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Affidamento dell’Italia a Maria, il vescovo Napolioni ospite a Tv2000

Nonostante le grandi difficoltà che stanno vivendo le comunità, le città e il mondo intero, «la sorgente è buona, il traguardo sicuro, la compagnia consolante: in questo grande corpo che siamo ciascuno può mettere in gioco la propria fragilità ed affidarsi». Così il vescovo Antonio Napolioni, nel pomeriggio di martedì 28 aprile, è intervenuto nella trasmissione di Tv2000 “L’ora solare”. L’invito è arrivato in vista del 1° maggio, quando proprio l’emittente della CEI trasmetterà dalla basilica del Santuario di Caravaggio l’affidamento dell’Italia a Maria. Preghiera presieduta proprio dal vescovo di Cremona davanti all’effigie di Santa Maria del Fonte.

Intervistato da Paola Saluzzi, il Vescovo ha raccontato i giorni della malattia, di essersi sentito «curato e sostenuto dalle cure e preghiere di tanti», travolto e cullato allo stesso tempo da «un fiume di dolore e di sostegno». Con grande sincerità ed onestà ha riconosciuto le brutture e le preoccupazioni che lo hanno afflitto e che affliggono ancora moltissimi pazienti, suggerendo e rinnovando l’impegno ad essere attenti, dolci e comprensivi. «Abbiamo bisogno di trovare porte spalancate e sguardi che rasserenino», perché le ferite profonde abbiano il tempo di rimarginarsi lentamente, come lentamente Gesù apre gli occhi ai discepoli di Emmaus, i quali, alla fine, ricordano e rivivono la pienezza del rapporto col Signore.

La forza e la consolazione derivano dall’affidamento a Maria: «Affidare noi stessi, il nostro Paese, la rete di rapporti, la nostra quotidianità a Maria – ha spiegato monsignor Napolioni – è un atto di figliolanza, gratitudine, fiducia».

Proprio per questo la basilica del Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio è stata designata come sede della veglia che il 1° maggio, alle 21, aprirà il mese mariano offrendo a tutti la possibilità di raccogliersi nella preghiera. La scelta di questo santuario non è affatto casuale. Non solo per essere centro di devozione mariana così caro in tutto il nord Italia, ma anche per la sua ubicazione a cavallo tra le due zone più colpite dal coronavirus: Cremona (della cui diocesi fa parte il santuario) e Bergamo (nella cui provincia amministrativa si trova).

Il santuario è dunque «luogo di apparizione e di ritorno alla madre», come ha sottolineato suor Paola Rizzi, dell’Istituto della Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento di Rivolta d’Adda in servizio proprio presso il santuario, definito appunto come una vera e propria «casa». Una casa dove potersi sentire accolti e sostenuti, le cui porte sono aperte davvero a tutti, perché – racconta con un sorriso – «chi passa da lì possa incontrare Maria, Gesù e tante persone che possano accogliere, ascoltare, fare compagnia e accompagnare nella Fede e nelle relazioni».

La giornata del 1° maggio, oltre che inizio del mese mariano, è anche dedicata alla figura di san Giuseppe lavoratore: così la veglia di preghiera assume anche un nuovo significato, come se «la famiglia di Nazareth ci prendesse per mano e ci facesse riscoprire di essere famiglie nelle nostre case e parte di un’unica grande famiglia». Con questa consapevolezza e convinzione, il vescovo Napolioni ha invitato ad affidarsi nelle braccia amorevoli di Maria.

Andrea Bergonzi

 

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Il 1° maggio a Caravaggio l’atto di affidamento dell’Italia a Maria: video messaggio del card. Bassetti