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A Vailate l’oratorio è a misura di bambino

Un ambiente di gioco espressamente dedicato ai bambini di età compresa fra 3 e 5 anni. È il nuovo spazio-bimbi dell’oratorio Don Bosco, benedetto dal parroco don Natalino Tibaldini ed inaugurato nel pomeriggio di domenica 25 novembre alla presenza di decine fra genitori e bambini, dei volontari e delle catechiste della parrocchia e di un gruppo di adolescenti molto attivo negli ultimi tempi in oratorio.

Ricavato nella saletta del bar ristrutturata da capo a piedi lo scorso anno dall’associazione locale “Bello come il sole”, lo spazio-bimbi nasce da un un’esigenza manifestata da un genitore ai volontari della parrocchia e alle catechiste. “Una mamma – spiega una delle volontarie dell’oratorio – ci ha posto il problema, dicendo che nel momento in cui lei veniva al san Giovanni Bosco con il suo bambino piccolo, questi non aveva uno spazio per giocare. Ci abbiamo pensato ed è nata l’idea di allestire un apposito spazio per i bambini di età da scuola materna individuando la saletta restaurata da Bello come il sole. In questo modo i bambini possono interagire ed integrarsi con dei loro coetanei in uno spazio protetto mentre i loro genitori, se ancora non l’avessero fatto, possono avvicinarsi alla realtà oratoriale”.

Lo spazio-bimbi sarà aperto negli orari di apertura del bar dell’oratorio. Al suo interno vi sono giochi, arredi ed un angolo per la lettura, dotato sia di libri per bambini che di libri educativi per i loro genitori. In occasione della giornata inaugurale alcuni adolescenti hanno animato la struttura mentre suor Giorgia Da Pozzo, l’Adoratrice che presta servizio in parrocchia, un altro gruppo di adolescenti e le catechiste hanno animato dei laboratori creativi. L’idea è gli stessi adolescenti la domenica pomeriggio si alternino nell’accoglienza presso lo spazio-bimbi.




A Folgaria tre giorni dedicati alla famiglia e ai giovani

Quest’anno nella Casa Alpina di Folgaria, dal 16 al 18 novembre, si sono vissute in contemporanea tre differenti esperienze: il primo dei fine settimana formativi per le famiglie che seguono il percorso triennale diocesano, l’incontro delle equipe che seguono gli itinerari in preparazione al matrimonio, un incontro formativo per giovani che hanno un ruolo educativo negli oratori. Questa concomitanza è stata voluta dalle aree «Comunità educante, famiglia di famiglie» e «In ascolto dei giovani» come piccola espressione di quel cammino verso una Chiesa sempre più viva e capace di relazioni fraterne.


Non si è dunque trattato semplicemente di svolgere attività in parallelo, come ospiti di uno stesso edificio, ma di vivere con spirito di comunione sia quanto veniva proposto dai vari percorsi anche i momenti della quotidianità. Lo stile è stato quello della famiglia. Ci si è venuti incontro per trovare degli orari che cercassero di soddisfare le diverse esigenze, si è accettato di svolgere parte dei lavori in una sede esterna per permettere ai bambini di avere più spazi per giochi e compiti, si è accettato tranquillamente qualche disguido dovuto all’allegro caos di 130 persone. Lo stile di famiglia si è respirato anche nel gioco serale in cui adulti e giovani si sono sfidati in prove che evocavano le varie età della vita: leggerezza e sane risate, ma anche occasione informale per condividere una ricerca e una scelta vocazionale, sintetizzabile in domande come: «Vi sposereste ancora?», «Che cosa vi piace vedere in una coppia sposata?».
Questi giorni sono stati per le coppie occasione per testimoniare la gioia per la scelta matrimoniale e per tutti momento in cui guardarsi, ascoltarsi, accogliersi, percepirsi in cammino insieme, nel realizzare nelle nostre differenti storie quella comune chiamata alla santità espressa dall’esortazione “Gaudete et Exsultate”.

