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Caravaggio, il 26 maggio il ricordo dell’Apparizione. E dal 17 maggio al via la Novena

Maggio è un mese dal sapore particolare per il Santuario di Caravaggio, anche a motivo del fatto che proprio nel mese mariano ricorre l’anniversario dell’Apparizione di Santa Maria del Fonte, avvenuta il 26 Maggio 1432 alle ore cinque del pomeriggio di fronte a una giovane caravaggina, Giannetta de’ Vacchi. Proprio per favorire la devozione dei fedeli, per tutto maggio il Santuario resterà aperto fino alle ore 22.

Venerdì 17 maggio prenderà il via la Novena che, oltre che ad essere una tradizione sentita, rappresenta un forte segno di fede e devozione quale preparazione nella preghiera al giorno anniversario dell’Apparizione. “L’angelo portò l’annuncio a Maria” è il tema scelto per il 2024 con la Messa del mattino (anticipata alle ore 6.30 e trasmessa in tv su Cremona1 oltre che in streaming sui canali social della Diocesi e del Santuario) che sarà presieduta dai diversi sacerdoti della zona pastorale 1, che offriranno una meditazione sul tema del giorno:

  • venerdì 17 maggio: “Rallegrati piena di grazia” – don Angelo Ferrari (collaboratore parrocchiale Pandino)
  • sabato 18 maggio: “Il Signore è con te” – don Vittore Bariselli (parroco Cassano d’Adda)
  • lunedì 20 maggio: “Maria fu molto turbata e si domandava” – don Lorenzo Nespoli (parroco Covo)
  • martedì 21 maggio: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” – don Fabio Santambrogio (parroco Calcio)
  • mercoledì 22 maggio: “Darai alla luce un figlio” – don Bruno Galetti (parroco Mozzanica)
  • giovedì 23 maggio: “Lo chiamerai Gesù” – don Natalino Tibaldini (parroco Vailate)
  • venerdì 24 maggio: “Nulla è impossibile a Dio” – don Diego Poli (parroco Fontanella)
  • sabato 25 maggio: “Ecco la serva del Signore” – mons. Dennis Feudatari (parroco Rivolta d’Adda)

Ulteriori Messe della giornata alle 8.30, alle 10 e alle 16 (con omelia e supplica); alle 17, nell’ora esatta dell’Apparizione della Madonna, la preghiera del Rosario e la Supplica.

Tra gli appuntamenti in agenda anche l’elevazione musicale “Maria Mater Gratiae” a cura della Cappella musicale del Duomo di Bergamo, sotto la direzione di Matteo Magistrali e con all’organo Luigi Panzeri, che si terrà in basilica la sera di domenica 19 maggio alle 21.

Sabato 25 maggio alle 21 la Veglia dell’Apparizione con i Primi Vespri della solennità di S. Maria del Fonte.

Intenso il programma di domenica 26 maggio, nel 592° anniversario dell’Apparizione. Le Messe alle 7 e alle 8.30; quindi alle 9.45 il solenne pontificale presieduto dal vescovo Antonio Napolioni che al termine impartirà la benedizione apostolica con annessa indulgenza plenaria. Ultima Messa del mattino alle 11.30, con la partecipazione dei gruppi e delle famiglie presenti in Santuario per la Giornata mondiale del bambini, che alle 14.30 vedrà un momento di preghiera insieme al vescovo Napolioni davanti al simulacro dell’Apparizione. Per bambini, ragazzi e famiglie il pomeriggio proseguirà quindi con un momento dedicato di festa e animazione [per saperne di più].

Aalle 15 in basilica si svolgerà la recita continuata del Rosario (alle 15, alle 15.30 e alle 16). Alle 16.40 il vescovo presiederà quindi la solenne memoria dell’Apparizione durante la quale, dopo il racconto dello storico evento, vedrà attendere in silenziosa preghiera le ore 17, quando avverrà l’aspersione dei fedeli con l’acqua del Fonte, il canto dell’Ave Maris Stella e i Secondi Vespri solenni.

Alle 18 ci sarà quindi l’ultima Messa della giornata e alle 21 il rosario aux-flambeaux lungo i portici del santuario (come accade il 26 di ogni mese).

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Giubileo 2025: le norme per la concessione dell’indulgenza plenaria

“Tutti i fedeli veramente pentiti, escludendo qualsiasi affetto al peccato e mossi da spirito di carità e che, nel corso dell’Anno Santo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione, pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, dal tesoro della Chiesa potranno conseguire pienissima indulgenza, remissione e perdono dei loro peccati, da potersi applicare alle anime del Purgatorio in forma di suffragio”. È quanto si legge nelle norme per la concessione dell’indulgenza plenaria nel Giubileo ordinario del 2025, diffuse il 13 maggio dalla Penitenzieria apostolica, in cui si dispone che i fedeli potranno conseguire l’Indulgenza Giubilare concessa dal Papa “se intraprenderanno un pio pellegrinaggio verso qualsiasi luogo sacro giubilare” oppure, a Roma, raggiungendo almeno una delle quattro Basiliche Papali Maggiori di San Pietro in Vaticano, del Santissimo Salvatore in Laterano, di Santa Maria Maggiore, di San Paolo fuori le Mura.

