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Giornata missionaria, venerdì il primo appuntamento a Cremona

Si celebrerà domenica 18 ottobre la Giornata missionaria mondiale. Come consuetudine l’evento è anticipato, nelle diverse zone pastorali della diocesi dalle veglie di preghiere, slogan: “Tessitori di fraternità”.

Per la città di Cremona l’appuntamento sarà nella serata di venerdì 16 ottobre, alle 20.45, nella chiesa parrocchiale di S. Ilario. La celebrazione, animata dai giovani della città, sarà presieduta da don Davide Ferretti, sacerdote cremonese “fidei donum” in Brasile insieme a don Emilio Bellani nella parrocchia di Salvador de Bahia. Locandina veglia missionaria Zona 3

Nel resto della diocesi la veglie saranno la sera di sabato 17 ottobre.

Per la zona pastorale 1 l’appuntamento sarà alle 21 nella basilica del Santuario di Caravaggio (e non come inizialmente previsto al Centro di spiritualità). Il momento di preghiera e testimonianza – trasmesso in diretta streaming sul sito del Santuario – sarà presieduto da don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano per la Pastorale missionaria, sarà l’occasione per ricordare la figura di don Francesco Nisoli, «fidei Donum» dal 1989 al 2017, deceduto a motivo del Covid nei mesi scorsi. Proprio la parrocchia di Caravaggio nell’occasione presenterà libro “La vita, un dono infinito. Un cammino a spirale”, che ripropone il suo diario spirituale: duecento pagine, arricchite da fotografie. Locandina veglia missionaria Zona 1

Nella chiesa parrocchiale di Soresina (ore 20.45) si ritroverà, invece, la zona 2. La veglia, presieduta dal vicario zonale don Giambattista Piacentini, sarà animata dai giovani di Castelleone che racconteranno la loro esperienza di missione in Africa. In particolare interverranno Antonio Bellani, volontario in Mozambico, nell’orfanotrofio di Gurue, e Chiara Gallarini, servizio civilista per Caritas Ambrosiana a Mombasa, Kenya, nel 2017/2018 e impegnata per la diocesi di Mombasa nel 2018/2019 in un progetto di dialogo interreligioso dedicato ai giovani. Locandina veglia missionaria Zona 2

Serata unitaria per le zone pastorali 4 e 5 nella chiesa parrocchia di Scandolara Ravara, con la presenza di don Davide Ferretti e l’animazione della veglia a cura dei giovani di Sospiro. Locandina veglia missionaria Zone 4 e 5

 

Il messaggio del Papa per la Giornata

L’emergenza Covid da alcuni mesi “perseguita” le nostre esistenze obbligando a chiudersi in casa e a interrompere o ridurre le relazioni interpersonali e comunitarie. Una tragica emergenza sanitaria che porta con sé una crisi economica e sociale che colpisce in maniera diseguale ogni angolo del pianeta. La pandemia si aggiunge ai mali endemici che attraversano questa epoca – povertà, guerre, terrorismo, mortificazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, cambiamento climatico e sue conseguenze… –: siamo di fronte a una umanità sofferente che invoca solidarietà. Il Mese missionario sollecita, in questo senso, partecipazione alle vicende dei nostri giorni, una rinnovata sensibilità e apertura di orizzonti, e richiama all’animazione – e alla concreta generosità – nella Chiesa locale sul versante della missione ad gentes.

Ci guidano, per questo, le parole che papa Francesco consegna nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale. Vi è forte richiamo alla missione come “risposta, libera e consapevole, alla chiamata di Dio” che possiamo percepire “solo quando viviamo un rapporto personale di amore con Gesù vivo nella sua Chiesa”. Da qui nasce l’ “Eccomi manda me” di Isaia. Bergoglio ripropone Gesù – non possiamo mai dimenticarlo – come origine e senso della nostra esistenza, della nostra vocazione, del nostro credere. La missione matura e si alimenta nella relazione con il Signore risorto.

