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Festa dei lavoratori, mercoledì 1° maggio la Messa del Vescovo alla Italcoppie Sensori di Malagnino

Alcune immagini dell’attività di Italcoppie

 

Come ormai consuetudine, il 1° maggio, nella festa dei lavoratori, il vescovo Antonio Napolioni presiederà l’Eucaristia in un’azienda del territorio. A ospitare la celebrazione quest’anno sarà l’azienda Italcoppie Sensori di Malagnino, fondata nel 1978 da Canzio Noli e attualmente guidata dai figli Pietro e Mario, specializzata nella produzione di sonde di temperatura. La celebrazione diocesana, che vedrà la partecipazione delle rappresentanze istituzionali e del mondo economico, imprenditoriale e lavorativo, è in programma presso l’azienda di Malagnino alle ore 10.30 di mercoledì 1° maggio.

L’occasione, promossa dall’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro, costituirà un invito alla preghiera e alla riflessione sul tema “Il lavoro per la partecipazione e la democrazia”, proposto a livello nazionale dalla Commissione episcopale della CEI per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.

«Un tema assolutamente attuale e importante – precisa Eguenio Bignardi, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro – . Ognuno partecipa con il proprio lavoro alla grande opera divina del prendersi cura dell’umanità e del creato. Lavorare quindi non è solo un “fare qualcosa”, ma è sempre agire “con” e “per” gli altri».

«Consapevoli delle difficoltà di questo momento – prosegue Bignardi – vogliamo incontrarci per riflettere e pregare per il lavoro, i lavoratori, gli imprenditori, per i formatori, le istituzioni e per le nostre comunità». E conclude: «Prenderci cura del lavoro è atto di carità politica e di democrazia».

L’iniziativa, che ogni anno coinvolge le realtà imprenditoriali del territorio, quest’anno è stata resa possibile grazie alla disponibilità di Italcoppie Sensori. «La proposta di accogliere la Messa del Vescovo è una possibilità che ho trovato davvero interessante – spiega Pietro Noli, amministratore di Italcoppie Sensori –. Anche in altre occasioni, come l’anniversario della fondazione, abbiamo celebrato la Messa negli spazi della nostra impresa, quindi mi è sembrato bello poter celebrare così la festa del 1° maggio, sia in ambito aziendale, sia come occasione per far crescere la comunità del paese, in cui operano molte aziende con cui si potrebbero avviare sinergie importanti».

La giornata di mercoledì 1° maggio sarà, dunque, caratterizzata dalla visita del vescovo Antonio Napolioni agli spazi dell’azienda, cui farà seguito alle 10.30 la celebrazione dell’Eucaristia, concludendo la mattinata con un momento conviviale offerto da Italcoppie Sensori.

Ideale prosecuzione della celebrazione diocesana del 1° maggio sarà l’incontro promosso il 15 giugno dall’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro insieme ad Acli provinciali, Cisl Asse del Po, Confcooperative ed altre realtà del territorio, per approfondire il tema del lavoro quale occasione di partecipazione.

 

 

Nata nel 1978, Italcoppie è un’azienda che produce sensori di temperatura, utilizzati in centinaia di applicazioni: nei macchinari industriali, come nelle presse a iniezione o nelle macchine da caffè professionali; nei congelatori a bassa temperatura o nei quadri di controllo; per le misurazioni del liquido di raffreddamento o nella fusione dell’alluminio.

L’azienda conta oggi oltre 500 dipendenti, suddivisi in quattro stabilimenti presenti in tre continenti (in Italia a Malagnino, in Tunisia a Hammamet, in Brasile a Manaus e in Germania a Neustadt an der Weinstraße e a Hagen), per una produzione complessiva di circa 6 milioni di sonde all’anno e un fatturato consolidato di circa 50 milioni di euro.

Oltre ai quattro stabilimenti, l’azienda può vantare uno sviluppato dipartimento di ingegneria ubicato a Cremona e a Portile, nel comune di Modena.

Punto di forza di Italcoppie Sensori è l’integrazione verticale: la lavorazione del metallo, lo stampaggio a iniezione e l’assemblaggio delle sonde avviene “in casa”. Il pieno controllo su ogni fase della produzione permette di rispondere in modo flessibile alle richieste dei clienti.

