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Sanità nel post-Covid tra crisi di valori e fuga dei medici

«Il disagio morale degli operatori sanitari è ormai un dato di fatto, molti medici giovani sono pentiti delle scelte prese e alcuni colleghi del pronto soccorso vogliono abbandonare l’area d’urgenza. La pandemia ha segnato profondamente la nostra amata professione, molti se ne sono già andati, viene quindi spontaneo chiedersi come sarebbe possibile mantenere standard qualitativi alti in questa situazione». A tracciare il quadro è la la dottoressa Rosalia Dellanoce, presidente dell’Associazione medici cattolici italiani di Cremona in occasione del convegno «Chi si prende cura di chi cura?» promosso ieri mattina in collaborazione con l’Ordine dei medici presso la nuova sede presso il polo tecnologico cittadino. E in questo panorama gli operatori cattolici sono ancora più in difficoltà, «poiché alcune scelte obbligate – evidenzia la Dellanoce – esulano dalla morale che un cristiano vuole seguire».

L’appuntamento formativo ha visto intervenire professionisti del mondo sanitario cremonese che hanno vissuto e continuano a vivere a pieno carico la pandemia e i suoi lasciti, fra i quali il lo spichiatra Franco Spinogatti e la psicologa Raffaella Galli. Ad aiutare la riflessione è stato quindi l’intervento di monsignor Renzo Pegoraro, medico bioeticista cancelliere della Pontificia accademia per la vita, che ha sottolineato l’importanza di «iniziare a riconoscere l’importanza del servizio medico, soprattutto vista la fatica fisica ed emotiva, che può portare inevitabilmente a quello che in inglese è definito “moral distress”, cioè il rischiare di trovarsi a non poter esprimere i valori della propria professione a causa della situazione vissuta». E ancora: «Non essere in grado di realizzare la propria volontà morale è un problema gravissimo, ma è necessario porre l’operatore sanitario nella condizione di poterla esprimere. Umanità, servizio, cura e accompagnamento sono i principali caratteri delle professioni sanitarie, sono i valori ispiratori del mestiere, e cristianamente significa prendersi carico dei malati con vicinanza, compassione, solidarietà e giustizia, insomma, un vero movente di umanità, affinché il sistema sia umanitario e umanizzante per tutti coloro che sono in difficoltà».

Il convegno si è concluso con una tavola rotonda che ha preso spunto dalla tradizionale giapponese «Kintsugi: l’arte di riparare le ferite con l’oro» per un ulteriore momento di confronto che ha coinvolto i presenti.




«Ricordare per guardare al futuro». Al Centro pastorale incontro per fare memoria della resistenza cattolica

Alle 16 di venerdì 13 maggio, presso la sala Spinelli del Centro pastorale di Cremona, in occasione del 77o anniversario della Liberazione si è tenuto un momento di ricordo storico e riflessione sula presenza dei cattolici cremonesi nella resistenza partigiana e antifascista durante gli anni della seconda guerra mondiale, fino ad arrivare all’evoluzione che questo movimento ha vissuto per arrivare fino ad oggi.

Ad inaugurare l’incontro le parole dell’ex senatore Angelo Rescaglio, attuale presidente dell’Associazione Partigiani Cristiani, seguito dall’intervento del vescovo di Cremona Antonio Napolioni che ha portato il suo saluto poi lasciato spazio alle riflessioni del professor Franco Verdi, membro della commissione centrale di beneficenza della Fondazione Cariplo, e di Dino Perboni segretario generale Ust–Cisl Asse del Po Cremona Mantova, organizzatrice dell’incontro insieme all’Associazione Nazionale partigiani cattolici.

«Se oggi siamo qui significa che in fondo non è vero che si è spento tutto, che rimaniamo fermamente legati al vincolo dell’amicizia, della responsabilità, del dare e del fare»: con queste parole si Angelo Rescaglio si è aperta la riflessione. L’ex senatore ha sottolineato come «questo convegno abbraccia tutta la risonanza che deriva dall’esempio di don Attilio Fontana, un uomo di Chiesa che ha voluto donare una storia ai cristiani attraverso la sua resistenza. Lo scopo è quello di rianimarsi e di trovare una forza viva. Duole ammettere – ha proseguito – che andare a Messa senza spirito non serve a nulla, ma all’uscita, se ci rendiamo conto che fuori bisogna creare qualcosa, allora ben vengano anche questi tempi. Speriamo che i giovani possano assolvere a questo impegno che mai può dirsi veramente concluso».

