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Il 22 dicembre Messa in ricordo di don Costant Afan, già seminarista togolese a Cremona

L’improvvisa morte di don Costant Afan, lo scorso 16 novembre dopo una decina di giorni di ricovero ospedaliero per una infezione respiratoria, ha sorpreso gli amici italiani che ne hanno seguito i primi anni di sacerdozio in diverse parrocchie togolesi. Impegnato inizialmente nella parrocchia di Tchifamà aveva dato vita ad una nuova scuola per cinquecento bambini, con il sostegno economico della Associazione “Amici di don Costante del Togo”, sorta a Castelverde dal 2006 e che oggi raggruppa una quindicina di soci.

L’attuale presidente Danio Milanesi ne ricorda la generosa vitalità: in altra parrocchia aveva progettato anche la costruzione di una casa parrocchiale e di un oratorio per i ragazzi. Anche tre pozzi per l’acqua potabile sono stati realizzati negli anni dalla Associazione, che ha provveduto anche all’invio di materiali per la coltivazione agraria.

Il parroco di Castelverde, don Giuliano Vezzosi, ha invitato tutta la comunità a ricordare nel suffragio il giovane sacerdote, già studente presso il nostro Seminario diocesano, nell’Eucaristia che sarà celebrata domenica 22 dicembre, alle 10.30, in Chiesa parrocchiale. Iniziative di solidarietà missionaria sono allo studio per alimentare il legame che l’Associazione vorrebbe non si estinguesse nel tempo.

 




È tornato alla casa del Padre don Angelo Scaglioni

Il presbiterio cremonese affida al Signore della vita don Angelo Scaglioni, dopo un lungo percorso di grave infermità. Il sacerdote è deceduto all’età di 77 anni appena compiuti, dopo diversi giorni di ricovero nell’Hospice della Casa di Cura “San Camillo”, sulla via Mantova a Cremona.

Don Angelo Scaglioni è nato a Rivarolo Mantovano, classe 1942, ed è stato ordinato presbitero nel giugno del 1967. Fino al 1981 ha vissuto il suo ministero tra i giovani della parrocchia di Cristo Re, a Cremona, come vicario parrocchiale. Ha ottenuto la Laurea in Teologia Biblica. Nominato parroco di Paderno Ponchielli dal 1981 al 1989, ha successivamente servito il Vangelo e la sua gente nella parrocchia cittadina di S. Antonio Maria Zaccaria, fino al 2017, quando la malattia l’ha costretto a rinunciare alla parrocchia per risiedere nella struttura “La Pace” di Cremona.

La camera ardente è stata collocata presso il Seminario vescovile di Cremona dove, mercoledì 6 novembre alle ore 21, si terrà la Veglia di preghiera.

Le esequie saranno presiedute dal vescovo Napolioni nella Parrocchia S. Antonio Maria Zaccaria, nella chiesa interna al Seminario vescovile alle ore 15 di giovedì 7 novembre.

Dopo la celebrazione la salma di don Angelo verrà traslata presso la chiesa parrocchiale di Rivarolo Mantovano.

Il giorno seguente, venerdì 8 novembre, alle ore 9.30 la tumulazione nel Cimitero di Rivarolo Mantovano.

 




Con Delpini i famigliari del clero dalle diocesi lombarde a Caravaggio

Una giornata di pellegrinaggio e di convegno presso il Centro di spiritualità del Santuario di S. Maria del Fonte, presso Caravaggio, ha riunito giovedì 10 ottobre le rappresentanze delle associazioni diocesane dei famigliari del clero. Presenze provvidenziali quanto spesso dimenticate che condividono, nella concretezza della vita dei sacerdoti, ansie e gioie, stanchezze ed entusiasmi. E, sempre più, anche l’avanzare dell’età media del clero delle diocesi.

A guidare la giornata, iniziata alle 10 con la preghiera comune ed il saluto dei responsabili nazionali dell’Associazione “Famigliari del Clero”, l’Arcivescovo di Milano e Metropolita della Lombardia mons. Mario Delpini che ha offerto ai presenti, con la consueta pacata franchezza, una sua riflessione sul ruolo delicato e prezioso di coloro che si prendono cura della vita dei preti: collaboratrici, collaboratori, sorelle o parenti stretti che accolgono – sovente come una vera e propria vocazione – il servizio alla missione dei presbiteri, vissuto “dietro le quinte”.

