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Addio a Michelangelo Gazzoni, la storica voce del dialetto della radio diocesana

Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione, il Direttore e la Redazione di TeleRadio Cremona Cittanova si uniscono al cordoglio dei famigliari nel ricordo grato e affettuoso di Michelangelo, amico e collaboratore di Radio Cittanova, da dove per 20 anni ha condotto la sua ineguagliabile trasmissione in dialetto, chiamando a raccolta tanti affezionati ascoltatori. Per lui, uomo buono, mite e generoso, rivolgiamo una fraterna preghiera nella speranza che il Signore lo accolga nel suo Paradiso.

Ciao, Michelangelo

È arrivata nella tarda serata di lunedì 23 marzo la triste notizie della scomparsa di Michelangelo Gazzoni, storico collaboratore della radio diocesana. Michelangelo ci lascia a 84 anni, dopo i tanti passati davanti al microfono a raccontare ai suoi molti assidui ascoltatori la storia e la cultura del territorio cremonese. Con la sua inconfondibile voce e nel suo amato dialetto. La sua trasmissione era la più longeva della radio cremonese, condotta negli ultimi vent’anni sulle frequenze di RCN.

Inizialmente l’aveva chiamata “El cantoon del dialet”, l’angolo del dialetto. Nella sua (nella nostra) lingua “el cantoon” è quel posto discreto dove si tengono le cose care: in quell’ora di microfono aperto Michelangelo apriva quell’angolo e accompagnava i tanti affezionati ascoltatori a scoprire qualcosa che era insieme antico e sempre nuovo, che dalle musicassette o dai libri – che teneva con cura nella sua stanza alla Casa della Comunicazione – arrivavano nella sua agenda, dove le puntate delle sue trasmissioni prendevano forma.

Le note della celebre canzone “La bella la va al fosso” erano l’ormai conosciutissima sigla, sulla quale Gazzoni apriva le sue “Quater bagule ‘n dialet in cumpagnia de Michelangelo”.

Era una fatica, ultimamente. La tecnologia sempre più complessa, qualche acciacco, le giornate grigie dopo la lettura del nome di un amico sull’ultima pagina del quotidiano La Provincia… Ma Michelangelo continuava ad accendere il suo microfono. Perché la radio era la passione della sua vita, ma soprattutto perché quella trasmissione era la sua dichiarazione d’amore a Cremona, alle sue tradizioni, alla sua cultura e alla sua gente. Perché quella – parafrasando la frase celebre di una delle sue “réclame” – non era «’na radio» ma era «la nostra radio».

Lui aveva fondato una delle prime radio libere, Radiondaverde sugli 88.3. All’inizio trasmetteva da Torre Picenardi, poi ha  trasferito la radio in città, in pieno centro, con l’antenna a Porta Venezia.

La sua era una radio che sapeva ricordare, far sorridere e commuovere. Come Michelangelo, che anche bevendo un caffè aveva un proverbio, una battuta, un foglietto con una poesia scritta a macchina, la storia di un amico, per raccontare un pezzo di vita che amava condividere con quella simpatia che lo ha fatto conoscere e voler bene da quelli che lo hanno conosciuto. E sono tanti, quasi tutti a Cremona, perché dove c’era “cremonesità” arrivava la voce di Michelangelo: presentatore di tante manifestazioni, soprattutto quelle con uno scopo benefico, speaker storico dello stadio Zini durante le partite della Cremo, animatore del gruppo di poesia dialettale El Zach…

Sempre con quel suo modo gentile e simpatico, su un palco o in uno studio di registrazione, con cui amava ripetere: “parlùm cuma mangium… che l’è ‘n gran bel parlaa”.

“Da Michelangelo un bel ciao ciao a toti”, erano le parole con cui chiudeva ogni trasmissione. Oggi, purtroppo, siamo noi a dovergli dire ciao per sempre.