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Online i materiali informativi e i moduli relativi agli atti di amministrazione straordinaria

Il Settore amministrativo della Curia vescovile di Cremona mette a disposizione delle Parrocchie, in particolare dei Consigli per gli affari economici, i materiali relativi agli atti di amministrazione straordinaria presentati nel corso delle serate formative delle scorse settimane nelle cinque zone pastorali.




Adeguamento liturgico della Cattedrale, sarà una «gara d’amore» (VIDEO e FOTO)

“Spazi per celebrare: adeguamento liturgico della Cattedrale”: questo il titolo del documentato convegno svoltosi nella serata di giovedì 18 giugno nella Cattedrale di Cremona e trasmesso in diretta sui canali web della Diocesi. Una serata che ha fatto il punto sulla prossima sfida che attende la comunità cremonese: la rielaborazione dell’area presbiterale del plurisecolare tempio e che porterà a una definitiva sistemazione dell’altare, dell’ambone e della cattedra del Vescovo, da anni affidati a strutture mobili divenute sempre più inadeguate. Da qui la preziosa opportunità offerta dal bando pubblicato nel 2018 dalla Conferenza episcopale italiana e alla quale la Diocesi cremonese ha partecipato con entusiasmo e speranza.

Dopo il saluto di Gabriele Barucca, della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova, il convegno è iniziato con un breve filmato, tratto dal documentario “Gli affreschi della Navata Maggiore” con il professor Antonio Paolucci, cui è seguita la relazione di don Andrea Foglia, esperto di storia della chiesa locale e già responsabile dell’Archivio storico diocesano. A lui il compito di riassumere la corposa cronologia della Cattedrale. «Non è certo facile compiere una opera di ricostruzione storica – ha premesso il sacerdote –. Un primo dato certo ha tuttavia una forte valenza simbolica: la Cattedrale attuale insiste sull’area che tra la fine del quarto e gli inizi del quinto secolo era occupata dal cosiddetto gruppo episcopale, un complesso articolato in due edifici paralleli: uno più grande, dedicato a santa Maria e utilizzato per le celebrazioni festive con il popolo, e uno più piccolo, dedicato a Santo Stefano e utilizzato probabilmente dal vescovo per l’officiatura feriale. Al centro, verso est, sorgeva il Battistero». «Quando a partire dal 1107 fu costruita l’attuale Cattedrale – ha significativamente evidenziato don Foglia – il presbiterio fu realizzato in corrispondenza con antico battistero: l’area dove era iniziata la prima irradiazione cristiana in città, insomma, è venuta a trovarsi nel cuore del nuovo edificio, in stretto rapporto con i nuovi spazi delle celebrazioni liturgiche».

«Perché adeguare?», si è interrogato don Daniele Piazzi, responsabile dell’ufficio liturgico diocesano, nelle prime battute del suo intervento, anch’esso introdotto da un filmato. «La motivazione che sta alla base del cambiamento è molto profonda: la riflessione ecclesiale degli ultimi due secoli ha infatti maturato pensieri antichi che si erano persi ma non annullati. Occorre ritornare alla radice stessa del popolo di Dio, all’assemblea, mai uguale a se stessa nel tempo, ma sempre uguale nelle convocazioni domenicali». «Il primo spazio che abitiamo è il nostro corpo messo vicino a quello degli altri e accorgiamo in questi momenti di distanziamento sociale quanto ci manchi fare spazio insieme – ha proseguito –. La nostra radice è il Battesimo e occorre che quello che la Teologia ha riscoperto diventi la spiritualità di tutti: il momento più grande di un amore più grande che ci mette insieme è quando veniamo lavati, partecipiamo a un pasto comune». «Per questo gli spazi dell’Eucarestia non possono essere gli spazi del solo prete: occorre che questo sacerdozio battesimale quasi esploda anche nelle dimensioni degli spazi che abita – ha concluso don Piazzi –. Queste mura hanno segnato la presenza cristiana nella storia della nostra città e della nostra diocesi: quando qui ci riuniamo con il nostro Vescovo, nella molteplicità dei servizi, ci ritagliamo questo spazio e costruiamo questa comunità».