«Italcoppie – ricorda Mario Noli, responsabile tecnico dell’azienda – nasce dall’iniziativa di uno studente di nostro padre, ai tempi professore di disegno, che è stato coinvolto in questo progetto. Dopo parecchi anni la nostra famiglia è rimasta da sola a condurre l’azienda e, negli anni ’90 e 2000, ha iniziato un veloce processo di sviluppo che ha fatto crescere l’azienda sia dal punto di vista delle dimensioni che della visibilità nel panorama europeo». «Nel 2008 – prosegue – abbiamo deciso di ampliarci anche al di fuori del territorio cremonese, aprendo uno stabilimento in Tunisia e poi in Brasile e acquisendo, l’anno scorso, un’azienda dello stesso settore in Germania». Un percorso che continua da oltre quarant’anni, e senza mai smettere di guardare al futuro: «La prospettiva è sicuramente la crescita – conclude Noli –, in termini numerici e in termini di qualità del prodotto».

 

Eugenio Bignardi con i titolari di Italcoppie

 

 

Festa del primo maggio. Cei: “Il lavoro per la partecipazione e la democrazia”




“Verso Trieste”, il 12 maggio a Cremona l’incontro in preparazione alla Settimana Sociale

Si avvicina la 50ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia, dal titolo “Al cuore della democrazia”, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio. In preparazione all’evento la Diocesi di Cremona organizza per il pomeriggio di domenica 12 maggio l’iniziativa “Verso Trieste: il cammino diocesano verso la 50ª Settimana sociale”.

L’evento sarà ospitato al Centro pastorale diocesano di Cremona, in via S. Antonio del Fuoco 9A, a partire dalle ore 15. Interverrà Sebastiano Nerozzi, segretario del Comitato scientifico delle Settimane sociali, sul tema “Al cuore della democrazia: partecipare tra storia e futuro”. Seguirà la presentazione delle Buone Pratiche della Diocesi, ovvero di quelle esperienze innovative che hanno riscosso interesse, nel territorio, sul tema della partecipazione. Tra queste “La CER, palestra di democrazia”, promossa dalla Diocesi di Cremona, e il corso executive per Manager delle Comunità energetiche rinnovabili dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Alle 17.30 il momento conclusivo con la riflessione del vescovo Antonio Napolioni.

«La finalità di questo incontro è quella di condividere i temi della Settimana sociale – spiega Eugenio Bignardi, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro –, farli “vivere” a livello locale, affinché i delegati diocesani possano portare a Trieste il contributo di tutti».

Un evento che sarà inoltre arricchito dai contributi di riflessione di alcune comunità parrocchiali e gruppi, che porteranno la sintesi di un percorso di incontri e iniziative che si conclude proprio con l’appuntamento del 12 maggio. La partecipazione sarà libera e gratuita.

 

Le Settimane Sociali (tratto da www.settimanesociali.it)

La Settimana Sociale è un appuntamento periodico, in cui si incontrano i cattolici, attivi in Italia in tutti gli ambiti della società, per confrontare le loro esperienze, condividere le loro prospettive e coordinare le loro attività, lanciando azioni comuni e proposte di cambiamento per il futuro del Paese. Le Settimane Sociali si tengono da più di 110 anni e quella del 2024 sarà la 50ª edizione, quindi un momento molto speciale che si svolgerà a Trieste, dal 3 al 7 luglio.

Il tema della 50ª Settimana Sociale sarà «Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro». Il Comitato scientifico e organizzatore propone di fermarsi a riflettere sullo stato di salute della nostra democrazia dal punto di vista della partecipazione attiva dei cittadini e di elaborare visioni e proposte concrete. Sarà speciale perché la partecipazione non è solo un tema di cui discutere, è anche e soprattutto un modo di lavorare insieme, sperimentando metodi coinvolgenti, che valorizzino la voce di tutti i partecipanti.

Anche per questo motivo un ruolo particolare lo avranno i «Cantieri del Cammino Sinodale», che rappresentano una innovativa esperienza di ascolto, di confronto e di analisi della realtà. Il Documento preparatorio è a disposizione per iniziare a esplorare il tema e gli obiettivi della 50ª Settimana Sociale.

Ci saranno molti laboratori per i delegati, dibattiti aperti nelle piazze di Trieste, oltre ad alcune relazioni generali che aiuteranno a esplorare il tema. Non sarà però semplicemente un evento. Anzi. Parte qualificante di questa 50ª Settimana Sociale è il percorso di avvicinamento all’appuntamento, pensato per condividere e valorizzare le esperienze di partecipazione alla vita civile che già sono attive nel Paese e da cui si può imparare molto. E anche muovere verso nuove esperienze.




