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Giornata Mondiale contro l’AIDS: a Cremona c’è una casa che dà un volto alla speranza

Un giardino curato, una struttura ordinata  e pulita e un andirvieni di infermieri, operatori, suore, parenti e medici accoglie chi entra a Casa Speranza, in via Borgo Loreto a Cremona. Così è stato ieri, pochi minuti prima che iniziasse la Santa Messa nel giorno dedicato alla lotta mondiale contro l’Aids.

Difficile muoversi tra le tante persone presenti, tutte lì per un motivo: chi è ricoverato, chi è venuto a trovare un parente, chi ci lavora, chi è amico di quest’opera -discreta ma grandissima -che dal 2001 ha aiutato centinaia di persone ad affrontare una malattia impietosa e, a volte, anche la morte. Eppure il messaggio dato durante l’omelia da don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per il Clero e il Coordinamento pastorale, non ha avuto toni foschi.

“Quando sono arrivato qui oggi”, ha esordito, “ho letto subito l’insegna fuori dal cancello: ‘Casa della speranza’. Se a Cremona ci fosse un negozio che vende la speranza ci sarebbe il pienone, perché la speranza è un bene raro ormai e la gente sarebbe disposta a dare qualunque cosa per averne. Qui però non siamo in un negozio”. E allora – ha proseguito – “perché chiamare ‘Casa della speranza’ un posto dove si accolgono tante fragilità? Non è ironico. Tutto quello che vendono fuori, sono inganni. Noi invece abbiamo capito che la speranza non è data dalle cose, ma dall’accogliere le persone. Quando uno si sente preso a cuore, quando non è un numero ma un volto e la sua storia viene accolta, esce dalla paura: torna a vivere.  E capite che questo non si può comprare, lo si può solo accogliere come dono. Un dono insperato. Cosa fa alzare il capo? Qualcuno che guarda te, che ti regala il suo tempo. La speranza ha un nome: è il fratello, volontario, infermiere, il volto che si è preso cura di te. E questa èuna cosa che puoi fare anche tu”, dice rivolto ai dieci pazienti oggi in cura nella struttura. Ma, conclude, “non è tutto. All’ingresso troviamo una stanza dove non c’è qualcosa, ma Qualcuno. Un pezzo di pane. Oggi inizia l’Avvento e ci ricorda che Dio non ha promesso miracoli o effetti speciali, ma che si è dato a noi, che ci fa compagnia. E’ la presenza di un Dio che dice “io non ti mollo, sono con te, per me hai un destino meraviglioso”. Dio-con-noi. Dio non si concepisce solo, ma è presenza che ci accompagna. Questo luogo può essere speranza per tanti altri. Buon cammino di Avvento a tutti! Siamo annunciatori del fatto che Cristo Gesù è la nostra speranza, non dimenticatelo”. Alla fine della celebrazione sono intervenuti brevemente don Antonio Pezzetti, che ha ringraziato i tanti amici presenti che negli anni non hanno mai smesso di supportare l’opera, e il dottor Giuseppe Carnevale, medico infettivologo tra i primi a veder nascere e volere quest’opera, che ha fatto il punto dell’evolversi del virus HIV nel mondo. Proprio con lui abbiamo avuto la possibilità di scambiare due parole a margine della messa.

“Chi è ospite oggi della Casa della Speranza, vive un’esperienza di accompagnamento. Non è sempre facile, certo; qui entrano pazienti con Aids conclamato, che hanno avuto percorsi di vita diversi. Molti l’hanno presa per via sessuale, l’età è molto variabile: si va dai 30 anni agli 80 e più. E i pazienti provengono non solo dal cremonese ma anche da province limitrofe o dall’estero (ci sono un africano e un brasiliano)”, racconta. “Non possiamo fare miracoli, ma cerchiamo di curare la persona dal punto di vista fisico (con la possibilità di essere seguiti dal punto di vista farmacologico in maniera costante) e umano. Ecco perché l’impegno maggiore è quello di dare un aiuto nella quotidianità, nelle piccole cose di tutti i giorni: la pulizia personale, la cura dell’alimentazione, piccoli momenti di impegno o svago dove non sentirsi solo malati ma persone. In tutto questo opera uno straordinario personale infermieristico e medico, insieme ad alcune suore e 4 educatori. Si cerca di riallacciare i rapporti famigliari (i parenti possono venire a visitare i loro congiunti) anche se a volte la situazione è talmente compromessa che i pazienti sono stati abbandonati e isolati da tutti. Ci sono poi persone in carrozzina o anziane il cui rientro in società è più difficile. Ma, come recita il nome dell’opera, non ci facciamo abbattere dalle fatiche perché si continua a sperare, sempre”.




