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A Rivarolo del Re fiaccolata di preghiera per i bimbi e la mamma feriti nell’incidente

Domenica pomeriggio alle 18.30, la comunità di Rivarolo del Re, le insegnanti della scuola elementare e moltissimi bambini e compagni di scuola si sono ritrovati ad una fiaccolata di preghiera e amicizia. Un momento organizzato dall’oratorio e dal parroco don Giuseppe Allevi, per esprimere una calorosa vicinanza alla famiglia indiana coinvolta nel terribile incidente stradale di giovedì pomeriggio scorso.

Nell’incidente di giovedì scorso, avvenuto a Rivarolo del Re ad un pericoloso incrocio sulla SP. 42, erano rimasti feriti la mamma Rajwinder Kaur ed i suoi tre bambini Punit Singh di 10 mesi, Pavit di 7 anni e Amrinder Kaur di 10 anni. Data la gravità dei bambini, sul posto erano intervenute tre eliambulanze da Bergamo, Milano Niguarda e Verona. La mamma era stata dimessa dall’ospedale di Cremona già venerdì. Passata la fase di prognosi riservata, pare che da sabato Pavit ed Amrit siano stati trasferiti all’ospedale di Bergamo, dove è ancora i prognosi riservata il piccolo Punit.

Alla fiaccolata hanno partecipato anche molte famiglie indiane con i loro bambini, un gesto da interpretare come un grande esempio di integrazione tra fedi diverse. Il corteo, nonostante il freddo pungente ed una leggera pioggia, si è snodato dalla piazza delle scuole per le vie Papa Giovanni XXIII, Via Ferrante Aporti, Piazza Roma e Via Libertà, per poi arrivare nel salone dell’oratorio attiguo alla chiesa di San Zeno.

Preghiere, tra le quali una induista e canti hanno accompagnato il suggestivo corteo, dove il silenzio dovuto ad una profonda commozione, ha lasciato spazio solo al calpestio dei passi degli intervenuti. Nel salone dell’oratorio la conclusione con le preghiere Inno alla Vita di Madre Teresa di Calcutta e Preghiera Semplice di San Francesco. Coetanei ed amici dei bambini hanno manifestato il loro affetto attraverso biglietti recanti frasi di sostegno e consegnato alcuni regali che saranno consegnati alla famiglia.




GMG, l’incontro dei giovani cremonesi con il Papa

Con l’arrivo a Panama di Papa Francesco e il suo primo incontro con i giovani per la cerimonia di accoglienza e di apertura al Campo Santa María La Antigua, la Giornata Mondiale della Gioventù entra nel vivo. Anche per i quattro giovani partiti dalla diocesi di Cremona.

L’arrivo del papa a Panama filmato dai ragazzi delle diocesi lombarde

«E’ stato come sempre coinvolgente ed emozionante» racconta Silvia di Pomponesco. «Nel suo discorso, il Papa ha ripreso la tematica principale della GMG invitandoci a fare come Maria che ha detto il suo sì senza paura e ha parlato di come l’amore unisce e rende tutto più bello spostandolo su un piano più alto invitandoci ad essere dei ponti di unione».

Le immagini che arrivano dal Paese Sudmericano sono piene di calore e di colore e raccontano l’entusiasmo che circonda i giovani italiani e lombardi. Non fa eccezione il diario digitale tenuto quasi quotidianamente da Federica, Ambra e dal vicario don Andrea sul sito dell’oratorio di Pandino: «Dopo aver celebrato l’Eucaristia nella chiesa della comunità che ci accoglie ed una cena molto fast e poco food, abbiamo partecipato al Festival della Gioventù al Parco Omar di Panamà», raccontano. «Ques’oggi iniziamo ad entrare nel vivo della GMG con la Celebrazione Penitenziale e la Via Crucis. Continuate a seguirci…»

 

 




Anniversario di ordinazione per mons. Lafranconi, vescovo dal 1992

Venerdì 25 gennaio ricorre il 27° anniversario dell’ordinazione episcopale del vescovo emerito mons. Dante Lafranconi, avvenuta il 25 gennaio 1992 nella Cattedrale di Como a seguito della sua nomina a pastore della diocesi di Savona-Noli, pubblicata il 7 dicembre 1991.

