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Visita pastorale nel Casalasco, «Tre giorni di fraternità, di fede, di preghiera, di gioia e di speranza»

«Abbiamo vissuto giorni di fraternità, di fede, di preghiera, ma anche giorni di gioia e di speranza». Così, il vescovo Antonio Napolioni ha salutato e ringraziato le comunità di Agoiolo e Vicobellignano, di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio, nella Messa conclusiva della visita pastorale alle due unità pastorali guidate da don Gabriele Bonoldi e don Alfredo Assandri. «Lo scopo della visita pastorale è renderci conto che la vera Chiesa non è solo la Chiesa della trasfigurazione – ha sottolineato nell’omelia –, ma la Chiesa della Pasqua, che continua a camminare, che torna nella realtà». E allora: «Per capire meglio quello che abbiamo vissuto, ripensiamoci, ripensiamo ai semi che abbiamo raccolto e seminato, agli incontri che abbiamo avuto e alle strade che ci si aprono davanti».

Una visita cominciata già nella mattina di venerdì 23 febbraio, in cui i bambini della scuola primaria di Vicobellignano, con gli insegnanti e la dirigente Cinzia Dall’’Asta, hanno accolto il vescovo, preparati per l’occasione dall’insegnante di religione. A seguire, mons. Napolioni ha fatto visita ad alcuni anziani e malati del territorio. Il pomeriggio è stato caratterizzato dalla visita alla cooperativa sociale “Storti Maria” di Vicoboneghisio, realtà che da oltre vent’anni svolge attività di confezionamento e imballaggio con inserimento lavorativo di persone fragili, come percorso di autonomia al lavoro. Ad accogliere il vescovo, insieme a educatori e volontari, il consiglio di amministratore della cooperativa con il presidente Giordano Riva e il fondatore Francesco Ferron. Presente anche il sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, che ha seguito da vicino la visita pastorale del vescovo Napolioni in tutte le frazioni casalasche in queste settimane.

A seguire la Via Crucis a Cappella e la Messa a Vicobellignano. Dopo la celebrazione un’ulteriore occasione di vicinanza a malati e anziani. In serata il vescovo Napolioni ha quindi incontrato, a Vicoboneghisio, tutti gli operatori delle due unità pastorali: circa 50 persone presenti all’incontro per il “Giorno dell’Ascolto”, che ha coinvolto anche i membri dei consigli pastorali, i catechisti e i volontari dei vari ambiti parrocchiali.

La giornata di sabato 24 febbraio è stata caratterizzata dalla Messa delle 10.30 a Camminata. In tarda mattinata il Vescovo ha fatto una speciale visita a una signora di Vicoboneghisio che ha recentemente compiuto cento anni. Nel pomeriggio, invece, c’è stata l’occasione di conoscere la comunità educativa per minori “Senghor” di Vicoboneghisio, che, negli spazi di Cascina Segalli, ha accolto il vescovo per un momento di dialogo e di rinfresco.

Il vescovo ha quindi avuto modo di confrontarsi, a Vicobellignano, con i genitori e i ragazzi dell’iniziazione cristiana. Dopo la Messa ad Agoiolo, celebrata alle 17, l’attenzione si è spostata nell’oratorio di Vicobellignano, in cui gli adolescenti delle comunità sono stati protagonisti. Con loro un incontro profondo, in cui il vescovo li ha spronati a perseverare e ad “allargarsi”, e convivale, con la pizzata che ha segnato conclusione della giornata. «Un momento davvero speciale. E lo dico da parroco dell’altra unità pastorale – ha sottolineato don Assandri –. Il vescovo ha fatto sentire i ragazzi a proprio agio, coinvolgendoli e stimolandoli a porre domande che partissero dalle loro inquietudini. Tanti di loro, finito l’incontro, non avevano la percezione che fosse davvero passata un’ora e mezza».

La visita del vescovo Napolioni si è dunque conclusa con la doppia celebrazione di domenica 25 febbraio. Prima a Vicoboneghisio, poi a Vicobellignano, con la Messa delle 11 che ha siglato la conclusione definitiva di questa visita pastorale. Accanto al Vescovo, oltre ai due parroci anche don Franco Vecchini, residente in paese. Al termine della celebrazione il momento dei saluti presso l’oratorio parrocchiale.

«Sono stati tre giorni molto belli, considerando soprattutto l’indole di una zona che solitamente non è caratterizzata dall’entusiasmo e dall’attesa – ha spiegato don Gabriele Bonoldi –. Ma l’iincontro con la realtà del vescovo ha scaturito una reazione positiva». «Le nostre comunità hanno vissuto bene e risposto bene a questa visita pastorale – ha quindi aggiunto don Alfredo Assandri –. Sono stati davvero giorni di grazia, in cui non tutti hanno partecipato, ma chi lo ha fatto lo ha fatto davvero bene». Due comunità che ripartono con «uno spirito nuovo, e con la volontà di camminare sotto la guida dello Spirito Santo, che ci mette in comunione».