A San Luca le messe di Avvento sono “degli artisti”

Nelle quattro domeniche di avvento, la Messa delle 21 nella chiesa di San Luca sarà la messa degli artisti, grazie al progetto dei Barnabiti «L’arte che nutre l’attesa». Saranno gruppi di artisti, soprattutto giovani, ad animare la liturgia secondo diversi linguaggi che interpreteranno i temi centrali dell’attesa, della luce e dell’incontro.

Il primo appuntamento è per la Messa di domenica 2 dicembre che sarà animata da un coro femminile, con la proposta di un repertorio liturgico tra tradizione classica e corale del rinnovamento. Il 9 dicembre il linguaggio dell’arte figurativa accompagnerà l’omelia di padre Giorgio Viganò, che farà riferimento ad alcune tele anche di artisti locali nel commento alla Parola della seconda domenica d’Avvento.

Il 16 dicembre, domenica Gaudete, l’animazione artistica vedrà un momento precedente, alle 20, con la proposta della sonata op.110 di Beethoven come commento in musica alla vita di Cristo, mentre la liturgia sarà animata con espressioni di danza e colori.

Infine il 23 dicembre sarà il linguaggio teatrale a rievocare il tema dell’incontro tra Maria ed Elisabetta e a stimolare la riflessione sulla maternità di Maria.

Il percorso si propone in particolare di valorizzare la chiesa di San Luca, la cultura dei Barnabiti e di coinvolgere artisti e giovani nell’animazione liturgica. Tanto che si sta già pensando ad un percorso artistico quaresimale con l’idea di una installazione sul tema della risurrezione nel tempietto affrescato che sorge sul piazzale della chiesa.




Il messaggio «inascoltato» di don Primo Mazzolari

Si svolgerà giovedì 29 novembre a Parigi il convegno internazionale dedicato alla figura e al pensiero di don Primo Mazzolari organizzato da Missione Permanente della Santa Sede presso l’UNESCO e Diocesi di Cremona con il patrocinio dell’UNESCO e in collaborazione con la Fondazione «Don Primo Mazzolari». Il tema su cui interverrà anche il segretario di Stato Vaticano card. Pietro Parolin è «Il messaggio e l’azione di pace di Don Primo Mazzolari». Un tema toccato anche da don Bruno Bignami, postulatore della causa di Beatificazione di don Mazzolari, nell’intervista rilasciata al settimanale Mondo Padano. 

Nell’intervista, realizzata da Carla Parmigiani per il settimanale cremonese, don Bignami affronta alcuni dei temi più cari a don Primo: il rapporto tra Chiesa e mondo, l’attenzione agli ultimi, il legame con la terra, il dialogo con la cultura del proprio tempo, l’esperienza del dolore e del rifiuto, e – appunto – il grande discorso sulla pace.

Qui il pdf dell’intervista

«Quanto poi al suo messaggio sociale, pacifista e attento ai poveri, è stato una conseguenza della sua spiritualità evangelica. “Tu non uccidere” è un comandamento che interpella la storia di ognuno e la prossimità ai poveri non può che avvenire nel coraggio della condivisione».

«Oggi qualsiasi messaggio sociale è inascoltato – riflette don Bruno Bignami -. Siamo così intrisi di individualismo che leggiamo qualsiasi tema sociale come un intruso nella nostra vita e ci siamo anestetizzati alle grandi questioni del nostro tempo. Tutto passa sopra le nostre teste e nessun problema che riguardi le persone e la società ci scalda il cuore. Preferiamo divano e pantofole alla strada e al volto dei fratelli. Abbiamo bisogno di ricostruire la nostra umanità a partire dalla vocazione che ci contraddistingue: siamo fatti per la comunione e per vivere nella società». «Lo stile – aggiunge – era quello di aiutare le persone a smuoversi dall’indifferenza e dal torpore. Nella vita ognuno deve imparare a scendere in campo: è una sconfitta per tutti lo stare in panchina…»

 




Merenda con Gesù, l’iniziativa di Famiglia Buona Novella per bimbi e genitori

Si svolgerà domenica 9 dicembre il secondo appuntamento con “Merenda con Gesù”, l’esperienza proposta e condivisa da Famiglia Buona Novella presso la sede di Cascina Moreni (dalle 16.30).