Il Papa, in un altro passaggio, sottolinea che l’amore di Dio “è per ognuno e per tutti” e “chiede la nostra personale disponibilità ad essere inviati, perché Egli è amore in perenne movimento di missione, sempre in uscita da se stesso per dare vita”. È bella questa immagine dinamica dell’amore di Dio per l’umanità, che dovrebbe rispecchiarsi nel nostro procedere verso i fratelli, specie quelli più fragili, provando a testimoniare la medesima bontà e misericordia che Gesù insegna. Non può esserci fede né cristianesimo in cuori induriti, chiusi, egoisti.

“La malattia, la sofferenza, la paura, l’isolamento ci interpellano. La povertà – insiste Francesco – di chi muore solo, di chi è abbandonato a se stesso, di chi perde il lavoro e il salario, di chi non ha casa e cibo ci interroga. Obbligati alla distanza fisica e a rimanere a casa, siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio”.

Il messaggio del Papa per la Giornata

 

 

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Il Vescovo ai due nuovi diaconi: «Cantate con la vostra vita un cantico d’amore»

«Canterete con la vita, con i gesti, le parole e i silenzi». Così il Vescovo Napolioni si è rivolto a Francesco Tassi e Alberto Bigatti, i due giovani seminaristi su cui ha imposto le mani per la consacrazione diaconale, durante la Messa presieduta in Cattedrale nella serata di sabato 3 ottobre.

La fotogallery della celebrazione

Accompagnati all’altare dai rispettivi parroci, don Luigi Nozza di Casirate d’Adda e don Irvano Maglia dell’unità pastorale cittadina di Sant’Agata e Sant’Ilario, dal rettore del Seminario don marco D’Agostino e da molti altri presbiteri diocesani, dai compagni di studi che hanno prestato servizio liturgico e da amici e famigliari, i due seminaristi sono stati introdotti alla celebrazione dalle parole di monsignor Napolioni che ha sottolineato la vicinanza di tutti coloro che «li hanno visto crescere come giovani uomini credentiche si dispongono a diventare per sempre ministri di Dio, segnati dal segno della diaconia per donare la pace e la grazia di Cristo a tutti. Non siamo degni di un dono così grande – ha aggiunto – eppure ne abbiamo assoluto bisogno. E il Padre ci viene incontro toccandoci il cuore, purificandoci le labbra e disponendoci all’esperienza della sua misericordia».

Durante la Messa il rito di ordinazione è iniziato dopo la proclamazione del Vangelo con la presentazione dei candidati e la loro elezione: chiamati per nome, hanno risposto il loro «Eccomi». Sono seguite le domande, da parte del Vescovo, sulla loro idoneità prima dell’assenso che loro stessi dovranno esprimere.

«Tra poco – si è rivolto così il vescovo ai due giovani iniziando la sua omelia – direte i vostri “lo voglio”, a cui se ne aggiunge uno: “Voglio cantare!”. Canterete con la vita, con i vostri giorni, i vostri gesti, con le parole e i silenzi». Un canto – ha proseguito – che accomuna tutta la Chiesa che sperimenta «la presenza operosa di Dio anche al di là delle ingiustizie della storia umana. Il cantautore è Lui, voi siete gli interpreti».

Non soltanto «un passo verso il sacerdozio» – ha poi aggiunto monsignor Napolioni riflettendo sui significati profondi dell’ordinazione diaconale – «ma soprattutto un evento nuziale perché la vostra scelta di consacrarvi nel celibato per il regno splende. Splende pur nella fragilità di una rinuncia che ogni giorno va rinnovata. Splende perché questo cantico è per la sua vigna». La vigna è del Signore – ha sottolineato – «Lui vi ha confidato i sentimenti che prova per la sua vigna, per la sua gente».

Così l’augurio che il Vescovo ha rivolto ai due nuovi diaconi è quello di «poter cantare le storie di salvezza di cui sarete testimoni: storie di conversione, di peccato e perdono, di miseria e misericordia. Che sono le nostre storie. Un ministro di Dio – ha aggiunto con una riflessione sulla vocazione e il ministero del sacerdozio – non deve finire di stupirsi, ma senza scandalizzarsi per quanto coglie il passaggio di Dio anche ai margini della nostra esistenza».

