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Centro Aiuto alla Vita: corso per nuovi volontari del 10 dicembre nella sede di Cremona

Il Centro di Aiuto alla Vita di Cremona organizza un corso di formazione per volontarie. Si tratta di un percorso articolato in otto tappe, per approfondire vari aspetti legati al tema dell’accoglienza e del supporto alla vita umana nascente.

Ogni giorno al CAV di via Milano 5 si rivolgono mamme di varie età e nazionalità per chiedere aiuto, sostegno, consiglio. Un team di persone lavora da anni per garantire accoglienza, ascolto e aiuto concreto: dai corredini dalla nascita ai 3 anni ai pannolini, dal latte e omogeneizzati alle carrozzine e passeggini, dai lettini a molto altro. Un circolo virtuoso di intraprendenza e di carità che prosegue grazie all’opera instancabile di tante storiche collaboratrici e di tanti donatori.

Per dare futuro a questo grande impegno in difesa della vita nascente è dovereso preparare persone nuove che si affianchino per fare esperienza e  che potranno poi prendere il testimone. Per questo i volontari del Cav si rivolgono a chi a tempo e cuore per la vita umana fin dal suo sorgere perchè si iscriva e partecipi  a questo prezioso momento formativo!

Il corso è gratuito e si terrà presso la sede del Centro di Aiuto alla Vita , via Milano 5, partendo da giovedì 10 Dicembre alle ore 21.
Informazioni e conferma di iscrizione via mail al seguente indirizzo: milefracassi@gmail.com, oppure chiamando il 338 4410433.




Le storie dei quindici catecumeni che a Pasqua diventeranno cristiani

Nei giorni scorsi l’amministratore apostolico della diocesi, mons. Dante Lafranconi, ha incontrato in Seminario gli uomini e le donne che nella prossima veglia pasquale diventeranno cristiani per mezzo dei sacramenti dell’iniziazione cristiana; ne ha raccolto e ha vagliato le storie e ha condiviso con loro preghiera e riflessione. Accanto al presule i responsabili del servizio per il catecumenato guidati da don Antonio Facchinetti e don Luigi Donati Fogliazza.

Le storie dei quindici catecumeni sono per certi tutte simili perché in tutti loro lo Spirito è già all’opera: li ha resi curiosi, li ha fatti innamorare di Gesù, gli ha fatto incontrare la comunità cristiana, li ha sollecitati a chiedere il Battesimo. Proprio l’azione dello Spirito rende però le loro esperienze tutte diverse, rivelando una fantasia che è tutta divina.

Così Fariba, che vive a Casalmaggiore ma è originaria dell’Iran, ha raccontato della simpatica che il cristianesimo le ha sempre suscitato già da giovane. Ha parlato di una vera e propria attrazione verso Gesù e di un nuovo senso alla propria vita grazie alle parole del Vangelo. Molto bella anche la testimonianza di Eglantina, che vive a Casirate d’Adda con il marito Bardhi e i due figli. L’esempio della sua nonna aveva tenuto vivo il ricordo della fede cattolica nella sua famiglia anche nei lunghi anni di dittatura, quando in Albania non era possibile esprimere pubblicamente il proprio credo. Questa eredità familiare è quella che la coppia vuole vivere in prima persona e trasmettere ai proprio figli.

Con grande semplicità anche gli altri catecumeni di provenienza albanese hanno offerto la propria testimonianza. Fran e Manjola, che vivono a Cassano, hanno infatti vissuto come un dono quello di un paese in cui si può essere cristiani. Con loro si prepara al Battesimo anche Dominique, originaria del Camerun dove già frequentava la scuola cattolica. L’eredità cristiana della sua famiglia e della sua educazione è diventata per lei ora scelta consapevole. Anche Joelle e Ange, madre e figlio della Costa d’Avorio e inseriti nella comunità di Piadena, hanno profonde radici cristiane, conoscono già Gesù ma non la sua Parola. Da questa disponibilità all’ascolto nasce la decisione di rendere solenne e definitiva la propria appartenenza al Signore nella Chiesa cattolica.

Di grande spessore anche il racconto di Rudina, albanese residente nella parrocchia cittadina di S. Michele. Di se stessa racconta di essere stata sempre in ricerca, di essersi posta molte domande e di aver trovato in Gesù le risposte. Non vuole usare frasi fatte, ma è davvero convinta che accogliere Gesù renda migliore la sua vita! In questo il confronto e l’esempio della sua catechista e della sua famiglia sono stati determinanti. Accompagnati sempre dalla comunità di S. Michele diventeranno cristiani anche Franck e Marie, originari della Costa d’Avorio, mentre un’altra ivoriana, Yedo, è inserita nella comunità del Cambonino. Marie, con un sentimento di gratitudine, ha raccontato l’esperienza dei giovani sposi che aiutando lei nella preparazione al Battesimo hanno anche compiuto una singolare preparazione al loro matrimonio.

