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#lamiagmg: un concorso video-fotografico per i giovani cremonesi che vivranno la GMG di Cracovia

Circa 600 giovani cremonesi si stanno preparando per la partenza verso la Polonia, dove incontreranno Papa Francesco insieme alla gioventù proveniente da tutto il mondo. Dal 26 al 31 luglio potranno vivere una particolare esperienza in cui ci si potrà confrontare con culture diverse, conoscere usanze e tradizioni mai viste, incontrare persone che, seppur sconosciute, con le quali si condivideranno le stesse emozioni e le stesse esperienze.

Per imprimere dunque nella memoria i momenti significativi, i numerosi incontri e i vissuti più belli l’Ufficio di Pastorale giovanile, in sinergia con il Portale diocesano, propone a tutti i giovani cremonesi che si raduneranno a Cracovia il concorso “La mia GMG”.

Quanti vorranno raccontare con video e fotografie le esperienze vissute in questa particolare esperienza potranno postare sul profilo facebook della Diocesi di Cremona i loro prodotti multimediali con l’haschtag #lamiagmg. Il video e la fotografia giudicate più belle si aggiudicheranno poi un premio. Le varie immagini e le varie foto saranno poi pubblicate anche sul portale diocesano.

Sarà l’occasione per lasciare un segno della propria presenza in Polonia, per far gustare, anche solo attraverso alcune immagini, qualche attimo della Giornata Mondiale della Gioventù a chi è rimasto a casa, e per riguardare, una volta tornati, i ricordi di questa esperienza unica.

 

Una GMG social

Sicuramente in una misura più ampia delle scorse Giornate Mondiali della Gioventù, questa di Crocovia risuonerà in modo particolare sui nuovi mezzi di comunicazione, molto utilizzati soprattutto dai giovani. Dal seminario salesiano, poco fuori Cracovia, il portavoce dei vescovi polacchi, don Pawel Rytel Adrianik, ricorda come «mai prima d’ora si era vista una diffusione così globale delle reti sociali, più di Madrid e di Rio de Janeiro, dove si sono tenute le ultime due GMG».

I dati raccolti riferiscono che, a meno di tre mesi, la pagina GMG nel social più famoso al mondo, prodotta in 20 lingue, conta più di un milione e mezzo di seguaci. Si prevede che grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, da Cracovia si potrà arrivare ad avvicinare un miliardo di persone.

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Continuano le visite a Cattedrale, Battistero e Torrazzo in occasione dei Giovedì d’estate

Anche nella sera di giovedì 7 luglio sarà possibile soffermarsi a visitare, sia esternamente che negli interni, la Cattedrale, il Battistero e il Torrazzo.

I monumenti, infatti, rimarranno straordinariamente aperti anche in serata per quanti vorranno visitarli, accompagnati da guide turistiche cremonesi dell’Associazione culturale CrArT – Cremona Arte e turismo. Un’iniziativa che si colloca all’interno delle tante manifestazioni programmate per l’animazione dei Giovedì d’estate.

Le visite avverranno in due i turni: alle 21.15 e alle 21.45 (massimo 25 persone per gruppo) e dureranno circa 70 minuti. Il biglietto si potrà acquistare la sera stessa presso la biglietteria del Battistero al costo di 6€ (sotto i 14 anni gratuito); non è necessaria la prenotazione. Prevista la salita al torrazzo fino all’altezza dell’orologio; è possibile continuare poi la visita fino alla cima in autonomia.

 

CrArT – Cremona Arte e Turismo

È un’associazione culturale nata nel 2010 da un gruppo di persone accomunate dalla passione per l’Arte, per la città di Cremona e i suoi dintorni, dotate di preparazione accademica in ambito storico-artistico-letterario-socioeducativo-didattico. CrArT progetta e realizza visite guidate e animate, esposizioni, incontri culturali, contest fotografici, corsi, giochi di ruolo, laboratori didattici, format tv, attività di conservazione e valorizzazione della memoria locale, pubblicazioni di carattere divulgativo.




La San Vincenzo diocesana non si ferma neanche in luglio

Anche durante il mese di luglio la San Vincenzo diocesana rimane aperta e attiva per occuparsi di famiglie e persone in situazione di grave indigenza.

Tra i vari servizi presso la sede di Cremona in Viale Trento Trieste, uno dei più frequentati e conosciuti è quello fornito dalle Cucine Benefiche, che garantisce quotidianamente un pasto caldo gratuito, composto da un primo, un secondo con contorno e frutta di stagione. Nei mesi invernali – quest’anno si è arrivati fino a marzo -, il servizio è garantito anche alla sera. Sono circa 40 le persone che ogni giorno usufruiscono del pasto, servito dai volontari che offrono una accoglienza semplice e una relazione che favorisce l’ascolto e il rispetto.