Non manca, nella riflessione di monsignor Napolioni, un riferimento alla enciclica “Fratelli tutti” che Papa Francesco ha firmato nel pomeriggio ad Assisi e che tra poche ore sarà resa pubblica a tutto il mondo con «il giudizio schietto, coraggioso e profetico» che Santo Padre dà «sul tempo che viviamo, con le sue tentazioni di chiusura, di rabbia, di violenza, di uso indebito del nome di Dio e della fede per spaccare ciò che Cristo a costruito, per innalzare muri di inimicizia tra gli uomini».
Riflettendo sull’invito del Papa a stare in guardia dalla cultura dello scarto, il Vescovo ha chiesto ai due diaconi in questo ultimo anni di preparazione al sacerdozio «di non trascurare i poveri e gli ultimi, gli “scartati” che sono anche tra noi», perché – ha concluso la sua omelia rivolgendosi di nuovo direttamente ai diaconi – ciò che avviene in voi oggi porti quei frutti che a tempo debito Dio raccoglierà; li porterete in chi non immaginate: in quelli a cui avrete dato un bicchiere d’acqua, un sorriso, un ascolto nei momenti più nascosti delle vostre giornate».

L’omelia di mons. Napolioni

Dopo l’omelia Alberto e Francesco sono stati interrogati circa gli impegni propri dell’ordine diaconale. Ha fatto seguito il canto delle litanie dei santi, l’imposizione delle mani del Vescovo e la preghiera di ordinazione.

La liturgia è proseguita poi con i riti esplicativi: la vestizione dell’abito proprio (stola e dalmatica), la consegna del libro dei Vangeli e l’abbraccio di pace con il Vescovo. La Messa quindi continuata con la professione di fede e la liturgia eucaristica con i nuovi diaconi che hanno servito all’altare.

Nei prossimi mesi, in attesa dell’ordinazione sacerdotale, i due diaconi concluderanno gli studi teologici svolgendo il proprio ministero in due unità pastorali della diocesi: Francesco Tassi a Cremona nelle parrocchie della Cattedrale, Sant’Imerio e San Pietro al Po; Alberto Bigatti a servizio delle comunità di Vescovato, Ca’ de’ Stefani, Pescarolo, Pieve Terzagni, Gabbioneta e Binanuova.


Scarica il libretto della Messa di ordinazione diaconale

Biografia degli ordinandi

Alberto Bigatti, della parrocchia di Santa Maria Immacolata in Casirate d’Adda, è nato a Treviglio (Bg) il 2 settembre 1988. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano “Bicocca”, è entrato in Seminario nel settembre 2014. Durante gli anni di formazione ha prestato servizio presso le parrocchie di Soresina, Caravaggio e nell’unità pastorale di Rivarolo Mantovano, Cividale e Spineda. Durante quest’anno di diaconato presterà servizio presso l’unità pastorale “Cafarnao” composta dalle parrocchie di Vescovato, Ca’ de’ Stefani, Binanuova, Gabbioneta, Pescarolo e Pieve Terzagni.

Classe 1995, Francesco Tassi è originario della parrocchia di Sant’Agata in Cremona. Diplomato presso l’istituto tecnico geometri “P. Vacchelli” di Cremona, nel settembre 2014 è entrato in Seminario, nella classe di propedeutica. Durante gli anni della formazione ha prestato servizio pastorale nella parrocchia di parrocchia di Cristo Risorto in Cassano d’Adda, quella di Castelverde e nell’unità pastorale di Rivarolo Mantovano, Cividale e Spineda, collaborato inoltre con l’Azione Cattolica Ragazzi per le esperienze estive. Svolgerà l’anno del diaconato a Cremona presso l’unità pastorale della Cattedrale, Sant’Imerio e San Pietro al Po.




Monsignor Angelo Staffieri accolto tra i canonici del Capitolo

Più che un onore un servizio. È con questo atteggiamento che monsignor Angelo Staffieri intende il suo nuovo incarico di canonico del Capitolo della Cattedrale, cui è entrato a far parte a tutti gli effetti nel pomeriggio di martedì 8 settembre, nella festa della Natività della Beata Vergine Maria. Una ricorrenza di particolare significato – come ha ricordato nel suo saluto – nel segno della devozione alla «Vergine Santa», con un affettuoso pensiero alla sua infanzia, con i pellegrinaggi al Madonnino della Manna e l’ordinazione avvenuta in questo tempio dedicato all’Assunta.