Il 25 aprile in Seminario la Giornata diocesana dei ministranti

È in arrivo la tradizionale Giornata diocesana dei ministranti, in programma quest’anno giovedì 25 aprile. Una occasione pensata per tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che prestano servizio all’altare nelle proprie parrocchie. L’evento, che sarà ospitato nel Seminario vescovile di Cremona, coinciderà quest’anno con la Festa diocesana di Rosarianti e Fortes in fide. Queste due associazioni di preghiera, nate agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso, si ritrovano con cadenza mensile nelle parrocchie in cui sono presenti per recitare il Rosario per le vocazioni presbiterali; una volta all’anno, il 25 aprile, tutti i gruppi si riuniscono in Seminario per un pomeriggio di preghiera e di incontro con i seminaristi.

Così, la giornata del prossimo 25 aprile avrà inizio proprio con la recita del Rosario, in programma alle 14. L’arrivo dei ministranti, ai quali è chiesto di portare con sé la propria veste, è fissato per le 14.45, appena prima della Messa delle 15 nella chiesa del Seminario. A presiedere l’Eucaristia, come di consueto, sarà il vescovo Antonio Napolioni.

Ministranti, Rosarianti e Fortes in Fide saranno ancora riuniti per il momento della merenda, nel cortile del Seminario. Al termine del momento conviviale, le associazioni di preghiera si sposteranno nel salone Bonomelli per la tombola, mentre i chierichetti saranno impegnati in un gioco ambientato negli spazi del Seminario. Un’attività che sarà incentrata sulla scoperta di alcuni dei santuari presenti in diocesi, due per ogni zona. Attraverso il gioco, ragazzi e ragazze potranno conoscere e approfondire questi luoghi di culto della diocesi, a volte non molto conosciuti.

L’evento, il cui termine è previsto per le 18, vedrà coinvolta tutta la comunità del Seminario – organizzatrice dell’iniziativa – con i collaboratori e in sinergia con la Federazione Oratori Cremonesi e anche grazie all’impegno dei ministranti più grandi provenienti dalle varie zone pastorali. Un appuntamento per approfondire la propria fede e dare ancora più senso al proprio impegno in parrocchia.

«È la prima volta che queste due feste coincidono – spiegano gli organizzatori –.  Sarà bello passare un pomeriggio negli stessi luoghi, ampi e accoglienti del Seminario, facendo cose diverse, ma accomunati dalla stessa amicizia per il Signore». Con l’auspicio però che le occasioni di incontro siano molte altre, che si possa «pensare a proposte per i chierichetti, e non solo, che non siano solo il ritrovo all’evento diocesano annuale».

Ogni gruppo parrocchiale è invitato a formalizzare l’iscrizione dei propri ministranti entro lunedì 22 aprile sulla pagina dedicata del sito della Federazione oratori. È richiesta una quota di partecipazione di 2 euro a persona, da versare all’ingresso.




Domenica sera in Cattedrale concerto in memoria del maestro don Dante Caifa. L’evento in diretta su Cremona1

Maestro di Cappella e organista della Cattedrale di Cremona, don Dante Caifa ha rappresentato per oltre mezzo secolo il principale punto di riferimento della musica sacra cremonese. Fondatore del Coro Polifonico Cremonese, nel 1992 ha ricostituito la Cappella musicale della Cattedrale di cui è stato direttore sino al 1997. Una vita dedicata alla musica e alla Chiesa cremonese che, a 21 anni dalla morte, lo ricorderà nel “Concerto in memoria di mons. Dante Caifa” che domenica 21 aprile, alle 21, è in programma proprio nella Cattedrale di Cremona. L’evento sarà trasmesso in diretta tv su Cremona1 (canale 19).

Tre cori coinvolti, accompagnati da maestri d’organo d’eccezione: la Schola cantorum di Castelverde e la corale San Bernardino di Soncino, diretti da Giorgi Scolari, il coro “Il Disincanto” di Cremona, diretto da Daniele Scolari, e il Coro della Cattedrale di Cremona, diretto da don Graziano Ghisolfi.

Un ricco programma musicale, che si aprirà con il “Nun komm” der Heyden Heyland BWV di Johann Sebastian Bach, un solo di organo eseguito dall’organista titolare della Cattedrale, Fausto Caporali. A seguire, cinque esecuzioni di opere scritte proprio da monsignor Caifa: il coro della Cattedrale si cimenterà nella Missa brevis “De Angelis” per assemblea, un esecuzione con coro a tre voci dispari e organo; la Schola cantorum di Castelverde e la corale San Bernardino eseguiranno invece Al Signore che entrava Santa Chiesa di Dio; saranno inoltre eseguiti il Victimae Paschali per soprano, coro a quattro voci miste e organo, con l’interpretazione del coro “Il Disincanto” e del Trittico per soprano e organo, con protagonisti l’organista Alberto Pozzaglio e il soprano Ilaria Geroldi. A chiudere il programma due esecuzioni a cori riuniti: la Messa detta “Balossa”, scritta da Caifa per assemblea, coro a tre voci pari e organo, e il Magnificat di Lorenzo Perosi, per coro a quattro voci dispari e organo.