Anche la distribuzione di pacchi alimentari continua a rivelarsi necessaria, soprattutto in questo periodo in cui la crisi economica si fa ancora sentire, colpendo in particolare le famiglie dove si vive la perdita del lavoro. Sono circa 400 i pacchi con alimenti di prima necessità che vengono consegnati nella nuova sede del servizio in via San Francesco d’Assisi, inaugurata nel novembre 2015. Pur non risolvendo alla radice il problema della povertà, il pacco si rivela necessario per le famiglie in situazione di grave povertà.

«Una novità di quest’anno è il progetto UNRRA», racconta Mario Gaiardi, volontario della struttura. «Si tratta del servizio che prevede la distribuzione di 2.400 pacchi, iniziativa in collaborazione con il Comune di Cremona, ente capofila, data in gestione alla San Vincenzo. I destinatari vengono scelti con criteri ben precisi sia dal Comune, sia dagli operatori San Vincenzo».

Anche il servizio delle docce risulta particolarmente utilizzato. Lo scorso anno si sono contate in tutto 800 fruizioni, per un totale di circa 100 persone. «Si tratta di mettere a disposizione docce due volte a settimana (il mercoledì e il sabato) per quanti vivono senza fissa dimora, in rifugi di fortuna o per le persone alle quali sono tolte le utenze in casa. Si dà anche la possibilità di avere biancheria pulita e di usufruire di rasoi per la rasatura».

San Vincenzo, in collaborazione con Caritas, provvede all’erogazione di aiuti economici alle famiglie, soprattutto per il pagamento delle bollette, servizio che quest’anno è diventato sempre più necessario: «Quest’anno rispetto al 2015 le richieste di pagamento sono aumentate di circa 25%. Ci teniamo a dare la priorità alle famiglie con minori, pagando le bollette per non rischiare che le utenze vengano sospese», afferma Gaiardi. «Prima di consegnare pacchi o aiuti economici cerchiamo di analizzare la situazione e fare alcune analisi, così da sanare le situazioni maggiormente in crisi. In questo senso è molto utile quanto emerge dai Centri d’ascolto, che permettono di rilevare i bisogni, discutere con quanti vengono a chiedere aiuti, dando anche conforto e cercando insieme soluzioni possibili».

Durante l’anno scolastico i volontari dedicano anche una particolare cura ai più piccoli e alla loro istruzione: è infatti organizzato nelle parrocchie di Cristo Re e in San Pietro il servizio di doposcuola, indirizzato a studenti delle scuole medie inferiori. Gli utenti sono soprattutto ragazzi stranieri, con difficoltà soprattutto linguistiche ma anche relazionali.

In ultimo, molto interessante l’attività, intrapresa nel 2013, che continua nella Casa Circondariale di Cremona, ovvero il coinvolgimento di un gruppo di carcerati nella coltivazione di 26 orti su terreno bonificato entro la struttura del carcere. «Insieme a Claudio Bassignani mi occupo personalmente di questa iniziativa – afferma Mario Gaiardi -. Quest’anno siamo arrivati a coltivare 1600 metri quadrati di terra, insieme ad alcuni detenuti che scelgono liberamente di partecipare. I prodotti vengono poi condivisi tra i detenuti della propria sezione. Partecipano sopratutto stranieri di origine magrebina, albanese, romena e anche cinese. Mi posso definire molto soddisfatto: sono persone molto interessate a questa attività, che si danno da fare e hanno molta buona volontà».

Tutte le attività della San Vincenzo comportano un impegno organizzativo particolarmente rilevante, tutto sostenuto dalla generosità dei circa 40 volontari che gravitano intorno alla struttura. Per quanto riguarda l’aspetto economico, le entrate sono sostenute dalle collette raccolte dai soci, da contributi di enti o associazioni, dalle offerte provenienti dalle chiese e dai benefici del 5 e dell’ 8 x mille.

La Società della San Vincenzo è presente e attiva su tutto il territorio cremonese: raggruppa infatti 26 Conferenze parrocchiali operanti nella Diocesi di Cremona, di cui 10 nel Capoluogo e 16 in provincia.




Dal Centro d’ascolto Caritas il punto della situazione da gennaio ad oggi

Sono ancora numerose le persone che ogni giorno si rivolgono agli sportelli Caritas per chiedere sostegni per riuscire a condurre una vita dignitosa. Da gennaio ad oggi il Centro d’Ascolto di via Stenico a Cremona ha già provveduto infatti a quasi 600 interventi economici.