Tra gli interventi anche il collegamento video con don Valerio Pennasso, direttore nazionale per i Beni culturali ed artistici, e l’edilizia e culto. «A gennaio dello scorso anno – ha ricordato il sacerdote – diverse diocesi italiane si sono imbarcate in questa avventura che non è una questione solamente legata all’adeguamento architettonico o semplice riqualificazione di ambienti, ma va a toccare i momenti importanti della vita della comunità ecclesiale, un bene particolarmente importante per la nostra vita di Fede». «Riappropriarsi del significato delle azioni e dei gesti per entrare in Cattedrale è indispensabile per far in modo che la Cattedrale esca e si raccordi con la città e con tutte le sue espressioni culturali – ha proseguito –. Oggi non possiamo essere vicini tra di noi per il distanziamento sociale imposto dall’emergenza sanitaria e questo fa apprezzare di più la necessità che le nostre chiese diventino casa nostra». «Quando ci ritroveremo come prima nelle nostre chiese, – ha concluso – tornare ad essere vicini ci farà gustare come è bello essere popolo di Dio».
L’evento, articolato in più momenti, è stato aperto

Ha quindi preso la parola don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, anche ha voluto affidare a una curiosità storica l’esordio del suo intervento. «Non è sempre stato facile formulare bandi affidare lavori e appaltare opere: lo sapevano bene i canonici quando, nel 1483, dovettero difendere un artista dalla denuncia presentata da antagonisti che sollevavano dubbi sulla legittimità dell’affidamento dell’incarico». Si aprì così una lunga polemica, che si risolse più tardi in modo positivo – con la conferma della scelta dei canonici – ma che mise alla luce rivalità e divisioni, invidie e incomprensioni che solo la magnificenza di quanto realizzato è riuscita a far superare. «Sulla scorta del passato dobbiamo fare tesoro della bellezza, – ha precisato don Gianluca – conservarne la memoria, valorizzare e cercare di far vivere la nostra Cattedrale scrigno di opere d’arte, ma ancora oggi cuore della vita liturgica cittadina e diocesana».

Don Gaiardi ha poi fatto il punto su questioni di più squisito carattere tecnico: la Diocesi cremonese ha partecipato al bando che la Cei ha promosso nel dicembre del 2018, ricevendo l’interesse di ben 63 diocesi italiane. Solo quindici diocesi – tra cui Cremona – sono tuttavia passate alla seconda fase del complesso iter burocratico, presentando la manifestazione di interesse e un preliminare studio di fattibilità. Nel maggio del 2019 la proposta cremonese è stata dichiarata ammissibile, assieme a quella di altre cinque diocesi e da lì è partito un percorso di approfondimento sempre più intenso. «Ad oggi stiamo lavorando per i punti fondamentali della fattibilità – ha proseguito don Gaiardi –. Il coinvolgimento della comunità è necessario perché il cammino possa essere il più sinodale possibile». È stimato in circa un anno il tempo per la realizzazione di tutte le tappe dell’iter amministrativo: la Cei si è impegnata a contribuire con una somma di 300mila euro, pari al 75 per cento del costo del progetto. «Le esperienze vissute mostrano come adeguare architettonicamente una Cattedrale significa toccare la carne viva della Chiesa e accedere al cuore della sua vita – ha concluso –. È molto più che adeguamento di uno spazio celebrativo, significa eseguire una operazione di spessore culturale ed artistico per poterci accostare al Corpo e al Sangue di Cristo».

«Se qualcuno pensasse che è colpa del vescovo venuto da lontano questa ennesima voglia di cambiamento, si sappia che da tempo queste strutture sono in attesa di verifica e trasformazione in qualcosa di definitivo», ha tenuto scherzosamente a precisare il vescovo Antonio Napolioni nel suo indirizzo di saluto che ha chiuso il convegno. «Gli scalini dell’ambone e della cattedra realizzati in compensato e polistirolo sono scricchiolanti e testimoniano l’urgenza di compiutezza». Una situazione provvisoria che non può proseguire a lungo e che si trasforma in «una gara d’amore per la Cattedrale». «Lo dico da figlio di questa Cattedrale – ha proseguito il vescovo – che per me è grembo materno e dove il 30 gennaio 2016 ho ricevuto ordinazione episcopale». «Il mio compito – ha concluso – sarà di accompagnare le fasi di questo processo ma anche di vigilare perché questa “mamma” non venga sfigurata, in continuità con la straordinaria bellezza che ci è stata consegnata e che deve oggi attestare l’amore dei suoi figli del ventunesimo secolo».