L’insediamento di mons. Angelo Staffieri tra i membri del Capitolo della Cattedrale ha avuto luogo alle 17.30 nel transetto meridionale della Cattedrale di Cremona, scelto per permettere di svolgere, garantendo il distanziamento, il rito che solitamente si svolge nella sagrestia del Capitolo.

Accompagnato dai canonici mons. Libero Salini e mons. Pietro Bonometti, dopo la lettura del decreto di nomina da parte del cancelliere vescovile mons. Marino Reduzzi e la vestizione con gli abiti propri del Capitolo, il nuovo canonico ha recitato la Professione di fede prestando giuramento di fedeltà allo statuto e al regolamento del Capitolo davanti al presidente mons. Ruggero Zucchelli, suo compagno di Messa.

Dopo la foto di gruppo, i canonici hanno celebrato l’Eucaristia delle 18, presieduta da monsignor Zucchelli, al termine della quale il neo canonico ha rivolto un saluto a tutti i presenti, tra i quali i familiari e gli ex parrocchiani di Sesto, con il sindaco Francesco Maria Viccardi, presenti al suo insediamento.

Il pomeriggio si è concluso, pur nel distanziamento, con un momento di festa nel cortile dell’Oratorio Silvio Pellico, residenza del nuovo canonico.

Photogallery dell’insediamento

 

Profilo del nuovo canonico

Classe 1946, originario di Formigara, mons. Staffieri è stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1972, iniziando il proprio ministero come vicario a Cremona nella parrocchia di S. Sebastiano. Nel 1985 è stato nominato parroco di Fengo. Nel 1997 il trasferimento, sempre come parroco, a Sesto Cremonese assumendo anche gli incarichi di amministratore parrocchiale di Luignano (dal 1998 al 2000) e Crotta d’Adda (nel 2008).

Avendo accettato la sua rinuncia a parroco di Sesto (effettiva dal 1° settembre) mons. Napolioni l’ha nominato canonico effettivo del Capitolo della Cattedrale di Cremona.




Disponibile in Curia la Guida ufficiale 2020 della Diocesi

È disponibile, presso la Curia vescovile, l’edizione 2020 della Guida ufficiale della Diocesi di Cremona. Il volume è stato curato dalla Cancelleria della Curia, in sinergia con TeleRadio Cremona Cittanova, editrice della pubblicazione.

In copertina all’edizione 2020 il Cristo Pantocratore di Boccaccio Boccaccino, l’affresco che campeggia nel catino absidale della Cattedrale, scelto in vista della Settimana liturgica nazionale che, inizialmente in programma a Cremona il prossimo agosto, è slittata all’estate 2021 a causa della pandemia.

Nell’introduzione al testo il vescovo Antonio Napolioni sottolinea tre parole: incontro, comunicazione, fraternità. La prima in riferimento alla Visita pastorale; la seconda quale elemento basilare per la comunione; la terza nella consapevolezza che «percorsi di fraternità si impongono, anche per dare risposte ai bisogni vitali di tanti piccoli e poveri che sono tra noi, che siamo anche noi».

La guida si suddivide secondo la scansione tradizionale: i riferimenti relativi alla Santa Sede e alla Chiesa universale, le articolazioni pastorali della Chiesa in Italia e in Lombardia, cui seguono più estesamente le informazioni relative alla Chiesa di Cremona: le Aree di attività pastorali diocesane, le Istituzioni, gli strumenti di comunicazione, le Aggregazioni ecclesiali riconosciute. Segue la mappa delle Zone pastorali, delle Unità pastorali e delle parrocchie, nella città di Cremona e sul territorio della diocesi. Sono quindi pubblicate le informazioni relative ai ministri ordinati e ai religiosi/religiose operanti sul territorio e fuori diocesi. Alcune appendici riportano dati relativi a missionari originari del nostro territorio e l’elenco dei sacerdoti che hanno servito il Vangelo e sono tornati a Dio.