Alessio Antonioli, operatore sociale presso la Caritas diocesana, illustra, attraverso i dati di questo primo semestre del 2016, la situazione del disagio sociale nel territorio cremonese.

Qual è l’entità degli interventi erogati da gennaio ad oggi?

«Da gennaio sono stati forniti 584 aiuti economici, per una spesa totale di 153 mila euro. Tra le persone passate dal nostro Centro d’ascolto, quest’anno sono una sessantina quelle che si sono presentati per la prima volta. Diversi sono poi gli utenti che si rivolgono direttamente all’ambulatorio infermieristico della nostra sede, aperto 5 giorni alla settimana (3 nel periodo estivo), che hanno bisogno di cure; molti sono i farmaci che vengono ricavati grazie al Banco farmaceutico o forniti dai cittadini stessi. A questi però bisogna aggiungere un’ulteriore spesa che si rende necessaria che corrisponde a circa 7.300 euro».

La Caritas ha attivato anche l’iniziativa del microcredito per affrontare l’emergenza abitativa: quanti usufruiscono di questa forma di aiuto?

«In questo ambito, Caritas nel 2016 ha attivato prestiti per un totale di 30 mila euro. Si tratta di uno strumento che permette l’accesso a servizi finanziari a persone o famiglie in condizioni di fragilità economica e sociale, finalizzato a far fronte a spese d’emergenza. La valutazione e i criteri di concessione spettano direttamente alla Caritas, che, analizzando e conoscendo le situazioni, decide a quali famiglie concedere il prestito. Vi è anche un’altra forma di finanziamento, il Prestito della Speranza, in sinergia con Intesa San Paolo, partita nella primavera del 2015, ma fino ad ora solo una persona sulle tre che avevano fatto richiesta ha potuto usufruirne».

Gli aiuti si rivolgono ai residenti sul territorio sia italiani, sia di origine straniera. In quale proporzione?

«I dati relativi a questo sono simili allo scorso anno: circa il 55% delle persone che chiedono sostegno è di origine straniera, soprattutto romena, marocchina e albanese, il restante 45% è italiano. Vi è ancor più uniformità per quanto riguarda il genere: le percentuali di uomini e di donne che usufruiscono degli aiuti si equivalgono».

Quali ambiti interessano le richieste più frequenti?

«Sono soprattutto richieste economiche di sostegno al reddito per il pagamento di utenze, per affitti, spese sanitarie o scolastiche. A questo proposito, soprattutto con le famiglie numerose, si cercano di attuare accordi con le scuole, concordando anche il pagamento rateale delle tasse».

Il vostro lavoro si svolge dunque in rete con i vari enti del territorio…

«Si cerca sempre di intraprendere il dialogo con le Caritas parrocchiali e con i Servizi Sociali del Comune, sia per non sovrapporre gli interventi, ma soprattutto per creare una risposta funzionale e su misura per quanti richiedono un aiuto».

Quali sono i profili delle persone che chiedono aiuti?

«Solitamente hanno tra i 30 e i 50 anni. Le situazioni più frequenti riguardano persone che hanno perso il lavoro e che non riescono a trovare nuovi posti, nonostante progetti, aiuti messi in atto anche dalla Provincia o dalla Regione. Tra questi vi sono persone che vivono contemporaneamente la separazione dal proprio coniuge e sono costretti a tornare nella propria famiglia d’origine che si trova a mantenerli, spesso con difficoltà. Vi sono anche anziani la cui pensione di invalidità non è sufficiente per coprire le alte spese affittuarie, o che non riescono a far fronte alle bollette relative ai consumi dei mesi invernali. C’è poi chi vive l’emergenza dello sfratto e che magari, pur ottenendo un alloggio nell’edilizia pubblica, non riesce a sostenere il pagamento della cauzione».

Che tipo di problematiche vivono invece oggi le famiglie più in difficoltà?

«I nuclei che chiedono sostegno economico, nella maggior parte dei casi, hanno subito la perdita del lavoro di uno o più componenti della famiglia. In difficoltà sono spesso anche le famiglie monogenitoriali. La richiesta di aiuto, in questi casi, avviene se, anche prima della mancanza di un’entrata mensile, la situazione risulta già particolarmente precaria e dall’equilibrio molto fragile».

 

Il Centro d’Ascolto Caritas è un luogo della comunità cristiana dove tutti gli abitanti del territorio, ma anche le persone di passaggio, possono trovare accoglienza e ascolto fraterno per presentare situazioni di bisogno proprie e altrui. Gli operatori del Centro di Ascolto si preoccupano di orientare ed accompagnare le persone ascoltate verso le risorse presenti sul territorio.

