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Campo di servizio per giovani con le Adoratrici di Rivolta

Come ormai da quattro anni, anche quest’estate arriva dalle Suore Adoratrici la proposta del Campo di servizio rivolta ai giovani. Orizzonti verticali è il tema che caratterizzerà l’esperienza che si terrà presso la Casa Madre delle suore di Rivolta d’Adda.

Il volantino del campo Orizzonti verticali

Dal 28 agosto al 3 settembre sono attesi giovani dai 18 ai 35 anni per una settimana di vita comunitaria caratterizzata non solo dal servizio, ma anche da momenti di riflessione e formazione.

«Si tratta di un’esperienza forte – racconta suor Stefania – durate la quale si chiede ai ragazzi di impegnarsi nell’animazione agli ospiti che risiedono nella Casa Famiglia P.F. Spinelli di Rivolta. Durante le giornate ci sarà anche l’occasione di sostare per alcuni momenti di riflessione e di preghiera che si affiancheranno al servizio. Nel periodo del Campo i giovani risiederanno proprio negli spazi gestiti dalle Suore Adoratrici dove è prevista una vera e propria esperienza di vita comunitaria».

Il tema proposto, sulla scia di quello del Grest di quest’anno, torna a riflettere sul viaggio, sulla strada, sul cammino, soprattutto quello spirituale.

«Solitamente questa esperienza viene vissuta da singole persone che decidono di immergersi in questo particolare servizio», continua suor Stefania. «Provengono un po’ da tutta la diocesi, alcuni negli scorsi anni sono arrivati anche dalla Sicilia, dove le Suore Adoratrici sono presenti. Molti sono giovani che hanno vissuto insieme a noi alcuni momenti più meditativi o addirittura di adorazione e che decidono poi di impegnarsi anche sul fronte più operativo del servizio».

Per iscriversi al campo è necessario inviare una mail all’indirizzo suorstefania@suoreadoratrici.it entro il 31 luglio. I posti disponibili sono 15.

 

La Casa Famiglia P. Francesco Spinelli

Casa Famiglia Padre F. Spinelli, emanazione dell’Istituto Suore Adoratrici, accoglie disabili gravi e gravissimi, con menomazioni fisiche, psicofisiche e sensoriali, privilegiando nell’accoglienza le persone a più alto rischio di “abbandono”, di “emarginazione sociale ed emergenze familiari”.

L’opera è finalizzata ad offrire una risposta globale e integrata ai bisogni dei disabili: le funzioni si esplicano nella cura, riabilitazione, promozione e sviluppo delle potenzialità e assistenza della persona.
Attualmente Casa Famiglia Padre F. Spinelli è struttura accreditata dalla Regione Lombardia, possedendo i requisiti e gli standard sia strutturali sia gestionali, e si configura come:

  • Residenza sanitaria assistenziale per anziani;
  • residenza sanitaria per disabili;
  • comunità socio sanitaria;
  • centro diurno per persone con disabilità.

Le Suore Adoratrici del SS. Sacramento vivono il loro Carisma  promuovendo un servizio, al centro del quale viene posta la persona con la sua dignità, le sue esigenze, i suoi bisogni. L’ospite è il soggetto primo di riferimento per cui pensare e organizzare.

L’attività complessiva dell’Istituto Casa Famiglia Padre F. Spinelli risponde ai criteri educativi-assistenziali e riabilitativi, andando oltre una logica assistenziale, per assumere un’impostazione centrata sulla capacità di “prendersi cura” (care) delle persone e di strutturare relazioni in un’ottica di sguardo globale alla persona e non solo, dunque, di “cura” (cure). L’ispirazione di Casa Famiglia Padre F. Spinelli, anche nella denominazione, trae origine dall’orizzonte familiare, secondo l’intenzionalità educativa, assistenziale e riabilitativa: le unità abitative residenziali sono in correlazione alla dimensione familiare.




I consigli di lettura per l’estate dalla Libreria Paoline

Sia che si vada in vacanza, sia che si rimanga a casa, probabilmente l’estate è uno dei periodi in cui ci si concede qualche svago in più: tra questi, molti scelgono di ritagliarsi un po’ di tempo da dedicare alla lettura di un buon libro che oltre a intrattenere possa far riflettere.

Siamo andanti allora a curiosare tra gli scaffali della libreria Paoline di Cremona: questa la classifica dei libri che vanno per la maggiore nell’ultimo periodo, utile come spunto per gli acquisti o per qualche idea regalo.

1. A. Comastri, “Ho conosciuto una santa” , ed. San Paolo
In questo volume il cardinale Angelo Comastri, intimo amico di Madre Teresa, raccoglie aneddoti e testimonianze di chi ha conosciuto personalmente la santa. Dei reietti l’infaticabile suora di Skopje ha conosciuto il volto e ne ha saputo cogliere gli aneliti e i fremiti. Per decenni ha raccattato dai marciapiedi di Calcutta chi aspettava febbricitante, esangue, sfinito, la morte. Per decenni ha passato la mano su fronti piagate, guance scavate, corpi oscenamente ulcerati che avrebbero potuto maledire Dio; ma che non l’hanno fatto, perché avevano vicino questa suora minuta e gigantesca, piccola e grandiosa, vicaria ed emissaria di Dio.