In occasione dell’anniversario anche il Vescovo Antonio Napolioni rivolge il suo augurio e il suo pensiero fraterno a monsignor Lafranconi:

«I 27 anni di episcopato di mons. Lafranconi sono una grazia di cui oggi la Chiesa cremonese, ed io stesso, possiamo godere con grande gioia. Sono felice di poter sempre contare sulla sua discreta è autorevole vicinanza. La comunione tra i pastori è garanzia di fecondità è segno di speranza per tutti. Il Signore continui a farci assaporare la dolcezza di questa realtà».

Con lui tutta la Chiesa cremonese si unisce nella preghiera per questo giorno di festa esprimendo la propria affettuosa vicinanza al vescovo emerito, che ha guidato la diocesi dal 2001 al 2016.


Biografia

Nato a Mandello Lario (LC), in diocesi di Como, il 10 marzo 1940; ordinato sacerdote il 28 giugno 1964; eletto Vescovo di Savona – Noli il 7 dicembre 1991; ordinato vescovo nella Cattedrale di Como il 25 gennaio 1992.

Eletto Vescovo della Chiesa cremonese l’8 settembre 2001, ha iniziato il ministero in Diocesi di Cremona il 4 novembre 2001. Il 16 novembre 2015 il Santo Padre ha accettato la rinuncia, presentata per raggiunti limiti d’età, al governo pastorale della Diocesi, nominandolo, con decreto della Congregazione per i Vescovi, amministratore apostolico della Chiesa cremonese fino alla presa di possesso canonica del suo successore, mons. Antonio Napolioni, il 30 gennaio 2016.

E’ assistente ecclesiastico della Compagnia «S. Orsola» – Istituto Secolare “S. Angela Merici” di Cremona

La biografia completa del vescovo emerito mons. Lafranconi

Photogallery dell’ordinazione di mons. Lafranconi del 25 gennaio 1992




“Siamo donne: oltre la differenza c’è di più”, la testimonianza di Costanza Miriano e Paola Belletti (VIDEO e AUDIO)

Si è svolto sabato 25 gennaio il quarto appuntamento del ciclo di incontri “Testimoni” organizzato dalle Parrocchie di Vicomoscano, Quattrocase, Casalbellotto e Fossacaprara per l’anno pastorale 2018-2019. Protagoniste della serata Costanza Miriano e Paola Belletti, due donne già note sul territorio per i loro interventi negli anni passati a Vicomoscano e a Casalmaggiore. Il titolo dato al loro intervento “Siamo donne: oltre la differenza c’è di più” ha indotto le relatrici a concentrarsi sul ruolo della donna nella società attuale, a partire dalla famiglia fino all’ambito professionale e sociale.

Il quadro che è emerso è quello di una donna cui dalla società non viene riconosciuta la diversità sua specifica, insita in natura, di affidataria delle cure, che in ambito famigliare si concretizza nell’essere madre e moglie, ma viene richiesto di essere sempre performante in ambito lavorativo e di eguagliare, in una parità di genere che vorrebbe appiattire e livellare tutte le diversità tipica del pensiero unico dominante, il ruolo dell’uomo, sottraendo a quest’ultimo il suo specifico e provocando talora in esso una forte crisi identitaria.

“Il disegno del mondo e della cultura in cui siamo immersi – dice la Miriano- vorrebbe far abdicare le donne dalla loro natura, in cui è insito il lavoro di cura”.

Scarica qui l’audio della serata

Le relatrici sono partite dalle loro storie, decidendo di condividere il personale per giungere ad una visione universale e complessiva del rapporto femminile-maschile, spaziando anche sulla necessità che i governanti promuovano politiche volte al bene della famiglia (flessibilità sugli orari di lavoro e sul rientro dalla maternità, sistema fiscale, sistema culturale…).