In Terra Santa, invece, si potrà ottenere l’indulgenza andando in almeno una delle tre basiliche: del Santo Sepolcro in Gerusalemme, della Natività in Betlemme, dell’Annunciazione in Nazareth.

In altre circoscrizioni ecclesiastiche, l’indulgenza giubilare verrà concessa recandosi alla chiesa cattedrale o in altre chiese e luoghi sacri designati dall’Ordinario del luogo.

“I fedeli veramente pentiti che non potranno partecipare alle solenni celebrazioni, ai pellegrinaggi e alle pie visite per gravi motivi (come anzitutto tutte le monache e i monaci di clausura, gli anziani, gli infermi, i reclusi, come pure coloro che, in ospedale o in altri luoghi di cura, prestano servizio continuativo ai malati), – si legge ancora nelle norme della Penitenzieria – conseguiranno l’Indulgenza giubilare se, uniti in spirito ai fedeli in presenza, particolarmente nei momenti in cui le parole del Sommo Pontefice o dei Vescovi diocesani verranno trasmesse attraverso i mezzi di comunicazione, reciteranno nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene (ad es. nella cappella del monastero, dell’ospedale, della casa di cura, del carcere) il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima e altre preghiere conformi alle finalità dell’Anno Santo, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita”.

Durante il Giubileo ordinario 2025, l’indulgenza potrà essere conseguita anche tramite le opere di misericordia corporale (dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti) e le opere di misericordia spirituale (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti).

Allo stesso modo, i fedeli potranno conseguire l’Indulgenza giubilare – anche quotidianamente – “se si recheranno a rendere visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili.)”. I fedeli, inoltre, potranno conseguire l’Indulgenza giubilare se parteciperanno alle Missioni popolari, a esercizi spirituali o ad incontri di formazione sui testi del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa cattolica.

Nonostante la norma secondo cui si può conseguire una sola indulgenza plenaria al giorno, “i fedeli che avranno emesso l’atto di carità a favore delle anime del Purgatorio, se si accosteranno legittimamente al sacramento della Comunione una seconda volta nello stesso giorno, potranno conseguire due volte nel medesimo giorno l’Indulgenza plenaria, applicabile soltanto ai defunti”.

Stando alle norme della Penitenzieria, l’Indulgenza plenaria giubilare si potrà ottenere

“astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni, reali ma anche virtuali, indotte ad esempio dai media e dai social network, e da consumi superflui”.

L’indulgenza giubilare è concessa anche praticando la tradizionale astinenza del venerdì, nonché “devolvendo una proporzionata somma in denaro ai poveri; sostenendo opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita in ogni sua fase e della qualità stessa della vita, dell’infanzia abbandonata, della gioventù in difficoltà, degli anziani bisognosi o soli, dei migranti dai vari Paesi che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per le loro famiglie; dedicando una congrua parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato, che rivestano interesse per la comunità o ad altre simili forme di personale impegno”. La Penitenzieria esorta infine tutti i sacerdoti ad offrire ai fedeli “la più ampia possibilità” di accedere al Sacramento della Riconciliazione, , con la possibilità di confessarsi anche durante le messe.

M. Michela Nicolais (AgenSir)




Giubileo: il 24 dicembre l’apertura della Porta Santa di San Pietro e il 29 dicembre l’apertura delle porte sante nelle diocesi

L’Anno Santo 2025 “orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù”. Lo scrive il Papa, nella Bolla di indizione “Spes non confundit”.

“Sostenuto da una così lunga tradizione e nella certezza che questo Anno giubilare potrà essere per tutta la Chiesa un’intensa esperienza di grazia e di speranza – decreta il Santo Padre a proposito della cronologia dell’anno giubilare – stabilisco che la Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano sia aperta il 24 dicembre del presente anno 2024, dando così inizio al Giubileo Ordinario. La domenica successiva, 29 dicembre 2024, aprirò la Porta Santa della mia cattedrale di San Giovanni in Laterano, che il 9 novembre di quest’anno celebrerà i 1700 anni della dedicazione. A seguire, il 1° gennaio 2025, Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, verrà aperta la Porta Santa della Basilica papale di Santa Maria Maggiore. Infine, domenica 5 gennaio sarà aperta la Porta Santa della Basilica papale di San Paolo fuori le Mura. Queste ultime tre Porte Sante saranno chiuse entro domenica 28 dicembre dello stesso anno”.

Il Santo Padre decreta inoltre che domenica 29 dicembre 2024, “in tutte le cattedrali e concattedrali, i vescovi diocesani celebrino la santa Eucaristia come solenne apertura dell’Anno giubilare. Il pellegrinaggio da una chiesa, scelta per la collectio, verso la cattedrale sia il segno del cammino di speranza che, illuminato dalla Parola di Dio, accomuna i credenti. In esso si dia lettura di alcuni brani del presente Documento e si annunci al popolo l’Indulgenza Giubilare, che potrà essere ottenuta secondo le prescrizioni contenute nel medesimo Rituale per la celebrazione del Giubileo nelle Chiese particolari”.

