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Caravaggio, venerdì sera elevazione musicale in chiesa parrocchiale

Nella serata di venerdì 17 dicembre, alle 21, nella chiesa parrocchiale di Caravaggio, l’unione corale “Don Domenico Vecchi” del Santuario di S. Maria del Fonte, proporrà un’elevazione musicale natalizia dal titolo “Brilla una Luce”.

L’Unione Corale si esibirà insieme a Marco Bianchi all’organo, ad un’ensemble strumentale e al soprano Costanza Zanella, guidati dal maestro Roberto Grazioli.

La musica sarà accompagnata da una voce recitante che presenterà i passaggi del Vangelo che narrano della Buona Novella e della nascita di Cristo. L’alternarsi di musica e recitazione creerà un’atmosfera magica ed avvolgente che renderà unica nel suo genere la notte del Mistero.

Il concerto si terrà nel pieno rispetto delle normative anticovid vigenti: necessario l’uso della mascherina ed esibire il green pass all’entrata. L’ingresso sarà libero fino all’esaurimento dei posti.




Alla Beata Vergine l’incontro del Vescovo con i superiori delle case religiose

Nella mattinata di venerdì 10 dicembre si è tenuto, presso il salone Madre Lucia Perotti dell’Istituto Beata Vergine di Cremona, l’incontro fra il vescovo Antonio Napolioni e i superiori e le superiore degli ordini religiosi presenti sul territorio diocesano. Un momento di confronto che si è svolto in un clima di comunione e preghiera che ha permesso di parlare di temi tanto cari quanto vitali per le comunità religiose, legati al presente, alla modernità e alle nuove sfide che si presentano ogni giorno e verso le quali si ci può trovare spesso impreparati e disarmati.

In questa occasione, sotto l’attento ascolto del Vescovo e del delegato episcopale per la Vita consacrata don Giulio Brambilla, risoluti a conoscere e comprendere le opinioni dei presenti, ognuno ha avuto la possibilità di esporre i problemi e le difficoltà della propria comunità, evidenziandone anche i punti di forza che li contraddistinguono affinché anche gli altri possano trarne insegnamento e rafforzare quegli aspetti che sembrano più fragili.

«È stato per noi un onore accogliere i religiosi e le religiose in presenza del nostro Vescovo – ha commentato a margine dell’incontro la superiora generale dell’Istituto Beata Vergine, madre Piera Monzani – Questo incontro è stato fondamentale per ogni fratello e sorella e ringraziamo di averlo potuto ospitare nelle nostre amate sale. Spero che nei prossimi anni si possa ripetere l’esperienza, perché è dal confronto e dal dialogo che nasce il miglioramento».




A Soresina l’ultimo saluto a don Giuseppe Giori

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Nella mattinata di martedì 7 dicembre, nella chiesa parrocchiale di San Siro a Soresina, sono stati celebrati i funerali di don Giuseppe Giori, sacerdote originario di Soresina spentosi all’alba di lunedì 5 dicembre all’ospedale di Cremona, dove era ricoverato da qualche tempo. Parroco emerito di Pugnolo, aveva compiuto 80 anni il 5 agosto.

Le esequie sono state presiedute dal vescovo emerito Dante Lafranconi, che ha espresso anche la vicinanza del vescovo Antonio Napolioni, che non ha potuto essere presente per una lieve indisposizione. Tra i diversi concelebranti il vicario generale don Massimo Calvi, il vicario episcopale per il Clero don Gianpaolo Maccagni e il parroco di Soresina don Angelo Piccinelli.

Nell’omelia il Vescovo emerito ha anzitutto voluto ricordare che più forte del sentimento di sofferenza per il distacco è la parola di consolazione del Signore. In particolare, prendendo spunto dalle letture e in particolare dal profeta Isaia ha voluto evidenziare tre aspetti.

A partire dall’importanza di valorizzare l’esistenza terrena in vista del compimento a cui si aspira. E qui il pensiero è andato alla fede semplice ma autentica di don Giuseppe, «che nasceva da un cuore che credeva veramente nel Signore» e lo portava a «rinnovare i suoi impegni di prete ogni giorno, nella gioia e nella speranza di quello che Dio ci ha dato e che  ha promesso».

