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Il 24 settembre tutta la Diocesi in preghiera per l’inizio del nuovo anno pastorale. Nel pomeriggio il pellegrinaggio diocesano a Caravaggio

Domenica 24 settembre l’intera Diocesi è chiamata a unirsi in preghiera in occasione del pellegrinaggio diocesano del pomeriggio al Santuario di Caravaggio e in preparazione al Convegno pastorale. A questo proposito l’Ufficio liturgico propone a tutte le parrocchie una preghiera mariana per l’inizio delle attività pastorali da recitare al termine delle Messe della domenica.

Di seguito i sussidi di preghiera da utilizzare al termine dell’orazione dopo la Comunione davanti all’altare della Madonna.

Scarica qui il testo della preghiera

Scarica qui lo spartito delle litanie

 

Il pellegrinaggio diocesano si svolgerà domenica 24 settembre al Santuario di Caravaggio. L’appuntamento è per le 15.30 quando in basilica ci sarà la preghiera del Rosario. Alle 15.50 il vescovo e i sacerdoti concelebranti si recheranno davanti all’immagine di Maria per l’atto di affidamento dopo il canto delle litanie. A seguire nel cortile del Crocifisso, di fronte alla basilica, la Messa. La celebrazione sarà trasmessa in diretta sui canali web e social della Diocesi e in tv su Cremona1 (canale 19) a partire dalle 15.45. I sacerdoti che intendono concelebrare devono trovarsi nei pressi della sagrestia della basilica per le ore 15.30 portando il proprio camice personale e la stola bianca.

 

L’avvio del cammino del nuovo anno pastorale, però, avrà anche tre ulteriori momenti che intendono offrire uno slancio rinnovato nel segno di un’esperienza di comunione tra diverse vocazioni e comunità cui il Sinodo ha abituato.

Nella serata di venerdì 29 settembre l’appuntamento è per tutti nella Cattedrale di Cremona per un momento di preghiera e riflessione che sarà impreziosito dalla presenza del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, che a partire dall’icona evangelica di Emmaus aiuterà a comprendere, anche alla luce del cammino sinodale, la fisionomia della Chiesa oggi, evidenziando anche alcune prospettive di indirizzo.

Dal Vangelo alla realtà. È il passaggio cui la Chiesa cremonese intende dare concretezza nel nuovo anno pastorale. E proprio in questo senso nella giornata di sabato 30 settembre la diverse componenti ecclesiali sono chiamate a vivere il convegno diocesano. L’appuntamento a cui è possibile iscriversi compilando QUI il modulo online entro il 16 settembre, rivolto in particolare agli operatori parrocchiali, insieme al clero e ai religiosi, è dalle 9.30 (sino alle 17) presso il Seminario vescovile di via Milano 5, a Cremona. Dopo l’introduzione del vescovo Napolioni, sarà il giornalista Marco Tarquinio (già direttore di Avvenire) ad aiutare a leggere le grandi sfide del cambiamento epocale che si è chiamati a vivere. Un’analisi che ciascuno dei presenti sarà chiamato a fare propria e condividere con gli altri attraverso l’esperienza della “conversazione nello Spirito” che il Sinodo ha proposto. Dopo il pranzo, i presenti saranno chiamati ad approfondire alcune delle questioni decisive messa in cantiere della Chiesa cremonese attraverso alcuni laboratori e a partire da testimonianze. Queste le tematiche in esame: la missione come prossimità ai territori nelle dinamiche sociali e democratiche; la carità diffusa, tra vecchie e nuove povertà; le sfide educative e la generatività di una comunità che valorizza tutte le vocazioni; la corresponsabilità e i ministeri nelle comunità; il dialogo tra linguaggi della cultura e dell’arte, nella fede e nelle liturgia.

Infine domenica 1° ottobre, alle 20.30 in Cattedrale, l’intera Diocesi sarà chiamata a unirsi nella gioia dell’ordinazione diaconale di due seminaristi che il prossimo giugno diventeranno sacerdoti: Valerio Lazzari di Vicomoscano e Giuseppe Valerio di Spinadesco.

 

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Quattro appuntamenti per l’apertura dell’anno pastorale. Il card. Matteo Zuppi (presidente Cei) ospite in Cattedrale

Con la fine del mese di settembre la Chiesa cremonese apre ufficialmente l’anno pastorale 2023/24. Lo fa anzitutto con l’annuale pellegrinaggio diocesano al Santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio, dallo scorso maggio diventato ufficialmente Santuario regionale della Lombardia, in programma domenica 24 settembre. Sarà come sempre per affidare alla patrona della diocesi il cammino della Chiesa cremonese all’inizio del nuovo anno.