Durante l’Anno Santo, che nelle Chiese particolari terminerà domenica 28 dicembre 2025, “si abbia cura che il Popolo di Dio possa accogliere con piena partecipazione sia l’annuncio di speranza della grazia di Dio sia i segni che ne attestano l’efficacia”, la raccomandazione del Papa. Il Giubileo Ordinario terminerà con la chiusura della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano il 6 gennaio 2026, Epifania del Signore. “Possa la luce della speranza cristiana raggiungere ogni persona, come messaggio dell’amore di Dio rivolto a tutti! E possa la Chiesa essere testimone fedele di questo annuncio in ogni parte del mondo”, l’auspicio di Francesco.




Con la Bolla “Spes non confundit” Papa Francesco ha indetto ufficialmente il Giubileo Ordinario 2025

“Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza”. Si apre con questo auspicio la Bolla “Spes non confundit”, con la quale Papa Francesco indice ufficialmente il Giubileo Ordinario del 2025, esortando a coniugare tale virtù teologale con la pazienza, virtù che “non è di casa” nell’epoca di Internet. L’Anno Santo 2025, ricorda il Papa, orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione di Gesù. Poi la cronologia dell’anno giubilare, che comincerà il 24 dicembre prossimo con l’apertura della Porta Santa della basilica di San Pietro, cui seguirà, la domenica successiva, 29 dicembre, l’apertura della Porta Santa a S. Giovanni in Laterano. Il 1° gennaio 2025 verrà aperta la Porta Santa della basilica di Santa Maria Maggiore, mentre domenica 5 gennaio sarà aperta la Porta Santa della basilica di San Paolo fuori le Mura. Queste ultime tre Porte Sante saranno chiuse entro domenica 28 dicembre dello stesso anno. Il Santo Padre decreta inoltre che domenica 29 dicembre 2024, “in tutte le cattedrali e concattedrali, i vescovi diocesani celebrino la santa Eucaristia come solenne apertura dell’Anno giubilare”, che nelle Chiese particolari terminerà domenica 28 dicembre 2025. Il Giubileo Ordinario si concluderà con la chiusura della Porta Santa della basilica di San Pietro il 6 gennaio 2026.

“Il primo segno di speranza” dell’anno giubilare deve tradursi “in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra”.

“Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza”, lo scenario delineato dal Papa, che chiede “l’impegno della diplomazia per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura”.

“A causa dei ritmi di vita frenetici, dei timori riguardo al futuro, della mancanza di garanzie lavorative e tutele sociali adeguate, di modelli sociali in cui a dettare l’agenda è la ricerca del profitto anziché la cura delle relazioni, si assiste in vari Paesi a un preoccupante calo della natalità”,

il grido d’allarme di Francesco, secondo il quale la comunità cristiana “non può essere seconda a nessuno nel sostenere la necessità di un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine che vengano a riempire le ormai troppe culle vuote in molte parti del mondo”.

“Per offrire ai detenuti un segno concreto di vicinanza – annuncia il Papa nella Bolla – io stesso desidero aprire una Porta Santa in un carcere”.

Tra le misure giubilari a favore della popolazione carceraria, Francesco menziona “forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società” e “percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi”. Occorre garantire, inoltre, “condizioni dignitose per chi è recluso, rispetto dei diritti umani e soprattutto l’abolizione della pena di morte”. “Segni di speranza” andranno offerti anche agli ammalati e alle persone affette da patologie o disabilità che limitano molto l’autonomia personale.

“Quando il futuro è incerto e impermeabile ai sogni, quando lo studio non offre sbocchi e la mancanza di un lavoro o di un’occupazione sufficientemente stabile rischiano di azzerare i desideri, è inevitabile che il presente sia vissuto nella malinconia e nella noia”.

E’ il ritratto dei giovani “privi di speranza” contenuto nella Bolla. Per invertire la tendenza, Bergoglio auspica che il Giubileo sia nella Chiesa occasione di slancio nei loro confronti. Non potranno mancare, inoltre, segni di speranza “nei riguardi dei migranti, che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per sé stessi e per le loro famiglie”, e degli anziani, “che spesso sperimentano solitudine e senso di abbandono”. Speranza, infine, “per i miliardi di poveri, che spesso mancano del necessario per vivere”.

“La fame è una piaga scandalosa nel corpo della nostra umanità e invita tutti a un sussulto di coscienza”,

ribadisce inoltre il Papa, rinnovando l’appello affinché “con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa”. Alle nazioni più benestanti, Francesco chiede che “riconoscano la gravità di tante decisioni prese e stabiliscano di

condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli” e sanare così il “debito ecologico” tra il Nord e il Sud del mondo.

“Per una provvidenziale circostanza”, nel 2025 i cristiani d’Oriente e d’Occidente festeggeranno la Pasqua nello stesso giorno: “possa essere questo un appello a compiere un passo deciso verso l’unità intorno a una data comune per la Pasqua”, l’auspicio sul piano ecumenico, a partire dalla coincidenza del Giubileo con i 1700 anni dalla celebrazione del primo grande Concilio ecumenico, il Concilio di Nicea.