La Guida Ufficiale 2020 è a disponibile presso la Curia Vescovile di Cremona ed è riservata ad un utilizzo pastorale che vieta ogni diffusione o impiego a fini commerciali dei dati personali riportati. I sacerdoti, che ancora non l’avessero fatto, possono ritirare la loro copia omaggio. Ulteriori copie sono disponibili al costo di 15 euro.




La “Borsa di Sant’Omobono”, un fondo di solidarietà per le povertà causate dal Covid-19

La Diocesi di Cremona, il cui territorio coincide solo in parte con la provincia (avendo parrocchie anche in quelle di Milano, Bergamo e Mantova), è percentualmente la zona più colpita dal contagio Coronavirus. Nelle difficoltà subito emerse, ovunque, i sacerdoti hanno continuato ad avere quotidiana attenzione pastorale alle diverse esigenze, innanzitutto spirituali, delle proprie comunità. Con la Diocesi che, anche attraverso i mezzi di comunicazione (web in particolare) sta tenendo vivo il senso di appartenenza e comunità, offrendo momenti di celebrazione e preghiera, presentando iniziative ed esperienze.

Oltre agli aspetti pastorali la Diocesi non può dimenticare la grave crisi che il Coronavirus sta generando, mettendo in serie difficoltà tante persone e famiglie, magari con le loro piccole imprese. Guardando ora al futuro, occorre pensare a come sostenere soprattutto coloro che hanno un lavoro precario oppure lo hanno perso, a come non farli sentire soli in un momento così minaccioso. Sarà proprio questa la missione della “Borsa di sant’Omobono”, istituita dalla Diocesi di Cremona. Si tratta di un fondo speciale per esprimere prossimità e offrire un aiuto concreto a coloro che, a causa dell’epidemia in atto, non hanno alcuna forma di sostentamento oppure sono in gravi, anche se temporanee, difficoltà economiche.

La decisione di chiamarla “Borsa di sant’Omobono” è stata presa ispirandosi al santo patrono della città e diocesi di Cremona, maestro non solo di preghiera e di penitenza, ma anche di generosità e servizio ai più deboli, diventando così artefice di giustizia e pace sociale.

Il Fondo inizialmente sarà alimentato dalla Caritas diocesana, che si avvarrà anche di risorse messe a disposizione, proprio per l’emergenza Covid-19, dalla Caritas nazionale e dai Fondi CEI dell’8xmille. Ma potrà essere sostenuto anche dalle offerte deducibili, sia dei privati che delle aziende. Le comunità hanno il cuore grande e, soprattutto nelle difficoltà, hanno sempre saputo dimostrarlo con fervore: oggi più che mai c’è bisogno di sostenerci gli uni con gli altri, moralmente e anche economicamente.

Le risorse saranno ridistribuite alle fasce più deboli attraverso pacchi alimentari o con il sostegno al pagamento di parte delle utenze, oppure con il rilancio dell’iniziativa quaresimale, cioè attraverso i tirocini lavorativi. Per attuare il servizio, ci si avvarrà – possibilmente in accordo con gli Enti pubblici – della rete dei centri di ascolto della Caritas e della San Vincenzo, di operatori e volontari delle parrocchie, in collaborazione con la comunità dei Frati Cappuccini di Cremona.

La Borsa di sant’Omobono è un aiuto concreto, grazie alla capillarità della carità diocesana, per dare sostegno alle tante forme di povertà create dall’epidemia.

È possibile contribuire alle iniziative della Caritas diocesana e alla “Borsa di Sant’Omobono” con versamento:

  • su conto corrente postale n° 68 411 503
  • su conto corrente bancario Iban IT 57 H 05156 11400 CC054 0005161

intestati a Fondazione San Facio Onlus e indicando la causale “Borsa di sant’Omobono”.

Oppure rivolgendosi all’Ufficio Caritas di via Stenico 2 B, a Cremona.


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I passi già compiuti (CLICCA QUI PER TUTTE LE INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ NEL DETTAGLIO)

È grande l’impegno che si sta facendo sul piano caritativo, di solidarietà e assistenza.

