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No Spreco, siglato l’accordo con il Comune di Cremona

Una bicicletta ecologica che gira per la città raccogliendo i disavanzi alimentari dei piccoli distributori. Un’app che invita, tramite una divertente raccolta punti, a sprecare meno per condividere di più la vita. E un progetto, quello promosso da Caritas cremonese, Associazione “No Spreco” e Comune di Cremona, che oggi aiuta centinaia di persone bisognose su tutto il territorio.

Anche per questo ieri sera, nella splendida cornice dell’ex chiesa del Foppone, è stato firmato un protocollo d’intesa tra il presidente dell’Associazione Cristiano Beltrami (vicedirettore della Caritas cremonese) e il sindaco Gianluca Galimberti. E non a caso è stata scelta la Settimana della Carità.

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E’ stato un momento molto partecipato, anche grazie ai numerosi relatori che si sono avvicendati per documentare l’efficacia di questo approccio e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dello spreco e dell’inclusione sociale.

Non a caso l’intervento di Mons. Antonio Napolioni ha ricordato la straordinaria figura di Sant’Omobono, un precursore in questo senso. “Sto facendo amicizia con sant’Omobono e con i frutti che la sua presenza qui ha portato”, ha esordito il vescovo. Ricordando che “l’uomo è infelice se non vive la sua umanità come dono ricevuto e condiviso. (…) S. Omobono fa questo: un mercante, marito e padre che a 65 anni scopre che esiste un amore a misura di Dio e inizia a donare, a impegnarsi per i più poveri nella vita della comunità”. Ma, ha proseguito,

“per non tradire questo santo, bisogna che la comunità gli faccia festa imitandolo. Ed è bello vedere che tanti inventano nel tempo cose concrete per seguirlo. Un progetto come questo non è isolato, va a sollecitare una coscienza comunitaria e popolare”

Sulle orme di papa Francesco – ha concluso il Vescovo – che ci ricorda come sia necessario affrontare il tema “secondo un’ecologia integrale dove le cose sono in ordine se viene messo in ordine il cuore”.

L’assessore all’Ambiente e alla Mobilità Alessia Manfredini ha ricordato l’impegno dell’Amministrazione comunale per l’ambiente sul solco della legge Gadda e tramite il progetto UE Urban Wins. Impegno che – promette – non verrà meno e anzi sarà implementato anche in futuro.

Il direttore della Caritas Cremonese, don Antonio Pezzetti, ha invece auspicato che il progetto “No Spreco” possa godere di una diffusione sempre più ampia, mentre Luciano Gualzetti (direttore della Caritas Ambrosiana e delegato di Caritas Lombardia) ha ricordato che l’impegno di Caritas 2.0 non è solo nella distribuzione di pacchi alimentari alle persone più povere: “Come dico sempre ai nostri volontari,

il vero successo non è quando portiamo il pacco alimentare a tutti, ma quando smettiamo di portarlo a qualcuno. Perché significa che lo abbiamo aiutato a riprendere in mano la sua vita, la sua dignità”.

Don Paolo Arienti (presidente della Federazione Oratori Cremonese), ha poi documentato come l’iniziativa della bici sia sbarcata negli oratori cremonesi coinvolgendo centinaia di ragazzi: “Noi ci occupiamo di educazione e ci siamo detti tante volte che è giusto fare, ma anche insegnare a fare. Ecco perché la riflessione sul tema dello scarto. ‘Scarto di cose e scarto di persone’ come dice il Papa”.

Anche il presidente di Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, Cesare Macconi è intervenuto brevemente: “Mi chiedo sempre, quando inizio un progetto, se ha ricaduta sul bene comune. In questo caso la risposta è positiva: perché permette che il bene comune lavori. Sono tanti piccoli gesti che creano “Rete”. Noi siamo comunità e se vogliamo che lavori dobbiamo essere partecipi”.

