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Anche il vescovo Napolioni a Camerino per la riapertura della basilica di San Venanzio

Era presente anche il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, alla solenne celebrazione di riapertura della basilica di San Venanzio, a Camerino, suo paese d’origine, dopo i lavori di ricostruzione seguenti il sisma del 2016. Ma la terra cremonese era rappresentata anche di coniugi Arvedi che, attraverso l’omonima fondazione, hanno sostenuto economicamente l’impresa e per questo hanno ricevuto la cittadinanza onoraria. 

Un tonfo al cuore per tutti, sentire il suono delle campane della basilica dopo tre anni di silenzio. È stato come sentire il suono della vita che al peso dà nuova forma. A lungo atteso, quel canto familiare ha annunciato il ritorno della bellezza e del senso di comunità. Emozione, palpabile entusiasmo e autentica commozione si sono elevate dalla immensa folla che ha varcato la soglia della chiesa di San Venanzio.

La celebrazione, tenutasi nel pomeriggio di domenica 15 dicembre, è stata presieduta dal nunzio apostolico in Italia, monsignor Emil Paul Tscherrig, affiancato dal’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche Francesco Massara. Tra i concelebranti l’arcivescovo emerito Francesco Giovanni Brugnaro, monsignor Antonio Napolioni e il clero diocesano.

Un particolare grazie è stato espresso al cav. Giovanni Arvedi e della moglie Luciana Buschini che «con generosità, coraggio, lungimiranza e determinazione – ha spiegato l’Arcivescovo – hanno vestito i panni del “buon samaritano” donando tutto il necessario per realizzare questo meraviglioso progetto di rinascita che oggi possiamo ammirare in tutto il suo splendore».

«Questa occasione però – ha affermato monsignor Tscherig – non può farci dimenticare ciò che rimane ancora da fare a Camerino e in tutta la regione, per riparare gli ingenti danni morali e materiali causati dai terremoti del passato». E ha proseguito: «La riapertura di questa basilica rappresenta un forte segno di speranza, ci dice che la vita dell’uomo è sempre più forte della distruzione e della morte. San Venanzio il vostro santo patrono e tutti i martiri della chiesa, sono testimoni di questa verità».

La giornata del 15 dicembre per i coniugi Arvedi è stata contrassegnata anche dal conferimento della cittadinanza onoraria e dalla consegna delle chiavi di Camerino. Proprio alla generosità della Fondazione che porta i loro nomi, infatti, si deve la “rinascita” della chiesa e di una comunità. Ne ha rimarcato il profondo valore il sindaco di Camerino, Sandro Sborgia, leggendo con commozione la motivazione del riconoscimento. Un sorprendente atto d’amore che racchiude attenzione, cura, fatica e tempo. Un dono che incorporerà per sempre il bene relazionale da cui è nato, insieme alla perfetta sintonia con chi si è incamminato per realizzarlo.

Si ringraziano:
l’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche
e il settimanale L’Appennino Camerte