 

Il video della celebrazione a Vicobelliganano




Oltre 300 ragazzi dopo Pasqua a Roma per il pellegrinaggio diocesano a conclusione della Mistagogia

Sono oltre 300 i ragazzi e le ragazze che il prossimo 1° aprile partiranno alla volta di Roma, per l’ormai tradizionale pellegrinaggio organizzato dalla Federazione oratori cremonesi e dedicato ai gruppi di terza media a conclusione della Mistagogia. Un viaggio di tre giorni, dal 1° al 3 aprile, tra la spiritualità e le bellezze della Capitale e che si concluderà partecipando all’udienza generale in Piazza San Pietro.

«L’obiettivo pastorale è quello di una proposta coinvolgente per ragazzi e ragazze che terminano il loro percorso di Mistagogia – spiega don Francesco Fontana, presidente della Federazione oratori cremonesi –, che non è una conclusione, ma segna l’introduzione in un nuovo percorso, quello dedicato agli adolescenti».

La scelta di Roma, anche quest’anno, a motivo della significativa testimonianza di questi luoghi, per la presenza dei primi apostoli e di tanti martiri cristiani.

Una significativa occasione, dunque, per i giovanissimi della Diocesi, che saranno coinvolti tra tappe, visite culturali, momenti di preghiera e naturalmente l’incontro con Papa Francesco

Considerato l’elevato numero di adesioni, le iscrizioni alla proposta sono già chiuse.

 

I dettagli del viaggio

Per il viaggio dei vari gruppi avverrà in treno, scegliendo tra alcune stazioni più comode rispetto alla varie zone pastorali.

Lunedì 1 aprile: partenza al mattino per Roma, con arrivo previsto per le 13.30 circa, pranzo al sacco. Accoglienza e visita alla città, cena libera e rientro agli alloggi.

Martedì 2 aprile: visita della città con itinerario culturale e spirituale.

Mercoledì 3 aprile: udienza papale in Piazza San Pietro. Pranzo libero e partenza nel pomeriggio per la Diocesi. Arrivo previsto per le 22/23.




Dal 23 al 25 febbraio prosegue la visita pastorale nel Casalasco

Dopo la tappa nell’unità pastorale “San Vincenzo Grossi”, dal 23 al 25 febbraio la visita pastorale del vescovo continua ancora in territorio casalasco, nelle parrocchie di Agoiolo e Vicobellignano, guidate da don Gabriele Bonoldi, e in quelle di Camminata, Cappella e Vicoboneghisio, di cui è parroco don Alfredo Assandri.

L’arrivo del vescovo Antonio Napolioni è previsto per venerdì, a metà mattinata. Alle 10.30, infatti, visiterà la scuola primaria di Vicobellignano, prima dell’incontro con anziani e malati. Nel pomeriggio, alle 14.30, avrà luogo la visita alla cooperativa sociale “Storti Maria” di Vicoboneghisio. A seguire, alle 16, sarà celebrata la Via Crucis a Cappella e, alle 17.30, il vescovo presiederà la Messa a Vicobellignano. Dopo la celebrazione ci sarà spazio per un’ulteriore visita a malati e anziani del territorio. In serata, alle 20.30, il vescovo Napolioni incontrerà, a Vicoboneghisio, tutti gli operatori delle due unità pastorali (Consigli pastorali, catechisti e volontari dei vari ambiti parrocchiali).

La mattinata di sabato 24 febbraio sarà caratterizzata dalla Messa delle 10.30 a Camminata. Alle 11, il vescovo farà quindi una speciale visita a una signora di Vicoboneghisio che ha recentemente compiuto cento anni. Alle 14.30 mons. Napolioni andrà a conoscere la comunità educativa per minori “Senghor” di Vicoboneghisio. Alle 15.30 avrà luogo l’incontro con i genitori e i ragazzi dell’iniziazione cristiana a Vicobellignano. Alle 17 la Messa ad Agoiolo e, alle 18.30, l’incontro con gli adolescenti in oratorio a Vicobellignano. Con loro anche il momento conviviale della pizzata e la conclusione della giornata.

La visita pastorale si concluderà domenica 25 febbraio con un doppio appuntamento: la Messa alle 9 a Vicoboneghisio e alle 11 a Vicobellignano, quest’ultima trasmessa in diretta televisiva su Cremona1 (canale 19) e sui canali web e social della Diocesi.

Agoiolo e Vicobellignano, entrambe frazioni di Casalmaggiore, fin dagli anni ’70 hanno visto nascere nuovi insediamenti abitativi. «Ma questa realtà non è andata di pari passo con il coinvolgimento nella vita comunitaria delle parrocchie – evidenzia don Bonoldi –. L’obiettivo, da sempre, è l’integrazione dei vecchi residenti con le loro tradizioni consolidate e le nuove famiglie giunte in questi decenni». «La continuità territoriale con Casalmaggiore e i suoi servizi non ha favorito questo intendimento – prosegue il sacerdote –. Qualcosa si riesce a realizzare nell’ambito del catechismo con l’incontro tra le giovani famiglie e figli, e la presenza della scuola elementare può facilitare questo dialogo».