L’esecuzione sarà inframezzata da un intervento di Roberto Fiorentini che presenterà e approfondirà gli studi di monsignor Caifa sui Salmi di Rodiano Barrera e le Lamentazioni di Marc’Antonio Ingegneri.

Un concerto promosso perché non passasse in silenzio il ricordo di un sacerdote che ha contribuito così tanto, con la sua permanenza qualificata, al panorama della Chiesa cremonese. Un musicista vero, con la musica nel cuore, che ha lasciato un patrimonio che si vuole così ripresentare alla comunità affinché non vada perduto e dimenticato.

La locandina del concerto

 

Profilo di don Caifa

Nato a Vescovato il 22 dicembre 1920, don Caifa fu ordinato sacerdote nel 1943: l’hanno successivo mons. Cazzani lo assegnò alla Cattedrale come vicario dopo una breve esperienza a Pieve d’Olmi.

Grazie agli studi al liceo musicale pareggiato di Piacenza e poi al conservatorio di Parma conseguì i diplomi di Musica Corale (1949) e Composizione (1951). Il prete musicista ottenne anche il compimento inferiore in Organo.

Nominato maestro di Cappella e organista della Cattedrale di Cremona nel 1964 (sostituì il grande Federico Caudana). Insegnante di musica in Seminario, mons. Caifa ha rappresentato per oltre mezzo secolo il principale punto di riferimento della musica sacra cremonese.

Dopo aver fondato nel 1968 il Coro Polifonico Cremonese, nel 1992 mons. Caifa ha ricostituito la Cappella Musicale della Cattedrale di cui è stato direttore sino al 1997.

Musicista di grande talento, grande improvvisatore, insegnante di Musica in Seminario, ha rappresentato per oltre mezzo secolo il principale punto di riferimento della musica sacra cremonese. A lui si deve la riscoperta a Cremona della polifonia classica (Monteverdi e Ingegneri in particolare) e del grande repertorio corale dopo l’impostazione lirico-romantica di Caudana.

Nel 1986 fondò insieme al cav. Giovanni Arvedi e altri membri del Comitato per l’Organo della Cattedrale la scuola d’organo che ha contribuito a formare decine di organisti diocesani e alla quale l’Associazione Marc’Antonio Ingegneri, emanazione diretta istituita nel 1994 con Caifa presidente, assicura tutt’oggi continuità.

Musicista raffinato e di raro talento, le sue musiche – prevalentemente dedicate alla pratica corale – sono state raccolte e pubblicate, poco prima della morte (avvenuta a Cremona il 5 agosto 2003), in occasione del 60° anniversario di ordinazione sacerdotale (1943-2003) nell’antologia:
 “Messe, mottetti e varie composizioni” a cura di Marco Ruggeri
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Il 17 aprile davanti all’Ospedale in preghiera per la vita

Torna mercoledì 17 aprile, dalle 8 alle 10, davanti all’Ospedale di Cremona, il momento di preghiera per la vita, promosso dall’associazione “Ora et labora in difesa della Vita”.

Per sensibilizzare la comunità riguardo la tutela della vita nascente, l’associazione organizza, ogni terzo mercoledì del mese, una preghiera alla quale chiunque può partecipare, anche per un tempo parziale. In caso di maltempo l’evento si tiene all’interno della chiesa dell’Ospedale. L’invito, rivolto a chiunque, è a unirsi al gruppo pregando per le donne che hanno abortito, per quelle tentate di farlo e per i medici.

L’iniziativa di aprile – come sottolineano gli organizzatori – si svolgerà a pochi giorni dalla decisione del Parlamento europeo che, a larga maggioranza (336 voti a favore, 163 contrari, 39 astensioni), ha espresso la volontà di inserire il cosiddetto “diritto all’aborto” nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Una risoluzione non vincolante, ma certamente di notevole peso politico.

Secondo il testo, “i metodi e le procedure di aborto dovrebbero essere una parte obbligatoria del curriculum per medici e studenti di medicina” e dai Paesi dell’Ue “dovrebbero essere messi a disposizione metodi e forniture contraccettivi accessibili, sicuri e gratuiti, nonché consulenza in materia di pianificazione familiare, prestando particolare attenzione al raggiungimento dei gruppi vulnerabili”.