“Merenda con Gesù” è una proposta rivolta ai bambini di fascia 2-6 anni, ma anche ai loro genitori, che potranno scoprire che si può trasmettere amore ai propri bimbi partendo dalle parabole di Gesù: dopo una merenda insieme ci lasceremo condurre dalle parole di Gesù e dai nostri bambini attraverso narrazioni, giochi e attività coinvolgenti per grandi e piccini.
Un’occasione di incontro in cui parlare un linguaggio molto concreto, fatto di esperienze, passione e intuizioni preziose che aiutano i genitori a vivere le “cose alte ed importanti” con la semplicità dei bambini.

Se ci sono altri fratelli più piccoli o più grandi potranno partecipare ugualmente.




Dna modificato. “Scienza e Vita”: forti implicazioni etiche

Forti perplessità in queste ore, della comunità scientifica mondiale sull’annuncio fatto dallo scienziato cinese He Jiankui, il quale afferma che avrebbe modificato il Dna di due embrioni femminili e di averli impiantati nel grembo di una donna. Un mese fa sono quindi nate due gemelle; l’obiettivo della manipolazione genetica era rendere immuni le bambine al virus dell’Hiv ereditato dal padre.

Si aspettano verifiche e conferme

L’esperimento sarebbe riuscito solo su una delle due bambine ma al momento non ci sono conferme ufficiali visto che le scoperte scientifiche devono essere comunicate sulle riviste specializzate e non con un video sul web come è invece successo nella fattispecie. Oltre tutto l’università cinese di Shenzhen, presso la quale lavora il ricercatore He Jiankui, ha smentito di essere stata messa al corrente dell’esperimento.

La Cina apre indagine sul caso

Intanto in Cina, la Commissione Nazionale per la Sanità ha ordinato “un’immediata indagine” sul caso, riporta l’agenzia Xinhua, citando una nota della stessa Commissione che si dice “fortemente preoccupata” per le affermazioni del ricercatore di Shenzhen. Ieri, l’ufficio di Shenzhen della Commissione ha reso noto di non avere prove sull’esperimento che il ricercatore, in congedo non pagato dal febbraio scorso presso l’ateneo per cui lavorava, dichiara di avere compiuto. Nelle stesse ore, un gruppo di 122 scienziati in una lettera aperta ha definito “pazzesco” l’esperimento che il ricercatore dichiara di avere condotto, definendo rischioso l’utilizzo della tecnica Crispr-Cas9 per l’alterazione dei geni negli embrioni umani. Critiche e perplessità sono state avanzate, con toni diversi, da parte di molti prestigiosi scienziati di tutto il mondo, che chiedono di tenere sotto controllo la vicenda.

Scienza e Vita: implicazioni etiche nel metodo e nel merito

Nell’intervista rilasciata a VaticanNews il presidente dell’associazione Scienza e Vita, Alberto Gambino, spiega che anzitutto “c’è un’implicazione etica” riguardo al “tipo di comunicazione, perché normalmente gli scienziati producono una pubblicazione scientifica”, qui invece “c’è una comunicazione come se fosse un comunicato stampa, e questo ha suscitato allarme”.

Entrando nel merito Gambino afferma poi che in base ad un principio che chiamiamo “di precauzione”, oggi non c’è nessuna evidenza scientifica sull’efficacia degli obiettivi che sono ricercati. “Le modifiche del Dna potrebbero essere nocive”, ha proseguito Gambino, “sono trasmissibili all’eventuale prole, che porterà per tutte le future generazioni pregi, virtù, forse difetti, e forse addirittura qualcosa di aberrante che si continuerà a trasmettere nelle generazioni successive”.

Ascolta l’intervista al prof. Alberto Gambino

Risvolti eugenetici

Il presidente di Scienza e Vita ha parlato anche dei rischi legati dall’eugenetica tesa alla creazione di un essere umano perfetto: “Lo stesso scienziato che ha fatto questa comunicazione dice che la finalità di questo esperimento non è di curare o prevenire malattie ereditarie, ma di impiantare caratteristiche genetiche che pochi individui hanno per natura: non si tratta cioè di curare una malattia per il bene di queste bimbe e embrioni, ma di manipolare il loro Dna per un potenziamento”.

