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Azione Cattolica e Parrocchie, in Seminario una mattinata di confronto con il Clero

Sono circa 1.400 gli associati all’Azione cattolica in diocesi, divisi in dieci gruppi Acr, un gruppo Giovanissimi e alcuni gruppi di Adulti, che rappresentano la maggior parte dei tesserati. Numeri importanti, seppur in netto calo rispetto al passato. Di questa tematica e delle sfide dell’Azione cattolica per l’oggi e il domani si è parlato giovedì 26 gennaio in Seminario. A caratterizzare l’incontro con i sacerdoti è stata la relazione di don Massimo Orizio, prete della diocesi di Brescia che ricopre l’incarico di assistente regionale unitario dell’Azione cattolica.

Don Orizio ha illustrato gli obiettivi e gli «esperimenti» che l’Ac sta attuando per un tentativo di rinnovamento di cui anche l’associazione necessita. In uno scenario che si concretizza attraverso i processi sinodali, l’Azione cattolica, che in questo momento ha scelto di ispirarsi al modello della Pastorale dell’accompagnamento, è chiamata, secondo don Orizio, a lavorare sul rapporto tra i giovani e i luoghi della vita quotidiana, e sulla dimensione dell’iniziazione cristiana che, come recentemente sottolineato anche nell’assemblea diocesana dei catechisti, deve ormai inserirsi anche nelle realtà associative diocesane.

Rilevante l’appello che l’assistente regionale ha destinato ai sacerdoti, soprattutto a quelli più giovani: «Noi preti siamo sempre meno. Nello scenario futuro, perché i parroci non debbano fare le trottole tra le numerose parrocchie che si troveranno a gestire, dovrà essere impostato un saldo legame con il laicato».

Ascolta l’intervento di don Massimo Orizio

All’incontro ha preso parte anche il presidente diocesano dell’Ac cremonese, Emanuele Bellani, che ha sottolineato come «rilanciare la presenza dell’associazione nelle parrocchie non significa necessariamente aumentare il numero dei tesserati, ma mettersi al servizio di più comunità con più strumenti possibili». E uno di questi, come ha voluto sottolineare Bellani, è quello dell’alleanza; anche tra carismi differenti, ma uniti nell’obiettivo comune.

Un’Azione cattolica che, nonostante la flessione numerica degli ultimi anni, continua a essere una valida proposta di formazione per una autentica presenza laicale nelle parrocchie e in diocesi, un vero e proprio «serbatoio di operatori pastorali» e, come ha detto Papa Francesco all’Azione cattolica ambrosiana nel 2021, «una “palestra” di sinodalità», valida risorsa per la Chiesa italiana. «Ben vengano le adesioni e le partecipazione ai nostri campi – ha poi detto Bellani –, ma non vogliamo essere ricordati solamente come coloro che organizzano i campiscuola. L’Azione cattolica è nata e continua a esistere per un vero e proprio accompagnamento quotidiano dei nostri giovani».

Tra i tanti obiettivi dell’Azione cattolica cremonese risalta anche la volontà di ricreare a Cremona un movimento studentesco dell’associazione, ma anche quello di rinvigorire e valorizzare i gruppi di adulti, per far vivere lo spirito e i valori di Ac anche oltre «le mura» della associazione. Alla base di questi obiettivi la parola «intergenerazionalità», un legame tra generazioni, ragazzi, giovanissimi, giovani e adulti, con i valori cristiani dell’associazione a fare da filo conduttore.

Nell’incontro tra i responsabili dell’Ac diocesana e il clero una domanda chiara: «Come l’Azione cattolica può essere di servizio nelle parrocchie. Come può rendersi utile nelle attività pastorali?».

 

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