Ufficio Famiglia




Empori solidali, una grande storia di volontariato

Sono oltre 180 gli empori solidali in Italia, diffusi in quasi tutte le regioni. Una forma di contrasto della povertà che ha vissuto una crescita impressionante negli ultimi tre anni e che permane in grande espansione, con una ventina di nuove aperture già previste nei prossimi mesi.

Caritas Italiana e CSVnet (l’associazione dei centri di servizio per il volontariato) hanno indagato il fenomeno e realizzato il loro 1° Rapporto nazionale sul tema, che sarà presentato mercoledì 5 dicembre a Roma – Aula magna della Facoltà di Architettura di Roma 3, quartiere Testaccio – nell’ambito della manifestazione organizzata insieme al Forum terzo settore in occasione della 33ma Giornata internazionale del volontariato, che avrà inizio alle ore 10.

Ed è proprio una “Grande storia di volontariato”, quella degli empori. Nati alla fine degli anni 90 e sviluppati dopo il 2008 in forma più organizzata, si affiancano alla tradizionale distribuzione delle borse-spesa, per aiutare le persone in stato di povertà con ulteriori servizi di accompagnamento.

Gli empori sono servizi simili a un negozio o a un supermercato dove individui o famiglie in situazione di difficoltà economica, accertata in base ad alcuni parametri, possono recarsi per scegliere prodotti (cibo, vestiti, articoli per la casa ecc.) in base ai propri gusti e necessità, acquisendoli gratuitamente, attraverso una tessera a punti.

L’intento di Caritas Italiana e CSVnet, le cui reti sono spesso protagoniste nella promozione degli empori, è stato anzitutto quello di ricostruire una geografia degli empori, per poi portarne alla luce i principali aspetti quantitativi. Oltre a fornire l’anagrafica, la storia e la distribuzione territoriale degli empori, il Rapporto descrive le principali modalità organizzative, i criteri di accesso, il personale (per lo più volontario), i numeri e le caratteristiche dei beneficiari, la tipologia e la provenienza dei beni e delle risorse economiche per il funzionamento.

Si tratta di una raccolta di dati che aprirà la possibilità di indagare con ricerche più approfondite ciascuno di questi aspetti. Alla presentazione parteciperanno tra gli altri il direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu, il presidente di CSVnet Stefano Tabò. Presenteranno i dati Monica Tola (Caritas Italiana) e Stefano Trasatti (CSVnet). Sono inoltre previste le testimonianze di tre esperienze locali: l’“Emporio della solidarietà” di Oria, l’emporio “La stiva” di Genova e la Rete degli empori solidali dell’Emilia-Romagna.




Castelleone, i giovani raccontano la loro estate missionaria

“Dall’io al noi”, è stata la frase con la quale don Vittore Bariselli ha aperto la serata dove i ragazzi dell’Oratorio di Castelleone hanno raccontato la loro esperienza in terra africana: giovedì 22 novembre è toccato al gruppo che si è recato in Mozambico, mentre giovedì 29 sarà la volta delle ragazze che sono state in Kenya.

Ma “Dall’io al noi”, è stata anche la frase che è stata declinata in vario modo da tutti i ragazzi per raccontare le diverse emozioni e i tanti incontri vissuti nei venti giorni trascorsi in Mozambico. Don Vittore ha voluto sottolineare che in Africa è andato l’oratorio di Castellone per regalarsi l’occasione di fare spazio dentro di sé così da poter accogliere Dio e gli altri e per vedere con i propri occhi e per toccare con mano la presenza della vera povertà.