2. R.M. Rilke. “Storie del buon Dio”, presentazione di Ferruccio Parazzoli, Ed.Paoline
Di ritorno dal suo primo viaggio in Russia, Rilke vive un’importante fase di slancio creativo da cui nascono le “Storie del buon Dio” (Geschichten vom lieben Gott) scritte nel giro di pochissimo tempo, nelle notti tra il 10 e il 21 novembre 1899, come riferisce lo stesso Rilke. Influenzate dalle esperienze del viaggio russo le “Storie del buon Dio” narrano dell’infinito amore di Dio che per le proprie creature si strappa dal braccio la mano destra e la manda a incarnarsi sulla terra prendendo le stesse sembianze dell’uomo.

3. Pascal. “Dio degli uomini. Brani scelti dai Pensieri e da altri scritti”, ed. Paoline
Il libro si dipana in sei tappe (I. Miseria e grandezza dell’uomo; II. Oltre la ragione; III. E allora, dove andare?; IV. In cammino verso Dio; V. Cristo, Dio degli uomini; VI. La vita di fede) in cui Pascal giunge ad affermare: «Noi conosciamo Dio solo attraverso Gesù Cristo. Senza questo mediatore è impossibile ogni comunicazione con Dio». Quel Dio che non è il Dio dei filosofi e dei dotti, bensì il Dio d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe, il Dio di Gesù Cristo.

4. Augusto Negri, “Corano. Identità e storia”, Ed. Paoline
Da quasi vent’anni l’opinione pubblica parla del Corano in discorsi, articoli, talk show. Essa percepisce confusamente che il Corano è il motore di cambiamenti o di stagnazioni di un grande segmento della società globale. Il testo sacro dell’islam ora è difeso ed esaltato, ora è vituperato e messo sotto accusa, ma con quanta cognizione di causa? Cos’è il Corano? Di che cosa parla? Come si è formato? Qual è la sua interpretazione? Come ha ispirato e ancora oggi ispira la dottrina, la morale, la legge, la devozione, le società e le culture islamiche?

 5. Maria Tatsos, “La ragazza del Mar Nero. La tragedia dei greci del Ponto”, ed. Paoline
Il 19 maggio di ogni anno, in Grecia e nelle comunità greche sparse in tutto il mondo, si celebra la Giornata della memoria del genocidio dei greci del Ponto, un evento drammatico ma poco noto della Storia del Novecento. All’inizio del secolo scorso, circa settecentomila greci vivevano sulle sponde del Mar Nero. Di fede cristiano-ortodossa, avevano salvaguardato la loro identità etnica, culturale e religiosa, pur facendo parte dell’Impero ottomano, in una situazione di convivenza pacifica. La giornalista Maria Tatsos ci racconta la storia di una di loro: Eratò Espielidis, nata sulle sponde del Mar Nero a Kotyora (l’odierna Ordu), e della sua famiglia. La vicenda personale e quella di un popolo sono raccontate al tempo stesso con l’obiettività della studiosa e la passione di chi è direttamente coinvolto.

6. Aurelio Picca, “Capelli di stoppia. Mia sorella Maria Goretti”, ed. San Paolo
Marietta ci conquista subito. I tratti semplici e vividi con cui Picca ci disegna davanti agli occhi quella famiglia, quella situazione, e anche il fiore nero della tragedia, ci portano in realtà più dentro noi stessi e il nostro presente. Non è il racconto di una Italia esotica, passata, favolistica. È lì, appena si scrosta qualche pailettes, qualche trucco un po’ pesante, qualche manifesto o titolo di giornale. È lì con tutta la sua grazia e la sua brutalità. Con tutto il dramma che nei corpi delle ragazzine si manifesta come strano show dell’epoca nostra.

7. Giorgio Cavalleri, “Dietrich Bonheffer. Teologo e martire del nazismo”, ed. Paoline
Il libro ripercorre in quattro tappe la vita e la personalità eroica di Dietrich Bonhoeffer ponendo in evidenza l’assoluta incompatibilità tra il paganesimo del regime hitleriano e il Vangelo, tra il potere di dominio e il dedicarsi totalmente agli altri, tra vuota teologia e responsabilità etica. La prima tappa del libro racconta la vita di Bonhoeffer dalla nascita al martirio, la seconda è più storica e ripercorre l’opposizione militare al nazismo alla quale partecipò Bonhoeffer. La terza tappa si inoltra nella profonda relazione di amore che il giovane Bonhoeffer ha coltivato attraverso il dialogo epistolare con la sua fidanzata. L’ultima tappa riporta il cammino di fede di Bonhoeffer: una fede responsabile e incarnata nella storia del suo tempo.

8. Ermes Ronchi, “Le nude domande del vangelo”, Ed. San Paolo
Dieci domande per altrettante meditazioni, dieci domande per «far risuonare ancora, magari in modo inusuale la parola di Gesù». È questo lo scopo che Ermes Ronchi si è proposto nel predicare gli esercizi spirituali davanti a papa Francesco e alla Curia romana. Ma prima di cercare le risposte, «parole dell’uomo», è indispensabile «amare le domande, che sono Parola di Dio». Esse sono come un vasetto chiuso: bisogna scoperchiare, sollevare per trovare dentro «una sorpresa d’oro e di luce.

Non mancano le proposte per i giovani lettori: tra le pubblicazioni più vendute vi sono:

1. D. Baccalario, “The golden legend. Il testimone.”, Ed. San Paolo
Da millenni, sette Santi e sette Diavoli si contendono il controllo del mondo. Ora la battaglia più importante di tutte sta per cominciare. Il mondo, fin dalle sue origini, è stato conteso da due fazioni: il Bene e il Male. Sette campioni, da ogni parte, si sono battuti per conquistarlo, ma nessuno ci è mai riuscito. Ora, questi esseri straordinari si stanno preparando a combattere la battaglia più importante di tutte. Accadrà in una metropoli, ai giorni nostri, tra grattacieli e strade buie dei bassifondi. Tutto sarà permesso. Trucchi, trappole e tranelli.