Corrado Boni di Coop Lombardia ha sottolineato l’impegno dei grandi supermercati ma anche l’importanza di fare cultura intervenendo nelle scuole. Infine l’atteso intervento del sindaco, prima della firma: “Il mondo è a un punto di non ritorno. Ora le scelte spettano ai leader mondiali, ma non solo come natura macro-economica ma come cambiamento di stili di vita. Eppure sono scelte che interrogano anche i territori locali e i singoli cittadini. Io leggo questo progetto come la nostra missione. Abbiamo una missione: salvare il mondo. Lo possono fare i leader ma lo possono fare i cittadini insieme alle realtà territoriali come in questo caso”.

Per saperne di più, a breve uscirà l’app “Spreco Smart” – illustrata ieri sera da Diana J. Afman (amministratore delegato Smart City Center) – che permetterà di accumulare sconti nei negozi della città, riducendo gli sprechi e promuovendo l’economia circolare.




Nicola Legrottaglie, testimonianza di fede e conversione a Vicomoscano

L’appuntamento che Don Ottorino Baronio, sacerdote delle Parrocchie riunite di Vicomoscano, Quattrocase, Casalbellotto e Fossacaprara, aveva strutturato e pensato come un’intervista, si è trasformato ben presto in un monologo. Troppa la passione per Gesù Cristo di Nicola Legrottaglie, ex calciatore professionista e aspirante allenatore, per poterla contenere.

(foto Alessandro Osti)

Troppo forte il desiderio e anche il dovere di testimoniare l’incontro, quello con Gesù, che gli ha cambiato la vita e che gli ha permesso di continuare a vivere da protagonista in un mondo, quello dello sport ai massimi livelli, che spesso e volentieri ignora e calpesta i valori espressi dal Vangelo. Un Vangelo che Legrottaglie ha iniziato ad assaporare sin da ragazzino grazie alla mamma, che per tutta la serata non ha smesso di ringraziare anche per qualche ceffone ben assestato, prima artefice dei suoi successi attraverso i suoi insegnamenti e la preghiera. Preghiera che da anni ormai è al centro della quotidianità di Nicola e della moglie Erika, una splendida ragazza conosciuta ad un gruppo di incontro evangelico (particolare che si è scoperto solo alla fine della serata e che ha dato un valore aggiunto all’incontro, dimostrando come si è tutti parte della grande famiglia della Chiesa) e sposata nel 2013, con la quale condivide l’educazione del figlio Pietro, di 4 anni.

 

In una Chiesa gremita, l’ex giocatore di Juve e Milan ha parlato a lungo proprio del ruolo e delle responsabilità dei genitori, che hanno il diritto ma soprattutto il dovere di essere testimoni dei valori più profondi del Cristianesimo, in tutte le situazioni di vita che si trovano ad affrontare, e che non devono avere paura di dire la Verità, senza adeguarsi ad un mondo che accetta tutto in nome di un distorto e strumentalizzato concetto di amore o dell’ormai tanto di moda “ma a te cosa ti cambia?”. Ha esortato più volte i presenti a non accettare passivamente ideologie distorte o feste come Halloween che nulla hanno a che vedere con la nostra cultura e la nostra fede, e ad informarsi in tal senso, andando alla radice più profonda di ogni situazione per verificare come la comunicazione oggi cerchi più cha mai di indottrinarci e ingannarci, camuffando la realtà e stravolgendo il significato delle cose. E devono fare questo in nome di un Cristianesimo che non è una religione ma una relazione, che va coltivata e difesa, un percorso che dura tutta la vita e che si nutre della Parola di Dio.