Due frazioni, quelle di Agoiolo e Vicobellignano, in cui non esistono realtà associative legate direttamente alla parrocchia. Ciò nonostante – sottolinea ancora don Bonoldi – «non mancano invece le persone che collaborano per il funzionamento delle strutture e dell’oratorio. Nota positiva è il piccolo gruppo di adolescenti perseveranti negli incontri formativi e nell’animare l’attività estiva del Grest. Nota dolente è, invece, la partecipazione alle celebrazioni liturgiche che dopo la pandemia ha visto quasi dimezzare il numero dei presenti». E conclude: «La visita del Vescovo potrà dare nuovo impulso a ciò che già si muove, ma anche aprire nuovi percorsi che possano essere la risposta alle tante situazioni che con il tempo sono cambiate».

Un pensiero a cui si aggiungono le parole del parroco dell’altra unità pastorale coinvolta: «La visita pastorale dà la possibilità ai parrocchiani di poter incontrare e dialogare con il Vescovo – spiega don Alfredo Assandri –. Come era già successo, ma in contesti diversi e senza la possibilità di fermarsi a lungo».




“Cremona Contemporanea Art Week”, protagonisti anche il Foppone, San Luca e il Campus di Santa Monica

Figurano anche il chiostro dell’ex chiesa del Foppone, il campus di Santa Monica dell’Università Cattolica e gli spazi di San Luca tra i venti luoghi che, dal prossimo 18 maggio, ospiteranno la seconda edizione della “Cremona Contemporanea Art Week”, rassegna dedicata alle arti visive che trasforma Cremona in luogo di conoscenza e scoperta, attraverso mostre, incontri ed eventi volti a stimolare il dialogo tra l’arte del presente e l’ampio patrimonio storico-artistico che la città conserva.

L’iniziativa, realizzata con la direzione artistica di Rossella Farinotti e il coordinamento di CFAgency, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Cremona con la collaborazione della Provincia di Cremona, della Camera di Commercio di Cremona e di Confcommercio provincia di Cremona, è stata presentata nella mattinata di lunedì 19 febbraio presso la sala della Consulta del palazzo comunale di Cremona. Presenti alla conferenza stampa il sindaco Gianluca Galimberti, la curatrice Rossella Farinotti, l’assessore alla Cultura del Comune di Cremona Luca Burgazzi, Stefano Pirovano, membro del consiglio di Art Week, il presidente della Camera di Commercio di Cremona Giandomenico Auricchio e Roberto Codazzi, di ConfCommercio, e direttore artistico del Museo del Violino.

«“Cremona Contemporanea Art week” è entrata a pieno titolo all’interno delle proposte culturali della nostra città. Una proposta che fino a qualche tempo fa poteva sembrare impossibile e che invece oggi vede tutta la città coinvolta. Un chiaro segnale che ha dimostrato che Cremona può continuare ad aprirsi a nuove sfide anche culturali – dichiara l’assessore Burgazzi –. Questa edizione si preannuncia ancora più ricca, con artisti nuovi, nuovi luoghi da scoprire e riscoprire, nuovi linguaggi e quindi sarà capace di darci nuovi stimoli anche di discussione e dibattito. La cultura che non fa questo non è cultura». E conclude: «Un grazie quindi a tutti gli organizzatori, alla curatrice, ai privati che hanno sostenuto e sostengono questa manifestazione e a tutte le istituzioni che hanno saputo riconoscere il valore di questa esperienza. Cremona e il mondo dell’arte contemporanea hanno trovato una sintesi speciale che dovrà continuare anche nel futuro».

Parole a cui fanno seguito quelle di Rossella Farinotti, che racconta: «La prima edizione di “Cremona Contemporanea Art Week”, che mi piace definire come una grande “puntata pilota”, è stata un’avventura straordinaria. Un progetto iniziato grazie al lavoro di una piccola squadra che, in poco tempo, ma con grandi energie, cura e passione, è riuscita ad attivare delle narrazioni specifiche e significative in ogni luogo scelto della città». «La qualità del progetto è stata determinata dal profondo dialogo tra gli artisti e i luoghi ospitanti – prosegue –. Le opere hanno infatti raccontato, evidenziato, puntualizzato aspetti di Cremona con rispetto e in relazione ai simboli e le storie di questa città speciale. Anche quest’anno gli artisti invitati a partecipare, fuori e dentro luoghi istituzionali o privati, tra cui alcuni che non venivano aperti al pubblico da decenni, provengono da generazioni e ambiti diversi. Cremona Contemporanea Art Week 2024 emerge con ancora più energia e nuovi progetti, diventando un incubatore sperimentale che rende Cremona, per una settimana, crocevia e comunità di artisti e opere d’arte che tracceranno un percorso ricco e puntellato da diversi immaginari».