Ricordando poi come la vita si consumi in fretta, monsignor Lafranconi ha sottolineato l’importanza «di fare ogni occasione della nostra vita la possibilità per compiere. giorno per giorno, la nostra conversione». Senza rimandare a domani «la fedeltà agli impegni del nostro battesimo». Ciò che anche don Giori ha vissuto nella propria vita di sacerdote, «vissuta con quello stile di servizio che mette in primo piano, più che la nostra azione, la fiducia nell’azione di Dio attraverso di noi». E in questo senso il Vescovo emerito ha voluto ricordare l’assiduità di don Giori nella preghiera: «una preghiera – ha detto – attraverso la quale ricordava a se stesso e anche a noi che non c’è da perdere tempo, perché la vita è breve e si consuma in fretta».

L’ultimo richiamo del Vescovo emerito è stato «al premio» garantito dal Signore e richiamato ogni anno dal mistero del Natale. Un amore, quello con cui Dio accompagna ciascuno e al quale si cerca di rispondere, infinitamente superiore a quello che si può meritare.

«Il fratello Giuseppe che ci ha preceduto – ha concluso il vescovo emerito Lafranconi – ci aiuti a conservare questi sentimenti, queste intenzioni e questo stile, perché l’incontro con il Signore ci riempie di consolazione e di pace».

 

Il suono delle campane ha accompagnato l’uscita del feretro di don Giori dalla chiesa. Intorno a lui si sono riuniti i fedeli presenti, i confratelli e i suoi affetti. Dopo l’estremo saluto il trasferimento nel locale cimitero per la tumulazione.

 

Profilo di don Giori

Don Giuseppe Giori, ordinato sacerdote il 24 giugno 1967, ha iniziato il proprio ministero svolgendo l’incarico di vicedirettore del Preseminario di Caravaggio. È stato quindi vicario a Casalmaggiore, nella parrocchia di S. Stefano (1972-1974), e a Cassano d’Adda, presso la comunità di S. Maria Immacolata e S. Zeno (1974-1980).

Nel 1980 è stato trasferito a Pugnolo, dove è rimasto come parroco per 31 anni. Successivamente, dal 2011 al 2012, don Giori era rimasto a servizio delle parrocchie di Pugnolo, Cella Dati e Derovere come collaboratore parrocchiale. Dal 1999 al 2006 ha anche ricoperto l’incarico di cappellano dell’ospedale Germani di Cingia de’ Botti.

Dal 2012 era residente a Pieve San Giacomo. Il 5 agosto scorso ha compiuto 80 anni.




La festa di Santa Barbara, in Cattedrale il ringraziamento del Vescovo ai vigili del fuoco

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Nella mattinata di venerdì 3 dicembre nella Cattedrale di Cremona il vescovo di Cremona ha presieduto la Messa nell’ambito della festa di santa Barbara, martire cristiana e patrona del corpo dei vigili del fuoco, alla presenza degli operatori e dei dirigenti della caserma di Cremona con il reggente del comando provinciale, ing. Antonio Pugliano, insieme al direttore regionale giunto in città per l’occasione e in presenza del prefetto Vito Danilo Gagliardi come rappresentate civile.

Nella sua riflessione il vescovo Napolioni, prendendo spunto dalle letture e in particolare dall’episodio evangelico della guarigione di due ciechi, ha evidenziato che, «come loro sono tornati a vedere, anche noi dobbiamo tornare alla luce. Ma per poter vedere nuovamente bisogna opporsi al buio, bisogna essere “vigili”, attenti a chi ha bisogno e pronti a sacrificarsi, come farebbe una madre con il suo bambino. Questo è quello che fanno i vigili del fuoco, sono vigili verso il pericolo, e non si fermano davanti a crolli, incendi o inondazioni».

Con queste parole il vescovo ha ringraziato i vigili del fuoco che si sacrificano ogni giorno per salvare vite, elogiandoli per lo spirito di altruismo e servizio che rievoca quello di santa Barbara, ricordando che per vincere la cecità c’è sempre bisogno della fede, della luce del Signore.