“L’indulgenza giubilare, in forza della preghiera, è destinata in modo particolare a quanti ci hanno preceduto, perché ottengano piena misericordia”,

la precisazione su una delle pratiche che caratterizzano ogni Giubileo, in merito alla quale la Penitenzieria Apostolica darà indicazioni per farla diventare effettiva. Come è accaduto nel Giubileo Straordinario della Misericordia, nel 2016, anche nel Giubileo Ordinario 2025 i Missionari della Misericordia potranno esercitare il loro ministero.

M. Michela Nicolais (AgenSir)

 

Il testo integrale della Bolla di indizione




Dal 28 luglio al 3 agosto il Giubileo dei Giovani: Veglia e Messa a Tor Vergata

Si terrà a Roma da lunedì 28 luglio a domenica 3 agosto 2025, il Giubileo dei Giovani: ad annunciarlo don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg) della Cei, chiudendo il 9 maggio a Sacrofano (Roma) i lavori del XVIII Convegno nazionale di Pastorale giovanile sul tema “Domine, quo vadis?”, “Signore, dove vai?”.

«La macchina organizzativa – ha riferito don Pincerato – è già in moto per individuare i luoghi di accoglienza». Il Giubileo dei giovani sarà connotato da tutti «gli elementi tipici di ogni Giubileo, quindi vivere il pellegrinaggio, attraversare la Porta santa, fare la Professione di Fede e avvicinarsi al sacramento della Riconciliazione. Il Giubileo, del quale oggi è attesa la pubblicazione della Bolla di indizione – ha ricordato – non è l’incontro con il Papa».

Il responsabile della pastorale giovanile della Cei ha poi fornito alcune prime informazioni pratiche: «A settembre verrà consegnato un sussidio realizzato dai vari Uffici e Servizi della Cei per aiutare la preparazione di eventi che potranno essere realizzati nelle diocesi. Per quanto riguarda le iscrizioni al Giubileo dei Giovani queste dovrebbero aprirsi nel prossimo settembre e passeranno attraverso il Servizio nazionale per la pastorale giovanile. I costi dei pacchetti saranno stabiliti con lo scopo di favorire la partecipazione di quanti più giovani possibili. Si tratta – ha precisato don Pincerato – di informazioni che ci verranno comunicate dal Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita. Le iscrizioni dovrebbero chiudersi nella prossima primavera».

Per ciò che riguarda i giovani italiani al Giubileo «la Cei sta pensando ad un evento per loro che dovrebbe avere luogo di mercoledì o giovedì nella zona di Centocelle (Roma). Il martedì dovrebbe, invece, tenersi un momento di accoglienza offerto dai giovani della città di Roma ai loro coetanei del mondo; il mercoledì e il giovedì saranno dedicati al pellegrinaggio a san Pietro e al passaggio della Porta santa. Il venerdì è riservato al sacramento della Riconciliazione. La Veglia del sabato sera e la Messa della domenica 3 agosto, entrambi con il Papa, si terranno a Tor Vergata».

Il tema del Giubileo, come da tradizione, viene scelto dai Pontefici per cercare di leggere e di rispondere alle esigenze culturali dei tempi: «Quello voluto da Papa Francesco per il Giubileo del 2025 è “Pellegrini di speranza”. È una occasione – ha ribadito don Pincerato – per “sostare” con i nostri giovani sul tema della fede andando a riprendere documenti come “Spe Salvi” di Benedetto XVI e i testi e i discorsi di Papa Francesco di questi anni. Speranza, dal punto di vista biblico, è equivalente di fede. Il tema vuole essere anche un monito che ci ricorda che, a livello culturale, esiste il rischio che possano toglierci la fede, la speranza e la possibilità di incontrarci con Dio. I percorsi che faremo l’anno prossimo – ha concluso il responsabile del Snpg – avranno l’obiettivo di far fare ai giovani l’esperienza di Dio. Il Giubileo diventerà così un punto di un cammino nel quale accompagnare i giovani».

Daniele Rocchi (AgenSir)




Il 1° maggio la consueta apertura del complesso monastico di San Sigismondo a Cremona

Anche quest’anno il 1° maggio a Cremona ci sarà la consueta apertura del chiostro e del refettorio del monastero di San Sigismondo (in largo Bianca Maria Visconti 3), solitamente inaccessibile perché sotto clausura. L’occasione avrà quest’anno un significato particolare in quanto ricorrono proprio del 2024 i 1.500 anni del martirio di san Sigismondo, la cui memoria liturgica ricorre appunto il 1° maggio.

La giornata si svolgerà come ormai di consueto: dalle ore 9 alle ore 10.30 e dalle ore 14 alle ore 17.30, si potrà visitare il complesso di San Sigismondo nella sua interezza, con l’accesso straordinario alle cappelle laterali, al presbiterio, al chiostro e al refettorio normalmente non fruibili grazie all’impegno dell’Associazione “Amici del Monastero” e con l’accoglienza dei turisti da parte dei volontari legati alla comunità monastica domenicana che metteranno a disposizione artistiche confezioni di lavanda, coltivata in Monastero. L’accesso al complesso monastico da parte di gruppi e singoli è libero e gratuito, ma con la possibilità comunque di lasciare un’offerta a supporto delle attività di manutenzione della chiesa e del monastero domenicano.