Tra palazzi storici, piazze, musei, gallerie, chiese, laboratori d’antiquariato, teatri, istituti, università e luoghi in disuso, l’edizione del 2024 si pone di confermare l’intento di continua valorizzazione del patrimonio culturale di Cremona. In particolare, tra le novità dell’edizione 2024: il Teatro di San Luca, che, per l’occasione, viene ripristinato e riaperto al pubblico dopo oltre quarant’anni, l’edicola di San Luca, il chiostro dell’ex chiesa del Foppone, Palazzo Vidoni Pagliari, Palazzo Stanga Trecco, la Scuola di Liuteria. A questi si aggiungono luoghi che hanno caratterizzato il percorso della prima edizione, come Palazzo del Comune, San Carlo Cremona, divenuto punto di riferimento culturale dell’Art Week e della città, insieme al Museo archeologico San Lorenzo, Palazzo Affaitati, RobolottiSei, Triangolo, Fasa Architetti e molti altri.

Una settimana in cui l’arte contemporanea adornerà una città intera, nei suoi spazi decisamente più antichi. Una scelta, come sottolinea il sindaco Gianluca Galimberti, «davvero geniale, perché l’arte richiama l’arte, e diventa un canto alla creatività, che attraversa i secoli e risveglia le coscienze delle persone». Conclude così: «Se c’è un modo per guardare con speranza al futuro, questo è proprio attraverso la strada dell’arte».




50 anni di Fism, una scuola che mette “prima i bambini”

 

Fondata nel 1957, la Federazione italiana scuole materne (Fism) festeggia quest’anno mezzo secondo di storia. Un compleanno festeggiato nella mattinata di sabato 17 febbraio a Cremona con il convegno “I bisogni educativi dell’infanzia nella realtà cremonese” promosso dall’Adasm (Associazione diocesana asili scuole materne) e Fism di Cremona insieme all’Ufficio diocesana di Pastorale scolastica. Una occasione di approfondimento e riflessione che ha visto la partecipazione di esperti nel settore dell’educazione.

A introdurre l’iniziativa, organizzata in collaborazione con la Fondazione comunitaria della Provincia di Cremona e ospitata presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, è stato il presidente provinciale Adasm-Fism Sergio Canevari, che ha sottolineato che «le difficoltà economiche sono il principale problema delle scuole. Abbiamo fatto questo convegno per far conoscere la Fism a livello diocesano e provinciale, per questo abbiamo accolto anche insegnati provenienti dalla scuola pubblica. L’obiettivo è quello di lavorare insieme per il bene dei bambini: la scuola è fatta per il bene dei bambini. Bisogna superare quelle differenze fra scuole comunali, statali e paritarie, lavorando come comunità, senza per questo perdere la propria unicità».

Dagli anni ’70 la federazione si impegna a promuovere e sviluppare attività solidali nel campo dell’istruzione e dell’educazione, a beneficio ed assistenza anche economica delle scuole per l’infanzia paritarie, dedicando una particolare attenzione ai servizi prescolastici svolti dalle scuole aderenti. Oggi Fism conta più di 9mila istituti affiliati, composti da scuole materne, sezioni primaverili e nidi, per un totale di oltre 500mila bambini, di cui il 50% provenienti dalla Lombardia.

Dopo i saluti di don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per la Pastorale che ha portato anche la vicinanza del vescovo Antonio Napolioni, impossibilitato a essere presente a motivo della Visita pastorale, e dell’assessore all’Istruzione e alle Risorse umane del Comune di Cremona Maura Ruggeri, è intervenuta Cinzia Parimbelli, del Consiglio nazionale Fism, che ha anzitutto ricordato il motto Fism: “Prima i bambini”. «Per i 50 anni la Federazione ha ritenuto di aggiungere al motto anche le parole “prendiamo il largo”: finalmente prendiamo il largo in un’ottica di tutela, di servizio e di sostegno a tutte le nostre realtà, che di fatto sono funzionali alle famiglie, all’impiego femminile e soprattutto ai bambini, che saranno gli adulti di domani». Una questione educativa che, però deve fare i conti ogni giorno con le risorse disponibili. «Quest’anno siamo riusciti ad ottenere dal Ministero dell’istruzione 90 milioni di euro in aggiunta a quelli stanziati attraverso il Mef, che si tradurranno tra il 2024 e il 2025 in una disponibilità di circa 200 euro in più a bambino. Non siamo solo venali, ma è vero che questi fondi potranno aiutare le scuole a fornire un servizio migliore alle famiglie».