I  servizi offerti

  • Informazione sui servizi agli stranieri sul territorio Cremonese;
  • informa e accompagna nella domanda di permesso di soggiorno, di ricongiungimento familiare e per le pratiche amministrative;
  • aiuta a valutare le opportunità lavorative;
  • invia ai diversi uffici della Caritas e del Servizio Sociale del Comune competente.



A Dosolo tre suore brasiliane a servizio della zona undici

Sono arrivate nella parrocchia di Dosolo circa tre settimana fa per essere al servizio della comunità e della zona pastorale undicesima. Le tre religiose dell’ordine dei Servi di Maria del Cuore di Gesù, Suor Jacqueline, Suor Mirelle e Suor.Cosma, rispettivamente 29, 28 e 26 anni, originarie del Brasile, hanno già cominciato a svolgere il loro apostolato nelle parrocchie di Dosolo, Villastrada, Correggioverde, Cavallara, ma sono a disposizione anche per le altre che ruotano attorno a Viadana.

Prima di approdare nel comune mantovano, Suor Jaqueline era già in diocesi da un anno, presso l’Istituto Sant’Angelo in città, Suor Mirelle invece si trovava ad Udine, mentre Suor Cosma ha prestato il suo servizio prima in Brasile e poi in Portogallo.

«Il nostro è un ordine semi contemplativo il cui carisma consiste nel portare l’amore di Cristo alle persone», racconta Suor Jacqueline. «Per una parte della giornata siamo intente nell’adorazione al Santissimo Sacramento e alla preghiera per le persone che incontriamo e che ci affidano qualche particolare intercessione. Ci occupiamo poi anche dell’evangelizzazione, in particolare indirizzata a ragazzi, adolescenti e giovani: per loro organizziamo incontri, attività e momenti di riflessione. Non tralasciamo anche la cura dei malati e degli anziani, presso i quali ci rechiamo a far visita. Siamo a disposizione del Vescovo e della diocesi: ci recheremo dove ci sarà bisogno della nostra presenza».

Le tre suore sono ospitate ora negli ambienti dell’oratorio messi a disposizione dal parroco di Dosolo, don Alessandro Capelletti, che è anche vicario zonale. «La comunità ci ha accolto con molta generosità. – conclude Suor Jacqueline – Viviamo infatti della Provvidenza e fino ad ora non ci è mancato mai nulla».

 

I Servi di Maria del Cuore di Gesù

Sono stati fondati 19 anni fa a Paraiba (nordest del Brasile) da una coppia di sposi oggi 70enni (quattro figli naturali e sette adottivi), assieme a un sacerdote italiano e a una religiosa tedesca. La casa madre è oggi al centro di un importante complesso ospedaliero e ospita i malati poveri e i loro famigliari provenienti da tutta la regione. Le prime suore sono arrivate in Italia otto anni fa, col compito di custodire un santuario in Friuli. Quattro anni fa una loro delegazione fu ospite di Villastrada per una missione di alcuni giorni; e i fedeli del paese ne furono tanto edificati che il parroco don Stefano Zoppi ne parlò all’allora vescovo Dante. Da qualche settimana l’arrivo a Dosolo, terza casa in Italia, dopo Udine e Mariana Mantovana, dove si trova l’eremo missionario.




“La Vita Cattolica” compie cento anni

Il prossimo dicembre ricorre il centenario della nascita del settimanale diocesano La Vita Cattolica, giornale ecclesiale di informazione e, fin dall’inizio, voce del territorio cremonese. A pochi mesi da questa importante ricorrenza, mons. Vincenzo Rini, direttore del settimanale dal 1985, racconta l’origine della testata e come è cambiato nel tempo.

 

Mons. Rini, com’è nato il settimanale?

«Ufficialmente è nato il 23 dicembre 1916, voluto e ideato dai giovani dell’Azione Cattolica. Prima di esso circolavano altri periodici curati da diversi gruppi dell’ambiente ecclesiastico ma non riconosciuti come giornali ecclesiali. Il primo, con cadenza prima mensile poi quindicinale, si chiamava La Voce dei giovani e, in accordo con l’allora Vescovo, mons. Giovanni Cazzani, diventò strumento di comunicazione e di informazione della diocesi. Primo direttore fu proprio un laico di Azione Cattolica, il giovane Mario Gilberti».