Per questo sono invitate a partecipare tutte le componenti ecclesiali a partire dai membri del Consiglio pastorale diocesano a quelli dei Consigli parrocchiali, insieme alle proprie comunità, gli aderenti a movimenti e associazioni con presbiteri, diaconi e religiosi. Alle 15.30 vi sarà la preghiera del Rosario, cui seguirà alle 16 la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni e proposta in diretta.

L’avvio del cammino del nuovo anno pastorale, però, avrà anche tre ulteriori momenti che intendono offrire uno slancio rinnovato nel segno di un’esperienza di comunione tra diverse vocazioni e comunità cui il Sinodo ha abituato.

Nella serata di venerdì 29 settembre l’appuntamento è per tutti nella Cattedrale di Cremona per un momento di preghiera e riflessione che sarà impreziosito dalla presenza del presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, che a partire dall’icona evangelica di Emmaus aiuterà a comprendere, anche alla luce del cammino sinodale, la fisionomia della Chiesa oggi, evidenziando anche alcune prospettive di indirizzo.

Dal Vangelo alla realtà. È il passaggio cui la Chiesa cremonese intende dare concretezza nel nuovo anno pastorale. E proprio in questo senso nella giornata di sabato 30 settembre la diverse componenti ecclesiali sono chiamate a vivere il convegno diocesano. L’appuntamento a cui è possibile iscriversi compilando QUI il modulo online entro il 16 settembre, rivolto in particolare agli operatori parrocchiali, insieme al clero e ai religiosi, è dalle 9.30 (sino alle 17) presso il Seminario vescovile di via Milano 5, a Cremona. Dopo l’introduzione del vescovo Napolioni, sarà il giornalista Marco Tarquinio (già direttore di Avvenire) ad aiutare a leggere le grandi sfide del cambiamento epocale che si è chiamati a vivere. Un’analisi che ciascuno dei presenti sarà chiamato a fare propria e condividere con gli altri attraverso l’esperienza della “conversazione nello Spirito” che il Sinodo ha proposto. Dopo il pranzo, i presenti saranno chiamati ad approfondire alcune delle questioni decisive messa in cantiere della Chiesa cremonese attraverso alcuni laboratori e a partire da testimonianze. Queste le tematiche in esame: la missione come prossimità ai territori nelle dinamiche sociali e democratiche; la carità diffusa, tra vecchie e nuove povertà; le sfide educative e la generatività di una comunità che valorizza tutte le vocazioni; la corresponsabilità e i ministeri nelle comunità; il dialogo tra linguaggi della cultura e dell’arte, nella fede e nelle liturgia.

Infine domenica 1° ottobre, alle 20.30 in Cattedrale, l’intera Diocesi sarà chiamata a unirsi nella gioia dell’ordinazione diaconale di due seminaristi che il prossimo giugno diventeranno sacerdoti: Valerio Lazzari di Vicomoscano e Giuseppe Valerio di Spinadesco.

 

«Una vita che accende», il vescovo Napolioni presenta le Linee pastorali diocesane e il calendario il 2023-24

 




Un viaggio nella storia di Cremona con la mostra dedicata a Felice Giuseppe Vertua, sabato l’inaugurazione al Museo diocesano

Sarà inaugurata ufficialmente al Museo diocesano di Cremona alle ore 11 di sabato 16 settembre, e resterà aperta fino al 19 novembre, la prima esposizione monografica, dal titolo Felice Giuseppe Vertua. Vedutista Cremonese, dedicata alle opere dell’artista cremonese Felice Giuseppe Vertua. Vissuto nella prima metà dell’800, Vertua è noto per le sue vedute sulla città cremonese.

«L’idea della mostra nasce dallo studio dei quadri di una collazione privata – spiega Raffaella Poltronieri, curatrice della mostra –. Sono stati gli stessi collezionisti a proporre di esporre le opere in una mostra monografica, la prima dedicata all’autore».

Le venti opere esposte permetteranno di conoscere l’evoluzione artistica di Vertua e di osservare la città e la sua evoluzione storica nel suo panorama completo, sia vedute cittadine con chiese importanti come quella di Sant’Omobono, sia con monumenti oggi non più esistenti.

Tra i quadri ci saranno opere inedite, come la più grande tela di Vertua mai esposta: «Sarà una sorpresa per i visitatori – dice Poltronieri – perché il quadro è stato appena restaurato da Enrico Perni e Luciana Manara».

Importante sono state le ricerche negli archivi delle parrocchie cittadine, soprattutto quella di Sant’Agata, e negli archivi Diocesano e di Stato, che hanno portato alla realizzazione della mostra. Da queste sono emerse notizie sulla vita di Vertua e della sua famiglia e sul panorama culturale cittadino.