 

L’intervento di Cinzia Parimbelli

 

È poi intervenuto il professor Franco Verdi, che con entusiasmo e passione ha raccontato la storia di questi 50 anni,  «un excursus storico che parte dal bisogno educativo e si evolve fino a diventare diritto educativo. Passare da una scuola finalizzata a una forma assistenziale di cura a una scuola centrata sul diritto all’istruzione, sul diritto alla formazione, è un operazione che avviene in un contesto familiare e di vita comunitaria». Il professor Verdi si è soffermato sulla figura di don Ferrante Aporti, sacerdote cremonese, ma anche pedagogista e uomo politico, pioniere dell’educazione scolastica infantile. Vero fondatore di quella che oggi è chiamata scuola per l’infanzia. «Il paradigma aportiano – ha evidenziato il professor Verdi – segna la traccia del percorso educativo italiano, che vede caratteristiche interessanti, soprattutto nell’evidenziare che c’è una forte necessità di una convergenza, un mettere in opera quella che è la responsabilità educativa della società. Prima c’è la promozione dell’uomo, dargli cultura, sapere, conoscenza e abilità, e solamente dopo si potrà parlare di evangelizzazione».

 

La relazione di Franco Verdi

 

Nella seconda parte della mattinata è intervenuta la professoressa Angela Biscaldi, docente del dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università Statale di Milano, che ha descritto il processo educativo da un punto di vista più antropologico, focalizzando l’attenzione sull’importanza del ruolo del genitore, ad oggi estremamente complesso. «Porto oggi la mia esperienza ventennale sui temi della responsabilità educativa – ha spiegato la professoressa Biscaldi –, bisogna cercare di capire come il processo di deistituzionalizzazione della famiglia e del matrimonio abbia portato l’attenzione sociale a concentrarsi sul bambino e sui suoi desideri e bisogni, ma non tutti i desideri e bisogni sono veramente bisogni educativi. Si tende sempre più spesso a realizzare ogni desiderio che il proprio figlio esprime, ma essere buoni genitori non significa necessariamente accontentare sempre, certe volte è necessario distinguere quello che è veramente importante da quello che invece è un bisogno istantaneo, e quindi superfluo».

 

La relazione di Angela Biscaldi

 

Al termine della conferenza i presenti hanno potuto confrontarsi con i relatori sui temi che sono stati descritti durante gli interventi, portando le proprie esperienze personali in ambito non solo scolastico, ma anche familiare e più in generale anche educativo.




Fondazione Sospiro, quasi ultimati i lavori di costruzione del Centro nazionale autismo

Meno di un anno e mezzo fa, il 14 ottobre 2022, il vescovo Antonio Napolioni benediceva, a Sospiro, la prima pietra del nascente Centro nazionale autismo. Proprio il progetto di Fondazione Sospiro è stato al centro dell’attenzione nella mattinata di martedì 20 febbraio, presso la Sala Consiglio della Provincia di Cremona, durante la conferenza stampa di aggiornamento sullo stato di realizzazione del Centro.

Al tavolo dei relatori, il presidente della Fondazione Giovanni Scotti, il direttore del dipartimento disabilità della Fondazione Serafino Corti, l’architetto Davide Andrea Nolli, il direttore generale di Fondazione Sospiro Fabio Bertusi e Giovanni Fasani, dell’associazione Giorgio Conti, partner dell’iniziativa.

Un complesso che sarà ultimato nelle prossime settimane e che, come ha detto il presidente Scotti, «sarà inaugurato e operativo nelle prime settimane d’autunno». Un centro innovativo e unico nel suo genere in Italia, che «permetterà – ha aggiunto il presidente – allo staff clinico di svolgere al meglio il lavoro che già fanno da tempo».

«Vicino a noi non c’è nessuna struttura specifica focalizzata sul trattamento delle psicopatologie nell’autismo e delle disabilità intellettive – ha spiegato Serafino Corti –. Esiste in America (il Kennedy Krieger Institute), ma se uno non ha la possibilità di andare, come può fare?». Da questa domanda e da questo bisogno è duinque nata l’idea di Fondazione Sospiro di contruire un centro che proponga trattamenti innovativi per i pazienti, in un ambiente meno clinico e più famigliare, una residenzialità temporanea e un progetto che ridisegni i servizi per l’abitare.

Dopo l’intervento del professor Corti, ha preso la parola l’architetto Nolli, che ha mostrato, attraverso le slide, la situazione attuale del cantiere, con il lavoro che risulta quasi completamente ultimato. Fabio Bertusi ha poi illustrato gli aspetti economici del progetto, ringraziando tutti coloro – enti o privati – che hanno dato il proprio contributo. Infine Giovanni Fasani ha spiegato il ruolo dell’associazione che rappresenta, ovvero il contributo per la costruzione della foresteria per le famiglie, adiacente al Centro.

A chiudere l’evento il saluto del presidente Scotti, che ha espresso la propria gratitudine a tutti i finanziatori del progetto. «Vi sentiamo come cofondatori di questo centro – ha sottolineato –, che sarà fiore all’occhiello di Cremona e della cremonesità». A loro e alle autorità presenti, il presidente ha consegnato una copia della pergamena firmata in occasione della posa della prima pietra.

