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Anche i preti possono imparare dagli sposi la “manutenzione ordinaria degli affetti”

Anche nella mattinata di giovedì scorso in Seminario a Cremona, durante il quarto e ultimo incontro plenario di formazione dedicato ai sacerdoti della diocesi, si è sapientemente giocata la carta della relazione. Anche sfiorando le corde profonde del vissuto personale. Dopo aver affrontato lo stesso tema circa la realtà del presbiterio, delle associazioni laicali e della vita consacrata, a guidare la proposta è stata una coppia di sposi di Mondovì, Davide Oreglia e Nicoletta Musso, invitati dai referenti della pastorale famigliare cremonese.

Il loro sguardo sulla relazione di coppia, da cui tutti perveniamo all’esistenza e che connota in modo indelebile la storia personale del proprio essere figli, ha energicamente illuminato la riflessione dei presbiteri, sollecitati ad interagire recuperando “il buono” – e non solo i limiti, come spesso accade – della propria esperienza famigliare di origine. “La relazione matrimoniale è un lago pescoso – ha esordito Nicoletta Musso, da anni impegnata come mediatrice famigliare – aiutate le coppie che a voi si rivolgono a pescare e a liberarsi dai fardelli inutili o tossici della propria storia famigliare”. Un proficuo cammino si prospetta nel dialogo dei presbiteri con l’esperienza delle coppie: di arricchimento reciproco, di conoscenza di sé, di nuova attitudine pastorale.

Attingendo al ricco patrimonio magisteriale che il pontificato di Francesco ha saputo offrire alla famiglia – soprattutto nella Esortazione Apostolica Amoris Laetitia – Davide Oreglia ha esortato l’inusuale uditorio di presbiteri a sostenere “le piccole luci” delle famiglie e a proseguire l’opera di paziente, feriale, semplice accompagnamento. Una prossimità che può orientare la vita di una coppia – anche non molto praticante – a Cristo, l’autentico “faro” che illumina l’amore umano. E che può giovare molto anche a maturare il modo di amare dei presbiteri, chiamati anch’essi a quella “manutenzione ordinaria” degli affetti richiesta agli sposi.

Al termine degli interventi dei coniugi Oreglia i sacerdoti sono stati invitati a raccogliere riflessioni e reazioni circa le proprie esperienze di accompagnamento famigliare, soprattutto in merito alle fatiche delle coppie che si trovano nella necessità di mutare progetti e prospettive – “ricalcolando” traiettorie di vita – e che chiedono aiuto per orientare scelte e priorità. La famiglie, che sono spesso più competenti di un tempo ma anche più fragili ed esposte alla solitudine, necessitano di condividere con i pastori delle comunità tempo e occasioni di incontro. Vanno sostenute nella loro ricerca di stabilità affettiva, di autentica intimità, di fruttuosa generatività. Percorsi sui quali anche i presbiteri sono chiamati a mettersi in gioco.

 

L’intervento dei coniugi Oreglia