In seguito l’intervento del professore Franco Verdi: «Il tema dei cattolici cremonesi e la resistenza ha una sua ricchezza, una sua bellezza e una sua complessità, e merita di essere presentato. I cattolici nella lotta al fascismo della resistenza non sono estranei, non sono provvisori, ma son protagonisti che vivono un’esperienza di liberazione, termine biblico che spiega con particolare efficacia il percorso dell’opposizione alla violenza e alla dominazione, fino ad approdare alla terra promessa, nel nostro caso il traguardo della Repubblica e della democrazia».

Un concetto ribadito e sottolineato da Dino Perboni: «I valori della resistenza sono attualissimi, il mondo cattolico ricopre un ruolo importante nella società, e per questo è anche protagonista di quel movimento che coinvolse uomini e donne cattolici, sacerdoti e laici, che si sono fatti carico dei problemi di quel Paese, decidendo di agire favore dell’umano nei confronti del disumano. Molti sacrificarono la propria vita, e se oggi godiamo anche della possibilità di dissentire, è tutto merito di coloro che hanno anteposto alla propria esistenza il benessere delle future generazioni, quindi di noi tutti».




Madonna della Fiducia, a Isola Pescaroli una domenica di festa con la benedizione delle acque

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Lungo le rive del Grande Fiume, presso il piccolo paese di Isola Pescaroli (San Daniele Po), domenica 8 maggio si è tenuta la festa della Madonna della Fiducia, presso l’omonimo santuario. Una giornata all’insegna della storia e della tradizione che ha saputo far rivivere anche oggi lo spirito di un’antica devozione, attirando persone anche dai paesi limitrofi per questa giornata caratterizzata dalla scenografica discesa sul fiume dell’immagine di Maria, celebrazione che da ormai due anni non si era potuta svolgere per il Covid19.

A raccontare la storia del santuario è don Roberto Musa, parroco di San Daniele Po e cappellano del carcere di Cremona, spiegando che «la volontà di erigere il Santuario nasce dalla devozione di don Martino Aletti per la Madonna della Fiducia, nata durante gli anni del seminario a Roma e rafforzata ulteriormente dopo il miracolo del 1951, anno nel quale ci fu una grandissima e rovinosa alluvione che colpì tutti i paesi vicini, risparmiando però isola Pescaroli. L’anno seguente ci fu l’inaugurazione del santuario, eretto dalle spoglie della precedente chiesa di San Biagio in onore della Madonna della Fiducia, proclamata di conseguenza Regina del Po dall’arcivescovo Giovanni Cazzani. E fu Papa Pio XII a benedirne le corone l’8 maggio 1952».

Nel santuario della Madonna della Fiducia don Roberto Musa ha celebrato la Messa davanti ai fedeli, al sindaco di San Daniele Po Davide Persico, al vicesindaco Francesca Guarreschi e ai volontari della protezione civile, il tutto sotto lo sguardo attento e devoto di tre membri dell’ordine dei Cavalieri templari cattolici d’Italia che hanno prestato servizio per l’occasione.

In seguito, con in sottofondo la musica del Corpo bandistico Pizzighettonese, la protezione civile ha portato l’immagine della Madonna, scortata dai templari, in processione per le vie del paese, fino a raggiungere le rive del fiume, luogo nel quale, l’immagine sacra è stata posta sulla barca, accompagnata dal sindaco e da don Musa che, in mezzo al fiume, ha benedetto le acque affinché possano rimanere calme e tranquille. Quindi è stato gettato in acqua un mazzo di fiori, nel ricordo di tutti coloro che a causa degli infidi flutti sono stati portati via prematuramente.

Sempre accompagnata dalla musica della banda, l’immagine della Madonna della Fiducia ha fatto ritorno sulla terra ferma, per poi essere nuovamente accompagnata nel suo santuario, dal quale ogni giorno veglia sugli abitanti del paese e di tutti quelli che vivono lungo le rive del fiume Po.

 

Nella puntata del Giorno del Signore in onda il 14 e 15 maggio il servizio con le suggestive immagini della giornata di festa a Isola Pescaroli, la processione e la benedizione delle acque

 




L’augurio speciale del Vescovo a Cremona Solidale: «Qui ogni giorno, il vostro “sì” alla vita»

Un cenno con la testa, un sorriso e un saluto carico di trasporto, come il racconto dei tempi passati che ancora vive indelebile nei ricordi nonostante i tanti anni passati. Questa l’accoglienza che gli anziani ospiti di Cremona Solidale hanno riservato al vescovo Antonio Napolioni, che nel pomeriggio di venerdì 8 aprile ha celebrato la Santa Messa presso le strutture dell’RSA cremonese, per poi dedicarsi con parole e gesti alla visita dell’intera struttura, per incontrare anche quelli che per una grave situazione di indigenza non sono stati in grado di lasciare i propri letti o il proprio reparto, portando la sua benedizione. Ad ascoltare le parole del Vescovo, oltre ai residenti della rsa, il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti insieme all’assessore Assessore alle Politiche Sociali e della Fragilità Rosita Viola, la direttrice di Cremona Solidale Alessandra Bruschi e la collega Simona Gentile, direttrice sanitaria.