Rivolgendosi poi ai molti ragazzi e giovani presenti, li ha invitati a non perdere tempo e a fare quanto prima esperienza viva e concreta di Gesù, perché lui questo incontro lo ha avuto a 28 anni (in uno dei periodi più grigi della sua carriera, in riferimento al quale ha voluto sottolineare come: “Il tuo momento peggiore è il momento migliore per Dio”) ma se qualcuno gliene avesse parlato prima, non di un Cristianesimo solo come tradizione e precetti ma come relazione di vita vera, avrebbe evitato di commettere tanti errori e procurare sofferenze a se stesso e ad altre persone. Nel raccontare di questo suo cambiamento, ha citato un episodio avvenuto all’età di 13 anni, quando, prima di addormentarsi, si rivolse a Dio facendogli la promessa di dedicarsi a Lui per tutta la vita se Egli gli avesse dato la gioia di esordire in Seria A. Ha sottolineato come il Signore ascolta veramente tutte le nostre richieste e non si dimentica di nessuno e, a differenza nostra che siamo infedeli, Lui è fedele e aspetta pazientemente che siamo noi a ricordarci di lui e delle promesse fatte, per realizzarle insieme. Parlando infine del rapporto tra fede e sport, ha ribadito come non siano realtà incompatibili e che, anzi, chi è portatore di determinati valori etici non debba arretrare di fronte a chi – allenatore, compagni, avversari, gli stessi genitori – cerca di farglieli mettere da parte in nome del risultato e del successo. Un valore “laico” su tutti: la parola data, cosa che oggi non viene più rispettata nemmeno nei contratti scritti.

L’incontro si è concluso con un breve ma significativo intervento della moglie Erika, sul tema del Sacramento del Matrimonio e dell’Amore, quello con la “A” maiuscola, non il sentimento e la facile emotività sbandierato sui social, nei programmi televisivi e nei reality, purtroppo anche nelle scuole ma quello della lettera ai Corinzi: “L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa”.

Nicola ed Erika hanno poi dato ulteriore dimostrazione di semplicità e disponibilità intrattenendosi, nonostante la tarda ora, con chi chiedeva loro un autografo o semplicemente voleva ringraziarli per la serata.




Santuario della Misericordia, il saluto a don Rinaldo e l’ingresso di don Renato

“Come Bartimeo getta via il suo mantello si alza in piedi  e va da Gesù, così noi sacerdoti dobbiamo seguire Gesù, fidarsi di lui, tralasciando il resto”, con queste parole ricavate dal vangelo di Marco,  don Giambattista Piacentini ha voluto rimarcare la funzione fondamentale del sacerdozio, nella celebrazione eucaristica di domenica mattina, 28 ottobre 2018, durante la quale si è svolto l’avvicendamento tra i due custodi del Santuario della Misericordia di Castelleone. A don Rinaldo Salerno, infatti, già custode per sei anni presso il Santuario succede don Renato Onida, già parroco di Genivolta. “I sacerdoti devono essere immagine trasparente dell’amore di Dio a quanti lo cercano”, ha continuato don Giambattista, “e  dal momento che sono scelti fra gli uomini, ne conservano virtù e debolezze, ma si deve usare misericordia nei loro confronti, privilegiando le cose buone”. Don Giambattista ha ringraziato don Rinaldo per i sei anni di servizio presso il Santuario della Misericordia, dove si è speso con una particolare cura per la liturgia, e ha dato il benvenuto a don Renato, affidando entrambi alla misericordia di Maria.

Don Rinaldo ha salutato la comunità ricordando che “la sostanza ha bisogno di una forma”, come emerge chiaro dalla volontà di coloro che hanno voluto costruire una chiesa per onorare Maria anche con la bellezza dell’architettura. Gli anni trascorsi presso il santuario mariano hanno permesso a Don Rinaldo di approfondire l’aspetto contemplativo, perché il primo dovere del sacerdote è la preghiera, e ha concluso il suo saluto ringraziando tutti coloro che in vario modo lo hanno  aiutato a svolgere il suo ministero a Castelleone.

Don Renato, dopo aver ricordato il compagno di messa don Eugenio Mondini, parroco di Castellone prematuramente scomparso, ha voluto ringraziare il vescovo, mons. Antonio Napolioni, per questo nuovo incarico dopo diciannove anni di servizio a Genivolta. L’incarico di custode presso il Santuario della Misericordia gli permetterà di incontrare coloro che si rivolgono a Maria per confidarle pene e gioie: al sacerdote il compito di custodire e di accompagnare le persone in questo affidamento alla Madre della Misericordia.

Don Giambattista ha poi donato a don Rinaldo un quadro raffigurante la Madonna come ricordo del servizio prestato a Castelleone, mentre a don Renato è stata regalata un’icona come segno di buon inizio.

