A Torrazzo con vista una puntata dedicata al tema del Giubileo, per riconoscere la speranza in ogni angolo di mondo
A un mese dall’apertura della Porta Santa e dall’inizio del Giubileo, il podcast Torrazzo con vista, prodotto da TeleRadio Cremona Cittanova in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Cremona, ha dedicato un episodio al tema della speranza, analizzandone diverse sfaccettature grazie agli interventi di tre ospiti: Lidia Gallanti, giornalista e collaboratrice di Riflessi Magazine, don Maurizio Compiani, biblista, docente e assistente spirituale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Andrea Franzini, educatore della cooperativa Nazareth. Tre ospiti provenienti da ambiti ed esperienze diversi, che hanno portato riflessioni stimolanti, offrendo prospettive che si intrecciano e si arricchiscono a vicenda.
Franzini ha evidenziato come la speranza possa emergere anche nei contesti più difficili, partendo dalla sua lunga esperienza di missione in una delle aree più povere e violente del Brasile: «In Amazzonia, nelle favelas, parlare di speranza sembra utopistico – ha spiegato – ma proprio lì l’obiettivo della sopravvivenza si lega a speranze comunitarie e attività che rispondono a tragedie quotidiane. Ho incontrato storie di vittime che hanno trovato conforto nel pensiero di qualcuno che “faceva il tifo per loro”». Oggi Andrea lavora nelle carceri di Cremona e porta lo stesso approccio: stare a fianco delle persone, offrire una speranza concreta, perché «la speranza, in fondo, nasce nel riconoscere chi ci sta accanto, anche in una società sempre più distratta».
Parole a cui hanno fatto eco anche quelle di Lidia Gallanti. Con il podcast Riflessi incontra Gallanti raccoglie storie capaci di rompere pregiudizi e di mostrare i lati più nascosti della realtà: «Spesso le persone cercano notizie e contenuti che confermano le proprie convinzioni – ha sottolineato – ma la comunicazione ha valore quando rompe questi schemi e dà voce a chi non viene ascoltato. A volte – ha aggiunto – ci troviamo di fronte a storie senza assoluzione o una speranza di fondo» e allora raccontarle diventa un esercizio complesso, che richiede empatia e consapevolezza.
Dal punto di vista teologico, don Maurizio Compiani ha offerto una riflessione sulla speranza cristiana, legandola al messaggio del Giubileo. «La speranza, nella tradizione biblica, non è un desiderio proiettato nel futuro, ma una certezza che parte da Dio. L’ebraico tiqwâh, che significa speranza, richiama l’immagine di una corda: qualcosa che ci tiene uniti e ci lega a Dio, nonostante le difficoltà. Il Giubileo è una chiamata concreta alla liberazione: l’anno in cui si proclama la libertà e si agisce per spezzare le catene, siano esse sfruttamento, dipendenze o incapacità». Questi temi saranno approfonditi anche nel tradizionale ciclo di incontri che l’Università Cattolica organizza durante la Quaresima, aperto a tutti, intitolato quest’anno Audaci nella speranza.
Franzini ha aggiunto un’ulteriore dimensione pratica al concetto di speranza, parlando – anche con esempi concreti di grande impatto emotivo – di giustizia riparativa. «Questo approccio coinvolge due protagonisti: chi ha commesso il reato e la vittima. È fondamentale dare significato a ciò che entrambi hanno vissuto, riconoscendo che le persone non sono solo ciò che hanno fatto. Ascoltare è il primo passo per comprendere e riparare».
Il dialogo tra fede, comunicazione e azioni concrete, ha mostrato come la speranza possa essere un motore di trasformazione. In ogni contesto, dalla spiritualità al sociale, essa diventa la forza che unisce, libera e guarda al futuro con fiducia e audacia.