A San Michele Sette Pozzi accolto il nuovo parroco moderatore dell’unità pastorale di Malagnino
Guarda la photogallery completa dell’insediamento
«Buono, simpatico, credente». Sono le caratteristiche con cui il vescovo Antonio Napolioni ha presentato alle parrocchie di Malagnino il nuovo parroco, don Paolo Fusar Imperatore. «Il resto lo scoprire strada facendo…», ha quindi aggiunto affidando il giovane sacerdote, che a novembre compirà 41 anni, alla nuova comunità, che da subito gli ha chiesto una particolare attenzione ai ragazzi e alle giovani famiglie.
La Messa di insediamento del nuovo parroco in solido e moderatore dell’unità pastorale di Malagnino si è svolta nel pomeriggio di domenica 11 settembre presso la chiesa parrocchiale di San Matteo Sette Pozzi. Tutto è stato preparato con cura, nella liturgia come nel servizio d’ordine, con i volontari della protezione civile che hanno garantito accoglienza e la viabilità. Perché oltre alla gente di Malagnino c’erano tanti amici di don Paolo, insieme ai familiari e a una folta rappresentanza di Piadena, con i giovani ben distinguibili dalle magliette con la scritta “Un sorriso, un amico, un prete. Grazie don”. E proprio il sorriso entusiasta di don Paolo ha conquistato da subito i nuovi parrocchiani.
La celebrazione è stata preceduta dal saluto del sindaco Donato Losito sul sagrato della chiesa. Parole di benvenuto insieme al grazie a chi l’ha preceduto: don Antonio Loda Ghida e anche don Giandomenico Pandini, che oggi collabora con don Paolo all’Archivio storico diocesano. Quindi l’augurio per una ripartenza, anche dopo il difficile periodo della pandemia, segnata da sentimenti di «fiducia e speranza per il futuro».
In chiesa quindi la celebrazione è iniziata con la lettura del decreto di nomina da parte del vicario zonale don Antonio Pezzetti, che ha accompagnato don Paolo anche in veste di parroco di Piadena, con il quale ha condiviso gli ultimi anni di ministero.
Dopo l’aspersione dei fedeli e l’incensazione della mensa da parte del nuovo parroco, secondo il rito proprio dell’insediamento, Erminio Conca, presidente del Consiglio parrocchiale, ha preso la parola per dare il benvenuto al nuovo parroco. Nelle sue parole anche una fotografia della realtà di Malagnino, fatta di tante famiglie giovani: una vera sfida per la pastorale dei prossimi anni, con l’auspicio che le celebrazioni si riempiano sempre più di bambini e ragazzi.
Ma a che cosa serve un parroco oggi? È la domanda alla quale il Vescovo ha cercato di rispondere nell’omelia, in particolare rileggendo il brano evangelico proposto nella liturgia. E l’invito è quello a dare concretezza a una Chiesa in uscita, come il Papa continua a chiedere, nella consapevolezza che oggi le 99 pecore sono quelle fuori dall’ovile e che occorre andare a ricercarle insieme all’unica rimasta.
«Mi viene da rassicurare don Paolo, perché viene ma non da solo», ha quindi proseguito monsignor Napolioni, che ha riletto la parabola del padre misericordioso presentando i cinque angeli che aiutano il padre dopo il ritorno del figlio. A cominciare dal sarto che porta il vestito più bello, un po’ come fa un parroco, chiamato a tessere «un vestito su misura per ogni persona della parrocchia». Ma anche come l’orefice che mette l’anello al dito, segno di quello sposo dal cui corpo sgorga un dono traboccante. E poi la figura del ciabattino e del cuoco, con il rinfresco segno della missione, con quel coraggio di cambiare che riesce a mutare completamente solo grazie all’amore del Padre. E da ultimo l’angelo della tenerezza e della pazienza, necessaria al figlio maggiore. «Questi cinque angeli sono sicuro li troverai nella tua comunità: cinque, cinquanta, quelli che sarete. Se ognuno di noi fa il suo pezzetto per attuare questa pagina di Vangelo, quella porta luminosa – ha concluso guardando il portone spalancato della chiesa e illuminato dal sole – accoglierà il mondo intero».
Prima della fine della Messa il nuovo parroco ha preso la parola per i saluti. Con il grazie a tutti i presenti, gli amici, i familiari e i tanti confratelli, tra i quali anche lo zio mons. Giansante Fusar Imperatore. La voglia è di iniziare da subito a «lavorare insieme» e «provando a prendere il passo insieme». Un ministero che – ha raccontato don Paolo – inizia per lui terminata la lettura personale dell’Antico Testamento, passando così Nuovo, «perché tengo letta la Bibbia, e il Nuovo Testamento mi permetterà di avere più caldo quello che per noi è più forte». Un particolare pensiero poi l’ha voluto rivolgere ai defunti della parrocchia, cui saranno dedicate le celebrazioni di lunedì e martedì nelle rispettive parrocchie. «I defunti camminano con noi», ha detto richiamando la speranza della Risurrezione e insieme ricordando anche il suo lavoro di archivista che continuerà in diocesi.