Centro nazionale autismo, il Vescovo benedice la prima pietra




Estate di missione in Brasile e Camerun, al via il corso di formazione

Da sempre l’estate è tempo prezioso di gratuità, servizio e crescita. Lo può essere anche in terra di missione. È la proposta che la Diocesi di Cremona, attraverso la Pastorale missionaria e l’Istituto delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda, offre ai giovani con due possibili destinazioni: in Brasile, a Salvador de Bahia, nella parrocchia di Jesus Cristo Ressuscitado, guidata dal sacerdote cremonese don Davide Ferretti, e in Camerun, dove sono presenti le Suore Adoratrici. Una significativa occasione di conoscenza e di condivisione nelle realtà del sud del mondo, da vivere in gruppo e con l’aiuto dei missionari, per cercare di relazionarsi con le persone del luogo, comprenderne lo stile di vita, i problemi e i motivi di gioia.

«Nel cuore dei giovani abitano insieme domande profonde, ferite, ribellioni, voglia di far del bene – spiega don Umberto Zanaboni, incaricato diocesano per la Pastorale missionaria –. In tanti di loro è ancora forte il desiderio di cambiare un pezzettino di mondo. Per poter realizzare questo sogno bisogna partire da se stessi, cambiare se stessi, mettersi in gioco». E aggiunge: «Un’esperienza di uscita e di missione, come quelle che stiamo proponendo, può aiutare a capire il proprio posto nel mondo e a realizzare qualcosa di concreto. Attraverso l’incontro con gli altri, soprattutto con chi è più povero o vive in una situazione di fragilità, si torna cambiati e desiderosi di testimoniare il Vangelo».

Parole a cui fa eco il pensiero delle Suore Adoratrici, che sottolineano come «non andiamo in missione per salvare qualcosa o qualcuno, ma per riscoprire come il Signore salva noi ogni volta. Non andiamo in missione per fare la differenza, ma per ritrovarci, al nostro ritorno, differenti. Questa è l’occasione che vorremmo offrire a tanti giovani desiderosi di condividere la vita e la fede con le persone che si faranno casa per loro durante l’esperienza missionaria».

In questo contesto, da febbraio a giugno, è proposto un percorso di incontri di preparazione a cadenza mensile, con l’intento di aiutare i giovani che in estate partiranno per l’esperienza missionaria (ma anche a coloro che pur non in partenza intendono approfondire questi temi) ad approfondire le motivazioni di fondo che spingono a partire e cercare di creare un gruppo compatto, per poter vivere al meglio l’esperienza missionaria. Attraverso attività, momenti di confronto e riflessione, si toccheranno i temi dell’apertura alla diversità, dell’incontro tra culture, dei rapporti tra nord e sud del mondo, della povertà e della missione.

Primo appuntamento in programma il prossimo 18 febbraio, presso l’oratorio di Antegnate, con la Cassetta degli attrezzi della missione. Motivazioni e aspettative, in cui interverrà Michele Ferrari, responsabile della Formazione missionaria giovani della Diocesi di Bergamo. Seguiranno, nei mesi successivi, altri appuntamenti: Li mandò a due a due. Bibbia e missione, con don Andrea Lamperti Tornaghi a Pandino il 17 marzo; Fare Missione. Un’esperienza dal Kenia, il 28 aprile a Castelleone in collegamento con Chiara Gallarini, volontaria missionaria; Abitare la favela. Informazioni utili per vivere l’esperienza con frutto, il 19 maggio ca Misano Gera d’Adda in collegamento con don Davide Ferretti e Gloria Manfredini da Salvador de Bahia. Un ulteriore incontro “pratico” riguarderà l’appuntamento di formazione specifica sul Camerun, le cui informazioni su programma e modalità saranno fornite durante i precedenti incontri.

“Occhi aperti, cuori ardenti, piedi in cammino” sarà quindi il tema della veglia di preghiera del 21 giugno, a Rivolta D’Adda, presso la Casa madre della Suore Adoratrici, durante la quale il vescovo Antonio Napolioni conferirà il mandato ai giovani in partenza.

Il percorso, che sarà arricchito anche da corsi online per l’apprendimento della lingua portoghese e della lingua francese, è aperto a chiunque lo desideri, anche a chi la prossima estate non vivrà l’esperienza missionaria all’estero.

Coloro che desiderano vivere una di queste esperienze missionarie estive sono invitati a concordare la propria partecipazione con don Umberto Zanaboni (331-8363752 – umbertozanaboni.75@gmail.com) e suor Daniela (389-6996199), referenti rispettivamente della Pastorale missionaria diocesana e dell’istituto delle Suore Adoratrici.




Centro universitario cattolico, 16 borse di studio per giovani laureati

Borse di studio per sostenere giovani laureati, aspiranti alla carriera universitaria, nel conseguimento della necessaria preparazione scientifica, perché le università italiane possano contare su docenti che, con la loro professionalità, testimonino i valori evangelici nella vita e nell’insegnamento. Con questo scopo il Centro Universitario Cattolico (Cuc) mette a disposizione per l’anno 2024/2025 16 borse di studio, dal valore di 8mila euro annui cadauna al lordo delle imposizioni fiscali previste dalla legge.

