immacolata Concezione (superiora generale della Congregazione delle Sorelle della Compagnia della Croce) e i beati Ludovico Martin e Maria Azelia Guérin (coniugi, padre e madre di famiglia).

L’annuncio ufficiale è arrivato sabato 27 giugno quando, alle 10, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha presieduto la celebrazione dell’Ora Terza e il Concistoro ordinario pubblico per il voto su alcune cause di canonizzazione.

Tra queste, appunto, il sacerdote cremonese e fondatore delle Figlie dell’Oratorio, il beato don Vincenzo Grossi. Ciò avviene dopo che, il 5 maggio scorso, Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante un miracolo attribuito all’intercessione del beato Vincenzo Grossi. Si tratta di una guarigione avvenuta 25 anni fa a Pizzighettone, paese natale del beato Grossi.

L’annuncio della data di canonizzazione è arrivata anche a Castelveccana (Va) dove dal 21 giugno scorso è riunito il Capitolo generale delle Figlie dell’Oratorio, l’istituto religioso fondato dal beato Grossi. «L’ormai vicina proclamazione della santità di don Vincenzo Grossi – ha commentato la superiora generale, madre Marilena Borsotti – ci aiuta a sentire più viva la sua protezione e a sentirci parte di una storia guidata dalla grazia di Dio».

La notizia è stata appresa con particolare gioia in diocesi di Cremona, e in particolare nei luoghi segnati dalla presenza di don Grossi. Nello specifico a Pizzighettone: originario del paese rivierasco, appena ordinato prete fu vicario a Gera; e dal 1873 al 1883 parroco di Regona. La Pastorale giovanile interparrocchiale di Pizzighettone si è già mobilitata per essere presente con i propri ragazzi a Roma il prossimo ottobre per prendere parte alla cerimonia di canonizzazione.

E proprio il sito internet delle parrocchie di Pizzighettone sottolinea la coincidenza tra la data della canonizzazione e l’89esima Giornata missionaria mondiale.

«Nel messaggio scritto per questa occasione – ricorda il sito delle parrocchie pizzighettonesi – il Santo Padre, afferma: “Il cinquantesimo anniversario del Decreto conciliare Ad gentes ci invita a rileggere e meditare questo documento che suscitò un forte slancio missionario negli Istituti di vita consacrata. Nelle comunità contemplative riprese luce ed eloquenza la figura di santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni, quale ispiratrice dell’intimo legame della vita contemplativa con la missione. Per molte congregazioni religiose di vita attiva l’anelito missionario scaturito dal Concilio Vaticano II si attuò con una straordinaria apertura alla missione ad gentes, spesso accompagnata dall’accoglienza di fratelli e sorelle provenienti dalle terre e dalle culture incontrate nell’evangelizzazione, tanto che oggi si può parlare di una diffusa interculturalità nella vita consacrata. Proprio per questo è urgente riproporre l’ideale della missione nel suo centro: Gesù Cristo, e nella sua esigenza: il dono totale di sé all’annuncio del Vangelo”».

E il sito delle parrocchie di Pizzighettone prosegue: «Un punto essenziale, quello dell’anelito missionario nella vita consacrata, anche per l’Istituto delle Figlie dell’Oratorio, riunito in questi giorni a Castelveccana Villa Immacolata, a Castelveccana (VA), nel XVI capitolo generale. Le religiose sono chiamate non solo a scegliere la nuova madre generale che guiderà l’ordine per i prossimi anni ma anche a rileggere il carisma e la spiritualità del loro padre fondatore, partendo da quella frase che don Grossi consegnò alle sue suore: “La via è aperta: bisogna andare”. Chiamate dal Signore ad essere benedizione per il mondo, le Suore Figlie dell’Oratorio vogliono “abbracciare il futuro con speranza”, per essere nelle nostre comunità e nel mondo, presenza della Sua Risurrezione».