Se un lato quindi si è affermato che nell’ambito sociale si trovano parecchie difficoltà a vedersi riconosciute per il ruolo centrale che si ha di generatrici oltre che di perno attorno a cui ruotano le relazioni famigliari, dall’altro ci si è domandati come nel privato si possa vivere concretamente una proficua complementarietà tra donna e uomo, stante le numerose ed accertate differenze. Una sola risposta è giunta da entrambe le relatrici: la presenza del Signore tra gli sposi fa miracoli e riporta le difficoltà su un piano di gestibilità.

“Siamo tutte in cammino verso come Dio ci vuole” (Miriano) e il matrimonio è uno di questi spazi vocazionali in cui possiamo dirigere il nostro sguardo di donna e uomo per colmare le differenze in una logica di alleanza, pari a quella di Dio con il suo popolo.

Allora se non è possibile cambiare il mondo nella sua complessità e nelle richieste che da esso provengono, possiamo però partire dal cambiare il nostro matrimonio. Un primo passo potrebbe consistere nel restituire all’uomo il ruolo di marito-padre, sostenendolo nelle sue scelte e avallando le sue decisioni nel privato e nel pubblico, e di opporsi alla richiesta di divenire unica autorità nella vita dei figli. Così forse l’equilibrio perso a causa dell’eccessivo controllo femminile verrebbe ripristinato nel nome della reciproca fiducia, parola che non a caso ha la stessa radice della parola fede. Quindi la fiducia nel proprio marito e la fede nel Signore che vive il sacramento del matrimonio con gli sposi potrebbero divenire la chiave risolutiva per essere donna che vive appieno il suo tempo senza dover rinunciare ai ruoli di moglie e di madre.

Prossimo appuntamento previsto dalla rassegna sabato 9 febbraio ore 21 a Vicomoscano: il dott. Osvaldo Poli parlerà del modo maschile di educare, a partire dal suo ultimo libro “Cuore di papà”




Il Messaggio del Papa per le Comunicazioni Sociali

“Se internet rappresenta una possibilità straordinaria di accesso al sapere, è vero anche che si è rivelato come uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mirata dei fatti e delle relazioni interpersonali, che spesso assumono la forma del discredito”. Mette in guardia dai rischi della rete Papa Francesco nel Messaggio per la 53ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali dal titolo “’Siamo membra gli uni degli altri’ (Ef 4,25). Dalle social network communities alla comunità umana”.

Scarica QUI il Messaggio del Papa

Per il Santo Padre, “se la rete è occasione per avvicinarmi a storie ed esperienze di bellezza o di sofferenza fisicamente lontane da me, per pregare insieme e insieme cercare il bene nella riscoperta di ciò che ci unisce, allora è una risorsa”. D’altra parte,

“la rete che vogliamo” è “una rete non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere”

“La Chiesa stessa è una rete tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui ‘like’, ma sulla verità, sull’’amen’, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri”. “La rete è una risorsa del nostro tempo”, “fonte di conoscenze e di relazioni un tempo impensabili” ma anche portatrice di “rischi che minacciano la ricerca e la condivisione di una informazione autentica su scala globale”, prosegue il Santo Padre che riconosce la “possibilità straordinaria di accesso al sapere” offerta da internet ma anche la realtà di “uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mirata dei fatti e delle relazioni interpersonali, che spesso assumono la forma del discredito”. Le reti sociali, infatti,

“se per un verso servono a collegarci di più, a farci ritrovare e aiutare gli uni gli altri, per l’altro si prestano anche ad un uso manipolatorio dei dati personali, finalizzato a ottenere vantaggi sul piano politico o economico, senza il dovuto rispetto della persona e dei suoi diritti”.

A riguardo, Francesco ricorda come “tra i più giovani le statistiche rivelano che un ragazzo su quattro è coinvolto in episodi di cyberbullismo”.