“Va ad immaginare che l’essere umano, così come è in natura, vada reso ancora più perfetto – ha infine chiarito Gambino -, e in questa perfezione però si annidano tanti punti oscuri che forse scopriremo tra qualche decennio, quando poi quell’essere umano si sarà sviluppato”.

Card. Sgreccia: mutazioni dei geni interessano tutta l’umanità

Sul tema abbiamo raccolto anche il parere del card. Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia della vita, considerato uno tra i massimi esperti internazionali di Bioetica, secondo il quale “niente è più patrimonio dell’umanità del patrimonio genetico”, un patrimonio intangibile “perché è unico e ogni mutazione che si provoca interessa tutta l’umanità”. Quindi “il principio stesso della precauzione esige il no più assoluto”.

Dunque non tutto quello che è tecnicamente possibile è eticamente possibile. Agganciandosi a questo principio fondante della bioetica il cardinale ha auspicato che “la Provvidenza semini prudenza,  giustizia e serietà scientifica” e che le legislazioni siano più restrittive su questa materia “perché tutti vengono danneggiati, non solo una persona”.




Le reliquie di Santa Elisabetta arrivano a Cremona

Nei giorni 29 e 30 novembre arriveranno nella Casa S. Giuseppe e S. Lorenzo delle Suore Carmelitane del Divin Cuore di Gesù – Cremona, via Altobello Melone 33 – le reliquie di Santa Elisabetta della Trinità, carmelitana scalza.

Le suore Carmelitane del Divin Cuore di Gesù appartengono alla Congregazione omonima fondata nel secolo scorso dalla Beata Madre Maria Teresa di San Giuseppe. Esse svolgono la loro missione seguendo gli indirizzi tracciati dalla Fondatrice e cioè riversando la sovrabbondanza della carità di Cristo sulla Chiesa e nella Chiesa, specialmente sulle creature più fragili. Nella loro struttura in via Altobello Melone 33, nel comprensorio della parrocchia di S. Imerio, ospitano persone anziane che, pur godendo ancora di una certa autonomia sono comunque bisognose di attenzioni.

Le celebrazioni programmate saranno svolte dal parroco don Antonio Bandirali in collaborazione con le Suore e con il Movimento Carmelitano dello Scapolare.

Ecco il programma

GIOVEDI 29

  • Ore 9 – S. Messa con Omelia
  • Ore 16 – Rosario
  • Ore 16:45 Adorazione
  • Ore 17:30 – Catechesi – Vespri Benedizione Eucaristica
  • Ore 18:30 – S. Messa

VENERDI 30

  • Ore 9 – S. Messa con Omelia
  • Ore 11 – Ora Media
  • Ore 15 – Rosario

 




La storia del medico dei Campesinos stasera a S. Michele

Giunto in Bolivia nel 1977, all’età di 23 anni, come missionario laico, Pietro Gamba ha abbracciato la causa dei più poveri. Dopo alcuni anni, e dopo aver visto troppi malati morire (specie bambini), ha deciso di fare qualcosa di concreto.

Ha quindi iniziato a studiare medicina ed è diventato medico. Tornato in Bolivia da dottore, ha realizzato l’ospedale che ancora oggi cura i campesinos del distretto di Cochabamba, altrimenti condannati a un destino incerto. Da qui numerose vicende spirituali, umane e sociali (dittatura militare, povertà, drammi personali e così via).

Il medico bergamasco Pietro Gamba racconterà la sua storia, con la grinta dell’avventura e con l’entusiasmo di chi porta speranza dove c’è desolazione e miseria, ma anche tanta dignità umana, nell’incontro organizzato presso l’oratorio della parrocchia di San Michele Vetere a Cremona (via Tofane, 8) per martedì 27 novembre alle ore 20.45.

La serata, presentata dall’associazione Amici di Pietro Gamba Onlus, di cui interverrà il presidente Dario Locatelli, sarà occasione per presentare il libro «El gringo loco», la biografia del “medico dei campesinos” scritta da Antonio Voceri e pubblicata da Edizioni Storie Vere del Gruppo editoriale San Paolo.