Al termine della celebrazione la comunità ha salutato festosamente don Rinaldo e don Renato con un breve momento conviviale 




Messa di ringraziamento in Cattedrale per padre Spinelli modello di santità

Si è celebrata domenica 28 ottobre in Cattedrale a Cremona la solenne Messa di ringraziamento per la canonizzazione di padre Francesco Spinelli, a conclusione della settimana in cui l’urna con le reliquie del santo hanno sostato nella navata centrale per la visita e la preghiera dei fedeli.

A presiedere la Messa il Vescovo Antonio che introducendo la celebrazione ha salutato e ringraziato la presenza delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda, che hanno animato “con freschezza” – ha sottolineato – la settimana della peregrinatio dell’urna del loro fondatore.

“Il 14 ottobre è una data ormai scritta nella storia”, ha esordito poi nella sua omelia, Mons. Napolioni, ricordando la data della canonizzazione di padre Spinelli. “Queste settimane – ha aggiunto – ci hanno riempito il cuore di gioia, entusiasmo e commozione”, ma l’invito è quello di non fermarsi all’evento: “Oggi – ha aggiunto – è il tempo in cui gli eventi si consumano in fretta. Li archiviamo, come le reliquie…”. Non basterà dunque fare memoria di San Francesco una volta l’anno. Per questo la riflessione del Vescovo riconduce al cuore dell’esperienza e del carisma di padre Spinelli: “Al centro di tutto questo – ha ricordato – c’è il pane dell’Eucaristia”, il continuo e appassionato ritorno all’adorazione che il fondatore ha voluto anche come carisma dell’Istituto che ha fondato a Rivolta d’Adda. “Per noi quel pane è la Messa. Per lui quel pane è Gesù”.

Ed è in questa relazione intima (“Don Francesco ha dato del tu a quel pane in cui ha riconosciuto Gesù vivente”) che si manifesta la chiamata alla santità che padre Spinelli indica oggi a tutta la Chiesa ed in modo particolare alla diocesi di Cremona. “Quel tu ci libera dalle paure, di non essere noi stessi, di non farcela, di non essere capiti, dalla paura dell’altro e persino dalla paura di Dio – riflette Mons. Napolioni – e ci aiuta a capovolgere lo sguardo”. Come per san Francesco Spinelli che ha riconosciuto quel Sacramento in ogni persona e in ogni esperienza di vita un’occasione di carità e santità.

“Chiedo al Signore – ha concluso il Vescovo – che questi giorni lascino  il desiderio e l’impegno di una chiesa più… francescana”. Pensando a padre Spinelli, a San Francesco d’Assisi, a Papa Francesco e a  “tutti i piccoli Francesco che Gesù vuole continuare a generare nel nascondimento ed esalta al momento opportuno perché siano fari sul nostro cammino”.

Poco dopo, conclusa l’orazione dopo la comunione, mentre il coro intonava il canto “Beati qui”, il Vescovo è sceso in navata per incensare le reliquie del Santo.

Dopo la benedizione la Madre Generale dell’Istituto delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento ha preso la parola per ringraziare la Chiesa locale per “il bene e l’accoglienza ricevuta. Ci siamo sentite abbracciate – ha detto – abbracciate dalla nostra Madre Chiesa di Cremona”. Un segno di condivisione e di appartenenza alla Chiesa che Madre Isabella Vecchio ha voluto sottolineare leggendo un passaggio significativo del testamento di padre Spinelli: “l’Intendo morire – scriveva – nelle braccia di questa infallibile maestra e madre dolcissima, con la più umile e profonda devozione e gratitudine”.

Parole sottolineate anche dal Vescovo prima della benedizione finale e dell’accompagnamento con i concelebranti e tutta l’assemblea delle reliquie di San Francesco Spinelli all’esterno della Cattedrale. Sul sagrato l’urna, accompagnata dal suono delle campane, è stata caricata sul mezzo che la riporterà a Rivolta d’Adda, nella sede originaria presso la Casa Madre delle Suore Adoratrici.