Come da tradizione al termine della Messa il toccante momento della preghiera del vigile del fuoco, di sotto riportata, che scalda i cuori e rafforza l’animo di quelli che tutti i giorni sfidano il rischio:

 

Iddio, che illumini i cieli e colmi gli abissi,
arda nei nostri petti, perpetua,
la fiamma del sacrificio.
Fa più ardente della fiamma
il sangue che scorre nelle vene,
vermiglio come un canto di vittoria.
Quando la sirena urla per le vie della città,
ascolta il palpito dei nostri cuori
votati alla rinuncia.
Quando a gara con le aquile
verso Te saliamo,
ci sorregga la Tua mano piagata.
Quando l’incendio, irresistibile avvampa,
bruci il male che si annida nelle case degli uomini,
non la ricchezza che accresce la potenza della Patria.
Signore, siamo i portatori della Tua croce,
e il rischio è il nostro pane quotidiano.
Un giorno senza rischio non è vissuto,
poiché per noi credenti la morte è vita,
è luce: nel terrore dei crolli,
nel furore delle acque,
nell’inferno dei roghi.
La nostra vita è il fuoco,
la nostra fede è Dio
Per Santa Barbara Martire

 

La celebrazione si è conclusa con un gradito regalo per il vescovo Napolioni: l’elmo protettivo di color argento utilizzato dai comandanti dei vigili del fuoco durante le operazioni in campo, «per ricordare che come un comandante del Corpo, anche il vescovo è colui che coordina le operazioni di fede nella diocesi e salva così numerose vite».

Al di fuori della cattedrale, in attesa in Piazza Duomo, erano parcheggiati i veicoli in servizio del comando di Cremona, affiancati dai vigili del fuoco che li utilizzano nelle loro operazioni di salvataggio e di prevenzione, dimostrando che per loro «un giorno senza rischio non è vissuto».




L’Inno alla Vergine commentato da Nembrini sabato al Santuario di Caravaggio

Sabato 4 dicembre, alle 20.45, presso l’auditorium del Centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio, il professor Franco Nembrini, insegnante, saggista e pedagogista bergamasco, cultore e studioso del Sommo Poeta, leggerà e commenterà “L’Inno alla Vergine” di san Bernardo presente nel 33° canto del Paradiso.

La serata, dal titolo “Di speranza fontana verace”, è il terzo e ultimo appuntamento della rassegna «Dante in Santuario», pensata per raccontare la Divina Commedia fra teatro, musica e letteratura.

L’iniziativa conclude un percorso (iniziato a ottobre con una rappresentazione teatrale su san Francesco, in riferimento al canto VI del Paradiso, e proseguito a novembre con un’elevazione musicale in basilica) che intende rivitalizzazione il Centro di spiritualità del Santuario e non solo attraverso iniziative di carattere religioso. La scelta di attingere alle opere dantesche intende offrire un contributo culturale e di spiritualità nel settecentesimo anno dalla morte del poeta fiorentino. Ma anche la scelta del 33° canto non è casuale, il 4 dicembre è il primo venerdì d’Avvento, giorno in cui si vuole così guardare all’esempio della Vergine Madre, incona dell’attesa del Natale.

L’ingresso alla serata del 4 dicembre è libero sino al raggiungimento dei posti disponibili secondo le normative anticovid in vigore.

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Il 4 dicembre a Soresina l’incontro dei vescovi di Cremona e Crema con i rappresentanti del mondo politico, amministrativo, sociale ed economico del territorio

Nel pomeriggio di sabato 4 dicembre, si terrà il tradizionale incontro di inizio Avvento promosso dalla Pastorale sociale e del lavoro coinvolgendo gli esponenti del mondo politico, amministrativo, economico e sociali del territorio. Un incontro che, come già avvenuto negli ultimi anni, le Diocesi di Cremona e Crema organizzano in modo sinergico.

L’appuntamento di quest’anno è nel pomeriggio del 4 dicembre, dalle 15.30, presso il centro parrocchiale di Soresina. Spunto per la riflessione saranno i temi trattati nella recente Settimana sociale dei cattolici italiani, svolta a Taranto.

Dopo l’introduzione del vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, prenderanno la parola due giovani che hanno partecipato ai lavori di Taranto: la cremonese Ester Tolomini e il cremasco Andrea Aiolfi. Dopo il dibattito sarà il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, a chiudere l’incontro con una riflessione biblica sulle radici della speranza cristiana.