 

Photogallery della serata

 

 




Due nuovi libri su “Il Malosso e la sua bottega” e “Il convento di San Domenico a Cremona”

“Il Malosso e la sua bottega” e “Il convento di San Domenico a Cremona” sono le due monografie fresche di stampa, pubblicate da Scalpendi editore grazie al finanziamento della Diocesi di Cremona. Un progetto portato avanti con convinzione dall’Ufficio beni culturali ecclesiastici, nell’ambito di un più ampio disegno volto a valorizzare lo straordinario patrimonio di oggetti d’arte sottoposto alla tutela della diocesi cremonese che culminerà con l’apertura, nei primi mesi del 2020, del Museo diocesano all’interno del palazzo vescovile.

 

La presentazione ha avuto luogo proprio in Duomo nel tardo pomeriggio di venerdì 13 dicembre. Un vero e proprio regalo di santa Lucia, ha sottolineato l’incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, don Gianluca Gaiardi, aprendo la serata.

Saluto di don Gaiardi

 

Entrambi i volumi sono introdotti da uno scritto di Marco Tanzi, professore ordinario presso l’Università del Salento, che generosamente ha prestato le proprie competenze ai due giovani autori, supervisionandone il lavoro. A lui il compito di introdurre la presentazione delle pubblicazioni.

Introduzione del prof. Tanzi

“Il Malosso e la sua bottega” è il frutto del lungo e paziente lavoro di Raffaella Poltronieri dell’Università di Verona: raccoglie e analizza, per la prima volta, la copiosa produzione di Giovan Battista Trotti, detto appunto il Malosso, pittore assai prolifico e intelligente imprenditore, il cui percorso artistico costituisce un anello di congiunzione tra la splendida stagione cinquecentesca dei fratelli Campi e la Cremona del Genovesino, arrivando a ricoprire il ruolo di artista di corte presso la corte dei principi Farnese a Parma.

Questo libro nasce soprattutto con lo scopo ambizioso di illustrare la grande produzione artistica del Malosso, con la qualità delle immagini e di lettura che significa una visione ravvicinata delle opere e un’attenzione particolare alla sua sostanza materiale ed estetica. Non senza tralasciare una cura costante nella scelta, da parte dell’autrice, negli apparati storici e documentari, come impone il livello sempre più sofisticato degli studi attuali, che non trascura gli aspetti diagnostici, ma che valorizza le capacità di ricerca delle fonti storiche e l’occhio esperto dello storico dell’arte.

Questo volume è dedicato al Trotti, ma inserito in un contesto sociale e comunitario, una serie di opere collegate fra di loro per ragioni di tema o di collocazione storica e ambientale, di formazione nella bottega di uno tra i più grandi maestri cremonesi del tempo. In tutti i casi, si tratta di testimonianze che hanno lasciato una traccia significativa nella storia dell’arte e nella cultura.

Intervento di Raffaella Poltronieri 

 

“Il convento di San Domenico a Cremona” è invece il risultato della rielaborazione della tesi di dottorato di Adam Ferrari all’Università degli Studi di Milano, il quale, attraverso l’approfondimento in diversi archivi (spingendosi fino all’archivio della Congregazione per la dottrina della fede in Vaticano) e sopralluoghi in numerosi luoghi di culto, a volte dispersi nelle campagne tra il cremonese e il mantovano, ha scritto, per la prima volta, la storia del convento domenicano di Cremona abbattuto nella seconda metà dell’Ottocento, analizzando le diverse campagne decorative avviate, soprattutto, dai priori e dagli inquisitori che si sono succeduti nel corso dei secoli.

Una chiesa distrutta, ma non persa. Così si potrebbe definire il complesso monumentale di San Domenico, a Cremona. Dopo il suo abbattimento, avvenuto nel XIX secolo, le grandi opere che vi erano conservate sono state disperse nei posti più disparati. Adam Ferrari ha saputo imbastire con pazienza, tenacia e determinazione un’attività di recupero non indifferente, consegnando al lettori un frutto ordinato e puntuale del proprio lavoro.