Del ruolo degli accompagnatori hanno ancora parlato anche Todi e Juliana, una coppia albanese inserita nella parrocchia di Scandolara Ravara. Proprio l’amicizia e la familiarità con gli accompagnatori e con le persone della comunità sono stati l’elemento decisivo per avvicinarsi alla fede e per continuare con serietà e costanza il cammino. Anche il giovane Sylvestre, ivoriano residente a Bonemerse, trova nei suoi accompagnatori il giusto sostegno alla sua serietà e al suo forte impegno in ogni aspetto della sua vita.




Colletta alimentare: raccolte 50 tonnellate di generi alimentari

«È stata una giornata eccezionale, di grande entusiasmo, che ha visto lavorare, nonostante il freddo, per moltissime ore oltre mille volontari. E tra questi tantissimi giovani e famiglie con bambini. Proprio un ragazzino a San Giovanni in Croce mi ha commosso per la sua passione nell’invogliare le persone a fare la spesa». È un bilancio pienamente positivo quello tracciato da Leonardo Ronchini, uno dei responsabili cremonese della Colletta alimentare che si è svolta sabato 28 novembre dinanzi a oltre 50 supermercati della provincia. «Nonostante abbiamo notato meno gente a fare la spesa, forse a causa anche della concomitante festa del torrone – continua Ronchini – abbiamo raccolto lo stesso quantitativo dello scorso anno: ben 50 tonnellate di generi alimentari a lunga scadenza».

Accanto ai volontari con la loro caratteristica casacca gialla anche un nutrito gruppo di Alpini: «La loro presenza è stata importantissima, sia per l’aiuto che ci hanno dato sia per quel senso di sicurezza che riescono ancora a trasmettere alle gente comune: “se gli Alpini hanno dato la loro disponibilità significa che la cosa è seria” era il commento di molti».

Ma le sorprese sabato 28 non sono terminate: «In maniera inaspettata all’Esselunga di Cremona sono arrivati alcuni giocatori della Vanoli che per alcune ore hanno lavorato sodo. Anche di queste presenze la gente è stata molto contenta. Devo ringraziare la squadra per la sensibilità dimostrata: lunedì scorso durante la partita vittoriosa contro il Pistoia ad alcuni volontari è stata data la possibilità di spiegare al pubblico il senso della colletta».

Già nella serata di sabato le 50 tollennate di alimenti erano già sistemate nei bancali e riposte nel magazzino di via Mantova offerto per due mesi dai signori Ferraroni e Bernuzzi: «Entro la metà di gennaio – conclude Ronchini – distribuiremo tutto a circa 30 enti caritativi del territorio, tra di essi spiccano Caritas diocesana, Cucine Benefiche, tutte le Conferenze parrocchiali della San Vincenzo, Casa Famiglia S. Omobono, la cooperativa La Zolla».

 

DA 19 ANNI A FIANCO DEI POVERI
La Giornata della colletta alimentare da 19 anni è l’evento di solidarietà più partecipato  in Italia con oltre 135.000 volontari dislocati dinanzi a 11.000 punti vendita. Nel 2014 nel nostro paese sono state raccolte 9.201 tonnellate di alimenti grazie alle donazione di 5.500.000 italiani.

La Giornata è quanto mai indispensabile in questo momento critico: i dati Istat pubblicati a luglio 2015 per il 2014 parlano chiaro: in Italia risultano in condizione di povertà assoluta 4.102.000 individui, di questi 1.866.000 risiedono nel Mezzogiorno, 2.044.000 sono donne, 1.045.000 sono minori, 857.000 hanno un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, 590.000 sono anziani. Dati riproposti proprio dall’Istat all’inizio di questa settimana per sottolineare un dato né in salita né in discesa rispetto al 2013. Un dato in parte positivo, quindi, anche se non lo è rispetto alla media dell’Unione Europea con la quale ha uno scarto di quattro punti percentuali in più. Stiamo parlando – come pubblicato dall’Ansa il 23 novembre 2015 – “del 28,3% della popolazione, secondo le stime Istat, e del fatto che nel 2014 una persona su 4 in Italia è a rischio povertà o esclusione sociale, che il 19,4% è a rischio povertà, che l’11,6% vive in famiglie gravemente deprivate e che il 12,1% in famiglie a bassa intensità lavorativa”.

