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Anche un centinaio di cremonesi alla Macerata-Loreto

Nella notte tra sabato 11 e domenica 12 giugno si è svolto il 38° pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto: un percorso di 27 chilometri che, attraversando le colline marchigiane, conduce alla Santa Casa lauretana. Anche quest’anno si è registrata la partecipazione di un centinaio di persone provenienti dalla diocesi di Cremona.

Nel suo messaggio ai pellegrini, don Julian Carrón – presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione – ha introdotto così questo semplice gesto di fede popolare: «Cari amici, andando verso Loreto scoprirete più facilmente la profondità sterminata del vostro bisogno, se avrete davanti ai vostri occhi il testimone che il Signore ci ha dato per fare un cammino umano oggi: papa Francesco. Chi avrebbe potuto immaginare la sua risposta ai problemi del mondo e alle urgenze del vivere? Un Anno Santo della misericordia. “Sì, umanamente parlando è da folli, ma “ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini” (1Cor 1,25). Impariamo dal Papa questo sguardo: “Ciò che incanta e attrae, ciò che piega e vince, ciò che apre e scioglie dalle catene non è la forza degli strumenti o la durezza della legge, bensì la debolezza onnipotente dell’amore divino, che è la forza irresistibile della sua dolcezza e la promessa irreversibile della sua misericordia”».

Ed è stato immediato per i partecipanti avere davanti agli occhi il Papa, che infatti ha voluto intervenire con una telefonata in diretta prima dell’inizio della Messa, celebrata dall’arcivescovo di Ancona-Osimo, il card. Edoardo Menichelli, presso lo stadio Helvia Recina di Macerata.

Cominciando la conversazione, parlando delle difficili condizioni meteo, che si sono poi mantenute tali per buona parte del cammino, il Santo Padre ha detto: «Mi dice il mio Vescovo che piove lì. Ma anche la pioggia è una grazia. Perché è brutta, ma è anche bella! Ha due cose. È brutta perché ci dà fastidio, ma è bella perché è come la figura della grazia di Dio che viene su di noi. Voi incominciate adesso a fare il cammino; cammino che durerà tutta la notte. Ma anche la vita è un cammino. Nessuno di noi sa quanto durerà la propria vita, ma è un cammino. E quando uno crede di vivere la propria vita senza camminare… Non si può vivere la propria vita essendo fermo. La vita è per camminare, per fare qualcosa, per andare avanti, per costruire una amicizia sociale, una società giusta, per proclamare il Vangelo di Gesù. Io sono vicino a voi questa sera, vi sono vicino nella mia preghiera, vi accompagno e vi auguro una notte di preghiera e di gioia. Anche un po’ di sofferenza sicuro ci sarà, ma quello si supera, con la speranza dell’incontro, domani, con Gesù Eucaristia».

Papa Francesco ha quindi augurato ai pellegrini di fare esperienza di tutto questo nella notte verso Loreto, raccomandandosi alle loro preghiere: «Io vi benedico! Camminate sempre nella vita; mai, mai fermarsi, sempre in cammino. La vita è questo! E pregate anche per me, perché io non mi fermi e continui ad andare in cammino. Il cammino che il Signore mi dirà come fare. Vi do la mia benedizione, cari amici, e vi auguro una notte di cammino, di preghiera, di gioia, di fratellanza e con lo sguardo verso la Madonna e verso l’Eucaristia che riceverete domani».

Al termine della Messa, la Fiaccola per la Pace benedetta da Papa Francesco durante l’ultima udienza del mercoledì è giunta sotto l’immagine della Madonna Lauretana, dando così il via al cammino dietro la croce.

Durante la notte, le parole del Papa, del card. Menichelli e di don Carrón sono state ampiamente riprese da mons. Giancarlo Vecerrica, guida del pellegrinaggio, che ha permesso di coglierne la portata esistenziale attraverso diverse testimonianze.

Intervallando la recita dei misteri del Rosario e i canti alla Madonna, sono via via intervenuti alcuni detenuti del carcere di Padova, giovani della Cooperativa Sociale P.A.R.S. (Civitanova Marche), e uomini la cui vita è cambiata grazie all’incontro con Cristo.

Sostenuti − come Maria − dal «sì» a Cristo, i pellegrini hanno camminato nella notte fino alle prime luci dell’alba: nei pressi del Santuario Lauretano, il card. Menichelli ha guidato infine la preghiera di consacrazione alla Madonna.

Come ha augurato don Carrón, «il pellegrinaggio è una grande opportunità per imparare ad aspettare il Signore giorno e notte e per poter riconoscere Cristo che, venendoci incontro, suscita in noi il bisogno di essere perdonati, ci strappa dalla nostra distrazione e ci attira di nuovo a Sé, come ha fatto con i discepoli di Emmaus. […] Al ritorno nelle vostre case traspaia dai vostri volti una altrimenti impossibile diversità, segno della portata dell’attrattiva dello sguardo di Cristo, perché «la misericordia è una commozione che tocca le viscere» (papa Francesco)».

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