Dal punto di vista celebrativo alle 11 ci sarà la Messa solenne presieduta da mons. Pietro Bonometti, canonico del Capitolo della Cattedrale; alle 18 il canto dei Secondi Vespri.

Per quanti lo desiderano le visite potranno essere accompagnate dalle guide turistiche garantite dall’Associazione Amici del Monastero: le visite avranno una durata di circa 45 minuti con partenza ogni 15 minuti e senza necessità di prenotazione.

Si tratta di un’occasione importante per poter ammirare da vicino alcuni capolavori del Manierismo cremonese, ma anche la notevole e inaccessibile Ultima Cena di Tommaso Aleni, realizzata nel 1508 e custodita nel refettorio del monastero. L’opera si ispira al passo del vangelo di Giovanni in cui Cristo, incalzato dalle domande dei discepoli, rivelò il suo traditore dicendo: “È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò”. E, puntualmente, l’Aleni lo ritrae mentre sta afferrando il boccone con le dita della mano sinistra. L’affresco di San Sigismondo è uno dei capolavori del pittore e documenta la cultura figurativa cremonese del primo decennio del ‘500 in alternativa alle proposte più strutturate e moderne di Boccaccio Boccaccino, ispiratore dell’Aleni e prima scelta della committenza cittadina.

Oltre ai capolavori del manierismo cremonese, il complesso di San Sigismondo consente di apprezzare anche alcuni capolavori tardo-barocchi, tra cui si distinguono gli interventi di Robert de Longe. L’esordio in città dell’artista fiammingo si fa proprio coincidere con il cantiere artistico di San Sigismondo, che lo vede impegnato in prima battuta nella decorazione della cappella dedicata a Santa Teresa d’Avila a partire dal 1673, come suggerisce la presenza dello stemma di Desiderio Ambrogini, abate di San Sigismondo dal 1673 al 1698, dipinto tra i girali di foglie d’acanto che ornano le lesene. Verso la fine del secolo, si collocano gli interventi nelle cappelle di San Filippo Neri, dell’Angelo custode e nella controfacciata della chiesa, con le raffigurazioni della Fama e della Giustizia che incorniciano lo stemma di Carlo II d’Asburgo, ultimo degli Asburgo di Spagna e morto nel 1700.

La prossima giornata aperta per il complesso monastico di San Sigismondo sarà come sempre la terza domenica di settembre, nel ricordo della dedicazione della chiesa, avvenuta il 15 settembre 1600 per opera del vescovo Cesare Speciano.




1ª Giornata mondiale dei bambini, appuntamento diocesano a Caravaggio nel giorno dell’Apparizione

Ricorrerà nel weekend del 25 e 26 maggio la 1ª Giornata mondiale dei bambini, istituita da Papa Francesco e annunciata, nella sua prima edizione, lo scorso febbraio. Così, sulla scia della Giornata che si svolgerà in Vaticano, anche la Diocesi di Cremona celebrerà questa ricorrenza invitando tutte le famiglie a prendere parte all’evento diocesano che si svolgerà al Santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio, il prossimo 26 maggio, proprio nel giorno della festa dell’apparizione di Maria a Giannetta.

Il programma della Giornata si aprirà con la celebrazione della Messa domenicale, nelle proprie parrocchie o alle 11.30 nella basilica del Santuario. I prati del santuario ospiteranno quindi il pranzo al sacco di tutti i gruppi e le famiglie, prima del momento di preghiera al sacro Fonte, in programma alle 14.30.

A seguire, presso il Centro di spiritualità, ci sarà spazio per l’animazione per tutti, con lo spettacolo “Viaggiando s’impara”, realizzato dalla compagnia “TeatroDaccapo”: uno spettacolo comico caratterizzato da grande dinamismo e gioco scenico, arricchito da continui cambi di personaggi, dove il tema del viaggio è presentato non dal punto di vista strettamente storico o geografico, ma è animato dallo spirito di avventura, esperienza e valorizzazione di ciò che ci sta intorno, dove il corpo e lo spazio intorno diventano occasione di scoperta e conoscenza.

 

Il trailer dello spettacolo

 

Al termine dello spettacolo ci sarà, per i bambini, il racconto della storia dell’Apparizione a Giannetta. Quindi, alle 17, le campane a festa annunceranno il momento dell’Apparizione a cui seguirà la benedizione per tutti e la conclusione della giornata.

Tutti invitati, dunque, per celebrare anche in Diocesi questa nuova e significativa ricorrenza. Una giornata – come sottolineato dal Pontefice nel suo messaggio del 2 marzo – dedicata a bambine e bambini, «gioia dell’umanità e della Chiesa, in cui ciascuno è come un anello di una lunghissima catena, che va dal passato al futuro e che copre tutta la terra». Con lo sguardo rivolto alle generazioni del futuro, senza però dimenticare tutti coloro che vivono situazioni di sofferenza e fragilità, «tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia – si legge ancora nel messaggio del Santo Padre –. Ascoltateli, anzi ascoltiamoli, perché nella loro sofferenza ci parlano della realtà, con gli occhi purificati dalle lacrime e con quel desiderio tenace di bene che nasce nel cuore di chi ha veramente visto quanto è brutto il male».

