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A Soresina secondo Quaresimale con la testimonianza di Ernesto Olivero

Dopo l’incontro con Gianna Jessen, sopravvissuta ad un aborto salino, [resoconto della serata del 16 marzo] venerdì 24 marzo la seconda tappa dei Quaresimali proposti dalla Parrocchia di Soresina ha avuto come relatore Ernesto Olivero, fondatore del “Sermig” (Servizio Missionario Giovani) di Torino.

Nel salone “Mosconi” del Centro parrocchiale pastorale, la testimonianza genuina, a tratti commovente, di Ernesto Olivero ha catturato l’attenzione del pubblico. E ha anche dato un’iniezione di speranza, quella stessa speranza che è alla base dell’esperienza di Oliviero, della sua comunità, della “Regola” che l’Ordine da lui fondato si è dato.

Olivero è un laico, un ex bancario nato nel 1940 a Salerno e poi trapianto al Nord. Da giovanissimo conosce Maria e capisce che è la donna giusta per lui. Si sposano giovanissimi, a vent’anni, con il comune desiderio di avere una famiglia con almeno 3 figli che, rapidamente, arrivano. Hanno però anche un altro desiderio che deriva dal loro essere cristiani e dal loro spirito missionario: aiutare i poveri, di tutto il mondo.

In un primo momento questa intenzione è soddisfatta dall’offerta di una parte del loro stipendio per opere missionarie, poi dalla creazione di un piccolo gruppo missionario (come ce ne sono molti nelle Parrocchie) con lo scopo di raccogliere fondi da destinare ad alcuni missionari, a sostegno dei loro progetti in terra missione. Nel 1964, però, con la moglie Maria e un gruppo di amici, fonda il “Sermig”, per sfidare la fame nel mondo con opere di giustizia e vivere la solidarietà verso i più poveri, senza sapere che il “Sermig” realizzerà 3.500 progetti in 155 Paesi del mondo. Progetti che non saranno limitati a combattere la fame, ma storie di servizio e di accoglienza di fronte alle necessità che quotidianamente incontrerà Olivero con il suo gruppo.

Negli anni Ottanta, all’interno del Sermig è nata la “Fraternità della Speranza” che oggi conta un centinaio di aderenti (giovani, coppie di sposi e famiglie, monaci e monache) che si dedicano, a tempo pieno, al servizio dei diseredati e alla formazione delle nuove generazioni, con il desiderio di vivere il Vangelo e di essere segno di speranza.

La sede del Sermig, dal 1983, è l’Arsenale militare di Torino, ribattezzato “Arsenale della Pace”. Il Sermig accoglie chi ha bisogno, chi vuole cambiare vita e non sa a chi rivolgersi, ma è anche luogo d’incontro per migliaia di giovani che, da tutta Italia e dall’estero, si danno appuntamento per confrontarsi, dialogare e crescere e spazio di preghiera e di silenzio, di cultura e di formazione, oltre che luogo di vocazioni. Dalla sua fondazione, infatti, si contano circa un centinaio di vocazioni religiose, monastiche, sacerdotali.

«La Chiesa è la mia più bella storia d’amore. Stare nella Chiesa e nel Vangelo è quello che ho sempre voluto e che ho condiviso con mia moglie e con il mio gruppo». Il Sermig è stato e continua ad essere il mezzo per stare nella Chiesa e nel Vangelo. Chiesa con cui ha avuto anche scontri: accanto, infatti, ai racconti degli incontri incoraggianti con Paolo VI e Giovanni Paolo II, con il cardinal Martini e altri sacerdoti, ci sono stati anche sacerdoti che hanno dubitato del progetto di Olivero o che, addirittura, lo hanno denigrato.

Ma Olivero e i suoi hanno proseguito e continuano su questa strada, felici di quanti hanno aiutato e anche di un servizio del programma Le Iene che pensava di trovare nel Sermig l’ennesima “bufala”, ma, ricreduto, ha dedicato un commovente speciale a questa realtà e al bene fatto.

Intervento di Ernesto Olivero

Risposte al dibattito

A Soresina il prossimo e ultimo appuntamento dei Quaresimali è con don Maurizio Patriciello, sacerdote dalla “terra dei fuochi” che tratterà il tema “Per amore del mio popolo non tacerò”, giovedì 30 marzo alle 21 nel Salone “Mosconi” del Centro parrocchiale pastorale.

Photogallery della serata

Annalisa Tondini