2. Jennifer Moore-Mallinos, “Uso e abuso dei videogiochi”, Ed. Paoline
È la storia di Riccardo che, ossessionato dall’idea di vincere, finisce per diventare vittima dei Vampiri dei videogiochi, che gli succhiano la vita e non gli lasciano più il tempo per giocare con gli amici e per studiare e frequentare la scuola. Diventato una specie di zombi, si ritrova pallido, solo e invecchiato. Sogno o realtà? Un volumetto semplice ed efficace per educare i bambini all’uso corretto dei videogiochi e aiutare genitori ed educatori ad accompagnare i più piccoli nella comprensione delle possibilità e dei pericoli che questi strumenti portano con sé.

3. Jennifer Moore-Mallinos, “E se la sfida supera il limite?”, Ed. Paoline
Finalmente è arrivata l’estate: Tobia e la sua famiglia sono in viaggio verso lo chalet in riva al lago. Tobia passerà le sue vacanze nuotando, pescando e giocando con gli amici che ogni anno fanno le vacanze al lago: Giacomo, Samuele, Anna e Cati. Ogni volta che ne hanno l’occasione, Tobia, Giacomo e Samuele si dilettano con il loro passatempo preferito: «La Grande Sfida». I tre spericolati ragazzini inventano alcune prove da superare, affibbiando di volta in volta a chi perde il titolo di «Re dei Conigli». Il gioco all’inizio era innocente, ma a poco a poco è diventato sempre più pericoloso…

 




Indovina chi viene a cena: le prime testimonianze del progetto di Filiera Corta

Era partito lo scorso gennaio il progetto per promuovere l’integrazione promosso da Filiera Corta Solidale di Cremona in collaborazione con Caritas, Coop. Nazareth e Il Sentiero. L’idea di Indovina chi viene a cena nasceva dall’attenzione all’emergenza migranti che riguarda non solo la cura nell’accoglienza, ma anche percorsi di integrazione ed aggregazione con la cittadinanza.

In questi mesi alcune famiglie si sono rese disponibili ad invitare coppie di immigrati nella propria casa per una cena o per condividere un piccolo momento conviviale. Sono nate così diverse occasioni di incontro che fino ad ora si sono rivelate particolarmente positive.

Obiettivo principale di questa iniziativa è offrire ai migranti dei momenti di normalità e di serenità, un’occasione per sentirsi meno soli, frequentare persone esterne al circuito dell’accoglienza, impratichirsi con l’italiano. Si è chiesto ai partecipanti di garantire un minimo di continuità, affinché la relazione instaurata possa crescere nel tempo.

 

Alcune testimonianze

Sabato scorso abbiamo finalmente invitato Salman e Zadran a cena. Non che avessimo dubbi, ma siamo rimasti molto contenti della gentilezza e cordialità dei nostri ospiti. Hanno qualche difficoltà con l’italiano, ma nei loro panni non sarei certo messo meglio col pashtun… Ci hanno raccontato un po’ della loro quotidianità e accennato agli anni passati da migranti in Grecia e in Norvegia. Alla fine ci hanno invitato a cena a casa loro e dall’entusiasmo di Salman nel celebrare Zadran come bravo cuoco, credo che gusteremo un ottimo riso in stile afgano! Diego

Un paio di settimane fa abbiamo invitato a cena Abdul e Amadou. Abdul ha 35 anni e viene dal Ghana, ci siamo conosciuti circa 2 anni fa alla Casa dell’Accoglienza. Il suo amico Amadou, del Gambia, ha 18 anni ed è arrivato in Italia da pochi mesi. La serata è stata davvero molto piacevole. Il fatto di aver già instaurato un rapporto di amicizia con uno degli ospiti ha sicuramente contribuito a rendere l’atmosfera più spontanea e a creare un terreno comune per la conversazione – elemento non scontato, date le diverse età ed esperienze. Siamo riusciti a parlare in italiano degli argomenti più semplici (vita quotidiana, interessi) ma ogni tanto siamo ricorsi all’inglese. Abbiamo in programma di rivederci un sabato o domenica per cucinare insieme: speriamo che Abdul ci insegni qualche specialità ghanese! Federica

Abbiamo contattato per telefono Loqman e Ramazan, due ragazzi afghani. Siamo andati a prenderli al loro appartamento e abbiamo pranzato assieme a casa nostra, con i nostri quattro figli. Il pranzo è stato molto piacevole, abbiamo conversato molto di tanti argomenti: abitudini alimentari, religiose e anche dei rapporti tra uomini e donne, ragazzi e ragazze, visto che di lì a poco ci sarebbe stato S. Valentino e Loqman era molto interessato a sapere come funzionava, per non fare errori! Siamo riusciti sempre a parlare in Italiano, anche perché entrambi, nonostante la fatica di comunicare, hanno molta voglia di imparare. Loqman e Ramazan hanno cucinato un tipico cibo afghano, il “qabeli pilau”: un piatto unico a base di riso condito con uva sultanina e verdure soffritte in olio di semi e carne di pollo, buono e gustoso. I nostri figli hanno seguito con molta curiosità le fasi della preparazione e hanno anche aiutato! Nonostante la giovane età dei nostri ospiti (23 e 27 anni) è stato facile e piacevole stare in loro compagnia e li abbiamo visti curiosi e desiderosi di scambio culturale. Anche i nostri figli sono stati contenti e partecipi, crediamo sia stata per tutti una bella esperienza di arricchimento reciproco!! Chiara, Davide e Monica