 

 

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Una firma, migliaia di gesti d’amore

Domenica 5 maggio torna la Giornata nazionale dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Nelle circa 25.500 parrocchie del Paese, infatti, ai fedeli sarà ricordato che il sostegno economico della Chiesa è affidato a loro e che la firma per la destinazione dell’8xmille del gettito Irpef è uno degli strumenti essenziali. Anche quest’anno la Conferenza Episcopale Italiana ripropone lo slogan lanciato lo scorso anno: “Una firma che fa bene”. Un’affermazione declinata su una serie di piccoli o grandi gesti di altruismo, che non fanno sentire bene solo chi li riceve, ma anche chi li compie.

«Una comunità cresce ed è viva quando può contare sul contributo di ciascuno – osserva Mons. Ivan Maffeis, presidente del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica –: la corresponsabilità passa anche dalla firma sulla dichiarazione dei redditi, che esprime appartenenza, fraternità effettiva e condivisione». «Grazie ai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica – aggiunge – i territori delle diocesi e delle parrocchie che sono in Italia possono far tesoro di risorse che vanno a beneficio di tutti, indistintamente. Gli interventi spaziano dalle iniziative di accoglienza e solidarietà delle Caritas alle strutture educative, sportive e formative dei nostri Oratori; dagli interventi di restauro e valorizzazione delle nostre chiese al sostegno della missione dei sacerdoti».

Solamente nell’anno 2023 sono stati assegnati oltre 243 milioni di euro per interventi caritativi (di cui 150 destinati alle diocesi per la carità, 13 ad esigenze di rilievo nazionale di cui circa la metà destinati a Caritas Italiana e 80 ad interventi a favore dei Paesi più poveri). Accanto a queste voci figurano 403 milioni di euro per il sostentamento degli oltre 32 mila sacerdoti che si spendono a favore delle comunità e che sono spesso i primi motori delle opere a sostegno dei più fragili. E oltre 352 milioni di euro per esigenze di culto e pastorale, voce che comprende anche la tutela dei beni culturali ed ecclesiastici anche con interventi di restauro per continuare a tramandare arte e fede alle generazioni future oltreché sostenere l’indotto economico e turistico locale.

La firma non costa nulla al contribuente ed è un diritto di tutti coloro che percepiscono un reddito: chi presenta il 730, chi presenta il modello Redditi, ma anche chi possiede unicamente redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati e non è obbligato a presentare alcuna dichiarazione. Anche questi ultimi, infatti, possono esprimere la propria preferenza per la destinazione dell’8xmille.

A breve, così come ogni anno, sarà pubblicato sui siti www.8xmille.it e rendiconto8xmille.chiesacattolica.it il rendiconto dettagliato di tutto il denaro utilizzato nell’anno precedente. Firmare è dunque una scelta di responsabilità per ogni credente, ma spesso lo è anche da parte di chi non crede, perché sa che quelle risorse vengono utilizzate per il bene di tutta la comunità, cattolica e non, e poi rendicontate. Solamente nel 2022 (secondo gli ultimi dati disponibili) sono stati oltre 11 milioni e mezzo i cittadini che lo hanno fatto. Potranno essere ancora molti di più, nella misura in cui le comunità cristiane faranno la propria parte attivamente affinché ciascuno eserciti responsabilmente questo diritto di scelta.

Per informazioni sulle modalità di firma: www.8xmille.it/come-firmare/




A Cremona il IV Centeneraio della Santa Casa di Sant’Abbondio: ricco calendario di iniziative

Da 400 anni i cremonesi custodiscono, presso la chiesa di Sant’Abbondio, un piccolo spazio di Terra Santa. Nel centro di Cremona c’è qualcosa di così prezioso da essere punto di riferimento per generazioni di credenti dal 1624, anno in cui fu eretta una copia della casa dove a Nazareth viveva Maria. Uno spazio sacro, di silenzio e meditazione, meta il 2 maggio di un tradizionale pellegrinaggio dalla Cattedrale (in caso di maltempo ritrovo direttamente a Sant’Abbondio alle ore 21) guidato dal vescovo e che quest’anno suggellerà l’apertura ufficiale di un anno giubilare. La celebrazione di mercoledì sera sarà trasmessa in diretta tv su Cremona1 (canale 19) e sui canali web e social della Diocesi.«Si tratta di un evento cittadino, non certo solo parrocchiale – spiega il parroco di Sant’Abbondio, don Andrea Foglia – anche perché la Madonna nera è copatrona di Cremona. La devozione è un fatto privato e insieme comunitario».

Per questo il 2 maggio segnerà l’avvio di una serie di iniziative che, a livello pastorale, vedranno tutte le parrocchie della città impegnate in un cammino di riflessione a una sola voce, inserendo questo IV centenario a pieno nell’anno che il Papa ha voluto dedicare alla preghiera, anche in preparazione al Giubileo del 2025.