Per il Pontefice, “la metafora della rete richiama un’altra figura densa di significati: quella della comunità. Una comunità è tanto più forte quanto più è coesa e solidale, animata da sentimenti di fiducia e persegue obiettivi condivisi. La comunità come rete solidale richiede l’ascolto reciproco e il dialogo, basato sull’uso responsabile del linguaggio”. D’altronde, i social network non sono “automaticamente sinonimo di comunità” ma “spesso rimangono solo aggregati di individui che si riconoscono intorno a interessi o argomenti caratterizzati da legami deboli”. “Nel social web troppe volte l’identità si fonda sulla contrapposizione nei confronti dell’altro, dell’estraneo al gruppo: ci si definisce a partire da ciò che divide piuttosto che da ciò che unisce, dando spazio al sospetto e allo sfogo di ogni tipo di pregiudizio (etnico, sessuale, religioso, e altri). Questa tendenza alimenta gruppi che escludono l’eterogeneità – aggiunge -, che alimentano anche nell’ambiente digitale un individualismo sfrenato, finendo talvolta per fomentare spirali di odio”. In tal senso, “la rete è un’occasione per promuovere l’incontro con gli altri, ma può anche potenziare il nostro autoisolamento, come una ragnatela capace di intrappolare.

Sono i ragazzi ad essere più esposti all’illusione che il social web possa appagarli totalmente sul piano relazionale, fino al fenomeno pericoloso dei giovani ‘eremiti sociali’ che rischiano di estraniarsi completamente dalla società.

Questa dinamica drammatica manifesta un grave strappo nel tessuto relazionale della società, una lacerazione che non possiamo ignorare”.

“In virtù del nostro essere creati ad immagine e somiglianza di Dio che è comunione e comunicazione-di-sé, noi portiamo sempre nel cuore la nostalgia di vivere in comunione, di appartenere a una comunità”, afferma Francesco:

“Il contesto attuale chiama tutti noi a investire sulle relazioni, ad affermare anche nella rete e attraverso la rete il carattere interpersonale della nostra umanità.

A maggior ragione noi cristiani siamo chiamati a manifestare quella comunione che segna la nostra identità di credenti”. “La fede stessa, infatti, è una relazione, un incontro; e sotto la spinta dell’amore di Dio noi possiamo comunicare, accogliere e comprendere il dono dell’altro e corrispondervi”. “Sono veramente umano, veramente personale, solo se mi relaziono agli altri.
Il termine persona denota infatti l’essere umano come ‘volto’, rivolto verso l’altro, coinvolto con gli altri. La nostra vita cresce in umanità col passare dal carattere individuale a quello personale – conclude il Pontefice -; l’autentico cammino di umanizzazione va dall’individuo che percepisce l’altro come rivale, alla persona che lo riconosce come compagno di viaggio”.

Riccardo Benotti (fonte: AgenSir)




“Parlò loro di molte cose”, i temi e gli appuntamenti della Settimana dell’educazione

Come ogni anno, il mese di gennaio è dedicato anche alla riflessione educativa, attorno alla memoria di don Bosco, uno dei patroni della gioventù e costruttore del “cortile dei sogni”. Mentre si avvia l’esperienza mondiale della GMG a Panama che seguiremo attraverso i media, in diocesi è ancora attualissima la lettura della Lettera post sinodale che il Vescovo ha consegnato a tutta la Chiesa locale per le festività natalizie. «Partiremo da lì – spiega don Paolo Arienti, incaricato diocesano di Pastorale Giovanile –  per lasciarci provocare dall’esperienza del sinodo, senza dimenticare il lavoro quotidiano dei nostri Oratori».

La Diocesi – come di consueto – mette a disposizione alcuni appuntamenti sia unitari che zonali per facilitare la partecipazione di tutti, dal versante della riflessione pedagogica e da quello spirituale che coinvolge l’intera comunità.

La Lettera pastorale del Vescovo

Un’occasione privilegiata per riprendere in mano, approfondire e chiosare la lettera post sinodale che il Vescovo indirizza alla diocesi. Presentata a Natale, è l’atto che ufficialmente impegna il magistero del Vescovo alla rilettura ponderata e prospettica del grandissimo lavoro prodotto dal Sinodo giovani, in dialogo con quanto vissuto recentemente a Roma da Francesco e dai Padri sinodali. Anche per la lettera è disponibile una scheda di lettura predisposta dalla segreteria del Sinodo.