Oltre alla proposta espositiva, sono stati organizzati dei percorsi cittadini sulla vita e sulle vedute di Vertua, in collaborazione con Target turismo.

Con questa mostra il Museo Diocesano offre un’esperienza a tutto tondo che permette ai visitatori di godere della vista di opere importanti e di conoscere la vita dell’autore e della città intera sia attraverso la lettura dei saggi contenuti nella monografia sia tra le vie cittadine.




Un nuovo sito per diventare grande. Riflessi verso i 5 anni con un abito nuovo




Quaranta informatici dell’Università Cattolica in team building nelle opere segno di Caritas cremonese

 

Il team building? Si può fare anche all’insegna della solidarietà. Nei giorni scorsi, quaranta dipendenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, provenienti da tutte le sedi dell’ateneo (Milano, Piacenza-Cremona, Brescia e Roma), sono stati protagonisti di una giornata di formazione presso la Caritas cremonese. Per loro, impegnati presso i Sistemi informativi dell’ateneo, la funzione Risorse Umane insieme alla funzione Attività e Progetti istituzionali dell’Università, in collaborazione con Askesis Società Benefit e il team di Caritas cremonese, hanno organizzato una esperienza di team building sui temi del valore della relazione e del bene comune.

I partecipanti si sono ritrovati alla mattina al nuovo campus cremonese dell’Università Cattolica per un momento di accoglienza e di introduzione alla giornata. Poi, la suddivisione in quattro gruppi e il trasferimento nelle diverse sedi della Caritas cremonese per le attività: Casa dell’Accoglienza e Casa di nostra Signora a Cremona, Isla de Burro a Zanengo e Fattoria della Carità a Cortetano (quest’ultima raggiunta con le biciclette messe a disposizione dal progetto “Beega”).

Tante le attività realizzate nelle diverse strutture: dal servizio alle Cucine benefiche della San Vincenzo all’implementazione del sistema di raccolta dati per la registrazione dei migranti, dall’interazione con gli asini della Isla de Burro alla caccia al tesoro fotografica per conoscere la Fattoria della Carità, dalla visita insieme agli ospiti del Centro di Prima Accoglienza in piazza del Comune al corso di alfabetizzazione di lingua italiana per stranieri, dal gruppo di counseling per le donne di Casa di Nostra Signora alla preparazione della merenda per i loro bambini.

Al termine delle esperienze, alla presenza del Direttore generale dell’ateneo, Paolo Nusiner, e della Direttrice delle Risorse Umane, Marzia Benelli, ogni gruppo ha potuto condividere quanto vissuto in un momento di restituzione guidato dai formatori di Askesis e partecipato dai referenti Caritas delle diverse strutture. La giornata si è conclusa a Cremona, di nuovo tutti insieme al campus Santa Monica, con un aperitivo condiviso.

«Pur essendo stato un grande impegno organizzativo per le strutture e gli operatori coinvolti – il commento di don Pierluigi Codazzi, direttore di Caritas cremonese – questa iniziativa ha rappresentato una importante novità per la nostra realtà. È bello che il mondo del lavoro possa avvicinarsi al tema della solidarietà e grazie davvero all’Università Cattolica per aver individuato la nostra Caritas come luogo in cui fare esperienza sui temi del dono e delle fragilità anche per consolidare e recuperare le motivazioni professionali. Con una attenzione che abbiamo fortemente voluto e condiviso, quella di non essere invasivi nelle diverse strutture e nei confronti delle persone incontrate: come ospiti siamo stati accolti. Ci tengo a sottolineare un’altra cosa molto bella che questa giornata testimonia: è possibile trovare delle condivisioni anche nelle diversità, di storie, di studi, di professioni e di vite. Grazie agli operatori Caritas che si sono messi in gioco proprio per favorire questa significativa esperienza di “insieme”».

 




Dal 9 settembre al Museo diocesano la mostra “Antonio Campi a Torre Pallavicina”

 

Il Museo Diocesano di Cremona ospiterà a partire dal 9 settembre l’esposizione “Antonio Campi a Torre Pallavicina. L’Oratorio di Santa Lucia”. Dalla collaborazione tra il Museo Diocesano e Galleria Canesso Milano, grazie al prestito accordato dai Musei Reali di Torino e alle nuove scoperte documentarie, sarà questa la prima occasione di vedere riunite le tavole superstiti di un ampio ciclo dipinto dal grande manierista cremonese negli anni Settanta del Cinquecento per il marchese Adalberto Pallavicino.

