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Alla Sacra Famiglia la testimonianza dalla Siria di Giacomo Pizzi di Pro Terra Sancta

Immaginate un bambino di 12 anni circa che scava tra le macerie di un palazzo crollato, sotto il quale, quasi sicuramente, giace morto un suo coetaneo. Immaginatelo mentre si scortica le dita attorcigliare ad un pezzo di ferro o a un filo di rame, che subito dopo cercherà di vendere per un po’ di cibo o di vestiti. Immaginate ancora una bambina, giù piccola, sui cinque anni: anche lei scava tra le rovine, e tira forte e cade e ricomincia, perché ha visto una coperta di lana, un tesoro, un’armatura che può proteggerla dal freddo della notte siriana.

Queste sono solo due delle tante storie che Giacomo Pizzi, operatore dell’associazione Pro Terra Sancta, ha raccontato agli studenti della scuola “Sacra Famiglia” di Cremona durante un collegamento con le classi delle medie, venerdì 24 febbraio.

Giacomo era in Siria proprio nei giorni del devastante terremoto che ha colpito questo paese (e la Turchia, epicentro del sisma), già così fortemente provato da più di dieci anni di guerra. Dal terrore di quella notte in cui la terra ha tremato, all’immediata risposta dell’associazione, ha raccontato dei progetti che Pro Terra Sancta sta portando avanti per affrontare l’emergenza e aiutare uomini e donne che si sono visti crollare la casa adesso e non sanno dove andare a dormire, quando fuori la temperatura scende sotto zero.

«Che cosa possiamo fare noi?», hanno chiesto i ragazzi e gli insegnanti. «Già questo incontro è un aiuto alla Siria, di cui ci si era dimenticati. Parlare di ciò che è accaduto, della situazione in Siria, far conoscere i bisogni e la storia della popolazione: questo è già un aiuto prezioso». Vi è poi l’aiuto più immediato, attraverso le donazioni all’associazione Pro Terra Sancta. Il saluto è un detto arabo, che dice molto della tempra di questi uomini così provati dalla violenza dell’uomo, la guerra, e della natura, il terremoto: «Ci hanno seppellito, ma non sapevano che eravamo dei semi». Aiutare la Siria vuol dire far crescere questi semi, di speranza e di vita.