Intervento di Adam Ferrari 

 

Altro aspetto non secondario è il piacere che si prova nel leggere pagine fresche d’inchiostro e ricche di entusiasmo, levarsi dalla giovane mano di chi le scrive. Emergono così giovani talenti del territorio cremonese e non solo, che con sguardo non miope vedono nel futuro e nello scambio di informazioni un ulteriore sviluppo della ricerca, per non arenare e chiudere il bagaglio della propria conoscenza, permettendo così il circolare delle idee e delle informazioni. Spesso la provincia chiusa non ha consentito di divulgare le ricerche, con il rischio di dimenticarle. Oggi la Diocesi vuole tentare di fare tutto questo, augurandosi che le nuove generazioni si possano sentire protagoniste e coinvolte nel cercare, studiare, promuovere, trasmettere.

Conclusione di don Gaiardi

 

La fotogallery della presentazione




È online il nuovo sito del Museo Verticale del Torrazzo

È online all’indirizzo www.museoverticale.it il nuovo sito del Museo Verticale del Torrazzo. Pensato per preparare i turisti e soprattutto gli studenti delle scuole ad una visita, il sito si presenta con una struttura del tutto originale: la navigazione tra i contenuti, infatti, si svolge scorrendo – a differenza di ciò che accade normalmente – la schermata dal basso verso l’alto.

Non solo dunque il nuovo sito consente di prenotare le visite guidate, ma offre anche informazioni sulle sale e sull’allestimento del Museo Verticale. In ogni sezione del sito è infatti possibile esplorare le sale che il visitatore attraversa durante la salita dei 502 gradini della torre campanaria in laterizi più alta d’Europa. Sul sito di trovano infatti testi informativi e un ricco apparato fotografico, ma anche tutti i pannelli del Museo Verticale, scaricabili in formato .pdf e dunque utilizzabili come prezioso strumento didattico in preparazione alla visita stessa.




La Pala Schizzi dalla Cattedrale in prestito alla mostra «Il Rinascimento di Pordenone»

Il dipinto della Cattedrale intitolato  “Madonna col Bambino, i Santi apostoli Giacomo e Filippo, un angelo musico e il donatore Giacomo Schizzi”, noto come Pala Schizzi dal nome del donatore, opera di Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone, è partito ieri per la mostra “Il Rinascimento di Pordenone” che si terrà presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato” dal 26 ottobre 2019 al 2 febbraio 2020.

Per garantire la sicurezza dell’opera il trasporto è stato effettuato da una ditta specializzata nel settore del traporto di opere d’arte, con una doppia cassa climatizzata appositamente costruita. In Duomo è attualmente esposta una copia dell’originale.




“Storia in cerca d’attore”: riflessioni sul tempo salendo il Torrazzo

“Storie in cerca d’attore” è il titolo di un progetto che vede come protagonisti non solo CrArT – Cremona Arte e Turismo e Compagnia dei Piccoli, ma anche l’intera città di Cremona, la sua storia e l’amore per la letteratura.

Il progetto prevede la realizzazione di percorsi guidati organizzati dalle guide di CrArT accompagnati da attori della Compagnia dei Piccoli. Le tappe dei percorsi si articolano lungo le strade della città, attraverso la scoperta di monumenti di Cremona descritti nel loro aspetto storico-artistico e attraverso l’ascolto di componimenti in prosa o poesia che accompagnano la riflessione sul tema tempo declinato in ogni suo aspetto.
Il primo appuntamento si è svolto nel pomeriggio di domenica 7 ottobre presso il monumento più famoso della città di Cremona: il Torrazzo. Durante la salita i visitatori hanno scoperto il ruolo storico che la torre ha ricoperto nel corso dei secoli, le tante misurazioni che l’orologio astronomico segnala da secoli, meccanismi e strumenti complessi di misurazione del tempo conservati nelle sale del Museo Verticale. Lungo le sale del Torrazzo alcuni attori hanno aiutato i visitatori a riflettere sul tema tempo: la sua essenza effimera, il suo ruolo giudice nella vita dell’uomo, il suo fascino che portato Galileo a studiare cielo e stelle…
La rassegna continua con altri tre appuntamenti che vedranno il tema “tempo” declinarsi attraverso altri molteplici aspetti.