“L’approvazione di questa risoluzione da parte del Parlamento europeo ci reca molto dispiacere. Non possiamo che esprimere il nostro disaccordo”. Così mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina e presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), commentando la risoluzione approvata l’11 aprile al Parlamento europeo. “Non si può pensare di dichiarare che l’aborto sia un diritto umano perché la soppressione di una vita non può essere mai un diritto umano”, dichiara mons. Crociata. “Qualcuno parla di un grumo di cellule – aggiunge -, in realtà è l’inizio di una nuova persona”. E ancora: “Ostacolare la maternità non è un modo per aiutare le donne, che vanno senz’altro sostenute e accompagnate sempre, e rispettate nelle loro scelte”.

Riguardo, infine, alla clausola di “coscienza” posta da alcuni medici e che invece viene condannata nella risoluzione dai deputati europei perché causerebbe ritardi e rischi alla salute, mons. Crociata afferma: “Non possiamo che considerare con grande preoccupazione la limitazione della libertà di coscienza che è uno dei principi fondamentali che garantiscono il rispetto della persona e della democrazia. La limitazione della libertà di coscienza è una minaccia alla libertà, un modo di agire che alla fine assomiglia molto ad un regime autoritario. Speriamo che il nostro parlamento europeo non vada in questa direzione”.

Locandina dell’evento del 17 aprile




Il 13 aprile evento in Seminario per genitori, insegnanti ed educatori di preadolescenti ed adolescenti

Il mondo adulto in dialogo con l’adolescenza. Questo il focus dell’incontro, dal tema “Si avvicinò e camminava con loro”, pensato dall’Area Giovani della Diocesi di Cremona e che chiamerà a raccolta educatori di preadolescenti e adolescenti nella serata di sabato 13 aprile presso il Seminario vescovile di Cremona.

L’incontro si inserisce nel percorso formativo che la Federazione Oratori Cremonesi ha avviato nel novembre 2023 con gli educatori di oratorio e che, in questa nuova occasione, si allarga a tutti gli adulti, come genitori e insegnanti, che vivono a rapporto con adolescenti e preadolescenti.

«Per tanti anni come e in tante occasioni abbiamo parlato dell’adolescenza e sono state lette e presentate ricerche che descrivono la vita degli adolescenti e che costituiscono un patrimonio preziosissimo per chi oggi entra in aula di catechismo, in un oratorio, in una classe o semplicemente in casa – spiegano gli organizzatori –. In questa occasione vorremmo provare a mettere a tema il mondo adulto: con i suoi desideri, la sua passione educativa, la sua generosità, ma anche le sue fatiche, fragilità e paure». «Se è vero che “gli adolescenti sono lo specchio del mondo adulto” – aggiungono – allora è tempo di guardare in questo specchio e leggere quali passi intraprendere in oratorio, in classe, in famiglia, continuando a costruire alleanze tra agenzie educative».

Alle 19.15 avrà luogo il primo momento della serata nel bar del Seminario con l’apericena “in dialogo”: Barbara Gentili, del Consultorio Ucipem di Cremona, intervisterà Pierpaolo Triani, professore ordinario di Pedagogia presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Mattia Cabrini regista e autore dello spettacolo “Altrove” che sarà messo in scena alle 21 a cura dalla “Compagnia dei Piccoli”.

L’intervento del professor Triani aiuterà a sviluppare un pensiero sull’adulto di oggi e sul suo sguardo nei confronti degli adolescenti.

Lo spettacolo teatrale “Altrove”, invece, è un lavoro teatrale che nasce da mesi di interviste con ragazzi, ragazze e operatori dei servizi della città che si occupano di adolescenza, come Spazio Agio, Neuropsichiatria, Serd, Consultorio, Asst, Comune di Cremona, Azienda Sociale, Cooperativa Meraki, Coop Nazareth e Cosper. Il teatro avrà il compito di provocare e stimolare ulteriori riflessioni personali che potranno essere condivise al termine.

«Di fronte al laboratorio dentro il quale gli attori adolescenti sono rinchiusi sulla scena come diventa lo sguardo dell’adulto? Selettivo e giudicante oppure più simile a quello dello studioso che osserva con curiosità e passione per capire il senso di alcuni comportamenti? – si chiede il regista, Mattia Cabrini – Ecco perché “Altrove” è uno spettacolo teatrale per gli adulti e sugli adulti i cui protagonisti sono adolescenti. Se, come diceva Shakespeare, “Il teatro fa da specchio alla natura”, forse gli adolescenti oggi reggono inconsapevolmente lo specchio agli adulti». E conclude: «L’obiettivo di tale spettacolo è quello di promuovere incontri di riflessione e dibattito per gli adulti su come rendere il territorio più attento ai desideri e ai bisogni dei ragazzi e delle ragazze».

