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A Villastrada le chiese dell’unità pastorale come sfondo del presepio

Molti fedeli, e anche visitatori provenienti da fuori, sono rimasti ammirati e commossi, nelle settimane scorse, dal presepio allestito sull’altare della chiesa di Villastrada. L’opera è stata dipinta dai parrocchiani Fausto Negri ed Enrico Mozzina, su pannelli sovrapposti che conferiscono tridimensionalità alla scena. La Sacra Famiglia è ritratta sulla sponda reggiana del fiume Po.

«Sullo sfondo – nota il parroco don Stefano Zoppi – le quattro chiese parrocchiali dell’unità pastorale Dosolo-Villastrada-Correggioverde-Cavallara»: un segno di condivisione tra le diverse comunità, a poco più di un anno dall’avvio del cammino unitario (l’ingresso di don Stefano a Dosolo risale al 15 ottobre 2017).




Pandino, una riflessione sul significato e il ruolo dell’oratorio a partire dalla lettera pastorale “Gesù per le strade”

Una rilettura della lettera pastorale scritta a conclusione del Sinodo dei giovani dal vescovo Antonio Napolioni ed intitolata “Gesù per le strade”. Questo il tema della serata di martedì 8 gennaio all’oratorio San Luigi di Pandino, primo di una serie di incontri che aiuterà a riflettere sul significato e sul ruolo dell’oratorio stesso, anche in vista di una riorganizzazione dei suoi spazi.

Come ha detto il vicario, don Andrea Lamperti Tornaghi, nel suo saluto introduttivo «Si parla di una ristrutturazione dell’oratorio, ma prima di una struttura fatta di pietre e mattoni è meglio riflettere su di un oratorio fatto di persone. E a questo scopo che cosa c’è di meglio della lettera pastorale Gesù per le strade?».

Ospite di questo primo appuntamento proprio il vescovo Antonio, al quale Federica Vanni, a nome dei giovani della parrocchia, ha rivolto alcune domande, utili per altrettanti spunti di riflessione. Ci si è soffermati sui concetti di passione ed entusiasmo, di cambiamento, di ruolo educativo degli adulti nei confronti dell’oratorio, di condivisione e di futuro della chiesa cremonese.

Non è stato un monologo ma un dialogo, con monsignor Napolioni che ha stimolato il pubblico presente a riflettere e ad offrire la propria opinione. «L’esperienza cristiana – ha detto il vescovo – non è una morale ma è l’incontro con Gesù. Passione ed entusiasmo possono scomparire ma se sappiamo dove si alimentano e dove si coltivano, non succederà».

Sul cambiamento: «Deve essere oggetto di un continuo discernimento che ci indichi la strada. La parola di Dio va incarnata comprendendo le possibili scelte da compiere».

Sul ruolo educativo della comunità adulta: «Una comunità adulta è quella comunità che ha una dinamica di ascolto delle esperienze tale da far sì che la comunità stessa possa andare a più velocità».

Quanto al futuro della Chiesa cremonese, secondo il Vescovo «La prima cosa da fare è una piazza pulita di ciò che ci fa male».

Infine, sono tre, secondo lui, gli insegnamenti di cui tenere conto: «Una vita comunitaria gioiosa e fraterna, una passione educativa che si traduca in nuove proposte e l’impegno alla formazione permanente degli adulti».

Al parroco don Eugenio Trezzi il compito di chiudere la serata. Il suo auspicio è che le varie fasce d’età di Pandino si parlino di più. «Questo – ha precisato don Trezzi – porterà ad una maggiore stima reciproca».




Un secolo fa la nascita di Cesare Baroni, l’ “onorevole” di Viadana

Il 5 gennaio sono trascorsi cento anni dalla nascita di Cesare Baroni: “l’Onorevole”, com’era da tutti conosciuto a Viadana. Nato nel 1919, e mancato nel 2003, Baroni fu sindaco di Viadana negli anni ’70 e parlamentare democristiano per più legislature. A lui si deve, tra le altre cose, il progetto di legge che, negli ’60, portò alla costruzione dei ponti stradali in cemento armato sul Po, in sostituzione dei preesistenti guadi in chiatte.

Esponente di primo piano del Cattolicesimo democratico, non solo nell’area Oglio-Po, Baroni fu persona di notevole cultura e correttezza; conservò tuttavia sempre una grande modestia, e fino all’ultimo non mancò con l’appuntamento quotidiano alla messa nella “sua” chiesa di Santa Maria.

Alla morte, lo sterminato e preziosissimo archivio dell’Onorevole è stato donato alla biblioteca comunale Parazzi.