Le parrocchie, spesso attraverso le Caritas e le San Vincenzo parrocchiali, sono impegnate su tutto il territorio diocesano, accanto ai gruppi giovanili e alle associazioni che fanno parte della comunità cristiana, promuovono iniziative, spesso in accordo con i propri Comuni, per garantire, in questa fase di emergenza, azioni mirate a favore dei soggetti più fragili, in particolare degli anziani o di persone in quarantena che sono prive di una rete familiare. Vi è infatti la necessità di fornire a molte persone la spesa, i pasti, piccole cose che assicurano servizi primari e senso di prossimità. Tutto questo nel rispetto delle normative, garantendo la sicurezza di tutti.

Riassumiamo brevemente i principali interventi concreti attuati e progettati dalla diocesi, a vari livelli.

1. La Diocesi è attenta alle esigenze economiche legate all’emergenza sanitaria: un primo contributo di 30.000 euro è stato offerto all’Ospedale di Cremona. Una ulteriore colletta promossa dal Vescovo tra i sacerdoti e i diaconi della diocesi, in occasione del Giovedì Santo, ha già superato la cifra di 62.000 euro: è ancora aperta e sarà destinata alle principali strutture ospedaliere del territorio, come segno della profonda complementarietà tra “medici del corpo e medici dell’anima”.

2. Sollecitata dall’Associazione “Uniti per la provincia di Cremona”, la Diocesi ha assicurato che parteciperà con un proprio contributo economico alle spese per l’accoglienza di malati Covid in alcuni alberghi della città.

3. La Caritas diocesana ha supportato le parrocchie, le Caritas e le San Vincenzo parrocchiali, nell’approvvigionamento di viveri e beni di prima necessità per sviluppare ulteriormente la distribuzione di pacchi alimentari o di pasti d’asporto alle famiglie del territorio, anche a domicilio, in collaborazione con Comuni e altre realtà del terzo settore.

4. La Caritas di Cremona ha messo a disposizione, ina alcune proprie strutture della città e il Santuario di Caravaggio, 30 posti gratuiti per operatori sanitari che arrivano a prestare servizio da altre città o regioni o che non rientrano in famiglia dopo il lavoro per non mettere a rischio i familiari.

5. Il dormitorio della Casa dell’Accoglienza di Cremona continua la sua disponibilità per l’ospitalità dei senza fissa dimora, prolungando i mesi di apertura e mantenendo la possibilità di fermarsi anche durante il giorno, fornendo colazione, pranzo e cena.

6. Acquisto di dispositivi di protezione individuali e materiali per l’igienizzazione: fornitura a tutti gli operatori e ospiti delle varie strutture; sanificazione, ove necessario, degli ambienti.

7. Servizi educativi e di orientamento per gli stranieri: informazione e sensibilizzazione circa le norme di comportamento per emergenza Covid, anche con il supporto della Polizia locale.

8. Il Centro d’ascolto della Caritas diocesana è impegnato nel mantenere i collegamenti con i volontari e le parrocchie (a volte i centri parrocchiali sono chiusi) per venire incontro alle esigenze di singoli e famiglie provenienti dal territorio (es. famiglie di giostrai). Si utilizza questo tempo, necessariamente “fermo”, per incontrare, fornire pasti a stranieri fuori dai percorsi dei Centri di accoglienza straordinaria e, attraverso colloqui individuali, programmare il futuro.

9. I tre Consultori di ispirazione cristiana presenti in Diocesi (Cremona, Caravaggio, Viadana) offrono un sostegno psicologico telefonico a distanza, innanzitutto agli operatori sanitari, allargato a tutti coloro che avvertano la necessità di essere ascoltati.

10. La Diocesi, attraverso l’Ufficio diocesano di Pastorale della salute, si mette a disposizione, tramite un numero telefonico dedicato, di tutti coloro che nell’emergenza coronavirus sentono la necessità di un sostegno di carattere spirituale a distanza.




“Nessuno è solo”, la Diocesi attiva un numero di telefono per il supporto spirituale a distanza per l’emergenza coronavirus

La Diocesi di Cremona, attraverso l’Ufficio diocesano per la pastorale della salute, si mette a disposizione – attraverso un numero telefonico dedicato – di tutti coloro che nell’emergenza coronavirus sentono la necessità di un sostegno di carattere spirituale.