L’incontro del 13 aprile in Seminario vuole avere un carattere narrativo ed evocativo, per provare a dare fiato e spazio ai vissuti degli adulti senza investirli nuovamente di “cose da fare” e sensi di colpa.

La partecipare su iscrizione (costo 8 euro a persona) da effettuare entro il 10 aprile all’indirizzo e-mail info@focr.it. Lo spettacolo sarà aperto a tutti, ma la visione è sconsigliata ai minori di 14 anni.

 

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Don Primo Mazzolari, uomo di fede che fa fermentare vita

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Sono passati 65 anni dalla morte di don Primo Mazzolari, avvenuta il 12 aprile 1959. Ma la sua testimonianza è viva più che mai. Soprattutto a Bozzolo, sua ultima parrocchia, dove domenica 7 aprile è stata celebrata la Messa in sua memoria, presieduta dal vescovo di Trieste, il cremonese mons. Enrico Trevisi, alla presenza del vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, del parroco di Bozzolo, don Luigi Pisani, e di numerosi sacerdoti diocesani, tra cui don Bruno Bignami e don Umberto Zanaboni, postulatori per la causa di beatificazione di don Mazzolari.

E proprio l’auspicio che, «per l’anno del Giubileo che si avvicina», «il segno forte e chiaro di don Primo su temi attualissimi possa trovare il riconoscimento che attendiamo» è stato espresso dal sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio nel saluto sul sagrato prima della celebrazione, in cui ha voluto ricordare l’impegno di monsignor Trevisi sul versante educativo, con un ricordo particolare alla coincidenza della sua ordinazione sacerdotale a pochi giorni dalla proprio elezione alla Camera e alla sua «attenzione sostanziale a quell’importante palestra formativa dei giovani laici nella società civile» che portò a dar vita in diocesi a una scuola di alta formazione per l’impegno sociale e politico, «una vera e propria scuola che ha regalato al territorio energie e risorse per un impegno diretto nella vita politica e sociale», ha ricordato Torchio.

Il saluto del sindaco Torchio

 

La Messa si è aperta con le parole di mons. Napolioni: «Il senso di festa prevale su ogni forma di distacco, di distanza, che la vita ci impone. Il compito del vescovo di Cremona oggi non è solo quello di salutare i “pezzi grossi”, ma anche quello di salutare i gioielli di famiglia, che non sono solo i sacerdoti o i preti che diventano vescovi, ma tutte le relazioni che si creano». Nelle parole del vescovo di Cremona anche il saluto alla Fondazione “Don Primo Mazzolari” rappresentata in particolare dal nuovo presidente Matteo Truffelli.

Il saluto del vescovo Napolioni

 

Nell’omelia, il vescovo Trevisi ha citato la testimonianza di don Primo Mazzolari, uomo di fede, anche travagliata, e paladino della pace. «Oggi c’è la guerra, c’è la possibilità di vedersi inondati di sfollati». «E per me, che sono a Trieste, sulla rotta balcanica, queste parole hanno un sapore particolare – ha raccontato Trevisi –. E allora, come diceva don Primo: “Non bisogna chiudere la porta a nessuno, ma bisogna vigilare”».

Un “coro a tre voci”, tra la missione di don Mazzolari, il mondo di oggi e il Vangelo del giorno. Come nella prima apparizione del Cristo risorto ai discepoli, «chissà se anche noi riusciamo ad assaporare la grande gioia di incontrare il Signore – ha detto il vescovo di Trieste –. La situazione odierna, come ai tempi di Mazzolari, ci fa trovare riuniti in un cenacolo, proprio come gli apostoli». E come Tommaso, che non crede finché non vede le ferite nelle mani del Signore, «anche noi sentiamo l’emozione del sentirci cercati da Gesù».

«Anche se ci sono lampi di Pentecoste, talvolta la fede è desolata – ha concluso mons. Trevisi –. Siamo quindi chiamati a questa testimonianza di fede, che fa fermentare la vita. E di cui Mazzolari ne è l’esempio».

L’omelia del vescovo Trevisi

 

L’Eucaristia si è conclusa con il saluto del parroco, don Luigi Pisani, e con il un momento di preghiera sulla tomba del Prete d’Italia, sepolto proprio all’interno della chiesa parrocchiale di Bozzolo.

