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A Viadana la Caritas parrocchiale in prima linea per il sostegno alle famiglie in difficoltà

Durante il periodo più critico della pandemia, negli scorsi mesi di marzo e aprile, la Caritas viadanese ha assistito complessivamente 232 famiglie, in media di quattro componenti ciascuna: quasi 120 famiglie al mese, una trentina delle quali completamente sconosciute prima dell’emergenza sanitaria. Lavoratori che hanno perso ogni fonte di reddito a causa della sospensione del lavoro: oltre cento cittadini che da un momento all’altro si sono trovati in grave difficoltà.

«Molti – nota la coordinatrice Annamaria Margini – si facevano avanti direttamente col parroco o coi volontari, altri venivano segnalati da vicini e conoscenti. Abbiamo assistito a scene di vera e propria disperazione». A tutti la Caritas ha consegnato un pacco di generi alimentari al mese, oltre a prodotti per l’igiene e per la casa e altri beni in caso di particolari esigenze.

Si sarebbe voluto dare di più, ma non era possibile: «È mancato – si rammarica la Margini – quello che riteniamo l’aspetto qualificante del nostro servizio: la possibilità di dedicare tempo alle persone per ascoltarle, per sentire come andava, per abbracciarsi quando non c’erano risposte». Un effetto, ovviamente, delle regole di distanziamento sociale.

A causa della pandemia, la sede Caritas presso la Casa dei talenti era stata chiusa al pubblico a fine febbraio. «Nonostante l’età non più giovane (il grosso del gruppo è costituito da ultra 60enni; ndr), siamo comunque riusciti a restare operativi. L’abbiamo fatto per servire le persone, in silenzio, nello spirito Caritas». I volontari si sono impegnati soprattutto a raccogliere le richieste e a preparare pacchi e indirizzari, per poi consegnarli alla protezione civile Oglio-Po per il recapito.

In quei mesi non è stato possibile raccogliere prodotti alimentari grazie alle donazioni dei fedeli nelle chiese, essendo le messe sospese. «Abbiamo dato fondo alle nostre riserve. Ma dobbiamo pure ringraziare i tanti cittadini che ci hanno fatto offerte attraverso il conto corrente, o gli esercizi commerciali e le aziende agricole che hanno donato le eccedenze. Non è mai mancato chi chiedesse di cosa avevamo bisogno. Una rete di solidarietà commovente. Un grazie va dato anche al parroco don Antonio Censori, che ha coordinato richieste e disponibilità».

A fine maggio la Casa dei talenti è stata riaperta al pubblico: ora si riceve su appuntamento, per evitare assembramenti e favorire il rispetto delle distanze. È sospesa però l’attività di raccolta abiti usati: ne sono arrivati troppi e non c’è più spazio dove stoccarli.