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«Il Signore è onesto, sa che l’angoscia esiste, l’ha provata anche lui, non solo sulla croce ma abbiamo sentito che più volte hanno cercato di fargli la pelle, – ha sottolineato il Vescovo durante l’omelia – e non semplicemente voleva fuggire, ma voleva andare a compiere la sua missione secondo il disegno del Padre pur di salvarci tutti. In mezzo al male si nasconde il bene, in mezzo alla violenza passa il Figlio di Dio, passano i figli di Dio» e continua affermando che «pensare che la guerra se la stanno facendo fratelli cristiani rende ancor più doloroso tutto questo, ma ci chiede ancor più di pregare perché un sussulto di coscienza, nei grandi e nei piccoli, in chi decide e in chi ubbidisce, in chi guarda da lontano e in chi soffre sotto le bombe renda possibile un no alla guerra ed un sì alla vita, quel sì alla vita che qui, giorno dopo giorno, anche noi troviamo nelle piccole cose».

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Il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, che insieme al Vescovo ha salutato i residenti prestando grande attenzione alle loro parole, ha sottolineato che «gli anziani sono persone straordinarie, un grande dono per tutta la città, e noi da loro possiamo imparare tanto, ringraziandoli per tutto quello che han fatto, insieme a chi gli sta vicino come i familiari, gli operatori sanitari, i medici e gli infermieri».

Affacciati ai balconi dei reparti gli anziani accompagnati fuori dalle loro stanze dagli operatori sanitari della rsa, hanno salutato al termine della giornata il vescovo Antonio, che con qualche parola, un complimento e una battuta ha saputo arrivare al cuore di tutti, come hanno tenuto a evidenziare la direttrice Alessandra Bruschi insieme alla direttrice sanitaria Simona Gentile: «Il vescovo è arrivato per i nostri ospiti, ed è stato molto bello vedere come l’hanno accolto, il suo speciale augurio di buona Pasqua, insieme a quello del sindaco ha fatto un gran piacere a tutti loro, ma anche a noi operatori e alle loro famiglie».

 




Il tempo giusto in famiglia, in equilibrio tra coppia, figli e fede

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Biberon, passeggini e seggioloni hanno invaso, da venerdì 1° a domenica 3 aprile, l’albergo Casa di Nostra Signora di Tonfano, in Versilia, per il weekend organizzato dalla Pastorale familiare diocesana per le coppie con bimbi da 0 ai 6 anni.

Era infatti sembrato importante creare un’occasione perché famiglie con figli di questa fascia di età avessero l’opportunità di incontrarsi, confrontarsi e poter riflettere insieme su quanto caratterizza la loro esperienza familiare. Spesso, infatti, nei vissuti delle parrocchie c’è poco spazio per le giovani famiglie che, d’altro canto, fanno fatica a partecipare a quanto viene proposto per i ritmi cui spesso la vita lavorativa obbliga.

Il tema era stato scelto proprio da alcune giovani coppie: “Il tempo giusto: in equilibrio tra coppia, figli e fede”. A sottolineare la necessità di dare un nuovo valore al tempo nella complessa e affascinante avventura di ridefinire la propria esperienza di coppia con l’arrivo dei figli.

I partecipanti sono stati guidati nei lavori dallo psicoterapeuta Ettore De Angeli che ha dato ai genitori alcuni stimoli per ripensare al funzionamento della coppia e della famiglia. Lavori di coppia ed in gruppo, fatti di parole, disegni, poesie e canzoni hanno dato a tutti la possibilità di esprimersi e di riportare nella propria specifica realtà i pensieri che emergevano dalle altre coppie e dal relatore.

La possibilità di stare insieme e confrontarsi è stata ancor più bella per queste giovani coppie che avevano vissuto nell’isolamento della pandemia momenti così delicati della loro vita ed hanno trovato un momento in cui ridare nuovi significati alla loro vita familiare.

Davvero indispensabile è stata la presenza di un gruppo di giovani che con competenza si sono presi cura dei piccoli durante i lavori dei genitori: i bambini hanno giocato sereni con nuovi amici ed i genitori hanno potuto stare rilassati a dedicare del tempo alla cura della loro coppia.

