1

Ammissioni agli Ordini, il Vescovo: «La vostra scelta di vita guarisca i cuori con il Vangelo. Fatene percepire la verità, la bellezza e la forza»

Guarda la photogallery completa

 

Si è svolto nella serata di sabato 18 giugno, nella chiesa di Cristo Re, a Cremona, l’ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato di fra Godfroy Agbodgi e fra Daniel Dossou Kossi, i due religiosi togolesi della congregazione dei Missionari di Gesù e di Maria che dal 2017 sono stati inviati in Italia per gli studi teologici che stanno compiendo presso il Seminario vescovile di Cremona, proprio come più di quarant’anni fa fece il fondatore del loro istituto religioso, don Emanuele Amouzou-Daye, e come altri due confratelli hanno già fatto prima di loro (padre Richard Kossi Aglah e padre Justin Messanvi, ordinati sacerdoti nel 2018).

La celebrazione è stata presieduta, nella solennità del Corpus Domini, dal vescovo Antonio Napolioni nella parrocchia cittadina dove i due religiosi prestano servizio pastorale. Ad accompagnarli, insieme alla comunità di Cristo Re, oltre ai formatori del Seminario e i compagni di studi, anche tante persone di Cicognolo, il paese dove don don Emanuele celebrò la sua Prima Messa e dove nasce nel 1997 l’associazione “Amici di don Emanuele” che da allora sostiene il sacerdote togolese e le sue opere attraverso viaggi di volontariato e donazioni, anche attraverso una serie di iniziative benefiche sul territorio.

Nell’omelia il Vescovo ha riflettuto sull’ammissione agli ordini di fra Godfroy e fra Daniel nel contesto della solennità del Corpus Domini. Ricordando la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, celebrata e adorata, Napolioni ha voluto guardare anche al corpo del Signore inteso come popolo di Dio. E ha sottolineato: «essere candidati all’ordine sacro del diaconato e del presbiterato richiede altrettanto amore alla gente».

Quindi rileggendo la pagina evangelica della moltiplicazione dei pani e dei pasci (Lc 9,11b-17) il Vescovo ha voluto attualizzare lo sguardo sul corpo di Cristo che è la gente. Le parole dei discepoli «qui siamo in una zona deserta» sono state lo spunto per un accenno ai problemi legati ai cambiamenti del clima. Ma a non desertificarsi deve essere anzitutto il cuore dell’uomo, che deve tradursi in impegno concreto. E qui il riferimento alla parole di Gesù: «Voi stessi date loro da mangiare». «Gesù sfida i discepoli di allora e di ogni tempo – ha affermato Napolioni – a non fare da scaricabarile con Dio». Ma cosa fare con soli cinque pani e due pesci? L’invito del vescovo è stato quello di iniziare dalle piccole cose: dal rubinetto di casa, dai rapporti con i parenti e le persone più prossime per essere davvero «costruttori di pace, umili e pazienti». E ancora: «Se lasciamo che il Signore divida e moltiplichi dividendo, insegnandoci a condividere, allora la vita fiorisce e il banchetto è abbondante. E se c’è cibo per tutti c’è pace nel mondo». E qui si è rivolto direttamente ai due candidati agli Ordini: «È una pagina di estrema attualità. E dentro questa attualità la vostra scelta di vita di consacrati e di ministri di Dio nella Chiesa sarà una risposta a questo bisogno: bisogno di qualcuno che ci renda il Vangelo vicino, ce ne faccia percepire la verità, la bellezza e la forza, perché i nostri cuori guariscano da tutto ciò che li avvilisce. E non siamo più vittime o spettatori della storia, ma umili e attivi protagonisti».