A concludere le iniziative per il 65° anniversario della morte di don Mazzolari, sabato 13 aprile (ore 10), presso l’Università Cattolica di Brescia, ci sarà il convegno di studi dedicato a “Don Primo Mazzolari, la politica, la Democrazia Cristiana” promosso dalla Fondazione don Primo Mazzolari in collaborazione con le Raccolte storiche – Archivio per la Storia dell’educazione in Italia, della medesima Università.

Scarica la locandina del convegno




Il 14 aprile il Polifonico in “Concerto per il Tempo Pasquale”

Torna a Cremona, il prossimo 14 aprile, alle 21, l’ormai tradizionale “Concerto per il Tempo Pasquale” del Coro Polifonico Cremonese. Due opere di Mozart, composte in età adolescenziale, risuoneranno nella chiesa cittadina di Sant’Ilario. La Missa solemnis in Do minore KV 139 – già conosciuta come“Waisenhausmesse” – e il Te Deum laudamus KV 141 saranno eseguite dal Coro Polifonico Cremonese, diretto ormai da più di vent’anni dal maestro Federico Mantovani, e accompagnato per l’occasione dall’orchestra Magma Musica.

Il concerto vedrà inoltre l’interpretazione canora di quattro voci soliste: il soprano Federica Zanello, il contralto Nadya Petrenko, il tenore Cosimo Vassallo e il basso Marco Granata.

L’evento, che sarà a ingresso libero e gratuito, è organizzato dall’Associazione culturale Coro Polifonico Cremonese, in sinergia con la Fondazione Arvedi-Buschini e con il patrocinio del Comune di Cremona.

 

Il Coro

Il Coro Polifonico Cremonese inizia la sua attività nel 1968 sotto la direzione di don Dante Caifa. Con lui studia la grande polifonia rinascimentale e barocca, dagli autori più celebri (Monteverdi, Palestrina, Victoria) ad altri a quel tempo meno noti (Ingegneri, Barera, Viadana) e ne promuove la conoscenza anche in piccoli e piccolissimi centri della provincia di Cremona e province limitrofe.

Dal 1993 al 2003 assume la direzione il maestro Raùl Domínguez, le cui scelte artistiche, mentre riprendono la linea tradizionale della polifonia (Lasso, Monteverdi, Gabrieli, Palestrina) aprono al Coro anche nuove prospettive con l’accostamento ad autori dell’Ottocento e del Novecento (Brahms, Bruckner, Poulenc, Stravinsky, Britten, Janàcek).

Dal 2003 il direttore artistico e musicale è il maestro Federico Mantovani, compositore di opere musicali di grande respiro (Cantate sacre e Oratori per soli, coro, voce /voci recitanti e orchestra). Questa peculiarità permette di vivere un’esperienza singolare e coinvolgente sia agli esecutori che agli ascoltatori.

Con il Maestro Federico Mantovani l’attività si svolge in diverse direzioni, come l’esecuzione di importanti opere sinfonico-corali sia del passato che contemporanee, la partecipazione a eventi concertistici di carattere nazionale e internazionale, e l’organizzazione di iniziative volte a collocare le manifestazioni musicali in un contesto culturale più ampio, con incontri di approfondimento di carattere letterario, storico, artistico.

 




Annunciazione, lunedì 8 aprile il Vescovo al Santuario della Fontana di Casalmaggiore

Ricorre quest’anno l’8 aprile la solennità dell’Annunciazione del Signore, occasione come sempre di festa per il Santuario della Madonna della Fontana di Casalmaggiore e per la comunità dei frati Cappuccini che vi presta servizio.

In occasione festa patronale del Santuario la Messa delle 18 sarà presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. Accanto a lui concelebreranno il superiore della comunità francescana, padre Francesco Serra, il parroco di Casalmaggiore, don Claudio Rubagotti. Prenderanno parte alla celebrazione anche gli altri frati della comunità e il diacono permanente Luigi Lena, che presterà il proprio servizio all’altare. Al termine della celebrazione, alla quale sono invitati tutti i sacerdoti della zona, ci sarà occasione per un momento conviviale negli spazi del convento.

Altra celebrazione del giorno patronale sarà al mattino alle ore 8.30.

La giornata sarà opportunità per tutti i fedeli del territorio, e non solo, di vivere la solennità dell’Annunciazione guardo alla Madre, regina di Casalmaggiore e patrona del Casalasco.




