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A Torre de’ Picenardi l’ingresso di don Claudio Rossi

Una giornata di festa, per l’ingresso del nuovo parroco don Claudio Rossi. Ma con l’amarezza nel cuore per le contingenze che hanno portato don Giampaolo Rossoni, il predecessore, a lasciare il testimone. Lo stesso Vescovo ha voluto ricordarlo, con parole di fiducia rispetto all’iter di riabilitazione con anche l’auspicio di qualche futura visita e, perché no, magari di una sua propria modalità di vivere il ministero in collaborazione con gli altri sacerdoti.

La processione d’ingresso che ha condotto il nuovo parroco di Torre, Pozzo Baronzio, San Lorenzo e Ca’ d’Andrea, don Claudio Rossi, sino alla chiesa parrocchiale intitolata al santo vescovo Ambrogio ha preso le mosse dalla bella chiesetta all’interno di Villa Sommi Picenardi, il castello di Torre de’ Picenardi concesso per l’occasione dalla famiglia Cassani.

Dietro alla croce e ai ministranti i sacerdoti concelebranti: accanto al Vescovo, oltre al nuovo parroco, c’era il vicario zonale, don Claudio Rubagotti. Non mancavano alcuni sacerdoti del circondario: don Giuseppe Manzoni (parroco di Piadena e Drizzona), don Bernardino Orlandelli (collaboratore dell’unità pastorale di Vescovato). E naturalmente il collaboratore parrocchiale don Paolo Fusar Imperatore, i compagni di Messa don Andrea Aldovini e don Adelio Buccellè, oltre a don Francesco Cortellini e don Pierluigi Capelli, originari di Torre. Presente anche don Gianluca Gaiardi, che tra una settimana succederà a don Rossi come parroco di San Felice e San Savino, a Cremona.

Una volta giunti sul sagrato della parrocchiale, il nuovo parroco e il vescovo hanno ricevuto il saluto dei sindaci Franco Potabili Bertani (Ca’ d’Andrea) e Roberto Poli (Cappella De’ Picenardi), anche a nome del sindaco di Torre (e della frazione di Pozzo Baronzio) Mario Bazzani. Con il benvenuto a don Rossi non è mancato neppure un ricordo per il predecessore, don Giampaolo Rossoni, che due anni fa aveva fatto il proprio ingresso e che dopo il drammatico incidente dell’aprile scorso ha dovuto rinunciare alle cura pastorale delle quattro comunità. Nelle parole del primo cittadino Potabili Bertani la garanzia di una fattiva collaborazione per il «servizio alla nostra comunità, con senso di responsabilità e dovere».

Quindi in chiesa, dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, il vicario zonale don Claudio Rubagotti ha letto il decreto di nomina del nuovo parroco che, al termine, ha asperso l’assemblea con l’acqua benedetta e incensato la mensa eucaristica, gesti caratteristici degli ingressi dei nuovi parroci.

Poi Palma Galli, in rappresentanza delle quattro comunità parrocchiali, ha rivolto il saluto al vescovo e al nuovo parroco, naturalmente con un affettuoso pensiero rivolto anche al predecessore, con il grazie per i progetti realizzati e per l’impegno pastorale e umano. Pazienza e impegno le attitudini richieste al «dinamico» don Rossi, anche a motivo della dislocazione sul territorio delle quattro parrocchie, che hanno espresso il desiderio di «non chiuderci nei confini dei nostri campanili». Infine un auspicio: «da prete parroco sia sempre una favola per i bambini, un sogno per i giovani, un fratello per gli adulti, una carezza per gli anziani, un elisir per gli ammalati».

Due giovani della parrocchia hanno quindi portato al nuovo parroco un regalo: una valigia, riempita dei disegni realizzati per l’occasione dai bambini.

La celebrazione, animata con il canto dal coro parrocchiale diretto dal maestro Donato Morselli e con all’organo il maestro Ugo Boni di Sabbioneta, ha visto la presenza di numerosi bambini e ragazzi, che hanno riempito le prime file, accanto ai parenti del nuovo parroco, alle autorità, e alle suore delle Figlie di San Camillo. Una chiesa davvero gremita, tanto che anche la navata centrale per tutta la Messa è stata riempita da persone in piedi.

Nell’omelia il Vescovo ha preso spunto dalle letture domenicali per aiutare a comprendere «che cosa aspettarci da un prete, da un parroco, e che cosa non pretendere da lui». Non una persona che compie miracoli, ma neppure un burocrate delle cose religiose. «Auguro a don Claudio – ha detto mons. Napolioni – di essere uno che rimette in piedi le persone non perché compie prodigi, ma perché con il sorriso, con la vicinanza, con l’entusiasmo e con il Vangelo riaccende la certezza di essere amati».

Poi ha proseguito: «Veramente abbiamo bisogno che il Vangelo entri in tutti i frammenti della nostra esistenza. Cari ragazzi, il Vangelo dia senso anche al gioco, al divertimento, allo sport, all’innamoramento, allo studio, alla carriera, agli affari, alla malattia, alla famiglia, alla morte, all’eternità. Non possiamo incatenarlo! Perché è la Buona Notizia che tocca ogni aspetto della nostra esistenza, perché la vogliamo vivere davvero da figli di Dio!».