Noi abbiamo intessuto una relazione con una famiglia: Osman è il marito, ghanese, un sorriso fantastico e due occhi splendenti, Mercy è la moglie, nigeriana, molto dolce, Ali il loro bambino di 6 anni. Osman parla bene l’italiano e suona in un gruppo di percussionisti “organizzato” alla casa dell’accoglienza: per lui far parte di questo gruppo è sicuramente una grande risorsa. In questo periodo ci siamo affiatati sempre più, ritrovandoci ogni settimana per mangiare e soprattutto per fare i compiti e leggere insieme. Marina

Con Ismail e Shir siamo coetanei. Si é creato un rapporto molto piacevole. Abbiamo conosciuto i loro amici e loro hanno conosciuto i nostri. Ci siamo visti 7-8 volte, a volte a casa nostra, a volte a casa loro o in giro. Quando ci vediamo, Shir e Ismail preferiscono “staccare” dalla loro situazione difficile e vivere con noi momenti di serenità. I nostri incontri sono sempre molto piacevoli e ridiamo e scherziamo molto. Mi fa molto piacere poter contribuire alla diffusione del progetto, anche perché la nostra esperienza è davvero molto bella! Raccontare del nostro rapporto via mail mi mette addirittura in imbarazzo, essendo ormai diventato un rapporto d’amicizia e come tale intimo e personale. Grazie per questo progetto! Marina

 

Pranzo

 

Come funziona il progetto

La cena è naturalmente solo un pretesto per stare insieme e conoscersi: ogni partecipante può decidere autonomamente se incontrare il proprio ospite in casa propria o in un luogo pubblico, se condividere un pasto o semplicemente un caffè, fare una passeggiata; conversare. Le persone aderenti possono decidere se unirsi ad un altro nucleo famigliare e che frequenza dare agli incontri (il nostro suggerimento è di 2 incontri al mese).

Quanti desiderano partecipare possono inviare una mail a info@filieracortasolidale.it.




#lamiagmg: un concorso video-fotografico per i giovani cremonesi che vivranno la GMG di Cracovia

Circa 600 giovani cremonesi si stanno preparando per la partenza verso la Polonia, dove incontreranno Papa Francesco insieme alla gioventù proveniente da tutto il mondo. Dal 26 al 31 luglio potranno vivere una particolare esperienza in cui ci si potrà confrontare con culture diverse, conoscere usanze e tradizioni mai viste, incontrare persone che, seppur sconosciute, con le quali si condivideranno le stesse emozioni e le stesse esperienze.

Per imprimere dunque nella memoria i momenti significativi, i numerosi incontri e i vissuti più belli l’Ufficio di Pastorale giovanile, in sinergia con il Portale diocesano, propone a tutti i giovani cremonesi che si raduneranno a Cracovia il concorso “La mia GMG”.

Quanti vorranno raccontare con video e fotografie le esperienze vissute in questa particolare esperienza potranno postare sul profilo facebook della Diocesi di Cremona i loro prodotti multimediali con l’haschtag #lamiagmg. Il video e la fotografia giudicate più belle si aggiudicheranno poi un premio. Le varie immagini e le varie foto saranno poi pubblicate anche sul portale diocesano.

Sarà l’occasione per lasciare un segno della propria presenza in Polonia, per far gustare, anche solo attraverso alcune immagini, qualche attimo della Giornata Mondiale della Gioventù a chi è rimasto a casa, e per riguardare, una volta tornati, i ricordi di questa esperienza unica.

 

Una GMG social

Sicuramente in una misura più ampia delle scorse Giornate Mondiali della Gioventù, questa di Crocovia risuonerà in modo particolare sui nuovi mezzi di comunicazione, molto utilizzati soprattutto dai giovani. Dal seminario salesiano, poco fuori Cracovia, il portavoce dei vescovi polacchi, don Pawel Rytel Adrianik, ricorda come «mai prima d’ora si era vista una diffusione così globale delle reti sociali, più di Madrid e di Rio de Janeiro, dove si sono tenute le ultime due GMG».

I dati raccolti riferiscono che, a meno di tre mesi, la pagina GMG nel social più famoso al mondo, prodotta in 20 lingue, conta più di un milione e mezzo di seguaci. Si prevede che grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, da Cracovia si potrà arrivare ad avvicinare un miliardo di persone.

Vai allo Speciale GMG




Continuano le visite a Cattedrale, Battistero e Torrazzo in occasione dei Giovedì d’estate

Anche nella sera di giovedì 7 luglio sarà possibile soffermarsi a visitare, sia esternamente che negli interni, la Cattedrale, il Battistero e il Torrazzo.

I monumenti, infatti, rimarranno straordinariamente aperti anche in serata per quanti vorranno visitarli, accompagnati da guide turistiche cremonesi dell’Associazione culturale CrArT – Cremona Arte e turismo. Un’iniziativa che si colloca all’interno delle tante manifestazioni programmate per l’animazione dei Giovedì d’estate.

Le visite avverranno in due i turni: alle 21.15 e alle 21.45 (massimo 25 persone per gruppo) e dureranno circa 70 minuti. Il biglietto si potrà acquistare la sera stessa presso la biglietteria del Battistero al costo di 6€ (sotto i 14 anni gratuito); non è necessaria la prenotazione. Prevista la salita al torrazzo fino all’altezza dell’orologio; è possibile continuare poi la visita fino alla cima in autonomia.