Ai presenti monsignor Delpini ha raccomandato di recuperare lo spirito di fede a guida della propria scelta di vita, l’umiltà e la custodia di sani affetti (così importanti anche per chi consacra la vita al Vangelo), la discrezione ed il rispetto della riservatezza che merita ogni sacerdote, senza mai scadere in atteggiamenti di servilismo o disinteresse per il bene della persone con la quale si condivide la quotidianità.

L’audio della meditazione proposta da mons. Delpini

La mattinata si è conclusa con la celebrazione Eucaristica in Basilica e la condivisione del pranzo in fraternità. Nel pomeriggio, dopo il rosario pregato in Basilica, sono proseguiti i lavori con i responsabili diocesani e regionali. Era presente, con diversi parenti e assistenti di sacerdoti della diocesi, anche il vescovo Emerito di Cremona mons. Dante Lafranconi, il Presidente diocesano Cesare Fontana e l’Assistente diocesano dell’Associazione don Giorgio Ceruti.

L’Associazione raduna ad oggi circa una cinquantina di aderenti – quasi tutti genitori o parenti prossimi dei sacerdoti – e auspica maggiore attenzione da parte del clero diocesano verso la cura pastorale di quanti hanno scelto di dedicarsi al bene della Chiesa nell’umile servizio dei suoi ministri.

L’omelia dell’Arcivescovo Delpini (.pdf)

 




Il Vescovo intervistato su Cremona1: “Un nuovo anno pastorale assieme ai nostri preti, presenza umile e costante”

Uno sguardo aperto su temi emergenti dalla cronaca insieme a qualche “puntura di spillo” sulle fatiche e sulle sfide che la Chiesa è chiamata ad affrontare: in una lunga intervista, condotta dal giornalista Giovanni Palisto nella rubrica televisiva  “Punto e a capo”, in onda venerdì 27 settembre su Cremona1, il vescovo di Cremona Antonio Napolioni risponde con franchezza.

Tanti i temi affrontati: dal calo della pratica religiosa nelle parrocchie alle tensioni interne alla Chiesa, che a volte feriscono l’unità e la concordia; dalla cordiale adesione al servizio di papa Francesco alle fragilità degli uomini e donne di Chiesa. Inevitabile anche una riflessione sullo sconcerto, espresso dalla Conferenza Episcopale italiana, circa gli ultimi sviluppi del tema suicidio assistito e alle delicate problematiche del fine vita, fino alle domande sulla cosiddetta “ecologia integrale” così evidentemente emergenti nelle coscienze dei giovani.

In una manciata di minuti l’intervista offre alcune chiavi di lettura che il Vescovo rilancia alle comunità cristiane, ormai avviate verso le attività pastorali del nuovo anno.

Guarda la puntata di “Punto e a capo” del 27 settembre




Si avvicina la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

La prossima domenica 2 giugno, solennità dell’Ascensione del Signore, è la domenica scelta dalla Chiesa per celebrare la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica ricorrenza annuale che il Concilio Vaticano II ha chiesto di ricordare (Decreto sugli strumenti della Comunicazione Sociale Inter Mirifica).

Come ogni anno un messaggio del Papa ha focalizzato un aspetto delicato della comunicazione, proposto alla riflessione e alla preghiera dei fedeli. Il messaggio 2019 riguarda le relazioni all’interno della comunità, che le moderne tecnologie rischiano a volte di svilire o di impoverire.

«“Siamo membra gli uni degli altri” (Ef 4,25).  Dalle social network communities alla comunità umana» è il titolo.

Una semplice proposta di animazione del Rosario, pregato in comunità, può essere l’occasione per diffondere il messaggio pontificio o di preparare anche spiritualmente la celebrazione della Giornata Mondiale.