Al termine della celebrazione, quasi in un affidamento reciproco: il Vescovo ha presentato don Paolo a don Eugenio Pagliari, parroco in solido dell’unità pastorale di Malagnino, che nonostante gli acciacchi della salute continua a svolgere con passione il proprio ministero, anche come memoria storica di queste realtà.
Quindi l’abbraccio con gli amici e i primi incontri con i nuovi compagni di viaggio hanno concluso il pomeriggio di festa, allietato dal rinfresco organizzato nel vicino centro parrocchiale.
Biografia del nuovo parroco
Classe 1981, originario di Romanengo, don Paolo Fusar Imperatore è stato ordinato sacerdote il 16 giugno 2007. Rientrato in diocesi dopo gli studi, dal 2013 al 2017 ha ricoperto l’incarico di collaboratore parrocchiale nelle parrocchie di Ca’ d’Andrea, Pozzo Baronzio, San Lorenzo de’ Picenardi e Torre de’ Picenardi.
Laureato in Storia della Chiesa e con diploma di Archivistica, don Paolo Fusar Imperatore dal 2011 è bibliotecario della Biblioteca del Seminario e dal 2016 responsabile dell’Archivio storico diocesano. Dal 2013 è inoltre docente all’Istituto superiore di Scienze religiose S. Agostino e degli Studi teologici riuniti dei Seminari di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano.
Dal 2017 era vicario parrocchiale a Drizzona, Piadena e Vho, comunità che lascia per assumere l’incarico di parroco e moderatore dell’unità pastorale formata dalle parrocchie di San Michele Sette Pozzi e San Giacomo al Campo, nel comune di Malagnino, potendo contare anche sul sostegno di don Eugenio Pagliari, che continuerà a svolgere il proprio ministero come parroco in solido.
Don Fusar Imperatore prende il testimone da don Antonio Loda Ghida, trasferito come nuovo parroco dell’unità pastorale formata dalle parrocchie di Isola Dovarese, Pessina, Stilo de’ Mariani e Villarocca.
Il saluto di don Paolo Fusar Imperatore
Coi piedi sulla Postumia
E fu così, che dopo diverse miglia percorse sulla via Postumia uscendo da Cremona, il vescovo mi chiese di fare marcia indietro! Tornato da Roma, ho fatto un’estate a Pieve San Giacomo, poi ben quattro anni a Torre de’ Picenardi come collaboratore, aiutando anche a Ca’ d’Andrea, dove sulla Postumia c’è la lontana località di San Pietro in Mendicate, per poi finire vicario a Piadena, ancor più lontano, ma sempre ben indirizzato sulla nostra strada fino alla chiesetta di San Lorenzo Guazzone. E ora, di ritorno, vengo a prender dimora a Malagnino. Sereno ed emozionato, perché fare il parroco è un’idea gustosa e anche una bella grana, ma con la gioia di chi sa che nel nostro DNA di preti abita questo desiderio pastorale insopprimibile.
Scrivere un articolo in arrivo in una parrocchia nuova dove quasi tutti non ti conoscono è sempre un po’ un problema, così dopo aver scioccamente fatto sintesi del recente passato, vi racconto anche con quali altri incarichi convive il vostro nuovo parroco: insegno Storia della Chiesa in Seminario e all’Istituto di Scienze Religiose, curo la Biblioteca del Seminario (col grande aiuto delle bibliotecarie) e custodisco l’Archivio diocesano (non da solo – vedi don Giandomenico). Quest’anno sarà un pasticcio perché incominciare è sempre una novità, ma prometto in futuro di aggiustare il tiro alle altre cose che comunque, in generale, non guastano la mia disponibilità parrocchiale: non è l’archivista o l’insegnante a diventar parroco di Malagnino e San Giacomo al Campo, semmai è il Parroco di Malagnino che da quest’anno si occupa anche di alcune questioni a Cremona… d’altronde, se ben comprendo, in molti lavoriamo in città…
In attesa di incontrarci, mentre saluto don Antonio che sarà alle prese col palio di Isola Dovarese (ed io con un po’ di scatoloni fra le autopiste piadenesi), un grazie anticipato a tutti voi per cominciare bene, e anche a don Eugenio, che ho trovato vivamente emozionato per cominciare questo tratto di cammino che percorreremo insieme.
Vostro,
don Paolo