Il giornale però non si diffuse solo nell’ambiente giovanile, ma anche gli adulti cominciarono a vederlo come punto di riferimento, tanto che si decise di cambiare il titolo…

«Esatto! Nel gennaio del 1923 venne chiamato più generalmente La Voce e cominciò ad uscire con cadenza settimanale; gerente responsabile dell’epoca era un altro laico, Angelo Calonghi, che rimase per un altro anno, lasciando poi il posto a don Erminio Stuani. Con lui fu necessario dare un segnale più evidente dell’impronta cattolica del settimanale, anche a causa delle contestazioni fasciste. Per questo nel gennaio del 1926 uscì il primo numero del giornale, che giunge fino ai nostri giorni, intitolato La Vita Cattolica».

Con quali caratteristiche si è affermato il settimanale nel territorio cremonese?

«L’idea che si è sempre voluta mantenere è stata quella di considerarlo non tanto uno strumento di informazione clericale, ma giornale ecclesiale di informazione generale sul territorio. Al centro dell’attenzione, dunque, è sempre stata la Chiesa cremonese nel suo tessuto sociale. Il giornale ha sempre proposto anche la riflessione su quanto avviene nei vari ambiti della vita civile e politica, cercando di dare una lettura cristiana dell’attualità e della cronaca del territorio».

È questa una peculiarità che da sempre accomuna i giornali cattolici fin dalle origini.

«La scelta di dedicarsi al vissuto della città e dei paesi in diocesi risale addirittura a diversi decenni prima della fondazione del settimanale cremonese. Nel VII Congresso Cattolico Italiano di Lucca del 1887 si raccomandava l’impegno dei giornali cattolici di avere una particolare attenzione per la dimensione locale di “aderire alle necessità e ai gusti delle popolazioni… di cercare particolarmente la cronaca, cui si rivolge l’attenzione dei lettori… informare largamente sulle necessità quotidiane della vita, affinchè il giornale divenga un elemento indispensabile del buon cattolico, sia esso contadino, coltivatore diretto, affittuario, bottegaio o esercente”. E questa è stata la linea che fino ad oggi La Vita Cattolica ha conservato negli anni, ribadita anche dalla Federazione Italiana Settimanali Cattolici (nata nel 1966), alla quale il settimanale cremonese è entrato subito a far parte».

L’interesse alle vicende del territorio, però, in alcune occasioni è stata motivo di censura, in particolare durante il periodo fascista. Quale trattamento subì in quest’epoca il giornale?

«Durante il fascismo il settimanale, come molti altri mezzi di comunicazione, subì sequestri e censure, uscirono spesso pagine bianche, proprio perché il regime non accettava che si riflettesse e si commentasse quanto accadeva».

La Vita Cattolica in questi anni ha mantenuto il passo con i tempi, non da ultimo l’apertura al digitale…

«Si è deciso di realizzare anche la versione on-line del giornale alla quale è possibile abbonarsi, senza però eliminare l’edizione cartacea, che rimane comunque punto di riferimento per molti cattolici cremonesi. Importanza sempre maggiore ha poi il sito, nuovo mezzo grazie al quale è possibile aggiornasi quotidianamente sulla vita del territorio».

 

I direttori di Vita Cattolica

Dall’origine, nel dicembre 1916, fino al luglio 1924 direttori del  giornale diocesano sono stati dei laici: Mario Gilberti, Marcello Volpini e Angelo Calonghi. Poi, dal 19 luglio 1924, sono stati dei  sacerdoti (escluso Natal Mario Lugaro dal 31 aprile 1944 al 31  gennaio 1946). Ecco i nomi di questi sacerdoti, in successione cronologica: don Erminio Stuani, don Francesco Parmigiani, don Natale Mosconi (diventato in seguito arcivescovo di Ferrara), don Rosolino Saccani, don Carlo Ponzoni (della diocesi di Milano), don Genesio  Ferrari, don Giglio Bonfatti, don Ottavio Borsieri, don Ercole Brocchieri, don Alberto Franzini ed attualmente – dal 3 giugno 1985 –  don Vincenzo Rini.

La Vita Cattolica è oggi pubblicata dalla N.E.C., Nuova Editrice Cremonese, società a responsabilità limitata, editrice anche del  Bollettino Ufficiale «La Diocesi di Cremona» e di altre pubblicazioni  minori, oltre che di libri di interesse locale e religioso.




Verso Cracovia: il programma dettagliato delle due proposte della diocesi di Cremona

Con l’avvicinarsi dell’atteso momento della partenza verso la Giornata mondiale della gioventù, arriva anche il programma che interesserà diverse centinaia di giovani che partiranno dalla diocesi di Cremona, accompagnati anche dal vescovo Antonio.