 

CrArT – Cremona Arte e Turismo

È un’associazione culturale nata nel 2010 da un gruppo di persone accomunate dalla passione per l’Arte, per la città di Cremona e i suoi dintorni, dotate di preparazione accademica in ambito storico-artistico-letterario-socioeducativo-didattico. CrArT progetta e realizza visite guidate e animate, esposizioni, incontri culturali, contest fotografici, corsi, giochi di ruolo, laboratori didattici, format tv, attività di conservazione e valorizzazione della memoria locale, pubblicazioni di carattere divulgativo.




La San Vincenzo diocesana non si ferma neanche in luglio

Anche durante il mese di luglio la San Vincenzo diocesana rimane aperta e attiva per occuparsi di famiglie e persone in situazione di grave indigenza.

Tra i vari servizi presso la sede di Cremona in Viale Trento Trieste, uno dei più frequentati e conosciuti è quello fornito dalle Cucine Benefiche, che garantisce quotidianamente un pasto caldo gratuito, composto da un primo, un secondo con contorno e frutta di stagione. Nei mesi invernali – quest’anno si è arrivati fino a marzo -, il servizio è garantito anche alla sera. Sono circa 40 le persone che ogni giorno usufruiscono del pasto, servito dai volontari che offrono una accoglienza semplice e una relazione che favorisce l’ascolto e il rispetto.

Anche la distribuzione di pacchi alimentari continua a rivelarsi necessaria, soprattutto in questo periodo in cui la crisi economica si fa ancora sentire, colpendo in particolare le famiglie dove si vive la perdita del lavoro. Sono circa 400 i pacchi con alimenti di prima necessità che vengono consegnati nella nuova sede del servizio in via San Francesco d’Assisi, inaugurata nel novembre 2015. Pur non risolvendo alla radice il problema della povertà, il pacco si rivela necessario per le famiglie in situazione di grave povertà.

«Una novità di quest’anno è il progetto UNRRA», racconta Mario Gaiardi, volontario della struttura. «Si tratta del servizio che prevede la distribuzione di 2.400 pacchi, iniziativa in collaborazione con il Comune di Cremona, ente capofila, data in gestione alla San Vincenzo. I destinatari vengono scelti con criteri ben precisi sia dal Comune, sia dagli operatori San Vincenzo».

Anche il servizio delle docce risulta particolarmente utilizzato. Lo scorso anno si sono contate in tutto 800 fruizioni, per un totale di circa 100 persone. «Si tratta di mettere a disposizione docce due volte a settimana (il mercoledì e il sabato) per quanti vivono senza fissa dimora, in rifugi di fortuna o per le persone alle quali sono tolte le utenze in casa. Si dà anche la possibilità di avere biancheria pulita e di usufruire di rasoi per la rasatura».

San Vincenzo, in collaborazione con Caritas, provvede all’erogazione di aiuti economici alle famiglie, soprattutto per il pagamento delle bollette, servizio che quest’anno è diventato sempre più necessario: «Quest’anno rispetto al 2015 le richieste di pagamento sono aumentate di circa 25%. Ci teniamo a dare la priorità alle famiglie con minori, pagando le bollette per non rischiare che le utenze vengano sospese», afferma Gaiardi. «Prima di consegnare pacchi o aiuti economici cerchiamo di analizzare la situazione e fare alcune analisi, così da sanare le situazioni maggiormente in crisi. In questo senso è molto utile quanto emerge dai Centri d’ascolto, che permettono di rilevare i bisogni, discutere con quanti vengono a chiedere aiuti, dando anche conforto e cercando insieme soluzioni possibili».

Durante l’anno scolastico i volontari dedicano anche una particolare cura ai più piccoli e alla loro istruzione: è infatti organizzato nelle parrocchie di Cristo Re e in San Pietro il servizio di doposcuola, indirizzato a studenti delle scuole medie inferiori. Gli utenti sono soprattutto ragazzi stranieri, con difficoltà soprattutto linguistiche ma anche relazionali.

In ultimo, molto interessante l’attività, intrapresa nel 2013, che continua nella Casa Circondariale di Cremona, ovvero il coinvolgimento di un gruppo di carcerati nella coltivazione di 26 orti su terreno bonificato entro la struttura del carcere. «Insieme a Claudio Bassignani mi occupo personalmente di questa iniziativa – afferma Mario Gaiardi -. Quest’anno siamo arrivati a coltivare 1600 metri quadrati di terra, insieme ad alcuni detenuti che scelgono liberamente di partecipare. I prodotti vengono poi condivisi tra i detenuti della propria sezione. Partecipano sopratutto stranieri di origine magrebina, albanese, romena e anche cinese. Mi posso definire molto soddisfatto: sono persone molto interessate a questa attività, che si danno da fare e hanno molta buona volontà».

Tutte le attività della San Vincenzo comportano un impegno organizzativo particolarmente rilevante, tutto sostenuto dalla generosità dei circa 40 volontari che gravitano intorno alla struttura. Per quanto riguarda l’aspetto economico, le entrate sono sostenute dalle collette raccolte dai soci, da contributi di enti o associazioni, dalle offerte provenienti dalle chiese e dai benefici del 5 e dell’ 8 x mille.

La Società della San Vincenzo è presente e attiva su tutto il territorio cremonese: raggruppa infatti 26 Conferenze parrocchiali operanti nella Diocesi di Cremona, di cui 10 nel Capoluogo e 16 in provincia.