«Ambiente, lavoro e futuro devono essere temi cari alle nostre realtà», afferma Eugenio Bignardi, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, riprendendo le tematiche emerse nella 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani. «Sono temi che riguardano tutti i cittadini e non possono essere ignorati», precisa ancora Bignardi sottolineando che la novità della Settimana sociale è quella di «lasciarsi alle spalle le parole fini a loro stesse, concentrandosi sul formare una rete di rapporti al cui centro ci sia l’uomo, basandosi su una sola ma importantissima parola: concretezza».

La partecipazione all’incontro è riservata, su invito, alle autorità istituzionali e del tessuto economico-sociale del territorio provinciale.




In Paradiso in bicicletta, a Caravaggio la presentazione del libro su don Pierino Crispiatico

Nella serata di sabato 27 novembre la parrocchia di Caravaggio sarà presentato il libro “In Paradiso in bicicletta”, curato da Ezio Zibetti e nato grazie al contributo di Andrea Baruffi, Anna Gigatti, Francesco Tadini e Daniele Zibetti. Un testo che racconta della vita di un uomo molto caro a tutto il caravaggese, don Pierino Crispiatico (Brignano 1904 – Caravaggio 1990), tanto umile quanto generoso ed altruista, vissuto e morto nel secolo scorso ma ricordato e amato anche oggi.

L’evento, che inizierà alle 20.45, si svolgerà con la presenza del vescovo Antonio Napolioni, che ha contribuito alla riuscita di quest’opera scrivendo la prefazione del libro, e che interverrà in prima persona durante la presentazione.

Don Pierino ha aiutato moltissime persone: aveva a cuore la situazione di disagio che vivevano gli orfani di guerra, costruì infatti un orfanotrofio per dar loro una vita migliore e si impegnò a toglierli dalla strada. Contribuì alla gestione dell’oratorio femminile e alla nascita delle guide scout di Caravaggio, attive anche oggi. Viste le sue origini rurali si interessò anche alle normali attività lavorative campagnole, per le quali acquistò macchinari che servirono a costruire una realtà più solida ed efficace. Oltreoceano, don Pierino, si attivò per mandare aiuti monetari ad alcune comunità povere della città brasiliana di Mariapoli, grazie alle donazioni che raccoglieva quotidianamente a Caravaggio. La sua carità non conosceva confini.

«La vita dedicata agli altri non passa inosservata e non viene dimenticata, ma germoglia e dà frutti che si possono cogliere tutti i giorni». È questo il messaggio che Ezio Zibetti vuole trasmettere a tutti quelli che leggeranno delle vicende di don Pierino. «Vivere per il prossimo rende la comunità migliore, rende le persone migliori».

Il libro – che sarà omaggiato a tutti i sacerdoti della diocesi e agli abbonati del giornale parrocchiale Nostra Famiglia – sarà in distribuzione durante la serata e le offerte raccolte saranno devolute ad attività di carità e di sostegno.




“Custodire ogni vita”: il messaggio per la 44ª Giornata nazionale per la vita

Pubblicato il messaggio del Consiglio episcopale permanente della CEI per la 44ª Giornata nazionale per la vita, che si terrà il 6 febbraio 2022.

Al centro l’importanza di “Custodire ogni vita” – come recita il titolo -, piccola o grande che sia, e il fatto che spetta all’uomo il ruolo di conservatore, infatti «Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse», si sottolinea nel sottotitolo del messaggio. La recente pandemia è un esempio lampante di come l’autosufficienza non sia abbastanza per colmare i bisogni della società e del prossimo, infatti «nessuno può bastare a se stesso».

Il messaggio dei vescovi italiani ricorda come Papa Francesco offra san Giuseppe come modello da seguire per coloro che si impegnano a custodire la vita, esempio di presenza quotidiana, discreta e nascosta, ma allo stesso tempo guida e sostegno nei momenti di difficoltà. Durante la pandemia ci sono stati molti esempi di custodia della vita, ma anche innumerevoli situazioni di egoismo e indifferenza, che mostrano una distanza dal Vangelo.

Ma la Giornata per la vita porta a guardare anche ad altri temi sensibili, come l’eutanasia e l’aborto, sottolineando che la posizione cristiana vuole identificare in ogni ambito l’importanza del preservare la vita, in ogni sua forma e sfaccettatura, abbandonando quelle concezioni nichiliste che non lasciano spazio alla compassione e alla carità.