Per quanti hanno scelto di vivere il gemellaggio con una diocesi polacca, la partenza sarà nel primo pomeriggio di martedì 19 luglio, per far tappa a Graz e ripartire verso Katowice il giorno dopo. Si vivranno qui alcuni giorni insieme alla comunità polacca, durante i quali ci sarà la possibilità di venire a contatto con la realtà locale, visitando i luoghi circostanti e incontrando persone del posto. Non mancherà anche la visita al vicino campo di concentramento di Auschwitz.

I giovani che hanno scelto l’opzione di una sola settimana, partiranno domenica 24 luglio alle ore 22, per intercettare il primo gruppo di cremonesi a Rybnik, dove alle ore 10 sarà celebrata la messa con il mandato. In serata la partenza verso Cracovia e la sistemazione nei vari alloggi. I cremonesi saranno ospitati dalle famiglie della parrocchia di Wola Batorska, a circa 27 km da Cracovia.

Evento particolare il Pellegrinaggio giubilare al Santuario della Divina Misericordia, programmato per mercoledì 27 luglio, e che prevede il passaggio della Porta Santa e la celebrazione della messa sulla spianata del santuario. Si tratta di una novità all’interno della GMG, pensata proprio in occasione del Giubileo della misericordia.

In settimana i giovani potranno assistere a due catechesi, mentre venerdì la Via crucis a Blonia con la croce della GMG.

L’esperienza culminerà sabato 30 luglio, quando i giovani provenienti da tutto il mondo vivranno la Veglia con Papa Francesco presso il Campus Misericordiae.

Domenica 31 la messa finale alle ore 10. Il ritorno a Cremona è previsto per lunedì 1 luglio.

Scarica il programma della GMG con tutte le informazioni 

In Federazione Oratori ogni parrocchia può già ritirare i kit per i partecipanti. Anche a Cracovia verranno consegnati nei luoghi degli alloggi degli zainetti con vari oggetti utili da utilizzare durante la GMG.

Per quanto riguarda i pasti, sono state firmate convenzioni con circa 2000 ristoranti e locali gastronomici nella zona di Cracovia e dintorni, alle quali si potrà accedere con buoni pasto. Sarà predisposto anche un centinaio di punti di gastronomia, campi gastronomici e punti di ristoro mobili nei pressi dei luoghi di maggior concentrazione di pellegrini. In tutti questi punti saranno accettati i buoni pasto dei pellegrini. I locali convenzionati avranno una targhetta all’esterno che li renderà riconoscibili.

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Il vescovo Antonio in visita al Maristella: «Vivete come famiglia di famiglie in cammino»

Ha incontrato una comunità viva e accogliente il vescovo Antonio, visitando la parrocchia del Maristella in Cremona. Domenica 3 luglio mons. Napolioni ha celebrato la messa domenicale nella chiesa dell’Immacolata Concezione, consacrata nel 2014.

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Il parroco, don Pier Codazzi, ha accolto il Vescovo a nome di tutta la comunità che si è tutta radunata alla messa delle 10.30 per incontrare per la prima volta il nuovo pastore di Cremona.

Durante l’omelia il Vescovo ha scherzato sulla posizione del Maristella a Cremona, luogo seppur ancora in città, già circondato da spazi tranquilli e dalla campagna. È stato lo spunto per riflettere sulla situazione delle città di oggi, centro della vita quotidiana, dove spesso si consumano anche fatti di sangue, in cui avvengono proteste. «Le periferie di solito non hanno chiese così belle», ha commentato mons. Napolioni, ricordando che la città è sempre di più luogo di grande scommessa, dove non è sempre facile la convivenza, dove è difficile vivere insieme.

«Le città terrene sono come una palestra in cui allenarsi per costruire la pace, in attesa di quella del cielo, in attesa di una promessa che si compirà», ha continuato il Vescovo. «L’immagine che viene usata da Isaia è bellissima: la città come una mamma, come la casa: è bello tornare a casa, lì conosciamo tutto, lì veniamo capiti, abbracciati e coccolati. Ed è così che dovremmo immaginare la convivenza nelle nostre città come una mamma che ci nutre, che ci dà pace».

«Aver costruito questa chiesa per vivere come famiglie di famiglie è un gran bel segno», ha affermato il vescovo Antonio, soprattutto se vissuto nell’accoglienza al prossimo, anche nel rischio che si potrebbe correre, spendo che siamo tutti fragili, ma in cammino e bisognosi con consolazione e misericordia.

Mons. Napolioni ha anche fatto riferimento al recente attentato di Dacca in Bangladesh: «Ci ha colpito sentire dai telegiornali che i terroristi dichiaravano la loro rabbia contro gli occidentali, chiamandoli “crociati”, giustificando la violenza di oggi con la violenza cristiana dei secoli passati». I cristiani dunque devono riuscire oggi a fare un grande atto di fede: davanti alla lotta del bene contro il male, è necessario farsi non crociati ma crocifissi, non spettatori ma persone in cammino che annunciano il regno di Dio, donano speranza agli uomini, bussando alle case che ci sono vicine.