Dal Centro d’ascolto Caritas il punto della situazione da gennaio ad oggi

Sono ancora numerose le persone che ogni giorno si rivolgono agli sportelli Caritas per chiedere sostegni per riuscire a condurre una vita dignitosa. Da gennaio ad oggi il Centro d’Ascolto di via Stenico a Cremona ha già provveduto infatti a quasi 600 interventi economici.

Alessio Antonioli, operatore sociale presso la Caritas diocesana, illustra, attraverso i dati di questo primo semestre del 2016, la situazione del disagio sociale nel territorio cremonese.

Qual è l’entità degli interventi erogati da gennaio ad oggi?

«Da gennaio sono stati forniti 584 aiuti economici, per una spesa totale di 153 mila euro. Tra le persone passate dal nostro Centro d’ascolto, quest’anno sono una sessantina quelle che si sono presentati per la prima volta. Diversi sono poi gli utenti che si rivolgono direttamente all’ambulatorio infermieristico della nostra sede, aperto 5 giorni alla settimana (3 nel periodo estivo), che hanno bisogno di cure; molti sono i farmaci che vengono ricavati grazie al Banco farmaceutico o forniti dai cittadini stessi. A questi però bisogna aggiungere un’ulteriore spesa che si rende necessaria che corrisponde a circa 7.300 euro».

La Caritas ha attivato anche l’iniziativa del microcredito per affrontare l’emergenza abitativa: quanti usufruiscono di questa forma di aiuto?

«In questo ambito, Caritas nel 2016 ha attivato prestiti per un totale di 30 mila euro. Si tratta di uno strumento che permette l’accesso a servizi finanziari a persone o famiglie in condizioni di fragilità economica e sociale, finalizzato a far fronte a spese d’emergenza. La valutazione e i criteri di concessione spettano direttamente alla Caritas, che, analizzando e conoscendo le situazioni, decide a quali famiglie concedere il prestito. Vi è anche un’altra forma di finanziamento, il Prestito della Speranza, in sinergia con Intesa San Paolo, partita nella primavera del 2015, ma fino ad ora solo una persona sulle tre che avevano fatto richiesta ha potuto usufruirne».

Gli aiuti si rivolgono ai residenti sul territorio sia italiani, sia di origine straniera. In quale proporzione?

«I dati relativi a questo sono simili allo scorso anno: circa il 55% delle persone che chiedono sostegno è di origine straniera, soprattutto romena, marocchina e albanese, il restante 45% è italiano. Vi è ancor più uniformità per quanto riguarda il genere: le percentuali di uomini e di donne che usufruiscono degli aiuti si equivalgono».

Quali ambiti interessano le richieste più frequenti?

«Sono soprattutto richieste economiche di sostegno al reddito per il pagamento di utenze, per affitti, spese sanitarie o scolastiche. A questo proposito, soprattutto con le famiglie numerose, si cercano di attuare accordi con le scuole, concordando anche il pagamento rateale delle tasse».

Il vostro lavoro si svolge dunque in rete con i vari enti del territorio…

«Si cerca sempre di intraprendere il dialogo con le Caritas parrocchiali e con i Servizi Sociali del Comune, sia per non sovrapporre gli interventi, ma soprattutto per creare una risposta funzionale e su misura per quanti richiedono un aiuto».

Quali sono i profili delle persone che chiedono aiuti?

«Solitamente hanno tra i 30 e i 50 anni. Le situazioni più frequenti riguardano persone che hanno perso il lavoro e che non riescono a trovare nuovi posti, nonostante progetti, aiuti messi in atto anche dalla Provincia o dalla Regione. Tra questi vi sono persone che vivono contemporaneamente la separazione dal proprio coniuge e sono costretti a tornare nella propria famiglia d’origine che si trova a mantenerli, spesso con difficoltà. Vi sono anche anziani la cui pensione di invalidità non è sufficiente per coprire le alte spese affittuarie, o che non riescono a far fronte alle bollette relative ai consumi dei mesi invernali. C’è poi chi vive l’emergenza dello sfratto e che magari, pur ottenendo un alloggio nell’edilizia pubblica, non riesce a sostenere il pagamento della cauzione».

Che tipo di problematiche vivono invece oggi le famiglie più in difficoltà?

«I nuclei che chiedono sostegno economico, nella maggior parte dei casi, hanno subito la perdita del lavoro di uno o più componenti della famiglia. In difficoltà sono spesso anche le famiglie monogenitoriali. La richiesta di aiuto, in questi casi, avviene se, anche prima della mancanza di un’entrata mensile, la situazione risulta già particolarmente precaria e dall’equilibrio molto fragile».

 

Il Centro d’Ascolto Caritas è un luogo della comunità cristiana dove tutti gli abitanti del territorio, ma anche le persone di passaggio, possono trovare accoglienza e ascolto fraterno per presentare situazioni di bisogno proprie e altrui. Gli operatori del Centro di Ascolto si preoccupano di orientare ed accompagnare le persone ascoltate verso le risorse presenti sul territorio.

I  servizi offerti

  • Informazione sui servizi agli stranieri sul territorio Cremonese;
  • informa e accompagna nella domanda di permesso di soggiorno, di ricongiungimento familiare e per le pratiche amministrative;
  • aiuta a valutare le opportunità lavorative;
  • invia ai diversi uffici della Caritas e del Servizio Sociale del Comune competente.