I consultori di ispirazione cattolica presenti in diocesi (a Caravaggio, Cremona e Viadana) già hanno attivato un sostegno psicologico, telefonico o online, per gli operatori sanitari. Analoga iniziativa ora viene attivata per un supporto, sempre a distanza, di carattere spirituale.

«Si è pensato di realizzare – spiega don Maurizio Lucini, incaricato diocesano per la Pastrale della salute – un sostegno spirituale a distanza per coloro che in questo contesto complicato e drammatico sono spiazzati, provocati e distrutti da quello che sta succedendo e quindi hanno un maggior bisogno di consolazione, ma anche di un aiuto per ricercare un senso e un significato o semplicemente chiedono un confronto nella fede».

L’attenzione è rivolta a tutti coloro che si trovano ricoverati o in quarantena perché hanno contratto il virus, le loro famiglie, i sanitari e quanti si sono visti strappare un proprio caro. «Molte persone certo possono contare sui sacerdoti della propria parrocchia come riferimento sicuro, ma siamo coscienti e consapevoli che per molti altri non è così e nella solitudine non sanno a chi rivolgersi e a chi porre domande più attinenti alla dimensione spirituale, oppure semplicemente hanno bisogno di esternare il proprio dolore».

Per questi motivi è stato attivato il numero 375-6158547. Sarà attivo da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Risponderà una persona incaricata che raccoglierà i dati e li trasmetterà a un sacerdote che contatterà la persona bisognosa di aiuto e di ascolto.

 

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Palme 2020, sabato alle 18 una Veglia “a distanza” per celebrare in rete la GMG. Ecco come seguirla

La veglia delle Palme: insieme, comunque!

La Veglia delle Palme cambia, ovviamente, formato, come tante abitudini in questo tempo di fatica ed emergenza. Invitiamo i giovani degli Oratori, delle Associazioni e dei Movimenti a collegarsi con il sito diocesano sabato 4 aprile alle 18.

Andrà in onda una versione “a distanza” della Veglia, ridotta nei tempi, ma non nel suo scopo: entrare insieme, come giovani, nella Settimana santa; ascoltare il Vangelo e il messaggio di papa Francesco; sostare sotto la croce e considerare questo tempo con la misura della fede; rivedere il Vescovo Antonio dopo il suo ricovero e ascoltarne parole e augurio; sapere che da tante case confluiremo comunque, in rete, per un appuntamento che non vogliamo perdere.

Il video resterà a disposizione perché lo si possa rivedere nelle sue parti, come pure sarà possibile leggere e meditare il messaggio del Papa, scritto settimane fa, ma forse mai come quest’anno capace di risuonare adatto, forte e potente per tutti noi.

ECCO COME SEGUIRLA

  • sul portale diocesano: diocesidicremona.it
  • sul canale YouTube della diocesi 
  • sulla pagina Facebook della Diocesi di Cremona (e in condivisione su quella della Federazione Oratori Cremonesi)

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#restiamocomunità – #chiciseparerà




Intorno all’opera/1 – L’angelus

Un uomo e una donna recitano l’angelus, la preghiera che ricorda il saluto che l’angelo rivolge a Maria durante l’Annunciazione, che noi ricordiamo il 25 marzo. I due contadini hanno interrotto la raccolta delle patate. Millet li rappresenta con tutti i loro strumenti di lavoro: il forcone, il cesto, i sacchi e la carriola e racconta.

L’Angelus è un quadro che ho dipinto ricordando i tempi in cui lavoravamo nei campi e mia nonna, ogni volta che sentiva il rintocco della campana, ci faceva smettere per recitare l’angelus in memoria dei poveri defunti“.

In questo 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, è papa Francesco che ci chiede di fermarci e di recitare, tutti insieme, a mezzogiorno, la preghiera dei figli di Dio.