Prima di concludere la propria riflessione, facendo cenno alla prima lettura (Gen 14,18-20) e al Salmo (109/110), il Vescovo ha sottolineato l’essenziale passaggio dall’Antica e alla Nuova Alleanza, da un’idea di sconfiggere i nemici con le potenti armi di dio a quella dell’Eucaristia come unica arma del credente. «Se nell’Eucaristia il figlio di Dio si mette nelle nostre mani, noi che non abbiamo nessun merito e nessun diritto, nessun privilegio se non quello di essere stati guardati con benevolenza da Lui. La misericordia di Dio, una volta che l’abbiamo ricevuta, ci autorizza soltanto a essere strumenti della stessa misericordia per gli altri. È così che si disarmano i nemici! E allora è impegnativo dire “sì” a Cristo oggi così, nella festa del Corpus Domini».

E ha concluso: «Il paradosso che ci salva è un Dio che muore sulla croce. La croce è davvero il punto d’incontro della nostra fatica di vivere e della paternità di Dio che non smette di amarci? Se quella croce diventa il criterio della nostra vita cristiana allora noi moltiplicheremo ancora pani e pesci, acqua e grano, pace e benessere per un mondo che si è fatto piccolo e fragile, e proprio per questo ha più che mai bisogno di cristiani, di sacerdoti, di testimoni del Cristo signore».

Subito dopo l’omelia, il rettore del Seminario, don Marco d’Agostino, ha pronunciato i nomi dei due religiosi, che hanno riposto alla chiamata pronunciando «eccomi». Quindi davanti al Vescovo e alla comunità hanno espresso pubblicamente la volontà di proseguire nel cammino di consacrazione verso il diaconato e il presbiterato.

Al termine della celebrazione un momento di festa e amicizia in oratorio ha coinvolto tutti i presenti nell’affetto verso fra Godfroy e fra Daniel.

 

Profilo biografico dei due religiosi

Fra Godfroy Agbodzi (in foto alla destra del vescovo), classe 1977, è originario di Tomegbe, nella diocesi d’Atakpame, in Togo. Fin da piccolo ha ricevuto una formazione cristiana e presto ha sentito il desiderio di diventare sacerdote. Una scelta intrapresa però solo dopo aver frequentato le scuole superiori ed essersi dedicato per qualche tempo al commercio e lavorando nel settore agricolo e dell’allevamento. Entrato nella famiglia religiosa dei Missionari di Gesù e di Maria, ha emesso la professione semplice nel 2013 e quella perpetua nel 2021. Dal settembre 2017 è in Italia per gli studi teologici presso il Seminario di Cremona.

Fra Daniel Dossou Kossi (in foto alla sinistra del vescovo), classe 1985, è originario di Kpalimé, in Togo. La sua è stata una vocazione tardiva, arrivata dopo una formazione professionale artistica. Entrato nella congregazione dei Missionari di Gesù e di Maria nel 2006, nel 2009 ha emesso la professione semplice; nell’agosto 2017 quella perpetua, dopo aver nel frattempo conseguito il diploma al liceo linguistico. Dal settembre 2017 è in Italia per gli studi teologici presso il Seminario di Cremona.

 

I Missionari di Gesù e Maria

La congregazione dei Missionari di Gesù e di Maria (la cui Casa madre ha sede nella diocesi di Kpalime, in Togo, nell’Africa occidentale) è l’istituto religioso fondato in Togo da don Emanuele Amouzou-Daye, che il proprio vescovo, mons. Filippo Kpodzro, inviò a studiare in Italia. La destinazione fu proprio il Seminario di Cremona, con il quale rimane dunque ancora uno speciale rapporto di legame. Don Emmanuele celebrò la sua prima Messa nel 1984 a Cicognolo, cui cui i rapporti sono proseguiti anche dopo il ritorno in Togo grazie in particolare all’associazione “Amici di don Emanuele”.
La famiglia religiosa dei Missionari di Gesù e di Maria ha una spiritualità principalmente mariana ed eucaristica, s’impegna in particolar modo alla cura dei malati attraverso un accompagnamento psico-spirituale e la promozione dei giovani attraverso un’attiva pastorale giovanile.