Il centro della meditazione per i cremonesi sarà il messaggio che il vescovo consegnerà alla città proprio giovedì sotto forma di lettera pastorale. Un punto di partenza, una pista di lavoro – nelle intenzioni del vescovo – per crescere nella fede e nella consapevolezza di ciò che il santuario custodisce: il mistero. «Non è – continua don Foglia – un santuario mariano come tanti altri, che mette al centro solo la figura della Madonna, ma richiama tutta la famiglia di Nazareth, con Gesù e Giuseppe. La casa di Nazareth è il luogo dell’incarnazione e dunque ha anche una fortissima valenza cristologica oltre che mariana». Per tutto il mese di maggio, le parrocchie, recitando secondo le proprie consuetudini il Rosario, potranno seguire «un sussidio preparato da don Daniele Piazzi con 4 tracce di preghiera in cui si mediteranno i misteri legati proprio alla Santa Casa. La prima traccia è sulle case che Gesù ha abitato, la seconda sulle case dove Gesù è passato e ha dimostrato la sua potenza divina, la terza sulla famiglia di Gesù e la quarta sulla sua genealogia».

Quindi dal 6 all’8 settembre il vescovo Napolioni presiederà un pellegrinaggio cittadino a Loreto per vivere un’esperienza di comunità. E sempre a settembre (dall’8 e fino al 12 ottobre) «sarà allestita presso il Museo diocesano – continua don Foglia – una mostra sulla figura di san Giuseppe, custode della Santa Casa di Nazareth, con opere provenienti dal Museo lauretano di Sant’Abbondio».

In ottobre (il secondo mese mariano) la storica statua della Madonna nera sarà trasferita in Cattedrale dove «si terrà un appuntamento settimanale – aggiunge il sacerdote – nei cinque martedì sera, per una scuola di preghiera guidata dal vescovo». A fine mese, quindi, con una solenne processione la statua sarà riportata nel santuario di Sant’Abbondio.

Per sottolineare il quattrocentesimo anniversario dell’unico santuario mariano in città, ci sarà spazio anche per convegni, conferenze e spettacoli. In autunno si terrà, presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, un ciclo di conferenze sulla storia della Santa Casa. I temi affrontati, in collaborazione con la Società storica cremonese, saranno l’origine del santuario, il fenomeno delle copie, la figura di Giovan Pietro Ala e la fondazione di Sant’Abbondio, le Madonne coronate del Capitolo Vaticano e l’incoronazione di Sant’Abbondio, le varie celebrazioni nei secoli e il nucleo originario degli ex voto (1624-1630). A fine novembre, invece, la teologa Isabella Guanzini proporrà una conferenza sulla figura di Maria e il suo significato anche per i non credenti. Infine, presso la chiesa di Borgo Loreto l’8 dicembre sarà proposto lo spettacolo teatrale In nome della Madre, tratto dall’omonimo testo di Erri De Luca.

Una curiosità: anche l’effige della Madonna faceva parte delle «Madonne vestite», cioè quelle statue che portavano un abito di colore diverso a seconda del tempo liturgico. Proprio in occasione del IV centenario della Santa Casa, per la statua della Madonna nera sarà confezionato un abito con tessuti antichi, per mostrarla come era un tempo, prima di fine 1800, quando a tutte le statue furono tolti gli abiti.

 

Il calendario del IV Centenario Lauretano

 

Apertura del centenario
Pellegrinaggio delle parrocchie della città di Cremona dalla Cattedrale al Santuario Lauretano di S. Abbondio, giovedì 2 maggio alle ore 21.00 con il vescovo Antonio

Rosario del mese di maggio
Nel mese di maggio le parrocchie di Cremona sono invitate a pregare il Rosario meditando i “Misteri della Santa Casa” (le case di Gesù, la sua famiglia, la sua genealogia) attraverso un sussidio dedicato, unite spiritualmente grazie a un’unica traccia di preghiera

Pellegrinaggi parrocchiali
Da maggio a dicembre ognuna delle parrocchie della città è invitata a compiere il pellegrinaggio alla Santa Casa

Pellegrinaggio a Loreto
Dal 6 all’8 settembre il vescovo Antonio presiede il pellegrinaggio al santuario di Loreto per le parrocchie di Cremona

Mostra al Museo Diocesano
Dall’8 settembre al 12 ottobre al Museo Diocesano di Cremona, mostra sulla figura di san Giuseppe, custode della Santa Casa di Nazareth, con esposizione di opere provenienti dal Museo Lauretano di S. Abbondio

Conferenze storiche
In autunno, presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, in collaborazione con la Società Storica Cremonese, ciclo di conferenze sulla storia della Santa Casa di S. Abbondio: il santuario di Loreto, la sua origine e il fenomeno delle “copie”; la figura di Giovan Pietro Ala e la fondazione di S. Abbondio; le “Madonne coronate” dal Capitolo Vaticano e l’incoronazione di S. Abbondio; le varie celebrazioni nel corso dei secoli; il nucleo originario (1624-1630 ca.) delle tavolette ex voto di S. Abbondio

Scuola di preghiera
Nel mese di ottobre, la statua della Madonna Lauretana di S. Abbondio viene trasferita in Cattedrale dove, nei cinque martedì del mese alle ore 21.00, il vescovo Antonio guida la Scuola di preghiera.
A fine mese, con una solenne processione dalla Cattedrale, la statua viene riportata al Santuario di S. Abbondio, concludendo con la celebrazione dell’Eucaristia