Esposti al pubblico per la prima volta nella sede milanese di Galleria Canesso nel 2021, i due notturni di Antonio Campi (Cremona, 1522/1523-1587) erano stati pubblicati cinquanta anni fa dalla storica dell’arte Maria Luisa Ferrari. Il recente ritrovamento delle due opere ha portato nuovamente la questione di Torre Pallavicina all’attenzione degli studiosi: grazie ad approfondite ricerche d’archivio, Monica Visioli ha ritrovato un inedito documento che ha permesso al professor Marco Tanzi di aggiornare una sua precedente scoperta. Una trentina di anni fa lo storico dell’arte cremonese attribuiva ad Antonio Campi due tavole dei Musei Reali di Torino fino a quel momento considerate opera di un pittore nordico. Erano entrate nelle collezioni sabaude negli anni Cinquanta quando, nonostante l’autore fosse anonimo, lo Stato aveva deciso di acquisirle per la loro altissima qualità. Soltanto quest’anno, grazie alle ultime scoperte documentarie si è potuto stabilire con certezza che le due coppie di dipinti – quelle torinesi e quelle di Galleria Canesso – condividono una comune provenienza: l’Oratorio di Santa Lucia di palazzo Pallavicino Barbò.

 

 

Cristo nell’orto e Cristo davanti a Caifa, Galleria Canesso Milano;
Andata al Calvario (inv. 889) e Resurrezione (inv. 990), Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda.

 

Oggi sappiamo che la cappella privata voluta da Adalberto Pallavicino era arricchita da almeno 15 tavole con episodi della Passione di Cristo dipinte negli anni Settanta del Cinquecento, un caso privo di paragoni nella Lombardia manierista dell’epoca. Delle quattro opere oggi note, quelle torinesi, con colori smaglianti e affollate di personaggi, ci mostrano la maturità del manierista cremonese mentre le tavole Canesso sono tra i più alti esempi di quello sperimentalismo luministico che portò Antonio Campi a dipingere alcuni dei più emozionanti notturni della Lombardia prima di Caravaggio. Della sorte di tutte le altre tavole di Torre, alcune certamente danneggiate e forse distrutte, ancora non sappiamo nulla.

Le novità documentarie e le recenti scoperte presentate nella mostra cremonese saranno pubblicate in un volume corredato da nuove campagne fotografiche.

La mostra Antonio Campi a Torre Pallavicina. L’Oratorio di Santa Lucia sarà visitabile presso il Museo Diocesano di Cremona, Piazza S.A.M. Zaccaria 4, dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:00.


L’interno della Galleria Canesso di Parigi

La Galleria Canesso

L’attività della Galleria Canesso ruota principalmente attorno ad artisti italiani o che abbiano lavorato in Italia nell’arco di tempo compreso tra il Rinascimento e il Settecento. La scelta dei dipinti, per lo più inediti, spazia dalla pittura di genere a soggetti di carattere storico, con un’attenzione particolare per i ritratti e le nature morte. L’interesse per i dipinti antichi accompagna Maurizio Canesso fin dalla sua giovinezza. Nel 1980 inizia a lavorare nel mondo dell’arte e nel 1994 fonda la sua prima galleria a Parigi. Inizialmente situata in rue Rossini, nel quartiere Drouot, ha inaugurato nel 2005 uno spazio più ampio nel 9° arrondissement, in rue Laffitte. Nel 2021 Maurizio Canesso ha deciso di aprire anche a Milano in via Borgonuovo 24.

La Galleria Canesso organizza periodicamente nei suoi spazi mostre di alto profilo scientifico, in collaborazione con musei e istituzioni pubbliche, come il Museo di Capodimonte a Napoli o i Musei di Strada Nuova di Genova. Oltre ai cataloghi editi in occasione delle mostre, la Galleria ha pubblicato oltre venti volumi ad accompagnamento delle proprie opere.
La fama di serietà professionale di cui gode la Galleria Canesso si è consolidata negli anni grazie alla partecipazione alle più importanti fiere d’arte e di antiquariato (TEFAF Maastricht, TEFAF New York, Fine Arts Paris) e alle strette relazioni tessute a livello internazionale. Tra i musei ai quali ha venduto i suoi dipinti si possono ricordare: il Metropolitan di New York, Lacma di Los Angeles, la National Gallery of Canada di Ottawa, la National Gallery of Victoria di Melbourne, il Louvre di Parigi, il Musée Fabre di Montpellier, il Louvre di Abu Dhabi. La Galleria Canesso si rivolge inoltre a una clientela privata estremamente attenta ed esigente.