 

Photogallery della celebrazione

 




A Viadana un convegno per riflettere sul tema delle violenze famigliari

Sabato 10 novembre, l’auditorium Gardinazzi di Viadana ha ospitato un convegno sul tema “Amor che nella mente mi (s)ragiona. Quando violenza e bisogno di possesso invadono l’animo”. L’appuntamento, promosso dal Centro di consulenza familiare Ucipem di Viadana col patrocinio della Diocesi, intendeva offrire alla comunità un’occasione per approfondire il tema delle violenze di genere e in famiglia.

Moderati dallo psicologo Claudio Losi, sono intervenuti la psicologa Leda Bastoni, che ha riflettuto sul tema “All’origine della violenza. Quando e perché colpisce”, e lo psichiatra Pasquale De Luca, che ha relazionato invece sulla percezione della violenza tra le giovani generazioni.

De Luca ha presentato gli esiti di un’indagine statistica condotta tra aprile e maggio 2018 su un campione di 213 ragazzi delle scuole medie di Viadana, San Matteo, Dosolo, Gazzuolo e Sabbioneta. Ebbene, secondo i ragazzi – invitati a rispondere a un questionario anonimo – le violenze di genere sono commesse più di frequente dall’ex coniuge, dal coniuge e dall’ex fidanzato/a; e quasi la metà del campione (i maschi soprattutto) dichiara di avere assistito personalmente a episodi di violenza (nel 4 per cento dei casi, “molte volte”). I ragazzi intervistati si dicono in gran parte certi che chi commette violenza commette anche un reato; ma il 13 per cento non ne è perfettamente persuaso. Quasi il 40 per cento degli studenti si dice poco d’accordo con la frase “Chi commette violenza è geloso/a” (con i maschi tendenzialmente più propensi a considerare “geloso” chi commette violenza). Oltre il 70 per cento del campione (le femmine soprattutto) pensa infine che chi subisce violenza è “debole”.

Si tratta di risultati che devono far riflettere. Il Consultorio Ucipem viadanese è comunque disponibile a organizzare incontri con gli specifici istituti scolastici, per una presentazione e discussione degli esiti del questionario.

Il convegno si è chiuso con la presentazione del monologo “I tuoi occhi: uno sguardo nuovo”, a cura dell’attrice Michela Cera della compagnia teatrale Gardart.

Nei giorni scorsi, è stato intanto inaugurato il nuovo sito web del Centro: all’indirizzo www.ccfviadana.org sarà possibile leggere e scaricare la newsletter e altri materiali.




Famiglia di famiglie: aperte le iscrizioni per i weekend di Folgaria

Bisogno di formarsi per capire sempre meglio cosa vuol dire essere famiglia. Bisogno di stare insieme per condividere nella serenità la gioia e la complessità della vita familiare. A queste due esigenze risponde la proposta formativa di Folgaria: un percorso in tre fine settimana (il primo dal 16 al 18 novembre) su temi legati alla vita familiare che si svolge nel bellissimo ed accogliente contesto montano della Casa Alpina S. Omobono.

Le molte coppie che negli anni hanno aderito a questa proposta raccontano di una bella opportunità di crescita per le loro famiglie e per le comunità in cui sono inserite, sia per i contenuti ricevuti che per i momenti di condivisione e di amicizia che le hanno aiutate nel riscoprire e testimoniare la bellezza della famiglia.

Da quest’anno, per poter meglio rispondere alle esigenze delle famiglie e facilitarne la partecipazione, il percorso residenziale di Folgaria, che era triennale, è stato articolato in tre moduli ai quali è possibile partecipare anche in modo non sequenziale. Talvolta infatti, per esigenze lavorative o familiari, le coppie non sono nella condizione di poter garantire una presenza continuativa per tre anni e questo le porta a non iscriversi. Questa modalità più flessibile dovrebbe permette di aderire alla proposta in un modo diversificato.

Nelle attenzioni alle famiglie partecipanti si inseriscono un servizio di animazione dei bambini e una gestione dei tempi più distesa che prevede anche momenti liberi in cui poter godere delle bellezze della montagna insieme alle proprie famiglie e a nuovi amici!

L’invito è rivolto quindi a tutte le coppie che intendono approfondire la loro esperienza cristiana di sposi in un contesto di “Famiglia di Famiglie”.

