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Bassetti: servono i cattolici per “rammendare il tessuto sociale dell’Italia”

In Italia servono cattolici che sappiano “rammendare il tessuto sociale dell’Italia con prudenza, pazienza e generosità”. Che sappiano unire il Paese e non dividerlo, o peggio dividersi tra “cattolici della morale” e “cattolici del sociale”. Si è conclusa con questo forte appello all’impegno la prima prolusione del cardinale Gualtiero Bassetti da presidente della Cei, tenuta nel pomeriggio di lunedì 25 settembre.

“La dignità della persona umana non è mai calpestabile e deve essere il faro dell’azione sociale e politica dei cattolici”, la consegna durante l’apertura del Consiglio permanente: non ci si può “prendere cura dei migranti e dei poveri per poi dimenticarsi del valore della vita” o, al contrario, “farsi paladini della cultura della vita e dimenticarsi dei migranti e dei poveri, sviluppando in alcuni casi un sentimento ostile verso gli stranieri”. Quatto gli ambiti da non disertare: il lavoro, i giovani, la famiglia e le migrazioni. Tra le richieste, una “nuova cittadinanza” per i migranti che nascono in Italia e il “fattore famiglia” per contrastare la denatalità. No a “cultura della paura” e xenofobia: “A noi interessa che l’Italia diventi un Paese migliore”.

“Sento una grande responsabilità che si addolcisce nella consapevolezza di servire la Chiesa italiana”, esordisce il cardinale a proposito del suo nuovo incarico: il primo grazie è ai parroci e ai giornalisti, il primo sentimento di vicinanza è alle donne vittime di violenza, alle vittime del terremoto in Centro Italia e a quelle dell’alluvione a Livorno.