Dopo un video che ha dato una panoramica generale della zona di Gurué, città situata nel nord del Mozambico, ogni partecipante ha parlato della propria esperienza: Anita e Miriam raccontando la scansione della giornata e i vari impegni presso la sede del Centro Polivalente e presso l’asilo della parrocchia San Carlo, con i giochi, i balli e le tante attività con i bambini. Silvia ha raccontato la soddisfazione per aver vinto i suoi timori e quelli della sua famiglia nell’affrontare il viaggio, la lontananza, le persone sconosciute. Rebecca e Anna hanno cercato di dare le motivazioni che le hanno spinte a partire, trovandone conferma nella grande e disarmante umanità dei bambini. Sara ha parlato degli incontri straordinari che sono avvenuti: i bambini, i padri Marcus, Francesco, Claudino e le suore dell’orfanatrofio. Tommaso ha messo in evidenza le contraddizioni forse dovute ai modelli non positivi del nostro modo di vivere: possedere una moto o un cellulare sembra essere più importante del soddisfacimento di bisogni essenziali come il cibo, una casa, l’istruzione, la salute. I due veterani del gruppo, invece, hanno avuto l’occasione di placare per la seconda volta il mal d’Africa e l’hanno colta: per Clara è stato come ritornare a casa, ritrovare luoghi e persone care, per poi riportare anche a Castelleone il desiderio di fare qualcosa per gli altri; per Antonio la molla è stato il desiderio di aiutare, il primo aiuto e il più importante la preghiera, ma altro si può fare mettendo a disposizione le proprie competenze, con aiuti in denaro e con le adozioni a distanza. Le testimonianze di don Vittore e dei ragazzi hanno fatto comprendere ai numerosi presenti presso la Sala della Comunità Giovanni Paolo II che l’esperienza in Mozambico li ha toccati nel profondo, anche perché si sono confrontati con una realtà di Chiesa viva e autentica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




I giovani cantano per l’unità dei cristiani

Un ecumenismo all’insegna del domani, della fiducia, della freschezza: per questo sei gruppi musicali giovanili delle comunità cristiane di Cremona cattolica, metodista e avventista si ritroveranno a condividere, con un linguaggio indiscutibilmente universale, la loro unica fede.
Così domenica 25 novembre alle ore 17, presso l’Auditorium del Seminario vescovile, in via Milano 5, monsignor Antonio Napolioni, Vescovo di Cremona, Nicola Tedoldi, Pastore della Chiesa Metodista di Cremona–Piacenza, e Franco Evangelisti, Pastore delle Chiese Avventiste del Settimo Giorno, vivranno un momento di autentica fraternità, insieme al Gruppo Musicale della Chiesa Metodista di Cremona–Piacenza, al Grande Coro Diocesano di Cremona, al Coro «S. Siro» di Sospiro, al «Corinsieme» di Cella Dati, Derovere e Pugnolo, al Gruppo «Diapason» di Manerbio e al «Choeur St. Michel Archange» della Comunità Ivoriana di Cremona che saliranno sullo stesso palco.
Non si tratterà di un concerto in senso stretto: sarà, piuttosto, l’occasione di ritrovarsi, attraverso una modalità artisticamente pregevole, per testimoniare gli uni agli altri che, appunto «tante sono le voci, ma una è la fede» in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e che, per questo, i giovani cristiani hanno accettato e desiderano «cantare per l’unità», come è precisato nella proposta dell’iniziativa. Non solo: durante l’esecuzione dei brani, con i linguaggi espressivi tipici dei giovani e da loro acquisiti, saranno offerti con modalità multimediale il significato del cammino ecumenico e le sue prospettive, attraverso il racconto dei passi compiuti e degli eventi fondamentali vissuti, della attualità dell’ecumenismo e delle sue prospettive, con riferimento fedele e costante al Magistero.
Una proposta, dunque, che vuole calare la riflessione e il cammino ecumenico nella realtà della Chiesa di oggi, estremamente attenta ai giovani che ama, come testimoniano i recenti Sinodi a loro dedicati: quello universale che si è celebrato lo scorso ottobre a Roma e quello della Diocesi di Cremona, per la conclusione del quale è attesa per le festività natalizie la Lettera pastorale del Vescovo.