Domenica 13 gennaio, alle 17 al Muvi, il direttore Antonio Aliani relazionerà alla cittadinanza su contenuti e curiosità del Fondo Baroni.




Mercoledì a Viadana Castello incontro con il fondatore della fraternità di Romena

Mercoledì 9 gennaio, alle ore 21 nella chiesa di Castello, a Viadana, incontro aperto a tutti con don Luigi Verdi. Fondatore della fraternità di Romena (Ar), don Verdi rifletterà sul tema “Torniamo umani”. L’antica pieve di Romena – nel Casentino, nel verde della campagna toscana – è oggi luogo di incontro per migliaia di viandanti “in cammino verso una qualità di vita più autentica e un diverso tessuto delle relazioni”. Info sul sito www.romena.it.




A Soresina la clausura apre le porte al presepio vivente

La magia che ogni anno evoca il presepio vivente quest’anno a Soresina ha assunto un sapore ancora più speciale, grazie alla location offerta – nel pomeriggio di domenica 6 gennaio – dai cortili interni del Monastero della Visitazione di Soresina e dalla presenza, anche se breve, delle monache claustrali della Visitazione.

Dopo aver itinerato per tutti i quartieri di Soresina, il presepio vivente è arrivato, infatti, all’interno del Monastero di clausura della Visitazione, grazie a una speciale dispensa del vescovo Antonio Napolioni.

«La scelta di iniziare quest’anno il presepio vivente all’interno del Monastero – ha spiega il vicario don Andrea Piana, organizzatore dell’evento insieme ai tanti volontari della Parrocchia che hanno partecipato come figuranti – vuole essere il nostro grazie alle monache visitandine per la loro presenza in mezzo a noi».

Alle 15 il portone della clausura si è aperto sulle tante locande allestite all’interno dei cortili della clausura e così sono apparsi pescatori, mugnai, vinai, fabbri, maniscalchi, fornai, tessitori, carbonai, fiorai. Dall’altra parte della strada l’harem di re Erode.

A impreziosire la festa anche gli zampognari della “Baghet band” che hanno voluto coinvolgere anche le monache con un breve concerto di arie natalizie a loro riservato in chiesa.

A “vigilare” sulla clausura anche i centurioni romani, un cui picchetto ha presidiato il chiostro interno del monastero, eccezionalmente aperto al pubblico. Naturalmente senza la religiose, che hanno continuato nel nascondimento le loro attività del pomeriggio, pur concedendosi per un saluto dal balcone che si affaccia sul cortile prima della partenza del corteo. Una breve partecipazione che ha aperto i cuori dei presenti in una dimostrazione di affetto ampiamente ricambiato: visibili l’emozione e la gioia delle monache per questo regalo.

“E’ una gioia immensa ospitare il presepio vivente – ha commentato la superiora, madre Maria Teresa Maruti -. Siamo molto grate e siamo felici che il Signore abbia regalato a questo evento una giornata di sole che ha permesso una così ampia partecipazione”.

Solo alle 17 i figuranti hanno lasciato il Monastero della Visitazione per raggiungere prima la chiesa di San Siro, per il censimento, e poi l’Oratorio Sirino per la sacra rappresentazione della Natività: la chiesa del Buon Pastore si è trasformata nella grotta in cui è nato Gesù Bambino e i Magi hanno presentato i loro doni.

La premiazione del concorso presepi ha simpaticamente concluso la giornata. Il primo premio è stato assegnato a Maurizio Ferrari Agradi; il secondo posto se lo è aggiudicato Gabriele Previtali; al terzo posto Matteo e Alessandro Ghirardi.

Photogallery

 




Per Capodanno campo di servizio a Casa famiglia Spinelli

Dal 27 al 29 dicembre a Casa famiglia “Padre Francesco Spinelli”, struttura gestita dall’Istituto delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento a Rivolta d’Adda, si è tenuto il consueto Campo servizio per giovani, un’esperienza che sa coniugare riflessione, preghiera e servizio con gli ospiti anziani e disabili della Struttura. L’appuntamento invernale è previsto sempre in occasione del Capodanno che a Casa Famiglia si festeggia per tradizione il 28 dicembre, occasione nella quale i giovani possono dar spazio alla propria fantasia e creatività per realizzare la festa da vivere con questi nostri fratelli più fragili.