A Dosolo tre suore brasiliane a servizio della zona undici

Sono arrivate nella parrocchia di Dosolo circa tre settimana fa per essere al servizio della comunità e della zona pastorale undicesima. Le tre religiose dell’ordine dei Servi di Maria del Cuore di Gesù, Suor Jacqueline, Suor Mirelle e Suor.Cosma, rispettivamente 29, 28 e 26 anni, originarie del Brasile, hanno già cominciato a svolgere il loro apostolato nelle parrocchie di Dosolo, Villastrada, Correggioverde, Cavallara, ma sono a disposizione anche per le altre che ruotano attorno a Viadana.

Prima di approdare nel comune mantovano, Suor Jaqueline era già in diocesi da un anno, presso l’Istituto Sant’Angelo in città, Suor Mirelle invece si trovava ad Udine, mentre Suor Cosma ha prestato il suo servizio prima in Brasile e poi in Portogallo.

«Il nostro è un ordine semi contemplativo il cui carisma consiste nel portare l’amore di Cristo alle persone», racconta Suor Jacqueline. «Per una parte della giornata siamo intente nell’adorazione al Santissimo Sacramento e alla preghiera per le persone che incontriamo e che ci affidano qualche particolare intercessione. Ci occupiamo poi anche dell’evangelizzazione, in particolare indirizzata a ragazzi, adolescenti e giovani: per loro organizziamo incontri, attività e momenti di riflessione. Non tralasciamo anche la cura dei malati e degli anziani, presso i quali ci rechiamo a far visita. Siamo a disposizione del Vescovo e della diocesi: ci recheremo dove ci sarà bisogno della nostra presenza».

Le tre suore sono ospitate ora negli ambienti dell’oratorio messi a disposizione dal parroco di Dosolo, don Alessandro Capelletti, che è anche vicario zonale. «La comunità ci ha accolto con molta generosità. – conclude Suor Jacqueline – Viviamo infatti della Provvidenza e fino ad ora non ci è mancato mai nulla».

 

I Servi di Maria del Cuore di Gesù

Sono stati fondati 19 anni fa a Paraiba (nordest del Brasile) da una coppia di sposi oggi 70enni (quattro figli naturali e sette adottivi), assieme a un sacerdote italiano e a una religiosa tedesca. La casa madre è oggi al centro di un importante complesso ospedaliero e ospita i malati poveri e i loro famigliari provenienti da tutta la regione. Le prime suore sono arrivate in Italia otto anni fa, col compito di custodire un santuario in Friuli. Quattro anni fa una loro delegazione fu ospite di Villastrada per una missione di alcuni giorni; e i fedeli del paese ne furono tanto edificati che il parroco don Stefano Zoppi ne parlò all’allora vescovo Dante. Da qualche settimana l’arrivo a Dosolo, terza casa in Italia, dopo Udine e Mariana Mantovana, dove si trova l’eremo missionario.




“La Vita Cattolica” compie cento anni

Il prossimo dicembre ricorre il centenario della nascita del settimanale diocesano La Vita Cattolica, giornale ecclesiale di informazione e, fin dall’inizio, voce del territorio cremonese. A pochi mesi da questa importante ricorrenza, mons. Vincenzo Rini, direttore del settimanale dal 1985, racconta l’origine della testata e come è cambiato nel tempo.

 

Mons. Rini, com’è nato il settimanale?

«Ufficialmente è nato il 23 dicembre 1916, voluto e ideato dai giovani dell’Azione Cattolica. Prima di esso circolavano altri periodici curati da diversi gruppi dell’ambiente ecclesiastico ma non riconosciuti come giornali ecclesiali. Il primo, con cadenza prima mensile poi quindicinale, si chiamava La Voce dei giovani e, in accordo con l’allora Vescovo, mons. Giovanni Cazzani, diventò strumento di comunicazione e di informazione della diocesi. Primo direttore fu proprio un laico di Azione Cattolica, il giovane Mario Gilberti».

Il giornale però non si diffuse solo nell’ambiente giovanile, ma anche gli adulti cominciarono a vederlo come punto di riferimento, tanto che si decise di cambiare il titolo…

«Esatto! Nel gennaio del 1923 venne chiamato più generalmente La Voce e cominciò ad uscire con cadenza settimanale; gerente responsabile dell’epoca era un altro laico, Angelo Calonghi, che rimase per un altro anno, lasciando poi il posto a don Erminio Stuani. Con lui fu necessario dare un segnale più evidente dell’impronta cattolica del settimanale, anche a causa delle contestazioni fasciste. Per questo nel gennaio del 1926 uscì il primo numero del giornale, che giunge fino ai nostri giorni, intitolato La Vita Cattolica».

Con quali caratteristiche si è affermato il settimanale nel territorio cremonese?

«L’idea che si è sempre voluta mantenere è stata quella di considerarlo non tanto uno strumento di informazione clericale, ma giornale ecclesiale di informazione generale sul territorio. Al centro dell’attenzione, dunque, è sempre stata la Chiesa cremonese nel suo tessuto sociale. Il giornale ha sempre proposto anche la riflessione su quanto avviene nei vari ambiti della vita civile e politica, cercando di dare una lettura cristiana dell’attualità e della cronaca del territorio».

È questa una peculiarità che da sempre accomuna i giornali cattolici fin dalle origini.