Da Baires al Vaticano. Momenti della vita di Jorge Mario Bergoglio

Si è aperta nel pomeriggio di giovedì 22 novembre la rassegna culturale Polo d’attrazione che vede impegnato, per il secondo anno consecutivo, l’Istituto Superiore G. Romani di Casalmaggiore. L’idea è nata lo scorso anno dalla dirigente scolastica dott.ssa Luisa Caterina Maria Spedini e da alcuni docenti, che hanno scelto di interagire con la cittadinanza costruendo momenti di riflessione condivisa, a partire dalle suggestioni offerte dal fermento culturale del territorio.

Dopo una prima sperimentazione dedicata a Giuseppe Diotti, quest’anno il tema proposto è l’Argentina, in linea con l’attuale rassegna Stupor Mundi – Argentina, organizzata e promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di Casalmaggiore e coordinata dal direttore artistico del Teatro di Casalmaggiore dott. Giuseppe Romanetti. 

In questo contesto, e alla presenza di tutti i protagonisti, è stata introdotta dal prof. Stefano Prandini la prima conferenza dell’anno: Da Baires al Vaticano. Momenti della vita di Jorge Mario Bergoglio, che ha avuto come relatore don Antonio Agnelli, consulente ecclesiastico ACLI Cremona, nonché noto esperto di Oscar Romero e della storia della chiesa in Latino America. Il tentativo, pienamente riuscito, è stato quello di tracciare in poche battute il percorso di vita che ha condotto l’uomo Bergoglio a divenire il Papa delle periferie, dei poveri, degli ultimi.

Scorrendo le pagine di una densa bibliografia e percorrendo anno per anno i suoi progressi, le frenate, le scelte (talora difficili e non comprese) e infine l’arrivo al soglio di Roma, don Agnelli ha avuto la capacità di raccontare come un uomo comune, tifoso di calcio e amante del tango, abbia saputo apportare una notevole svolta nella vita della chiesa una volta divenuto Pontefice.

Si è partiti dagli anni del noviziato presso la Compagnia del Gesù in Argentina (fine anni ’50), caratterizzati dall’apprendimento di austerità e sobrietà, che diventeranno tratti distintivi di Bergoglio, per giungere agli anni trascorsi in Cile (primi anni ’60), ricordati per l’impronta mistica e sociale fornita al suo apostolato, avvenuta grazie all’incontro con Alberto Hurtado, gesuita cileno impegnato socialmente e fondatore del primo sindacato cristiano cileno.

Senza astenersi dall’affrontare il delicato tema della permanenza in Argentina durante la dittatura del General Videla, don Agnelli ha analizzato le critiche piovute su Bergoglio circa la sua presunta carente difesa dei gesuiti, dei quali è stato provinciale (responsabile) proprio negli anni che vanno dal 1973 al 1979. Periodo, questo, in cui nascono quelle che don Agnelli definisce le Teologie della Liberazione, cui molti sacerdoti aderiscono, in alcuni casi arrivando ad abbandonare il magistero per raggiungere il popolo nelle periferie, pronti taluni ad imbracciare le armi e combattere la giunta militare. L’accusa rivolta a Bergoglio è di non aver difeso i suoi al punto da aver indirettamente consegnato alla dittatura i tanti ministri che partecipavano alla rivoluzione. È invece lungo l’elenco dei nomi delle persone salvate nel silenzio (cf. Nello Scavo, La lista di Bergoglio. I salvati da Francesco durante la dittatura, Emi ed., 2013) e sono molte le riflessioni suggerite per contestualizzare e comprendere meglio il comportamento avuto da Bergoglio.

