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Anche un centinaio di cremonesi alla Macerata-Loreto

In cammino da Macerata a Loreto nella notte tra sabato 10 e domenica 11 giugno: 39^ edizione del pellegrinaggio, che anche quest’anno ha spinto circa 80.000 fedeli (tra cui un centinaio dalla diocesi di Cremona) ad affrontare i 27 km che separano lo stadio di Macerata dal santuario mariano di Loreto.

Papa Francesco, che anche quest’anno ha voluto intervenire con una telefonata in diretta per augurare “un buon pellegrinaggio”, ha commentato il titolo di questa edizione: “Mi ami tu?”. “Una frase a due sensi: come la strada ha due sensi. Io posso chiedere a Gesù: “Mi ami tu?”. E Gesù chiede a me: “Mi ami tu?”. Io auguro che questa sera, nel cammino e nel pellegrinaggio, ognuno di voi senta la voce di Gesù: ‘Mi ami tu?’. Che pensi e risponda a Gesù. E poi domandagli a Gesù: ‘Gesù, mi ami tu?’. E che tu senta quello che Gesù dice al cuore”.

Il messaggio integrale della telefonata

Stimolante la riflessione del cardinale Kevin J. Farwell (prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita) nell’omelia della S. Messa a Macerata che ha aperto il pellegrinaggio: Cristo abbraccia l’uomo, non lo blocca, non lo identifica con il suo peccato. “Questo pellegrinaggio” – ha detto – “sia per tutti voi una nuova, forte esperienza di Dio-Trinità e della Chiesa-comunione: […] una compagnia di fratelli, di amici, di ‘compagni di viaggio’ che non ci giudicano per le nostre miserie, che non hanno pretese su di noi, che non ci impongono i pesi delle mode e dei tanti moralismi che il mondo crea in continuazione. La Chiesa, infatti, è quel luogo, unico al mondo, dove ognuno di noi scopre che è ‘ben voluto’ da Dio e dagli altri, che il suo essere, il suo esistere ha valore a prescindere dai successi personali. È il luogo dove ogni uomo può incontrare lo sguardo buono di fratelli, sorelle, padri, madri, lieti di condividere con lui il cammino della vita, con le sue fatiche, le sue ferite, le sue delusioni ma anche pieno di gioie, di soddisfazioni e di speranza”.

Il testo integrale dell’omelia

Altre testimonianze messaggi sono stati rivolti ai pellegrini: da quello di Domenico Pompili [video e testo], vescovo di Rieti (il pellegrinaggio ha avuto le popolazioni terremotate tra le intenzioni particolari di preghiera), all’intervento video di António Marto [video e testo], vescovo di Leiria-Fátima, che ha invitato a dire “un sì generoso, senza paura” come quello dei pastorelli appena canonizzati.

Ciascuno si è poi messo in cammino, secondo l’augurio contenuto nel messaggio di Julián Carrón [leggi tutto], presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, “pieno solo del bisogno di Lui”. L’esperienza vissuta da questo popolo è un tassello di esistenza forse piccolo, ma ciò che si vive intensamente è come un seme gettato: sta a ciascuno permettergli di germogliare e crescere.

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Origine e significato dell’iniziativa

Il Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto nasce nel 1978, per iniziativa di un giovane sacerdote e
insegnante di religione presso il Liceo Classico di Macerata: Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito di Fabriano-Matelica.

Il Pellegrinaggio è diventato con gli anni un gesto di dimensioni imponenti: dalla prima edizione, alla quale parteciparono poco più di trecento persone, è cresciuto un popolo sempre più numeroso, fino a superare le 100.000 presenze, con una percentuale eccezionale di volontari e collaboratori.

Storica è stata la partecipazione di Giovanni Paolo II nel 1993, così come la vicinanza di Papa Francesco attraverso gli audio-messaggi rivolti ai pellegrini negli ultimi anni.