A Torrazzo con vita focus sul Teatro Ponchielli, spazio d’arte con la città dentro
C’è un teatro che non è solo un edificio, ma un modo di essere comunità. Nell’ultima puntata dell’anno di Torrazzo con vista, il video podcast prodotto da TeleRadio Cremona Cittanova in collaborazione con l’Ufficio Comunicazioni della Diocesi di Cremona, lo sguardo si è posato sul Teatro Ponchielli, una perla preziosa per la città di Cremona, con due voci che lo vivono e lo raccontano da prospettive diverse ma complementari: il direttore artistico Andrea Nocerino e il giornalista e critico teatrale Nicola Arrigoni. Al centro un’idea condivisa: il Ponchielli non è semplicemente “a” Cremona, ma è “di” Cremona e dei cremonesi.
Nocerino lo ha detto con chiarezza: «Il Ponchielli è espressione della città, della sua storia e delle persone che la abitano». Un’affermazione che non riguarda soltanto la proprietà o la programmazione, ma la natura stessa del teatro come luogo di incontro. Il Ponchielli, secondo il suo direttore artistico, «è uno spazio di socialità vera, dove le persone si ritrovano per condividere un’esperienza che ha a che fare con la verità dell’umano. Nel teatro – ha spiegato – portiamo in scena ciò che siamo: il passato, il futuro, i sogni, i desideri, le fragilità. L’arte teatrale è la sublimazione dell’emozione».
Su questo punto Arrigoni ha rilanciato con uno sguardo storico e territoriale. Per molti anni, ha ricordato, il Ponchielli è stato un vero e proprio pungolo culturale per Cremona e per i centri vicini. «È stato un modello – ha detto – che ha spinto altre realtà del territorio a dotarsi di un proprio teatro. Crema, Casalmaggiore, Soresina: città e paesi che hanno guardato al Ponchielli come a un riferimento, scegliendo di investire in uno spazio artistico e sociale capace di tenere insieme comunità diverse». Un effetto a cascata che racconta come la cultura, quando è viva, generi altra cultura.
Il teatro, in questa prospettiva, diventa infrastruttura relazionale prima ancora che culturale. Un luogo dove ci si incontra non solo per assistere a uno spettacolo, ma per riconoscersi parte di una storia comune. «Il Ponchielli è il teatro dei cremonesi. È stato bellissimo vedere tante persone venire a prendere una poltrona, quando sono state messe in vendita nel processo di sostituzione, per avere l’opportunità di portare con sé una parte della memoria storica e culturale della città», ha ribadito Nocerino, sottolineando come ogni stagione sia pensata per dialogare con Cremona, senza rinunciare all’ambizione artistica.
Ambizione che si riflette anche nella programmazione. Arrigoni ha osservato come la stagione del Ponchielli proponga, per il 2025/2026 grandi classici, ma mai in modo rassicurante o scontato. «Sono spettacoli che lasciano domande aperte – ha spiegato – e gli interrogativi sono il cuore dell’esperienza teatrale». Il teatro non offre risposte preconfezionate, ma apre spazi di riflessione, chiede allo spettatore di mettersi in gioco.
Da qui l’invito, condiviso da entrambi, a vivere il teatro senza aspettative rigide. «Non bisogna andare a teatro per vedere qualcosa che già si conosce – ha detto Arrigoni – ma con il desiderio di lasciarsi stupire». Perché è proprio nello stupore che l’arte compie il suo lavoro più profondo: mettere in discussione, emozionare, creare legami.
In un tempo segnato dalla velocità e dalla frammentazione, il Teatro Ponchielli continua così a rappresentare un presidio di senso. Un luogo in cui Cremona può riconoscersi, interrogarsi e, spettacolo dopo spettacolo, continuare a raccontare se stessa.
La puntata sul teatro è disponibile dalle 12.30 di domenica 21 dicembre sulle principali piattaforme podcast. La prossima uscita sarà domenica 11 gennaio 2026.