LO SCHEMA DEL ROSARIO COMUNITARIO




Verifica e programmazione nell’incontro del Consiglio pastorale diocesano

Il Seminario ha ospitato, nella giornata di sabato 4 maggio, l’incontro di verifica e programmazione del nuovo anno pastorale, Convocato il Consiglio pastorale diocesano al completo, in una formula più distesa e articolata, dalle 9,30 del mattino fino alle 17. Obiettivo dell’incontro: fare esperienza di uno stile generativo da imprimere nella vita della Chiesa cremonese, sperimentando un nuovo stile di ascolto della Parola e di convergenza.

Dopo il saluto del Vescovo, l’introduzione del Vicario per la pastorale don Maccagni ha posto in rilievo gli elementi caratterizzanti il percorso proposto ai partecipanti e alla compagine diocesana: l’esercizio di un paziente discernimento orientato dall’autentico ascolto della Parola, del nostro tempo e dei carismi presenti in Diocesi, in comunione con il Pastore che la guida ad un risveglio missionario.

L’attitudine più volte richiamata dal Vescovo Napolioni ad aprirsi anzitutto all’accoglienza cordiale del Vangelo mediante un ascolto sincero e condiviso si è resa concreta nella prima parte della mattinata, con l’ampia riflessione di don Marco D’Agostino, Rettore del Seminario e biblista, estensore del commento sul capitolo 18 del Vangelo di Matteo – il cosiddetto “discorso comunitario” – che orienterà le prossime linee pastorali 2019/20. Allo spazio di personale silenzio è seguita in piccoli gruppi la condivisione, riportata sinteticamente in assemblea. Diverse osservazioni dei partecipanti hanno rappresentato la fatica del passaggio dall'”io” al “noi”, eloquente icona della trasformazione anche pastorale che molte delle comunità parrocchiali della Chiesa locale stanno attraversando. L’insistente richiamo alla misericordia, alla fraternità che si fa carico della correzione reciproca e del perdono, il coraggio nel superare lo scandalo e l’incoerenza che possono abitare anche la Chiesa, sono stati raccolti e proposti alla riflessione comune.

Dopo la pausa del pranzo offerto in Seminario i lavoro sono proseguiti alle 14,30 invitando i presenti a far emergere, proprio a partire dalle suggestioni evocate nell’ascolto evangelico, linee strategiche da tracciare in vista del futuro calendario pastorale. Quattro le direttrici suggerite: l’accompagnamento delle Unità pastorali, esistenti o in via di costituzione; il tema sempre attuale della formazione dei formatori con le relative diverse modalità attuative, l’attenzione alle giovani generazioni – con il ripensamento degli oratori ed il recupero pastorale delle loro istanze – ,e infine la prospettiva del territorio e della società in cui incarnare lo slancio missionario della Chiesa cremonese.

Il confronto nei gruppi tematici, facilitato e coordinato anche da Ettore Zambonardi e Giuseppe Ronzoni (animatori della recente esperienza formativa residenziale a Triuggio, nel marzo scorso) ha prodotto ulteriori sollecitazioni: il desiderio di definire gli attuali approdi dell’esperienza delle Unità pastorali avviate, la precisazione della fisionomia di nuove figure laicali chiamate a corresponsabilità, l’attuazione delle indicazioni della Lettera pastorale “Gesù per le strade” soprattutto sul versante dell’impronta che i giovani cristiani chiedono di imprimere alla vita della Chiesa, la necessaria cura di segni e parole della Chiesa locale che sappiano intercettare la vita dei laici e della cultura del nostro tempo.

Concludendo la giornata il Vescovo ha tracciato brevemente alcuni riferimenti che non potranno non entrare nella prossima programmazione diocesana  (la bozza dovrebbe essere elaborata entro il mesi di maggio 2019): la prospettiva della Visita Pastorale indetta a partire dal ottobre, l’avvio di una collaborazione missionaria con una Chiesa brasiliana, l’ospitalità in Diocesi della Settimana Liturgica nazionale per l’agosto 2020 e la non lontana  inaugurazione, presso Palazzo Vescovile, del Museo Diocesano.

 




“Riflessi Magazine” presentato in TV a Cremona1 nel programma “Punto e a capo”

Martedì 23 aprile, alle 19,30, nel programma “Punto e a capo”, condotto da Giovanni Palisto, si è parlato della comunicazione nella Diocesi di Cremona. Occasione opportuna per qualche anticipazione sul nuovo prodotto on line “Riflessi Magazine” che vedrà la luce il prossimo 10 maggio.