«Questo contagio benefico è inarrestabile», ha concluso il Vescovo. «C’è il fallimento, c’è il Venerdì Santo, ma oggi è domenica: il Risorto appare ai suoi discepoli, dice: Seguitemi. Voi siete miei operai, non i miei spettatori. Voi siete le mie mani e i miei piedi. Voi siete la mia chiesa, la mia Gerusalemme, la piccola città della pace che, nascosta tra le pieghe del mondo, lo salva».

A mons. Napolioni, al termine dell’Eucarestia, è stata donata la pubblicazione che illustra i lavori architettonici compiuti per la realizzazione della chiesa dell’Immacolata Concezione, consegnata dagli architetti Pietro Alquati e Anna Galimberti che hanno realizzato il progetto.

Il Vescovo, dopo la celebrazione si è fermato con i parrocchiani del Maristella in oratorio per condividere con loro un rinfresco e per scambiare qualche parola. Come ormai è solito fare, mons. Napolioni si è fermato sia con i più grandi, salutando famiglie e volontari dell’oratorio, sia con ragazzi e bambini, facendo anche qualche tiro al calcio balilla.




A San Luca le celebrazioni per sant’Antonio Maria Zaccaria, patrono secondario della Diocesi

Martedì 5 luglio ricorre la memoria liturgica di sant’Antonio Maria Zaccaria, patrono secondario della diocesi di Cremona. In preparazione alla solennità sono previste due giornate eucaristiche che si svolgeranno proprio nella chiesa di S. Luca a Cremona, dove sono presenti i Barnabiti, la Congregazione (dei Chierici Regolari di san Paolo) fondata nel 1530 a Milano dallo Zaccaria insieme ad alcuni compagni.

Venerdì 1° luglio, giornata di preghiera per le vocazioni, alle 17 si inizierà con l’adorazione eucaristica, seguita dalla Messa alle 18. Le stesse celebrazioni sono in programma anche per lunedì 4, giornata dedicata alla preghiera per la Congregazione Barabitica.

Culmine dei festeggiamenti sarà sabato 5 luglio (nell’anniversario della morte del Santo, avvenuta a soli 37 anni nel 1539 a Cremona): alla mattina le Messe alle 7.15 e alle 8, mentre alle 18 vi sarà una solenne Eucaristia presieduta dal superiore provinciale dei Barnabiti, padre Daniele Maria Ponzoni. Insieme lui concelebreranno: padre Giuseppe Colpani, superiore di Cremona, e padre Angelo Beretta, appartenente alla comunità cremonese. Ad animare la celebrazione con il canto saranno presenti due suore Angeliche, residenti presso la parrocchia di Sant’Imerio a Cremona, che insieme ai Barnabiti onoreranno la festa del santo fondatore.

Forte il legame dei cremonesi con la comunità barnabita di Cremona che in città, oltre a rimanere una testimonianza viva del celebre concittadino salito alla gloria degli altari nel 1897 (e nel 1917 proclamato dal vescovo Cazzani patrono secondario della diocesi, del clero e delle associazioni giovanili cattoliche), rappresenta un importante punto di riferimento spirituale, in particolare per le confessioni. Ogni giorno, infatti, dalle 7 del mattino sino a mezzogiorno, e nel pomeriggio dalle 14.30 sino alla Messa, un padre è a disposizione per il sacramento della Riconciliazione.

 

Materiale liturgico
Agiografia sintetica       Approfondimento
Messale       Lezionario       Liturgia Ore

 

Agiografia 

Antonio Maria Zaccaria nacque a Cremona nel 1502. La sua famiglia, di antica nobiltà, era forse di origine genovese. Rimase ben presto orfano di padre. La madre, Antonietta Pescaroli, ancora giovanissima, si dedicò completamente all’educazione del figlio.

Poco si sa della fanciullezza di Antonio Maria. I biografi hanno tramandato, però, un episodio assai significativo: un giorno, tornando a casa, donò il suo mantello a un povero. Si discute se abbia seguito gli studi di umanità a Cremona o a Pavia; mentre è certo che nel 1520 (l’anno della bolla Exsurge Domine con cui veniva condannato Lutero) si trasferì a Padova, per studiarvi filosofia e medicina. Prima di partire fece testamento e, pochi giorni dopo, rinunciò a tutti i suoi beni in favore della madre.