Domenica 15 dicembre 2019: I fantasmi del Natale, Cattedrale di Cremona

ore 20:30 – 21:30

Quota di partecipazione: 10 euro

Ritrovo presso l’ingresso della Cattedrale

Il tempo della vita negli affreschi della Cattedrale. Brani tratti dal celebre “Canto di Natale” di C.Dickens. Un viaggio dentro la cattedrale di Cremona che nel periodo natalizio permetterà ai visitatori di rivivere il tempo passato, quello immediato e quello sognato.

Domenica 16 febbraio 2020:  La tela nascosta, Palazzo Pallavicino Carotti

ore 14:30 – 15:30 – 16:30

Quota di partecipazione: 10 euro

Ritrovo in Corso Matteotti 19

Il tempo della bellezza attraverso il palazzo nobiliare Carotti. Brani tratti dal Romanzo di Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray. L’arte e la bellezza possono sospendere il trascorrere del tempo? Esiste una bellezza eterna? Come vincere la paura del tempo che scorre e ruba fama, bellezza e vigore?

Sabato 9 maggio 2020

Panta rei, il tempo della vita lungo il fiume Po

ore 14:30 – 15:30 – 16:30

E’ gradita la prenotazione. Info Crart: 328 7438425

Quota di partecipazione: 10 euro

Ritrovo alle Colonie Padane, via del Sale 60

Il tempo della storia: Cremona nasce ai piedi del fiume Po. Storie e leggende. Viaggio lungo il fiume che non può fare altro che scorrere, come il tempo delle lancette di un orologio che indifferente se ne va senza preoccupazioni lasciandole tutte a chi resta sulla riva a guardarlo.




La Cattedrale di Cremona vince il bando nazionale per l’adeguamento liturgico

«La cattedrale “è il centro della vita liturgica della diocesi” da cui deriva la necessità che le celebrazioni ivi presiedute dal vescovo “siano un esempio per tutta la diocesi”». Così – citando il “Cerimoniale dei Vescovi” – l’Ufficio Liturgico nazionale e l’Ufficio nazionale per i Beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto esprimono la motivazione profonda del bando nazionale per l’adeguamento liturgico delle Cattedrali. Un bando che vede tra le diocesi vincitrici proprio la diocesi di Cremona.

Promosso dagli uffici della Conferenza Episcopale Italiana, il bando pubblicato nel 2018 prevede il co-finanziamento con fondi dell’8xmille di progetti di adeguamento liturgico definitivo per sei Cattedrali sul territorio italiano. L’ufficio diocesano per i Beni culturali e l’edilizia di culto diretto da don Gianluca Gaiardi e l’ufficio Liturgico guidato da don Daniele Piazzi hanno aderito dapprima alla fase regionale del bando che ha visto la szelezione di Cremona tra le tre diocesi lombarde partecipanti; nella seconda fase sono stati poi 6 i progetti vincitori sui 14 presentati: Cremona è tra questi insieme ad Asti, Belluno-Feltre, Montepulciano-Chiusi-Pienza, Sessa Aurunca e Acerenza.

La vittoria del bando consente di accedere dunque ad un contributo fino al 75% della spesa massima ammissibile di 400mila euro per un progetto di adeguamento liturgico che riguarderà l’ambone, l’altare e la cattedra del Vescovo secondo le linee liturgiche indicate dal Concilio Vaticano II. «La finalità del bando – commenta don Gaiardi – è quella di far emergere in particolare l’idea che la Chiesa Madre sia un riferimento per tutta la comunità diocesana per un nuovo stile celebrativo che dal Concilio ha fatto suoi alcuni principi essenziali come la partecipazione dell’assemblea, la lingua italiana, la riforma dei testi liturgici che a breve vedrà anche la pubblicazione del nuovo Messale».

Tra gli aspetti promossi e valutati da bando nazionale anche l’inserimento della chiesa Cattedrale in un contesto storico, sociale, culturale e architettonico: «La preparazione del progetto – si legge ancora nel bando – può costituire un momento fecondo in un’ottica ecclesiale che coinvolga i fedeli in un dialogo con il più ampio contesto urbano e sociale»

«Per questo – prosegue l’incaricato diocesano – abbiamo presentato uno studio di fattibilità con una documentazione che tenesse conto del valore storico artistico della nostra Cattedrale, dei lavori fatti finora per la conservazione e la valorizzazione delle diverse parti dell’edificio e del patrimonio mobile che custodisce, ma anche dell’inserimento del Duomo dentro la città e il territorio diocesano confermato dagli eventi culturali e dalla nascita di un polo museale di cui fanno parte il Museo Verticale del Torrazzo, il Battistero e il nascente Museo Diocesano».

