AC, il numero di dicembre di Dialogo per “Dare parole alla pace”

“Dare parole alla pace” è il titolo del dossier di Dialogo per il numero di dicembre 2025. Tutti oggi parlano di pace, la auspicano, la sognano, la progettano, la invocano. Perché dunque aggiungere ancora parole? «Per l’urgenza del tema, drammaticamente intrecciato con quello della guerra, e per rispondere all’obbligo della coscienza, umana e cristiana, che esige una partecipazione meditata, responsabile e critica alla nostra storia», è la motivazione che ha portato la Redazione del mensile dell’Azione Cattolica cremonese ad andare in questa direzione.

È la “scelta religiosa” dell’AC, rievocata questa estate da Rosy Bindi in risposta al Meeting di Rimini, uno “sporcarsi le mani” che fu sigillato dal sangue del prof. Bachelet, è l’impegno a “ritornare umani” (ricorda Luisa Tinelli) sia nella vita personale che in quella collettiva, sociale, politica e culturale.

Il presidente Mattarella non si stanca di ripetere che democrazia, giustizia e pace sono inseparabilmente congiunte. Se ne ha testimonianza anche nelle generazioni precedenti la nostra, ad esempio nella narrazione del sacerdote cremonese don Luisito Bianchi nella sua opera “La Messa dell’uomo disarmato” recentemente riproposta al pubblico.

La violenza non è solo quella delle guerre, note o dimenticate. Nelle relazioni tra le persone, nei diversi contesti sociali, a cominciare dalla famiglia e dalla scuola, c’è un clima di aggressività senza controllo. Per questo Dialogo insiste sull’urgenza di educare, o rieducare, alla pace.

Tornare a educare alla pace sembra che sia l’unica vera strada alla portata di tutti, è la pace che disarma i cuori, le coscienze, le conversazioni. E il primo passo è quello che riguarda la parola: è urgente una bonifica del linguaggio, a cominciare da chi è più in alto, giù fino al più piccolo. La pace ha lì le proprie radici, come ricorda l’articolo di Paola Bignardi.

L’avvicinarsi del Natale rafforza l’impegno per la pace ricordando che essa è prima di tutto dono di Dio che nel Figlio scende per essere la nostra pace: Dio è “Signore-Pace”, dove c’è violenza non può esserci Dio. Come evidenzia l’intervento dell’assistente diocesano don Gianpaolo Maccagni.

 

Il numero di Dialogo di dicembre 2025