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“Allenati alla pace”, concluso il ciclo di iniziative a Castelleone

Con la fine del mese di gennaio si sono concluse nella parrocchia di Castelleone le iniziative legate al mese della Pace, promosse dall’Azione Cattolica parrocchiale.

Il mese della pace si è aperto domenica 1 gennaio, Giornata mondiale della Pace, con la celebrazione eucaristica in parrocchia animata dall’AC. Durante il mese, i bambini e i ragazzi dell’ACR hanno riflettuto sulla Pace, grazie al tema promosso dall’ACR Nazionale, che quest’anno ha come titolo “Allenati alla pace”. «Non si tratta soltanto di uno slogan che definisce un momento circoscritto del nostro cammino né un’iniziativa solitaria – hanno spiegato dall’ACR parrocchiale –, ma, come ricorda papa Francesco, un dovere di tutti, qualsiasi sia il ruolo affidato. Nessuno può restare ai margini del campo da gioco, nessuno può restare indifferente alla sofferenza dell’altro, nessuno è legittimato a voltare lo sguardo dall’altra parte; al contrario ciascuno è titolare in questa partita nella quale è in gioco la sorte dell’umanità, perché con la guerra siamo tutti sconfitti».

Le iniziative dell’ACR sono culminate nella mostra sulla pace, allestita presso il bar dell’oratorio di Castelleone dal titolo: “La fabbrica della pace”. Protagonisti i bambini, quali operai e costruttori di pace.

Tra le iniziative proposte, domenica 15 gennaio la parrocchia ha ospitato il missionario cremasco Gigi Maccalli, che ha portato la sua testimonianza in un incontro dal titolo “Essere uomini e donne miti in un mondo di guerra – come costruire relazioni di pace nella vita di tutti i giorni”. Padre Maccalli ha condiviso le sue riflessioni su come essere strumenti di pace al giorno d’oggi, in tempi e contesti “armati”, non solo dove si vivono situazioni drammatiche di guerra, ma anche nei nostri ambienti quotidiani. Maccalli ha inoltre invitato i presenti a ricordare sempre tutte quelle persone che sono ancora nelle mani di rapitori nel Sahel, dove lui stesso ha vissuto quella tragica esperienza, e nel resto del mondo. All’incontro hanno partecipato circa ottanta persone. Oltre agli adulti, presenti molti ragazzi, adolescenti e giovani.

Il percorso di riflessione sul tema della pace è poi proseguito nelle serate del 20 e del 27 gennaio con un “Laboratorio sulla pace” progettato e promosso della Presidenza Diocesana e dal settore adulti dell’AC. Si è trattato di un laboratorio pensato con l’obiettivo di fare propri gli atteggiamenti e i pensieri pacificatori nel contesto quotidiano. La consapevolezza che i comportamenti bellicosi partono dalle relazioni personali per poi riverberarsi nelle guerre e nelle contese internazionali richiama ognuno a un impegno concreto rispetto alle proprie parole e ai propri gesti. Il laboratorio ha visto una ventina di giovani e adulti confrontarsi sui temi delle giornate mondiali della pace dal 1968 ad oggi e su come sia cambiata la visione all’interno della Dottrina Sociale della Chiesa negli anni. Rispetto ai temi delle giornate mondiali è stato possibile ritrovare un filo rosso su alcuni elementi, da Paolo VI fino a Francesco, quali ad esempio il legame tra pace e giustizia, tra pace e libertà e tra pace ed ecologia.

Nella seconda serata, aiutati dagli stimoli proposti da un video di don Bruno Bignami, i partecipanti hanno potuto confrontarsi su come sia cambiata nel magistero della Chiesa la visione della guerra e del rapporto tra i popoli fino a oggi, alla connessione tra pace, uomo e creato. Riprendendo le riflessioni di don Primo Mazzolari si è riflettuto sulle ricadute che  la guerra colpisce sempre i civili e soprattutto i più poveri. Tuttavia il vero nodo sta nel fatto che gli atteggiamenti di pace o di guerra partono da ognuno, da come ognuno vive le proprie relazioni, soprattutto quelle conflittuali. Se il conflitto è parte inevitabile della natura umana, non è necessario che sia la guerra il modo per affrontarlo. «Anche nelle nostre comunità è importante educare a non negare il conflitto – hanno evidenziato dall’associazione –, ma ad affrontarlo con strumenti di dialogo e un animo pacificato». La pace, infine, non è un’utopia della Chiesa, degli ingenui o degli sprovveduti, ma è l’unica strada possibile per evitare guerre e sofferenze. Il gruppo dei giovani e degli adulti partecipanti al laboratorio si sono lasciati condividendo la necessità che la pace diventi argomento quotidiano da tenere vivo nelle comunità, al pari di altre attenzioni, giustamente sollecitate, quali il rispetto della vita e le attività delle missioni.