Conversazione sulla figura di Maria
A fine novembre la teologa Isabella Guanzini propone una conferenza sulla figura di Maria e il suo significato anche per i non credenti

“In nome della Madre”
Domenica 8 dicembre, alle ore 16.00, nella chiesa di Borgo Loreto lo spettacolo teatrale “In nome della Madre” tratto dall’omonimo romanzo di Erri De Luca

 

 

“Al cuore della nostra città”, lettera pastorale per il 4° centenario del Santuario lauretano




“Al cuore della nostra città”, lettera pastorale per il 4° centenario del Santuario lauretano

Avrà un significato particolare quest’anno a Cremona il tradizionale pellegrinaggio cittadino del 2 maggio al Santuario lauretano presso la chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio. Non segnerà solo ufficialmente l’apertura del mese mariano, ma inaugurerà il 4° centenario della Santa Casa cremonese. Proprio in questa occasione sarà disponibile la lettera pastorale “Al cuore della nostra città. Nel IV centenario del Santuario Lauretano in Cremona” scritta per l’occasione dal vescovo Antonio Napolioni.

L’appuntamento è fissato per le ore 21 in Cattedrale: da qui si snoderà la processione con i flambeaux che percorrerà piazza del Comune, largo Boccaccino, via Mercatello, corso Mazzini, corso Matteotti, vicolo Lauretano e piazza S. Abbondio. La preghiera mariana sarà guidata dal vescovo Antonio Napolioni e vedrà la presenza del Capitolo della Cattedrale e, insieme alle proprie comunità, i sacerdoti della zona pastorale 3.

In caso di maltempo il ritrovo sarà alle 21 direttamente a Sant’Abbondio (seguono aggiornamenti). La celebrazione sarà trasmessa in diretta tv su Cremona1 (canale 19) e sui canali web e social della Diocesi.

Ad accogliere vescovo e pellegrini nella chiesa di Sant’Abbondio sarà il parroco don Andrea Foglia.

Conclusa la preghiera del Rosario il vescovo terrà l’omelia, quindi, al canto del Magnificat, accompagnato dai sacerdoti presenti, si recherà all’interno del santuario per l’omaggio alla Madonna Nera.

Al termine della celebrazione anche tutti i fedeli potranno accedere alla Santa Casa e sostarvi in preghiera e sarà in distribuzione la lettera pastorale dedicata al Santuario lauretano con il programma degli eventi che accompagneranno i prossimi mesi, fino a dicembre. Il volumetto delle linee pastorali ha in copertina la statua della Vergine incoronata con il Bambino in primo piano, sullo sfondo un’immagine panoramica della città vista dal cielo.

 

Storia del Santuario lauretano di Cremona

La storia del Santuario lauretano di Cremona risale agli inizi del 1600. Il giureconsulto e nobile cremonese Giovan Pietro Ala, molto devoto alla Madonna nera, visitava ogni anno il santuario di Loreto. Con l’avanzare dell’età si accorse che la lontananza e i disagi del viaggio non gli avrebbero permesso di recarsi più a Loreto, così decise di costruire una copia della casa di Nazareth, conservata a Loreto, all’interno del cimitero di Sant’Abbondio, contiguo alla chiesa omonima. Due padri teatini andarono di persona a Loreto per riprodurre con disegni le misure esatte e le fattezze della Santa Casa. La posa della prima pietra risale al 1° marzo 1624 quando alcune fonti storiche riportano dello scavo delle fondamenta e parlano della costruzione delle mura in piena somiglianza alla Santa Casa di Loreto. Ci vollero 36 giorni per completarla, un tempo relativamente breve grazie al meteo favorevole che accompagnò la realizzazione dei lavori.

Quella di Sant’Abbondio è una delle copie più antiche della casa di Maria. Anzi, fu essa stessa modello per altre copie che si diffusero in tutta Italia e anche all’estero. A Pozzaglio, nel Cremonese, ne esisteva una sotto la custodia dei Barnabiti, ma oggi non ne resta traccia perché fu demolita.

Il 21 gennaio 1625, su istanza di Giovan Pietro Ala, fu emesso il pubblico decreto secondo il quale la città veniva posta sotto la protezione della Santissima Vergine della Santa Casa. È da allora che i cremonesi si recano presso il santuario che si trova nel centro della città.

La statua della Madonna nera fu scolpita – non si conosce il nome dell’autore – sempre nel 1624. E da quella data campeggia sopra l’altare della Santa Casa. È noto che nel 1630 fu portata in processione per scongiurare l’ingresso della peste manzoniana in città. Proprio per questa epidemia morì Giovan Petro Ala che, per sua volontà, fu sepolto nel cimitero di Sant’Abbondio.

La Santa Casa e il Museo lauretano conservano ancora oggi una preziosa raccolta di ex voto. Sono circa cento pezzi, in gran parte risalenti agli anni immediatamente successivi alla fondazione della Santa Casa. Per lo più si tratta di piccoli quadretti dipinti con la scena del miracolo. Gli autori sono presumibilmente personaggi ospitati nella residenza dei teatini. Si tratta di opere dall’indubbio valore storico oltre che religioso.

 

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