Cosa dicono i nostri giovani dell’esperienza? “Ogni anno – racconta Lucia – è fatto di attimi indimenticabili di gioia, di riflessione e di festa! Noi giovani ci siamo trovati a Casa Famiglia pronti per organizzare la grande festa di capodanno…(anche se in anticipo)! Il tema è stato il tempo, in tutti i sensi. Dopo una prima riflessione sulla percezione del tempo nel nostro contesto sociale, insieme agli ospiti anziani e disabili, all’interno di un laboratorio creativo-espressivo guidato da una educatrice, abbiamo realizzato degli orologi che sono l’oggetto perfetto per “lavorare” sul tempo. Abbiamo avuto la possibilità di vivere molti momenti di riflessione, un’occasione buona per prenderci il nostro tempo. Dopo l’organizzazione, il 28 dicembre è arrivato il momento della festa con tanti giochi, balli, pizza, divertimento e fuochi d’artificio e, al momento di andare a dormire, per alcuni ospiti c’è stata una sorpresa: un pigiama party tutti insieme! È stato davvero tempo di felicità, condivisione e divertimento puro, gratuito e nella semplicità.  Come ogni esperienza è arrivato il momento di salutarsi ma con il desiderio per l’anno di vivere al meglio il nostro TEMPO e viverlo amando chi incontriamo!”




Museo Diocesano, primo via libera in Giunta alla costruzione della nuova hall di ingresso

Via libera della Giunta comunale di Cremona per il successivo passaggio in Commissione consiliare, e quindi in Consiglio comunale, della delibera riguardante la deroga all’art. 15 – intervenibilità – delle Disposizioni attuative del Piano delle Regole del Vigente Piano di Governo del Territorio, per consentire di coprire con una struttura leggera autoportante in acciaio e vetro nel piccolo cortile interno del Palazzo vescovile, che diventerà la hall di ingresso del costituendo Museo Diocesano.

Con l’adozione della deroga sarà quindi possibile alla Diocesi di Cremona realizzare una scala e un ascensore per il superamento delle barriere architettoniche, consentendo la connessione verticale tra il piano d’ingresso, le sale espositive e il primo piano al riparo delle intemperie.

Per l’intervento proposto sono stati acquisiti i pareri della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Cremona, Lodi e Mantova.

“Come Giunta siamo davvero soddisfatti di contribuire alla riuscita di questo importante intervento che porterà alla nascita di una nuova importante sede museale che andrà ad arricchire, in modo significativo e qualificato, la presenza di sedi museali ed espositive della nostra città”, è il commento dell’Assessore al Territorio Andrea Virgilio.




Fede è libertà: a Pandino protagonista l’Humanae vitae

Venerdì 23 novembre a Pandino c’è stato il terzo appuntamento del ciclo di incontri dal titolo Fede e libertà organizzato dalle parrocchie di Arzago d’Adda, Cassano d’Adda San Zeno, Calvenzano, Pandino, Rivolta, Vailate.

Il relatore della serata, il geriatra Dottor. Gian Paolo Conter, ha ripercorso l’Enciclica scritta da papa Paolo VI e che da il titolo alla serata: “Humanae Vitae: il dono contestato”.

«Con questa enciclica abbiamo riconosciuto ai coniugi la loro responsabilità come ministri del disegno di Dio. Gli sposi, ascoltando la Parola e nutrendosi dei sacramenti, sapranno discernere la volontà di Dio nella loro vita coniugale», queste alcune delle più significative parole del Dottor Conter, «Senza prescindere dalla consapevolezza che prima di amare, ogni uomo e ogni donna devono scoprirsi amato e amata da Dio, perché l’unione coniugale è il reciproco dono di sé e amare la propria moglie non è possibile senza aver sperimentato l’amore totale di Dio».

Il dottor Conter ha aiutato l’assemblea a leggere l’enciclica del papa in un’ottica storica, sottolineandone la straordinaria contemporaneità. Centro dell’enciclica, quindi, la sacralità del matrimonio e della famiglia, come creazione di Dio. Visione, quella snocciolata da papa Paolo VI, che ha poi influenzato la visione che la Chiesa ha sviluppato della famiglia e del rapporto uomo-donna all’interno del matrimonio.

«Il fine dell’uomo» sottolinea il dottor Conter «è la santificazione: solo stando insieme nella relazione con Dio, i coniugi possono diventare santi».
Il quarto e ultimo appuntamento, dal titolo “Padre dove sei?” si terrà nell’oratorio di Calvenzano, sempre alle ore 21. Ospite della serata sarà don Vincent Nagle.