La struttura molto accogliente e la disponibilità di ciascun partecipante a mettersi in gioco, hanno fatto di questo weekend una esperienza di vera vita familiare vissuta insieme: il piacevole caos dei piccoli è diventato festa condivisa nella Eucarestia celebrata insieme.




Il venerdì di digiuno in Cattedrale sfama con le parole del Vangelo. Il Vescovo: «Siate affamati della parola di Dio»

Carità, digiuno e servizio sono solamente alcune delle parole che hanno illuminato la pausa pranzo di venerdì 4 marzo nella Cattedrale di Cremona, un momento che si è potuto ritagliare dal frastuono della frenesia delle giornate grazie all’iniziativa proposta nei venerdì di Quaresima dall’unità pastorale Sant’Omobono, che riunisce le tre parrocchie del centro cittadino (S. Maria Assunta in Cattedrale, S. Imerio e S. Pietro al Po). Un momento contraddistinto dalla preghiera, dall’ascolto della Parola e dalla penitenza quaresimale che si trasforma in carità, visto che quanto idealmente risparmiato con il digiuno si è trasformato in forma di offerte, destinando la consegna di un pasto a coloro che più di tutti hanno bisogno un aiuto: anziani, persone sole e malate, indigenti e dimenticati, grazie all’iniziativa della Quaresima di carità di quest’anno. Il tutto accompagnato dall’ascolto della parola del Vangelo del giorno, in questo primo venerdì condivisa e raccontata ai fedeli dal vescovo Antonio Napolioni alle 13.15, e che nei prossimi venerdì vedrà alternarsi al suo posto i sacerdoti dell’unità pastorale.

«Il compito di chi come me, di volta in volta, offre una riflessione è secondario; al centro c’è la vita di ciascuno di noi», ha esordito il Vescovo, aggiungendo che «al centro c’è la grazia di questo tempo che ci porta verso la Pasqua del Signore e verso la nostra Pasqua. Un tempo complicato e drammatico in cui invochiamo l’azione potente dello Spirito di Dio». Il Vescovo pone una domanda fondamentale, che suona come una provocazione durante questa Quaresima: «Quante pagine uniscono digiuno e preghiera, ma quanto è vero quello che il profeta Isaia ci dice proprio nella prima lettura di questo venerdì: perché digiunare se tu non lo vedi? Perché mortificarci se tu non lo sai?. Queste sono le parole del credente miope che vorrebbe subito i benefici di Dio come se li comprasse con il suo digiuno, ma Dio così risponde: “Nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo? È piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi, dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne. Allora la tua luce sorgerà come l’aurora».

Conclude un brano tratto dalla Lettera ai cercatori di Dio del 2009, che sottolinea in maniera inequivocabile che «C’è un bisogno profondo di amore per ciascuno di noi, così spesso prigionieri delle nostre solitudini, è il bisogno di una parola di vita che vinca le nostre paure e che ci faccia sentire amati», ricordando che, citando le parole del profeta Amos, «Verranno giorni – dice Dio, il Signore – in cui manderò la fame nel paese, ma non fame di pane né sete di acqua, ma di ascoltare le parole del Signore. Allora Dio, che è insieme paterno e materno nel suo amore, parlerà proprio a ciascuno di noi, e l’ascolto fedele e intelligente di quanto egli dice sazierà poco a poco il nostro bisogno di luce».

Un ritorno al tempo ordinario, un ritorno a quella normalità che da anni mancava a causa della pandemia: l’apertura straordinaria della Cattedrale durante l’ora di pranzo ha permesso a molti di trovare la serenità di raccogliersi in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, esposto sull’altare sopra ad un drappeggio rosso, accolto dai fedeli in un canto congiunto accompagnato dall’organo. C’è chi è entrato solo per qualche istante, chi si è soffermato a lungo. Secondo le possibilità di ciascuno. Ma con la volontà di fare spazio a Dio in questo tempo di speciale conversione. Un’orazione rivolta agli ultimi, ma anche a quelle persone che combattono per aver salva la vita, e che rischiano di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, a tutti coloro che per la propria fede vengono perseguitati nel mondo, qualunque essa sia, qualunque sia la loro origine.