Negli anni successivi alla dittatura la sua vita cambia notevolmente: riprende gli studi, tra il 1980 e il 1986 è rettore del collegio di San Giuseppe in Argentina, nel marzo 1986 si trasferisce in Germania per ultimare la tesi dottorale e dal 1990 al 1992 viene destinato a tornare in Argentina in qualità di direttore spirituale e confessore per la chiesa gesuitica a Cordoba. Sono quelli che Bergoglio stesso ama definire gli anni della purificazione. Il 28 febbraio 1998 la svolta: viene eletto arcivescovo di Buenos Aires e intraprende così il percorso che lo porterà al soglio pontificio. Quando nel 2007 partecipa ad Aparecida (Brasile) alla V Conferenza generale dell’episcopato latino-americano e dei Caraibi, nel documento conclusivo stilerà quello che oggi potremmo definire il suo programma pontificale: vicinanza ai lontani, agli ultimi, ai malati, ai carcerati, ai poveri e promozione di una pastorale popolare, che sostenga le novene, le vie crucis, le feste patronali, i pellegrinaggi. È il modo della chiesa per essere vicino al popolo di Dio in cammino, pur mantenendosi lontana dall’approvare le idolatrie, siano esse conseguenza della deriva del comunismo che dimentica la centralità della persona, siano il risultato di un capitalismo selvaggio. In questo papa Francesco si ispira a due grandi profeti suoi predecessori: Leone XIII nella sua enciclica Rerum Novarum e Paolo VI in Populorum Progressio.

Partendo da questi presupposti, don Agnelli ha tracciato la lunga evoluzione spirituale e pastorale dall’uomo Bergoglio, che ha vissuto una storia densa e complessa, a papa Francesco, per cui la fede è elemento naturale nella vita delle persone e si attua nell’esperienza, nella realtà, nella capacità di puntare il dito contro ogni sistema che conduce l’uomo ad essere scarto, fuori dalla società, non-persona. Mentre l’uomo si riscopre cristiano quando si dichiara che la vicinanza ai poveri non è la moda di un pontificato ma il cuore del Vangelo. E nel Vangelo c’è la gioia di vivere. L’Evangelii gaudium, appunto.




Al via il quinto anno della Scuola di canto Gregoriano

Prenderà il via sabato 1° dicembre a Cremona il quinto anno della “Scuola di canto gregoriano”, nata nel 2014 dalla collaborazione tra il maestro Fulvio Rampi (direttore dei Cantori Gregoriani) e l’Accademia Corale Teleion di Poggio Rusco (MN), con gli importanti patrocini del Comune di Cremona, del Pontificio Istituto di Musica Sacra (Roma), dell’Associazione Italiana Santa Cecilia e dell’Unione Società Corali Lombarde (USCI).

Cinque incontri in giorno di sabato (dalle 10 alle 19) da dicembre 2018 a maggio 2019 rivolti in particolar modo a direttori di coro, cantori, organisti, liturgisti ma anche a tutti coloro che desiderano scoprire il grande tesoro che la tradizione millenaria della Chiesa ha consegnato attraverso i secoli.

Il corso, che si terrà anche quest’anno presso la parrocchia di Sant’Abbondio in Cremona grazie alla piena disponibilità del parroco don Andrea Foglia, ha già ricevuto oltre sessanta iscrizioni da tutto il nord e centro Italia, e si inserisce in un’ottica di promozione della pratica della musica e del canto liturgico in risposta ad una crescente richiesta di arte, bellezza e pertinenza liturgica da quanti, negli ultimi anni, hanno frequentato i seminari e i corsi estivi di studio del Canto Gregoriano organizzati dalla Accademia Teleion in collaborazione con i Cantori Gregoriani di Rampi.