A S. Antonio Maria Zaccaria l’ingresso don Stefano Lazzari

Giorno di grande festa, domenica 9 settembre, nella parrocchia di S. Antonio Maria Zaccaria in Cremona per l’insediamento del nuovo parroco, don Stefano Lazzari. La celebrazione, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni si è svolta in mattinata nella chiesa del Seminario, in cui, da sempre, si svolgono le celebrazioni domenicali della parrocchia. È stato un momento molto importante nella vita della comunità che da quasi 28 anni aveva avuto come guida don Angelo Scaglioni.

Come è stato ricordato nel saluto rivolto al nuovo parroco da parte di Paolo Mazzini a nome dell’intera comunità, la parrocchia di S. Antonio Maria Zaccaria era nata proprio con don Scaglioni nel 1989 nel cosiddetto “Villaggio della gioia” (struttura che ospita tutt’oggi il Consultorio Ucipem), fino ad arrivare alla costruzione del nuovo centro parrocchiale nel 1998. Non è mancato quindi l’applaudito ricordo di don Angelo Scaglioni, insieme al ringraziamento a don Francesco Cortellini e a mons. Attilio Cibolini, che hanno condotto il cammino della parrocchia negli ultimi due anni.

Durante l’omelia, il vescovo Napolioni ha ripreso il brano di Vangelo (della guarigione di un sordomuto) ponendo l’accento sul tema dell’ascolto reciproco e invitando l’intera comunità a non restare come “sordomuti” nei confronti del nuovo parroco. La ricetta è dare la parola: per guarire la sordità occorre dare la parola di Dio che riapre la mente e il cuore a ciò che il Signore ha preparato, e che permette di riconoscere Dio nei fratelli; per non restare muti occorre dare la parola alla gente, ai laici, al consiglio pastorale, ai bambini, condividendo le idee buone che stanno in ciascuno di noi per trasformarle in progetti, scelte, esperienze, vita.

Prima della conclusione, nel suo saluto alla nuova comunità, don Lazzari ha richiamato la figura di Gesù che si prende cura delle persone che incontra, e con i suoi gesti e parole racconta di un Dio che si fa prossimo. Questo è anche l’incarico del parroco, con il suo dimostrare vicinanza agli uomini e alle donne che Dio pone sulla sua strada. Un saluto e un ringraziamento anche alle comunità che lo hanno accompagnato durante il suo incarico precedente, nelle parrocchie di Crotta d’Adda, Grumello, Farfengo e Zanengo, di cui alcuni rappresentanti hanno voluto essere presenti a dimostrazione che le buone relazioni costruite nel tempo non vengono meno neanche quando c’è un cambiamento.

Dopo la celebrazione – che è stata animata con il canto dalla corale S. Antonio Maria Zaccaria – in oratorio si è tenuto un momento di festa per accogliere e salutare don Stefano.

Prima dell’ingresso in chiesa non è mancato neppure il saluto del sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, a nome dell’Amministrazione comunale, poi rappresentata dal consigliere Alessio Antonioli. Presenti anche i primi cittadini di Crotta e Grumello, Renato Gerevini e Fabio Scio.

Tra i sacerdoti concelebranti il vicario zonale, don Pierluigi Codazzi (che all’inizio della Messa ha letto il decreto di nomina), il rettore del Seminario don Marco d’Agostino, mons. Attilio Cibolini.

Ora, come all’inizio di ogni anno pastorale, la comunità di S. Antonio Maria Zaccaria è pronta a riprendere il cammino, questa volta con la gioia dell’arrivo del nuovo parroco. E, come lo stesso don Lazzari ha concluso nel suo saluto: “È una cosa meravigliosa!”.

A ufficializzare l’insediamento del nuovo parroco la firma dei documenti da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di Simonetta Ferraroni ed Enzo Boi quali rappresentanti della parrocchia.

La photogallery della celebrazione

 

Profilo del nuovo parroco

Don Stefano Lazzari, classe 1962, è nato a Bogotà, in Colombia. Ordinato sacerdote il 21 giugno 1997 mentre risiedeva nella parrocchia Immacolata Concezione (Cremona), è laureato in scienze agrarie.

Ha iniziato il proprio ministero come vicario a S. Ambrogio in Cremona, sino al 2005 quando ha lasciato l’Italia per un’esperienza da “fidei donum” in Albania. Rientrato in diocesi, nel 2008 è diventato amministratore parrocchiale di Crotta d’Adda; l’anno successivo è stato nominato parroco in solido dell’unità pastorale di Farfengo, Zanengo, Crotta d’Adda e Grumello Cremonese.