 

Nei venerdì di Quaresima la “pausa digiuno” in Cattedrale




L’arcivescovo Delpini all’università Cattolica: «Scientia Crucis, abbracciare il mistero della Croce entro il sapere contemporaneo»

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«Nei territori del sapere contemporaneo abita una scienza triste e arrogante, essa ti dimostra che tu sei un organismo complesso, con straordinarie risorse e inevitabili degenerazioni. Alcune parti si possono aggiustare, altre cambiare. In ogni caso sei destinato a disfarti e a finire nel nulla. Non preoccuparti: tutto sarà riciclato. Sei destinato a disfarti e quindi non puoi permetterti di essere felice». Con questa provocazione l’arcivescovo di Milano Mario Delpini introduce la lectio magistralis tenuta presso l’aula magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona nella mattinata del 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, affiancato dal vescovo di Cremona Antonio Napolioni e dal preside della facoltà di Scienze agrarie Marco Trevisan.

Il tema dell’incontro, che ha dato inizio alla serie di proposte promosse da Ufficio diocesano di pastorale universitaria in collaborazione con Università Cattolica e Museo diocesano, sul tema “La via della Croce”, si fonda sul dualismo e sul dibattito teologico e filosofico fra “scientia Crucis” (il sapere della Ceoce) e l’attuale sapere contemporaneo. «Nei territori del sapere contemporaneo abita una economia obbligatoria – ha detto ancora l’arcivescovo Delpini -. L’economia obbligatoria parla con il linguaggio dei numeri, delle statistiche, delle curve e delle proiezioni del mercato. Non conosce i nomi delle persone, conosce però i gusti, i capricci, le disponibilità di spese. Non distingue il bene e il male, ma piuttosto chi compra e chi vende, non sa nulla del buon cittadino, sa tutto del consumatore». Quindi l’arcivescovo ha proseguito: «La parola della croce annuncia l’essenziale del messaggio cristiano: l’uomo non è destinato al nulla, ma alla vita di Dio. Questa vita è un dono che Dio fa tramite Gesù: non è un “regalo”, è la grazia di una vita, di una via da percorrere. Gesù ha fatto della sua vita un dono, senza pretendere niente, un dono di sé fino alla fine. E insegna: io sono la via, la verità, la vita. Cioè: se vuoi vivere, seguimi, fai della tua vita un dono, fino alla fine. La via più promettente per vivere è quella di Gesù».

Ma scienza e fede non viaggiano su rette parallele, distinte e separate, poiché «tutto ritorna in Cristo – ha precisato Delpini –: la sapientia crucis non è solo un sapere, un principio interpretativo e critico verso ogni conoscenza, è piuttosto una via da percorrere, uno stile di vita da abbracciare. Chiamati a introdursi nel mistero della conformazione a Gesù, prende forma un popolo che percorre la storia, tra contraddizioni e peccati, eppure determinato a scegliere la via della compassione, della misericordia, del servizio».

L’incontro, che ha visto la partecipazione degli studenti dell’ateneo, introdotto dal saluto del direttore della sede di Piacenza-Cremona della Cattolica, Mauro Balordi, e da quello di un giovane, a nome anche dei compagni di studi, si è concluso con le parole del vescovo Antonio Napolioni che ha invitato a ricordare che «ogni giorno, fuori dalle nostre case e dai nostri confini, l’ingiustizia del male si fa sempre sentire forte e presente, soprattutto in questi giorni, dove nell’est dell’Europa una guerra infondata e insensata sta dilagando fra gli innocenti. I cristiani non sanno quale sia l’origine e la motivazione che genera il peccato, ma è proprio nella necessità che si afferma maggiormente la gloria di Dio, la dimostrazione che anche dove sembra non esserci più speranza, c’è ancora chi trova la forza di amare, ed è nella vera fede che si può amare anche ci sta facendo del male. Che questo sia il motore che ci guidi verso una nuova Pasqua, che non sia solamente una festa, ma un momento di amore e rinascita».

La mattinata, animata dal coro dell’ateneo, si è conclusa con il saluto di don Maurizio Compiani, docente, assistente ecclesiastico della sede cremonese della Cattolica e incaricato diocesano per la Pastorale universitaria, che ha fatto dono all’arcivescovo di una piccola opera d’arte, una pietra quale segno di relazione duratura.

 

 

Le prossime iniziative quaresimali

Ogni mercoledì di marzo studenti, docenti e personale non docente di qualunque Ateneo potranno prenotare una visita gratuita al nuovo Museo Diocesano, anche in orario serale (per prenotare è necessario compilare il form su www.diocesidicremona.it/adcrucem). Questa iniziativa prende il titolo “Ad Crucem: Il mistero della Croce nei tesori cremonesi”. La visita sarà introdotta da una breve riflessione su un’opera presente nella sezione riguardante la Passione di Cristo, quindi sarà lasciato tempo libero per ammirare le altre sezioni del museo .