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Domenica e lunedì in Cattedrale la Madonna pellegrina di Loreto

In queste settimane la Madonna pellegrina di Loreto sta sostando nelle dieci diocesi lombarde accolta dai volontari e dagli amici dell’Unitalsi, la benemerita associazione che si preoccupa di accompagnare e assistere i malati nei loro viaggi nei maggiori santuari mariana, Lourdes soprattutto. La statua è giunta il 7 novembre scorso e si accomiaterà dalla nostra regione il 5 dicembre. «L’auspicio  – spiegano i responsabili regionali – è che tutti i volontari e amici aprano non solo le chiese delle loro comunità, ma anche il loro cuore, per accoglierla con affetto filiale questa Madre misericordiosa».

Il mese di novembre è stato particolarmente importante per l’Unitalsi lombarda: in ogni sottosezione del suo territorio gli unitalsiani sono stati chiamati a rinnovare gli organi rappresentativi (Presidenti e Consigli di Sottosezione) che dovranno gestire i vari gruppi per i prossimi anni. Proprio per accompagnare gli unitalsiani in questo passaggio delicato della vita associativa la Beata Vergine Maria, con la Statua lignea della Madonna di Loreto, si è fatta pellegrina in Lombardia.

Sul finire degli anni Trenta del secolo scorso, viste le particolari situazioni politiche che rendevano sempre più difficile il pellegrinaggio in Francia al Santuario di Lourdes, l’Unitalsi scelse proprio il Santuario di Loreto come luogo verso il quale convergere i propri treni di ammalati, sacerdoti e medici, personale di assistenza e pellegrini, rinnovando la decennale tradizione di pellegrinaggio compiuto insieme a coloro che per età, malattia, disabilità sarebbero stati impossibilitati a compiere questo gesto di fede, di speranza e di servizio fraterno vicendevole.

Il Santuario di Loreto – meraviglioso tempio in stile rinascimentale, ricco di opere d’arte e di devozione – accoglie al suo interno alcuni muri appartenenti a una abitazione della Palestina ai tempi della dominazione romana. Una tradizione risalente ai secoli XIII/XIV, confermata da significativi ritrovamenti archeologici e storici, afferma che queta casa giunse nella terra marchigiana dalla Terra Santa come oggetto di venerazione, poiché erano le mura della casa di Nazareth abitata dalla Vergine Maria prima dell’Annunciazione, e poi da tutta la famiglia di Giuseppe, Maria e Gesù. All’interno di queste mura, nel Santuario, è collocata la Statua lignea della Beata Vergine, oggetto di secolare venerazione da parte di pellegrini di tutto il mondo.

Questo simulacro così caro agli unitalsiani lombardi è giunto il 7 novembre nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, dove è stato degnamente accolto dall’abate mons. Erminio De Scalzi e da qui ha iniziato il proprio viaggi da pellegrina (Peregrinatio Mariae) toccando le più importanti città della regione, sempre attorniata dagli unitalsiani della zona e venerata in liturgie spesso presiedute dai Vescovi lombardi.

Proveniente da Mantova, la statua giungerà nella Cattedrale di Cremona nella mattinata di domenica 29 novembre, data in cui si celebra la Giornata dell’adesione dell’Unitalsi. Alle 11 il parroco, mons. Alberto Franzini, presiederà una solenne Eucaristia (diretta streaming sul nostro portale e su Cremona1 – canale digitale 211) che vedrà la presenza dell’assistente diocesano dell’Unitalsi don Maurizio Lucini e di numerosi barellieri e dame nella loro caratteristica divisa guidati dalla nuova presidente Maria Enrica Lambri. In prima fila non mancheranno certamente gli ammalati provenienti da molte parrocchie e istituti della diocesi. La Cattedrale, anche per la concomitante festa del torrone, resterà aperta tutto il giorno: i fedeli, dunque, potranno sostare in preghiera anche durante la pausa pranzo. Alle 17 sarà proposta un’elevazione spirituale durante la quale brani d’organo suonati dal maestro Fausto Caporali si alterneranno a letture tratte da testi dei Padri della Chiesa; seguirà alle 17.30 il canto dei Vespri del Capitolo e alle 18 la Messa vespertina. La statua potrà essere venerata anche la mattina di lunedì 30 novembre: alle 9 e alle 10 sarà celebrata la Messa; quindi alle 11.45 vi sarà il congedo della statua che partirà alla volta di Crema.