Le domande per ottenere la borsa di studio dovranno essere presentata da laici (con esclusione di candidati agli ordini sacri, novizi e membri di Istituti di vita consacrata) di cittadinanza italiana e residenti in Italia, in possesso di un diploma di laurea di secondo livello, conseguito presso una università italiana entro il 31 dicembre 2023 e con valutazione non inferiore a 105/110. I richiedenti devono essere inoltre nati dopo il 31 dicembre 1991 e non devono superare il reddito annuo lordo di 20mila euro.

Per richiedere la borsa di studio, il candidato potrà inviare un messaggio e-mail alla casella di posta cuc@chiesacattolica.it, dichiarando la propria volontà di partecipare alla selezione per il bando Cuc 2024-25. La segreteria del CUC invierà le credenziali per l’iscrizione al portale del concorso, unico canale abilitato alla partecipazione al concorso (eventuali domande in forma esclusivamente cartacea non saranno prese in considerazione). la richiesta potrà essere effettuata nel periodo compreso tra il 1° marzo e il 30 aprile 2024.

Il candidato dovrà presentare la seguente documentazione in formato elettronico, caricandola tramite il portale del concorso entro il prossimo 10 maggio:

  • scheda personale del candidato da compilare correttamente in ogni sua parte;
  • curriculum dettagliato del candidato, comprensivo delle esperienze ecclesiali (animatore parrocchiale o di oratorio, catechista, vita di associazione, movimento, gruppo, altro);
  • certificato di laurea magistrale (o titolo equivalente), con il piano di studi seguito e le votazioni riportate nei singoli esami;
  • copia della tesi di laurea conforme all’originale;
  • progetto di ricerca per il quale si presenta la domanda di borsa di studio, da cui risultino: la motivazione della tematica prescelta; l’illustrazione dell’ipotesi di studio e i risultati che si intendono raggiungere; il piano di lavoro triennale e l’articolazione annuale prevista; la bibliografia di partenza per l’elaborazione del progetto. Il progetto dovrà essere originale; qualora il progetto facesse parte di una linea di ricerca più ampia, sarà necessario dichiararlo e definirne chiaramente gli obiettivi specifici;
  • elenco di ogni altro documento o produzione scientifica che il candidato riterrà opportuno presentare ai fini della valutazione e utile a comprovare la propria qualificazione in relazione al tema della ricerca. L’elenco dovrà essere corredato dai rispettivi testi, entro i limiti di spazio che verranno indicati per e-mail;
  • presentazione accademica da parte del docente relatore della tesi di laurea (o della tesi di dottorato) con una valutazione delle attitudini del candidato riguardo all’attività di ricerca;
  • dichiarazione del docente che segue il progetto, che attesti la validità e l’utilità della ricerca, la sua disponibilità a seguirne lo sviluppo e ad essere eventualmente contattato dal Cuc per delucidazioni. Il docente deve essere di ruolo (professore di I o II fascia, ricercatore universitario a tempo indeterminato) in un’università italiana.

Il candidato dovrà inoltre presentare, in forma cartacea: la scheda personale del candidato da compilare correttamente in stampatello in tutte le sue parti, e la presentazione ecclesiastica da parte del Vescovo della Diocesi di residenza, in originale, che attesti la formazione cristiana e l’impegno in forme di apostolato. La documentazione richiesta deve essere inviata al seguente indirizzo: “CENTRO UNIVERSITARIO CATTOLICO C/O CEI Via Aurelia, 468 00165 ROMA RM”.

Le borse di studio saranno assegnate dal presidente Cuc dopo aver acquisito il parere del Comitato docenti. La valutazione avverrà sulla produzione scientifica del candidato, sul programma di ricerca proposto e sulle attitudini risultanti dalla documentazione presentata. Ai candidati sarà inoltrata – tramite l’indirizzo e-mail fornito nella scheda personale – una comunicazione circa l’esito della domanda entro il prossimo ottobre. L’accettazione della borsa comporta la partecipazione alle attività istituzionali del Cuc, pena la decadenza della borsa.




Il podcast “Lungo la via” e i sussidi per famiglie e preadolescenti: le proposte FOCr per la Quaresima

Il mercoledì delle Ceneri (quest’anno il 14 febbraio) segna l’inizio del cammino di Quaresima. Un tempo prezioso che, come da tradizione, la Federazione Oratori Cremonesi aiuta a sfruttare attraverso alcuni strumenti di preghiera e riflessione differenziati per fasce d’età.

È già disponibile presso la Federazione oratori cremonesi il libretto della preghiera – Passione per la vita – per famiglie, che potranno ripercorrere, giorno per giorno, il cammino della Passione raccontata dall’evangelista Marco. Ad accompagnare il testo una croce da utilizzare al momento della preghiera valorizzando il ritrovarsi attorno alla Parola, sia spiritualmente che fisicamente. Il sussidio è prenotabile sul sito www.focr.it.