Il percorso si chiude, mercoledì 6 aprile, nella chiesa di S. Luca alle 210 con la meditazione “Elevatio Crucis. Contemplando il mistero della Croce”. L’incaricato diocesano della Pastorale Universitaria, il biblista don Maurizio Compiani, commenterà alcuni testi biblici, offrendo al contempo una introduzione alla Settimana Santa. L’appuntamento è aperto a tutti e non necessita di prenotazione.

 

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«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso», sussidi per la preghiera nella XXX Giornata del Malato

In un periodo difficile come quello che il mondo sta vivendo, condizionato da una pandemia che continua a richiedere attenzioni e cure particolari per la sicurezza di tutti, non è possibile dimenticare quelli che più di tutti soffrono a causa delle ferite della malattia. Il ricordo e la vicinanza trovano un momento di particolare intensità e condivisione nella XXX Giornata Mondiale del Malato, che come ogni anno si celebra l’11 febbraio, memoria liturgica della Madonna di Lourdes, un giorno scelto da san Giovanni Paolo II «per sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie cattoliche e la società civile all’attenzione verso i malati e verso quanti se ne prendono cura». Con queste parole papa Francesco ricorda che «molti passi avanti sono stati fatti, ma molta strada rimane ancora da percorrere per assicurare a tutti i malati, anche nei luoghi e nelle situazioni di maggiore povertà ed emarginazione, le cure sanitarie di cui hanno bisogno».

«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). Le parole che accompagnano nella preghiera di questa giornata risuonano oggi ancora più forti e vere, e devono essere un monito per tutti, perché «la misericordia, infatti, è per eccellenza il nome di Dio, che esprime la sua natura non alla maniera di un sentimento occasionale, ma come forza presente in tutto ciò che Egli opera».

Lo spirito della Giornata viene accolto anche a Cremona dal vescovo Antonio Napolioni, che invita gli ospedali e le case di riposo a farsi portavoce del messaggio di vero spirito di misericordia, in quanto primi fra tutti nella vicinanza, nel cordoglio e nell’aiuto dei malati.

Per accompagnare nella preghiera della Giornata Mondiale del Malato, la Pastorale della salute della Diocesi di Cremona mette a disposizione una guida alla liturgia per rendere l’orazione un’unica voce fra tutti i fedeli, accompagnata dalla lettera del Santo Padre per tutti i cristiani del mondo.

Di seguito il download dei sussidi della Pastorale della salute della Diocesi di Cremona:




Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, il 20 gennaio a Borgo Loreto la veglia ecumenica

“In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti per onorarlo”. Questo il tema conduttore, tratto dal Vangelo di Matteo, della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che annualmente si tiene dal 18 al 25 gennaio, in cui gli uomini e le donne di tutto il mondo, appartenenti a diverse tradizioni e confessioni, si riuniscono spiritualmente per pregare per una sola Chiesa.

Incentrata su questa proposta e valorizzandola, la veglia ecumenica diocesana si terrà giovedì 20 gennaio, alle 21, nella chiesa parrocchiale della Beata Vergine Lauretana e San Genesio (Borgo Loreto) a Cremona, in piazza Cappellani Caduti, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, del pastore Nicola Tedoldi della Chiesa evangelica metodista di Piacenza e Cremona e di padre Doru Fuciu della Chiesa ortodossa rumena di Cremona, e sarà caratterizzata, nel suo svolgimento, da momenti di chiara impronta sinodale.

Il compito di preparare a livello internazionale il materiale per la Settimana del 2022 è stato affidato alla commissione nominata congiuntamente dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, dalla Commissione Fede e Costituzione e dal Consiglio delle Chiese del Medio Oriente con sede a Beirut, in Libano. Quest’ultima ha scelto il tema e redatto i testi che guideranno la preghiera dei cristiani di tutto il mondo.

«I Magi ci rivelano l’unità di tutti i popoli voluta da Dio – spiega la Commissione –. Viaggiano da paesi lontani e rappresentano culture diverse, eppure sono tutti spinti dal desiderio di vedere e di conoscere il Re appena nato; essi si radunano insieme nella grotta di Betlemme, per onorarlo e offrire i loro doni. I cristiani sono chiamati ad essere un segno nel mondo dell’unità che Egli desidera per il mondo. Sebbene appartenenti a culture, razze e lingue diverse, i cristiani condividono una comune ricerca di Cristo e un comune desiderio di adorarlo. La missione dei cristiani, dunque, è quella di essere un segno, come la stella, per guidare l’umanità assetata di Dio e condurla a Cristo, e per essere strumento di Dio per realizzare l’unità di tutte le genti».