Laureatosi e tornato in patria nel 1524 non esercitò la professione, ma, su consiglio di un misterioso padre domenicano, fra Marcello, si diede a vita spirituale. Ancora laico, iniziò a radunare nei giorni festivi, nella chiesa di San Vitale, dapprima i fanciulli, ai quali teneva semplici lezioni di catechismo, poi anche gli adulti, che intratteneva nella lettura e nella meditazione della Sacra Scrittura. Successivamente, sempre su indicazione del suo direttore spirituale, si orientò verso il sacerdozio. Sotto la guida dei Domenicani, si dedicò agli studi ecclesiastici, condotti sulla Bibbia, i santi padri e i dottori della Chiesa (in particolare san Tommaso). Il 20 febbraio 1529 ricevette l’ordinazione sacerdotale. La tradizione riferisce che alla sua prima Messa, celebrata con pochi intimi nella chiesa di San Vitale, apparve intorno all’altare una corona di angeli.

Divenuto sacerdote, continuò e riqualificò la sua attività di formazione spirituale in San Vitale. Il gruppo dei suoi ascoltatori subì un’evoluzione: si selezionò e si strutturò in uno dei tanti oratori di riforma allora diffusi (probabilmente gli fu dato il nome di Amicizia). A tale cenacolo lo Zaccaria rivolse i suoi sermoni. Fra i discepoli spirituali di Antonio Maria va ricordata una sua lontana parente, Valeria degli Alieri, la quale, in seguito alla partecipazione agli incontri di San Vitale, si dedicò a più intensa vita cristiana. Dietro suggerimento del suo santo parente, scelto come direttore spirituale, radunò nella sua casa un gruppo di ragazze, che furono oggetto di particolari cure da parte dello Zaccaria e che poi, dopo la morte di lui, chiesero di costituirsi in monastero di Angeliche.

 

I Barnabiti oggi

Chiamati a vivere pienamente la consacrazione battesimale nella sequela di Cristo, i Barbabiti hanno liberamente scelto la vita comune per realizzare lo stesso ideale che i primi confratelli hanno interpretato come rinuncia allo spirito del mondo, totale dedizione a Dio e servizio apostolico ai fratelli. I religiosi sono impegnati in diverse attività che si estendono “fin dove Cristo ha posto la misura”, in stretta collaborazione con i vescovi e il clero delle Chiese particolari. I Barnabiti si pongono a servizio diretto delle Chiese particolari assumendo il servizio parrocchiale secondo le peculiarità del nostro carisma. Nelle parrocchie a loro affidate, forti di una secolare esperienza pedagogica, si prendono cura della gioventù negli oratori e in altri movimenti e gruppi giovanili. Inoltre, contribuiscono alla formazione umana e cristiana dei giovani operando attivamente in istituti scolastici. La scuola infatti, come tipica forma di apostolato giovanile, è sempre stata vista dalla Congregazione come un prezioso strumento di evangelizzazione e promozione umana. Da sempre dediti alla predicazione e alla “riforma dei costumi”, i Barnabiti promuovono l’opera degli esercizi spirituali e la direzione spirituale, convinti della priorità della formazione delle coscienze su qualsiasi altro tipo di attività pastorale.




A Grontorto la canonica diventa una casa per accoglienza di gruppi

La comunità di Grontorto è riuscita, dopo un paio di mesi di lavoro, a recuperare la casa parrocchiale, che ora potrà essere utilizzata per le varie attività di gruppi o Scout, per catechesi, incontri o ritiri di una giornata. La struttura, dedicata a Maria Regina della famiglia, sorge accanto alla chiesa parrocchiale

«Nonostante la ridotta dimensione di questa comunità abbiamo voluto scommettere sulla riapertura della casa per dare un segno di speranza, di cura pastorale e al tempo stesso la possibilità di aprirsi al suo esterno alla comunità cristiana grontortese», afferma don Antonio Bislenghi, parroco di Grontorto e Annicco.

«L’idea è quella di utilizzare questa casa sia per le iniziative parrocchiali – continua don Antonio – ma soprattutto per accogliere gruppi che vogliono usufruire degli ambienti per catechesi, incontri e ritiri di una giornata».

La struttura sarà destinata anche per gruppi non appartenenti alla parrocchia che la richiedono. Ad esempio, a partire dal 3 luglio, è utilizzata durante il giorno da un gruppo di allievi del Conservatorio di Milano con i loro maestri per una settimana di stage. Al termine dell’esperienza, domenica 10 luglio alle ore 17.30 offriranno un concerto di inaugurazione della casa, presso la chiesa parrocchiale.

Per informazioni contattare il parroco al numero 0374/79042.

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