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A Salvador de Bahia un presepe vivente per ridare fiducia e normalità ai ragazzi

Di ragazzi per le strade di Salvador de Bahia ce ne sono tanti, piccoli e grandi che passano la maggior parte della giornata fuori da casa in cerca di qualcosa da fare insieme agli amici. Per strada, dove come è immaginabile, c’è di tutto, dove possono incontrare persone che li possono aiutare, che li possono anche sgridare se qualcosa non va. E dove ci sono anche persone che li trattano come già fossero adulti offrendo loro uno stile di vita non adeguato alla loro età. È chiaro: i pericoli che corrono sono evidenti, assistono e conoscono situazioni che un ragazzino non dovrebbe né vedere né sapere e per questo la loro crescita è un continuo bruciare le tappe, oscillando tra il voler essere riconosciuti come “grandi” e il desiderio costante di poter giocare come tutti i ragazzi della loro età.

La notte di Natale alcuni di loro hanno messo in scena un piccolo presepe vivente, con l’aiuto di alcuni ragazzi più grandi che frequentano la parrocchia di Gesù Cristo Risorto. La proposta è stata accolta molto bene e tutto si è messo in moto. Le difficoltà durante le prove non sono mancate, ma una buona parte di loro ha continuato fino ad arrivare alla vigilia di Natale e al momento della rappresentazione. Erano talmente emozionati che si sono presentati in chiesa con mezz’ora di anticipo: evento eccezionale visto che qui il tempo è abbastanza relativo!

Come spesso succede le prove sono andate meglio della rappresentazione: l’emozione, il pubblico, il mettersi in gioco per questi ragazzi non sono la quotidianità, tantomeno il fatto che una comunità adulta scommetta su di loro e sulle loro capacità di provare a realizzare qualcosa di costruttivo per la loro crescita.

Il fatto essenziale non era la recitazione, ma il fatto che fossero lì, che potessero vivere insieme un’esperienza diversa, in un modo diverso da quello che spesso la quotidianità gli offre. Il vivere lo stare insieme, l’amicizia, il divertimento in un modo più sereno, costruttivo e con una visione differente del vivere. Questi ragazzi, che normalmente vivono nella conflittualità, nella paura e nella ruvidità della vita, sempre all’erta e pronti a difendersi, la notte di Natale hanno messo in scena la nascita di Gesù. Hanno invitato le loro famiglie e molte di loro, non cattoliche, hanno partecipato alla Messa di Natale per la prima volta. La vita di questi ragazzi andrà avanti come sempre, il luogo non muta e nemmeno le persone che lo abitano, ma la cosa importante è stata che loro fossero lì, davanti a quel presepe che avevano appena raccontato, davanti a quel Gesù che nasce per tutti, ma ancora di più per loro.

Si tenta, si prova, si lanciano semi perché possano spuntare gemme laddove nessuno penserebbe, per dare un po’ di luce dentro a piccole vite già complicate, nei modi e nei tempi di Dio.