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Bahia, alla Casa di Marta, Maria e Lazzaro, una famiglia per gli “ultimi” della favela

Lo scorso 29 luglio la parrocchia di Gesù Cristo Risorto di Salvador de Bahia, ha celebrato la festa dei Santi Marta, Maria e Lazzaro, particolarmente sentita dalla comunità, come dimostra la presenza di una casa di accoglienza che ha proprio questo nome: “Casa di Marta, Maria e Lazzaro”.  Un struttura fondata più di dieci anni fa da Dona Edivania, che ha aperto questa casa per accogliere persone di strada.

Dona Edivania è una signora di poco più di 50 anni che ha scelto di dedicare la sua vita alle persone di strada. Ha iniziato molti anni fa aprendo una piccola comunità che ospita oggi uomini senza fissa dimora. Sono 10/12 uomini che vengono dal mondo della strada (a Salvador ce ne sono molti) e che accettano di entrare in questa comunità. Spesso sono persone che provengono da qualche periodo in ospedale o in altre comunità. Spesso non hanno più riferimenti parentali e cercano un modo per ricominciare a vivere.

Dona Edivania, dopo un colloquio, li accoglie. C’è un tetto sulla testa, un letto dove potersi riposare, dei pasti caldi e ben preparati, ma soprattutto c’è l’accoglienza di una amicizia, di una parola, di piccole e grandi attenzioni. C’è, in sostanza, un po’ di amore.

Chi ha vissuto per strada per mesi o anni, spesso ha dimenticato di tutte queste cose. Ha vissuto nella paura del nemico, dell’arrangiarsi come si può, del non guardare in faccia nessuno perché è la propria vita contro quella degli altri, ma soprattutto ha vissuto la tragedia del sentirsi inutile e abbandonato.

 

Così avviene il piccolo grande miracolo della “Casa di Marta, Maria e Lazzaro”: nelle stanze della comunità si vivono momenti di gioia per un nuovo ospite che arriva, per una piccola festa “in famiglia”, per una amicizia che si riscopre… ma anche momenti di tristezza: l’abbandono di chi non se la sente di continuare, qualche momento di tensione, due anni fa anche la morte di una persona.

È la vita della casa, scandita da una campana che richiama per la preghiera, per il momento del pranzo e della cena e per qualche momento da vivere insieme. Ognuno ha il suo compito: chi apre il cancello d’ingresso, chi prepara la tavola, chi lava i piatti, chi pulisce… ci si aiuta e si ricomincia a vivere. Da fratelli.

C’è anche una piccola chiesina dove ogni mattina Dona Edivania insieme a chi lo desidera inizia la giornata con la preghiera.
Non tutti sono cattolici, a volte alcuni non credono, ma – Dona Edivania ne è sicura – il Signore Gesù è presente nella casa di Marta, Maria e Lazzaro.