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«Aggiungere bellezza alla bellezza», la “Madonna col Bambino” del Francia presentata al Museo Diocesano dopo il restauro

«È la prima opera restaurata a museo aperto. È una bella occasione che ci fa capire l’importanza della collaborazione tra persone che vogliono contribuire alla bellezza del nostro Museo Diocesano». Queste le parole di don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici, che ha moderato, nel pomeriggio di giovedì 9 febbraio, la presentazione del restauro del dipinto della “Madonna col Bambino” di Francesco Francia, tenutasi presso il Museo Diocesano di Cremona. Presente all’evento il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni. Insieme a lui, Patrizia Persico Balestreri, in rappresentanza del Lions Club Cremona Duomo, ente finanziatore del restauro, Luciana Buschini, finanziatrice, insieme al marito Giovanni Arvedi, del Museo, i restauratori Luciana Manara ed Enrico Perni, gli storici dell’arte Filippo Piazza e Raffaella Poltronieri, il parroco di Bozzolo, don Luigi Pisani, e gli assessori del Comune di Cremona Luca Burgazzi e Barbara Manfredini.

«Seguite questi esempi il più possibile, perché davvero qui siete a casa vostra», ha detto il vescovo Napolioni all’inizio dell’evento. Parole di gratitudine, in riferimento al gesto della parrocchia della S. Pietro Apostolo di Bozzolo, prestatrice dell’opera proprio al Museo Diocesano: «Questo palazzo ha senso se diventa il palazzo di tutta una comunità».

Dopo gli interventi introduttivi, ha preso la parola Patrizia Persico Balestreri, che ha parlato a nome del Lions Club, che, contribuendo finanziariamente al restauro, ha potuto «aggiungere bellezza alla bellezza».

L’opera, che in parrocchia era celata in una cassaforte della sacrestia, rappresenta un grande patrimonio della produzione del Francia. «I musei devono vivere, il museo è un luogo in cui si conserva – ha detto Filippo Piazza, storico dell’arte e delegato della Sovrintendenza di Cremona, Lodi e Mantova –. Credo che portare qui questo dipinto, esporlo, restaurarlo e studiarlo sia stata un’ottima cosa».

A seguire, è intervenuta Raffaella Poltronieri, che ha offerto un excursus storico sulla vita e l’attività di Francesco Francia, spiegando ai presenti gli studi che, grazie anche all’appoggio dell’Archivio diocesano, l’hanno portata a verificare l’autenticità dell’opera. «Le prime testimonianze documentate risalgono alla Visita pastorale del 1737, mentre in quella precedente non compare – ha raccontato la storica –. È quindi presumibilmente arrivata a Bozzolo tra il 1720 e il 1737». Probabilmente appartenente a una famiglia nobile, l’opera, dalle esigue dimensioni di 42×35 centimetri, è stata per la prima volta attribuita al Francia in un inventario del 1930. «In quello stesso anno – ha proseguito Raffaella Poltronieri – il vescovo ha voluto collocare l’opera in canonica». Un’opera che, in quegli anni, è stata segnalata tra le opere ad alto interesse artistico a Roma. Per questo, conclude così Polotronieri: «Ho avuto il piacere di studiarla, a livello stilistico, con i suoi richiami raffaelleschi, e per questo ringrazio il Lions Club e tutte le persone che mostrano passione verso un’opera d’arte».

Per ultimo, l’intervento del restauratore Enrico Perni, che ha illustrato il processo di restauro operato, insieme a Luciana Manara, sul dipinto. «Prima dell’intervento la struttura lignea aveva solo un grande problema estetico, un’alterazione dei colori dovuta all’ossidazione della resina protettiva, e, strutturalmente, un’infezione da tarlo, in parte ancora attiva», ha spiegato Perni. Difetti scovati grazie a diverse tecniche, quali le osservazioni con luce Wood, la riflettografia a luci UV, la tecnica del falso colore e la radiografia. Da lì, l’utilizzo di solventi per rimuovere l’ossidazione e del Nevek, un composto a base di alghe che impedisce al solvente di penetrare in profondità. Infine la chiusura dei fori di tarlo con la cera, dopo la disinfestazione.

«Perché nell’opera Maria e il Bambino non si guardano? – ha infine chiesto il vescovo – Questa è la mia interpretazione: Maria custodisce tutto dentro di sé e il figlio guarda al Padre e al mondo. Non è una madre snaturata, non è un figlio disattento, ma è il Mistero della salvezza».

Al termine della presentazione la recita della “Preghiera della sera” di don Primo Mazzolari e, a seguire, don Gianluca Gaiardi ha accompagnato i presenti ad ammirare il dipinto a restauro completato.