 

I Musei Reali di Torino

I Musei Reali di Torino sono situati nel cuore della città antica e propongono un affascinante itinerario di storia, arte e natura che si snoda attraverso i secoli, con testimonianze che datano dalla Preistoria all’età moderna. Il Palazzo Reale, centro di comando della famiglia Savoia, conserva ambienti, arredi e opere d’arte realizzati tra il XVI e il XX secolo. La facciata, preceduta dalla cancellata disegnata da Pelagio Palagi, cela interni sfarzosi, progettati e decorati da grandi artisti come Daniel Seiter, Claudio Beaumont, Francesco De Mura, e da architetti come Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri. Attraverso la Sala del Medagliere si accede all’Armeria Reale, aperta al pubblico nel 1837, che accoglie una ricchissima collezione di armi e armature che dal periodo archeologico giungono all’Ottocento. Lo scalone alfieriano collega l’Armeria alla Biblioteca Reale, fondata nel 1831 da Carlo Alberto, che ampliò la biblioteca di corte con numerosi volumi acquistati presso gli antiquari di tutta Europa. Di grande pregio la raccolta dei disegni, con esemplari dal Quattrocento al Settecento, opera
di grandi maestri tra i quali Michelangelo, Raffaello, Rembrandt. Tra questi spicca il celebre nucleo di Leonardo da Vinci, con l’Autoritratto e il Codice sul volo degli uccelli.
Dopo un lungo e difficile intervento di restauro, nel percorso di visita dei Musei Reali è compresa anche la Cappella della Sindone, mirabile architettura barocca realizzata su progetto di Guarino Guarini nella seconda metà del Seicento.
Il gusto collezionistico dei Savoia è documentato in pittura dalla Galleria Sabauda, che conserva grandi capolavori delle principali scuole europee, da van Eyck a Rubens e van Dyck, da Mantegna, a Paolo Veronese, a Orazio Gentileschi, a Guido Reni. Ordinata cronologicamente, la Galleria ha sede nella Manica Nuova di Palazzo Reale e accoglie anche tre importanti collezioni: quella di pittura fiamminga e olandese, proveniente dalle raccolte del Principe Eugenio di Savoia-Soissons; quella del finanziere Riccardo Gualino, con grandi dipinti che vanno da Duccio, a Botticelli, a Francesco Guardi; quella recentemente donata da Giuseppe e Gabriella Ferrero, comprendente 132 ceramiche artistiche Lenci, in dialogo con una selezione di dipinti e sculture contemporanei della pinacoteca. Il piano terreno è arricchito dalla sezione Un’altra armonia. Maestri dei Rinascimento in Piemonte.
Costituitosi nel 1724 come Museo della Regia Università e, dal 1832, Regio Museo delle antichità greche, romane ed egizie, il Museo di Antichità è affacciato sull’area archeologica del Teatro Romano, di recente restituzione. Nata nel Cinquecento come raccolta dinastica sabauda, la collezione archeologica fu arricchita dall’arrivo della collezione egizia di Bernardino Drovetti; dopo la separazione dal Museo Egizio, ospita i reperti archeologici provenienti da scavi condotti sul territorio piemontese, tra i quali il Tesoro di Marengo. La Galleria Archeologica, nuovo allestimento al piano terreno della Manica Nuova di Palazzo Reale, racchiude importanti collezioni del Mediterraneo antico, raccolte dai Savoia a partire dalla fine del XVI secolo.
I Giardini Reali, punto di snodo dell’intero complesso, furono realizzati dal Duparc, ampliati nel corso del Seicento da André le Nôtre e completati nel secolo successivo con il gruppo statuario dei Tritoni, opera di Simone Martinez. Parte integrante dei Musei Reali sono le Sale Chiablese, situate al piano terreno del Palazzo omonimo su Piazzetta Reale, destinate a ospitare mostre temporanee.




Cavatigozzi saluta don Franco. Il 10 settembre giornata di festa in parrocchia

Cavatigozzi si prepara a vivere una giornata speciale. Domenica 10 settembre la comunità si stringerà per l’ultima volta attorno al parroco don Franco Vitali che, a 20 anni dal suo ingresso, lascia la chiesa di Santa Maria Maddalena per prendere il nuovo incarico di collaboratore festivo dell’unità pastorale “Mons. Angelo Frosi” (formata dalle parrocchie di Cornaleto, Formigara, Gombito, San Bassano, San Latino e Santa Maria dei Sabbioni).

Al suo posto è stato nominato don Alfredo Valsecchi, che farà l’ingresso ufficiale a Cavatigozzi domenica 8 ottobre. Per abbracciare lo storico parroco, vero e proprio punto di riferimento e guida spirituale della comunità, i parrocchiani hanno organizzato una serata di saluto. Alle ore 18 la Santa Messa presieduta da don Franco nella chiesa di Santa Maria Maddalena, seguita alle ore 19:45 da un gustoso apericena in Oratorio che ha già raccolto centinaia di adesioni.