Maggiori e più dettagliate informazioni sull’organizzazione sul sito www.scuoladicantogregoriano.it




Sovvenire, una domenica “Insieme ai sacerdoti”

Domenica 25 novembre, dedicata a Cristo Re, è la Giornata Nazionale di sensibilizzazione delle Offerte Insieme ai sacerdoti che ricorda ai fedeli il loro valore ecclesiale e sociale. Si celebra nelle parrocchie italiane da 30 anni ed in questa edizione le locandine reciteranno “78.289 fedeli sono insieme ai sacerdoti, con le famiglie, i giovani, gli ultimi. Sostieni anche tu i sacerdoti con un’offerta”. L’anno scorso, infatti, 78.289 fedeli hanno effettuato una donazione per il sostentamento dei sacerdoti diretta all’Istituto Centrale Sostentamento Clero (ICSC); non molte se paragonate al numero dei cattolici italiani, ma Offerte comunque molto preziose.

Destinate all’ICSC, queste Offerte sono uno strumento perequativo e di solidarietà nazionale scaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività pastorale dei 35mila sacerdoti diocesani. Infatti da 30 anni essi non ricevono più uno stipendio dallo Stato ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento, anche attraverso queste Offerte (destinate unicamente al sostentamento del clero diocesano e sono deducibili dal reddito complessivo, ai fini del calcolo dell’Irpef, fino ad un massimo di 1.032,91 euro all’anno).

“Comunione e solidarietà non sono opzionali per i cristiani, sono l’essenza della Chiesa -spiega Mons. Donato Negro, Arcivescovo di Otranto e Presidente del Comitato CEI per il sostegno economico ecclesiale- L’Offerta per il sostentamento dei nostri sacerdoti ci chiama a porci a fianco delle necessità dei presbiteri, perché ciascuno dia per quanto può dare e riceva per quanto necessita. Il dono è e fa la Chiesa, e San Paolo ci insegna che ogni obolo ecclesiale non può essere vissuto come limitato alla sfera dell’avere, ma parla della nostra identità di credenti, di chi -con lo sguardo al Signore- vive pienamente in un orizzonte di grazia”.

“E’ tempo di guardare ai sacerdoti non come a persone che possono fare tutto, ma a ministri dei sacramenti e annunciatori del Vangelo che hanno bisogno della vicinanza e dell’affetto delle comunità che servono.

E che sono affidati ai fedeli per il sostentamento -afferma Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Promozione CEI per il sostegno economico alla Chiesa- Anche Papa Francesco ci ricorda l’importanza di questa vicinanza ai nostri preti. L’Offerta è un contributo speciale, da introdurre stabilmente nella nostra vita cristiana, ripetendolo qualche volta l’anno, perché ci incammina su una nuova strada di comunione con la Chiesa. Basterà anche un piccolo importo, ma donato in tanti, perché raggiunga tutti i preti diocesani in Italia, non soltanto il nostro”.

E a partire dal 25 novembre (e fino a Natale) la tv e la stampa cattolica supporteranno questa Giornata Nazionale. Gli spot da 30 e 15 secondi in formato web verranno promossi anche su Facebook www.facebook.com/insiemeaisacerdoti. La pagina è molto seguita e racconta la missione dei sacerdoti attraverso storie vere presentate ogni mese nello spazio “Insieme a Don” con foto, interviste, documentari.

Nel 2017 sono state raccolte 102.820 Offerte, per un totale di 9.609.811,21 euro. L’iniziativa è promossa dal Servizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa cattolica e si avvale del supporto di una rete di 225 incaricati diocesani che, con la collaborazione dei referenti parrocchiali, affiancano i parroci nella sensibilizzazione al tema.

(sovvenire.chiesacattolica.it)




Avviso, gli Uffici di Curia resteranno chiusi dal 21 al 23 novembre

Si comunica che gli uffici di Curia di piazza Sant’Antonio Maria Zaccaria resteranno chiusi nelle giornate di mercoledì 21, giovedì 22 e venerdì 23 novembre.




Volontari di Soresina, verso il 25° con una nuova presidente

Magda Maestroni è stata scelta, a maggioranza, quale nuovo presidente dell’Associazione “Volontari di S. Siro” per il triennio 2018 – 2021. A lei il compito, ha sottolineato il parroco don Angelo Piccinelli, di rappresentare unitariamente l’associazione e coordinare i diversi gruppi che, nei più svariati settori, servono i singoli e la collettività a Soresina “secondo lo spirito dell’autentico umanesimo cristiano”.