Scarica qui la lettera

Scarica qui la scheda di lettura

 

Il docufilm “Qui è ora”: per riflettere sui nostri Oratori

Si tratta di una produzione ODL e Ente Fondazione dello Spettacolo dedicata ai volti che costruiscono l’Oratorio nella tradizione lombarda. Un film da vedere con gli animatori più grandi, i genitori e i collaboratori… per riscoprire la portata vocazionale dell’Oratorio, nella sua intuizione e nella sua attualità (leggi di più).

Sono state concordate alcune proiezioni zonali, ciascuna con un contributo di riflessione ulteriore:

  • giovedì 24 gennaio – ore 20.45 presso l’Auditorium comunale di via Marchi a Vescovato

PROIEZIONE DEL DOCUFILM + FOCUS sull’Oratorio nelle Unità pastorali

Scarica qui la locandina per la zona 4 

  • giovedì 31 gennaio – ore 20.45 presso la Sala di Comunità di Castelleone

PROIEZIONE DEL DOCUFILM + FOCUS sull’Oratorio e la proposta vocazionale

Scarica qui la locandina per la zona 2

  • lunedì 4 febbraio – ore 20.45 presso l’Oratorio di Calvenzano

PROIEZIONE DEL DOCUFILM + FOCUS sull’Oratorio e gli educatori professionali

Scarica qui la locandina per la zona 1

La presentazione del libro “E’ una chiesa per giovani?” del giornalista Andrea Galimberti

Una serata culturale che ospiterà la voce di un giornalista che ha condotto interviste a esponenti della cultura contemporanea (D’Avenia, Rosina e Garelli) e a diversi giovani, sul ruolo della Chiesa e l’inserimento dei giovani nel tessuto delle comunità italiane.

  • Domenica 3 febbraio, presso l’Oratorio cittadino di S. Ilario (via Chiara Novella), alle ore 21.

Scarica qui il materiale di presentazione

La preghiera e la memoria liturgica di don Bosco

Non dimentichiamo di coinvolgere per la settimana dell’Educazione l’intera comunità. Mettiamo a disposizione come di consueto uno schema di preghiera per una adorazione e uno schema di lectio sulla Parola dedicata agli adulti, ai collaboratori o a tutte le componenti dell’avventura oratoriana.

Scarica qui lo schema di veglia / adorazione

Lo step del gruppo educatori e le schede nr. 2-3

Ad inizio anno la Pastorale giovanile ha sussidiato una terna di schede per l’accompagnamento degli educatori. La settimana dell’educazione è occasione privilegiata per riprendere gli step ancora da mettere in cantiere. Si possono scegliere momenti di verifica piuttosto che approfondimenti educativi, ricorrendo anche agli articoli che Il Mosaico e il Sito focr.it hanno pubblicato in questi mesi su adolescenza e preadolescenza.

Scarica qui le schede per gli educatori

Il convegno diocesano del 26 gennaio

Si tratta di un primo, concreto segno post-sinodale. In Seminario, sabato 26 gennaio, dalle ore 15.15: Parlò loro di molte cose. Un’occasione per riflettere con i giovani delle cinque zone pastorali, con gli educatori e con quanti sono interessati sul ruolo della Parola nella vita giovanile e nei percorsi pastorali predisposti. Verrà fornita una sintesi-provocazione che animerà il lavoro dei tavoli, come già al Sinodo giovani, per poi costruire un dialogo con il Vescovo. Tutto in relazione al passaggio di metodo che abbiamo sintetizzato dal sinodo alla sinodalità.

 Scarica qui la lettera di presentazione

Scarica qui l’invito al Convegno

La formazione dei volontari degli Oratori

Nel marasma delle cose da fare, è opportuno darsi tempo di pianificare la formazione che serve per la messa a norma dei nostri Oratori. Sono al via alcuni corsi diocesani e gli incontri con i membri dei consigli affari economici nel turno formativo degli operatori pastorali nel mese di gennaio.