Sabato 5 dicembre il simulacro giungerà in Duomo a Milano, dove verrà onorata in un Pontificale presieduto dal cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, alla presenza dell’Arcivescovo di Loreto, di tutti i sacerdoti assistenti delle varie sottosezioni lombarde, di persone ammalate e disabili accompagnate dal personale unitalsiano.

Scarica il programma completo della Peregrinatio in terra lombarda (pdf)

L’elezione del nuovo Consiglio dell’Unitalsi Cremonese

 
GIORNATA DELL’ADESIONE

Come ogni anno, nella prima domenica del tempo di Avvento, l’Unitalsi celebra la Giornata dell’Adesione. Un rito semplice, ma essenziale, profondo, importante, che coincide con l’avvio del nuovo anno liturgico. In tutte le regioni italiane, nelle diverse sezioni e sottosezioni, Domenica 29 novembre 2015 l’Unitalsi celebra il suo SI, condividendo il valore di questa esperienza, dove ciascun socio offre un contributo indispensabile ed una testimonianza di impegno e di attenzione verso chi è nel bisogno, per vivere davvero la prossimità, la vicinanza, il contatto del cuore, in questo anno di grande grazia che coincide con il Giubileo della Misericordia. “L’augurio che possiamo scambiarci reciprocamente – ha detto Salvatore Pagliuca, Presidente Nazionale Unitalsi – è che la Giornata dell’Adesione, cosi come tutte le giornate della storia dell’Unitalsi e di chi la abita, sia davvero pregna di Vangelo, immagine di un progetto di vita associativa da inseguire senza riserve e senza compromessi, perché il Signore ha disposto che “quelli che annunziano il Vangelo vivano del Vangelo”.




L’ordinazione episcopale del cremasco mons. Franco Manenti. Presente anche il vescovo Lafranconi

Festa di Chiesa e festa di popolo nella diocesi sorella di Crema: il vicario generale e parroco della Santissima Trinità, mons. Franco Manenti, nel pomeriggio di domenica 22 novembre è stato ordinato vescovo. Eletto il 17 ottobre titolare della Chiesa di Senigallia, vi farà il suo ingresso il 10 gennaio. A concelebrare questa solenne liturgia anche l’amministratore apostolico di Cremona Dante Lafranconi, accompagnato dal segretario e cerimoniere don Flavio Meani e da alcuni sacerdoti docenti dell’Istituto superiore di scienze religiose colleghi del nuovo vescovo. Presente anche il rettore del Seminario, don Enrico Trevisi.

Occasione doppiamente significativa, quella di oggi: il nuovo presule che ha scelto come motto “È vicino a voi il Regno di Dio” ha infatti ricevuto la consacrazione nella solennità di Cristo, re dell’universo. “Provvidenziale coincidenza” la definisce nell’omelia il vescovo di Crema, Oscar Cantoni, che subito dopo sottolinea come “oggi siamo chiamati a contemplare il volto di Cristo crocifisso e risorto, centro del tempo e Signore della storia”. E sempre in tema di concomitanze: nella solennità di Cristo re, la cattedrale di Crema venera anche il crocefisso “miracoloso”. Curioso poi l’avvicendamento di presuli tra il nostro territorio e la regione ecclesiastica Marche: mentre Crema dona un vescovo a Senigallia, la diocesi di Camerino – San Severino offre un presule a Cremona. E’ il vescovo eletto Antonio Napolioni.

 

Accanto a monsignor Cantoni, ieri, stanno una decina di confratelli. Tra questi, i 4 “conconsacranti”: innanzitutto Giuseppe Orlandoni, amministratore apostolico di Senigallia e predecessore di monsignor Manenti; poi i presuli di origine cremasca: Carlo Ghidelli, arcivescovo emerito di Lanciano-Ortona, Rosolino Bianchetti, vescovo di Quiché (Guatemala) e Franco Croci, titolare di Potenza Picena. Numerosissimi i sacerdoti. E tantissimi cremaschi a gremire sia la cattedrale, sia la vicina sussidiaria di San Bernardino collegata in diretta audiovideo. Senza dimenticare i ben 150 senigalliesi che non hanno voluto mancare l’occasione.