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Per iscrizioni ed informazioni  segreteria@diocesidicremona.it oppure telefonare all’Ufficio Famiglia Tel. 0372-495011




Una mostra racconta la vita di San Francesco Spinelli a Rivolta

“Non si può pensare a padre Spinelli senza pensare a Rivolta”. Così suor Paola Rizzi nella sua introduzione alla serata di presentazione, giovedì 18 ottobre, della mostra dedicata a San Francesco Spinelli a Rivolta d’Adda, allestita nell’atrio del Municipio fino al 31 ottobre in collaborazione fra suore Adoratrici del Santissimo Sacramento (istituto fondato dallo stesso Spinelli nel 1882) e Comune. Nove pannelli illustrativi, corredati da fotografie, documenti dell’epoca (a cavallo fra la fine del 1800 ed i primi anni del 1900) e descrizioni, più uno riassuntivo, raccontano delle opere di San Francesco nel borgo rivierasco, che lo accolse per due volte. “La prima – ha detto suor Paola – come missionario; la seconda come profugo in cerca di asilo (causa allontanamento dalla diocesi di Bergamo per il suo coinvolgimento in un dissesto finanziario) ed è in quel momento che Rivolta gli rivela che Dio è fedele” .

“Questa mostra – ha spiegato Cesare Sottocorno, storico locale, curatore dell’iniziativa assieme a suor Ivana Signorelli – vuole riportare padre Spinelli fuori dalle mura del convento testimoniando le sue opere di carità e la sua santità, fatta di attenzioni particolari, piccole e semplici”. Opere che hanno visto, fra le tante cose, nascere la casa-madre delle suore Adoratrici, la casa-famiglia e la casa Santa Maria a Rivolta.

Il parroco, monsignor Dennis Feudatari, nel suo intervento di inquadramento storico dell’epoca, ha definito San Francesco Spinelli come “un figlio del suo tempo ma anche un innovatore”.

Conclusione con il saluto del sindaco di Rivolta Fabio Calvi e con la proiezione di 5 minuti del film-documentario sul Santo e con tre riflessioni di suor Paola: “San Francesco Spinelli – ha precisato – è stato definito come l’angelo tutelare di Rivolta, l’apostolo di bontà ed il puro seguace di Cristo”.




Le scuole cattoliche incontrano San Francesco Spinelli

Una bella mattinata di sole ha accolto in piazza del Duomo e poi all’interno della Cattedrale le centinaia di bambini delle scuole cattoliche che hanno risposto all’invito delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento a fare la conoscenza di san Francesco Spinelli.

A gruppi, colorati e in buon ordine, sono arrivati circa 700 alunni degli istituti Sacra Famiglia, Beata Vergine, Sant’Angelo, Canossa, Trento e Triste e Immacolata di Soresina. Ad attenderli la sagoma di un sorridente padre Spinelli e l’animazione preparata per loro dalle Suore Adoratrici. «Abbiamo voluto dedicare una giornata ai bambini – spiega la madre generale Isabella Vecchio – per avvicinarli a san Francesco, alla sua storia e alla bellezza e all’importanza che questo momento riveste per la nostra Chiesa. E loro, i bambini, sono i più semplici e i più disponibili ad accogliere i valori della santità». E a lasciarsi coinvolgere e stupire da un incontro inaspettato.

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L’incontro con il padre fondatore si è svolto in alcune tappe significative, pensate per coinvolgere i piccoli studenti. Prima i giochi in piazza, pensati per condividere con i visitatori alcuni dei valori che fondano la santità di Francesco Spinelli come il perdono e la generosità. In piazza anche il tempo per scattare una foto di gruppo con la sagoma del Santo.

La vita di padre Spinelli è stata poi raccontata attraverso la proiezione di un cartone animato pensato proprio per spiegarne la vita ai più piccoli, all’interno della chiesetta di san Girolamo.