I Volontari di San Siro, infatti, operano ormai da 24 anni per la comunità di Soresina attraverso gruppi ben organizzati, ciascuno con una propria mission attraverso una serie di servizi rivolti, per lo più, a categorie fragili o bisognose di maggiori attenzioni. I gruppi con cui i Volontari di S. Siro operano sono 11, ovvero:

  • Il Centro di Ascolto è un punto di riferimento per molte persone e famiglie in difficoltà; offre accoglienza, ascolto, condivisione, assistenza ed aiuti concreti secondo i bisogni emergenti.
  • Il Gruppo Insieme nell’Età garantisce una presenza quotidiana delle volontarie presso la Casa di Riposo Antonio Zucchi e Maria Falcina, per prestare assistenza agli anziani, soprattutto nella fase di accoglienza e di inserimento nella struttura.
  • Il Gruppo Famiglie Solidali, in collaborazione con i Servizi Sociali e la Scuola, aiuta le famiglie nell’assistenza, nella preparazione scolastica e nella formazione dei figli.
  • Il Gruppo Non Più Soli presta attenzione alle persone anziane sole visitandole settimanalmente, tenendo viva la loro capacità di relazione, alleviando la triste esperienza della solitudine.
  • Il Centro Terza Età organizza occasioni di incontro, divertimenti, feste e gite per riempire di serenità le giornate di molti anziani.
  • Il Gruppo Amico di Vetro affianca i ragazzi diversamente abili e le loro famiglie creando occasioni d’incontro, di relazione, di allegria.
  • Il Gruppo Ambulatorio, ogni giorno, con costante disponibilità, offre assistenza infermieristica presso l’Ambulatorio Parrocchiale.
  • Il Gruppo Nuovo Robbiani garantisce assistenza durante i pasti ai degenti anziani e non autosufficienti dell’Ospedale Nuovo Robbiani.
  • Il Gruppo Ariadello si occupa della custodia del Santuario e della manutenzione del parco (meta sempre più apprezzata di passeggiate dai soresinesi) e fa da perno per l’organizzazione della Sagra del Santuario.
  • Il Gruppo Custodi gestisce il Palasirino, favorendo l’attività sportiva dei giovani.
  • Il Gruppo Cultura promuove la Festa dei Volontari di San Siro e si occupa della gestione contabile ed amministrativa dell’associazione.

I Volontari di San Siro sono stati fondati il 16 settembre 1994 e nel 2019 festeggeranno il 25° di fondazione e sarà proprio la nuova presidente a traghettare l’associazione verso questo importante traguardo, tra tradizione e innovazione.

Ed è proprio la presidente ad anticipare qualche indiscrezione sul venticinquesimo: “In occasione del XXV vorremmo proporre una manifestazione in piazza per ricordare che i Volontari, da 25 anni, con la loro opera, spesso silenziosa, sono al fianco dei soresinesi e dei loro bisogni. Per prepararci all’evento in piazza, entreremo nelle case dei soresinesi con il calendario del venticinquesimo. Nulla di eclatante, perché fondamentale è essere fedeli alla nostra mission e continuare a proporre le nostre opere di volontariato, ecco perché l’anno del venticinquesimo sarà dedicato soprattutto a cercare nuovi volontari per garantire continuità alla nostra associazione. L’impostazione che ci siamo dati, dopo 25 anni, è ancora attuale, ma è basata sulle persone e da loro, come nuova presidente, è mia intenzione ripartire, per aumentare il numero dei volontari”.

E nel frattempo, una vetrina per i Volontari di San Siro è stata creata anche sul bollettino parrocchiale “La Via” dove è stata inaugurata una rubrica fissa.