Dopo l’omelia il nuovo parroco ha recitato da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità.

Poi al termine della Messa ha preso la parola per i saluti. Quindi alcuni spunti, partendo da Gibran che parafrasa il Vangelo “mio maestro è solo Gesù Cristo, uno solo sia il vostro maestro”. Poi il riferimento all’incontro con Gesù e la Maddalena, per sintetizzare un primo obiettivo: cercare in ognuno se stesso, perché sia la vera lode.

L’altro riferimento è stato con la Sagrada Familia di Barcellona con l’ispirazione dello scultore giapponese Sotoo mossa dall’immagine dello sguardo tra una madre e il figlio in una stazione affollata e, insieme, dalla consapevolezza che l’amore è prima di tutto. E la conversione di Sotoo è stata occasione anche per guardare al vero significato della fede, nella quale ogni credente si fa collaboratore del progetto di fare degli uomini una sola grande famiglia.

Infine un accenno al suo “programma” da parroco: nulla di prestabilito ma un libro bianco, con tante pagine vuote da scrivere insieme giorno dopo giorno.

Dopo la Messa per tutti l’appuntamento è stato a Villa Sommi Picenardi. È in questa stupenda cornice che vi è stata la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di quattro testimoni, uno per ognuna delle quattro comunità: Mino Jotta (Torre de’ Picenardi), Enrica Mazzoleni (Pozzo Baronzio), Maria Enrica Lambri (San Lorenzo de’ Picenardi) e Omerida Biella (Ca’ d’Andrea).

Ha quindi fatto seguito il rinfresco. Un gioioso benvenuto proseguito con l’appuntamento serale: alle 21, sempre nella chiesa di Torre, elevazione musicale in onore del nuovo parroco: musiche di Bach, Corelli, Boccherini, Morricone e Saint-Saens proposte da Donato Morselli all’organo, Alia Alevtina al violoncello e Michele Morselli al Flauto. In questo contesto anche l’incontro tra don Rossi e i bambini e i ragazzi del catechismo per un momento di “presentazione”.

 

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Biografia del nuovo parroco

Don Claudio Rossi è nato a Trigolo il 6 marzo 1958 ed è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1982. È stato vicario a Commessaggio (1982-1989) e a Piadena (1989-1997). Nel 1997 è stato promosso parroco di Voltido e l’anno successivo gli è stata anche affidata, in qualità di amministratore, la comunità di Drizzona. Nel 2004 il trasferimento a San Felice e San Savino. Lo scorso luglio il vescovo Napolioni l’ha nominato parroco di Torre de’ Picenardi, San Lorenzo de’ Picenardi, Pozzo Baronzio e Ca’ d’Andrea succedendo a don Giampaolo Rossoni.

 

Saluto di don Rossi sul bollettino parrocchiale

Eccomi a voi ispirato da questa giornata in cui si ricorda la nascita di Maria. La donna che ha detto il suo si a Dio, al mistero della Vita. E in questo solco mi introduco nel camminare con voi. In quel sì c’è tutta una grande avventura, un essere sospinti da dallo Spirito.

Il primo saluto a don Giampaolo unito all’augurio che resti nei nostri cuori. Il secondo di gratitudine a don Paolo per il lavoro svolto nella speranza che continui la sua collaborazione.

Quando il vescovo Antonio mi ha chiamato proponendomi di venire tra voi a prestare il mio servizio ho accolto l’opportunità come il si di Maria. Vengo a voi nella semplicità e nella disponibilità, lasciandomi guidare dallo spirito del Vangelo.

Dopo aver dato l’annuncio della mia nomina, ho inviato un saluto al Vescovo che mi chiese come stavo vivendo. Mi venne in mente una frase del cartone animato Heppy feet (piedi felici). Si era creato un enorme frattura nei ghiacciai e questa provocò un’onda. Di fronte a quell’episodio, uno degli invertrebrati percependola disse: un’onda di vita! Cavalchiamola! Così anch ‘io mi espressi. E lui: beh ti mando il mio Spirito. Ed io dissi: non troppo forte, non vorrei soccombere!. Ma lo Spirito è vita e chiama a viverla nella lode. E così con voi mi lascio sospingere dallo Spirito del Vangelo per camminare nel vivere e fare di questo vivere la lode gradita a Dio. Essere e portare un sorriso.

Vengo a voi arricchito da anni di ministero e rendo lode per tutta la ricchezza ricevuta e vissuta ed ora un dono per voi come voi lo sarete per me. Mi metto in questo servizio avendo come riferimento l’unico Maestro Gesù, detto Cristo. Lui il progetto di uomo nascosto nei secoli ed ora svelato. Progetto che ci riguarda tutti. Incarnare, rendere visibile, concreto, palpabile lo Spirito Vita.

A tutti voi un cordiale saluto nell’attesa di camminare insieme sulle strade della vita per condividere, diventare Chiesa, fratelli che camminano insieme nella propria diversità.