Seguimi è, invece, il titolo dello strumento pensato per il cammino di quaresima dei preadolescenti della Mistagogia, un semplice metodo di preghiera quotidiana pensato anche per i giorni dopo la Pasqua. Anche questo strumento è prenotabile da singoli o parrocchie sul sito www.focr.it o presso gli uffici della Pastorale giovanile diocesana.

I materiali cartacei, insieme al salvadanaio per la raccolta quaresimale di carità, poster e banner, sono visionabili al link: www.focr.it/categoria-prodotto/sussidi-di-quaresima/.

Per adolescenti e giovani la proposta di accompagnamento quaresimale è online. Ogni giorno di Quaresima sarà disponibile in streaming su Spotify una puntata del podcast Lungo la via, che torna in questo tempo dopo la prima edizione proposta in Avvento. Tante voci, uno spunto al giorno, per riflettere e prepararsi alla Pasqua. Come spiega il presidente della Federazione oratori cremonesi, don Francesco Fontana, «una manciata di minuti al giorno, a partire dal Vangelo della domenica, per offrire riflessioni che faranno riferimento a tanti mondi diversi». Dall’arte all’attualità, passando per la letteratura e il teatro, dai racconti inediti a quelli di oratorio e dalle storie di missione dal Brasile. Le voci saranno quelle di Mattia Cabrini, suor Valentina Campana, don Francesco Fontana, don Gianluca Gaiardi, don Valerio Lazzari, Pasquale Losapio, Gloria Manfredini, Francesca Poli e don Piergiorgio Tizzi. «Il Vangelo farà da filo conduttore – conclude Fontana –, ma da esso emergerà come la Quaresima riguarda tutto l’uomo, in tutto il suo corpo». Per questo le puntate approfondiranno, come tema, proprio alcune parti del corpo: la testa, la pancia, gli occhi, le mani, il grembo, le orecchie, le gambe, i piedi e il sangue; immagini che compongono il corpo glorioso, la Pasqua. Il podcast, prodotto proprio dall’ufficio diocesano di pastorale giovanile, sarà disponibile sulla piattaforma Spotify.




Giornata del malato, l’11 febbraio Messa del Vescovo nella parrocchiale di Piadena

Ricorre l’11 febbraio, nella memoria della prima delle apparizioni della Madonna a Lourdes, la 32ª Giornata mondiale del malato, incentrata sul tema – tratto dal messaggio di Papa Francesco per la Giornata – “Non è bene che l’uomo sia solo”. Curare il malato curando le relazioni. In questo contesto in Diocesi il vescovo Antonio Napolioni presiederà l’Eucaristia alle 11 nella chiesa parrocchiale di Piadena.

Alla celebrazione, oltre alla comunità parrocchiale parteciperà dame e barellieri l’Unitalsi cremonesi accompagnando alcuni malati. Ma anche dalla case e dei luoghi di ricovero si potrà partecipare all’evento unendosi in comunione alla Messa grazie alla diretta tv su Cremona1 (canale 19) e i canali web e social della Diocesi di Cremona.

Un’occasione di preghiera, ma anche l’opportunità di vivere, in maniera comunitaria, l’abbraccio di una diocesi intera alla persone più fragili. Una vicinanza che concretizza l’invito del Santo Padre affinché «con l’amore vicendevole, che Cristo Signore ci dona nella preghiera, specialmente nell’Eucaristia, curiamo le ferite della solitudine e dell’isolamento». «Siamo venuti al mondo perché qualcuno ci ha accolti, siamo fatti per l’amore, siamo chiamati alla comunione e alla fraternità – ricorda il Pontefice nel messaggio –. Questa dimensione del nostro essere ci sostiene soprattutto nel tempo della malattia e della fragilità, ed è la prima terapia che tutti insieme dobbiamo adottare per guarire le malattie della società in cui viviamo».

La celebrazione diocesana è promossa attraverso l’Ufficio di Pastorale della salute e in sinergia con l’unità pastorale di Drizzona-Piadena-Vho. Tra i concelebranti ci saranno proprio il parroco don Antonio Pezzetti e l’incaricato diocesano per la Pastorale della salute don Maurizio Lucini.

Prima della celebrazione, il vescovo Napolioni visiterà residenti e operatori della Rsa “San Vincenzo” di Piadena Drizzona. La struttura, gestita dalla cooperativa sociale “Il Gabbiano”, offre un servizio rivolto ad anziani con diversi gradi di non autosufficienza e non più assistibili al proprio domicilio, assicurando prestazioni socio-assistenziali, sanitarie e alberghiere tese al soddisfacimento dei bisogni della persona, al mantenimento e al potenziamento delle capacità residue con un’attenzione particolare alla dimensione sociale e relazionale.

 

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Messaggio per la Quaresima, Papa Francesco: “L’umanità brancola nel buio delle diseguaglianze e dei conflitti”