 

Liturgia eucaristica solenne, dunque: animata dal canto della Missa de Angelis, a significare l’unità della Chiesa locale con quella universale; e impreziosita dal rito di consacrazione episcopale, “effusione di grazia” sul nuovo presule. Che presiderà la diocesi marchigiana “con il mandato del Papa”, ricorda la formula di presentazione dell’eletto, ma solo dopo che lo stesso – secondo “l’antica tradizione dei santi padri” – ha assunto l’impegno di adempiere il ministero degli apostoli. Scaturisce da qui la preghiera di ordinazione: rivolta al Dio che ha “costituito capi e sacerdoti” per non “lasciare mai senza ministero” il suo “santuario”, affinchè quello stesso Dio “effonda” sull’eletto lo “Spirito” trasmesso “ai santi apostoli che nelle diverse parti della terra hanno fondato la Chiesa”. Parole solenni, quella della liturgia, accompagnate dall’imposizione delle mani e seguite dai riti esplicativi: l’unzione del capo con il sacro crisma, la consegna del libro dei Vangeli, dell’anello e del pastorale, e l’imposizione della mitria. Monsignor Manenti è vescovo, e accede alla pienezza del sacerdozio. A suggellare questa sua nuova condizione, lo stesso “Tu es sacerdos” composto dallo zio defunto – omonimo, compaesano di Sergnano, e per decenni maestro di cappella in Duomo – per l’ordinazione presbiterale, il 28 giugno 1975. Ad eseguirlo, prima dello scambio di pace del nuovo presule con i confratelli, la polifonica “Francesco Cavalli” della cattedrale diretta da Alberto Dossena, accompagnata all’organo da Luca Tommaseo e alla tromba Gioele Uberti Foppa.

 

Durante l’omelia, al “caro don Franco” monsignor Cantoni aveva chiesto “la totale donazione di sè” e il “quotidiano martirio d’amore” per la sua Chiesa, sull’esempio del “pastore dei pastori” che “non si stanca mai di trasmettere sgli uomini la ricchezza soprannaturale del suo amore”. Subito dopo, gli aveva ricordato che quello vescovile “non è un titolo d’onore ma di servizio”, e che egli dovrà essere “servo dei servi di Dio”, lontano dal fascino delle “apparenze immediate”. E lo aveva invitato a seguire l’esempio “dei grandi pastori che hanno illuminato la Chiesa di Crema”: il cardinale Marco Cè, patriarca di Venezia originario della diocesi, e il vescovo Carlo Manziana da cui il nuovo vescovo ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale.

 

Mons. Manenti prende la parola dopo la Comunione, e le sue parole diventano subito un inno di gratitudine alla famiglia e alla Chiesa di Crema. “Ricordo i miei genitori – dice visibilmente emozionato –: un padre muratore che ha rinunciato a costruirsi la casa per far studiare noi 4 figli; e una madre che al già gravoso lavoro domestico ne aggiungeva altro fuori. Li immagino oggi, felici in Paradiso”. Poi il ricordo di “questa cattedrale, nella quale 40 anni fa sono stato ordinato prete, per poi servirla 10 anni nel ruolo di coadiutore”. Il suo pensiero va quindi ai numerosi sacerdoti e ai vescovi che l’hanno accompagnato nel dispegarsi della sua vocazione. Infine ai parrocchiani della Santissima Trinità “che ora provano sentimenti contrastanti: di gioia, perchè il loro parroco è diventato vescovo; e di tristezza, perchè se ne va”. Quindi un saluto ai fedeli giunti da Senigallia (“Terra forse un po’ lontana”), guidati da sindaco e vicesindaco. Per tutti, l’accorato appello a “proseguire nella preghiera”.

 

Dopo la consacrazione ecclesiale, martedì sarà la volta di una decisamente più laica: presso il Rotary club Crema, il vescovo Franco riceverà la massima onoreficenza del sodalizio quale illustre cittadino che – attraverso il servizio al prossimo – porterà lontano il nome della città e della provincia.
Marcello Palmieri
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Foto “La Nuova Immagine” di Crema



Il saluto al Vescovo di AC, CL e Neocatecumeni

Al nuovo vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, tre tra le maggiori aggregazioni ecclesiali operanti in diocesi hanno indirizzo un saluto e un augurio: l’Azione Cattolica, Comunione e Liberazione e il Cammino Neocatecumenale. Ne pubblichiamo interamente i messaggi.

 

Azione Cattolica: «Confermiamo il nostro impegno al servizio delle persone»

L’Azione Cattolica di Cremona accoglie con gioia il nuovo Vescovo Antonio, da poco nominato e che si appresta a guidare la nostra Chiesa particolare. Questo momento di cambiamento nella storia della Chiesa cremonese ci interpella e ci stimola a ripensare e confermare il nostro impegno al servizio delle persone che incontriamo nella quotidianità della nostra esperienza, e verso le quali testimoniamo la gioia della Buona Notizia di Gesù.

