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A un anno dal terremoto la visita del vescovo Napolioni

Anche una delegazione cremonese ha preso parte alla “giornata di ricordo” promossa dall’Arcidiocesi di Camerino-S. Severino Marche a un anno esatto dalla grande scossa di terremoto di magnitudo 6.5 che, il 30 ottobre 2016, con epicentro fra Norcia, Preci e Castelsantangelo sul Nera, sconvolse nuovamente il Centro Italia con quello che risultò il terremoto più forte sul territorio nazionale dopo quello dell’Irpinia del 1980.

Proprio nel segno del gemellaggio stretto dopo il sisma tra le due Chiese, anche il vescovo Antonio Napolioni, insieme a una delegazione di Caritas Cremonese, ha preso parte all’iniziativa nella sua terra d’origine, potendo toccare con mano la situazione attutale in quelle zone, tra le tante difficoltà nel rimettesi in piedi dopo la catastrofe.

L’appuntamento è stato in mattinata presso la Curia di Camerino alla presenza dell’arcivescovo di Camerino-S. Severino Marche, mons. Francesco Giovanni Brugnaro, e dei suoi più stretti collaboratori, tra cui il direttore della locale Caritas, mons. Luigi Verolini.

Accanto al vescovo Antonio Napolioni, oltre al segretario don Flavio Meani, c’era il direttore di Caritas Cremonese, don Antonio Pezzetti, e l’operatrice Nicoletta D’Oria Colonna, che dal novembre dello scorso anno ha prestato servizio nelle zone terremotate coordinando le diverse fasi del gemellaggio, con gli interventi a sostegno delle popolazioni locali e l’alternarsi in loco dei volontari. Tra loro anche alcuni studenti del liceo Vida di Cremona, rappresentati in questa occasione da Diego Manfredi. Presente anche Fermano Nobili, della Caritas di Crema, che ha condiviso i mesi di servizio a sostegno dei terremotati con Nicoletta D’Oria Colonna.

All’incontro ha preso parte anche il vescovo di Cesena-Sarsina, mons. Douglas Regattieri, (in rappresentanza delle diocesi emiliane) e don Arnolfo le per Caritas della Liguria.

«Aiutateci a evangelizzare questo tremendo episodio», ha esordito mons. Brugnaro ricordato la necessità di stare accanto agli sfollati, in particolare agli anziani e i ragazzi. Poi il ringraziamento per la solidarietà dimostrata da tanti, anche in modo molto materiale. «Tanta Chiesa, bella e generosa, – ha affermato – ci è stata vicina».

Prendendo la parola mons. Napolioni, da natio di questa terra, ha raccontato dell’attenzione che ancora continua a trovare nelle varie parrocchie della diocesi di Cremona, operose ancora oggi nel promuovere iniziative a sostegno di questo territorio ferito.

Ha quindi fatto seguito un vero e proprio tour per la diocesi. Prima tappa a Visso, una delle zone più martoriate. Accompagnati da don Gilberto, tutti con il caschetto protettivo in testa, hanno varcato il limite della “zona rossa” e, camminando tra le macerie, hanno raggiunto il cuore della martoriata cittadina.

Non è mancata poi una sosta presso il suggestivo santuario di Macereto, situato a circa 1000 metri di altitudine sull’omonimo altopiano del versante occidentale dei Monti Sibillini, sempre nel territorio comunale di Visso.

Il gruppo si è poi spostato nella frazione di Pastorello di Cupi, per vedere uno dei 15 progetti sostenuti anche attraverso il gemellaggio. In particolare, qui dove persiste il problema dell’acqua, vi è stata la visita a una realtà che, allevando un migliaio di ovini e trenta bovini, si occupa della produzione di latte e formaggio. Alimenti che a lungo, però, non è stato possibile produrre a causa dei danni provocati dal sisma. Il contributo delle varie diocesi ha permesso l’acquisto di un nuovo pastorizzatore dando nuova speranza, anche se le spese sono state tante e ora rimangono ancora molti “buchi” da ripianare.

Dopo il pranzo, in un ristorante di Montecavallo da poco riaperto, il pomeriggio è continuato con la visita alle casette di Pieve Torina, alla presenza anche delle autorità locali.

Qui la giornata si è conclusa con l’Eucaristia presieduta dall’arcivescovo Brugnaro nella tensostruttura del paese, alla presenza anche della comunità locale. In questa occasione è stata distribuita la sintesi della mappature svolta in questi mesi.

In questa giornata, che a Camerino ha visto anche la presenza del presidente della Camera Laura Boldrini (originaria della provincia di Macerata), molti sono gli insediamenti di casette ancora da terminare. Le prospettive per la consegna in alcuni casi sono per Natale, in altri si potrebbe arrivare a Pasqua. Questo anche a motivo dei cantieri bloccati a seguito di alcune irregolarità riscontrate, in particolare degli operai sottopagati. E tra la gente la preoccupazione è forte, anche perché sembra che a marzo finirà l’erogazione del contributo di autonoma sistemazione.

Photogallery della visita del 30 ottobre

 

Termina il gemellaggio, ma non la solidarietà 

La visita in terra marchigiana del 30 ottobre segna a tutti gli effetti la chiusura del gemellaggio, anche se iniziative di promozione culturale e sostegno economico comunque continueranno ancora. Perché le persone coinvolte a vario titolo sono state molte e si sono creati veri “sotto-gemellaggi” che dunque potranno essere portati avanti in autonomia. In particolare in ambito scolastico con il progetto “Gatti di calza”, che prevede già un calendario di appuntamenti per la realizzazione e la vendita dei manufatti a favore di una scuola danneggiata dal sisma.

A tale progetto si potrebbe presto aggiungere anche quello dei “Gufi”, ipotesi editoriale per poter sostenere una mamma terremotata, Enrica, di San Severino, che ha scritto le “storie di Gufi”, corredate da bellissimi disegni acquarellati. L’idea sarebbe quella di destinare il ricavato del libretto alla sua famiglia, con i due figli di 6 e 13 anni, e il marito che per il terremoto è rimasto senza lavoro.

Continuerà anche il sostegno economico ad una famiglia della vicaria di San Ginesio tramite l’acquisto di prodotti alimentari. Questo padre di famiglia, disoccupato a causa del terremoto, si è “inventato” un nuovo lavoro di vendita a domicilio di alimenti. Ambito nel quale è impegnata anche Filiera corta solidale, con un’attenzione solidale proprio rivolta a queste terre.

Da non dimenticare, infine, l’impegno del Gruppo H Quartiere Brolo onlus di Soncino che tramite Nicoletta D’Oria Colonna il 29 ottobre hanno fatto giungere una donazione di 5mila euro all’Anffas Sibillini.