Nel salotto televisivo di Cremona1, insieme a direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali don Enrico Maggi, il presidente della società TeleRadio Cremona Cittanova che gestisce i media della Chiesa cremonese: il cremonese Giacomo Ghisani, anche vicedirettore generale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede.

Il nuovo magazine digitale intende proporsi come luogo di incontro e confronto a partire dalle suggestioni che, mensilmente, parole, immagini e persone sapranno offrire. Un nuovo percorso di comunicazione aperto all’interazione con il pubblico anche attraverso i canali social. Appuntamento al prossimo 10 maggio…

Rivedi la puntata di Punto e a capo




Da Triuggio si riparte nel segno della corresponsabilità tra laici e presbiteri in parrocchia

“Uno, alcuni, tutti”. Potrebbe essere il riassunto del percorso di studio, approfondimento e condivisione promosso dalla Diocesi a Triuggio, in terra ambrosiana, nel weekend dal 29 al 31 marzo. Un’ottantina i partecipanti: insieme al Vescovo Napolioni e ai diretti collaboratori don Calvi, Vicario Generale, e don Maccagni, Vicario episcopale per la pastorale ed il clero, alcuni vicari zonali, i coordinatori delle Aree pastorali, alcuni responsabili di Uffici diocesani, diversi sacerdoti moderatori di Unità pastorali e un buon gruppo di laici a vario titolo impegnati nella Chiesa locale.

Proprio lo slogan “Uno, alcuni, tutti” sinteticamente raccoglie lo snodo delicato e impegnativo attorno al quale la teologa Serena Noceti ha svolto la sua proposta di lettura delle nuove ministerialità che il Concilio Vaticano II articola per tutti i segnati dal comune Battesimo.

Così ha introdotto i lavori don Gianpaolo Maccagni, presentando la relatrice e la tre giorni di studio:

“La nostra comunità diocesana oggi articolata in 222 parrocchie, che non scompariranno – scriveva il Vescovo Napolioni nella Lettera pastorale Perché tutti abbiano la vita, in abbondanza – può fiduciosamente crescere in questa direzione: guardare al territorio in cui vive, ai cambiamenti che in esso si manifestano, alle esigenze che emergono, e creare percorsi di unità tra le comunità vicine per moltiplicare i doni condividendoli cominciando dalla stima effettiva per i Consigli pastorali, per i laici adulti, per i nostri giovani e ragazzi: tutti verranno incontrati, ascoltati, chiamati a formarsi”.

Una buona occasione è stato a Triuggio l’intervento della teologa relatrice, docente ordinario di teologia sistematica presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “I. Galantini” di Firenze, attiva presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Arezzo, è socia fondatrice del Coordinamento Teologhe Italiane e vicepresidente dell’Associazione Teologica Italiana. Il suo coinvolgente intervento ha ripercorso inizialmente la storia del ministero ordinato ed il suo ruolo così come si è definito particolarmente dopo il Concilio di Trento.

All’attento uditorio ha raccontato con passione la traccia profonda lasciata dalla storia negli ultimi cinque secoli durante i quali la conduzione pastorale delle parrocchie è stata plasmata da un’idea di sacralità associata alla figura del ministro ordinato, a tal punto da lasciare in ombra il servizio al Vangelo che i laici, uomini e donne, erano in grado di donare. E fino al punto da impedire a volte che la struttura della parrocchia potesse adeguarsi ai mutamenti dei tempi, sino ai giorni nostri.

La riflessione sulle conseguenze di questa eredità – preziosa  e comunque provvidenziale nella storia della Chiesa – ha fortemente provocato ad un discernimento tutti i presenti, invitati a riflettere sulla novità dell’impostazione conciliare – ampiamente riscoperta dalla enciclica di Francesco Evangelii gaudium – che ripropone il primato della Parola, un diverso equilibrio nella corresponsabile conduzione della comunità cristiana, un ripensamento radicale del ruolo femminile, la rivalutazione corretta del servizio del diacono. Così il rapporto tra l’autorità di “uno” chiamato a servire la comunione delle diversità, gli “alcuni” formati per collaborare ed esercitare la corresponsabilità pastorale, i “tutti” cui lo Spirito dona un concreto “senso della fede”, è stata indicata come questione centrale di ogni tentativo di riforma della Chiesa locale.