Dunque, essere la stella che illumina il cammino verso Gesù Luce è la missione della Chiesa, segno forte e significativo di speranza, in un mondo in travaglio e nelle difficoltà della vita di ciascuno, in cui comunque mai manca la presenza di Dio. Per questo i cristiani di tutte le tradizioni e confessioni sono chiamati a essere luce che illumina il cammino, con la preghiera, la parola, le azioni. E devono far sì che le divisioni tra loro non affievoliscano questa luce, affinché la strada non diventi oscura: «Al contrario, siano cristiani uniti, che adorano Cristo insieme e aprono i loro scrigni in uno scambio di doni».

Per questo, anche quest’anno e come sempre, la Settimana di preghiera si pone come del tutto attuale, non disincarnata o lontana dalle condizioni concrete in cui l’umanità si trova storicamente a vivere. Infatti la pandemia che tutto il mondo sta affrontando, con le conseguenti crisi di carattere economico, sociale, politico, di senso, ha evidenziato la necessità e il desiderio, percepiti profondamente e a livello globale, di una vera luce, che illumini le oscurità esistenziali. Questa luce sia offerta dalle Chiese, che «devono collaborare per dare sollievo agli afflitti, accogliere gli sfollati, alleviare chi è schiacciato dal peso della vita, e costruire una società più giusta e onesta».

La Settimana di preghiera, dunque, rappresenta un forte e pressante invito alle Chiese a «lavorare insieme affinché i giovani possano costruire un futuro che sia conforme al cuore di Dio, un futuro in cui tutti gli esseri umani possano sperimentare la vita, la pace, la giustizia e l’amore. La strada nuova per le chiese è la via dell’unità visibile che perseguiamo con sacrificio, coraggio, audacia così che, giorno dopo giorno “Dio regnerà effettivamente in tutti”».

Locandina della Veglia ecumenica del 20 gennaio

 




«Lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare», Coldiretti Cremona con le scuole per un futuro… buono

 

Il futuro della casa comune è in mano ai più giovani. Questo il messaggio che Coldiretti Cremona intende sostenere e promuovere concretamente con il progetto scolastico «Lo sviluppo sostenibile e l’educazione alimentare», che grazie al contributo del Ministero dell’Istruzione prosegue idealmente il progetto di sensibilizzazione ambientale che l’anno scorso ha coinvolto 70 classi e 1265 alunni nella provincia di Cremona.

La presentazione del progetto proposto da Coldiretti Cremona alle Scuole primarie della Provincia di Cremona, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona, con l’impegno di promuovere sani stili di vita coniugati alla sostenibilità ambientale, si è tenuta nella Sede provinciale di Coldiretti Cremona nella mattina di martedì 11 gennaio, alla quale han partecipato il direttore di Coldiretti Cremona Paola Bono, l’assessore ai sistemi culturali, giovani e politiche della legalità del comune di Cremona Luca Burgazzi e la professoressa Elisa Cambiati, rappresentante dell’Ufficio Scolastico Territoriale.

Presenti in video conferenza in rappresentanza dei partecipanti al concorso, hanno assistito all’incontro la classa 2B del professor Simone Fappani e la classe 3B della professoressa Simona Pilotta, che con grande entusiasmo han saputo trasmettere i valori che questa iniziativa vuole portare nelle scuole cremonesi, esponendo i propri progetti che sono ormai pronti a prendere vita.

Dopo l’introduzione affidata ad un allegro video dedicato ai momenti salienti vissuti dagli alunni nell’ambito del progetto-scuola Coldiretti dello scorso anno, è stata Paola Bono, Direttore della Federazione, ad illustrare percorsi, protagonisti e numeri dell’edizione 2021-22. Il Direttore ha dapprima ricordato la collaborazione in essere tra Coldiretti e il Ministero dell’Istruzione, formalizzata da un protocollo, e l’ormai decennale esperienza messa in campo dall’organizzazione degli agricoltori in tema di proposte formative dedicate ai temi della sostenibilità e della corretta alimentazione. Con soddisfazione il Direttore ha quindi informato i giornalisti in merito alla lettera che Coldiretti Cremona ha ricevuto a firma del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, nella quale si sottolinea “il valore della vostra iniziativa, che si coniuga pienamente – ha scritto il Ministro – con l’obiettivo educativo su cui l’intero sistema di istruzione è impegnato, ovvero quello della formazione di un cittadino partecipe e consapevole, anche in ambito ambientale e del diritto alla salute, per un futuro umanamente sostenibile”.