Il momento centrale della mattinata, però, è stato per tutti il passaggio in Cattedrale per la visita all’urna contenente il corpo del santo. «Un santo buono come il pane, saporito e croccante» hanno spiegato le suore , raccontando ai bambini alcuni episodi emblematici della carità e della santità del padre fondatore, prima del passaggio silenzioso accanto all’urna di cristallo che custodisce le reliquie del santo. Le suore hanno lasciato un segno, un pezzo di pane per ciascuno, e una preghiera: «San Francesco, aiutaci a diventare buoni come il pane».

Prima di uscire ogni gruppo ha sostato per alcuni minuti presso l’altare del Santissimo, per un momento di preghiera. Perché – ha spiegato ancora madre Isabella Vecchio – San Francesco invita tutti ad andare verso Gesù».

 




La cantata sacra su “Amoris Laetitia” diventa un dvd. E il Vescovo lo dona al Papa

Lo scorso 13 ottobre, nella Sala Clementina in Vaticano, il vescovo di Cremona mons. Antonio Napolioni ha donato a Papa Francesco il dvd di “Letizia d’Amore, stelle e precipizio”, la cantata sacra ispirata all’Esortazione Apostolica “Amoris laetitia”, composta dal maestro Federico Mantovani su libretto del poeta Davide Rondoni.

Il dvd, realizzato e prodotto da TeleRadio Cremona, la società che gestisce i media della Diocesi di Cremona, presenta la registrazione audio/video del concerto dello scorso 26 aprile che ha visto la prima esecuzione assoluta dell’opera nella Cattedrale di Cremona.

L’iniziativa di grande successo, promossa da Diocesi, Cattedrale di Cremona, Fondazione Arvedi Buschini e Coro Polifonico Cremonese, aveva dato forma alla volontà condivisa del compositore e del vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, di non disperdere, a poco più di due anni dalla sua promulgazione, la positività e profetica energia del documento pontificio.

L’esecuzione musicale è del Coro Polifonico Cremonese accompagnato dall’Orchestra sinfonica dei Colli Morenici, con il maestro Marco Ruggeri all’organo Mascioni della Cattedrale. Voci soliste il soprano Federica Zanello e il tenore Cosimo Vassallo, con la voce recitante di Alberto Branca.

Da questa settimana lo stesso dvd donato a Papa Francesco è disponibile anche in vendita a Cremona presso i seguenti punti vendita:

  • Libreria Paoline, via Decia
  • CremonaBooks, c/o Bookshop del Museo del Violino, piazza Marconi
  • Libreria Ponchielli, p.za S. Antonio Maria Zaccaria
  • Libreria del Convegno, c.so Campi
  • Libreria Mondadori, p.za Stradivari
  • Ufficio Turistico IAT, p.zza del Comune
  • Disc Jockey 70, vicolo Bordigallo

 

(presto disponibile anche presso le biglietterie di Torrazzo e Battistero)




Azione Cattolica, il 28 ottobre giornata di spiritualità a Caravaggio

Si svolgerà domenica 28 ottobre presso il Centro di spiritualità del Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, la giornata di spiritualità che apre il percorso formativo annuale di Aziona Cattolica, intitolato “Generatori”, ispirato alle figure evangeliche di Marta e Maria nella casa di Betania (Lc 10, 38-42) e alla frase di Gesù: «Di una sola cosa c’è bisogno”.

“Accogliere per generare” è il tema scelto per questa giornata che proporrà una riflessione sul brano evangelico (Lc 19, 1-10) dell’incontro di Gesù con Zaccheo a Gerico. L’inizio dei lavori è programmato per le 9.45 e il viaggio in pullman verso Caravaggio prevede due punti di partenza in diocesi: da Bozzolo (ore 7.30 sulla piazza della chiesa) e da Cremona (ore 8.10 nel piazzale di Porta Venezia). E’ possibile arrivare a Caravaggio anche con mezzi propri segnalando la propria adesione entro giovedì 18 ottobre presso gli uffici di AC (0372 23319).

Il percorso formativo proseguirà con altri momenti a Cremona e Bozzolo/Rivarolo Mantovano e con la “due giorni di spiritualità” a Bienno (Bs) in programma il 6 e 7 aprile 2019. Chiuderà poi la settimana “Giorninsieme” a Marina di Pietrasanta, dal 4 all’11 giugno, a completamento del percorso per le persone anziani.