Al nuovo Vescovo consegniamo le nostre esperienze come strumento di evangelizzazione ma anche opportunità di crescita e formazione di un laicato responsabile, disponibile, attento ai cambiamenti della società e alle nuove domande degli uomini, delle donne, dei giovani, dei ragazzi e di quanti cercano il Signore.

Ci uniamo quindi in preghiera per ringraziare il Signore per questo nuovo dono e per pregarlo affinché conceda al Vescovo Antonio la sapienza per guidare la Chiesa e mettere a frutto i doni e i talenti che essa porta. Ringraziamo il Signore anche per il Vescovo Dante, che ci ha accompagnato in questi anni, perché gli conceda serenità e ancora nuove opportunità di servizio gioioso alla Sua missione.

La Presidenza diocesana di Azione Cattolica

 

Comunione e Liberazione: «La fede in Gesù unica risposta al grido di felicità dell’uomo»

Eccellenza Reverendissima, a nome della comunità diocesana di Comunione e Liberazione La ringrazio di aver risposto alla chiamata del Signore che La condurrà a guidare e servire la Chiesa cremonese come successore del Vescovo Dante Lafranconi, nel solco ininterrotto della successione apostolica.

Siamo rimasti colpiti dal messaggio che ci ha paternamente inviato nell’imminenza della Sua nomina, soprattutto laddove ci richiama al fatto che “… Veramente la realtà è sempre superiore alle nostre idee, ai nostri schemi. Specie quando si lascia fecondare dalla fantasia dello Spirito, che sempre ama e guida la sua Chiesa, anche in questo tempo. Allora lo sconcerto umano può scomparire, e il dono della fede apre all’obbedienza …” e dove ci invita a “… tenere fisso lo sguardo su Gesù, che ci viene incontro, ci precede sempre …”.

Queste parole sono state l’ennesima occasione per porci quella fondamentale domanda, rivoltaci anche recentemente da Papa Francesco allo stadio di Firenze: “ chi è Gesù per gli uomini e le donne di oggi? … Ma voi, chi dite che io sia? (Mt 16.15)”.

Chi è Gesù per me? Attraverso l’incontro con il Carisma donato da Dio a don Luigi Giussani abbiamo riconosciuto che la fede in Gesù Cristo è l’unica possibilità di risposta a quel grido di felicità e salvezza che alberga nel nostro cuore e nel cuore di ogni uomo, di ogni tempo e luogo.

Gesù è entrato per sempre nella storia umana e vi continua a vivere, con la sua bellezza e potenza, in quel corpo fragile e sempre bisognoso di purificazione, ma anche infinitamente ricolmo dell’amore divino, che è la Chiesa” (Papa Benedetto XVI).

Non desideriamo altro, attraverso tutti i nostri limiti, che vivere con la Chiesa e per la Chiesa e servire con tutto noi stessi, in filiale obbedienza a Lei, questa Chiesa cremonese, assicurandoLe la nostra preghiera ed il nostro sostegno nella Sua nuova missione episcopale.

In attesa di presto incontrarLa, ci affidiamo alla Madonna, perché ci aiuti ogni giorno a diventare degni delle promesse di Cristo. “Veni Sancte Spiritus, Veni per Mariam”.

Avv. Paolo Achille Mirri
Responsabile Fraternità di Comunione e Liberazione Diocesi di Cremona

 

Cammino Neocatecumenale: « Siamo pronti a metterci in gioco per una Chiesa in uscita»

Carissimo Vescovo Antonio, quando arriverà nella Sua diocesi di Cremona troverà anche noi, i fratelli delle comunità del Cammino Neocatecumenale.

Ci troverà nella parrocchia cittadina di S. Ilario e in altre due parrocchie, dislocate ai punti estremi della diocesi, quasi a voler comprendere tutto quanto il territorio: Viadana e Cassano d’Adda.

E ci troverà – se vorrà fare un giro per la città nelle domeniche del tempo pasquale – nelle piazze, per cantare, ballare, portare annunci e testimonianze. Sa, noi siamo particolarmente attratti dall’ “odore delle pecore”, è tipico del nostro carisma cercare le persone là dove le persone vivono e si muovono e raggiungerle con lo stesso annuncio di salvezza che ha raggiunto noi.

Salutiamo con riconoscenza il Vescovo Dante, che ci ha voluto bene e ci ha sempre incoraggiato.

Accogliamo con entusiasmo Lei, Vescovo Antonio, e siamo ansiosi di averla in mezzo a noi. Venga a trovarci, La aspettiamo.