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Diario da Panama, aspettando Francesco fra tradizioni e ospitalità

Si avvicina per i giovani della GMG il momento dell’incontro con Papa Francesco, che avverrà giovedì con l’inaugurazione ufficiale dell’evento mondiale. I giorni di avvicinamento, però, sono come sempre un’occasione preziosa per fare la conoscenza dei compagni di viaggio e per incontrare le comunità e le culture locali che donano la propria ospitalità. Anche ai giovani partiti dalla diocesi di Cremona.

Con il gruppo delle diocesi lombarde

Silvia Scaroni continua ad aggiornare il suo diario digitale inviando immagini e racconti dalla diocesi di Chitré, dove sta trascorrendo queste giornate insieme al gruppo delle diocesi lombarde, che sabato ha preso parte alla giornata in diocesi, per il tradizionale gemellaggio con la chiesa locale. «Un pomeriggio di festa con tutte le parrocchie della diocesi – racconta Silvia – che hanno allestito una suggestiva parata con la statua del Santo patrono di ogni parrocchia, portato a mano con un seguito di coloratissimi carri tradizionali, e in alcuni casi la banda della parrocchia o scuola di musica del paese». Una vera e propria immersione nella cultura panamense.

Domenica poi il gruppo ha salutato la comunità di Macaracas con la celebrazione di una Messa e con lo scambio di doni. Nel pomeriggio i ragazzi hanno trascorso alcune ore in compagnia delle famiglie ospitanti. «Infine – racconta ancora la giovane di Pomponesco –  alla sera abbiamo festeggiato tutti insieme la chiusura di questa meravigliosa esperienza con un falò e canti e balli tipici della tradizione cattolica locale». All’indomani mattina la partenza per Panama city.

Con il gruppo del Pime

Hanno invece trascorso il fine settimana in Messico Federica Menclossi e Ambra Bisi con il vicario di Pandino don Andrea Lamperti Tornaghi, partiti per la GMG con il gruppo organizzato dai missionari del Pime. Dopo le visite alla missione di Ecatepec e al santuario della Vergine di Guadalupe, hanno trascorso qualche giorno presso la comunità di La Laja, parrocchia vicina al centro della città di Acapulco. «Accolti da padre Hugo Hernandez, prete diocesano e parroco della comunità – scrivono sul diario aggiornato sul sito dell’oratorio di Pandino – abbiamo sperimentato la semplicità ed il calore di tante sorelle e fratelli che ci hanno aperto le loro case con una disponibilità che lascia a bocca aperta».

«I ragazzi li conoscevo poco – spiega Federica – e avevo il timore di non riuscire a confrontarmi e instaurare un rapporto con loro. Però in questa settimana passata insieme tutti i giorni ho parlato con ciascuno di loro e mi sento completamente me stessa pur conoscendoli da poco tempo.
Abbiamo inoltre conosciuto gente del posto che ci ha accolti nel miglior modo possibile, ci hanno trasmesso la loro cultura e la loro felicità».

«Siamo un gruppo di 30 ragazzi che condividono una fede convinta e mi riempe di gioia vedere come la fede possa creare un gruppo unito e forte. Sento come una forza che ci lega tutti, nessuno escluso, e che rende i giorni sempre più densi e pieni di nuovo insegnamenti», scrive Ambra. Che aggiunge: «Manca ancora più di una settimana che ha in serbo per noi ancora tante sorprese…».

 

 

 




“Bienvenidos” a Panama, città moderna e accogliente

Il gruppo dei giovani delle diocesi della Lombardia è sbarcato ieri a Panama City. Mentre Papa Francesco è in volo per raggiungere lo stato sudamericano cresce l’attesa per l’incontro mondiale. Nel frattempo i giovani lombardi, tra cui anche Silvia Scaroni, giovane di Pomponesco, hanno l’occasione per conoscere un luogo nuovo e inaspettato. Preparandosi ad entrare nel cuore della GMG.