Il massaggio, riferendosi al quotidiano gesto di custodia della vita, conclude augurandosi che «Le persone, le famiglie, le comunità e le istituzioni non si sottraggano a questo compito, imboccando ipocrite scorciatoie, ma si impegnino sempre più seriamente a custodire ogni vita. Potremo così affermare che la lezione della pandemia non sarà andata sprecata.»

Scarica il messaggio della Giornata per la vita 2022




Anche a Salvador De Bahia una settimana della carità

È arrivata sino in Brasile la “Settimana della carità”, l’iniziativa di solidarietà promossa della Chiesa cremonese in occasione della festa patronale di sant’Omobono. Dall’8 al 14 novembre, infatti, anche la comunità di Salvador de Bahia ha vissuto questa occasione che vuole ricordare l’importanza del dono gratuito e della carità nei confronti del prossimo. Nella parrocchia brasiliana di Gesù Cristo Salvatore, infatti, il legame con Cremona è sempre più forte: qui opera il sacerdote “fidei donum” cremonese don Davide Ferretti, che da ottobre è affiancato da Gloria Manfredini e nelle prossime settimane potrà contare anche sul supporto di un altro giovane cremonese, Marco Allegri, che proprio durante la veglia diocesana dei giovani, che si terrà al palasport di Cremona nella serata del 20 novembre, riceverà il mandato missionario dal vescovo Antonio Napolioni.

All’inizio della Settimana, durante la Messa, la comunità è stata chiamata a raccogliere generi alimentari e aiuti di ogni genere, che sono stati poi distribuiti alle famiglie più bisognose, bussando alle loro porte. L’incontro personale ha permesso di conoscere più da vicino i bisognosi, in modo da trovare il modo migliore per aiutarli.

Oltre ai generi alimentari raccolti durante la Messa, i ragazzi della parrocchia hanno distribuito, fuori della chiesa, più di cento sacchetti di fagioli, sui quali erano stampate le parole di Irma Dulce, la suora canonizzata nel 2019 da Papa Francesco e molto amata a Salvador de Bahia: «Tutto si riduce a questo: dai il meglio di te a tuo fratello, e allora ci sarà la pace sulla terra». Un messaggio molto forte e pieno di significato a Bahia, dove l’aiuto reciproco è spesso l’unico modo per poter continuare a vivere.

Lo testimonia ad esempio l’opera della signora Edivania che da più di vent’anni è impegnata nell’aiuto dei senzatetto che vivono per le strade della sua città, piegati da malattie e povertà, dovute alla difficoltà della vita che conducono, e dimenticati dalla società. Proprio per loro ha voluto fondare la «Casa di Marta e Maria», un ente non ufficiale, quanto piuttosto una comunità di persone che offre un aiuto stabile agli ultimi di Salvador, fondandosi sulla bontà dei cittadini e dei missionari, che in base alle proprio possibilità mantengono viva questa realtà.

In fondo proprio questo è il messaggio della Settimana della carità: aiutare il prossimo senza chiedere nulla in cambio, donare per permettere anche agli ultimi di vivere.




“Uomini e donne come noi”, questa sera a Romanengo ospite l’arcivescovo Perego

Nella chiesa di Romanengo, dopo l’incontro del 22 ottobre scorso che ha visto ospiti i coniugi Gabrieli, genitori di Giulia, in processo di beatificazione, prosegue questa sera alle 21 il ciclo di incontri formativi “Con il suo sguardo”. La testimonianza è affidata a mons. Gian Carlo Perego, originario di Vailate, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, dal 27 maggio di quest’anno presidente della Commissione Cei per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, che ha diretto per anni prima dell’elezione episcopale.

Dopo un iniziale momento di preghiera, l’incontro tratterà temi attuali e sensibili, soffermandosi particolarmente sul discorso della migrazione e di come essa si rapporti con le istituzioni europee ed ecclesiastiche.

Per partecipare all’evento sarà necessario essere muniti di green pass e di mascherina.

Seguirà il 2 dicembre l’ultimo dei tre incontri con la partecipazione di don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova.

La locandina dell’incontro del 22 ottobre