Conoscerà le nostre famiglie, i nostri figli, vedrà questo piccolo popolo che si è radunato intorno ad un annuncio risuonato per la prima volta ormai 25 anni fa (era il 1990).

Siamo pronti a metterci in gioco perché la Chiesa sia sempre più una Chiesa “in uscita”. Eccellenza, può contare su di noi!

Cammino Neocatecumenale – Cremona




Sabato 28 in oltre 40 supermercati la «Colletta alimentare»

La fame è una brutta bestia. Lo sa bene John Van Hangel, di Phoneix, Arizona. Fa il volontario in una mensa per i poveri, il refettorio San Vincenzo. Con un vecchio furgone ogni giorno va in giro a cercare prodotti alimentari per i poveri. Un giorno alla mensa si presenta una donna, il marito in carcere, dieci figli da sfamare. È costretta a raccattare il cibo dalla spazzatura di un supermercato. Così ai volontari viene un’idea: si mettono in contatto con il market e da lì a poco nasce una “banca” in cui depositare le eccedenze alimentari in modo da poterle distribuire ai più bisognosi. È il 1967 e noi vi abbiamo appena raccontato di come nacque la prima Food Bank al mondo. La prima, dicevamo, perché oggi nel mondo ne esistono 786 e anche l’Italia fa la sua parte grazie alla rete di carità della Fondazione Banco Alimentare.

La storia straordinaria della “Colletta”, come la chiamano i 135mila volontari che ogni anno – l’ultimo sabato di novembre – sostano davanti ai supermercati chiedendo agli avventori di donare cibo per i più bisognosi, è viva più che mai anche a Cremona e Provincia. Il prossimo sabato potrete trovare in oltre 40 supermercati della provincia di Cremona i volontari con la pettorina gialla che domanderanno ai clienti se – con generosità – vorranno donare del cibo ai più poveri. La raccolta privilegia alimenti a lunga conservazione come pasta, riso e olio e alimenti per l’infanzia. Il cibo raccolto sarà poi destinato a diversi enti caritativi presenti sul nostro territorio (circa 30), tra cui numerose Caritas parrocchiali, San Vincenzo de Paoli, Frati Cappuccini e Casa S. Giuseppe e S. Lorenzo.

È un’occasione di gratuità grandissima per ciascuno di noi, specialmente oggi che la crisi, gli attentati e le guerre sembrano essere l’unica cosa di cui il mondo può parlare.

Per sostenere la Fondazione Banco Alimentare, che opera comunque tutto l’anno per distribuire le migliaia di tonnellate di cibo raccolte alle famiglie più bisognose – si potrà anche inviare un SMS al 45502 (2 euro da telefono cellulare o 2/5euro da telefono fisso) dal 22 novembre al 6 dicembre. La campagna è anche presente sui social network con l’hastag #colletta15.

Come ha ricordato papa Francesco nel Discorso ai volontari del Banco Alimentare in una recente udienza a Roma: “Di fronte all’emergenza della fame, possiamo fare qualcosa di umile, e che ha anche la forza di un miracolo. Possiamo educarci all’umanità, a riconoscere l’umanità presente in ogni persona, bisognosa di tutto”. Che dire allora? Buona Colletta 2015 a tutti!

Maria Acqua Simi




Attentati di Parigi: sabato 21 presidio dei Templari cattolici nelle chiese cittadine di San Vincenzo e Sant’Agostino

Sabato 21 novembre, dalle 15 alle 19, i Templari Cattolici d’Italia presidieranno con le loro insegne 100 chiese del nostro Paese e pregheranno, in unione con Papa Francesco, per le vittime degli attentati di Parigi avvenuti il 13 novembre scorso. Anche a Cremona i membri della Comanderia ex Val D’Oglio, guidata dal commendator Stefano Agazzi, saranno presenti in due chiese cittadine: quella di San Vincenzo e Giacomo in via Palestro – sede dell’associazione – e la chiesa di Sant’Agostino dove alle 18.30 sarà celebrata la Santa Messa. «Con questo semplice gesto di fede – spiega Agazzi – vogliamo garantire alla Chiesa cattolica il nostro appoggio tramite quello che è il vero coraggio, non quello delle armi, ma quello di presidio e custodia delle chiese e dei pellgrini, disarmati, ma protetti della forte armatura dell’Amore di Cristo, sull’esempio degli antichi cavalieri e dei martiri di ogni tempo».