L’arrivo a Panama city è stato un po’ spiazzante, racconta SIlvias: «Dopo Macaracas che è una delle zone più povere di Panama dove però siamo stati accolti come dei figli e non ci hanno fatto mancare niente, Panama ci si è presentata come una città modernissima, dove siamo stati accolti in famiglie benestanti». Quello che non cambia, però, è il calore con cui le comunità accolgono i giovani pellegrini in arrivo da ogni parte del mondo: «La gente in macchina suona il clacson per salutarci quando ci vede passare e tutti ci salutano con entusiasmo al grido di “Bienvenidos!”».

Intanto martedì il primo contatto con il “clima GMG” per la Messa di apertura presieduta dall’arcivescovo di Panama, mons. José Domingo Ulloa Mendieta, con 400 vescovi e un migliaio di sacerdoti al Campo Santa María La Antigua, davanti a 75mila giovani.

In attesa della cerimonia inaugurale, primo incontro con il Papa, in programma giovedì.

Leggi QUI il servizio sulla Messa di apertura

 




Una serata con madre Agata Carelli

Giovedì 24 gennaio presso l’oratorio cittadino di Sant’Agostino alle ore 17 si terrà un incontro di presentazione del libro “Povertà Poesia Preghiera”, una raccolta delle poesie di madre Agata Carelli.

Durante la serata, organizzata in occasione del 26° della morte della suora Canossiana, interverranno Lucia Zanotti del Comitato di Studi Mara Soldi Maretti, curatrice del libro, Daniela Cima, Raimonda Lobina e Gigi Cappellini dell’Associazione Gruppo Incontro. A seguire, dalle ore 18, nella chiesa di S. Agostino la Messa di suffragio  celebrata dall’amministratore parrocchiale don Mario Binotto.

Madre Agata Carelli nasce il 24 aprile 1915 in provincia di Milano. Precocemente rimane orfana di madre e successivamente perde una sorella. Decide prestissimo di farsi suora presso l’ordine delle Canossiane e a soli 16 anni entra in Noviziato nella Casa Primaria di Cremona. Si diploma nel 1937, si laurea in Filosofia e Pedagogia nel 1942 e dopo alcuni anni presso la Comunità di Colle Ameno, nel 1947 è trasferita a Cremona dove diventa preside dell’Istituto Magistrale Canossiano. Infaticabile è l’esercizio della sua funzione pedagogica, ma a partire dal 1986 decide di dedicarsi a tempo pieno alle opere di carità nei confronti dei più derelitti, come testimoniano i moltissimi documenti che permettono di ricostruirne le tappe fondamentali. Il suo impegno si rivolge sempre ai più bisognosi, di volta in volta innovando l’approccio e il tipo di aiuto, a seconda delle sempre nuove e crescenti necessità, e specializzando il suo intervento. Nel 1978 fonda, insieme ai volontari, la prima comunità per tossicodipendenti, l’associazione “Gruppo Incontro”, in seguito “Centro di Pronto Intervento” che continuerà la sua opera attraverso svariate esperienze, ultima l’“Ulisse” da moltissimi anni versato in progetti di reinserimento sociale e lavorativo di giovani svantaggiati. Percorrendo sempre la strada di un servizio attento all’attualità e funzionale ai suoi bisogni, nel 1987 dà vita, in collaborazione con il mondo del volontariato e con le istituzioni locali, al Centro Studi sul disagio e l’emarginazione giovanile, con lo scopo di informare, aggiornare e formare una “cultura” sul sociale, affinché ciascuno, nel suo ambito precipuo, possa attivare iniziative preventive. Madre Agata Carelli muore a Cremona il 23 gennaio 1993.




«Due secoli di meraviglie spirituali», Soresina festeggia San Francesco di Sales con le monache visitandine

La solennità di San Francesco di Sales è particolarmente sentita a Soresina, poiché grazie al suo carisma, da oltre 200 anni, in città è presente il Monastero della Visitazione di Santa Mari che ospita l’Ordine claustrale fondato proprio dal Santo di cui si celebra la ricorrenza il 24 gennaio.