Il Direttore Paola Bono ha quindi brevemente illustrato i contenuti del progetto, a partire dai cinque percorsi, raccontati con l’ausilio di un video: “Una mucca per amica”; “Viene prima l’uovo…o la gallina?”; “L’acqua amica della natura”; “Evviva le api” e “Il cibo nell’arte”. Quest’ultima proposta, in particolare, si avvale della preziosa e generosa collaborazione di Flavio Caroli, storico dell’arte e accademico italiano. Il progetto – ha spiegato il Direttore – si svilupperà a partire da video girati nelle aziende e dedicati ai vari temi, proposti alle classi in una lezione che includerà – in questo momento a distanza, attraverso “web incursioni” – il dialogo tra alunni e agricoltori. “L’auspicio è che ben presto la situazione sanitaria consenta l’arricchimento del percorso attraverso visite in azienda, nelle fattorie didattiche, o presso il museo – ha detto –. Non mancheranno un momento finale dedicato all’esposizione dei lavori dei bambini e una giornata rivolta alla premiazione dei lavori più significativi”.

In rappresentanza dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona, la professoressa Elisa Cambiati ha ribadito il valore della proposta messa in campo da Coldiretti. “La partecipazione sempre così fattiva – ha rimarcato – fa capire quanto queste tematiche siano vicine al mondo della scuola e siano importanti. Quanto siano rilevanti per il futuro dei bambini e del nostro territorio. Siamo veramente contenti di come il progetto è andato l’anno scorso e di come sta procedendo quest’anno. Vediamo l’entusiasmo dei bambini, che attendono le lezioni e si dedicano agli elaborati, e degli insegnanti che ogni anno richiedono in prima persona informazioni inerenti al progetto”.

L’Assessore Luca Burgazzi ha esordito rivolgendo “un grazie alla Coldiretti”. Ha sottolineato la piena sintonia, in merito ad una visione che considera il sistema museale, le istituzioni culturali, quali elementi che fanno parte dell’educazione delle giovani generazioni. Ha rivolto un plauso alla scelta di valorizzare, nello scorso anno, l’incontro con il museo Cambonino, così come quest’anno, con una guida d’eccezione, si va alla scoperta della Pinacoteca cremonese. “Come sistema museale, insieme a Coldiretti, abbiamo condiviso questa scelta, che ritengo fondamentale, convinti come siamo che i musei non siano solo semplici erogatori di un servizio” ha aggiunto, definendo il museo “un elemento fondamentale per la costituzione di una comunità”. “Il fatto che un’associazione di categoria, che la Coldiretti, abbia colto questo legame fra istruzione, cultura, musei, è un segnale importante che viene dato alla città, a tutto il territorio, ed anche ad un contesto più ampio”. L’Assessore Burgazzi ha quindi evidenziato il grande, ulteriore valore, portato al progetto dal coinvolgimento del critico e storico dell’arte Flavio Caroli.

Carlo Maria Recchia ha quindi passato la parola ai protagonisti del progetto, alle due classi in video-collegamento, in rappresentanza di tutti gli alunni che condivideranno la grande avventura targata Coldiretti Cremona, alla scoperta dell’agricoltura e dell’alimenta made in Italy, dello sviluppo sostenibile, del territorio e della sua bellezza. L’insegnante Simone Fappanni ha testimoniato l’entusiasmo, la grande curiosità, con cui gli alunni vivono in ogni occasione l’incontro con gli agricoltori della Coldiretti. La professoressa Simona Pilotti ha descritto l’innovativa esperienza che la scuola sta mettendo in campo, in collaborazione con il Consorzio Casalasco del Pomodoro, con gli alunni che – dotati delle più moderne strumentazioni – si apprestano a coltivare piselli e verdure in un appezzamento ricevuto in dono dal Comune di Ostiano.

L’avventura degli alunni è dunque ai nastri di partenza. Le prime lezioni in calendario sono fissate per giovedì 13 gennaio.

Ogni classe avrà cinque percorsi diversificati i base alle proprie esigenze, e degli esperti esporranno i temi trattati ai ragazzi grazie a foto e video per trasmettere l’esperienza in maniera chiara ed efficace, alimentando le conoscenze apprese grazie a laboratori interattivi e visite guidate. Mucche, uova, acqua e api sono gli argomenti che verranno insegnati, accompagnati da un innovativo corso legato alla storia del cibo nel mondo artistico che illustrerà come esso abbia avuto un ruolo preponderante in ogni periodo storico.

Gli elaborati potranno essere inviati entro il 30 aprile e verranno valutati da un’apposita commissione che decreterà il vincitore del concorso, che verrà premiato , condizioni sanitarie permettendo, alla festa di fine progetto alla quale potranno partecipare tutte le scuole che hanno aderito.