La tela esprime un profondo sentimento di raccoglimento, è un’ode al tempo della pausa. Questo è anche il nostro tempo. Il tempo di questa pandemia, dove tutti siamo chiamati a sedimentare, come nella terra. Quella campagna che si allarga alle spalle dei due contadini, in lontananza il campanile dal quale riecheggiano i rintocchi delle campane. Il campanile delle nostre parrocchie, la nostra terra, la pianura, questi giorni.

don Gianluca Gaiardi
incaricato diocesano per i Beni culturali




Intorno all’opera – Un percorso per riflettere attraverso l’arte

Incorniciare una foto, magari quella dei propri cari defunti, in una bella cornice d’argento, come faceva mia nonna sul mobile della camera da letto. In questi giorni ne avrebbe aggiunti molti di volti dei propri cari. Non è semplice mettere una cornice, non è qualcosa da poco, è importante scegliere quella giusta perché diventa parte dell’opera stessa. Incorniciare serve anche per collocare in modo corretto un ricordo, una emozione, un messaggio nel luogo degli affetti.

In questi giorni di forzata autoreclusione il filo tra di noi non si deve spezzare. Per questo propongo a tutti una occasione per riflettere attraverso l’arte: un dipinto, una scultura, un edificio chiesa o palazzo, una fotografia, ecc… cercando di trovare la giusta sistemazione, guardando cosa c’è dentro e intorno. Dove vogliamo collocare un affetto.

La cornice è forse un limite, che non si può oltrepassare, uno spazio definito, come le nostre case piccole o grandi. Da qui la proposta di realizzare questo percorso virtuale, approfittando di questa eccezionale, drammatica contingenza, che ci vede tutti autoreclusi ma non per questo rassegnati e inoperosi.

L’arte è la massima espressione dei nostri sentimenti, intorno ad un’opera c’è tutto il nostro modo di essere, di pensare, di apparire, di credere. Intorno all’opera ci siamo noi che la guardiamo e che facciamo da cornice. I capelli fanno da cornice per il viso, tanti possono essere gli elementi che fanno da contorno a un avvenimento, a un’azione, anche le cerimonie hanno bisogno della loro cornice, del loro contesto.

Intorno all’opera allora ci siamo noi, con i nostri pensieri, le nostre preghiere. I nostri affetti.

don Gianluca Gaiardi
incaricato diocesano per i Beni culturali

La prima opera mercoledì 25 marzo: L’Angelus




“Poi torneremo ad aprire”, disponibile online il nuovo numero de “Il Mosaico” (DOWNLOAD)

Il numero de Il Mosaico di marzo-aprile ha di solito un tenore completamente diverso. Gli eventi e la profonda condivisione con le comunità provate da lutto e dalla fatica dettano altri ritmi ed altre attenzioni. Ecco allora un numero reimpostato, segnato profondamente dalle voci di chi ordinariamente vive in pastorale giovanile ed oggi sta, davanti ai portoni oratoriani chiusi, come una sentinella che si chiede “Quanto manca all’alba?”. L’alba di una ricostruzione anche psicologica ed educativa, oltre che sanitaria ed economica. L’alba in cui sarà possibile fare lutto insieme, e non nell’isolamento degli affetti. L’alba di una nuova stagione dove la paura, se lo augurano tutti, avrà ceduto il passo alla serenità.

Per questo, accanto all’editoriale di pag. 3 (Poi torneremo ad aprire), ecco le pagine 4 e 5 dedicate ad alcuni dei tanti, lodevoli tentativi di mantenere i contatti con gruppi, adolescenti e ragazzi dell’Oratorio; ecco le pagine 6 e 7 in cui parlano un prete, una suora ed un educatore, rappresentanti fraterni di un silenzioso e laborioso popolo oratoriano che c’è e che spera il meglio per tutti. Infine la pagina 2, che ospita una riflessione di due giovani fidanzati sul messaggio di papa Francesco per le prossime Palme e un importante avviso per gli Oratori, e la pagina 8, più leggera, destinata a chi volesse approfondire qualche lettura in questo tempo di fatica.

Il numero per ora è solo digitale, libero e gratuitamente inviato a chiunque. È già disponibile anche sul sito focr.it.

CLICCA SULLA COPERTINA PER SCARICARE E LEGGERE “IL MOSAICO”

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