Presentato il volume “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona”: l’adeguamento liturgico raccontato nelle foto di Paolo Mazzini

«Questo volume è una finestra, un canto che racconta l’ultimo degli artisti che con trepidazione ha messo mano alla nostra Cattedrale». Sono le parole con cui il vescovo Antonio Napolioni ha aperto, presso la sala Maffei della Camera di Commercio di Cremona, nella mattinata di sabato 6 aprile, l’evento di presentazione del libro “Gianmaria Potenza Cattedrale di Cremona”. Il volume è edito dalla Fondazione Potenza Tamini, in collaborazione con la Diocesi di Cremona e l’editrice Chiesa Oggi e racconta, attraverso le fotografie di Paolo Mazzini, l’opera realizzata dall’artista veneziano finalizzata all’adeguamento liturgico del presbiterio del duomo di Cremona.

Per l’occasione, la neonata Fondazione (ideata nell’agosto 2023) ha reso noto, attraverso la sua direttrice artistica, nonché curatrice del volume, Valeria Loddo, di voler appoggiare «giovani geni creativi attraverso progetti, il primo dei quali si concretizzerà nella mostra fotografica “Tratti. Profili d’arte”, la cui inaugurazione avverrà il 6 giugno presso il Museo diocesano». L’esposizione farà viaggiare i visitatori attraverso alcuni luoghi d’arte a Cremona, mostrandone il fascino grazie agli scatti di Paolo Mazzini che ha conquistato la stima del maestro Potenza e del suo staff.

Durante la presentazione del linro in sala Maffei, durante l’evento, un maxi schermo ha continuato a proiettare scorci della mensa del Duomo di Cremona, particolari della cattedra e dell’altare, frammenti di un’opera «che parla il linguaggio dell’astratto» – ha spiegato don Gaiardi – e che nasce dalla luce.

«Sono stato con mia figlia in Duomo e ho notato la luce – ha detto il maestro Potenza – così particolare da doverci tornare ancora alla sera per guardarla». Ed è infatti «basandosi su una ricerca sulla luce – ha chiarito Loddo – che il maestro ha operato. È la luce il principio ispiratore degli arredi sacri». Quella luce naturale che filtra dal rosone e che «è riverberata, come riflessa sull’acqua di Venezia» patria dell’autore, ha spiegato Loddo. Luce che poi «è un messaggio cristologico», conferma Napolioni. E che le foto di Mazzini sviscera e fa filtrare dai grafemi incisi sul bronzo e sulla pietra sia dell’altare, che dell’ambone come della cattedra e del porta cero pasquale.

Luce dunque protagonista di questi arredi sui quali si sono soffermati gli interventi prima del vescovo Napolioni poi di Caterina Parrello, direttrice di Chiesa Oggi, di don Gianluca Gaiairdi, direttore del Museo diocesano di Cremona, quindi di Valeria Loddo, curatrice del libro, e infine dell’architetto Carla Zito, che ha parlato a nome del team vincitore del concorso indetto dalla Cei nel 2018 per l’adeguamento liturgico della Cattedrale di Cremona.

Infatti l’opera di Potenza nasce da un progetto complesso che è partito dal voler «metterci in ascolto di una storia che ci ha preceduto – ha dichiarato il vescovo – per poi osare generare». Una vicenda che ha preso le mosse da riflessioni del 2016 con l’allora vescovo Enrico Assi – come ha ricordato Gaiardi – ma che ha preso forma nel 2018/2020 quando «Cremona con il concorso della Cei per l’adeguamento liturgico delle cattedrali – ha spiegato Parrello – è divenuta il primo progetto pilota per procedura concorsuale, ma anche per realizzazione dell’intervento nel quale si mira a integrare con un linguaggio contemporaneo una chiesa che non è solo architettura religiosa ma anche civile». Nel rispetto dell’esistente si è «lasciato un segno del cammino culturale» in una chiesa che custodisce una stratificazione storica importante dal Romanico fino all’oggi. Tante le tematiche affrontate e che il team, con a capo l’architetto Massimiliano Valdinoci (presente in camera di commercio), seguito dal liturgista Goffredo Boselli e dalla consulente Francesca Flores D’Arcais, ha superato in nome di due concetti “Prossimità e distinzione” ben illustrati dall’architetto Zito.

L’arte contemporanea dunque, con gli arredi sacri della Cattedrale, vuol dimostrare di saper comunicare spiritualità e di farlo attraverso «un nuovo alfabeto – ha chiarito don Gianluca Gaiardi – fatto di grafemi astratti. La cattedrale già racconta tutto con il suo apparato decorativo, il linguaggio astratto alza lo sguardo, astrae appunto», avvicina a quei concetti impronunciabili che sono il Mistero. L’opera di Potenza, letta così, è un segno lasciato dai contemporanei per dire la loro fede con un linguaggio diverso, che il volume appena edito sa ben raccontare, già dalla copertina che a livello tattile fa toccare con mano i disegni di luce sul bronzo.