Per la comunità è quindi ormai una tradizione festeggiare insieme alle sorelle Visitandine il loro fondatore con l’adorazione eucaristica e la Messa e fermarsi un istante alla grata per breve ma intenso colloquio alla fine di tutte le celebrazioni. La ricorrenza di quest’anno però si è dimostrata ancora più significativa per il 50° di ordinazione religiosa di Suor Maria Margherita Feudatari che, durante la Messa, ha rinnovato le sue promesse.

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Per la solennità di San Francesco di Sales è intervenuto il Vescovo Luigi Stucchi (Vescovo Ausiliare di Milano) che ha concelebrato insieme al parroco di Soresina don Angelo Piccinelli, al sacerdote soresinese don Giuseppe Quirighetti e al custode del Santuario della Misericordia di Castelleone don Renato Onida. Presenti anche il diacono Raffaele Ferri e Angelo Papa, oltre al vicario dell’Oratorio Sirino don Andrea Piana.

Ascolta l’omelia di monsignor Stucchi

Il parroco don angelo Piccinelli ha introdotto la celebrazione ringraziando il Vescovo Stucchi per la sua presenza non causale, visto che è stato guida e di interlocutore privilegiato delle sorelle arrivate da Milano proprio nel momento critico del passaggio dalla città metropolitana a Soresina. Quindi ha tracciato un ampio profilo di San Francesco di Sales, ma soprattutto ha sottolineato che per i soresinesi è “l’ispiratore del carisma dell’ordine della Visitazione, ovvero colui che ha regalato a Soresina 200 anni di intercessione senza tregua, due secoli di meraviglie spirituali, un porto sicuro nelle tempeste della vita personale e collettiva uno spazio permanente di ascolto e discernimento evangelico nella società complessa”.

Ha anche ricordato che la celebrazione era per San Francesco di Sales, ma anche per suor Maria Margherita Feudatari nel cinquantesimo di professione religiosa: “San Francesco di Sales ha incantato suor Maria Margherita e l’ha convinta a cercare il volto di Dio percorrendo la via del nascondimento”. Una via iniziata il 17 ottobre 1966 quando è arrivata al Monastero della Visitazione di Soresina e dove, nel gennaio del 1969, ha professato la sua scelta perpetua. Suor Maria Margherita, martignanese di origine, ma casalasca di carattere, come ha ricordato sempre don Piccinelli, “ha speso i migliori anni della sua vita non solo in mezzo a noi ma per noi (di Soresina)”.

Ascolta il saluto di don Piccinelli

La Messa è proseguita secondo la liturgia del giorno, accompagnata musicalmente dall’organo e dalle voci delle sorelle claustrali unite a quelle dell’assemblea.

Il Vescovo Stucchi durante l’omelia ha più volte rimarcato la gioia di essere a Soresina e di ritrovare così le Sorelle claustrali che proprio al Monastero della Visitazione hanno potuto proseguire il cammino interrotto a Milano. E parlando della dolcezza e della bellezza dell’esperienza monastica, ha ricordato il carisma di San Francesco di Sales e la sua felice intuizione che portato alla fondazione dell’Ordine della Visitazione. Di San Francesco di Sales ha sottolineato la capacità comunicativa nel diffondere il messaggio di amore e pace interiore nonostante le difficoltà della vita. Concludendo l’omelia ha chiesto questa intercessione: “Il dono della dolcezza dentro e fuori la vita monastica per vivere come fratelli e sorelle nonostante le difficoltà che la vita propone, così da donare speranza al prossimo. E lasciamo contagiare dalla gioia e dal fervore di San Francesco di Sales e della vita monastica”.

Prima della benedizione finale, suor Maria Margherita ha ricevuto la benedizione papale per il cinquantesimo di professione religiosa e, a sorpresa, un dono dai bambini della scuola Immacolata che hanno realizzato un cartellone e tanti piccoli disegni per la monaca. I disegni sono stati accompagnati dalla richiesta di preghiera delle maestre, perché seminino bene tra i giovani che educano, ma anche dalla promessa di preghiere per le sorelle Visitandine.

Gli applausi per suor Maria Margherita hanno preceduto la benedizione solenne a cui sono seguiti gli affettuosi saluti, attraverso la grata della chiesa del Monastero, da parte dell’assemblea alle monache.