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Alla Visitazione anche il Vescovo in preghiera davanti al Cuore di san Francesco di Sales

Nella mattinata di sabato 11 giugno, nel silenzio delle mura claustrali visitandine di Soresina, è arrivato il Cuore del fondatore san Francesco di Sales, accompagnato da madre Maria Natalina e suor Nazarena, del Monastero di Salò.

La reliquia è stata accolta alle 11 nella chiesa salesiana. È stata la superiora, madre Maria Teresa Maruti, a collocarla sull’altare, dove è rimasta durante il momento di preghiera guidato da don Enrico Strinasacchi, collaboratore parrocchiale a Soresina.

Commosse le persone presenti e consapevoli dell’occasione speciale che durerà tre giorni, fino alla partenza per il Monastero di Pinerolo lunedì 13 giugno dopo pranzo.

Commozione e raccoglimento anche nel pomeriggio nel canto del Vespro presieduto dal vescovo Antonio Napolioni. Alla celebrazione hanno preso parte anche il parroco di Soresina don Angelo Piccinelli, il collaboratore parrocchiale don Giuseppe Ripamonti, il vicario don Alberto Bigatti e il diacono permanente Raffaele Ferri.

«Quanto è attuale il messaggio che viene da quel Cuore – ha affermato monsignor Napolioni – per un vescovo, per i sacerdoti, per i diaconi, per le sue figlie, care monache della Visitazione, per le famiglie, per i genitori, gli educatori, per la comunità. Ed è bello che stasera ci siamo tutti: è un momento di chiesa semplice ma completa».

E continuando nell’omelia mons. Napolioni ha ricordato la figura di san Francesco di Sales e il suo cammino di vita e di fede.

A chiudere la giornata l’adorazione eucaristica serale, sempre nella chiesa del Monastero.

Domenica 12 giugno Messe alle 8 (in chiesa) e alle 10.30 (nel giardino del Monastero); nel pomeriggio alle 16.30 preghiera con adorazione del gruppo “La Dieci”.

Durante le tre giornate nella chiesa del monastero saranno possibili momenti di preghiera e venerazione personale davanti alla reliquia.

A caratterizzare la giornata di lunedì 13 in mattinata la visita e preghiera dei gruppi del Grest e alle 13 la partenza della reliquia per il Monastero di Pinerolo.

L’arrivo a Soresina della reliquia di san Francesco di Sales si colloca nell’ambito del Giubileo salesiano che commemora i 400 anni della morte del fondatore dell’Ordine della Visitazione (1622 – 2022); per questo la federazione dei monasteri della Visitazione del nord Italia ha proposto la “peregrinazione” del cuore integro del fondatore dell’ordine tra le comunità delle sue figlie spirituali.

Donatella Carminati

 

La reliquia di san Francesco di Sales

Nonostante il corpo del Santo riposi ad Annecy (Savoia), il suo “muscolo cardiaco”, trovato “grande, sano e completo” nell’operazione di imbalsamazione, venne affidato, per essere custodito come un tesoro prezioso, alle monache Visitandine di Lione, presso le quali il fondatore aveva trascorso gli ultimi giorni della sua vita: il cuore, conservato in uno splendido reliquiario d’oro donato da Luigi XIII re di Francia, nella ricognizione ufficiale del 1658 richiesta da Papa Alessandro VII, risultò “incorrotto, in ottimo stato ed effondente un profumo gradevole e penetrante”. A motivo delle turbolenze innescate dalla Rivoluzione francese, il 10 agosto 1792 le monache di Lione ripararono a Mantova portando con sé la reliquia. Una “quiete” di breve durata: nell’aprile 1796, infatti, Napoleone Bonaparte valicava le Alpi imperversando nella Pianura padana. Le claustrali, incalzate dall’esercito francese, portando con sé il cuore del loro Padre, fuggirono in Boemia, quindi a Vienna e finalmente, nel 1801, a Venezia. Ma poiché anche il monastero veneziano di san Giuseppe, appartenente, secondo le leggi del tempo, al demanio, rischiava la soppressione, le “eredi” del Salesio, per suggerimento di Papa Pio X, nel 1913 si trasferirono a Treviso per costituire una nuova Comunità: presso la quale, ancora oggi, è conservato e onorato il “segno carnale della dolcezza e della carità soprannaturale” del fondatore. Il cuore, paterno e materno, di Francesco di Sales, in effetti, fu il “motore” non solo di sentimenti genuini e umanissimi, ma anche di un dinamismo pastorale irrefrenabile, di un ottimismo realistico e incoraggiante, di un eroismo sorridente ma non stralunato; insomma, di un amore perfetto e concreto.

In una delle sue lettere il santo scrive di sé, quasi per giustificarsi: «È un fatto reale: non c’è nessuno al mondo, almeno così io penso, che voglia bene più cordialmente, più teneramente e, per dirlo in tutta sincerità, con un amore più grande del mio; ed è Dio che mi ha dato un cuore fatto così». Ecco, dunque, il segreto del più “amabile” tra i maestri spirituali: “un cuore fatto così”. Che ama sempre e comunque. Attingendo dall’Amore Eterno, che “arde e non si consuma”. Ma per l’anima “filotea”, cioè “amante di Dio”, l’invito a “partire dal cuore” rappresenta anche un’indicazione strategica: «Non ho mai potuto approvare il metodo di coloro che, per riformare l’uomo, cominciano dall’esterno, dal contegno, dagli abiti, dai capelli. Mi sembra, al contrario, che si debba cominciare dall’interno… Il cuore, essendo la sorgente delle azioni, esse sono tali quale è il cuore… Chi ha Gesù nel cuore, lo ha, subito dopo, in tutte le azioni esteriori». In effetti, secondo la Bibbia, il cuore è un organo “centrale” non solo nell’anatomia del corpo, ma anche nella struttura della personalità: vi hanno sede i sentimenti e le emozioni, ma soprattutto vi si elaborano le scelte della vita. Può essere limpido o perverso. Di carne o di pietra. E i puri di cuore, solamente loro, riescono a “vedere” Dio! La reliquia del cuore integro e incorrotto di san Francesco di Sales che sarà ospitato presso il monastero soresinese renderà visibile, pertanto, l’urgenza personale, comunitaria e mondiale di “ricominciare dal cuore”, dove arde la fiamma viva dello Spirito d’amore.