Gli ultimi giorni sono stati vissuti dalla comunità in un clima di nostalgia e sincera riconoscenza. I parrocchiani hanno realizzato un’edizione speciale del “Dialogo”, il giornalino che ogni domenica dal 2003 informa la comunità, ricordando l’operato del loro don, le iniziative che hanno animato la vita parrocchiale e rinsaldato la comunità. Dall’incontro nel 2011 con Ernesto Oliviero, fondatore del Sermig e dell’Arsenale della Pace, ai tradizionali Grest che hanno sempre attratto l’entusiasmo dei giovani di Cava e non.

Dal quotidiano incontro con gli anziani e gli ammalati del Paese all’impegno come Presidente della società sportiva dell’oratorio, a stretto contatto con ragazzi e collaboratori. Da ultima, ma solo in ordine cronologico, la costante cura per la Badia di Cavatigozzi che ha portato don Franco a dare nuova vita agli affreschi delle volte della chiesa e intraprendere la tinteggiatura dell’edificio. Operazione che si è conclusa lo scorso 11 agosto con il restyling del campanile, ben visibile da chiunque attraversi il Paese lungo via Milano. Tutta la comunità esprime il suo sincero ringraziamento nei confronti di don Franco per aver svolto con cura e mitezza il ruolo di Buon Pastore: la sua presenza nella parrocchia di Cavatigozzi sarà sempre la benvenuta.




Al via da oggi il Tempo del Creato. Papa Francesco: “Ascoltare le vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica”

Oggi, 1° settembre, inizia il Tempo del Creato. Quest’anno, che porta il tema “Che la giustizia e la pace scorrano” e simboleggiato dal “fiume possente”, inizia con la Festa del Creato (conosciuta anche come la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato) e si conclude il 4 ottobre, Festa di San Francesco d’Assisi, quando verrà pubblicata – come annunciato dal Papa – la seconda parte della Laudato Si’.

Nel suo messaggio per la Festa del Creato, Francesco ha affermato: “In questo Tempo del Creato, come seguaci di Cristo nel nostro comune cammino sinodale, viviamo, lavoriamo e preghiamo perché la nostra casa comune abbondi nuovamente di vita. Lo Spirito Santo aleggi ancora sulle acque e ci guidi a ‘rinnovare la faccia della terra’”. Ha inoltre sottolineato il “ritmo del cuore creato e del cuore di Dio”, che “non battono in armonia; non sono armonizzati nella giustizia e nella pace”. Per questo Papa Francesco ha invitato a stare accanto “alle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica e a porre fine all’insensata guerra contro il creato”.
Il Santo Padre ha sottolineato anche, nell’udienza generale di mercoledì scorso, l’urgenza di “fermare la guerra contro la nostra casa comune” e ricorda la sua volontà di diffondere un’esortazione apostolica, una “seconda Laudato Si’” al termine del Tempo del Creato, il 4 ottobre.
Quest’anno, l’inizio di questo tempo ecumenico di preghiera e di azione avverrà durante il viaggio apostolico del Santo Padre in Mongolia (31 agosto – 4 settembre), Paese, secondo recenti notizie, gravemente colpito dalla crisi climatica, dove le inondazioni distruggono le infrastrutture mentre gli dzud causano perdite di raccolti e bestiame e l’inquinamento atmosferico ha un forte impatto sulla salute delle persone.

L’evento di apertura sarà un servizio di preghiera ecumenico il 1° settembre, con la partecipazione di leader ecumenici che guideranno un momento di riflessione. L’evento sarà trasmesso in streaming in inglese su YouTube, con traduzioni simultanee in spagnolo, portoghese, italiano e francese disponibili su Zoom. Durante tutto il Tempo del Creato, eventi globali e regionali copriranno diversi argomenti, tra cui incontri di preghiera, una veglia di preghiera ecumenica in Piazza San Pietro organizzata da Taizé, il 30 settembre, a sostegno e promozione del Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili (Tnpcf) per mitigare la crisi del cambiamento climatico da parte della Chiesa in America Latina, Oceania e Africa, pulizia di aree naturali, seminari e altro ancora.

In particolare, il Movimento Laudato Si’ estende un invito speciale a unirsi alla campagna di preghiera e di azione per la giustizia climatica in vista della Cop 28. La campagna prevede preghiere per i leader politici con responsabilità nella prossima Cop e per tutti coloro che hanno il compito di prendere decisioni immediate. per affrontare la crisi climatica. Utilizzando hashtag come #PregandoPerTe #Cop28 e #TempoDelCreato, le persone e le comunità sono incoraggiate a pregare per i loro leader politici e a condividere una foto della loro preghiera sui social media. “Il Tempo del Creato offre l’opportunità di rinnovare il nostro rapporto con il Creatore e con tutta la creazione attraverso la celebrazione comunitaria, la conversione e l’impegno personale. Durante questo tempo, la Chiesa Cattolica è unita alla famiglia ecumenica nella preghiera e nell’azione per la nostra casa comune”, conclude una nota vaticana.