Ora dunque si entra in una nuova fase che partirà dalla promulgazione di un nuovo bando ad hoc per la valutazione di progetti specifici per la Cattedrale di Cremona. A scriverlo saranno gli uffici diocesani in collaborazione con quelli della Conferenza episcopale italiana. I progetti saranno poi valutati da una commissione composta da membri diocesani, delegati regionali, esperti nominati dalla Cei e anche dalla Soprintendenza.

L’idea è quella di un adeguamento definitivo degli elementi centrali per la celebrazione liturgica: l’altare, l’ambone e la Cattedra del vescovo. Elementi oggi poggiati su supporti provvisori che saranno dunque sostituiti, dentro un progetto complessivo che intende anche valorizzare elementi artistici come i bassorilievi dell’Amadeo, oggi poco valorizzati.

L’auspicio è quello di poter presentare il progetto vincente in occasione della Settimana Liturgica Nazionale che nell’agosto 2020 sarà ospitata proprio dalla diocesi di Cremona.

 




Inaugurata ufficialmente la nuova illuminazione della Cattedrale

Il concerto del “Complesso bandistico città di Cremona” nella in Cattedrale in memoria di Luigi Maschi, fondatore di Idea Verde e cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, tenutosi nella serata di venerdì 28 giugno è stato occasione per inaugurare la nuova illuminazione del Duomo. Il parroco della Cattedrale, mons. Alberto Franzini, nel salutare i numerosi presenti ha voluto ricordare l’affetto che ancora oggi i cremonesi hanno per il cav. Maschi, scomparso dopo una lunga malattia nell’agosto 2014.

Non sono mancati i ringraziamenti e il ricordo da parte della figlia, Mara Maschi, seguiti dalle parole del vescovo Antonio Napolioni: «Ricordiamo, attraverso i fiori e la musica, un uomo che ha lasciato una scia luminosa nella sua vita. Perché anche ognuno di noi possa essere un frammento di scia luminosa abbiamo bisogno di una maestra come la Chiesa, la famiglia, per riuscire a riconoscere il vero bene di una luce, non artificiale, ma autentica e veritiera”.

Ascolta l’intervento di mons. Antonio Napolioni

Nel suo intervento don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni e le attività culturali, ha presentato la nuova illuminazione, indirizzata a implementare la luce della Cattedrale per valorizzare maggiormente le opere, in particolare il ciclo cinquecentesco, grazie ai più di 170 corpi luminosi di nuova tecnologia led a diversa gradazione, idonea a illuminare luoghi artistici. I ringraziamenti sono andati a chi ha realizzato la nuova illuminazione: l’architetto progettista che ha diretto i lavori, Eva Balestreri, insieme all’ingegnere Paolo Solzi, la ditta Rimani di Torino che ha fornito le luci, i dipendenti della ditta Impianti Tonghini e gli sponsor Banca di Piacenza, presieduta dall’avv. Corrado Sforza Fogliani, e Autostrade Centro Padane.

Ascolta l’intervento di don Gianluca Gaiardi

Il “Complesso bandistico città di Cremona”, diretto dal maestro Francesco Amighetti, che è stata arricchita anche dalla partecipazione della “Junior Band” diretta dal maestro Andrea Norelli, ha eseguito brani di diversi generi musicali.

Photogallery




Torna a splendere la chiesa di Pomponesco

Gli interventi di restauro della chiesa arcipretale dei Santi Sette Fratelli Martiri, avviati nel 2002 e recentemente completati, saranno presentati ufficialmente alla comunità parrocchiale venerdì 21 giugno. Alla serata inaugurale, che avrà come tema “Santa Chiesa di Dio che cammini nel tempo”, interverranno don Gianluca Gaiardi (direttore Ufficio beni artistici della diocesi di Cremona), il parroco don Davide Barili, gli architetti Desolina Mori e Lorenzo Ferretti Garsi (studio Archivolto), i geometri Giampaolo Lucchini e Andrea Capelli, i restauratori della parte pittorica Massimo Tisato, Silvia Flisi e Valentina Ponti, e il restauratore degli arredi lignei Sebastiano Genovesi. Nel corso dell’appuntamento, il maestro Daniele Anselmi offrirà un commento musicale. Al termine, rinfresco in oratorio.