Scarica qui la locandina




Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, presentazione a Cremona

L’associazione Forum delle Idee anche quest’anno promuove sul territorio cremonese i temi dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile (anche conosciuta come Agenda ONU 2030) e i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile approvata dalle Nazioni Unite.  Il prossimo incontro sarà sabato 1 dicembre alle ore 17 presso sala Eventi di Spazio Comune in piazza Stradivari a Cremona dove verrà presentato il libro “Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo” , edizione 2018.

Partecipa il giornalista Emanuele Giordana che, da 10 anni, con altri giornalisti esperti di questioni internazionali, aggiorna l’analisi delle tensioni  che caratterizzano il mondo di oggi. L’Atlante è fatto di mappe geografiche e politiche che indagano le cause dei conflitti, dallo sfruttamento delle risorse del pianeta ai cambiamenti climatici, dal traffico di armi alla repressione delle minoranze, dalla costruzione di nuovi muri alla  violazione dei diritti umani. Mappe utili anche a insegnanti e studenti.
Guarda la locandina dell’evento
L’incontro aperto a tutti è promosso dai giovani del Forum delle idee in collaborazione con il Movimento Federalista Europeo e la Tavola della pace di Cremona.



Presentazione di nuovi prodotti presso “Altro cuoio”

Sabato 1 dicembre è in programma un aperitivo presso di Altro Cuoio, alle ore 18.00 in via S. Antonio del Fuoco 11 – Cremona.
L’incontro organizzato in collaborazione con CrArT sarà l’occasione per presentare i prodotti realizzati per bar&showroom con sede presso la struttura della Casa dell’Accoglienza della Caritas Cremonese,  grazie alla donazione della famiglia del dott.Vanni Adami. Tutti gli articoli messi in vendita sono unici e interamente realizzati a mano. Per arrivare al prodotto finito sono necessarie varie fasi: misurare, tagliare, tingere, cucire, lucidare, incidere. Una vera e propria arte che richiede impegno, concentrazione, fantasia, manualità, precisione, strumenti, tecnica e stile.




A Casalmaggiore convegno sul tema «Ai confini… della vita»

Prosegue l’impegno della Diocesi di Cremona, e in particolare dell’Ufficio Pastorale della Salute in sinergia con Newtabor Onlus e la Cappellania dell’Ospedale OglioPo, nel preparare e accompagnare operatori sanitari, volontari e famiglie alla comprensione della sofferenza, della malattia e della cura, attraverso una serie di incontri diffusi in tutto il territorio diocesano.

Dopo il convegno dello scorso maggio “Mi comprendo, ti com-prendo” tenutosi presso l’Ospedale Oglio-Po, questa volta gli organizzatori hanno scelto come sede del convegno “Ai confini…della vita”, che si terrà sabato 1 dicembre dalle ore 8.45, l’Auditorium San Giovanni Paolo II presso la Parrocchia di S. Stefano in Casalmaggiore.

La locandina dell’evento

La scelta di un luogo aperto al pubblico e non principalmente deputato al servizio sanitario si deve alla volontà di coinvolgere tutta la cittadinanza, credenti e non, a sviluppare un approccio etico verso la malattia e il paziente, sia esso familiare curato tra le mura domestiche o paziente affidato alle terapie in struttura, attraverso un percorso di consapevolezza sempre più diffuso e capillare, che porti ad un confronto con la morte naturale e ad una riflessione sull’utilizzo delle cure palliative per lenire le sofferenze terminali. Si tratta dunque di saper rispondere alle sfide del nostro tempo a partire dal basso, dalle singole comunità parrocchiali, che abbiano al loro interno persone preparate secondo lo Spirito e la Dottrina della Chiesa.

La finalità di questo incontro è pertanto lontana dall’essere solo di stampo informativo, ma è volta a formare una coscienza collettiva che sia in grado di aderire alla Nuova carta degli operatori sanitari voluta da papa Francesco nel 2017, che verrà presentata nell’arco della mattinata da M. Jean-Marie Mate Musivi Mupendawatu, segretario delegato del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e già segretario del Pontificio Consiglio. Il documento, destinato a personale medico, infermieri e ausiliari, ma anche a professionisti quali biologi, farmacisti, amministratori, legislatori in materia sanitaria, vuole essere un vademecum per chi opera in un settore tanto discusso quale quello della bioetica, rispettando i princìpi del Cristianesimo e la dottrina del Magistero.