Filippo Passantino

 

“Che scorrano la giustizia e la pace”: tutti gli eventi in diocesi per il Tempo del Creato




Come tessere di un Mosaico. Un nuovo trimestrale per raccontare la Chiesa cremonese

 

È in distribuzione in tutte le 95 parrocchie e unità pastorali della Diocesi di Cremona la prima edizione de Il Mosaico, il nuovo trimestrale diocesano che con questo anno pastorale, su tutto il territorio, accompagnerà l’uscita dei bollettini parrocchiali o comunque potrà essere messo a disposizione di tutti nelle chiese.

Presentato nella sua nuova veste nella mattinata di venerdì 8 settembre in una conferenza stampa in Curia, con gli interventi del vescovo Antonio Napolioni e del direttore responsabile don Federico Celini, Il Mosaico raccoglie e prosegue la trentennale tradizione (e il nome) del periodico della Pastorale giovanile diocesana, ponendosi oggi come strumento di comunicazione e comunione per tutte le comunità della Chiesa cremonese. «Mi fa piacere – ha detto il Vescovo – ereditare il nome del periodico della Federazione oratori cremonesi, perché questa dimensione giovanile dovrà essere ancora caratterizzante, nell’ottica di quella alleanza tra generazioni che il Papa chiede di coltivare».

Una continuità sottolineata anche da Mattia Cabrini, collaboratore della Federazione oratori cremonesi, che per molti anni si è occupato della redazione del giornale: «È con una certa emozione che lo vedo evolvere. Quando le cose crescono è sempre un bene. Il Mosaico oggi diventa grande, ma sono certo che non smetterà di stare sui tavolini dei bar negli oratori».

Con questo rinnovamento, curato dall’Ufficio Comunicazioni sociali con lo staff di TRC-TeleRadio Cremona Cittanova, editrice della pubblicazione, rappresentati rispettivamente dal direttore Riccardo Mancabelli e dal coordinatore redazionale Filippo Gilardi, la Diocesi di Cremona propone un nuovo strumento di comunicazione che integra un sistema informativo che, secondo i principi della multimedialità e della crossmedialità, utilizza supporti e canali diversi per essere accessibile a diverse fasce di popolazione, dal web ai social, dalle produzioni televisive di approfondimento alle dirette delle celebrazioni e degli eventi diocesani, dal mensile digitale Riflessi Magazine alla collaborazione con il quotidiano Avvenire con l’inserto Cremona7 in edicola ogni domenica.

 

UNA COMUNICAZIONE INTEGRATA, ISTITUZIONALE E DI PROSSIMITÀ

Il Mosaico si propone come strumento diocesano di approfondimento e di collegamento pastorale, come inteso dal vescovo Antonio Napolioni. L’obiettivo è quello di generare una forma originale di comunicazione che integra la voce istituzionale della Diocesi con l’informazione di prossimità che ancora oggi è rappresentata dalla vasta e capillare distribuzione dei bollettini che ogni parrocchia produce per la propria comunità.

Una rete territoriale preziosa, costituita dalle parrocchie e dalle unità pastorali su una zona geografica che si estende ben oltre i confini della provincia di Cremona (comprende infatti anche parti di quelle di Mantova, Bergamo e Milano) e in cui risiedono oltre 360mila abitanti. Un territorio geograficamente complesso, disomogeneo per tessuto sociale, conformazione geografica, tradizioni e organismi amministrativi, che è tuttavia sempre percorso dai fili delle comunità cristiane. I bollettini parrocchiali, grazie all’impegno dei parroci e di gruppi di volontari che si dedicano con impegno alla stesura degli articoli, alla composizione delle pagine e alla distribuzione, ancora nella gran parte dei casi porta a porta, dà voce a questa grande rete di comunità.

È monsignor Napolioni a indicare il tratto essenziale del progetto: «La parola chiave – ha detto – è integrazione. Per noi la comunicazione è a servizio della comunione, non della divisione. La chiave di lettura di questa iniziativa è far si che la comunicazione crei rete, legami, semini speranza. Si è voluto creare un sistema integrato da un punto di vista delle tecnologie ma anche tra gli ambiti di vita ecclesiale».