I Templari cattolici, sono giunti a Cremona circa 8 anni fa e si sono messi subito a disposizione della diocesi: «Uno dei nostri compiti – continua Agazzi – è presidiare le chiese abbandonate, mantenendole con decoro ed aprendole alla popolazione dei fedeli almeno alcuni giorni al mese. È quello che stiamo facendo nella chiesa di San Vincenzo. Ogni mercoledì alle 7.30 partecipiamo alla Messa presieduta dal parroco di S. Agata-Sant’Ilario e poi teniamo aperto il tempio sacro che è sempre ben frequentato dalle persone di passaggio, anche dai professori e dagli studenti delle diverse scuole della zona». I Templari cremonesi, che ebbero tra i più convinti sostenitori il vescovo di Fidenza mons. Maurizio Galli, hanno molti progetti, soprattutto riguardanti la custodia di altre chiese cittadine che attualmente sono chiuse e che per la loro posizione centrale potrebbe essere meta di devoti.

Oltre a questo lodevole impegno l’associazione ha altre finalità. Anzitutto risvegliare i valori della cavalleria e della tradizione dei poveri cavalieri di Cristo detti Templari, attraverso la preghiera comune e la meditazione, la difesa della fede cattolica e gli studi storici. E inoltre lottare contro l’esoterismo e la magia dilagante, soprattutto fra i giovani intervenendo con iniziative di prevenzione e contrasto nei confronti dei satanisti.

Attualmente in Italia i Templari sono circa un migliaio con 100 sedi in tutta Italia.




Domenica 22 la giornata diocesana di Avvenire

Prezioso strumento di informazione e formazione, Avvenire è il quotidiano dei cattolici italiani, nato nel 1968, a cui la diocesi, domenica 22 novembre, solennità di Cristo Re,  dedica una giornata di attenzione. In circa 90 parrocchie verranno distribuite 3.500 copie del giornale (oltre a quelle che si possono comprare regolarmente in edicola) per far conoscere un mezzo di comunicazione che consente ogni giorno di leggere i fatti del mondo alla luce dei valori cristiani. Un giornale che vuole essere libero, che si impegna a raccontare la vita reale in tutte le sue sfaccettature e che aiuta a districarsi nel complesso panorama attuale dei media, senza finzioni. Un quotidiano dunque che si propone di aiutare il lettore a farsi strada tra la valanga di parole e immagini che ci travolgono ogni minuto.

Oltre all’informazione sull’Italia e sul mondo, le pagine di Cattolica aggiornano puntualmente sulle iniziative delle diocesi italiane, mentre alla cultura è dedicato l’inserto Agorà. Tante le sezioni diverse, i dossier e gli speciali, oltre ad editoriali con grandi firme che suggeriscono piste di riflessione su quanto succede. Non trascurabile è l’attenzione del giornale al territorio con le pagine dedicate alla Lombardia e quindi anche a Cremona, oltre all’inserto domenicale firmato dalla diocesi.

Tra gli inserti va segnalato “Noi Genitori e figli” dedicato al mondo della famiglia, “Luoghi dell’Infinito”, il mensile di itinerari, arte e cultura e “Popotus”, l’inserto bisettimanale dedicato ai bambini (unico esempio in Italia) perché possano, attraverso un linguaggio adeguato, capire quanto accade intorno a loro.

Maria Chiara Gamba




Giubileo della misericordia: incontro del clero sul ministero della Confessione

Giovedì 26 novembre, in Seminario, alle ore 10, sono convocati tutti i sacerdoti e i religiosi che, durante l’Anno Santo, saranno particolarmente dedicati al ministero delle confessioni nelle quattro chiese giubilari: la Cattedrale, il santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio, il santuario della Misericordia di Castelleone e il santuario della Fontana di Casalmaggiore. «Se la partecipazione è doverosa per costoro – scrive l’amministratore apostolico mons. Lafranconi nella lettera di invito – è altresì aperta a tutti i sacerdoti che per il loro ministero sono coinvolti in questo servizio peni­tenziale. Estendo, dunque, l’invito a tutti i sacerdoti e religiosi».

La mattinata di studio vedrà alternarsi al tavolo dei relatori il biblista don Maurizio Compiani che tratterà il tema: «La confessione sacra­mento della misericordia» e a seguire mons. Alberto Franzini che si soffermerà sugli aspetti più propriamente pastorali con un’intervento dal titolo: «I confessori segno della misericordia del Padre». Al termine chi desidera potrà fermarsi per il pranzo.

All’incontro del 26 novembre seguirà una ripresa del tema nelle zone pastorali, giovedì 10 dicembre, per un confronto più ristretto sulla base di una scheda preparata dai due relatori.