Attualmente insegna anche a Cremona presso il liceo Vida (di cui è vicepreside) e il Centro di formazione professionale S. Antonio abate.

 

Saluto di don Lazzari sul giornalino

Carissimi parrocchiani,

colgo l’occasione di questo numero speciale del giornalino per lasciarvi un breve saluto.

Quando il vescovo mi ha proposto l’incarico di prendermi cura della comunità di S. Antonio Maria Zaccaria  ho accettato volentieri, pur nella fatica di lasciare Crotta dove ho vissuto per dieci anni e dove mi sono trovato molto bene.

Sono tranquillo nell’iniziare la mia nuova esperienza pastorale in mezzo a voi, perchè so che, guidati da bravi sacerdoti, avete percorso una strada molto proficua, realizzando numerose iniziative belle e significative.

Desidero, con l’aiuto concreto di tutte le persone di buona volontà, continuare a sostenere queste esperienze, cercando di inserirmi gradualmente nello stile della vita dell’oratorio e della  vita della parrocchia

Credo che ognuno di noi possa contribuire con la sua originalità, ad arricchire i luoghi di vita quotidiana, spendendo le proprie forze per cogliere il bene che Dio ha seminato nel cuore di ognuno dei suoi figli.

Nell’attesa di vederci presto, vi chiedo un ricordo nella preghiera, per poter iniziare con l’aiuto del Signore questo cammino.

Un caro saluto

don Stefanito




Corpus Domini, partecipata processione per le vie di Cremona

Il sussulto di Giovanni Battista, nel grembo di Elisabetta, al saluto di Maria, paragonato al sussulto che Cremona deve avere al passaggio dell’Eucaristia per le vie della città. È con questa immagine che il vescovo Antonio Napolioni ha introdotto la processione cittadina del Corpus Domini che si è svolta all’ombra del Torrazzo nella serata di giovedì 31 maggio.

Una celebrazione che quest’anno ha segnato anche la chiusura del mese mariano e che come sempre è stata appuntamento scelto da tanti.

L’appuntamento è stato per le 21 in Cattedrale, dove il vescovo Napolioni ha presieduto la Messa. Una quarantina i concelebranti: tra loro il vescovo emerito Dante Lafranconi insieme ai parroci della città guidati dal vicario zonale don Pierluigi Codazzi.

Nell’omelia mons. Napolioni, volgendo lo sguardo alla processione che di lì a poco avrebbe percorso le strade del centro cittadino, ha voluto guardare con ottimismo all’atteggiamento della città nei confronti del Signore: la gente è «attratta dal Vangelo», anche se magari non sempre in maniera consapevole. Per questo – ha riflettuto il Vescovo – è importante offrire la possibilità di un «incontro». Risulta pertanto determinante l’atteggiamento di ogni cristiano, ribadito con le parole di san Paolo: «Gareggiate nella stima reciproca». E allora il mettersi in processione – così come la vita di ogni giorno – deve essere con la stessa gioia espressa da Maria nel Magnificat, ha precisato il Vescovo.

Dopo la liturgia eucaristica, ha preso il via la processione. Dietro la Croce, ordinati per file di quattro, i numerosi fedeli. Tante famiglie delle diverse età, insieme a giovani e meno giovani. Dopo le religiose, la lunga schiera dei sacerdoti che apriva la strada al baldacchino, sotto il quale il Vescovo reggeva l’ostensorio. A seguire il Gonfalone della città, con il sindaco Gianluca Galimberti in fascia tricolore.

Il corteo, attraversata piazza del Comune, ha sfilato per largo Boccaccino, via Mercatello, corso Mazzini, piazza Roma, piazza Stradivari e via Baldesio, in una città non particolamente movimentata. Tra lo stupore di alcuni giovani, anche a motivo del rafforzamento delle misure di sicurezza dovute alle nuove normative antiterrorismo che hanno portato sigillare tutti i cestini presenti sul percorso e a chiudere le vie di accesso con gli automezzi delle forze dell’ordine.

Ad accompagnare la prcessione, animata come la Messa dai canti del Coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi, alcuni passaggi dell’omelia tenuta da Papa Francesco nel 2014 presso la sala del Cenacolo a Gerusalemme e gli scritti di alcuni santi e beati cremonesi: don Vincenzo Grossi, don Francesco Spinelli, padre Arsenio da Trigolo, padre Enrico Rebuschini.

Al rientro in Cattedrale, dopo un momento di adorazione davanti all’Eucaristia, il Vescovo ha concluso la serata impartendo la benedizione con il Santissimo Sacramento.

Photogallery

 

Il libretto della processione