«La scelta di dedicarsi al vissuto della città e dei paesi in diocesi risale addirittura a diversi decenni prima della fondazione del settimanale cremonese. Nel VII Congresso Cattolico Italiano di Lucca del 1887 si raccomandava l’impegno dei giornali cattolici di avere una particolare attenzione per la dimensione locale di “aderire alle necessità e ai gusti delle popolazioni… di cercare particolarmente la cronaca, cui si rivolge l’attenzione dei lettori… informare largamente sulle necessità quotidiane della vita, affinchè il giornale divenga un elemento indispensabile del buon cattolico, sia esso contadino, coltivatore diretto, affittuario, bottegaio o esercente”. E questa è stata la linea che fino ad oggi La Vita Cattolica ha conservato negli anni, ribadita anche dalla Federazione Italiana Settimanali Cattolici (nata nel 1966), alla quale il settimanale cremonese è entrato subito a far parte».

L’interesse alle vicende del territorio, però, in alcune occasioni è stata motivo di censura, in particolare durante il periodo fascista. Quale trattamento subì in quest’epoca il giornale?

«Durante il fascismo il settimanale, come molti altri mezzi di comunicazione, subì sequestri e censure, uscirono spesso pagine bianche, proprio perché il regime non accettava che si riflettesse e si commentasse quanto accadeva».

La Vita Cattolica in questi anni ha mantenuto il passo con i tempi, non da ultimo l’apertura al digitale…

«Si è deciso di realizzare anche la versione on-line del giornale alla quale è possibile abbonarsi, senza però eliminare l’edizione cartacea, che rimane comunque punto di riferimento per molti cattolici cremonesi. Importanza sempre maggiore ha poi il sito, nuovo mezzo grazie al quale è possibile aggiornasi quotidianamente sulla vita del territorio».

 

I direttori di Vita Cattolica

Dall’origine, nel dicembre 1916, fino al luglio 1924 direttori del  giornale diocesano sono stati dei laici: Mario Gilberti, Marcello Volpini e Angelo Calonghi. Poi, dal 19 luglio 1924, sono stati dei  sacerdoti (escluso Natal Mario Lugaro dal 31 aprile 1944 al 31  gennaio 1946). Ecco i nomi di questi sacerdoti, in successione cronologica: don Erminio Stuani, don Francesco Parmigiani, don Natale Mosconi (diventato in seguito arcivescovo di Ferrara), don Rosolino Saccani, don Carlo Ponzoni (della diocesi di Milano), don Genesio  Ferrari, don Giglio Bonfatti, don Ottavio Borsieri, don Ercole Brocchieri, don Alberto Franzini ed attualmente – dal 3 giugno 1985 –  don Vincenzo Rini.

La Vita Cattolica è oggi pubblicata dalla N.E.C., Nuova Editrice Cremonese, società a responsabilità limitata, editrice anche del  Bollettino Ufficiale «La Diocesi di Cremona» e di altre pubblicazioni  minori, oltre che di libri di interesse locale e religioso.




Verso Cracovia: il programma dettagliato delle due proposte della diocesi di Cremona

Con l’avvicinarsi dell’atteso momento della partenza verso la Giornata mondiale della gioventù, arriva anche il programma che interesserà diverse centinaia di giovani che partiranno dalla diocesi di Cremona, accompagnati anche dal vescovo Antonio.

Per quanti hanno scelto di vivere il gemellaggio con una diocesi polacca, la partenza sarà nel primo pomeriggio di martedì 19 luglio, per far tappa a Graz e ripartire verso Katowice il giorno dopo. Si vivranno qui alcuni giorni insieme alla comunità polacca, durante i quali ci sarà la possibilità di venire a contatto con la realtà locale, visitando i luoghi circostanti e incontrando persone del posto. Non mancherà anche la visita al vicino campo di concentramento di Auschwitz.

I giovani che hanno scelto l’opzione di una sola settimana, partiranno domenica 24 luglio alle ore 22, per intercettare il primo gruppo di cremonesi a Rybnik, dove alle ore 10 sarà celebrata la messa con il mandato. In serata la partenza verso Cracovia e la sistemazione nei vari alloggi. I cremonesi saranno ospitati dalle famiglie della parrocchia di Wola Batorska, a circa 27 km da Cracovia.

Evento particolare il Pellegrinaggio giubilare al Santuario della Divina Misericordia, programmato per mercoledì 27 luglio, e che prevede il passaggio della Porta Santa e la celebrazione della messa sulla spianata del santuario. Si tratta di una novità all’interno della GMG, pensata proprio in occasione del Giubileo della misericordia.

In settimana i giovani potranno assistere a due catechesi, mentre venerdì la Via crucis a Blonia con la croce della GMG.

L’esperienza culminerà sabato 30 luglio, quando i giovani provenienti da tutto il mondo vivranno la Veglia con Papa Francesco presso il Campus Misericordiae.

Domenica 31 la messa finale alle ore 10. Il ritorno a Cremona è previsto per lunedì 1 luglio.

Scarica il programma della GMG con tutte le informazioni 

In Federazione Oratori ogni parrocchia può già ritirare i kit per i partecipanti. Anche a Cracovia verranno consegnati nei luoghi degli alloggi degli zainetti con vari oggetti utili da utilizzare durante la GMG.

Per quanto riguarda i pasti, sono state firmate convenzioni con circa 2000 ristoranti e locali gastronomici nella zona di Cracovia e dintorni, alle quali si potrà accedere con buoni pasto. Sarà predisposto anche un centinaio di punti di gastronomia, campi gastronomici e punti di ristoro mobili nei pressi dei luoghi di maggior concentrazione di pellegrini. In tutti questi punti saranno accettati i buoni pasto dei pellegrini. I locali convenzionati avranno una targhetta all’esterno che li renderà riconoscibili.

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