La relazione della professoressa  Serena Noceti

Lo svolgimento dei momenti di confronto ed elaborazione, guidato con cura da figure professionali, ha consentito a ciascuno dei presenti di partecipare ed esprimere le proprie opinioni godendo di un ascolto attento e partecipe. Il clima empatico che si è creato tra laici, presbiteri, religiose e lo stesso Vescovo ha raccolto grande apprezzamento e vivamente incoraggiata è stata la formula adottata nella tre giorni di convivenza: un modello di formazione condivisa da riproporre per efficacia, profondità e qualità degli apporti umani e spirituali.

 

Scheda di sintesi dei lavori

 

Photogallery della tre giorni

 




Auguri cordiali al Vescovo Emerito Dante Lafranconi

Il 10 marzo 1940 nasceva a Mandello Lario, in diocesi di Como, il futuro Vescovo di Cremona mons. Dante Lafranconi. Oggi tutta la Chiesa locale gli esprime riconoscenza e affetto per il servizio episcopale, augurandogli di poter sperimentare il sostegno dello Spirito del Risorto e la serena fiducia nella Provvidenza che orienta al bene i passi di ogni uomo.

Nella mattinata il Vescovo Napolioni ha voluto personalmente recarsi presso l’abitazione cittadina del vescovo Emerito, per esprimergli il fraterno augurio della Diocesi.

Monsignor Lafranconi, dopo aver lasciato la responsabilità pastorale della Chiesa di Cremona il 30 gennaio 2016, offre la sua collaborazione discreta ed efficace in molte parrocchie del territorio diocesano per l’amministrazione del Sacramento della Confermazione, in momenti di meditazione della Parola nel corso di ritiri spirituali e mettendosi a disposizione dei fedeli in Cattedrale negli orari in cui si celebra il Sacramento della Riconciliazione.

 




Don Luciano Manenti ha raggiunto la casa del Padre

Nuovo lutto nel clero cremonese: don Luciano Manenti, collaboratore parrocchiale nel paese natale di Vailate (CR) dal giugno 2017, ha concluso il suo servizio al Vangelo all’età di 78 anni.

Nato nel gennaio del 1941 e ordinato presbitero nel 1964, fu inviato prete novello a Roma per perfezionare gli studi ottenendo la laurea in pedagogia. Dal 1968 al 1983 ha insegnato presso il Seminario vescovile di Cremona. Successivamente ha guidato come parroco la comunità cristiana di Misano Gera d’Adda, fino al 1998, ricoprendo dal 1990 al 1996 l’incarico di Direttore dell’Ufficio catechistico diocesano.

Dal 1998 al 2017 è stato parroco della parrocchia di Brignano Gera d’Adda (nella foto)  fino al nuovo incarico di collaboratore parrocchiale nella comunità ove risiedevano i suoi famigliari. Dopo lunga malattia si è spento, offrendo il suo ministero come le forze gli permettevano.

La camera ardente è stata allestita nella casa dei fratelli, in Via Ponchielli 7 a Vailate. Mercoledì 13 febbraio, alle 20,30 nella chiesa parrocchiale di Vailate si terrà una veglia di preghiera per tutta la comunità cristiana. Il giorno seguente, giovedì 14 febbraio alle ore 15, nella stessa chiesa dedicata ai SS. Apostoli Pietro e Paolo, il Vescovo Antonio Napolioni presiederà la concelebrazione esequiale. La tumulazione avverrà nel cimitero di Vailate, accanto agli altri confratelli sacerdoti che qui riposano.

Tanti i messaggi di cordoglio, tra cui quello che arriva dalla fondazione Ospedale Caimi di Vailate: «Gli ospiti, i dipendenti, collaboratori, volontari e gli amministratori della Fondazione Ospedale Caimi accompagnano con preghiere al cielo l’anima di don luciano manenti, sacerdote vailatese, che ha trascorso con noi gli ultimi momenti della sua malattia e vita sacerdotale. Che riposi ora nella gloria del Padre».