L’esempio portato dal Vescovo fa osservare il parallelismo con l’ormai solida collaborazione con Avvenire: «Come la nostra Diocesi partecipa alla comunicazione regionale e nazionale grazie all’inserto domenicale Cremona7, così con Il Mosaico ci facciamo presenti come Diocesi nelle parrocchie. Sono come cerniere delle porte che si spalancano e permettono di far sentire l’esperienza di un popolo, di far circolare la Buona Notizia attraverso le buone notizie».

Uno strumento – lo ha presentato il direttore responsabile de Il Mosaico don Federico Celini – «di approfondimento e di collegamento pastorale attraverso cui la voce istituzionale della Diocesi, che si unisce all’informazione di prossimità che ancora oggi è rappresentata dalla vasta e capillare distribuzione dei bollettini che ogni parrocchia produce per la propria comunità»

 

 

LA STRUTTURA E I CONTENUTI

Quattro uscite all’anno (settembre, Natale, Pasqua e giugno) di 24 pagine che saranno distribuite sul territorio, con una tiratura che varia dalle 60 alle 100 mila copie. La prima edizione, con un approfondimento dedicato proprio ai temi della comunicazione, un’ampia intervista al cardinale Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, per una riflessione sul rapporto tra Chiesa e società in questo delicato periodo storico, e molti altri contenuti, è in distribuzione nelle parrocchie in queste settimane.

«Si tratta di uno strumento che – come ha evidenziato don Celini – intende unire fruibilità e qualità informativa, offrendo occasioni di riflessione sia su tematiche di interesse generale, lette e interpretate con un taglio tipicamente cristiano, sia di approfondimento di temi e questioni più di carattere pastorale e strettamente legati alla vita della Chiesa locale».

 

UN SERVIZIO PER I BOLLETTINI PARROCCHIALI

Con Il Mosaico si uniscono ai bollettini pagine di respiro diocesano e di approfondimento. L’integrazione tra strutture diocesane e Parrocchie si realizza anche tramite un supporto tecnico che l’Ufficio Comunicazioni sociali e TRC offrono alle Parrocchie. Si tratta di un servizio di impaginazione che consente a parroci e redazioni parrocchiali di utilizzare modelli di pagine concepiti e messi a disposizione dallo studio grafico di TRC. Un aiuto concreto per realizzare in pochi clic un’edizione del bollettino secondo standard grafici professionali, senza tuttavia rinunciare all’identità, in alcuni casi storica, delle Testate locali. Che insieme a tutte le altre continua a rappresentare un patrimonio prezioso di legami e impegno per tutte le comunità.




Da lunedì a Cesenatico la scuola animatori, tra formazione e amicizia

Anche questo settembre parte la scuola animatori Giochiamoci i talenti organizzata dalla Federazione Oratori Cremonesi e rivolta agli adolescenti che durante l’estate hanno animato gli oratori durante il grest. Lunedì 4 settembre, dopo la Messa celebrata presso la chiesa di San Francesco, nel quartiere Zaist, un centinaio di ragazzi partirà alla volta della casa Sant’Omobono di Cesenatico.

Durante i tre giorni di formazione intensa, i ragazzi saranno chiamati a partecipare a diversi incontri formativi di tipo teorico e altri più dinamici e laboratoriali.

«Lo scopo della Scuola animatori è quello di offrire agli adolescenti che si sono spesi durante il grest l’opportunità di qualificare il loro servizio – dice don Francesco Fontana, responsabile della FoCr – per permettere loro di continuare durante l’anno che si apre».

Dopo diverse edizioni svolte nella città di Cremona, la scelta della residenzialità nella località marittima di Cesenatico è un altro punto di forza: «questi tre giorni intensivi permettono a ragazzi e ragazze di diverse parti della diocesi di incontrarsi e conoscersi. Di fare esperienza di una chiesa diocesana sempre più allargata» aggiunge don Fontana.

Nel programma non mancano anche momenti di svago e convivialità in spiaggia. Senza nulla togliere alla formazione, anche queste ore più aggregative e di tempo libero sono molto preziose per creare gruppo e relazioni che si mantengono nel tempo. Molti infatti sono stati i ragazzi che si sono conosciuti durante le scorse edizioni e che in occasione del pellegrinaggio diocesano a Roma o della GMG si sono ritrovati come vecchi amici.

«È bellissimo vedere gli adolescenti così carichi e pieni di energia» dice Martina, collaboratrice FoCr che ha partecipato alla scorsa edizione e si prepara per questa, «Settembre è un mese di ripartenza e la Scuola animatori dà a questi ragazzi la giusta carica».

E i primi frutti non si sono fatti attendere: viene proprio dalla Scuola animatori 2022 il gruppo di ragazzi che ha partecipato attivamente alla messa in scena della presentazione del Grest 2023 TuxTutti.