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Aperta la prima assemblea plenaria del Sinodo diocesano dei giovani

Con in mano i documenti del Concilio Vaticano II, mostrato a giovani che ne hanno sentito parlare dai libri di storia, il Vescovo Antonio Napolioni ha ufficialmente aperto – con un po’ di commozione – i lavori del Sinodo diocesano dei giovani.

Nella Zona pastorale  4, domenica 21 gennaio la parrocchia di Sospiro ha messo a disposizione i propri locali per la prima delle cinque Assemblee plenarie programmate nei primi mesi del 2018.

La presidenza della convocazione è stata affidata ad Alexandra Talotti, una delle giovani sinodali, che ha brevemente introdotto i lavori e affidato al Vescovo la guida dell’iniziale momento di preghiera, durante il quale il libro della Parola – scelto come simbolo nella preghiera che la sera precedente ha raccolto le comunità cristiane della Zona a Vescovato – è stato solennemente accolto nell’Assemblea.

“La Parola di Dio oggi qui si incarna, siamo qui in ascolto della Parola: non secondo il metodo della liturgia – ha chiarito mons. Napolioni – ma discutendo alla maniera dei credenti”. E commentando il brano  della Lettera di Pietro proclamata in apertura della convocazione  ha aggiunto: “L’immagine che S. Pietro usa è quello della pietra che costruisce la casa. Non vuole essere un simbolo freddo… La casa è molto di più: dice l’identità, le radici. Siamo qui per fare il punto: noi l’abbiamo una casa comune nella Chiesa? Qual è lo stato salute di questa casa? Questo è il tema di oggi. Una casa che non sia solo tempio, ma anche piazza, oratorio…”.  Una Chiesa in grado di disegnare la mappa di un cammino di vita anche per le giovani generazioni, che sappia essere madre. “Dobbiamo ritoccare il progetto di questa Chiesa? Ritrovarlo, riscoprirlo? – ha incalzato il Vescovo incoraggiando i membri del Sinodo a comunicare con schiettezza, coraggio e franchezza – “Alla luce dello Spirito il Sinodo deve darci la possibilità di dirci tutto ciò che va detto. Chiesa giovane di cremona: diventa quello che sei!”.

L’assemblea plenaria si è quindi suddivisa nei diversi ambienti, confrontandosi sulla traccia offerta dallo strumento di lavoro e sotto la guida di moderatori che hanno scandito i tempi degli interventi personali. Nove tavoli composta da una dozzina di membri, uno scambio fatto di reciproco ascolto, in un clima raccolto e recettivo.