La chiesa di Pomponesco è tornata a mostrare ai fedeli l’aspetto e la bellezza originari (l’assetto odierno è ottocentesco, anche se la fondazione della chiesa risale al Trecento; ndr) in occasione dei recenti festeggiamenti della Settimana Santa, al termine di lavori protrattisi per ben diciassette anni. Il restauro conservativo dell’edificio sacro era stato avviato dal compianto don Romano Gardini: un’opera portata avanti a lotti, e sostenuta economicamente da diverse famiglie e aziende del posto (che hanno “adottato” singole cappelle o altre porzioni di lavori, sponsorizzandone il recupero).

Per anni parti della chiesa sono state ingombrate dai ponteggi. Dal punto di vista tecnico, l’intervento non è stato semplice: gli strati superficiali della pellicola pittorica presentavano infatti numerosi sollevamenti, a causa dei fumi di candela, delle muffe e delle infiltrazioni di acqua piovana, oltre che per gli effetti del vecchio impianto di riscaldamento a gasolio e di un incendio del coro avvenuto diverso tempo fa. Il film pittorico e l’apparato decorativo interno (gli affreschi della cupola e delle vele della volta, i soffitti a cassettoni, le tinteggiature, la cassa dell’organo) sono stati completamente recuperati. Ogni superficie, a seconda della particolare composizione e dei problemi evidenziati, è stata pulita con le metodologie più idonee, individuate a seguito di appositi saggi di pulitura. Gli operatori, sempre in accordo con la Sovrintendenza, hanno provveduto inoltre a ritoccare le lacune e riposizionare gli stucchi mancanti. Nel corso dell’intervento di recupero, sono stati definitivamente sistemati anche coro, altari e suppellettili.

Nel 2012, si erano resi necessari in aggiunta lavori di messa in sicurezza e consolidamento strutturale dell’intero edificio, a causa dei danni provocati dal terremoto. Nel complesso, il costo dei restauri supererà i 300mila euro, finanziati da offerte, mutui, contributi a fondo perduto e devoluzioni del 5 per mille Irpef.




Bellitalia: il Museo verticale del Torrazzo protagonista su Rai3

Il Torrazzo di Cremona, con il suo “Museo verticale”, protagonista nella mattinata di sabato 9 febbraio (ore 11) su Rai3 a “Bellitalia”, la rubrica della TGR dedicata ai beni culturali. Ogni puntata propone un viaggio a tappe attraverso le varie regioni italiane, mettendo in evidenza non solo i tesori artistici e monumentali più celebrati, così da fornire un quadro a tutto tondo dedicato anche e soprattutto alle persone che vogliono informarsi sull’arte, la cultura e il paesaggio d’Italia.

Nel servizio di Alessandra Costa, che ha intervistato l’incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici don Gianluca Gaiardi, l’attenzione andrà al “Museo del tempo”. Osservato speciale il museo del Torrazzo di Cremona, il campanile più alto d’Europa, che racconta le antiche tecniche per misurare il tempo e i fenomeni astronomici.

Il museo, inaugurato l’11 novembre scorso alla presenza del vescovo Napolioni, sta riscuotendo molto interesse.

Tra gli altri servizi della puntata del 9 febbraio di “Bellitalia”: “La strada dei maestri” in Val Tiberina, il borgo di Cerreto Sannita ricostruito dopo il terremoto del 1688 e candidato a Patrimonio dell’Umanità, passando poi dalla Campania alla scoperta di un gioiello di urbanistica antisismica. E ancora: nel cuore di Firenze, il restauro di una chiesa del Cinquecento che ha rivelato, sotto uno strato di vernice grigia, un bellissimo soffitto affrescato. Poi i nuovi capolavori di cui si arricchisce la Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Per finire l’imprinting italiano del protocollo internazionale per la salvaguardia dei beni culturali nell’epoca dei mutamenti climatici.