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A Trigolo l’ultimo saluto a Giuseppina Cattaneo, una vita in compagnia del Signore e in ascolto della sua Parola come i discepoli di Emmaus

Il gran numero di persone che ha partecipato al funerale di Giuseppina Cattaneo, per tutti semplicemente Giusi, nella chiesa parrocchiale di Trigolo nel pomeriggio di mercoledì 20 aprile, è stata la prova più autentica del bene da lei seminato in tutta la comunità, nei tanti anni di servizio presso la Casa delle Figlie di Sant’Angela Merici, istituto secolare di cui era superiora. Le esequie sono state presiedute dal vescovo emerito Dante Lafranconi, che ha portato la vicinanza della Diocesi e del vescovo Antonio Napolioni, assente in questi giorni.

La celebrazione è stata concelebrata dal parroco di Trigolo, don Marino Dalè, e alcuni altri sacerdoti, tra i quali il vicario episcopale don Gianpaolo Maccagni e il rettore del Seminario don Marco D’Agostino; ha prestato servizio all’altare il diacono permanente Raffaele Ferri.

Nella sua omelia monsignor Lafranconi ha ricordato come celebrando la memoria della morte e della risurrezione del Signore, la si celebri partecipando alla morte di Giusi, che già gode il volto del Signore in attesa della resurrezione finale. Una coincidenza che ricorda che il senso ultimo della vita è la risurrezione. Secondo Lafranconi attraverso la lettura del Vangelo dei discepoli di Emmaus si può leggere qualcosa che contrassegna la vita di tutti. I discepoli di Emmaus camminavano tristi e desolati, ma quando riconoscono il Signore scompare la tristezza, ritorna l’entusiasmo e vogliono ritrovare gli amici con cui hanno condiviso tanti momenti di vita con Gesù e annunciare che Gesù è veramente risorto. Da qui discende che la gioia e il senso della vita, che lo si trova solo in rapporto al Signore: senza di lui la vita è triste. Giusi ha vissuto la sua vita come i due discepoli di Emmaus – ha evidenziato il vescovo Lafranconi – in compagnia del Signore e in ascolto della sua Parola. Proprio da qui, secondo il Vescovo emerito, nasce la serenità del gusto di fare il bene in tutte le occasioni della vita con la parola, con il sorriso, con la carità. Dalla volontà di vivere in comunione con il Signore derivava per Giusi l’amore per la Chiesa, vissuta concretamente sul territorio della parrocchia, nell’ascolto delle persone, nella vicinanza alle situazioni difficili, nel senso dell’ospitalità, nella capacità della battuta di spirito per risollevare il morale di chi si sentiva abbattuto.

Prima della benedizione conclusiva, tre testimonianze hanno tracciato il senso del percorso di vita di Giusi, deceduta il Lunedì dell’Angelo presso la casa di riposo Brunenghi di Castelleone dove era stata trasferita alcuni giorni prima, dall’Ospedale di Cremona dove era stata ricoverata per un malore. La prima tenuta da una rappresentante delle Figlie di Sant’Angela Merici, che ha ricordato la sua attività e la sua fedeltà nella vita della Congregazione; la seconda del sindaco di Trigolo, Mariella Marcarini, che ha sottolineato il suo impegno verso l’intera comunità; la terza di una giovane, che ha messo in risalto il suo servizio come educatrice.

 

Profilo di Giuseppina Cattaneo

Nata a Valleve, in provincia di Bergamo, nel 1942, aveva lì conosciuto la Compagnia di S. Orsola e aveva deciso di aderirvi il 31 dicembre 1973 nella cappella della casa madre in via Geromini, a Cremona, davanti all’assistente spirituale mons. Folchini e alla direttrice Ida Balzacchi aveva emesso la professione perpetua. Presso la Casa delle Figlie di Sant’Angela Merici, istituto secolare che opera ininterrottamente a Trigolo dal 1863, era arrivata giovanissima, formandosi spiritualmente e culturalmente, diplomandosi come maestra dell’infanzia e prendendo i voti.

A Trigolo, dove risiedeva, ha profuso in tanti anni tutto il suo impegno generoso a servizio della parrocchia e della gioventù femminile, diventando un punto di riferimento per tanti situazioni di fragilità.

Sempre disponibile, aveva accettato di ricoprire il ruolo di superiora delle Figlie di Sant’Angela Merici per diversi mandati.

 

Le Figlie di Sant’Angela Merici

La Compagnia di Sant’Orsola, comunemente conosciuta come Compagnia di Sant’Angela, è stata fondata da Angela Merici il 25 novembre 1535 a Brescia. Dopo una prima diffusione in città l’esperienza della Compagnia si è dilatata in molte altre diocesi italiane e all’estero. Nel 1810 ha subito la soppressione decretata dalle leggi napoleoniche; nel 1866 è rinata a Brescia ad opera del vescovo Gerolamo Verzeri e delle Sorelle Elisabetta e Maddalena Girelli.

Il carisma è ben delineato dalle parole che Angela stessa propone nel proemio della Regola: le sue Figlie sono state “… elette ad essere vere e intatte spose del Figliol di Dio…” e lo spazio in cui vivono questa luminosa chiamata – che afferma il primato dell’amore – non è la solitudine di un chiostro ma il mondo, il luogo vasto e complesso del convivere umano nel quale sono chiamate a servire il regno di Dio con responsabilità propria, nella fedeltà alla santa madre Chiesa, in comunione con il vescovo diocesano.

Pur essendo nata senza dedicarsi ad opere specifiche, la Compagnia nel corso dei secoli ha orientato l’attività delle Figlie all’insegnamento della dottrina cristiana, alla educazione della gioventù femminile e all’apostolato parrocchiale in genere.

Anche oggi le Figlie di Sant’Angela (chiamate familiarmente Angeline) vivono nelle proprie famiglie, esercitano un lavoro con il quale si sostengono, partecipano alla vita sociale e civile, alle condizioni ordinarie della vita; non si distinguono esternamente dagli altri né accentuano questa distinzione in alcuna altra forma.

Sono presenti nelle realtà del mondo con l’intento di vivere all’interno di esso lo spirito evangelico, perché non prevalga la logica dell’uomo egoista, ma la logica di Dio e quindi dell’amore, della solidarietà, della pace, della giustizia.

Vivono intensamente la loro appartenenza alla Chiesa ed esprimono il loro amore ad essa ponendosi al servizio della chiesa locale, nella Parrocchia, all’interno della quale operano preferibilmente nei settori della catechesi, nell’animazione di iniziative e gruppi a favore della gioventù, particolarmente della gioventù femminile.